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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/10/13 in tutte le aree
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In questa continua ricerca di formare " un unicum ", di formare il suo microcosmo, il collezionista come abbiamo visto assume sembianze e atteggiamenti che cambiano, che sono diversi. Abbiamo visto l'ormai famoso " collezionista solitario ", " il divulgatore ", " lo studioso ", il collezionista " da investimento ", il collezionista che un giorno mi disse quello che vedi in questa struttura museale è anche mio, la mia collezione l'ho trasferita qui, d'altronde comunque quando voglio la vedo e almeno la so spiegare bene agli altri. Grandi personaggi, grandi figure, spesso ritrose, che comunque fanno, ma fanno in silenzio, nel bene e nel male, il collezionista comunque rimane spesso nell'ombra, defilato, il palcoscenico non è per lui. Ma una figura del mondo del collezionismo numismatico che mi è sempre piaciuta e tra le quali mi sento di appartenere è quella che io chiamo " il collezionista cacciatore ". Il vocabolario italiano, alla voce " cacciatore " riporta colui che ricerca e cattura animali selvatici, ma anche in senso figurato chi ricerca, insegue in modo smodato qualcosa. Nel nostro caso " il cacciatore ", non uccide, cattura o meglio cerca di catturare una preda, la sua preda in questo caso è la moneta, " la sua moneta ". La categoria dei cacciatori è ben rappresentata, è indubbiamente un modo di collezionare particolare e che ha i suoi rituali. " Il cacciatore " frequenta spesso i Convegni numismatici, i mercati, i mercatini, più sono piccoli e non famosi meglio è per lui. Quando si entra in uno di questi mercati si usa dire il classico, " e ora parte la caccia, buona fortuna ! ". E' sempre meglio " cacciare da soli ", si rimane più concentrati, l'attenzione è rivolta solo alle monete, meglio non essere distratti da altri. " Il cacciatore " conosce normalmente " le sue monete, le sue prede ", conosce le sue caratteristiche di base, ne ha viste tante, ma lui non cerca una moneta " comune " o di buona o splendida conservazione, lui cerca altro. Lui cerca la variante, la particolarità, qualche volta l'inedito ; e allora ai banchi sfoglia album su album, guarda vassoi, ciotole, ha pazienza, sa attendere, ovviamente la caccia non sempre è proficua. Ma l'occhio allenato, la calma, la pazienza a volte premiano e quando a un certo punto la trova, fa finta col venditore di non essere molto interessato, che " è sempre la solita " o meglio " ne ho già tante così ". Tattica certamente, un rituale, una commedia delle parti, poi alla fine dice con quasi indifferenza, va bene la prendo lo stesso, se mi tratta bene ovviamente. Sa di aver fatto un colpo, la mette gelosamente in tasca e poi alla sera col calma, con la lente esamina " il suo trofeo ", il cacciatore ha colpito ancora. E mentre si rigira tra le mani continuamente la sua moneta, si addormenta felice come un bambino....., buona " caccia " a tutti !9 punti
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Per il denario EID MAR trovato in Grecia, a Petres, da notizie ancora molto preliminarie dell'archeologa Adam-Veleni risulta che esso era uno dei 125 denari di tarda repubblica che stavano tutti insieme in un vaso piatto, posto sul pavimento di una delle abitazioni situate sull'acropoli di Petres, che furono distrutte e credo sigillate dallo strato di distruzione, che appare risalire al 42 a.C. circa, quando l'intera zona della Upper Macedonia conobbe in effetti pesanti tribolazioni per la guerra civile (immagino anche per i rastrellamenti e rappresaglie da parte delle varie fazioni romane). Tornando alle etrusche d'oro, riporto alcune poche note che sono riuscito a raccogliere sul marchese Carlo Strozzi, che faceva parte del ramo mantovano dell’antica e famosa famiglia nobile Strozzi, di Firenze, ed ebbe anche ovviamente una buona disponibilità economica. Nacque nel 1810 e morì nel 1886. Il suo interesse per la numismatica fu abbastanza precoce, se già nel 1834 (a 24 anni) scrisse le Memorie intorno a una moneta argentea di Marino Foliero e due anni dopo pubblicò a Firenze il Quadro di geografia numismatica, con il quale si proponeva di fornire uno strumento utile a tutti i collezionisti per la classificazione delle monete greche su base geografica, sviluppando