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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/13/13 in tutte le aree
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Per la serie le monete raccontano storie posto questa moneta, che è indubbiamente bella e originale nell'iconografia, si tratta del semprevivo o meglio grosso da 10 soldi, Milano, Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), moneta in argento, non comune. Perchè è chiamata semprevivo ? Il semprevivo è una pianta comune perenne delle Crassulacee, che come nome dice poco o nulla, ma che è in realtà una pianta dalle caratteristiche di resistenza e che è capace di riprodursi di continuo. Fu scelte per queste qualità da Bianca Maria Visconti come simbolo per rappresentare la continuità della casata viscontea estinta che si perpetuava con lei in quella degli Sforza. Quindi continuità, resistenza, forza, capacità di sopravvivenza, un vero simbolo. Più tardi sia Massimiliano che Francesco II Sforza la utilizzeranno probabilmente come segno di resistenza del Ducato nei confronti dei Francesi e degli Spagnoli che lo contrastavano. Con Francesco II abbiamo l'atto finale dell'epopea sforzesca, Francesco II non avendo eredi legittimi, lasciò lo stato di Milano in mano alle truppe imperiali, che l'occuparono alla sua morte. Ma torniamo alla moneta e alle sue leggende : GROSSO DA 10 SOLDI ( semprevivo ) - FRANCESCO II - ( 1521 -1535 ), MILANO D/ FRANCISCVS SECVNDVS, tre monticelli con piante di semprevivo, ai lati due rosette, in basso, nastro con il motto MI TZA IT ( col tempo ), il tutto entro cerchio lineare R/ DVX MEDIOLANI ET C, stemma inquartato con l'aquila e la biscia, sormontato da corona da cui escono a sinistra ramo di palma e a destra ramo d'oliva Argento, NC, peso da gr. 3,75 a 4, 93, diametro 27 mm. Riferimenti : Crippa 5, MIR 270, CNI 18 -20, GN 11. Interessante oltre alle tre simboliche piantine, lo stemma che per la prima volta è ornato da volute. Immagine di un esemplare tratto da mcsearch.info, dai tratti e leggende veramente precisi e dettagliati, Mario3 punti
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Francesco...già il nome mi ha colpito. Vedendolo negli occhi ho notato una semplicità che difficilmente si vede in una persona di quel rilievo. Il suo discorso che è iniziato con un bel "Buona Sera" e si è concluso con un "Buona Notte" molto colloquiale ha dato l'impressione che stesse parlando con ogni persona singolarmente. Sono rimasto veramente colpito dal nuovo papa. Un uomo semplice, che proviene da un paese con una forte tradizione Cattolica, che prima di benedire il popolo chiede che il popolo benedica lui...Secondo me con lui si avrà quel tocco di semplicità e umiltà di cui la Chiesa ha veramente molto bisogno... Gaetano3 punti
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Segnalo a tutti gli interessati, soci e non, che il 23 marzo si svolgerà a milano l'assemblea annuale della società numismatica italiana (SNI) presso la sala della Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco. Diversi i temi interessanti che saranno presentati/discussi: 1. la conferenza della Prof. Perassi sul medaglione di Costantino conservato a Vienna ed esposto in questi giorni a Milano 2. un aggiornamento al dibattito, molto caro al Forum, sulla legislazione che regola il collezionismo e il commercio numismatico 3. la presentazione di una collaborazione che si è potuta instaurare tra la SNI e il Medagliere del Museo Nazionale Romano per la catalogazione e messa in rete delle monete della zecca di MILANO della collezione Reale conservata presso il MNR Su quest'ultimo punto vale la pena ricordare che diversi e numerosi sono stati i tentativi di rendere questo importantissimo materiale fruibile a studiosi e appassionati. La collaborazione tra SNI e MNR è stata resa possibile dall'iniziativa e dalla disponibilità di un piccolo gruppo di numismatici, soci SNI, ed è finalizzata alla catalogazione e successiva messa in rete dei dati e delle foto relativi alle monete della zecca di Milano, comprese sia le monete già pubblicate nel Corpus, sia i materiali inediti. Oltre all'ovvia importanza del materiale trattato, questa iniziativa è significativa perché costituisce un perfetto esempio di quella collaborazione Pubblico-Privato auspicata su queste colonne e della quale tanto si è parlato sul Forum. Maggiori dettagli e una breve illustrazione del progetto, già peraltro in corso di realizzazione, verranno dati durante l'assemblea. Grazie a tutti coloro che vorranno partecipare o quantomeno seguire gli sviluppi di questa iniziativa. SOCIETA' NUMISMATICA ITALIANA Comunichiamo ai soci che l’Assemblea Ordinaria 2013 si terrà Sabato 23 marzo alle ore 10,00 presso la Sala Weil Weiss (Castello Sforzesco, Milano) Ricordiamo che quest’anno si provvederà al rinnovo delle cariche sociali. IlDirettore della RIN, prof. Savio, presenterà il volume 2013. La socia Perassi ci illustrerà il famoso medaglione di Costantino con elmo cosiddetto persiano; l’esemplare del museo di Vienna è esposto in mostra a Milano, insieme con una ricostruzione dell’elmo. I soci Rossini e Saccocci ci aggiorneranno sulla collaborazione tra la Direzione Medagliere Romano e la SNI per la schedatura di monete della Collezione Reale in funzione della loro messa in rete. Il Presidente riferirà sui contenuti dell’incontro tenutosi il 19 gennaio 2013 a Milano, tra i Direttivi della SNI, NIP, NIA e Accademia circa l’applicazione della legislazione sul commercio e collezionismo numismatici.2 punti
