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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/13 in tutte le aree
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Nella giornata di ieri, complice il maltempo, ho deciso di tornare a visitare il Museo della Media Valle del Liri di Sora. Bisogna ammettere che i reperti al suo interno non sono di certo molti, ma quei pochi, sono ben esposti e meritevoli di una visita. In particolare all'interno del museo è esposto il reperto a mio avviso più interessante come da titolo della discussione, cioè il Thesaurus di Sora datato al II sec. a. C. Si tratta in pratica di un contenitore per le offerte posizionato all'ingresso del tempio (ora sede della cattedrale). Il corpo era costituito da tre blocchi in pietra scavati. I due corpi superiori, una volta uniti, lasciavano un foro per le offerte che venivano inserite dall'alto e che andavano a cadere nel terzo blocco che faceva da base e che raccoglieva le monete. Particolare ancor più interessante è la calotta in bronzo che copriva la parte superiore e che aveva dei fori (simili a quelli di un moderno salvadanaio) che permetteva l'inserimento di offerte (e dal tipo di foro, solo monete). Qui l'immagine del Thesaurus ed il link da cui è stata tratta e da dove è possibile reperire qualche notizia ulteriore anche sulle iscrizioni presenti sulla calotta bronzea. http://www.menteantica.it/am/itinerari/paesi/533-torna-a-casa-la-calotta-bronzea-del-thesaurus-di-sora Nell'esposizione erano assenti le monete rinvenute in esso (poi spiegherò il motivo...) che però sono indicate nella guida del museo. Si trattava di 50 monete databili tra il 211 a. C. e la metà del I secolo d. C. (datazione riportata nella guida) 3 Assi con Giano/Prora del 211 a. C. 1 denario di Lucius Licinius, Cneus Domitius e Caius Pomponius del 118 a. C. 1/2 asse di Pompeo Magno del 45-44 a. C. 2 assi con nome divus Julius (teste Ottavio e Cesare) del 41-40 a. C. 2 assi con nome divus Julius (testa Ottavio e corona d'alloro) 18 assi dei triumviri monetali d'Augusto, Caius Cassius Celer (16 a.C.), Caius Gallicus Lupercus (16 a.C.), Cneus Piso Cn. F. (15 a.C.), Lucius Naevius Surdinus (15 a.C.), Caius Plotius Rufus (15 a.C.), Publius Lurius Agrippa (7 a. C.), Marcus Maecilius Tullus (7 a.C.), Marcus Salvius Otho (7 a. C.). 1 asse con nome Tiberio (10-11 d. C.) 2 assi di Augusto zecca di Roma (10-11 d.C.) 1 asse di Tiberio (16 d. C.) 2 assi di Tiberio (22-23 d. C.) 2 assi con l'effige di Druso (22-23 d.C) 8 assi con altare della Providentia (31-37 d. C.) 1 asse con Aquila (fine regno Tiberio) 1 asse di Caligola con Vesta (37-38 d. C) 1 asse con Germanico (37-38 d. C.) 1 asse con effige di Germanico (emissione non datata di Caligola) 2 monete in bronzo di età repubblicana Dove sono oggi le monete??? Cito testualmente la nota della guida: Fino agli anni '90 le monete erano all'interno dei magazzini della Soprintendenza archeologica del Lazio nei pressi del tempio di Ercole a Tivoli, dove sono state viste e studiate. Chi scrive ha tentato di rintracciarle, purtroppo senza fortuna, recandosi nei magazzini. Per approfondimenti F. Catalli-J. Scheid, Le thesaurus de Sora, in Revue Numismatique, VI serie, tomo XXXVI, 1994, pagg. 55-65. Qui il link: http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/numi_0484-8942_1994_num_6_36_1997?luceneQuery=%28%2B%28content%3Athesaurus+title%3Athesaurus^2.0+fullContent%3Athesaurus^100.0+fullTitle%3Athesaurus^140.0+summary%3Athesaurus+authors%3Athesaurus^5.0+illustrations%3Athesaurus^4.0+bibrefs%3Athesaurus^4.0+toctitles%3Athesaurus^4.0+toctitles1%3Athesaurus^3.0+toctitles2%3Athesaurus^2.0+toctitles3%3Athesaurus%29+%2B%28content%3Asora+title%3Asora^2.0+fullContent%3Asora^100.0+fullTitle%3Asora^140.0+summary%3Asora+authors%3Asora^5.0+illustrations%3Asora^4.0+bibrefs%3Asora^4.0+toctitles%3Asora^4.0+toctitles1%3Asora^3.0+toctitles2%3Asora^2.0+toctitles3%3Asora%29%29+AND+%28+%2Baccess_right%3A%28free%29+%29&words=thesaurus&words=100&words=140&words=sora&words=free E' la prima volta che scrivo in questa sezione :P, se i curatori ritengono che la discussione sia più attinente all'archeologia possono liberamente spostarla.4 punti