il metodo già introdotto da Eckhel nel 1792-1798. Fondamentalmente il suo approccio alla numismatica fu scientifico, considerando le collezioni di monete non per il loro valore antiquario, ma come storico-documentaria di primaria importanza. Inizialmente raccolse monete soprattutto greche sul mercato antiquario di Firenze e Roma, che era allora molto fiorente, e acquistò anche varie collezioni private (da un carteggio al Museo di Parma si sa che le sue prime monete provenivano dalle collezioni dei cardinali Malvezzi e Niccolini, oltre che di Baldovinetti, Galleotti, Millingea, prof. Rusca, Collegio Romano, ecc.). Intorno al 1839 (e collezionava da circa 10 anni) possedeva già 2898 monete greche, in buona parte di buona fattura e per l’intervento di Michele Lopez, allora direttore del Museo di Parma, fu avviata una lunga trattativa per l’acquisto di tale raccolta, per poter arricchire il medagliere di Parma, che era particolarmente sguarnita per la parte greca, grazie anche alla munificienza della sovrana Maria Luisa di Parma. In tale trattativa Strozzi rivelò buone capacità commerciali, richiedendo per la vendita la somma di 30.000 franchi, utilizzando per la valutazione le generose stime del Mionnet, De la rareté et du prix des médailles grecques et romaines, del 1815. Lopez fece la controfferta per 14.000, appunto giustificando che le stime indicate sul libro del Mionnet erano alte per il mercato. Alla preoccupazione che ci potessero dei falsi, lo Strozzi rispose in una lettera (4 aprile 1839) che: “posso dirle di essere forse interamente libero dei lavori beckeriani”. In una successiva lettera (5 febbraio 1840) accennò che era venuto a Firenze un “inglese truffatore di medaglie (…) che dicono che nel pubblico Museo si sia contentato di fare dei baratti con le solite beckeriane”. La trattativa rischiò di andare in fumo per il costante rifiuto di Strozzi a ridurre le sue pretese. Solo nell’11 dicembre 1839 Lopez potè vedere dal vivo le monete, che gli furono consegnate a Parma. Strozzi era deciso a non scendere al di sotto di 20.000 franchi. Alla fine fu raggiunto un accordo per 18.000 franchi e lo Strozzi volle dare una procura al fratello Luigi, che stava a Mantova e quindi più vicino a Parma. Ma l’accordo non fu facile, anche per il coinvolgimento di ben tre stati diversi nell’affate (il ducato di Parma, il Lombardo-Veneto di Mantova e il Granducato di Toscana). Poi al conteggio definitivo del materiale era emerso che mancavano ancora 78 monete rispetto alla somma pattuita. All’atto della vendita, che fu siglato il 2 luglio del 1840, il marchese consegnò ancora 73 monete (5 in meno), per cui la cifra definitiva della vendita fu fissata a 17.950 franchi. Ancora nel 1843 il marchese vendette al Museo di Parma altre 42 monete greche d’argento e una d’oro per 920 lire. Fonte: A.R. Parente, Il nucleo di monete magnogreche e italiche conservate presso il Museo di Parma: la collezione del marchese Carlo Strozzi, Archeologia dell’Emilia-Romagna, III, 1999, p. 57-67. Nel frattempo Strozzi continuò a raccogliere monete greche e etrusche nonché in particolare aes grave, grazie alla notevole disponibilità di materiale sul mercato antiquario e proveniente dai ritrovamenti di Quingento, Fabbri, Tarquinia, Volterra, Bieda, Chiusi, Vicarello e Vulci, come gli aurei del ritrovamento di Cuma del 1868 ed editi nel Periodico da Gennaro Riccio. Partecipò tavolta in prima persona a scavi archeologici, come nella tenuta Vivarelli a Talamonaccio (1876-1877), acquisendo monete per la sua personale raccolta (cosa ovviamente ancora possibile prima della nota legge del 1909 che limitò per la prima volta tali acquisizioni). Vedasi: http://academia.edu/703314/Talamone_rinvenimenti_di_monete_negli_scavi_ottocenteschi_1801-1892_ In ogni caso si preoccupò molto di stimolare gli studi numismatici e fu editore della rivista Periodico di numismatica e sfragistica per la storia d’Italia, pubblicato tra il 1868 e il 1874. Quasi quindici anni dopo la chiusura di questa rivista, nel 1888, i grandi collezionisti Gnecchi e Ambrosoli si ispirarono proprio a questa rivista per fondare la Rivista Italiana di Numismatica, che continua tuttora. Nel 17 marzo 1870 nacque il Museo etrusco di Firenze e da allora si avviò una fiorente stagione di scavi e studi. Nel 12 giugno 1871 il marchese divenne presidente della Deputazione per la conservazione