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Testa nuda e grande del re a sinistra, sotto il collo 1747, intorno CAR • EM • D • G • REX SAR • CYP • ET • IER Scudo sabaudo completo e coronato, intorno 20 • DUX • SAB • ET • MON TISF • PRINC • PED • S ho fatto un piccolo investimento in questo momento di crisi non ho saputo resistere :blum: che ne dite dopo la batosta con il Barcellona per tirarmi su :girl_devil:2 punti
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Perdonami: sono convinto anch'io che fosse monetazione locale, ma per ragioni differenti dalle tue. Non mi sembra corretto, infatti, negare la natura di emissione provinciale sulla base dell'autonomia giuridica delle comunità emittenti, come appunto traspare dal paragone con l' "impero" statunitense o sovietico. Questo modo di pensare, infatti, è strettamente connesso con l'idea che abbiamo noi dello Stato, entità sovrana (= totalizzante) radicata su un territorio definito. Secondo questa idea, esiste un collegamento biunivoco tra luoghi e Stati: Dresda era sicuramente DDR, e altrettanto sicuramente non era URSS. Questa idea socio-politica, però, è sorta poco alla volta dopo la Pace di Westfalia; nell'antichità non esisteva. Durante la Repubblica romana, in particolare, il diritto aveva natura personale, non territoriale, con l'ovvia conseguenza che l'apparato giuridico romano "seguiva" i cittadini romani. Non esisteva un confine [il pomerium era un "confine" solo sacrale, l'ager Romanus delimitato a soli fini di diritto privato, non di diritto pubblico, e l'idea del limes, che forse non esisteva neppure - è molto discussa in dottrina - non impediva ai Romani di considerarsi padroni anche del mondo al di là di esso]. Il profilo giuridico-formale non aiuta, quindi, a delimitare lo "Stato" romano. Gabii, città latina a 20 km da Roma, da sempre fedele alleata dell'Urbe, era formalmente all'estero (lo possiamo dire con sicurezza, perché l'ager Gabinus era considerato ager peregrinus); Mutina (Modena), colonia di diritto romano a 400 km da Roma, era formalmente un quartiere dell'Urbe. In questo contesto giuridico, è errato pensare alle provinciae come ad articolazioni di uno Stato. Giuridicamente, la provincia era l'ambito di competenza in cui un magistrato cum imperio poteva appunto esercitare il suo imperium: talvolta la provincia era delimitata sul piano funzionale (pensiamo all'incarico di sconfiggere la pirateria, conferito a Pompeo), talatro sul piano territoriale; a questo secondo caso corrisponde la "provincia" così come la concepiamo noi, ma - ripeto - giuridicamente essa non era un'articolazione politico-amministrativa (come le nostre Regioni), bensì solo l'ambito entro cui un magistrato (il governatore) era stato incaricato di esercitare il suo imperium (fermo restando che non perdeva l'imperium se anche, illegittimamente, varcava i confini della provincia: esso decadeva unicamente all'interno del pomerium). Aggiungiamo che l'imperium è, in origine, un potere di natura sacrale-militare (che si trasfonde nell'ambito giuridico, come attesta la mutazione di significato dalla parola "populus", in origine significante "esercito") ed ecco roveciata l'ottica di Aulisio: su un piano formale, il rapporto tra le Hispaniae e Roma era più simile a quello della DDR (nei confronti di Mosca), che non a quello della Cecenia. Nei fatti, il simbolo del giogo romano sulle comunità allocate in una provincia era l'imposizione del tributo, ma sul piano giuridico-formale esse non facevano parte dello "Stato" romano, quale che esso fosse (l'unificazione giuridica dell'impero si avrà solo con l'editto di caracalla del 212 d.C., e sarà realizzata estendendo a tutti i cittadini liberi la cittadinanza romana). Quindi, formalmente, erano comunità "autonome": mentre Dresda era DDR e non era URSS, la Sicilia orientale invece era un po' Lylibaeum un po' Roma: dipende a quali fini si esegue l'analisi. ... ... Che risvolti ha tutto questo in numismatica? L'effetto è che non è possibile definire a priori, con scientifica coerenza, quali emissioni debbano essere considerate "provinciali" e quali no. "Provinciale" significa "della