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Riprendo quanto scritto da Alteri nel suo volumetto "Di alcune emissioni straordinarie coniate durante la repubblica romana, Vaticano 2005 (con foto a colori dell'aureo presente nel medagliere del Vaticano): Alcuni studiosi, tra i quali Mommsen e Haeberlin, ne difesero l'autenticità e, basandosi sul suo peso, la ritennero del valore di 4 scrupoli ed interpretarono il segno XXX come "30 assi". Di conseguenza, agli altri due pezzi della serie, di peso medio di 6,86 grammi (= 6 scrupoli) e 3,41 grammi (= 3 scrupoli), attribuirono il valore rispettivamente di 45 asse e 22 1/2 assi. Ma altri studiosi, tra i quali Babelon, Grueber e, in tempi più recenti, Crawford, non ne hanno mai ammesso l'autenticità, basandosi anche su ragioni di carattere tecnico e stilistico. Prima di tutto, per costoro, i tre pezzi non sembrano in diretto rapporto tra loro: tre monete da 6, 4 e 3 scrupoli non sono concepibili in una serie omogenea, come sono tutte le serie romane; dunque, il pezzo da 4 scrupoli deve considerarsi estraneo alla suddetta serie, che risulta, invece, omogeneamente composta dai soli due pezzi da 6 e da 3 scrupoli. In secondo luogo, è molto strano che in una serie di monete, una sola rechi il segno di valore: proprio per questo, essa deve essere estranea alla serie. Infatti, le tre monete d'oro della serie marziale, recano tutte e tre il rispettivo segno di valore e costituiscono effettivamente una serie omogenea di 60, 40 e 20 assi. Se l'analisi metallografica di Botré et al ha evidenziato la comune origine di questo aureo con la serie marziale, è da rilevare che non esistono correlazioni metrologiche tra questo aureo e gli altri tre nominali della serie marziale. Resta solo in piedi l'ipotesi di un esperimento monetario di poco precedente alla serie marziale e su diverso piede ponderale. Su basi metrologiche un aureo di 4 scrupoli diventa equivalente a 30 assi solo ipotizzando un asse bronzeo di 128 scrupoli, ossia pari a circa 145,3 grammi (ipotizzando lo stabile rapporto di AV:BR nel periodo romano pari a 1:960), Questo asse di 145 grammi però non risulta attestato a Roma..... Inoltre i 4 pezzi noti comparvero grosso modo tutti insieme a metà XIX secolo, per non apparire più nessun nuovo esemplare. Di conseguenza appare molto legittimo supporre, con Crawford, che si tratta di una emissione falsa e di fantasia.... Sarebbe utile rintracciare i primi resoconti dell'epoca, per ricostruire la storia della comparsa di questi esemplari. Quello che mi colpisce è che un falsario abbia rifuso vecchi aurei marziali per creare questa moneta, una tecnica che non mi pare fosse praticata nel XIX secolo. La maggiore attenzione dei falsari alla composizione metallografica è infatti molto più tarda, credo dopo la metà del XX secolo....3 punti
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Ma scusate non ho capito bene, possiamo votare anche la nostra? Io fossi in Reficul bloccherei tale opzione ma penso non ce ne sia bisogno dai .....! Nessuno avrebbe il coraggio di farlo, non ci sarebbe più sfida, nè piacere nel gareggiare.2 punti
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Salve a tutti, oggi a modena è stato il primo di 5 acquisti....quello più oneroso sicuramente :) vorrei avere i vostri pareri su tutto....dalla conservazione al peso dei difetti..... ;) grazie a tutti quelli che interverranno....un saluto http://imageshack.us'>ImageShack.us http://imageshack.us'>ImageShack.us2 punti
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Indipendentemente da questo ogni venditore dovrebbe pubblicare le foto relative agli oggetti messi in vendita o non pubblicare foto di oggetti simili. Questo, se non è esplicitamente dichiarato, si configura come truffa.2 punti
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Ciao petronius. I “Bandi” erano provvedimenti normativi “di Guerra” equiparati, quanto al rango ed alla vincolatività, alla legge ordinaria, seppure limitatamente alla zona delle operazioni. Erano emanati dal “Comandante supremo” ovvero da “colui che è investito del Comando di tutte le zone armate operanti.”. Sono contemplati dal R.D. 8 luglio 1938 - XVI, nr. 1415 (Legge di Guerra), pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale nr. 211 del 15 settembre 1938 Anno XVI, che trovi anche qui: http://augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index/download/id/1938211_SO Gli articoli del R.D. che trattano specificamente dei “Bandi” sono quelli richiamati in premessa dal bando postato da Vito13 e cioè gli articoli 16, 17 e 18, che si trovano alla pagina nr. 4 del documento linkato. In particolare, l'art. 17 espressamente equipara i “Bandi” alla legge “nelle zone delle operazioni e nei limiti del comando dell'ufficiale che li ha emanati”. L'art. 18 precisa poi che il Bando diviene immediatamente obbligatorio dal momento della sua pubblicazione, salvo che non