e l’ordinamento dei Musei e delle antichità etrusche, e gli furono assegnate le competenze sulle province di Pisa e Lucca e il comune di Fiesole. Grazie all’attivismo di Luigi Adriano Milani, che divenne direttore del medagliere del Museo di Firenze nel 1874, si cercò si dare spinta all’arricchimento della collezione museale. Furono avviati contatti col marchese Strozzi per l’acquisto della sua notevole raccolta. Con Strozzi ancora in vita si ricevette dapprima in dono un tesoretto di denari repubblicani rinvenuto a Fiesole nel 1829 (RRCH 227), Successivamente si riuscì ad acquistare solo una parte della collezione Strozzi, quella che comprendeva la maggior parte delle monete etrusche, compresi i tre famosi aurei col leoncino. In pratica questi aurei comparvero sul mercato intorno agli anni ’60 del XIX secolo e Gamurrini, che bene conosceva Strozzi, testimonia che furono acquistati tra Pisa e Lucca. Ecco una pagina del suo lavoro, “Le monete d’oro etrusche e principalmente di Populonia”, in Periodico di Numismatica e Sfragistica VI, 1874, p. 47-80 (che praticamente segnò l’inizio delle scoperte delle monete etrusche in oro, non descritte in lavori precedenti e nemmeno in Carelli 1850). Altra testimonianza del Gamurrini, che può essere desunta dalle sue carte, è l'esistenza di altra moneta con leoncino di altra proprietà, a Volterra, sempre negli stessi anni.... Alla morte del marchese, la sua famiglia era inizialmente intenzionata a continuare la raccolta numismatica, ma poi cambiò idea., in pratica stoppando i tentativi del Milani di acquisire l'intera raccolta per il museo di Firenze. I familiari preferirono seguire i consigli del noto commerciante Arthur Sambon, che era stato un grande amico di Carlo Strozzi, vendendo la raccolta in asta nell’aprile 1907 tramite la Galleria Sangiorgi, che già nel 1894 aveva venduto l’importante collezione di monete romane imperiali di Pierre Stettiner. Per esitare la grande raccolta Strozzi (2222 lotti, compresi alcuni multipli) occorsero ben 7 giorni! anche se bisogna dire che impiegavano un giorno a vendere al massimo 200 numeri (quindi con ritmi molto più lenti di oggi): 15 aprile: Aes Grave (mattino), Etruria e Magna Grecia (pomeriggio) 16 aprile: Aes Grave (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 17 aprile: Aes Grave e Grecia (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 18 aprile: Asia Minore, Siria, Africa (mattino), Magna Grecia (pomeriggio) 19 aprile: Romane in AR e BR (mattino), Magna Grecia e Sicilia (pomeriggio) 20 aprile: Romane in AR e BR (mattino), Romane imperiali in oro (pomeriggio) 21 aprile: Lotti multipli (mattino). Romane imperiali in oro (pomeriggio) Non è escluso che anche l’eco di questa importante vendita (e di altre che avvennero tra fine ‘800 e inizio ‘900) determinarono alla fine la famosa prima stretta legislative del 1909. Nel solo 1907 furono vendute anche le collezioni di monete antiche di Martinetti e di Nervegna (da Sambon a Parigi), di De Ciccio (da Sambon e Canessa a Napoli), di Tom Virzì (da Hirsch a Monaco, escludendo una importante parte di bronzi, che rimase fino al 1974 quando una selezione fu venduta dalla Bank Leu di Zurigo). A proposito di Martinetti, egli, morendo, lasciò nella sua casa all’insaputa di tutti un tesoro di monete che venne ritrovato solo con la demolizione della casa nel 1933 con il nome di Il rinvenimento di Via Alessandrina: Molinari – Spagnoli 1990, pp.135-164.6 punti
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Grazie @@dabbene, veramente ottimo e stimolante. Una riflessione: siamo proprio sicuri di essere "noi" i cacciatori? Soprattutto in questi ultimi due anni mi sono sentito più preda che cacciatore, "esche" e "richiami" di ogni tipo mi arrivano da tutto il mondo, sorrisi ed inviti non mancano ... ...5 punti
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Invito i partecipanti della discussione a placare un pò gli animi, a non prenderla sul personale e a rimanere abbastanza tranquilli.. A non fare del sarcasmo a tutti i costi, e non andare oltre.. Così come sta la discussione non verrebbe chiusa o pulita, invito soltanto a non agitarsi ulteriormente, e ad avere ulteriori chiarimenti via MP.. Grazie Ciccio 862 punti