provincia", ma la "provincia" non è una struttura (cui imputare le emissioni), è un ambito territoriale su cui insistono autonomie (formali, ma qualcuna anche fattuale) che emettono moneta. A questo punto, delle due l'una: [1] consideriamo "provinciali" tutte le emissioni riconducibili a comunità soggette a Roma (prescindendo dalla difficoltà che spesso non sappiamo quando una specifica città è stata sottomessa, si pensi al caso di molte comunità celtiche della Gallia Cisalpina) [2] consideriamo "provinciali" le sole emissioni riconducibili al potere romano, classificando come "locali" le altre. La prima opzione è inattaccabile sul piano logico, ma è di fatto priva di significato sociale e numismatico. Molte comunità (come Bolskan) continuarono a emettere monete che esistevano, pressoché identiche, prima della costituzione della provincia. Che senso ha dire che fino al giorno prima è un'emissione autonoma, dal giorno dopo è un'emissione provinciale? La seconda opzione sembra più feconda, ma si scontra con la natura magmatica del concetto di provincia. La conseguenza di questa difficoltà di definizione è evidente laddove si debbano scegliere i criteri pratici per discernere tra "locale" e "provinciale". La metrologoia? No, visto che anche le monete provinciali, dovendo essere usate in loco, sono per definizione su piede locale. L'alfabeto delle legende? Questo criterio viene appunto usato per classificare le emisisoni ispaniche, ma non ha valore assoluto. Molte emissioni provinciali/locali sono anepigrafe (si pensi ai bronzi di Panormos e Lylibaeum), e molte emissioni sicuramente riconducibili ai magistrati romani recano l'alfabeto gerco (si pensi ai bronzi di C. Publilius e L. Fulcinnius, questori in grecia). L'iconografia? Questo criterio è ancora più aleatorio: molti tipi, di derivazione greca, sono comuni a monete romane e non romane, e proprio il ritratto presente sui denari di Bolskan verrà adottato anche su un denario romano repubblicano (RRC 532/1 - http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G223/1), e ci sono monete emesse da magistrati romani con tipologia locale, sia in ambitoi provinciale (i cistofori, ad esempio) che "all'estero" (le dracme di Silla, ad esempio). Il caso emblematico dell'impossibilità di trovare un confine tra monetazione locale e monetazione provinciale è rappresentato, secondo me, dai cistofori. Il cistoforo era una tetradracma con tipi dionisiaci, emessa a Pergamo a partire dal 200 a.C.; data la sua fortuna, la sua emissione si diffuse rapidamente in molte comunità dell'Asia Minore. Il regno di Pergamo divenne provincia d'Asia solo nel 133 a.C., quindi esistono sicuramente cistofori "autonomi" (nel senso di monete emesse "all'estero", da un'entità statuale pienamente indipendente da Roma). All'estremo opposto, troviamo cistofori emessi sino al 138 d.C., quindi palesemente "provinciali". Anche in epoca repubblicana furono emessi moltissimi cistofori: forse alcuni di essi erano "locali", ma quelli di Pergamo erano sicuramente "provinciali", perché nei regni orientali esisteva una apparato amministrativo ramificato e omogeneizzante che passava sotto dominio romano, riducendo a mera parvenza giuridica l'autonomia delle comunità locali. Orbene, nelle emissioni di Pergamo non c'è alcuna modificazione numismatica che attesti il passaggiuo dalle emissione "autonome" a quelle "provinciali". Esistono, sì, alcuni cistofori firmati da magistrati romani (che ne ha parlato anche ahala: http://www.lamoneta.it/topic/94712-provincial-coins-of-the-roman-republic/), ma sono talmente poche emissioni che servono solo a complicare il quadro (ci si chiede infatti: perché quelli sì e molti altri no?). E qui arriviamo al punto: se è impossibile tracciare un confine tra cistofori "autonomi" e cistofori "provinciali", seppur concettualmente distinguibili (i primi sono quelli che precedono il 133 a.C.), come possiamo sperare di distinguere fra cistofori "provinciali" e cistofori "locali", la cui differenza si basa solo sul grado di autonomia socio-politica della comunità che li ha emessi? ... ... Per concludere (e scusatemi se Vi ho annoiato), a me le emissioni di Bolskan sembrano un po' come i cistofori. Iniziano come "autonome" e permangono invariate dopo la costituzione della provincia. Se quelle posteriori a tale costituzione le si vuole ritenere "locali" (come penso io) o "provinciali", è questione di scelte classificatorie prive di basi giuridiche, e fondate solo su basi socio-politiche sfuggenti e poco note.2 punti
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Non posso non inserire queste tre monete per il 1562 Lira "Instar Omnium" 1562 P Emanuele Filiberto Duca (1559-1580) Lira "Instar Omnium" 1562 T Emanuele Filiberto Duca (1559-1580) Scudo d'Oro del Sole 1562 V Tipo Emanuele Filiberto Duca (1559-1580)2 punti