sia stabilito diversamente. La cessazione dello “stato di guerra”, che fa venir meno l'applicazione della legge di Guerra (e, dunque, anche dei Bandi emessi in forza di essa) "è dichiarata dalla stessa autorità e con le stesse forme stabilite per ordinare la cessazione per l'applicazione di questa legge” (art. 14). Si potrebbe quindi concludere che la vigenza del Bando si debba ritenere conclusa con la dichiarazione che revoca lo stato di guerra. Tuttavia, poiché per le AM-Lire (pure previste nel Bando postato da Vito13) si è invece provveduto a regolamentarne la cessazione del corso legale e del ritiro con provvedimenti successivi alla cessazione dello stato di guerra, per simmetria e coerenza giuridica analogo trattamento avrebbe dovuto riservarsi anche alle valute metalliche Alleate. Come però ha già scritto elledi, il problema della circolazione delle monete Alleate nei territori occupati non doveva essere tale da richiederne la menzione (oppure invece....se ne sono proprio dimenticati di menzionarle...). Saluti. Michele2 punti
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Ringrazio aemilianus per la preziosa integrazione, si tratta di un esemplare davvero notevole sotto molti aspetti. A questo punto però mi pare doveroso tornare su alcune questioni che sono state lasciate in sospeso, in quanto le pertinenti osservazioni di Caio Ottavio hanno aperto, come si suol dire, un vaso di Pandora. Una triade costituita da ninfe offre numerosi riscontri comparativi, sia in differenti aree geografiche che in riferimento ad altri contesti cultuali, vedi ad esempio le attestazioni riguardanti le Matres-Matronae della Gallia Transalpina o Cisalpina Orientale. La concezione triadica riferita alle dee Diana, Selene ed Ecate è invece più complessa da inquadrare in quanto chiama in causa delle figure divine di primaria importanza, tra loro funzionalmente distinte. Nel complesso religioso propriamente romano e conseguentemente civico, un simile inquadramento è in effetti difficilmente spiegabile in quanto divinità come Diana Nemorensis, provviste dunque di un'ampia funzionalità, mal si inseriscono in un contesto ove le sfere di influenza e competenza religiosa risultano accuratamente suddivise tra una elevato numero di dei. In quel di Nemi siamo di fronte ad una Diana dalla triplice epiclesi e perciò tricorporea, per quale motivo? Per cercare di spiegare, pur a sommi capi, tale particolarità è necessario fare qualche passo indietro, ponendo l'accento, per prima cosa, sul fatto che questa dea fu introdotta nel pantheon romano per esigenze prettamente politiche, utili a sancire, anche in ambito religioso, la supremazia di Roma sulla Lega Latina. In questo frangente si è tuttavia importata una divinità caratterizzata da una vastissima sfera funzionale, perfetta quale somma dea di una comunità originariamente tribale, ma inadatta ad inquadrarsi in un contesto civico evoluto, minuziosamente strutturato a livello religioso per via di un più complesso ed articolato sistema sociale. I tratti di una divinità di questo tipo posso essere tracciati solo se associati al contesto di origine che, com'è appurato, è da ricercarsi non in ambito esclusivamente romano, ma italico e latino. Diana appartiene infatti ad una ben precisa categoria divina, quella delle potnie, ovvero le "signore degli animali e delle selve" (se non sbaglio ne avevamo già parlato in un'altra discussione, ma in modo piuttosto vago), divinità femminili i cui tratti risultano ben delineati quantomeno dall'epoca protostorica (con attestazioni provenienti dall'ultima fase del paleolitico), tra le quali è possibile annoverare Fauna-Bona Dea, Angizia, Marìca, Feronia, Retia ed anche i maschili Cernunnos e Fauno. Gli studi comparativi del Dumézil hanno avvicinato queste divinità italiche al pre-vedico Rudra, "il dio di tutto ciò che non è ancora posseduto dalla civiltà", ma al tempo stesso hanno evidenziato una sostanziale differenza che vuole le potnie quali divinità in grado di porre le forze selvatiche al servizio degli uomini, della loro alimentazione, della loro salute, della loro fecondità, neutralizzando i pericoli propri degli ambienti selvaggi (George Dumézil , La religione romana arcaica, pp.363-364; Renato Del Ponte, Dei e miti italici, p. 172). Un significativo riscontro con Diana Nemorensis è stato messo in evidenza da Del Ponte che, parlando della venetica Reitia, scrive: "Fra gli attributi più interessanti di Reitia vi è certamente quello di Triavi, ossia "triplice", "trina", epiclesi (cioè invocazione) cui fan capo i