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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/12/13 in tutte le aree
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BiondoFlavio buonasera, ignoro sia le ragioni della sua uscita sia del suo cambiamento di decisione. Poteri dire: "meglio così e chiuderla li". E' qualche anno che oramai frequento il forum a fasi alterne e, le incazzature (avete letto bene) non mancano e non mancheranno. Tutte le volte che sono li per mandare tutto e tutti a quel paese ... dopo qualche mese di silenzio mi dico : "sono io a decidere cosa fare o mi devo far condizionare da un paio di .... ?" e ritorno a scrivere. Magari poco, magari quasi niente, magari un paio di righe ogni tanto, ma ci sono. Siamo noi i padroni di noi stessi, almeno in questo mondo virtuale. Mi creda che per esperienza si notano molto di più le assenze degli annunci. Gli annunci non fanno bene a nessuno; Lei ci resta male perchè si priva di un piacere, ci priva della Sua indiscutibile competenza e sapienza e chi l'ha portata a tanto ... se la ride. Sono felice ci abbia ripensato. N5 punti
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Vi ringrazio per l'interessamento, compresi quanti mi hanno scritto in MP e in particolare Francesco77 che mi ha contattato telefonicamente. Come riferito in altra discussione scelgo di restare nel forum, limitandomi a percorrere sentieri più battuti...5 punti
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Penso che questa frase sia un po' fuori luogo caro Numizmo, questo è un Forum pubblico, nessuno di noi utenti può decidere chi deve scriverci oppure no. C'è la possibilità di IGNORARE chi per un qualsiasi motivo preferiamo non leggere, basterà usare questa opzione e la lettura del Forum sarà più piacevole. Ciao, Giò3 punti
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Per la serie le monete raccontano storie posto questa moneta, che è indubbiamente bella e originale nell'iconografia, si tratta del semprevivo o meglio grosso da 10 soldi, Milano, Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), moneta in argento, non comune. Perchè è chiamata semprevivo ? Il semprevivo è una pianta comune perenne delle Crassulacee, che come nome dice poco o nulla, ma che è in realtà una pianta dalle caratteristiche di resistenza e che è capace di riprodursi di continuo. Fu scelte per queste qualità da Bianca Maria Visconti come simbolo per rappresentare la continuità della casata viscontea estinta che si perpetuava con lei in quella degli Sforza. Quindi continuità, resistenza, forza, capacità di sopravvivenza, un vero simbolo. Più tardi sia Massimiliano che Francesco II Sforza la utilizzeranno probabilmente come segno di resistenza del Ducato nei confronti dei Francesi e degli Spagnoli che lo contrastavano. Con Francesco II abbiamo l'atto finale dell'epopea sforzesca, Francesco II non avendo eredi legittimi, lasciò lo stato di Milano in mano alle truppe imperiali, che l'occuparono alla sua morte. Ma torniamo alla moneta e alle sue leggende : GROSSO DA 10 SOLDI ( semprevivo ) - FRANCESCO II - ( 1521 -1535 ), MILANO D/ FRANCISCVS SECVNDVS, tre monticelli con piante di semprevivo, ai lati due rosette, in basso, nastro con il motto MI TZA IT ( col tempo ), il tutto entro cerchio lineare R/ DVX MEDIOLANI ET C, stemma inquartato con l'aquila e la biscia, sormontato da corona da cui escono a sinistra ramo di palma e a destra ramo d'oliva Argento, NC, peso da gr. 3,75 a 4, 93, diametro 27 mm. Riferimenti : Crippa 5, MIR 270, CNI 18 -20, GN 11. Interessante oltre alle tre simboliche piantine, lo stemma che per la prima volta è ornato da volute. Immagine di un esemplare tratto da mcsearch.info, dai tratti e leggende veramente precisi e dettagliati, Mario2 punti