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Sono pienamente d'accordo con Fefada e vi dico il perchè, a mio parere sarebbe da chiarire l'attribuzione alla parola "multiplo", poi se mi sbaglio accetto qualsiasi opinione. 1) La certezza che sia un multiplo non ce l'ha nessuno! Ci sono documenti che attestano tali coniazioni? 2) Perchè coniare così pochi esemplari per nominali superiori al cavallo? Qui non stiamo parlando di doppi ducati o tarì, si tratta di un semplice nominale in rame, rame di buona lega ma sempre rame. 3) Se fosse davvero un multiplo avremmo avuto un conio diverso dai tradizionali cavalli, invece ci troviamo sempre di fronte a tondelli di eccezionale massa ma battuti con l'utilizzo dei conii del cavallo. Osservazione personale: Per la monetazione in rame poteva anche starci lo stesso dritto, ma il rovescio doveva variare se davvero fosse stato comcepito all'epoca come multiplo. 4) Perchè le masse sono così variabili? Se per il cavallo non era fondamentale la calibratura precisa del tondello (per svariati motivi), allora perchè non provvedevano a calibrare questi eccezionali tondelli con una grammatura (quasi) fissa se davvero erano emissioni straordinarie? Ritornando all'esemplare in questione. Mi complimento alla grande con Amedeo per la sua stupenda moneta, mai visto in vita mia un ritratto simile. Dubito sia un falso e vi spiego il perchè della mia opinione: il ritratto trasmette una fascino straordinario, se fosse stato un falso moderno avremmo avuto un clone su tondelli di qualsiasi massa e con un ritratto visto e rivisto, secponda ipotesi: se fosse poi un falso d'epoca ci saremmo trovati di fronte ad un ritratto dallo stile ridicolo e non con un'espressività simile. Ci sarebbe da scrivere uno studio! Bravo Amedeo, stavolta mi sei piaciuto! :hi: :good:2 punti
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Hippalektryon, chi era costui? La storia comincia (o meglio ricomincia) nel 1868. Nei pressi delle mura di Volterra viene rinvenuto un ripostiglio costituito da alcune verghe d'argento, una statuetta a forma di leone, sempre d'argento, un tondello non coniato e 65 minuscole frazioni arcaiche, il tutto contenuto in un recipiente ceramico, probabilmente di bucchero (IGCH 1875). La scoperta viene immediatamente messa in relazione con quella avvenuta l'anno precedente ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, dove, sempre in un contenitore ceramico, erano state rinvenute 2130 frazioni arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica (IGCH 2352). Il ritrovamento del "Tesoro di Auriol" aveva fatto un certo scalpore, avendo per la prima volta portato alla luce in maniera imponente quella che è considerata una delle prime monetazioni d'occidente, realizzata dai coloni focesi, fondatori di Marsiglia, durante il VI sec. a.C. All'epoca del rinvenimento, proprio in ragione di questa stretta relazione, ci sarà anche chi arriverà a mettere in dubbio la genuinità del ripostiglio di Volterra, ipotizzando un'operazione speculativa messa in atto da qualche commerciante. In effetti la coincidenza è curiosa, ma ancora più curioso è che gli altri due più importanti rinvenimenti contenenti frazioni di tipologia riconducibile a quella dei pezzi di Auriol si situano in quella stessa manciata di anni: nel 1862 era stato rinvenuto il tesoretto di Morella (Spagna centromeridionale, IGCH 2311), contenente 21 monete di cui alcune di quello che sarà successivamente definito "tipo Auriol", e nel 1868, stesso anno di Volterra, quello di Pont de Molins (Catalogna, IGCH 2313), contenente 46 monete e, proprio come a Volterra, alcune verghe d'argento grezzo. Sulla base di questi rinvenimenti monetari, e di altri epigrafici ed archeologici, prenderà consistenza la conoscenza di quel milieu culturale che dalle coste dell'Etruria a quelle spagnole, passando per la Provenza, vedeva nel VI secolo l'incrociarsi di mercanti Etruschi e Ioni, lungo rotte commerciali punteggiate di scali ed empori, che facevano perno sulle colonie focesi di Marsiglia, Aleria, probabilmente Emporion, e l'Etruria settentrionale costiera (la pesenza di una comunità di ioni è attestata a Populonia), in quello che all'epoca può considerarsi l'estremo occidente, il Far West appunto, della colonizzazione greca. Ma torniamo all'Hippalektryon, e a Volterra. Il ripostiglio fu smembrato, quindi in parte ricostituito presso il medagliere di Firenze, successivamente "perso" in seguito all'alluvione dell'Arno, ricercato inutilmente a più riprese dal Pautasso per conto del Furtwaengler, finalmente ritrovato e pubblicato nel 1975 dalla Cristofani Martelli. La composizione superstite (52 pezzi) è la seguente: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto b) 1 es. con testa di foca a s. c) 3 es. con testa di foca a d. d) 1 es. con testa di ariete a d. e) 1 es. con protome di capro