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Allora, visto che sulla baia le foto sono un po' più nitide, ti posso dire che io ci vedo un'altra anomalia e cioè i raggi dietro alla testina di Gesù, questi compaiono solo negli esemplari degli anni precedenti al 1676 poi ribadisco che secondo me hanno messo la sigla dello zecchiere I*L*M sopra a quello del 1670 I*S*S ma I*L*M aveva fra ogni lettera stelline più piccole di quelle del resto della legenda mentre I*S*S* le aveva della stessa grandezza. La posizione della madonna è indiscutibilmente quella del 1670 perchè negli altri anni è più alta. Ecco qui le due monete affiancate.2 punti
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domenico siam d accordo che le monete non valgono 30 euri :) pero` per me se ti piacciono le provinciali un 20ino lo puoi anche pagare per quella di adrianopolis certo che e` un mondo piccolo comunque il fatto che la moneta sia su ww non significa molto , l unica cosa controlla che chi ha contribuito l immagine sia quello che te la vende per quanto riguarda tutto il resto continuo a sostenere che la linea fatta passare da questo forum sia restrittiva e sbagliata e faccia comodo a qualcuno per altro ricordate che fino a 10 anni fa tutti compravano e vendevano romane senza problemi2 punti
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2 punti
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Sarebbe una meraviglia. ...anzi 3 (conferenza, tour e incontro tra amici) Se va in porto, visto che sarei un "privilegiato" abitando a Genova, sarei felice di finanziare il viaggio di un giovane lamonetiano con 100 euro.2 punti
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Buondì! Oggi mi è saltata all'occhio una cosetta...guardate qua: Questo esemplare comparve da Lanz nel 1999 con questa dicitura: "Aus Slg. Carnegie Museum / Pittsburgh, Spink & Son Zürich, Auktion 11 (27. / 28. Oktober 1983, Zürich), Nr. 702.". Da buoni catalogatori la riferirono alla BMC 82......ma.....non dissero che era identica alla BMC 82!!! La seconda che vedete è quella del British, ovviamente, acquisita nel 1825 da Re Giorgio IV che a sua volta le ereditò da Giorgio III, insomma, siamo a fine '700. Lanz la vendette a 2500 Marchi. La legenda nel Lanz è molto più evanescente, soprattutto al dritto...per il resto hanno gli stessi buchetti, le stesse ammaccature...ecc ecc...persino il graffito di fronte ad Agrippina...mi viene quasi da pensare che Lanz fotografò la moneta del BM... Che ne pensate?1 punto
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Questo è quasi certamente uno dei miei acquisti più importanti. Una moneta di grande fascino e bellezza. Qui sotto una mia scansione. Appena posso posterò immagini migliori. Innocenzo XI (1676-1689) Testone 1677 A. II - Munt. 58 AG (g 9,65) R Sono graditi parere ed interventi.1 punto
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Ciao a tutti !! posseggo questa comune 200 lire ma ho notato questo particolare dell'8 piu grande rispetto ad altre monete dello stesso anno. Cosa puo essere ? mi affido ai piu esperti, grazie in anticipo ! posto solo l'immagine del retro che è la parte interessata1 punto
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Nulla di personale, per quel che mi riguarda è una piacevole discussione estiva dove sto provando a trasmettere un pò della mia modesta esperienza a un giovane collezionista.1 punto
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Reazione 1: occhi sbarrati e salivazione azzerata Reazione 2: risate a non finire1 punto
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se interessa a qualcuno vi posto i link dei libri dove sono pubblicate tutte le riproduzione del BM per galvanoplastica: http://www.amazon.com/s?ie=UTF8&keywords=ELECTROTYPE&index=books&page=1 e qui come si realizzano: http://www.calgaryco...kes/electro.htm sono molto impegantivi da riconoscere raggiungono un livello di dettaglio identico all'originale, pero' presentano sempre sul bordo una saldatura per unire il diritto e il rovescio della moneta (sono creati separatamente), che se non coperte, ti permette subito di scovare il falso. Credo, non vedendo finti depositi (o evidenti limature) sul denario del BM, percio' niente che nasconda la saldatura, che lo stesso museo sappia che sia un falso. Naturalemnte se e' una riproduzione per galvanoplastica. qui ti posto un altro esempio: http://www.cngcoins....x?CoinID=1968401 punto
