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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/28/13 in tutte le aree

  1. Io ho 14 anni e ormai sono un NUMISMATICO da un annetto ma la mia passione è iniziata quando anni fa mio nonno mi ha regalato delle monete che aveva trovato .... Niente di che, tutta roba comune e di poco valore tranne alcuni 10 cent ape e 5 cent impero e spiga e una caravella ma capaci di farmi incuriosire sempre di più a questo mondo .... Ieri erano i miei primi 8 mesi su questo meraviglioso forum pieno zeppo di persone gentili a cui si possono chiedere informazioni che nn si conoscono,. Persino che regalano monete ... Insomma nn servono altre parole solo un grande GRAZIE e un augurio che questa "malattia"mi circoli ancora nelle vene...;)
    5 punti
  2. Grazie allo staff! Non meritavo certo io tutti questi riconoscimenti ...visto che da un po' mi intrometto in monetazioni di cui ho scarsissima conoscenza. Ma, comunque, ne sono onorato. Per "festeggiare" vi presento l'ultimo arrivo cui ambivo da anni, s'è presentata l'occasione e non ho potuto lasciarla scappare ... La storia è nota: alla morte di Galeazzo Maria Sforza, avvenuta per mano dei nobili milanesi il 26 dicembre 1476, subito arrestati e giustiziati, gli succede il figlioletto Gian Galeazzo che ha solo 7 anni, la reggenza spetta alla madre, Bona di Savoia, assistita da un consiglio il cui segretario, Cicco Simonetta, svolge un ruolo importantissimo e, di fatto, diventa il padrone di Milano. Per questa ragione Ludovico il Moro, fratello del defunto, si accorda con il re di Napoli per rovesciare il tiranno. Il 28 ottobre 1480, Cicco Simonetta è decapitato e Bona di Savoia esiliata. Gian Galeazzo nomina il Moro suo tutore e governatore del ducato di Milano fin quando, nel 1494, la sua morte (che la tradizione vuole avvelenato dallo stesso Ludovico, invece più probabilmente morì di malattia), farà del Moro, in quanto ultimo figlio di Francesco Sforza, il nuovo duca di Milano. Ludovico il Moro è per eccellenza un principe del rinascimento e vuol fare di Milano la “nuova Atene”, per questo spende senza esitare per far venire alla sua corte gli artisti, gli scienziati e i letterati più celebri d’Italia. Affida al Bramante il compito di rinnovare la chiesa di Santa Maria delle Grazie. La sua costruzione è appena terminata ma non è soddisfatto, vuole collocare alle Grazie il mausoleo che deve accogliere la sua spoglia e quella di sua moglie (la bellissima lapide marmorea sarà successivamente trasportata alla Certosa di Pavia). La famosissima “Cena” che Leonardo da Vinci affresca nel refettorio si inserisce in questo programma di messa in scena architettonica nella speranza di resurrezione della coppia principesca. Ma tutto questo dispendio di denaro si porta dietro una crisi finanziaria che nessuno riesce più a governare, in tempo di pace le spese della vita di corte fagocitano la metà del reddito statale mentre basta una necessità di finanziare una spedizione militare a far precipitare le finanze dello stato nel deficit. Così Ludovico il Moro intraprende una politica suicida: la sistematica alienazione dei redditi dello stato. Dal 1494 al 1499 sono più di 5000 persone che si impadroniscono dei proventi del ducato di Milano (in primis la gestione dell’acqua e dei numerosi varchi aperti nelle mura per nuove porte, accessi privati e cedimenti non riparati). Vi chiederete, cosa c’entra Genova in tutto questo? Beh, Genova era sotto il dominio degli Sforza e quel periodo è ricordato per la varietà e la ricchezza delle monete che spezzava una monotonia di tipi che durava da un paio di secoli. Eppoi la “chicca”: Nel 1498 Ludovico il Moro viene a Genova, accolto dal governatore Agostino Adorno. Al suo seguito c’è anche Leonardo da Vinci con altri ingegneri ducali. Sono incaricati di trovare rimedio contro i danni provocati dalle tempeste al Molo Vecchio e approntare le opportune difese in caso di attacchi dal mare. Testone Gian Galeazzo Maria Sforza sotto la reggenza di Ludovico Maria Sforza detto il Moro (1480-1494), Argento gr. 9,66 diametro 27 mm D/ (♗) IOGZ ✓ M ✓ SF ✓ VICECO ✓ DVX ✓ MLI ✓ SX, effige a destra in cerchio perlinato; R/: (♗)✓ LVDOVICVS ✓ PATRVVS ✓ GVBNANS ✓, effige a destra in cerchio perlinato; Contorno liscio.