rampante a s. f) 1 es. con testa di rapace a d. g) 3 es. con testa femminile a d. h) 2 es. con elmo ionico a s. i) 17 es. con Hyppalektryon a s. l) 7 es. con Hyppalektryon a d. m) 15 es. con Gorgoneion Fin dall'epoca del rinvenimento le monete furono generalmente attribuite a Marsiglia, per similitudine (e in alcuni casi identità) con in pezzi di Auriol, fino al 1973 quando il Furtwaengler (il principale studioso della monetazione arcaica di Marsiglia) sulla base dei tre pezzi pubblicati dal Gamurrini nel 1874 proponeva un'attribuzione "etrusca" della maggior parte dei pezzi di Volterra. Nel 1975 finalmente le monete venivano ritrovate nei magazzini di Firenze e pubblicate, e la Cristofani Martelli proponeva le seguenti attribuzioni: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto - Focea? b) 1 es. con testa di foca a s. - Focea? c) 3 es. con testa di foca a d. - Focea? d) 1 es. con testa di ariete a d. - Provenza (Auriol) e) 1 es. con protome di capro rampante a s. - "imitazioni occidentali" f) 1 es. con testa di rapace a d. - "imitazioni occidentali" g) 3 es. con testa femminile a d. - imitazioni locali di imitazioni provenzali h) 2 es. con elmo ionico a s. - imitazioni locali di imitazioni provenzali i) 17 es. con Hyppalektryon a s. - Etruria (Populonia?) l) 7 es. con Hyppalektryon a d. - Etruria (Populonia?) m) 15 es. con Gorgoneion - Etruria (Populonia?) con una datazione tra la metà del VI e quella del V sec. Quasi in contemporanea alla pubblicazione del ripostiglio da parte della Cristofani Martelli, nel 1976, usciva l'opera monumentale del Furtwaengler sulla monetazione arcaica di Marsiglia che, del tutto indipendentemente, confermava in sostanza queste attribuzioni, escludendo la pertinenza provenzale di tutti i tipi di Volterra con l'esclusione del pezzo a testa d'ariete. Negli anni succssivi, soprattutto a causa di ricerche clandestine col metal detector (rispetto alle quali in territorio francese, pur essendo illegale, c'è purtroppo una certa tolleranza di fatto) una ventina di esemplari dei vari tipi "Volterra" (compreso qualche esemplare di Hyppalektryon e Gorgone) venivano rinvenuti in Provenza, ma anche in Catalogna, e da parte di alcuni numismatici francesi veniva proposta una riattribuzione Marsigliese o provenzale. Tesi rifiutata nel 2002 dal Furtwaengler, in ragione della massiccia diffusione nelle zone oggetto dei rinvenimenti di importazioni etrusche di VI sec. (bucchero e ceramica etrusco-corinzia), nonchè dalla presenza stabile, attestata epigraficamente, di mercanti etruschi che effettuavano scambi argento monetato (Pech Maho ed Emporion). L'attribuzione è quindi mantenuta in ambiente etrusco, forse nell'ambito di una comunità di mercanti Ioni residenti a Populonia, l'utilizzazione nell'ambito di una rete commerciale greco etrusca che copriva la zona costiera tra la Toscana e la penisola Iberica. Ma l'Hippalektryon? Eccolo l'Hippalektryon, in tutto il suo orrore (anche la foto ci mette del suo...) gr. 0,98 E' proprio roba da Far West... Siamo agli albori della monetazione etrusca, o si tratta dell'opera di coloni focesi installati in Provenza? Certo è che guardando la gorgone (o ciò che ne resta) nel sottomultiplo, l'ipotesi Populonia non sembra poi così remota.... gr. 0,48 Fatto sta che tanto l'Hippalektryon che la gorgone di Volterra hanno trovato posto nella SNG di Firenze.1 punto
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Sono contentissimo per questo regalo wow... La mia finlandese commemorativa del 2004 in fdc! Che ne pensate?1 punto
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Ho finito i punti... :blum: , siete troppo gentili veramente, se fate così mi metto qui e non mi sposto più :blum: , imparo, mi insegnate, vedo belle monete, perchè no, ma perchè devo tornare alle moderne ? La prossima asta ho deciso compro una napoletana e poi ve la sottopongo, devo pensare però prima alla preda....,comunque direi che ho da leggere abbondantemente per il week-end e grazie della grande accoglienza e amicizia da parte di tutti, a presto, Mario1 punto
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Il "cavallo" che vi propongo pesa gr.3,4 ed ha un diametro di mm.19. Lo stato di conservazione non è dei migliori; ma, in ogni caso, vorrei sapere: - A quale numero del MIR può essere assegnato. - Il presumibile valore, anche se per me non è la cosa più importante. A mio parere, in base al peso, è un multiplo. Il 16 Gennaio 2008, odjob ci ha mostrato una moneta simile a quella che posto, anche se quella era in ottimo stato di conservazione: pesava gr.7,74 ed aveva un diametro di mm.23. Saluto tutti e vi ringrazio. Amedeo1 punto
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Salve....a questo punto credo che tu debba leggere anche questo, tempo a tua disposizione permettendo, te lo consiglio !!. http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1951f.pdf Ti faccio anche i complimenti per la bella moneta acquisita, sono quasi sempre "tosati" questa è davvero :good:1 punto