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Ragazzi scusate la mia assenza dal forum di tre giorni, datemi qualche ora ed interverrò nelle discussioni recenti. Notizia importante! L'amico FerdinandoII mi ha inviato la piastra tramite posta, ce l'ho qui davanti e l'ho esaminata attentamente, si tratta di un falso fuso, il taglio ha una treccia in rilievo come se fosse modellata e trattata, le tracce di fusione al rovescio sono super evidenti. A scanso di equivoci invito tutti gli amici presenti al convegno di Castellammare di Stabia sabato mattina a visionarla de visu, si tratta ad ogni modo di una falso insidioso ma allo stesso tempo evidente se confrontato con analoghi esemplari. Magari se qualcuno di voi vorrà portare con sè la propria piastra autentica potrà studiarla dal vivo, i convegni numismatici servono anche a questo..... per parlare, discutere e confrontarsi. RINGRAZIO VIVAMENTE IL NOSTRO AMICO CHE HA MESSO A NOSTRA GENTILE DISPOSIZIONE QUESTO FALSO, SI TRATTA DI UN GESTO DI GRANDE SENSIBILITà. Provvederò a restituirgliela in tempi brevi, farò anche delle immagini ad alta risoluzione e le posterò entro domani. Siete tutti invitati sabato a Castellammare, vi aspetto, Francesco2 punti
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E perché dovresti càncellarti dal forum? Non mi pare la soluzione più incisiva e logica... Hai fatto una cosa per cui sei stato criticato? Ok, succede a tutti, me compreso e spesso. Ti sei "scontrato" con l'establishment e l risultato non è quello che ti aspettavi? Anche questo rientra, purtroppo, nella norma...quando tutto va bene tutti son bravi e generosi, ma il carattere vero della gente lo si vede nel bisogno o nella scomodità della situazione precipua......ti serva da insegnamento e metro di valutazione....tutto qui.non vale la pena andarsene facendo un favore a chi resta, oltretutto......2 punti
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Io ricordo che nel ripostiglio di Cisano (BG) - pubblicato sulla RIN del 1922 - c'era sicuramente un obolo enriciano, che sulla base della datazione delle altre monete andrebbe posticipato rispetto alla classificazione "classica" del CNI. I materiali sono però descritti male e non sono illustrati. Tra oggi e domani provo a guardare se è emerso qualcosa recentemente nei ritrovamenti in chiese del Canton Ticino. E.2 punti
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Complimenti Amedeo per il cavallo. Presenta un ritratto veramente particolare!!! Nel MIR ti premetto che non vengono indicati i cavalli di peso superiore in quanto identici per conio a quelli "regolari", ma sono comunque segnalati in nota ed indicati giustamente come rarissimi. Il tuo quindi si classifica come MIR n° 85/9 riportante all'esergo del R/ la sigla dello Spinelli. Come per la maggior parte di cavalli di peso superiore anche il tuo riporta la sigla dello Spinelli... un particolare da non trascurare... Stimare il valore è difficile. Mi viene da fare una battuta dicendo che vanno un tanto "a peso" visto che più sono pesanti e più fanno realizzi maggiori, ma dare un prezzo sinceramente non credo sia facile. Di sicuro è una moneta ambita. Ammetto che io sono uno di quelli che non tende a considerarli come multipli... capisco le monete in metallo nobile, ma dubito che nelle piccole transazioni di mettessero a pesare moneta per moneta. E' una mia opinione ed è facile che mi sbagli comunque. Spero di aver risposto almeno in parte ai tuoi quesiti. Un saluto ed ancora complimenti per la moneta!2 punti
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Ecco le differenze di cui vi parlavo, forse coinco non è collegato al forum da un po' di giorni, per questo non può rispondere, poichè in molti mi hanno sollecitato via e-mail vi posto le immagini. In una troverete il taglio dell'oncia del nostro amico coinco, da notare la forma irregolare, impasticciata e contorta dei giglio borbonici, nell'altra immagine il taglio di un esemplare autenticissimo e presente nella collezione di un caro amico del forum. Notate le differenze?1 punto
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Segnalo gli ottimi scambi con gli amici @@francy78, @@zavatha e @@post. Spero di fare tanti altri scambi con loro.1 punto
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La prima,non poteva che essere una fumata nera..se non altro ,per provare il "tiraggio"del camino :D1 punto
