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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/13 in tutte le aree
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QUOTO ERACLE CHE HA SCRITTO Regno di Sicilia zecca di Messina Filippo IV ( 1621-1665) 4 Tarì 1650. Prendo spunto dalla moneta postata da Eracle per osservare l'evoluzione di questo interessante nominale, molto importante nella monetazione siciliana (*), ecco come si presenta il "mitico" 4 tarì dopo "soli" 80 anni. Regno di Sicilia zecca di Palermo, Carlo III - 4 Tarì 1730 (*) il 4 tarì era sufficiente per un individuo del popolo a soddisfarlo pienamente dei suoi bisogni (cito da Majorca - Numismatica Sicula)2 punti
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1766 - Ecco la più preziosa della mia collezione: Corsica 4 soldi di Pasquale Paoli!!!2 punti
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@@Sanni è troppo fiscale riguardo queste cose... però se questa volta dice qualcosa.... sanni nikita_2 punti
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E' DISPONIBILE IL FILE DEI RITROVAMENTI AGGIORNATO AL 31 GENNAIO Il link è alla prima prima pagina di questa discussione, così come il regolamento, al quale sono state fatte alcune piccole modifiche. - Da oggi si possono inserire: 50 cent Italia 2011. - Mentre non vanno più inseriti: 5 cent di Malta 2008 1 cent, 2 cent e 5 cent del Lussemburgo 2002 2€ Dante 2007.2 punti
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Buongiorno, mi presento: sono un ex collezionista di monete romane imperiali e neocollezionista di monete pontificie, dai primi pontefici fino alla fine del 500 (per adesso).. Volevo porre alla vostra autorevole attenzione il mio ultimo acquisto e sapere cosa ne pensate. Si tratta di un giulio di Giulio II per Ancona. Saluti Roberto1 punto
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SALVE,posto uno scudo dell 1756 con ancora l'applicagnolo,questo tipo di trasformazione di una moneta in una medaglia devozionale era una pratica piuttosto usuale per quelle monete che avevano un soggetto religioso raffigurato, infatti una buona parte degli scudi di lucca sono stati applicagnolati,nella quasi totalita questi applicagnoli sono stati levati perche non piacevano ai collezionisti, ma a mio avviso e un peccato, bene o male e una testimonianza storica, perche rimuoverli? tanto la moneta rimarra per sempre danneggiata comunque.1 punto
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Ed ecco la foto promessa. Mi scuso per la qualità della stessa, ma proprio non sono riuscito a far di meglio, come la faccio la faccio, mi mangia via una parte di quadro la luce riflessa. Imparerò a fotografare anche i quadri!!! L'epoca é fine '600. La provenienza é Austria-Ungheria. Le dimensioni della tela sono 83x65. Le monete d'argento in basso a destra che si vedono sono di Leopold (il labbrone), dalla dimensione probabilmente talleri. Si vedono bene, nonostante la pessima foto, il bilancino con i piatti asimettrici, con dalla parte triangolare la moneta e nella parte concava il peso monetale, fratello di quello poggiato sul banco. La scatola porta pesi, monete e sacchi pieni di monete (ce ne sono altri sul lato DX parte alta che non si vedono, come non si vede la peluria del copricapo e si vede poco quella del mantello).1 punto
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Segnalo una somiglianza con questo motivo decorativo di epoca giovannita, presente all'interno della chiesa templare di Tempio di Ormelle (TV). A questo punto, mi vedo decisamente più propensa nell'individuare nella nostra "croce" un motivo decorativo, come molti di voi mi avevano giustamente fatto notare..... Era quella forma a croce patente biforcuta che tanto mi aveva tratta in inganno..... Comunque sia, non do nulla per scontato.... sono in cerca di un motivo uguale, magari proprio nella stessa città lagunare.1 punto
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Beh, non male Augustod, tra l'altro Carlo III mi interessa molto perchè ritorna anche nella monetazione milanese, merita di parlarne e magari anche di vedere le eventuali differenti raffigurazioni nelle varie monetazioni, Mario1 punto
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Grazieeeeee!!! ho sempre sognato il tesoro dell'isola Montecristo! e poi....1 punto