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Confermo e sottoscrivo i miei più sinceri complimenti per il coronato del nostro caro Mario, è una moneta in splendida conservazione e ben centrata. Spero solo che Mario ci onori più spesso della sua presenza nella nostra sezione. :hi: A titolo di curiosità segnalo uno studio di Traina di CN dell'ottobre 1997 sulla monetazione aragonese e sul significato storico di alcuni motti in latino, questi ultimi, parte integrante dell'iconografia regale e non semplici frase apposte a casaccio al rovescio.1 punto
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Tia, vuoi cominciare ad imparare ? Fai due foto e postale. Ascolta cosa hanno da dire quelli che ne sanno un po' più di te, e sforzati di capire cosa ti stanno dicendo e perchè, con la testa e con gli occhi. Non ci sono scorciatore per l'apprendimento. E' il bello ed il brutto di qualsiasi passione.1 punto
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In Spagna abbiamo numerosi altri esempi. Questo bronzo reca la legenda (a caratteri Latini) C. LVCIEN / C. MVNI Q. al dritto (due questori, anche qui), VALENTIA al retro. L'iconografia non solo è romana, ma copia addirittura un denario (http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G52/2) Al dritto, poi, si ritiene che sia raffigurata proprio Roma (la dea Roma). E' datato al 138-100 a.C. Lo calssificheresti come caltibero?1 punto
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Caro Mario, per dover di cronaca il dritto del tuo tondello non è quello che pensi, uno studio degno di nota chiarisce i suoi aspetti, e anche una discussione di contorno. Eros http://www.ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm http://www.lamoneta.it/topic/74616-dritto-e-rovescio-nelle-monete-napoletane/1 punto
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se poi mi dici il nome del perito sarebbe utile... per evitarlo ....in caso di necessità..1 punto
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...a braccio, date le foto troppo piccole, che non permettono una netta valutazione, direi che è un riconio anche lo scudo pontificio, ma attendi delle conferme da chi segue questa monetazione.1 punto
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Alla faccia!!! Questa piastra è semplicemente sublime! Apprezzo soprattutto la mancanza dei soliti, vistosi difetti di conio. Gionni980 Immagino che la tua ricerca sia stata molto lenta e meticolosa, complimenti davvero. Che dire delle osservazioni di @...c'è solo da leggere e imparare. :clapping:1 punto
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Ecco il particolare fondamentale che decreta la non originalità della piastra: vedete cosa indica la freccia rossa? Sono dei segni in incuso fuori asse e discontinui, ottenuti con un sistema artigianale manuale, se fosse stato il conio ad imprimerli avremmo trovato le tracce del conio in incuso in maniera diversa.1 punto
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vai a raccontarla a qualcun altro....o almeno non prenderci per i fondelli grazie.1 punto
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Ciao , a me servirebbero : E - 2€ OLANDA 2013 "Doppio Ritratto" (2.60€) G - 3€ SLOVENIA 2013 (4.10€) In attesa delle altre se possibile :good:1 punto
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E propio leggendo questa recensione, che avevo chiesto la possibilità di acquistare questo interessantissimo libro, ma purtroppo non si trovano più copie in circolazione, spero che magari ci sia una ristampa al più presto. Anche se non ho la possibiltà di leggere questo libro, ma solo dalle recensioni, faccio i miei complimenti agli autori per il loro lavoro svolto.1 punto
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Non si tratta di una moneta ma di una medaglia che devi scrivere così, non fra virgolette. Precisamente è una della serie di sessanta medaglie che riproducono opere o particolari di opere di Michelangelo della collezione denominata « il Genio di Michelangelo » curata dallo scultore, medaglista-incisore Pierino Monassi, artista di rara finezza e sensibilità. Le medaglie vennero fuse in oro, argento e bronzo e hanno un diametro di 44 mm. Sul diritto di ognuna campeggia la riproduzione di un'opera del Maestro, mentre tutti i rovesci recano la decorazione stellare Michelangiolesca che abbellisce la piazza del Campidoglio a Roma, datata al 1507, cioè prima che l'artista iniziasse i lavori della basilica di S. Pietro. Al centro di questo disegno è riprodotto il ritratto del maestro, dedotto dalla testa bronzea realizzata da Daniele da Volterra che fu suo allievo; all'intorno ricorre una breve frase descrittiva dell'opera riprodotta sul davanti, incisa usando i caratteri della tipica forma grafica creata da Michelangelo stesso. Ho avuto la fortuna di ereditare da papà la collezione delle medaglie d’argento che dev’essere stata completata nel 1975, per la ricorrenza cinque volte centenaria della nascita di Michelangelo. Ricordo che ogni medaglia è numerata progressivamente e dopo l’emissione del numero di esemplari prestabilito, la matrice era spezzata per garantire l'autenticità e per evitare falsi o doppioni. apollonia1 punto
