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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/14/10 in tutte le aree

  1. Ehm...ehm... vediamen...ja ja... Moneten farlocconen... Fonden rifatten... epigrfen rovescien puren (capolavoren maninen destrorsen stortignaccolen e rattrappiten che è quattro volte la sinistra (dal braccino corto) ..e fa ciao ciao comprami comprami...che poi se guardate bene si è perduto l'effetto illusionistico dei piani enon si percepisce più chiaramente quale è la destra e quale la sinistra. E ancoren...gamba molto lunghen con pieden di legnen (sempre destrorsen). Capellen et barben ireincisen ed aiutaten..ubi i capelli dovrebbero essere più consunti sono molteplici e intonsi, dove il rilievo è più in basso sono invece a cioccone (?). Non si vede bene...ma (nel pasticcen) si sono mezza dimenticata una foglia della corona... :rolleyes: Occhio da pescen bolliten... Vestiten con pieghen da terzulen seculen...(ditegli di studiare miglioren la storien d'arten,,,)... patinen farloccona...o molto aiuteten puren quellen... Però sugne state 'bbravi a salva' lu stile du' prufilu che da l'impattu justu. Questo per quanto in foto...poi, magari, ad averla in mano è da 3.000 franchi stima Nac...che poi arriva a 8.000. A propositen...è così che parlano in Lussemburgo? Mi sembra di si....? Ohè...qui si celia...non facciamo scherzi...io ho parlato delle foto della biondona...la moneta nemmeno l'ho guardata. in ogni caso la descrizione non pretende di essere esaustiva...se del caso possiamo continuare ad esercitarci. P.S. Dico..ma se qualche sovrintendente o studioso od accademico ci legge come utente iscritto al Sito...ma che figura facciamo!!!? E' ovvio che non partecipano alle discussioni, guarda che roba! Ma cose da pazzi...nemmeno in caserma attaccano più codeste icone bizantine. Mi scuso per i ragazzi (sono bravi guaglioni...) a nome del Forum. :) E pensare che Illyricum è uno serio...figurarsi gli altri... ;) PP.SS. Achtung FancoObetto sta affinado l'occhio credo conosca più di qualcuno che gli da ripetizioni. Beato lui...speriamo mi/ci coinvolge. :acute: Ragazzi, si sta scherzando...mi rivolgo all'intelligenza di tutti per evitare qualunque malinteso...ove ce ne fosse bisogno. Comunque non postate altri seni scollacciati al silicone...(casomai - se proprio fosse necessario - postate quelli naturali ed illibati)...e poi, non si fanno mai i nomi ed i cognomi delle Signore.
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  2. Nella discussione relativa alle medaglie papali nelle aste, valutando il prezzo top della medaglia di Paolo III con il celebre rovescio di Ganimede - Anno XIII in argento nella recente asta di Ginevra, è tornato all'attenzione il problema della originalità e dei riconi con considerazioni sulla loro influenza sul mercato del settore. Numa numa ha svolto interessanti considerazioni, ponendo in parallelo mercato di monete e di medaglie, sia per sottolineare come la rarità eccezionale non trovi apprezzamento adeguato nelle medaglie (per una minore consistenza e quindi una minore richiesta dei medaglisti) e anche per evidenziare con una certa meraviglia come nella moneta la sostituzione del conio per deterioramento possa portare ad una variante anche significativa di stile che di norma non si traduce in rilevanti differenze di prezzo, mentre assolutamente diversa è la vicenda delle medaglie. Vorrei premettere che la medaglia papale è oggetto di collezione molto particolare e che ha aspetti di affinità normativa con la monetazione. Vi è infatti un grande rilievo per le "medaglie ufficiali", che sono emesse per disposizione dell'autorità (pontefice) e per le quali forse, in qualche momento, vi è stata una sorta di equiparazione/proporzione del valore mercantile in rapporto alla moneta. Tuttavia, a differenza della moneta, per la quale è stata sempre rigorosissima la tutela statuale e la sanzione per le contraffazioni, nella medaglia c'era una sorta di riconoscimento remunerativo dell'autore-artista, incisore ufficiale, con la facoltà di vendere ai richiedenti la stessa medaglia della quale il pontefice faceva dono alla sua corte e agli autorevoli ospiti che incontrava. Queste coniazioni di epoca non sono distinguibili rispetto agli omaggi pontifici e hanno lo stesso valore. Ma questo commercio ha conosciuto fenomeni deteriori con la vendita delle medaglie anche dopo la morte del pontefice per secoli , con emissioni con uso di coni decisamente ammalorati, con la realizzazione di nuovi coni per sotituire quelli inservibili, con la costruzione, a richiesta di collezionisti avidi o di privati rampanti, di accoppiamenti ibridi unici o rarissimi come qualche nota varietà delle zecche moderne. Nell'Ottocento vi è stato poi il commercio ufficiale di medaglie realizzate con i coni disponibili, originali o rifatti nel tempo o commissionati ex-novo dall'emittente. Questo materiale non può essere equiparato o assimilato alla medaglistica originale (rarissima), con una sorta di prezzo mediato. Vorrei rassicurare gli amici collezionisti o interessati che - mentre, fino a 10/20 anni or sono, per stabilire se una medaglia fosse originale o riconiata occorreva affidarsi all'esperienza, alla sensibilità personale (caratteristiche del metallo, tipo di bordi, patina, aspetto della medaglia) - oggi, grazie alla buona letteratura in materia il principale elemento di discriminazione è su base oggettiva, individuando le piccole differenze tra coni originali e riconi. Nel catalogo che l'amico Fabio sta progressivamente elaborando, potete vedere come per le medaglie di Paolo V e Urbano VIII si sta cercando di fornire le sintetiche indicazioni per il riconoscimento della originalità, intesa come emissione di epoca con conio originale che non presenti la traccia dell'uso prolungato. Quanto al mercato c'è molta pigrizia nei compilatori di cataloghi di aste o di vendite per fornire indicazioni precise sia per medaglie coniate, che per le fuse. Qualcosa di positivo ha fatto Varesi in qualche sua vendita; un buon aiuto per il collezionista era presente nella recente asta Baldwin: ma in genere non vi sono note (qualche volta si precisa " riconio Mazio", ma solo per esemplari facilmente riconoscibili per rozzezza, lenticolarità, patina sfacciata). In questo stato di cose la statistica dei prezzi delle aste diviene fuorviante poichè prende per riferimento situazioni non omogenee. La medaglia di Paolo III con Ganimede in argento oscillerà tra € 10.000,00 dell'asta Genevensis e 500/1000 € di un riconio del periodo Hamerani e alla fine psicologicamente si crea una idea confusa sul mercato. Mi auguro che gli operatori professionisti ci aiutino in una operazione che è culturale e di trasparenza e che con i mezzi di archiviazione odierna delle foto e la letteratura a disposizione è assolutamente facilitata.