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A distanza di quasi un anno credo di aver risolto la questione . Ho osservato la banconota che presenta l'emblema della BNA sotto la lampada di Wood. L'emblema diventa fluorescente se esposto alla lampada ed ecco perche ad occhio nudo è appena percettibile e sembrava non avere senso, quindi l'inchiostro giallino con cui è realizzato è inchiostro fluorescente. Ho successivamente esaminato ( sempre con la lampada di Wood ) l'altro mio esemplare che ad occhio nudo sembrava privo dell'emblema e con mia sorpresa ho notato che anche in questo esemplare compare lo stemma fluorescente Quindi non sono due varianti , ma entrambi i due esemplari in mio possesso ( e credo tutti gli altri ) sono dotati di questa immagine fluorescente , solo che in alcuni è visibile anche ad occhio nudo e in altri no , forse per l'utilizzo di una quantità maggiore di inchiostro fluorescente nel primo caso1 punto
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Tu qouque @@MEDUSA51 :blum: .. L'ha trovata Derek83 per primo, stavolta ne sono sicuro :rofl: :rofl:1 punto
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Dietro la testa di Agrippina mancano i segni che ci sono sul Lanz, A ; mancano le tracce della perlinatura, B ; O è un codolo di ingresso di metallo , o è una ammaccatura .Poiché i galvani e facile ad ammaccature per la loro debolezza ( Due valve di rame ,riempite di piombo). Come è finito alla coll. Benz il denario genuino ?? Cosa c'è esposto al BM ?????? ecco il casi........ Saluti a tutti. Gionnysicily.1 punto
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@@Mirko8710 Che bel casi..... hai tirato fuori caro Mirko. Sul denario della vendita Lanz del 1999 ,ex coll. Leo Benz n° 232 da gr. 3,63. Mia opinione.... sulla autendicita ,non ho dubbi . Il graffito (A) sul piano sotto il mento e molto marcato e fa' intravvedere lungo le linee cristallizzazioni. Altri segni dietro la testa di Agrippina (che non riscontriamo sull'altra). Lievi corrosioni ad ore 7 ,tra A e G di Agrippina , non lasciano dubbi che il denario Lanz è genuino. L'altro denario no è altro che una copia galvano ,come scrive l'amico Babelone, Sarebbe opportuno approfondire la fonte di questa copia e il peso.Poiché tu scrivi che è esposto al BM. ??? Che il BM pubblichi un galvano ? possibile. Da una ricerca sul Banti Simonetti è fotografato (la foto non è felice) ci da' un peso di gr. 3,40 . Dalla foto non si evidenzia il graffito e viene descritto come un ibrido. Continua.1 punto
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Figurati,spero di averci beccato hahahahha anche perché in leggenda non riesco a leggere nulla ;)1 punto
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Non vedo perché un'ulteriore svalutazione non possa essersi prodotta in "soli" sette anni, a maggior ragione se si considera che sono anni di caos politico e sociale (per la prima volta nella storia un esercito di Roma ha marciato contro Roma!). E comunque non do per scontato che la riduzione quartonciale sia di epoca sillana. Personalmente, avrei pensato a qualche anno dopo ... Dipende anche da cosa potrà dirci acraf su questo ritrovamento1 punto
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Ho "ereditato una collezione di monete antiche e medioevali. La sto riordinando. La moneta che presento alla vostra attenzione per l'identificazione è chiaramente del periodo reale di Francia. La descrizione riporta CAROLUS REX FRA, ma non specifica di che re Charles si tratta. La mia ricerca non ha dato alcun risultato. Il particolare più evidente è la croce, di fattura semplice e antica, mentre di norma, sulle altre monete, nei 4 angoli ci sono i gigli di Francia e/o la corona. Questi sono i dati attuali della moneta Materiale: rame Diametro: 17 / 17,6 mm Spessore: 1.2 mm Peso: 1,78 grammi Grazie per l'attenzione1 punto
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uno che pulisce le monete romane non e` per forza un tombarolo o un criminale ! pensa che per me i tombaroli "seri" le monete da pulire non le filano neanche ! valgono troppo poco e son troppo ingombranti , meglio concentrarsi su statuette , vasi etc etc piu` facili da trasportare e da immettere nel mercato pero` vedo che oramai qui e` passata la linea che chi cerca monete col Metal sia per forza un tombarolo da mettere alla gogna mentre chi compra monete da pulire per passione e per avvicinarsi alla storia sia un ricettatore mah.......1 punto