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La matrice da cui è stata prodotta la moneta di coinco è certamente originale, al diritto sopra testa c'è un salto nella perlinatura ed è presente anche nella mia, dem al rovescio tra la A e V di AVRO. il bordo è la cosa più dificile da fare in presso fusione oppure anche in duplicazione in quanto necessita di strumentazione più evoluta e non è facile da riprodurre; quella sulla moneta di coico mi pare sia artigianale e non di zecca, gli incavi sono troppo profondi. I gigli dovrebbero essere in rilievo su un piano del contorno, in questo esemplare sembra sia stato scavato attorno al giglio. Roberto Russo probabilmente il più avveduto di tutti i commercianti sui falsi, mi ripeteva che le monete vanno viste per prima cosa dal bordo, è li che casca l'asino, ed a volte non si regge neppure in piedi.1 punto
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Qui ho esploso un po' il problema dell'inesistenza di un concetto di Stato, in relazione alla numismatica (sia pure con riferimento alla monetazione provinciale, non al denario): http://www.lamoneta.it/topic/103547-denarius-de-bolscan-bolskan/?p=11680291 punto
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Certo che di stranezze sulle monete repubblicane ce ne sono a iosa.... è per questo che la trovo una monetazione irresistibile, forse ineguagliabile per l'interesse storico che suscita.1 punto
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Buongiorno a tutti, anch'io segnalo, senza ombra di dubbi, l'ottimo scambio con @@plinio821 punto
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Testone Inedito 1560 A - Emanuele Filiberto D/ E PHILIBERT DUX SABAVDIE Busto corazzato del Duca rivolto a destra R/AUXILIUM MEUM A DOMINO Scudo Sabaudo inquartato con Savoia al centro sormontato da corona a 5 fioroni in esergo ..1560 A. Zecca Aosta o Asti Peso 8,92 grammi , diametro 30 mm.1 punto
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Saremo felicissimi di analizzare la moneta dall'immagine che vorrai postare, se sarà possibile. Normalmente non esistono veri ibridi tra conii siracusani e quelli di Corinto e simili. Restiamo in attesa1 punto
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Molto interessante avere messo in fila immagini dei mezzi stateri pirrici. Peccato che manchi ancora un vero Corpus sulle emissioni auree a Siracusa sotto Pirro. Dalla comparazione saltano fuori alcune incongruenze sul rovescio del pezzo di Roma Numismatics, piccoli dettagli che si distanziano a tutti gli altri conii noti. In particolare noto il trofeo, che è più striminzito e rozzo, e le lettere dell'etnico sono più incerte (in particolare la lettera E); anche la corona si presenta più povera..... Non so quanti conii sono stati allestiti per questa serie d'oro e i loro abbinamenti (ecco perchè servirebbe un Corpus), ma sicuramente pochi. Continuo ad avere serie perplessità sulla sua autenticità e sono benvenute ulteriori segnalazioni.1 punto
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Ecco le differenze di cui vi parlavo, forse coinco non è collegato al forum da un po' di giorni, per questo non può rispondere, poichè in molti mi hanno sollecitato via e-mail vi posto le immagini. In una troverete il taglio dell'oncia del nostro amico coinco, da notare la forma irregolare, impasticciata e contorta dei giglio borbonici, nell'altra immagine il taglio di un esemplare autenticissimo e presente nella collezione di un caro amico del forum. Notate le differenze?1 punto
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Mettendo da un lato il discorso sull'inizio della monetazione in senso stretto (parliamo di aes grave), il fenomeno dell'uso rituale del bronzo, sotto forma di oggetti (spesso spade) é testimoniata almeno dal bronzo recente-bronzo finale. L'utilizzo degli scambi basati su bronzo a peso é invece forse da far riferire alla prima età del ferro (i primi pesi di cui abbiamo testimonianza sono stati rinvenuti in ambiti protovillanoviani. I tre elementi di cui cui si parlava hanno quindi origini e sviluppi indipendenti, o si potrebbe meglio dire che via via l'uno genera l'altro, senza tramutarsi nell'altro e scomparire, ma mantenendosi in esistenza ed affiancandosi nell'uso e nella cultura. Di qui la complessità interpretativa del fenomeno, che a mio avviso rifugge da ogni schematizzazione. PS Mi scuso per il ritardo nella risposta.1 punto