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Ohhh ... finalmente! Ti auguro un riposo di 60 anni a Montecristo con gli unici 3/4 abitanti. :crazy:1 punto
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Anche io, sono sempre stati i miei amici a trovarmeli. Il primo proprio a città del vaticano...facci un salto :D1 punto
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Ti ringrazio, effettivamente la trovo assai bella e soprattutto in ottima conservazione. Per quanto riguarda il prezzo l'ho presa in asta Artcoins Roma e credo di averla pagata pure poco (168 euro più diritti, non è un mistero e è tuttora visibile sul sito). Ho fatto una offerta credendo che sarebbe stata facilmente superata e me la sono aggiudicata. Magie della crisi... Roberto1 punto
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Scusa ma è meglio essere chiari come lo è stato Magellano, perchè solo senza ipocrisia si avrà una giusta dimensione di cio' che si ha in mano Il fiorino che hai acquistato a quel prezzo, è stato acquistato male. La conservazione a mio parere non arriva al BB netto. Sono esperienze che devono servire a "farsi le ossa" per i prossimi acquisti. Ti posto un fiorino del 1856 pagato poco di piu' del tuo. Fai un paragone. ciao1 punto
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1984-1987 GRANDI LAVORI IN TUNISIA Bronzo, mm. 60 - Aut. LUIGI TERUGGI - Stab. S. JOHNSON1 punto
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Bronzo dorato, mm. 52 - Rif. S. CARLO BORROMEO NEL TERZO CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE 1910 pag.781 punto
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se vuoi tappare il buco piuttosto prendila in bassa conservazione, ma autentica, che non costano un'esagerazione1 punto
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INCONTRI Non ho partecipato a questi Incontri, sono rimasta al workshop fino alla fine, se qualcuno ha avuto modo di seguirli e ce ne può raccontare qualcosa gliene saremo grati. Riporto per completezza lo schema descritto sul Programma: Banche dati del Portale Numismatico dello Stato. Presentazione delle Vetrine Virtuali dei Medaglieri e della Banca Dati IVNO MONETA MARCO PODINI, Responsabile del Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Parma, Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia Romagna FIORENZO CATALLI, Direttore scientifico del Monetiere del Museo Nazionale Archeologico di Firenze Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana AMALIA FAUSTOFERRI, Responsabile del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo - Villa Frigerj, Chieti Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo Interviene: MARIA RUGGERI, direttore del Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo - Villa Frigerj, Chieti . GIUSEPPE LIBERO MANGIERI, Responsabile del Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Taranto Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia TERESA GIOVE, Responsabile del Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Napoli Soprintendenza Speciale per i.beni archeologici di Napoli e Pompei Interviene: GRETE STEFANI, direttore degli scavi di Pompei GABRIELLA ANGELI BUFALINI, Responsabile del Medagliere del Museo Nazionale Romano, Il Medagliere del Museo Nazionale Romano e la banca dati IVNO MONETA del Portale Numismatico dello Stato Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Roma SPAZIO VIDEO Proiezione del video "Medaglieri Italiani. Immagini di ·un patrimonio" ALFREDO CORRAO, Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale, Servizio I, MAURO BENEDETTI, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria, STEFANO PRACCHIA, SERAFINA PENNESTRì Direzione Generale per le Antichità Con questo chiudo la mia relazione sulla giornata ringraziando tutti, Numa Numa ed il Forum LaMoneta.it per primi, per averne potuto far parte, per me è stata un'occasione magnifica di studio e conoscenza. Grazie a tutti per la pazienza, Patrizia Di Monte :)1 punto