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ciao a tutti ho provato a rifare la foto al 10 cent 1911...che ve ne pare?1 punto
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Esistono evidenze dell'esistenza di un asse repubblicano di circa 6 grammi, calanti sino a 2,5 grammi. Ne abbiamo parlato diffusamente qua: http://www.lamoneta.it/topic/107374-serie-cr-97-luceria/ So bene che, secondo l'opinione prevalente, i pochi esemplari ufficiali sono monete a carattere (eccezionalmente) fiduciario, emesse a Luceria e forse a Canusium, e gli altri sono mere imitazioni (quelle studiate da Stannard, per intenderci). Però è una tesi che non mi convince, per tre motivi. Primo, perché mi sembra impensabile che i "falsari" (scrivo così per semplicità, sebbene il fenomeno delle coniazioni pseudo-ufficiali sia ben più complesso) abbiano copiato proprio monete eccezionali. Già un "falsario" ha il problema di far accettare la propria moneta; se poi decide di imitarne una rara ... Secondo, perché l'asse di 6-4 grammi è saldamente attestato in coniazioni ufficiali provinciali (assi cosiddetti di Panormos, in realtà verosimilmente attribuibili a Lilybaeum, assi di Thessalonica e assi della serie navale leggera di Marc'Antonio). Terzo, la rivelazione di acraf: di questo asse ... esistevano persino i divisionali!!! (sestante 0,7 => asse 4,2 grammi). A questo punto mi sembra più plausibile l'ipotesi espressa da Vincenzo nella discussione di cui sopra, ovvero che sia esistita un riduzione quartunciale (standard teorico 6,82 g, ovviamente - come in tutte le emissioni enee repubblicane - calante). L'unica seria obiezione a questa ipotesi mi sembra il ritorno a uno standard semionciale, attestato con Augusto ma identificabile già nelle emissioni dei due figli di Pompeo Magno (emissioni comunque molto variabili e, forse, a carattere "propagandistico"). Il ritrovamento citato da acraf ci pone però il problema della datazione di questa ipotetica riduzione. Una cittadina distrutta da Silla ... Quando? Al più tardi nell'82 a.C.?1 punto
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Possibilmente nel taschino della camicia, dove si può palpicchiare ogni tanto la bustina mentre ci si avvia verso il parcheggio, .... non sia mai che possa in qualche modo perdersi. Quei palpeggi sono una cosa impagabile. :) .1 punto
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Bravo Sanni hai fatto bene a prenderla, in quanto al simbolo del coniatore, propenderei come detto dal buon Layer alla sovrapposizione di due sigle, I e O. Continuate in questo senso ragazzi, ogni giorno e una novità, col vicereame, difficilmente ci si annoia... Eros P.S. Ho finito i mi piace per Layer.1 punto
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E' difficile per me sbilanciarmi ad un opinione non sapendo se rientra nei 5,4g e non avendo la moneta tra le mani, la fotografia è molto sgranata, il colore della patina troppo scuro rispetto a quanto sono abituato a vedere. Non mi convince il profilo del Re, in varie soluzioni, nel mento troppo tondo, sulle labbra troppo cadenti, nel collo.. anche il pomo d'adamo mi sembra poco pronunciato, ma questi potrebbero essere dettagli relativi all'eccessiva usura della moneta. Gli stili delle diciture invece sembrano abbastanza fedeli, il bordo è leggermente irregolare. Tuttavia c'è una rigatura al diritto che sembra appartenere all'epoca poiché anch'essa si è usurata nel corso del tempo, se si tratta di un falso, anch'esso è davvero stato curato tanto da dovermi limitare ad un analisi senza un relativo giudizio di autenticità o meno. Non la comprerei..1 punto
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Lo ricordo perfettamente e lo dico sinceramente, dopo la discussione di francesco, non mi meraviglio di rivederlo postato nel forum, diciamo che aspettavo solo di sapere CHI l'avrebbe postato... :D Passando alla moneta, ora ad asta conclusa do il mio parere tranquillamente, secondo me ed è la prima impressione su questa sigla del coniatore possiamo spostarci tranquillamente tra l'ipotesi di Q o P coniata malissimo e alla sovrapposizione di due sigle O e I che si sono composte secondo quello strano simbolo. Secondo il metodo del rasoio di Occam: "A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire" e quindi secondo me è da indagare più l'ipotesi di errori nella coniazione che di vera e propria sigla inedita del coniatore.1 punto