tre cardini della vita: creazione, conservazione e distruzione. E' evidente il riferimento all'ellenica Ecate dai tre volti [...]" (ibid., p.175). E' dunque piuttosto chiaro che ci siamo imbattuti non in divinità plasmatesi in un contesto cittadino e repubblicano, ma piuttosto tribale ed estremamente arcaico. Non possiamo escludere la presenza di una Diana così concepita tra quei culti romani di sostrato sommersi poi dalla religione di stato, ma è altresì vero che una divinità avente tali caratteristiche poté essere introdotta in Roma con funzionalità ridimensionate e riadattate al culto pubblico e civico. Venendo al dunque e parlando della triade Diana, Selene ed Ecate costituente Diana Nemorensis, ci troviamo sostanzialmente di fronte ad una potnia arcaica, le cui differenti ed ampie funzionalità, in epoche successive e sotto differenti influssi, furono giustificate mediante l'associazione ad altre figure aventi sfere d'influenza maggiormente circoscritte. Anche se un po' intricato, siamo di fronte ad un fenomeno sincretico, cambiano i nomi ed i numeri, ma a livello funzionale il quadro è stabile. Non dimentichiamoci infine di un aspetto molto importante: il "ridimensionamento" della Diana romana non interessò affatto Diana Nemorensis (la cui area sacra era già frequentata nella media età del bronzo). Nel santuario ad essa dedicato la grande valenza della dea continuò ad essere riconosciuta, fu solo ripartita in quella triplice epiclesi che meglio si rifletteva in un più ampio ed evoluto sistema religioso. Mi rendo conto che il discorso potrebbe apparire un po' complesso, ma relativizzando le figure coinvolte al tempo ed al luogo le cose si semplificano... almeno un po'! :D2 punti
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Un omaggio davvero "eccezionale" (nel senso più completo del termine) per il Monetaio :) Cliccate sulle immagini per INGRANDIRLE ;) http://www.freeimagehosting.net/ebdlg'>http://www.freeimagehosting.net/fzwqs'> ... non è lavata!!!1 punto
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i calafai,che inciodeno e meteno la pece con l'etopa tra le tavole........i primi inchiodavano,i secondi metevano l'etopa tra le tavole,e la ricoprevano di pecce... "nell' arzana de i viniziani,bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmar i legni lor non sani"(dante).... anche i carpentieri erano della partita per assemblare i mati ed altri...... su questa representazione,tutto un arte............... :)1 punto
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Non so se avete notato anche voi un certo declino del sito americano che raccoglie la maggior parte dei negozi online americani ed europei. Ormai trovare una moneta da comprare (romana in generale, ma anche greca) è impossibile. Mi spiego: o si trovano monete belle ma a prezzo folle (in genere monete provenienti da aste col prezzo triplicato) oppure catorci inguardabili. Mancano le monete di fascia media (e anche quelle di fascia alta ma al giusto prezzo). E' un andazzo generale, che privilegia ormai solo le vendite via asta (preferibilmente live) a scapito delle altre forme di vendita. E' un peccato perché fino a due-tre anni fa qualcosa ancora si trovava.1 punto
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Infatti è così, erano basate sul sistema monetario inglese e noi, abituati al sistema decimale, non ci capivamo niente. Per lo stesso motivo in Libia, dove pure avevano provato a usarle, alla fine furono costretti a emettere in fretta e furia la serie BMA for Tripolitania, con sistema decimale e in lire, perchè i libici, abituati da 30 anni alle nostre monete, non volevano proprio saperne di quell'altre. petronius :)1 punto
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Salve @@Polemarco, non è generalmente mia intenzione far polemica, in questo caso poi francamente non ne vedo presupposti significativi. Comunque, al solo scopo di fare luce sul particolare che dici e per permettere a tutti di vedere bene, ho messo a confronto il particolare che dici su tre immagini. Secondo me ci si può stare, senza invocare varianti o altro... Il motivo è che immagini non sono male, ma non sono neanche perfette... La moneta è stata coniata senza ghiera e, come testimoniano spesso le smagliature sui bordi, movimento di metallo (in preferenza verso i bordi, ma non soltanto) c'è stato. Un salutone, Antonio1 punto
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Altro gettone molto simile con la stessa funzione. FRANCE, Cu jeton, 1732, Méreau des officiers porteurs de charbon. Droit : Armes de Paris sur un cartouche orné. Revers : Dans le champ: PORT/ PAYE. Ref.: Feu., 5039. 4,15g. Dim: 24 mm. apollonia1 punto