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una maglia di catenina,in cui ogni pezzi fa tutto un inseme....una constatazione al filo del tempo alternato di sosprese e sotisfazione........di tutto un inseme che siamo........ buona decizione che e stata la tua.........quelli sentieri sono battuti da tutti....!!!... :lol: .....tanti saluti flavio........spero aver l'occazione leggerti di nuovo....!!! ^_^1 punto
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L'esemplare di gionni ha una splendida colorazione bianco latte con fondi luccicanti, a titolo di semplice paragone personale, tanto per intenderci: l'esemplare che realizzò 1450 euro + diritti nell'asta Varesi 42 del 2003 (Civitas Neapolis), lotto 665, era fondo specchio assoluto (sembrava vetro) ed effigie bianca satinata.1 punto
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Non fare il modesto, è in realtà un esemplare in oro e lo stai spacciando per bronzo dorato...... :rofl:1 punto
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Più o meno siamo sulla stessa rarità, anche la mia in argento è senza la seconda firma al dritto, è una variante e fai bene a prenderla in considerazione se dovesse capitartene una diversa, piuttosto spero di farti cosa gradita segnalandoti un particolare fattomi notare da Salvatore D'Auria in persona: lo sai che questa medaglia ha una caratteristica incredibile al rovescio? Prova a fare una scansione a 2400dpi alla testa del genio ed ammira i riccioli della piccola capigliatura. Credimi, pochi incisori nella storia arrivano a creare una roba simile in uno spazio così ridotto! Davvero pazzesco! Per non parlare poi delle ghirlande floreali che racchiudono i nomi dei due sposini! :hi: Ecco un'immagine a 1200 dpi.1 punto
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Sono Ewier, e non posso esimermi dal manifestare il mio entusiasmo per l' eccellente lavoro di The_Alberto. Lo trovo veramente molto utile per tutti i collezionisti e molto stimolante per il neofita come io mi reputo. Un grazie di cuore e l'auspicio che questo lavoro possa avere ulteriori apprezzamenti dai cultori1 punto
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Biondoflavio, pensa a questo: quando ho compiuto quaranta anni ho capito che non potevo essere simpatico a tutti e mi sono rassegnato ! Saluti Polemarco1 punto
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Scusate se mi intrometto, ma sto seguendo questa discussione anche se non ho molti elementi per dare una valutazione di merito. Ma non mi interessa saperne di più. Voglio soltanto ripetere, come ho già fatto altre volte, che ho trovato in questo sito un mezzo straordinario per gli appassionati di numismatica. Un mezzo che ha contribuito non poco a farmi innamorare della numismatica. Un sito che ha pochi eguali nell'ambito del web. La sua composizione, che si avvale di un vero contributo diffuso che la rete consente, inevitabilmente può creare dissidi, come succede in tutte le comunità. Ma sarebbe un peccato se questo mettesse in discussione il sito stesso. Affrontare però in questo modo un contrasto credo sia positivo e capace di farlo prosperare ulteriormente. Basta non esagerare. Saluti a tutti Trinariciuto1 punto
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Anch'io voglio dedicare a Giancarlone questo grande modulo diametro 60, peso 90 gr. di Pericle Fazzini, e ringraziarlo delle stupende medaglie che condivide con noi: "il gabbiano in volo sul mare simboleggia la città di Genova e sul verso il vortice vuole esprimere la costante espansione della Società".1 punto
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ciao! rinnovo i miei complimenti. e ti ringrazio per ciò che condividi.1 punto
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Non sapevo della promozione televisiva e radiofonica del Giornale della Numismatica: mi sembra una novità assoluta che fa solo piacere. Anche il numero di questo mese è molto ricco e vario e quello che continuo a notare con piacere è la volontà di far uscire la numismatica da ambiti troppo ristretti e di presentarla come una disciplina viva e dinamica che va di pari passo con l'economia e la società di oggi1 punto
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Se compri da venditori affidabili e noti anche presenti su ebay, vai sul sicuro. In due anni, finora mai avuto un problema. Inoltre dobbiamo essere contenti che ci sia internet e la baia.....poichè così molti commercianti devono per forza adeguarsi alla legge domanda-offerta, e cercare di limitare quel mal sano costume di "spremere" il cliente che gli capita a tiro. Non acquisterò mai più in un negozio di numismatica.....1 punto
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