    4 punti
  3. Indubbiamente al primo sguardo sembra si tratti di un fiorellino a quattro petali con bottocino centrale. Bisogna tener conto però che la croce presente sui denari di Ravenna non è una croce greca, ma una croce ritrinciata o fiorata. Non mi pare che per realizzare questa croce si utilizzasse un punzoncino apposito, perchè pur essendo una variante abbastanza rara ho visto crocette fatte in modi molto diversi e talvolta un po' sghembe. Ho l'impressione che i bracci fogliati fossero realizzati con 4 colpi di puntine quadrangolari, connessi poi con due trattini rettilinei incrociati. Le puntine quadrangolari si consumavano rapidamente e quindi si passa da una croce ritrinciata negli esemplari più nitidi a croci sempre più marcatamente fogliate man mano che le estremità diventano più tondeggianti. Del resto se lo scopo del simboletto è distinguere chiaramente un emissione dall'altra (per perseguire a distanza di tempo lo zecchiere truffaldino) è comprensibile utilizzare lunette, crocette, bisanti e stelle a 5-6-7 raggi; un po' meno utilizzare una crocetta a quattro bracci e una fiorellino a quattro petali con la stessa angolazione e posizione che con un po' usura diventano uguali. Le mie sono comunque considerazioni un po' estemporanee, basate sul poco di esperienza personale acumulata e magari esistono esemplari belli nitidi dove si vede indiscutibilmente un fiorellino!
    3 punti
  4. Rick non capisci l'importanza di questa cosa per gli italiani? Chissenefrega del ricarico di 45 euro. Voglio vedere come imposta l'accusa un Pm quando si troverà ad accusare il collezionista di turno nella cui collezione sequestrata ci sono monete acquistate ai Musei Capitolini con tanto di ricevuta e garanzia...
    2 punti
  5. SB 1652 Michael II and Theophilus, AE Follis, Syracuse. 820-829 AD. mIXAHL S ThOE, Michael, wearing crown and chlamys with short beard on the left and Theophilus, wearing crown and loros, no beard, on the right, busts facing / Large M, cross above, theta below. SB 1652, DOC 21. Text
    2 punti
  6. Mario buona domenica a te ed al forum, in effetti sviato da altri interessi contingenti di stampo squisitamente scientifico ho tralasciato per un po’ di seguire “La Moneta” ma adesso con la calura estiva e quel po’ di tregua che ne consegue, eccomi a bomba. Piano con i complimenti, fanno sempre piacere; ma… desidererei invece riprendere il concetto lasciato trapelare nel precedente breve intervento; potrebbe sembrare un andare contro corrente, riduttivo, un nonno che non dà, che non getta il lamo che non offre segreti, un vaso di Pandora da cui chissà quante e quali meraviglie possano uscirne: basta togliere il tappo, aprire la scatola, quando il “Decuius” sarà sceso agli Inferi. No Mario, non mi piace questa filosofia del “Quando non ci sarò più, ti ricorderai di me” la ritengo inutile, anacronistica, sorpassata. Hai mai guardato il cielo stellato? Sicuramente si, magari in momenti romantici e forse ti sarai anche posto il quesito di quanto durerà il sole e questa “palletta” che gli ruota attorno. Certo è dura digerire “Pulver est..” ed inanimata cosa tornerai, forse è proprio per questo che ci siamo inventati un’anima, un risorgere futuro…chissà quando, con la consolante volontà di immortalità. Una certezza è che agli inizi del secolo scorso si volava, per la prima volta, su ali di tela ed epocali sono state la traversata dell’Atlantico o delle Alpi, in questo caso da parte di Geo Chavez ( se ti avviene di passare in quel di Domodossola è indicato un campo dove un cippo ricorda il rovinoso atterraggio del trasvolatore del Sempione) Alla fine del secolo le cose erano ben diverse e con la “Guerra chirurgica” gli aerei invisibili e non solo ( sembra copiati agli extraterrestri) sono stati in grado di raggiungere obbiettivi sempre più precisamente individuati, gli UFO poi a sentir il Prof. Malanga, sono una realtà incontrovertibile…chissà se prima che il nostro astro evolva in altra forma, lo spirito di conservazione della specie già non sia in grado di acquartierarci su un altro pianeta a questo simile o che ci consenta di continuare a vivere, come Temistocle traslocò a Salamina gli ateniesi prima che giungessero le truppe dell’achemenide Serse. Dunque bando alle malinconie e prima di morire, anima o non anima, cerchiamo di trasmettere, adesso che ancora possiamo, la ricchezza delle nostre conoscenze ai figli, ai nipoti a chi, tra coloro che ci stanno attorno, vorrà accettare la nostra voce e non lasciamo che sia lo spazio del dopo di noi ad annebbiare