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Più o meno siamo sulla stessa rarità, anche la mia in argento è senza la seconda firma al dritto, è una variante e fai bene a prenderla in considerazione se dovesse capitartene una diversa, piuttosto spero di farti cosa gradita segnalandoti un particolare fattomi notare da Salvatore D'Auria in persona: lo sai che questa medaglia ha una caratteristica incredibile al rovescio? Prova a fare una scansione a 2400dpi alla testa del genio ed ammira i riccioli della piccola capigliatura. Credimi, pochi incisori nella storia arrivano a creare una roba simile in uno spazio così ridotto! Davvero pazzesco! Per non parlare poi delle ghirlande floreali che racchiudono i nomi dei due sposini! :hi: Ecco un'immagine a 1200 dpi.1 punto
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Segnalo l'ottimo scambio concluso con plinio82! Grazie e alla prossima!!!1 punto
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la seconda, secondo me... è una moneta da mezzo penny o 1 penny di Giorgio IV tipo questa Foto 6 - Un Penny di re Giorgio IV del 18261 punto
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le prime in alto sono penny britannici le trovi qui http://monetemondo.altervista.org/Global%20Coin/europa/inghiltera-england/ l'altra centavos Argentina1 punto
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Questa dovrebbe essre di Federico III (non IV). Spahr 361 punto
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1896-1956 BANCO AMBROSIANO SESSANTESIMO DI FONDAZIONE Medaglia ad alto rilievo e grosso formato, mm. 96 - Autore GIANNINO CASTIGLIONI - Stab. S. JOHNSON Rif. 150 ANNI MEDAGLIE JOHNSON n.1122 BANCHE E MEDAGLIE GLI ANNIVERSARI pag.1181 punto
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Entra di diritto tra le tre medaglie più belle che sin ora ho inserito in collezione, i fondi sono praticamente a "specchio" ; oltretutto è la prima in assoluto della morte di ferdinando I che vedo in bronzo dorato.1 punto
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Ho fatto un cambio, stessa medaglia, 1825 per la morte del Re Ferdinando I, ma questa volta in bronzo dorato Che ne dite, ho fatto bene? :)1 punto
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si dovrebbe essere 1984 - viene riportata sia Christian date (١٩٨٤) / Islamic date (١٤٠٤) http://dateconverter.net/arabic/1984/?hl=en1 punto
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Esperimento di pulizia di un gettone. Gettone ottagonale (metallo bianco: 6,313 g ; 30 mm) francese per il trasporto tranviario databile dal 1920 in poi. Il gettone si mette in un cristallizzatore (diametro della base 60 mm, altezza 35 mm) con una faccia appoggiata alla base, aggiungendo poi 10 mL di acqua deionizzata e 5 gocce di EDTA 0,1 M. Si sottopone a ultrasuoni per 5 minuti, con una spatola si rivolta il gettone in modo che risulti appoggiata alla base l’altra faccia e si sottopone a ultrasuoni per altri 5 minuti. Quindi si estrae il gettone dalla soluzione tenendolo con un paio di pinzette, lo si sciacqua a fondo con acqua demineralizzata, si passa una volta con alcool etilico da una spruzzetta e si asciuga con un getto di aria calda (fon). Quando il gettone è a temperatura ambiente si pesa su una bilancia al milligrammo (vale a dire che dà valori sicuri dei decigrammi e dei centigrammi con incertezza dei milligrammi). Si registra la foto del gettone allo scanner e il trattamento viene ripetuto. apollonia1 punto
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Sul modulo filatelico che ho ricevuto c'è scritto: "SEDE VACANTE - 2013" 6,05 indicando "serie nuova", "Serie obliterata" e "Serie su busta". Quindi credo che siano solo i quattro francobolli (0,70 - 0,85 - 2,00 - 2,50). Mnetre le Poste Vaticane vendono i due folder. Ma non potevano unificare il tutto occupandosene solo uno???1 punto
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dovrebbe e se ti riferisci alla moneta che hai postato è una piastra egiziana, ma ancora non ho imparato a leggere la data (forse 1984).1 punto