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penso che se non si mettono immagini almeno " decenti" si potrà andare solamente .... a tentativi... della seconda immagine che dovrebbe essere il dritto, non riesco a vedere nulla....... :nea: il R/ assomiglia a questa tipologia http://www.wildwinds.com/coins/byz/basil_II/t.html1 punto
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Ciao Arcangelo,la numismatica è dispendiosa,se per comprare una moneta dovesse sfiorarmi il dubbio che hai accennato smetterei subito...parlo in generale ,non è certo il tuo caso,così cerchiamo di distinguere che prima ci sono altre necessità...i mutui non si fanno e mai si faranno per le monete,sennò saremmo alla stregua di videopokeristi incalliti. Questo fatto già dovrebbe smorzare un poco la domanda del topic....chissenefrega.... io per fare una collezione forse ci metto 5 ,forse 10 forse piu' anni,se aspettassi solo i momenti buoni le collezioni non si fanno ... come blush20 anche io se trovo a meno un doppione e posso permettermelo provo a prenderlo.. i doppi sono importanti ... sarebbe interessante che luigi78 specificasse il suo intervento ...non è chiaro...credo la questione sia ad es: se vado ad aprire un Mc hamburger in un paese di vegani quanti ne venderò?? scusate mi è uscita così :blum: ...1 punto
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Come sono solito pensare e anche affermare, qualsiasi pseudo-difetto di conio al quale non si riesca ad assegnare una origine (nel senso che, davvero, non so proprio come in zecca possa uscire qualcosa di simile, non ha proprio alcun senso) va considerato come una manipolazione, a prescindere da qualsiasi altra considerazione. A mio avviso potrebbe trattarsi si una moneta trattata con qualche acido in maniera da cancellare i rilievi in modo mirato e senza eliminare del metallo. In ogni caso, parlare di valore per un oggetto al quale nessuno sa dare una origine certa e credibile direi che sia del tutto inutile.1 punto
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La monete secondo me è buona, nel senso che è l'ennesimo artefatto prodotto in zecca. Questo, come già detto, fa sì che ben difficilmente sia un pezzo unico, anche se la cosa ha ben poca importanza (paradossalmente, sarebbe meglio se esistesse qualche altra moneta che avesse già passato il vaglio del mercato). Non accettare i 20 milioni dell'epoca è stato un enorme errore visto che che nessun artefatto potrebbe mai fare non solo 10 mila Euro (che per di più andrebbero anche rivalutati visto che parliamo di una cifra di parecchi anni fa), ma nemmeno una cifra anche lontanamente paragonabile (oltretutto la conservazione non è certo perfetta). Se pensiamo che il famoso 2 cent mole di Bolaffi, pur con una campagna pubblicitaria incredibile e inverosimile (costata non so quanti soldi alla ditta torinese) ha fatto 5500 Euro, che sono pure considerati una follia dalla stragrande maggioranza dei collezionisti, dubito fortemente che un pezzo del genere in un'asta pubblica possa spuntare più di un migliaio di Euro (che beninteso, è sempre una bella cifra visto che parliamo di una monetina trovata a costo zero). Mio consiglio, portala da Inasta che è una casa d'aste che spesso tratta tondelli repubblicani con difetti di vario tipo. Penseranno direttamente loro ad autenticarla e a porla in vendita in una delle loro prossime aste.1 punto
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Scusa, ma come ha fatto a farti la ricarica (sbagliata) senza avere una Postepay? Nel senso, se avesse fatto la ricarica in posta l'errore sarebbe incomprensibile visto che i soldi li avrebbe tirati fuori in contanti (quindi non poteva certo sbagliarsi di uno zero). Un errore simile può essere comprensibile solo se fatto con una ricarica online da un'altra postepay (anche se a me suona cmq strano), che però lui nega di possedere. La storia è sempre più sospetta, a mio modo di vedere....1 punto
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Acquistata settimana scorsa sulla baia a 20.50€ più spedizione (meno di 22€ totali comunque):1 punto