o modificare il nostro pensiero. I libri, le monete sono tra ciò che rimane di tangibile del nostro essere od essere stati; la nostra storia da cui attingere, già nell’attualità, per proiettarci verso quel futuro che la “conservazione della specie” ci fa piacevolmente ipotizzare. La cultura è patrimonio di tutti e le monete, anche se proprio non in “fior di conio” o confezionate in materiali non “nobili” sono cultura che ci parla con un linguaggio che chi ha imparato a conoscere ha il dovere morale di tramandare ai più giovani; un aneddoto e poi chiudo. Qualche anno fa ero in compagnia di un amico a visitare una delle solite mostre: Filatelico – numismatiche e mentre chiacchieravamo del più e del meno sull’argomento numismatica, l’orecchio ci fece volgere lo sguardo verso una vicina bacheca dove due signori ne osservavano attentamente il contenuto… “ Bella la conservazione di questi denari!” “Non sono denari signore, sono antoniniani” osservava con l’irriverente impertinenza propria dell’età, una bimbetta di sette anni che era nelle vicinanze. “E tu come lo sai” “ Me l’ha detto mio nonno, vede attorno alle teste non ci sono le foglioline di alloro, come nei fegatini di maiale; ma la corona radiata del sole…quegli spunzoni che si vedono sono i raggi del sole”… Ci siamo guardati in faccia poi. “ Un poteva esse’ altro che la tu’ nipote” e giù una salutare, sonora risata tra gli sguardi severi di disapprovazione di chi ci stava attorno Ciao Mario e buona domenica da nonno cesare
    2 punti
  7. Va bene tutto quanto sopra, ma a volte leggo anche risposte stizzite e altezzose da parte dei "vecchi" del forum nei confronti dei nuovi che si affacciano... Il bon ton dev'essere bidirezionale! :P
    2 punti
  8. della serie: voglio posso e comando... si prega, per educazione, di scrivere un piccolo saluto come "buonasera" ecc http://www.ebay.com/itm/Medieval-Islamic-Ilkhanid-Period-Gold-Dinar-Coin-1323-AD-/390621446061?pt=LH_DefaultDomain_0&hash=item5af2da3fad
    2 punti
  9. Quando pensiamo alle officine monetarie dell'antichità classica, siamo portati ad immaginare delle strutture ben definite ed organizzate, espressione e strumento di un'autorità politica ben definita, ben localizzate geograficamente. Certo, per quest'ultimo aspetto, con le dovute eccezioni: nel caso in cui campagne militari portino il fabbisogno di moneta lontano dal centro di emissione e problematiche di carattere logistico facciano si' che sia più conveniente la produzione in loco (con officine monetarie mobili al seguito degli eserciti o con l'appalto di produzione monetaria a zecche locali) o nel caso in cui il potere politico sia frammentato e "mobile", come in occasione delle guerre civili. Ben conosciamo inoltre il fenomeno che, in Magna Grecia ed altrove, faceva si' che incisori prestigiosi migrassero da una polis all'altra, per offrire i propri servigi di altissimo livello artistico (e quindi lustro) alla zecca locale. Sulla base di tali dinamiche, caratteristiche delle monetazioni magnogreche, puniche e romano-repubblicane, siamo istintivamente portati a pensare che il funzionamento delle officine monetarie, la loro eventuale mobilità e la relazione con l'autorità emittente, fosse più o meno generalizzata anche in contesti contemporanei più marginali che dal mondo classico mediterraneo avevano mutuato il concetto stesso di moneta, quale ad esempio quello celtico. Utilizzando chiavi interpretative "classiche", in passato si é avuta qualche difficoltà a leggere alcuni fenomeni caratteristici di tali monetazioni, quali ad esempio le (rare) condivisioni di coni nell'ambito di emissioni di popoli diversi, oppure l'identità a livello di struttura formale delle impronte caratteristiche di monetazioni diverse, in cui la struttura del disegno rimane la stessa e cio' che cambia sono alcuni elementi della rappresentazione (quale ad esempio quello che puo' essere considerato il "simbolo" dell'autorità emittente, l'animale totemico, con cinghiali, orsi e lupi che si contendono lo spazio centrale in tondelli per tutto il resto formalmente identici). Il rompicapo dato da tali caratteristiche "unitarie" di monetazioni chiaramente afferenti a tribu' celtiche diverse, in passato ha fatto si é che si proponessero ipotesi interpretative secondo le quali tali emissioni fossero realizzate centralmente da ateliers monetari federali, mutualizzati tra le diverse tribù. Certo é che se cosi' fosse dovremmo presupporre un livello di organizzazione politica che, se ben puo' adattarsi ad alcune realtà storiche del