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Questa era nel portafogli di mia moglie, spacciata presumo per 10 cent. Dalle piramidi presumo sia egiziana.........1 punto
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complimenti Jagd, vedi che gli interventi di Profausto ed Exergus hanno saputo dirimere gli ultimi dubbi e darti la corretta identificazione, io non avevo saputo cogliere il particolare della ghirlanda legato a Londra, ora sai di avere una moneta proveniente da Albione.... sicuramente con una corretta pulizia è molto migliorabile, sotto si vede una bella patina verde1 punto
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:D io uso i guanti da giardino :D scusa ma mi è scappata ehhehe1 punto
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Ho subito provveduto a trovarle la sorellina meno nobile :) Poi ho preso anche questa : medaglia 1830 per la II visita dei reali alla zecca di Parigi1 punto
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Anche la spezzatura della legenda al dritto dice Londra. Dovrebbe essere questa: RIC VII Londinium 170, 320 d.C. D: CONSTANT - INVSMAXAVG (legenda tipo 1d) busto corazzato con elmo laureato a dx. V: VICTORIAE LAETAE PRINC PERP, due Vittorie reggono uno scudo con VOT PR sopra un altare con ghirlanda. Esergo: PLN Rarità del RIC: R2 Il RIC cita 4 tipi di ghirlanda per questa emissione: Ciao, Exergus :)1 punto
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Ciao, scusate se rispondo solo ora. Grazie acraf per aver postato l'articolo, mi riferivo proprio a quello. Mi sembra che conveniate con me che la trattazione è un po' "naive", i dati forniti sono pochi e non in grado di dire qualcosa sull'autenticità o meno. Tanto più che vengono riportate solo due misure, davvero troppo poco anche solo per ragionare sui componenti della lega. Ignoro se esistono altri studi scientifici su queste tipologie. probabilmente la cosa migliore per stabilire l'autenticità dell'esemplare del Museo è quella di andare a cercare la data di ingresso in collezione... Il che potrebbe non essere sufficiente, beninteso, perchè i falsi si facevo anche nel 1800, però avremmo almeno un terminus ante quem. Sullo zinco si può dire quanto segue: Da quanto emerge dagli articoli pubblicati su "I grandi bronzi antichi", i bronzi etruschi (Marte di Todi, putto Graziani e putto Carrara) non presentano assolutamente Zn (quantità inferiori allo 0.01 %). I bronzi dell'impero romano hanno invece sempre tracce di zinco (da 0.1 a 2 %). Per quanto riguarda la Repubblica, ho trovato dati di confronto negli studi di Ulrich Zwicker, che ha analizzato molte monete. Lo zinco appare presente, anche in unità percentuali, in una piccola percentuale di campioni. Direi quindi che la lega che emerge dalle analisi EDS sul quincussis è compatibile con una lega autentica. Ma che può tranquillamente essere riprodotta anche oggi :-)1 punto
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@@BiondoFlavio82 ti chiederei di ripensarci. Sarebbe una grave perdita per il Forum e per tutti noi. Abbiamo avuto tutti modo di apprezzare le tue conoscenze, l tuo occhio critico e l'ottima memoria fotografica che pochi hanno. I tuoi post sono sempre interessanti e mai banali. La motivazione, poi, mi pare francamente risibile. Davvero una minchiata, perdona il termine, non ha senso prendersela cosi'.1 punto
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Per chiudere la serie completa delle 1-2 lire del Regno mi mancano un paio di V.E. II e un paio di V.E. III, poi vedremo.....anche se, alla mia età, cominciare una nuova collezione...boh.1 punto
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si guarda, lascia stare…. ma vengono abilmente liquidati (con mio caratterino incendiario) :D1 punto
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Ottimo, grande ! Ricordo che c'è tempo fino al 31 marzo per mandare gli elaborati, che ripeto possono essere anche un semplice post. I premi li avrete letti, sono quelli, certamente i quattro primi classificati faranno la parte dei leoni, ma tutto il resto verrà equamente distribuito tra tutti, intanto perchè vogliamo che ogni partecipante abbia un ricordo di questo concorso, secondo perchè essendo questi premi di donatori del forum espressamente per i giovani devono andare a voi, terzo, perchè non mi dispiace distruibirli per liberare un pò l'ufficio :blum: , Mario1 punto