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Rianimo questa vecchia discussione precisando la mia domanda: esistono dei reperti archeologici riferibili all'elmo attico alato raffigurato sulla testa di Roma così come compare sul denario repubblicano (anonimo, poi con simboli e poi a seguire in molte altre tipologie)??? Ad un esame superficiale (non sono uno specialista di elmi) dalle immagini disponibili su internet elmi alati con una visiera così pronunciata non ne ho trovati. C'è l'elmo frigio della collezione Alex Guttmann (che allego in foto sotto), ma è leggermente diverso. Roma tra l'altro compare a volte con elmo frigio come questo. In altre parole, lo spettacolare elmo di Roma che compare sui denari repubblicani è esistito veramente (magari come elemento da parata non da guerra) oppure è stato una lisergica invenzione degli incisoni romani?? Le caratteristiche di questo elmo sono le seguenti: - è attico (o calcidico, non ho mai capito bene la differenza) - non ha paragnatidi - è alato - è sormontato da un grifone - ha una visiera pronunciata, (degna da cappellino da baseball su certe emissioni)1 punto
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ci sarebbero anche le austroungariche di questo periodo, piuttosto comuni... e le mondiali in genere naturalmente :)1 punto
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salve a tutti, che grado di conservazione ha secondo voi, e quale sarebbe il suo giusto prezzo di acquisto? grazie http://postimage.org/image/ehcfpmeah/ http://postimage.org/image/9fcswdclt/1 punto
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Ho trovato questa variante nella cui didascalia si legge proprio che Arione a cavallo del delfino ha in mano una lira. KINGS of MACEDON. Alexander III. 336-323 BC. AR Tetradrachm (16.86 gm). Methymna mint. Autonomous issue, struck circa 188-180 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / Zeus seated left, holding eagle and sceptre; the poet Arion, holding lyre and riding dolphin right, above prow in left field; two monograms in exergue. Price 1695 var. (monograms); Müller 982 var. (same); Hersh, Additions -. Toned VF, well centered on a broad flan, graffiti under tone. La moneta ha realizzato 400 USD in un'asta del marzo 2004. apollonia1 punto
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anche io vedo il puntino fra la V e la E tipico dei falsi, l'ala è ad altezza bordo, le lettere della legenda non mi convincono del tutto, poi la R della zecca è diversa. per me è un falso, nel caso dai un'occhiata al catalogo di Incuso dove la moneta è sicuramente presente sia col falso che con l'originale della data1 punto
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Buongiorno Conrad59, sperando di fare cosa utile, inserisco qui di seguito la bibliografia che si trova alla fine della scheda relativa alla zecca di Brescia, presente nel volume di L. Travaini (a cura di), Le zecche italiane fino all'Unità, Roma, IPZS 2011. Le consiglio, se può, di leggere la scheda perché, chiaramente, gran parte di questi testi sono citati con precisi riferimenti all'interno della scheda stessa. Bibliografia: Argelati I, p. 57, 289, 290; V, p. 7; Bargello I; Bazzini 2002; Bazzini 2006; Brunetti 1966; Castellani 1925; CNI IV, pp. 78-88; Fenti 1978; Gnecchi 1889, pp. 42-44; Kunz 1969; Muratori 1739, pp. 563-564, 567-568; Papadopoli I; Promis 1869; Saccocci 1996; Salvioli 1901, pp. 57, 59, 62, 105, 121; Tonini 1869; Traina 1975; Travaini 2003a; Zanetti II, pp. 78-79; III, pp. 8-7, 11, 49, 112, 243; IV, pp. 130, 138, 157, 361, 388, 401, in appendice 350, 405-406,408-410, 413-414, 419-420, 424, 429-431, 436-438, 441-445,449-450, 457, 465, 471-472, 476; V, pp. 26, 29, 42, 53, 59, 83, 406; Zecchinelli 1957. Arslan A.E. 1999, Il Tremissis di Desiderio (756-774) re dei Longobardi, in C. Stella et alii, Santa Giulia Museo della città. Brescia. L’età altomedievale. Longobardi e Carolingi, San Salvatore, Martellago, pp. 66-67. Cessi R. (a cura di) 1937, Problemi monetari veneziani (fino a tutto il sec. XIV) (R. Acc. dei Lincei, Documenti Finanziari della Repubblica di Venezia, s. IV, vol. I), Padova. Falconi E. 1987, Le carte cremonesi dei secoli VIII-XII, vol. III Documenti dei fondi cremonesi (1163-1185), Cremona. Fenti G. 2001, La zecca di Cremona e le sue monete, dalle origini nel 1155 fino al termine dell’attività, Cremona. Grierson P. 2002, The Earliest Coin Portraits of the Italian Renaissance, «RIN», 103, pp. 385-394. Ivanisevich V. 2001, Serbian Medieval Coinage, Belgrado. Lorenzelli P. 1987, Due segni a confronto. Una lettura della Convenzione