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se gli dici che lo mandi tu piu` che lo sconto ti fa lo scontrino di sicuro :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Capita che si veda nella faccia opposta la battitura in negativo delle scritte in legenda su le monete di Franco. Avevo un 25 Pesetas cosi,molti numismatici Spagnoli collezionano queste "particolarità" e riescono ad alzare anche qualche decina euro,un pò come i difetti nelle nostre 200 lire o 50 lire......... Qui ne trovi un'altra http://www.coincommunity.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=83431 http://www.sixbid.com/browse.html?auction=564&category=12661&lot=586410 http://www.icollector.com/10-C-ntimos-1959-ERROR-Coincidente-SC_i112254181 punto
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Io non potendo partecipare a convegni, fiere, mostre, mercatini e chi più ne ha più ne metta...acquisto ora mai da 3 anni solo ed esclusivamente via internet, anche da venditori europei...e mai, dico mai avuto nessun tipo di problema, ne con le monete, ne con le spedizioni... Credo solo di avere avuto un gran :moon:1 punto
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Zeus dalle grandi mani anche su questa Price 1840 corrispondente nella simbologia alla L27. Alexander III AR drachm (4.23 g), struck c. 301-297 BC, Kolophon Mint. Head of young Herakles right, wearing lion's scalp, forepaws knotted at truncation. / ALEXANDROU, Zeus naked to hips, seated left on decorated stool-throne, holding pelleted scepter, forepart of lion upright and F to left, pentagram beneath throne. Price 1840; Mueller 357; SNG Cop 908. Gerhard Hirsch Nachfolger > Auctions 262-263, 22 September 2009. Price realized: Unsold. Estimate: 175 EUR. apollonia1 punto
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Vogliamo l'albo chiuso, il database centralizzato e poche persone che decidano per tutti e su tutti. Possibilmente anche sapere chi ha e che cosa, visto mai che un domani torni utile, se non subito... Film già visti e stravisti... Siete solo in ritardo di qualche decennio rispetto ad altri. Dai che ce la potete fare anche voi, e magari qualche posticino di rilievo ci scappa! :)1 punto
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Non c'è di che. Penso che ti interesserà anche la nota d'accompagnamento che ho tradotto dall'inglese. Nel suo articolo originale del 1967 ‘ANS Museum Notes’, Zervos riteneva che questi primi ‘Alessandri’ egiziani fossero stati coniati molto prima, ma ha poi chiarito la sua posizione nella tesi di dottorato di ricerca del 1974 affermando di ritenere più probabile che la coniazione assegnata tra il 324 e il 322 a. C. avesse avuto inizio con molta probabilità dopo la morte di Alessandro III (323). Zervos ha anche cambiato la sua prima idea di emissioni annuali, preferendo pensare a uno schema di emissione basato sulla quantità di conii per varietà combinato con l’assunto di un’uscita dalla zecca continua e costante. La sua analisi dei tesoretti supporta in un certo modo la sua ipotesi, ma l'evidenza non è conclusiva. Lorber (NC 2005) è giunto alla stessa conclusione per quanto riguarda l'inizio della produzione, c. 323, ma sostiene che la teoria delle emissioni annuali è ancora rilevante. Mentre entrambi i numismatici concordano che la coniazione ebbe inizio in una zecca di Menfi, non si trovano d'accordo sulla data di apertura di una zecca ad Alessandria, con Zervos che propende per una data del 320/19 a. C. mentre Lorber fa risalire l'evento a c. 311 a. C. Il quantitativo di ‘Alessandri’ prodotti dalla zecca è stato considerevole, anche se queste monete sono piuttosto rare sul mercato attuale. La maggior parte degli esempi di questa particolare emissione sono illustrati nelle vendite precedenti e nelle collezioni museali pubblicate. Un confronto con tali esempi dimostra che questa moneta è senza dubbio la più bella che si conosca di questa varietà, ed è certamente tra le più belle di tutti gli ‘Alessandri’ egiziani noti. apollonia1 punto