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Allego il lavoro di Volterri Volterri quincussis 2007.pdf Il pratica l'analisi ha evidenziato che un esemplare di quincunx in mano privata è con ogni probabilità un "clone" ricavato dall'esemplare presente al Museo, ma non è in grado di dimostrare quanto sia effettivamente antico quest'ultimo esemplare. Apparentemente la lega di bronzo usata è compatibile con una lega usata nel IV-III sec. a.C., ma può essere riprodotta anche in tempi moderni.....1 punto
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Ciao, il 2 euro di Monaco secondo me puoi prenderlo anche a 10 euro in meno, diciamo che siamo in media sui 25 senza spese di spedizione. Il 2 euro vaticano ancora non è uscito ma ha una tiratura alta e un significato importantissimo. Bisognerà vedere quanto alta sarà la richiesta. Secondo me sui 50 massimo si possono spendere.1 punto
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buonaserra a tutti...un interrogazione su la circulazione del metale precioso a quel epoqua del medievo.....monete tagliate,smezzate e spartite in peso giusto....o apreciabile per aver un valore di scambio......per campa o comprare un ogetto.....questo pezzo di argento di 10x10mm era certamente un vistigho di moneta che aveva la malafortuna di essere di argento...... di tutte epoque l'uomo a sempre provatto di tirrare un profito massimo per il valore del metale.......da i romani.....fine a oggi........!! :) ....0.45 grammi di argento.........certamente a 999 %1 punto
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ad Agosto c'è un bel Convegno a Querceta (LU) dove l' anno scorso c' erano qualche quadriga (vera) del 14. Comunque a 3000 euro di Quadrighe del 14 non ne acquisti.1 punto
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Per il multiplo di Cavallo da me postato si veda la discussione http://www.lamoneta.it/topic/27873-regno-di-napolile-monete/page-3 Per il Cavallo postato in questa discussione non so dire se sia autentico o meno Ad ogni modo essendo il peso del Cavallo generalmente di gr.1,80 questo,se fosse autentico potrebbe definirsi un multiplo. Sono dubbioso sull'autenticità di questa moneta per la lucentezza della patina e per le screpolature ai bordi ed,inoltre,le lettere delle legende sono diverse da quelle degli altri cavalli o multipli(mi riferisco allo stile) --odjob1 punto
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Medaglia del gruppo assicurativo Minerva, la conosco poco sicuramente è posteriore al 1962 quando La Sicurtà entra in Minerva. Lungo il gambo della spiga LORIOLI, diametro 28 mm, peso 13 gr, metallo argentato. Ringrazio chi mi dà altre informazioni Tiziano1 punto
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Dato che Cauno è stata una delle città conquistate da Alessandro Magno e che ai tempi dei Tolomei dalla sua zecca è uscito quel bronzo con il profilo del Grande, mi sono chiesto se ci fosse anche qualche classica emissione d’argento in nome di Alessandro come un tetradramma o una dramma. La zecca di Cauno non compare nel Price ma ho visto che viene citata come alternativa a quella di Milasa, un’altra città antica della Caria più a Nord e più all’interno di Cauno che si trova invece sulla costa del Mediterraneo, nella didascalia di questo tetradramma di Alessandro Magno. CARIA, Mylasa (or Kaunos). Mid 3rd century BC. AR Tetradrachm (29mm, 17.07 g, 12h). In the name and types of Alexander III of Macedon. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; labrys in left field. Price 2074; Thompson, Alexandrine, group 3, pl. II, 19-20. EF, toned. Artistic obverse die. Il Price era abbastanza sicuro che le monete che aveva catalogato da 2073 a 2076 appartenessero a Milasa, esclusivamente sulla base dei loro simboli di controllo. R. H. J. Ashton, tuttavia, sosteneva che questi stessi simboli valessero anche per la zecca di Cauno (“Kaunos, not Miletos or Mylasa,” NC 2004, pp. 33-46). Indipendentemente dall'attribuzione, sulla base dello stile e della struttura di questa serie di monete, la data di circa 300-280 a. C. attribuita dal Price è certamente prematura, mentre la collocazione di Ashton a metà del III sec. è l’ipotesi più probabile. apollonia1 punto