monetaria del 1254, estratto da «La Numismatica», dicembre. Mainetti Gambera E. 1991, Brescia nelle monete, Brescia. Metcalf D.M. 1979, Coinage in South-Eastern Europe 820-1396, London. Negriolli G.A. 1955, Le monete ossidionali di Brescia pertinenti al Museo Nazionale del Castello del Buonconsiglio di Trento, «IN», 10 (ottobre), pp. 67-68. Pialorsi V. 1984, Monete della Zecca di Brescia nella collezione dei Civici Musei bresciani, Brescia. Pialorsi V. 1996, Le monete della zecca di Brescia (1184-1311c.; 1406-1408/21), in Albertano da Brescia. Alle origini del Razionalismo economico, dell’Umanesimo civile, della Grande Europa, a cura di F. Spinelli, Brescia, pp. 175-214. Traina M. 1973, Brescia, assedio veneto-francese del 1515-16 (primi di ottobre 1515-23 maggio 1516), «La Numismatica», marzo, pp. 34-38. Cordialmente, Teofrasto1 punto
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Ciao Non sono un esperto di questa moneta ma ne ho una in bassissima conservazione che credo sia una patH. L'ho portata a Verona per farla vedere a degli esperti e sapere cosa ne pensano. In piu' di uno mi han detto che l'ala e il nome del ''motti'' sono spesso segni identificativi della bonta' della moneta. In questo caso a me non convincono questi due particolari, l'ala t' molto appiccicata al bordo, sembra quasi un tutt'uno. La scritta ''A.Motti'' mi sembra troppo mal impressa. Ripeto, non sono un intenditore di questa tipologia di moneta, ma riferisco quella che e' stata la mia esperienza sperando di esser stato utile :) R.e1 punto
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Per la serie prepariamoci alla visita del " Il vero e il falso ", vediamo cosa succedeva a chi falsificava nel tempo . PENE E CASTIGHI : Dall'antichità il diritto di battere moneta era appannaggio dei sovrani, chi non sottostava a questo era soggetto quantomeno a pene severe. Nel 400 a. c. circa tra le due città greche di Focea e Mitilene avviene un accordo ( Inscriptionese Graecae, XII, 2, 1 ) in cui si stabilisce che si coniano monete in elettro ad anni alterni . I magistrati monetali dovevano garantire la produzione e la bontà, e se fossero state riconosciute evidenti alterazioni, venivano gli stessi giudicati da magistrati ; le multe erano pecuniarie ma si poteva arrivare fino alla pena di morte in caso di adulterazione volontaria. La lex Cornelia testamentaria nummaria o de falsis, di età sillana romana, prevedeva pena graduali a seconda del reato, dall'esilio, alla condanna ai lavori forzati nelle miniere, fino alla pena di morte. La pena più mite è quella che troviamo proposta nell'anonimo De rebus bellicis, della metà del IV secolo, che faceva portare i falsari in un'isola deserta dove avrebbero comunque potuto produrre moneta senza provocare danni per la comunità. In età bizantina qualsiasi falsificazione o alterazione dell'effige imperiale era considerata crimine di lesa maestà e in quanto tale punito con la morte. Le pene minori erano comunque il taglio della mano e nelle leggi longobarde e carolingie era prevista la scomunica prevista dal Concilio lateranense del 1123. Nel 1405 uno zecchiere falsario a Chambery viene decapitato con esposizione in pubblico del corpo e della testa. Nel 1635 il principe Siro da Correggio venne accusato di battere moneta falsa, come pena fu privato dei suoi territori che finirono annessi, alcuni anni dopo, al Ducato di Modena e Reggio. Tempi duri in passato per i falsari, almeno da quanto si legge... Mario1 punto
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sarò pessimista io, ma non mi convince il segno zecca è sgangherato, il bordo al dritto, specialmente da ore 9 a ore 13 lo vedo diverso rispetto a un orignale1 punto
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Fra' Bartolomeu Fernandes dos Martires, venerato arcivescovo di Braga morto nel 1590, era un frate domenicano. Lo stemma che qui gli viene abbinato è proprio quello dell'Ordine. E il cappello prelatizio è quello della dignità arcivescovile (ma la cui forma fu codificata ben dopo la sua morte). Qui un suo ritratto con il medesimo stemma della medaglia (ma a colori): (da: http://en.wikipedia.org/wiki/Bartholomew_of_Braga)1 punto