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Bravo Marco! Hai preso una piastra con un ritratto di grande espressività, una moneta da veri specialisti, hai guardato il ritratto ed hai snobbato la tradizionale debolezza di conio lungo il bordo, hai dimostrato di aver gusti da vero numismatico, la conservazione è pienamente SPL. Visto che hai fatto un esordio di un certo livello ti segnalo una chicca: la moneta non è firmata dall'incisore (ovviamente), ma secondo alcune mie ricerche iconografiche la paternità di questa effigie potrebbe essere attribuita all'incisore Filippo Rega. Non c'è alcun documento che attesta la mia tesi ma secondo la mia personale esperienza posso dirti che la mano del Rega è inconfondibile su questa moneta, una mano diversa dall'altro tipo di ritratto schiacciato, stiamo parlando di un incisore che nel pieno del neoclassicismo vinse a Roma due premi dell'Accademia di San Luca. Ecco una bella biografia del 1941 http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1941b.pdf .1 punto
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Bravo, Silvio, queste rare monete, consumate ma riconiscibile mi piacciono molto molto; penso che tu abbia pienamento ragione di averla acquista. A presto. Alain.1 punto
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E' stata a contatto con sostanze ferrose, prova un bel bagno in acqua distillata e cotton fioc con acetone e alcool. I rilievi ci sono, peccato per la ruggine e l'ossido, in definitiva lo considererei come un ottimo BB.1 punto
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Come mi hanno consigliato posto il mio ritrovamento. 2€ Monaco 2011 dato come resto dal pizzicagnolo. Zona: Parioli, Roma1 punto
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Come ha giustamente indicato profausto si tratta di monete dal nominale da 3 cavalli. Nella prima mi pare si intraveda al D/ l'acciarino attorniato da pietre focaie e fiamme con due bastoni che si intersecano, mentre nella seconda è la pietra focaia ad essere circondata da acciarini e fiamme. Se la vista non mi ha ingannato credo quindi si tratta di due tipologie diverse, ma sempre ascrivibili al 3 cavalli. La prima dovrebbe essere la terza di questo link: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/9 La seconda questa: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/8 Prendi le indicazioni con il beneficio del dubbio visto la conservazione delle monete, magari tu avendole in mano riesci a distinguere qualche dettaglio in più. Riguardo poi al peso, difficilmente in questa monetazione troverai monete che rispettano i dati ponderali. Il sistema di coniazione (e preparazione dei tondelli) era tale che i pesi variavano di molto da pezzo a pezzo.1 punto
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I doppioni circolati, a meno che non si tratti di monete particolarmente difficili da reperire (2€ Finlandia 2002, TRD Sloveno, 2€cc 2004 Finlandia ecc ecc) valgono il facciale, perciò, sempre a meno che tu non voglia fare scambi con collezionisti europei o italiani, puoi spenderli. ;)1 punto
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Riproduzione del fiorino d'oro della Repubblica Fiorentina(molto grossolana). Ciao Borgho.1 punto
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Secondo me implementare un ritiro di carta prossima al "fuori corso" - accelerando sui normali canali, banche, poste, istituzioni - comporterebbe dei costi più elevati di ritiro, gestione e smaltimento e contemporanea immissione e gestione del nuovo circolante, che molti paesi - in stato di crisi - non possono permettersi. In fin dei conti l'esigenza di cambiare non è impellente, viste le minime modifiche apportate al biglietto ed i tempi notevolmente dilatati (ne parlano da novembre e vedremo la fine a maggio). Queste ovviamente sono mie supposizioni. Bisognerebbe anche vedere a livello normativo cosa hanno previsto e votato i membri della commissione monetaria.1 punto
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a priori, se fosse stata vera quella moneta, proprio per l'antipatia che ha trasmesso sta qua, per principio non avrei offerto manco 1 cent1 punto
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Bene, Grazie a tutti...ho deciso di partire con il tipologico e magari investire più sulla qualità (SPL/FDC) che fare tutte le date...per il catalogo prenderò un 2013...per l'album inizio con un classico/vassoi...poi quando la collazione avrà "peso" li metterò in un tipologico con le foto...mi piace di più grazie ancora a tutti...vi posterò gli aggiornamenti di mese in mese1 punto
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scusa , non e` Sitten ma Schwyz il cantone controlla sul Krause e vedrai la tua dovrebbe essere un batzen del 1600 la legenda del rovescio dovrebbe essere TVRR FORTISS NOM DOMI e sotto in esergo dovresti avere una data controlla con la moneta in mano1 punto