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L'osservazione è ottima (metodo efficace per i coni ottenuti trasferendo l'immagine da una moneta). Però ricercando qualche esemplare con "mano integra" mi sono imbattuto in quello della "Prospero collection" (Baldwin NY sale 2012, che riporta provenienza da "Ex Comtesse de Béhague Collection, J. Vinchon, Nouveau Drouot, Paris, 14 April 1984, lot 36"). Questa moneta presenta lo stesso difetto della mano, nonostante il tondello adeguatamente dimensionato, ed altri difetti di conio che potrebbero essere ascritti pertanto all'usura del conio stesso. Al D non è presente il "baffo" da frattura di conio e, poichè è nota una sola coppia di coni per questa tipologia (che pertanto dovrebbero presentare un'usura che procede di pari passo al D e R), nell'ipotesi (indimostrata) che tutti e 3 gli esemplari siano autentici, quello Roma Numismatics dovrebbe essere l'ultimo di una ipotetica sequenza di coniazione. In effetti in esso sembrerebbero maggiori i difetti di conio. E' anche vero che l'esemplare della Prospero Collection (qui sotto) presenta strani segni di limatura tra orecchio, capelli e barba e non è detto sia autentico (nonostante sia stato pagato $ 850.000!).1 punto
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Capisco i costi che deve sopportare un commerciante, specialmente se ha un negozio fisico. Capisco che è un lavoro ed è giusto che guadagni per campare. Vi riporto un esempio 2 anni fà conobbi un negoziante di monete. Cominciai ad aquistare andando ogni settimana presso il suo negozio......Spesi circa 1.000 € e non ne teneva conto, tanto che di sconto manco a parlarne. Una volta gli chiesi il prezzo della 20 Lire 1970 in FDC e lui mi rispose 70,00 € netti....senza nemmeno un euro di sconto Un'altra volta gli chiesi il 2 euro italia 2011 (150° anniversario unità d'italia) e lui mi disse che se ne prendevo uno, l'avrei pagato 6,00 €, se invece prendevo il rotolino, solamente 125,00 € Ovviamente da allora non mi ha visto più Monetaio, allora come vedi il commerciante in questione non vende sottocosto e se fai due conti ci guadagna pure qualcosina Ovviamente se poi noi clienti sfigati dobbiamo pagargli la luce, il telefono, le tasse etc etc.....beh allora è meglio che chiude !!!! Ah, dimenticavo......sono anche io un commerciante (di altro settore) ma non tratto cosi i clienti......e ripeto, evviva ebay (con tutti i suoi rischi), fosse solo per il fatto che almeno cosi si danno una calmata con i prezzi1 punto
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La risposta a queste domande la troverete sul libro del Buceti "Monete, storia e topografia della Sicilia greca". Allego le pagine inerenti la zecca di ALAISA KATANE ALAISA KATANE In Sicilia, così come tramanda Diodoro Siculo (Diodoro, XIV, 16, 2), erano note diverse città col nome di Alaisa. La più conosciuta, anche perché tuttora un sito archeologico a poca distanza dal comune di Tusa, in provincia di Messina, è Alaisa Archonidea, denominata così dal suo fondatore, per distinguerla dalle altre città omonime. L’etimologia della parola alaisa è da ricondurre al verbo λαομαί, “errare senza meta”. Tutti quei luoghi, città o accampamenti, che ospitavano sia i Siculi che i mercenari italici o comunque in generale gli “erranti”, vennero infatti chiamati Аλαίσαι. Si trattava di poleis nate lontano dalle coste e dalle vie di comunicazioni che erano destinate a sparire nell’oblio oppure diventavano merce di scambio per guerre perse. La loro popolazione, costituita in un primo momento da Siculi che erano stati scacciati dalle loro terre, veniva poi rimpinguata da gruppi di mercenari soprattutto italici che, terminato il loro compito, venivano insediati ed assorbiti dalla comunità. Vista la breve