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Ti confermo il consiglio di fare accertamenti sul metallo. Se la medaglia fosse in oro, è molto probabile che sia un conio originale di epoca, ancorchè di scadente qualità (e la medaglia sarebbe di grande rarità). Si può pensare in questa ipotesi a rottura del conio fin dalle prime coniazioni; Fabio, che ha catalogato tante medaglie, conferma la novità di questo diritto, che è analogo, ma certamente diverso anche per diametro da quello della medaglia annuale per l'anno III. Se la medaglia non è in metallo prezioso, vengono invece ragionevolmente in mente le tante manipolazioni nei secoli che caratterizzano la medaglistica papale, che usavano eminentemente metalli comuni (il bronzo o le misture di metallo bianco). Onestamente, a differenza di camerlengo, la medaglia a me non piace. Sarebbe prudente non esprimere pareri su una foto; ma non dispiacerà al proprietario della medaglia il contributo sul metodo di studio dell'esemplare, che cerchiamo di dare in buona fede e con la passione del collezionista.1 punto
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L'iscrizione parla del vescovo di Ajaccio Paolo Matteo Bozi de la Foata, che curò un intervento su quell'edificio il 10 febbraio 1873. Quindi, lo stemma (realizzato molto bene) forse è il suo. Ma... ...egli fu vescovo solo quattro anni dopo, dal 1877 al 1899! Quindi la lapide (e lo stemma) sono successivi all'intervento edilizio del 1873. Non solo. Il cappello prelatizio sopra lo stemma è da arcivescovo (perchè ha 10 "fiocchi" per lato), non da vescovo (che di "fiocchi" ne ha 6). Forse perchè il vescovado di Ajaccio era suffraganeo dell'arcidiocesi di Aix? O forse perchè, essendo l'unica diocesi della Corsica, si riteneva di poter sottolineare questa unicità usando il cappello arcivescovile?1 punto
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No, luc, io non sono un esperto! :-) ma io sono appassionato, e 2 anni di collezione ho imparato un sacco di errori di euro! Ti mando via e-mail un link a un sito (tedesco o errori di battitura sono indicati con belle monete)1 punto
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La leggenda di Arione Arione era il prediletto di Periandro, tiranno di Corinto. Egli convinse il re a lasciarlo andare di città in città per mostrare a tutti la sua arte. Erodoto narra che Arione arrivò fino in Sicilia, dove si arricchì grazie alla sua arte. Nel suo viaggio di ritorno da Taranto, i marinai avevano complottato di uccidere e derubare Arione delle ricchezze che portava con sé. Mentre si trovava in alto mare, ad Arione fu data la possibilità di scegliere fra un suicidio con una degna sepoltura a terra o di essere gettato in mare. Egli allora chiese di poter cantare per l'ultima volta, prima di suicidarsi (nella versione di Igino, Arione sognò la notte il dio Apollo che gli disse di cantare con la sua ghirlanda e le sue vesti di scena e di confidarsi a quelli che sarebbero venuti in suo aiuto). Suonando la sua cetra, Arione cantò quindi una lode ad Apollo e la sua canzone attirò vari delfini attorno alla nave. Appena finito di cantare, Arione si gettò in mare dove uno dei delfini lo caricò sul dorso e lo portò in salvo presso il santuario di Poseidone a Capo Tenaro. Giunto a terra, desideroso di ripartire subito, Arione dimenticò di spingere in mare il delfino, che morì in quel luogo. Egli si diresse verso Corinto dove narrò le sue vicende a Periandro e questi ordinò che il delfino fosse sepolto e gli fosse innalzato un monumento funebre. Poco tempo dopo giunse a Corinto la nave sulla quale Arione era stato trasportato. Periandro comandò che i marinai della nave fossero portati al suo cospetto e chiese loro informazioni riguardo ad Arione; essi dissero che era morto ed era stato da loro sepolto (nella versione di Erodoto i marinari affermano invece che Arione si trovava vivo e vegeto in Italia). A costoro il re rispose: «Domani giurerete davanti al monumento del delfino!» e ordinò che fossero tenuti in prigione. Poi chiese ad Arione di nascondersi il giorno seguente dentro il sepolcro del delfino, abbigliato nello stesso modo con cui si era gettato in mare. Quando il re li fece condurre lì e li fece giurare che Arione era morto, Arione uscì dal sepolcro, ed essi, non sapendo grazie a quale Dio si fosse salvato, ammutolirono. Il re decretò che fossero crocifissi presso la tomba del delfino. Apollo poi, a