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Ciao, benvenuto nel Forum.. Cos'è "grande" ? :good: L'idea di questo Osservatorio ? Se così fosse e ti piace spero possa partecipare anche tu con i tuoi ritrovamenti, le regole le trovi in prima pagina nel file allegato.. Però leggendo anche le altre tue risposte, mi sembra tu stia mettendo aggettivi a caso.. Spero possa essere più costruttivo nei tuoi interventi futuri.. Ciccio 861 punto
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Piacerebbe anche a me ci fosse una seconda giornata sul grosso, ma se posso permettermi sarebbe cosa buona e giusta che oltre all'entusiasmo nel postare le foto (alcune mozzafiato!) si mettessero due righe due di descrizione, dati ponderali. Cosa che purtroppo non si fa sempre e quindi si perdono nozioni importanti. Inoltre, e chiedo venia ma cercate di capirmi, non insisterei sempre sul primato del privato sul pubblico in merito a queste iniziative. Da privato a volte provo fastidio a leggere certe affermazioni, perché mi immagino la reazione di qualche funzionario pubblico se leggesse. Quindi proporrei toni meno polemici verso gli enti pubblici e cercherei di dialogare perché so che una costruttiva collaborazione è possibile. Grazie e Buona Domenica a tutti :)1 punto
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Ragazzi, vedo che questa discussione langue da ben 7 mesi. E' vero che ne abbiamo sparate parecchie di cartucce, ma è davvero finita qui? Nessuno ha più acquistato un bel grosso medievale da mostrarci? Via, non ci credo... Perché poi non pensare ad una seconda edizione della giornata del grosso, magari assolutamente informale, in uno dei prossimi convegni? Che so, Riccione ad esempio, nei giorni precedenti il convegno commerciale vero e proprio si presterebbe molto come location e come ambiente. Io, nel caso, sarei disponibile a portare qualche moneta della collezione da mostrare agli amici e recupererei anche volentieri la "latitanza" dell'altra volta. Se ci siete, come si suol dire, battete un colpo! ;)1 punto
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Ciao , penso che ; i gradi di rarità son tutti da rivedere... almeno da quando è nato il "forum" ho visto postare più di una moneta (r 10) il che la dice tutta!! ovvio chi stila i cataloghi, magari guarda passaggi d`asta è altro. non può certo chiedere a tutti i privati, c`è anche da considerare che non tutti amano metterle in mostra.1 punto
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Io condivido la tua gioia numismatica...ma se ti pensi che sia anche un pelino geloso del fatto che tu l'hai già e io no ti sbagli di grosso. Io la collezione la vedo come un modo per rilassarmi...non come una caccia per sopravvivere o un lavoro nel quale si deve fare tutto e subito... Poi, ripeto, condivido la tua gioia e sono contento per te.1 punto
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Bellissimo! Noi lamonetiani della Campania potremmo organizzarci per fare uno stand con tutto il nostro materiale da proporre e scambiare o solo per incontrarci. Che ne pensate?1 punto
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ribadisco, che è del tutto non motivabile come cosa. circa quanto letto nella sezione legislazione, a legger bene, i problemi sono sorti per ben altri motivi dall'aver postato online in un forum una o più immagini di monete. non facciamo del terrorismo gratuito! come in tutti gli ambiti della vita, anche nel collezionismo esistono delle regole. seguendole si può stare tranquilli e con la coscienza a posto. l'immagine senza fattura non è il problema. come dice liutprand, l'importante è averla e non mostrarla qui! :)1 punto
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Ciao SorPazzo, attendiamo un'immagine, la P che vedi al dritto sta per Perger (Domenico), incisore della zecca di Napoli.1 punto
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ecco la mia analisi che permette di riconoscerne la falsità! Il littore buono è quello di lindap1 punto
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Credo sia ora di uscire dalla logica dei "BB" (o Spl, o qualsiasi altra conservazione), ossia l'abitudine di pensare che basti una sigla per affibbiare una valore ad una moneta. Esistono BB da 100 Euro e BB che ne possono valere di più, altri BB che ne possono valere la metà.... le monete serve vederle per poterle stimare, BB è una sigla commerciale che si usa per semplificare un concetto, ma non è un dogma da prendere come riferimento assoluto.....1 punto
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