vita di queste poleis, risulta molto difficile ricostruirne la storia, soprattutto, quando si hanno pochi elementi probanti e si dispone di fonti che si limitano all’etimologia. Diventa allora anche compito della numismatica cercare di determinare le cronologie e far combaciare le tessere mancanti, sfruttando conoscenze dirette ed indirette. Il primo esempio di uno stanziamento di mercenari italici campani in Sicilia fondato con la violenza, fu la polis di Entella, cui seguì nel 402 a.C. quella di Katane. Questa data e quest’ultima città costituiranno la partenza per lo studio di una nuova tipologia monetaria, che ci aiuterà a scoprire un’ulteriore polis di nome Alaisa, sinora sconosciuta. Si tratta di tre monete, con la stessa tipologia, ritrovate nell’arco di un decennio nell’area sud – est alle falde dell’Etna, e riconducibili ai mercenari campani. Circa cinque anni fa mi fu inviata da un collezionista l’immagine di una moneta che non riusciva a catalogare, a causa delle cattive condizioni e della mancanza di leggenda. La moneta recava sul dritto la testa di una ninfa rivolta a destra, a mio parere assimilabile alle tante ninfe eponime del sud Italia, e sul rovescio un toro stante a sinistra con un delfino, sempre a sinistra, sopra il toro. Non mi furono date indicazioni precise sul luogo di ritrovamento. Com’è mia abitudine, conservai quell’immagine cartacea nei miei appunti, nell’ attesa di nuovi eventi. Quale meraviglia quando, a distanza di anni, lo stesso collezionista, che nel frattempo si era disfatto della moneta, mi fece pervenire l’immagine di un altro esemplare, simile al primo ma in condizioni migliori, rinvenuto sempre in area etnea! Sia la tipologia che lo stile erano identici, tanto da mutare radicalmente il mio giudizio. Il dritto della moneta portava la testa a destra di Sikelia, perfettamente riconoscibile dall’acconciatura, dalla collana e dagli orecchini a tre pendenti. Davanti al viso le lettere risultavano poco chiare, ma in sequenza a formare, dall’alto verso il basso, la leggenda ALАІSА; mancava l’ultima lettera la S, forse fuori conio. Dietro la nuca, era un’ape con le ali chiuse e la testa rivolta verso l’alto. Il rovescio recava lo stesso toro stante a sinistra, con sembianze umane, con il delfino sopra a sinistra; il tutto su linea d’esergo. Subito risolsi di trovarmi indubbiamente davanti alla monetazione di un’altra Alaisa, sinora sconosciuta. La datazione potrebbe essere quella di fine V secolo a.C., oppure tra 343 e 339 a.C., contemporaneamente alla Alaisa Etnea, sorta sull’altopiano del monte Bolo, nell’odierno territorio di Bronte, e già conosciuta con le sue due emissioni. Se optassimo per la seconda ipotesi, sarebbe facile circoscrivere l’emissione al periodo post dionigiano, ma mancherebbe la prova più tangibile, e cioè quella del riconio delle monete. Infatti, è noto come fosse frequente presso i mercenari, e certo non facevano eccezione i campani, riconiare le proprie monete su quelle di Dionisio. E’ pertanto mia opinione che l’emissione vada posta alla fine del V secolo a.C., e cioè dopo il 402 a.C., anno in cui i mercenari campani furono trasferiti da Katane ad Aitna. Probabilmente alcuni contingenti, anziché seguire gli altri, preferirono far parte del gruppo degli erranti, andando ad occupare il territorio posto a sud est delle falde dell’Etna, molto vicino alla polis di Katane. Si tratterebbe allora di una Alaisa nata precedentemente a quella Etnea e situata sul versante opposto. A rafforzare questa teoria, oltre alla tipologia su menzionata, che chiameremo “nominale n°1”, è da annoverarne un’altra “n°2”, conosciuta in un solo esemplare. Si tratta di un nominale, poco superiore al peso di 2 grammi, che non trova riscontro dal punto di vista tipologico, stilistico e ponderale con nessun’altra zecca siciliana. La moneta, che tipologicamente si potrebbe attribuire alla zecca di Segesta, presenta tuttavia un peso nettamente inferiore a questa ed uno stile molto diverso, riscontrabile solamente nelle monete su citate. Il conio reca sul dritto la stessa testa a destra di Sikelia, stilisticamente