causa della bravura nella citarodia, trasportò fra le stelle sia Arione che il delfino, dove divennero due costellazioni: la costellazione della Lira, la quale d'altro canto viene ricondotta anche ad Orfeo, e la costellazione del Delfino. Nella prima immagine la "diaeta di Arione" un bel mosaico trovato in una villa romana presso piazza Armerina ad Enna (notare come Arione stia comunque nell'atto di suonare la cetra, come nel tetradramma riportato da Apollonia al post 890) http://www.siciliasud.it/tour/armerina/miocasale.html Nelle altre due immagini le costellazioni della Lira e del Delfino La Lira (in latino Lyra) è una costellazione dell'emisfero nord, una delle 88 costellazioni moderne, e faceva parte anche delle 48 elencate da Tolomeo. La Lira non è molto grande, ma può essere trovata facilmente grazie alla sua stella α, Vega, che è una delle stelle più luminose del cielo e fa parte del Triangolo Estivo. Il Delfino (in latino Delphinus) è una piccola costellazione settentrionale, molto vicina dall'equatore celeste. Era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Si trova sul bordo sudorientale della brillante Via Lattea estiva.1 punto
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Può accadere,anche se non spesso e c'è chi colleziona ed è interessato a questi difetti di conio ma non vengono riportati dai cataloghi. Questo difetto avviene per la rottura,il salto o l'usura della virola cioè l'anello che che chiude la moneta e dove sono stampate le varie sigle.1 punto
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DE GREGE EPICURI Wow! Vi ringrazio molto, sembra proprio lei. Sul MEC evidentemente mi è sfuggita. C'è una differenza: nella mia, la croce è sopra alla scritta, in quella di Deamoneta è sotto. Può anche darsi che le croci siano due, e che (dato lo stato dei tondelli) se ne veda una sola. Appena posso vado a vedermi anche le foto allegate all'articolo della Travaini, perchè nel link non riesco a beccarle (grazie Fedafa!) Ho letto con calma il testo: effetttivamente, le croci sono due, una sopra e una sotto.1 punto
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1981-1987 COLOMBIA CENTRALE IDROELETTRICA DI BETANIA IMPRESIT . GIROLA . LODIGIANI . IMPREGILO . GIE -- MILANO . BOGOTA Bronzo, mm. 60 - Autore LUIGI TERUGGI - Stab. S. JOHNSON1 punto
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SUPERRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR MARIOOOOOOOOOOOOOOOOO BAAAAAAAAA LOOOOOOOOOOOO TELLIIIIIIIIIIIIIIIII1 punto
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1990-1994 MESSICO PROGETTO IDROELETTRICO ZIMAPAN Aziende costruttrici : IMPREGILO -CONDUX - DUMEX - COGEFAR IMPRESIT Bronzo dorato, mm. 60,5 - Autore TERUGGI - Stab.S. JOHNSON1 punto
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Non sono in grado di giudicare questa moneta, in quanto non è ancora in mio possesso, ma posso dire che di tutte le monete prodotte fino ad ora per il Lussemburgo e per se dalla zecca olandese nessuna ha mai avuto un "ologramma" . L'ologramma è un'altra cosa. Questa innovativa tecnica è così definita dalla zecca olandese "Multi View Mintig" ( Multivista), inclinando la moneta da ul lato o dall'altro cambia la visione.1 punto
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Proviamo a ipotizzare che in europa attualmente o in futuro si arrivi ad avere 65.000 collezionisti di queste monete, consideriamo che le prime due emissioni 2003 e 2004 hanno una tiratura di soli 50.000 esemplari, vuol dire che ci saranno 15.000 collezionisti che non riusciranno mai a completare la collezione, ed allora il prezzo delle prime due emissioni schizzerà alle stelle, ci sarà una propia e vera caccia per acaparrarsele, ecco perchè io consiglio sempre di acquistare sempre le prime quando si inizia a collezionarle, si può correre il rischio di non averle mai più, oppure di dover sborsare delle cifre spropositate....( vedi G.K.). ;) Ma già ora, rispetto ad un anno fa i prezzi sono aumentati del 35% in un solo anno.1 punto