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TAGLIO: 2 Euro NAZIONE: Vaticano ANNO: 2011 CONDIZIONI: qFDC TIRATURA: / CITTÀ: Rimini1 punto
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Se è un souvenir dovrebbe esserci, anche piccolino, un punzone. Prova a guardare sotto al giglio o ai piedi del Santo. PS: benvenuta :)1 punto
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esistono molti falsi in giro di questa moneta, ed anche molte date alterate, a me, tieni presente che non sono un numismatico professionista, anche se di monete ne ho e ne ho viste tante! dati i piccoli punti di corrosione e consumo sembrerebbe, ripeto sembrerebbe buona, ma per ulteriori accertamenti ti consiglio di farla periziare da un numismatico professionista, visto che si può se autentica ipotizzare un valore tra le 150 e le 250 euro! detto questo ti auguro che sia buona! ciao!1 punto
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ragazzi questa è numismatica come la intendo io. chapeaux :hi:1 punto
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Scusa christian, ma l'hai lucidata? Perché a me dà l'impressione di bronzo lucidato con qualche prodotto.1 punto
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e` parte di una ribattitura si vede piuttosto bene per me un antoniniano di tetrico ribattuto su uno di vittorino o qualcosa di simile la P aperta e la forma mi fa pensare anche ad una possibile imitativa1 punto
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Trovato. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE2/22 Minuto appartenente alla seconda fase (1541-1637). Non riuscendo a particolarizzare altri dettagli (la moneta non è in mio possesso) credo sia impossibile risalire all'anno di emissione. A meno che... occhi più esperti dei miei riescano a cogliere qualche dettaglio che a me è sfuggito! Ringrazio Fabry e Pazzo per gli interessanti contributi, buona serata a tutti!1 punto
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Bravo Marco vedrai che questo tuo modo di vedere i tondelli e apprezzarli, ti farà vivere nuove emozioni, complice il magico Regno Di Napoli. Il tuo nominale meritava di essere acquistato. Eros1 punto
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Ciao Savo... scusa ma non vedo molto...... l'immagine mi viene in mente questa, potrei pero' sbagliare.... guarda per confronto http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-OF/51 punto
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Prometto che sono le ultime foto ; sembra che sono comparsi più capelli a Vittorio con queste :)1 punto
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E' bello che una discussione fortunata e di successo in cui sono state postate una miriade di monete e che a minuti terminerà, passi il suo testimone ad un'altra discussione in cui si postano altrettante monete belle, vuol dire che c'è fame di vedere, commentare, divulgare monete e questo è un grande segnale per tutti, in genere direi per la numismatica italiana e una volta tanto che c'è qualcosa di positivo è giusto rimarcarlo e rivendicarlo, che si stia formando finalmente un movimento di opinione a favore del collezionismo numismatico unito e coeso ?1 punto
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La medaglia per la visita della zecca di Parigi con i diritti ha fatto un po' meno del solito mentre quella della Madonna dei sette dolori è un mistero come prezzo anche perchè recentemente ne avevo presa una da De Falco e l'avevo pagata piu' o meno così quindi direi che ha fatto il suo prezzo. Gian Scusi Giangi75 non ho capito se per Lei la medaglia del 1850 (Madonna dei sette dolori) ,di largo modulo, ha realizzato poco oppure no! E' di pari conservazione rispetto a quella che lei ha acquistato? Non voglio sapere gli affari Suoi, ma avere solo un termine di paragone per una valutazione reale di questa medaglia! Saluti ed alla prossima! Ciao, ritengo che abbia fatto il prezzo giusto perchè ho come termine di paragone quella da me acquistata ma ,se avesse fatto un centinaio di euro in piu' ,non sarebbe stato uno scandalo visto che era quello il prezzo che chiedeva il venditore prima che io la trattassi. La conservazione è simile anche per la mia e Francesco ti ha già dato tutti i riferimenti per vedere la mia piccola collezione. Chi ha preso la medaglia del 1850 in questione ha fatto un grande affare comunque. Si tratta di una medaglia eccezionale dal punto di vista artistico. Carissimi frequentatori del forum, se leggete questa discussione capirete la vera arte dell'incisore Luigi Arnaud. Buona