uguale a quella del nominale n°1, con tracce di leggenda o di monogramma in alto a destra, e piccoli segmenti in obliquo sul bordo destro, a mo’ di frangia. Dietro la nuca spicca una lettera A, con il vertice rivolto verso l’interno della moneta. Il rovescio presenta un cane annusante a sinistra, con la coda tra le gambe, su linea di esergo. Il quadrupede somiglia morfologicamente ad un levriero o, più specificatamente, all’odierno cirneco dell’Etna, una razza autoctona già esistente a quell’epoca. Immagine N° Peso (gr) Esemplari esaminati Valore Periodo Tipologia Rarità Calciati (manca); Campana (manca), Minì (manca). 1 AE 6,11 – 4,80 Ø mm. 20-18 4 Bronzo 402 – 400 a.C. D/ Testa di Sikelia a dx, con sphendone, collana ed orecchini a tre pendenti; nel campo a sn, dietro la nuca, ape, a dx, in senso orario, legenda ALAISA. R/ Toro androprosopo a sn, su linea di esergo; nel campo, sopra il toro, delfino a sn. Bordo lineare. R4 Calciati (manca); Campana (manca), Minì (manca); Edgar LOwen 4935, ex collezione Thomas Virzì; Collezione privata. 2 AE 2,07 - ? Ø mm. 15-13 2 Bronzo 402 – 400 a.C. D/ Testa di Sikelia a dx, con sphendone, collana ed orecchini a tre pendenti; nel campo a sn, dietro la nuca, lettera A, a dx tracce di leggenda e piccoli segmenti obliqui a m’o di frangia. R/ Cane (Cirneco dell’Etna) annusante a sn su linea di esergo, con la coda abbassata ed inarcata tra le gambe. Bordo lineare. Attribu zione incerta R51 punto
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Dai forza che con 1190 monete si completa la collezione sabauda per tipologia !1 punto
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Ciao, sono stato ieri dal mio amico collezionista ma non sono riuscito a vedere le once sue perchè non le aveva a portata di mano, vista in foto la moneta è autentica ma ripeto: non sono convinto di alcuni particolari, vedo di farmi inviare se posso delle immagini di qualcge taglio di altre once e ti farò sapere a stretto giro di posta. Se nel frattempo qualcuno vorrà postarci il taglio della sua facciamo prima.1 punto
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Nel 137 comparvero, per la prima volta, tipi che si distaccavano dalla tradizionale scelta iconografica, sulle monete RRC 234/1 e RRC 235/1. Ciò nonostante, anche i “nuovi” tipi richiamavano iconografie già apparse nella tradizione monetale della Repubblica: il giuramento dell’aureo RRC 28/1 e la lupa che all’atta i gemelli della diracma RRC 20/1. La legenda a lungo è stata ritenuta parte dei tria nomina del monetiere; sembra ormai assodato che si riferisca al solo Faustolo, senza volontà di rivendicare una discendenza da lui. È invece indiscutibile la spiccata valenza celebrativa, forse in connesione con l’assedio di Numantia (134-133): la rappresentazione del mito ricorda il favore divino, dopo gli episodi di prigionia dei consoli e la disfatta di Mancino. Il tipo sembra avere anche un collegamento cercato dal monetiere con il generale Q. Pompeius. Il R/ è “un vero quadretto di genere ove l’unico elemento rigido è rappresentato dalla lupa la cui lunga coda svolge, nel quadro compositivo, la funzione di staccare e porre in secondo piano la figura del pastore, ammirato e perplesso. Il fico ruminale è rappresentato da un arido alberello che a stento ingentilisce la sua secchezza con la presenza di qualche uccellino […]. La vivacità della rappresentazione dei due pupi è sorprendente e risalta maggiormente per l’espressiva ferocia della belva […] trattata con semplicità ed immediatezza” (E. Bernareggi, Eventi e personaggi sul denario della repubblica romana, 1963) La raffigurazione del bastone di Faustolo non è casuale: esso divenne il lituus, bastone augurale di Romolo, conservato e venerato fra le reliquie della Repubblica.1 punto
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Si, ma non sta a noi operatori di polizia stabilire se sono archeologicamente importanti..il dato di fatto è che si tratta di monete poste in vendita, forse importate illegalmente o forse trovate chissà dove in Italia.1 punto
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