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  3. Non è che non sanno riconoscere le patine o le rilavorazioni,è che ,spesso, non riescono a sottrarsi alle lusinghe delle sirene dell'affare facile, ed è proprio su questo che gli "elaboratori" contano.Difficile che freghino un professionista commerciale,ragionano troppo a freddo e se prendono una moneta come questa non è certo per sbaglio,ma un semplice collezionista che deve, ob torto collo, fare i conti anche con il portafoglio, può ,molto facilmente, essere influenzato nella sua capacità critica dalla voglia e dal bisogno,non sempre conciliabili. Per cui non va crocifisso chi si compra queste monete praticamente false,da quanto sono state snaturate, ma va supportato e aiutatoa capire meglio. Queste "opere" devono cominciare ad essere catalogate e consideate come "falsi" tout court, a prescindere che il tondello sia o no autentico, perché NON è mai esistita realmente una moneta con quella raffigurazione. Quelal è una opera unica, NON esisteva il conio che ha dato quella immagine, ne esistevano di simili, ma quelloo nello specifico NON è mai esistito, ergo: la moneta è un falso a tutti gli effetti e tale deve essere considerato e classificato. Finché si continuerà a fare dei distinguo del genere : si,è ribulinat am ail tondelloo è originale, non si arriverà mai a niente. Se una moneta è talmente rifatat da non essere più in alcun modo assimilabile al conio originario se non in linea generale di similitudine di soggetto, allora è solo un falso moderno,punto.
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  4. Il Modesti dedica ben cinque schede di una Sua opera (308 - 312; CNORP Vol. II) per descrivere la medaglia in oggetto...nell'evolversi dei vari riconi. Non ha dubbi nell'indicare in quella con il numerale AN XIII al diritto come un riconio successivo, spiegando ed evidenziando le differenze con il primo conio AN XI (afferenti il rifacimento della leggenda del diritto, le dimensioni e i distanziatori dell'epigrafe)...peraltro, da documentazione acquisita, è accertato che le riconiazioni dell'anno XIII proseguirono sino a tutto il XVI secolo, non potendo escluderne qualcuno anche in date posteriori. In ogni caso l'autore dell'anno XIII sarebbe lo stesso Grechetto. L'indicazione di Baron (in una nota sul catalogo) afferente l'originalità del rovescio è coerente, atteso che il riconio anno XIII interessò prevalentemente il diritto stesso della medaglia...appunto per modificare l'anno. Mentre per il rovescio si continuò ad impiegare quello dell'anno XI che è stato il primo originale. Dopo il realizzo di tale secondo conio del diritto, il primo non fu mai più riutilizzato...forse andò distrutto o fu tesaurizzato con occultamento. CONSIDERAZIONI. Ho voluto spendere qualche attenzione su tale medaglia per evidenziare la problematica dei riconii nella medaglistica papale. Uno potrebbe dire: se il conio del rovescio è ancora quello originale e la modifica rispetto al primo conio è da riferire solamente alla mutazione della leggenda...cui prodest? Cioè...dov'è il problema. E qui vengono i dolori. - In primis...tra coni di primo momento, di seconda intenzione, di riparazione delle fratture, di completo rifacimento, a volte eseguiti da altre mani rispetto all'opera orgiginale...di rifacimenti moderni (Mazio ed Hamerani) per soddisfare la domanda dei collezionisti e tirare su soldi...appunto in tale labirinto il Collezionista resta perplesso...e non spende. Tanto vale accontentarsi degli Hamerni se non dei Mazio...con quattro soldi ( e sono comunque delle signore medaglie...). - In secundis...vale il principio, nel campo figurativo delle opere d'arte, che la prima opera è irripetibile e vale in quanto tale come prima espressione e creazione dell'artista. Poi si può comunque dare un valore (anche cospicuo) ad opere di secondo momento...ma non è mai la stassa cosa. La vergine o è illibata...o non è tale. Personalmente non condivido tale assunto...ma il fatto che io dissenta non credo valga gran che nel mercato dell'arte che ricomprende anche la glittica e le medaglie. E così abbiamo un pochino rinfrescato i concetti già espressi dallo scrivente in altra discussione in evidenza iun questa sezione...afferenti il gravame che (con i riconii) la medaglistica (quella papale in particolare) si porta dietro con forte ripercussione sui prezzi e sul numero dei collezionisti. :)
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