lettura! http://www.lamoneta....aud#entry846856 Grazie per le delucidazioni! Io penso che la medaglia in questione non sia ,purtroppo, considerata ed apprezzata per come merita in quanto al dritto non c'è l'effige di un Borbone!!! Ma comunque, per me, e credo anche per voi, è un vero capolavoro!!! Grazie mille ragazzi ed alla prossima. Caro Jolly, sei andato su di un argomento sul quale volevo portarti! E' questo il problema! Lo stemma dei Borbone e del ponteficie Mastai Ferretti http://it.wikipedia....iki/Papa_Pio_IX (che sostituiscono le effigi, quindi non cambia nulla) che vedi sulla medaglia non vanno considerati al dritto ma al rovescio! Ranieri per ultimo, ma tutti i suoi illustri predecessori e autori di opere e testi hanno ripetuto lo stesso "tradizionale" errore nella classificazione del dritto e del rovescio. In vero l'immagine della Madonna dei Sette Dolori va al dritto e non al rovescio. Ricciardi in primis nel 1930 (fig. 1) e Franco Bartolotti nel 1984 la classificano erroneamente perchè cadono sempre nello stesso errore di considerare al dritto il nome dell'autorità emittente (I Borbone di Napoli, perchè coniata a Napoli) senza fare un'analisi iconografica. Leggi attentamente la leggenda collegando dritto e rovescio anteponendo erroneamente il rovescio al dritto e vedi cosa ne viene fuori: "DAL P. PIO IX INTERCEDENTE FERDINANDO II P.F.A. - FU CORONATA LA VERGINE DE' SETTE DOLORI NEL DUOMO".... io direi che in italiano è più corretto leggerle nel seguente modo: "FU CORONATA LA VERGINE DE' SETTE DOLORI NEL DUOMO - DAL P. PIO IX INTERCEDENTE FERDINANDO II P.F.A." .... non trovi? Quindi la medaglia andrebbe letta dapprima con la leggenda riportata sul lato raffigurante la Madonna seguita dalla restante leggenda riportata sul lato con gli stemmi reali. Nell'opera di D'Auria la medaglia è illustrata nel verso giusto (cfr. fig. 2). Fatemi sapere se siete d'accordo. Questo è un argomento importante, tanto quanto questo delle monete http://www.lamoneta....ete-napoletane/ Grazie fig. 1 Uploaded with ImageShack.us fig. 2 Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Sono d'accordo, anche perchè sia Ferdinando II che Pio IX avrevrebbero sicuramente dato la precedenza sul dritto alla figura della Vergine ponendo in secondo piano le loro effigi.Al rovescio non hanno messo i loro busti accollati, come ad esempio nella medaglia di Gaeta del 1848 o quella per l'istituto litografico e calcografico del 1854 ( che comunque si trovano al dritto delle due medaglie), ma hanno preferito mettere i loro stemmi anche per non far passare in secondo piano l'importanza della Vergine e dell'evento! Che ne pensate?1 punto
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salve, le monete sono tutte circolate e si nota subito l'usura che peggiora con la datazione delle monete. Vorrei segnalare che di Augusto si è ritrovato solo il : OCTAVIANVS per IVLIVS CAESAR Divvs (40-39 a.C. circa) zecca di Roma - Asse Bronzo D. caesar (a destra) divi.f (a sinistra) – Testa nuda di Ottaviano a destra R. divos (a destra) ivlivs (a sinistra) – Testa laureata di Cesare a destra Bibl.Gen.: B.2278; S.1335; G.II, 412, 105 ss.; MARTINI 1988, 118-1241 punto
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A un certo punto della storia italica, compare, presso quasi tutte le popolazioni che vi stanziavano, l'aes grave. Secondo la teorie più ricorrenti, le prime produzioni di monete bronzee fuse possono risalire, al massimo, all'ultimo quarto del IV secolo a.C. (320 circa). Le prime produzioni potrebbero essere, secondo Panvini Rosati, quelle di Velathri, futura Volaterrae, che costituiva all'epoca uno Stato ancora indipendente (fu l'ultima Lucumonia etrusca a sottomettersi a Roma). Potrebbe forse essere contemporanea la serie ovale e anch'essa, se fosse stata emessa a Velzna, futura Volsinii (d'ora in poi, per comodità, userò solo la toponomastica latina), si tratterebbe di una produzione autenticamente "non romana" (Velzna infatti divenne tributaria di Roma solo dal 294, fu soggiogata verso il 280 e, a seguito di ribellione, distrutta nel 264, salvo poi essere rifondata). Anche i primi aera grava di Roma potrebbero essere della medesima epoca. Tutto questo, senza tener conto che, invece, la teoria intermedia abbassa la comparsa di queste prime monete fuse al 280 circa.1 punto
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Ecco gli angeli del Calicchio e quelli di Arnaud, ora avete capito perchè la medaglia di Calicchio si trova in vendita a poco?1 punto
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