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buongiorno a tutti......!!..... :) ......ecco foto di assi della republica romana..!! :) .......testimoni di la conquiesta per sotometere i popoli isolani.........che anno continuato a vivere ,ritirati sulle montagne,abbandonnando il bordo di mare a i nuovi maestri..........Roma a messo piu di dui secoli per pacificare l'isola,iniziando con la presa di Alalia.........l'aporto di nuove tecnice agricole e misci delle popolazione anno avuto ragione di quel popolo iniziale...... ^_^ ..che a resistato con forza con la presenza di una miglialia d'uomini..... :huh: ...li istoriani Romani narano molte rivolte e battaglie con consequenze di repressione...dal 238 al 162 av.jc. sentite" Seneque" esiliato politico in corsica al 1er secolo ap.jc... "l'isola dove sono,a molte volte cambiato di abitanti.....i greci che abitano marsiglia,erano prima abitanti di quest'isola...dopo i liguri vengono installarssi,con gli iberici......come l'atestano gli usi e gli vestiti:scarpe e coffa sono uguale. dopo chi furono portati dui colonie di romani...una da marius,l'altra da sylla....tante volte a scambiato la popolazione di quella rocca aride e boscosa... cosa si trovara di piu nudo,assolumente precipizioso che quel scoglio dove vivo?cosa piu povera in ricezza?cosa piu salvatico che quel popolo?cosa di piu malmesso che quel sito?quale climat e piu temperato che questo?abbitano portante li,piu di stragneri domiciliati che di abitenti propri....." povero seneque,su il suo scoglio.....!! :lol: ........1 punto
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un ci he piu rocche ne fusi,so smarriti'ssi strumenti.....oghje so cambiati l'usi,a lu soffiu di li venti...di a corsica di tandu.....i mistieri si so spenti....!!!.. :(1 punto
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Complimenti stupendoman bella medaglia!! D/ L'Immacolata Concezione di Maria raggiata, contornata da Cordoncino con 5 nodi, ( Probabilmente legame con congregazione Francescana ). R/ Busto di S. Carlo volto a sinistra. Ottone, mm. 41,5 - Rif. SAN CARLO BORROMEO NEL TERZO CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE MDCX-MCMX pag. 501.1 punto
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A partire da un denario dell'84 (Cr. 356/1), la sella curulis diviene un tema ricorrente di denarî e aurei (RRC 409/2, 414/1, 428/1-2, 434/2, 435/1, 460/1-2, 465/1-2, 473/2, 491/1, 494/26-28 e 494/31). Si trattava di un simbolo forte nell'immaginario antico, perché rappresentava l'autorità politica legittima. Era il sedile riservato di diritto esclusivamente ai magistrati (o pro-magistrati) che detenevano l'imperium. Etimologicamente curulis sembra derivi da currus, la lettiga destinata al trasporto dei magistrati nel luogo di giudizio, o più probabilmente da curvus, per la forma così caratteristica ed incurvata delle gambe, tipiche di un sedile da campo. Sembra sia stata usata a Roma fin dai primordi come emblema di potere ("curuli regia sella adornavit": Liv., I. 20), importata, con altre insignia di regalità, direttamente dall'Etruria in età regia (Liv., I. 8). Con l'avvento della Repubblica il diritto ad essa fu riservato naturalmente a consuli, pretori, aedili curuli e censori nonché eccezionalmente al Flamen Dialis, pur privo di imperium, per il suo prestigio. Vi avevano diritto, infine, il dictator ed il magister equitum; nella tarda Repubblica quindi Cesare, in qualità di dictator, ricevette l'onore di sedere su una sella curulis aurea. Il giovane e scaltro Ottaviano subito dopo le Idi di marzo, cercando di cavalcare l'onda di indignazione e commozione per un ritorno personale di consenso, si premurò quindi di emettere una moneta (Cr. 497/2) con l'immagine della sella curulis, la corona aurea di Cesare e la legenda "CAESAR DIC PER". In epoca imperiale divenne prerogativa degli imperatori, simbolo di auctoritas e di imperium anche in loro assenza, degli Augustales, preposti al culto imperiale e, forse, del praefectus urbi.1 punto
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devo ringraziare il forum, perché mi ha permesso di identificare aitna con Paternò, Inessa deriva da Ignis fuoco, Aitna dal greco focolare, e a Paternò c'era una fumarola rimasta attiva fino al 1600 che si trovava nel tempio di efesto (ne parla claudio eliano) tutt'ora esistente. tutti i simboli del tetradramma rimandano al fuoco e a zeus aitnaion . se desiderate particolari scrivetemi , il forum è comunque stato citato nella pubblicazione. grazie di cuore a tutti1 punto
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