mondo mediterraneo, trova qualche difficoltà ad essere applicato al mondo celtico, quanto meno per come lo conosciamo. Un interessante articolo di Michel Feugère (di cui riporto il link in fondo al post) getta forse una luce su questi fenomeni, dandoci nel contempo gli elementi di base per una diversa chiave interpretativa, questa volta non basata su un metro "classico", ma su dinamiche locali di cui emerge evidenza archeologica. L'articolo é in francese, per cui ne riporto per sommi capi i contenuti. Tratta del ritrovamento nel Lot (Francia sud-occidentale) di un deposito di utensili appartenenti ad un atelier monetario: tre coni di martello, un conio di incudine, la testa di una mazza in ferro, alcuni parallelepipedi in ferro recanti coppelle ed una sorta di scalpello a punta piatta. Il deposito era originariamente nascosto sotto delle lastre di pietra, in una zona non urbanizzata, nel territorio dei Cadurci, ma a poche centinaia di metri dal corso d'acqua che costituiva il confine tra il territorio dei Cadurci e quello dei Lemovici. Le impronte dei conii si riferiscono a monete attribuite ai Lemovici. Al di là degli interessanti elementi di ordine numismatico e tecnologico offerti dal ritrovamento, uno spunto di riflessione più generale si impone. Riporto, tradotta, la considerazione finale dell'articolo: "L'area geografica della scoperta interroga al tempo stesso il numismatico e lo storico: sebbene si sia osservato spesso che i conii monetari si ritrovano più o meno lontano dalla regione dove si pensa che sono stati utilizzati, il ritrovamento di Comiac, effettuato giusto al passaggio della frontiera, ma all'esterno del territorio dei Lemovici, ci parla probabilmente dello statuto degli artigiani monetari: artigiani itineranti, non ne dubitiamo, che potevano mettere la loro abilità al servizio di diversi emittenti di cui riproducevano allora i simboli politici e religiosi. Ma se gli uomini viaggiavano, i conii non avevano utilità all'esterno del relativo territorio. Forse é proprio per questo, per mettere da parte un'attrezzatura destinata alle emissioni lemovicie, che questo deposito è stato nascosto precisamente in territorio cadurco. L'artigiano che doveva ricuperarlo, il giorno in cui l'emittente lemovicio gli avesse passato un nuovo ordine di monete, non è potuto ritornare a recuperare il suo bene. Sono queste circostanze impreviste che ci consentono di trovare oggi, a Comiac, un insieme tanto eccezionale." Aggiungo qualche considerazione personale. Innanzitutto l'eccezionalità del ritrovamento si riferisce soprattutto alla sua localizzazione in un'area di confine tra due tribu': i ritrovamenti di conii in Gallia transalpina non sono infrequenti e sono quasi sempre caratterizzati dal fatto di collocarsi in aree rurali, lontane dagli insediamenti, ed al di fuori dei territori di emissione delle monete che ai conii stessi si riferiscono. Altri ritrovamenti di materiali di "officina", con caratteristiche simili a quelle di Comiac, sono conosciuti, per quanto non ancora pubblicati. La figura dell'artigiano itinerante, che si sposta con tutto il suo armamentario (per poter effettivamente coniare gli manca solo la forgia, che puo' facilmente trovare in ogni oppidum), se distante dalle esperienze della civiltà classica fa venire immediatamente alla mente alcuni tradizioni protostoriche, quali ad esempio quella che vedeva, nella cultura terramaricola, gli artigiani fonditori muoversi lungo gli itinerari della Val Padana, per fornire i propri servigi (la produzione di utensili in bronzo) di villaggio in villaggio. Che il ritrovamento di Comiac, con annessi e connessi, possa fornire qualche chiave di lettura anche per i fenomeni monetari celtici "nostrani"? http://www.academia.edu/1174931/Le_depot_de_coins_monetaires_gaulois_de_Comiac_Lot_DT_3416_et_3425
    1 punto
  10. Cari amici, vi inoltro la locandina di un conferenza di araldica che si terrà sabato 17 agosto 2013 nel Teatro Comunale di Campofilone (prov. di Fermo): La bella cittadina marchigiana è nota in tutt'Italia (e non solo) per le sue ghiotte tradizioni gastronomiche, e in particolare (ma non solo!) per i famosi maccheroncini. Meno nota è la sua storia. Ma è una storia di tutto rispetto, specialmente dal punto di vista religioso. Infatti la locale parrocchia di San Bartolomeo gode tuttora del titolo di Abbazia, perché almeno dal Cinquecento è affidata a un abate commendatario. Nei suoi ambienti è ospitato un museo archeologico-liturgico, tuttora curato con passione e competenza dal parroco-abate don Vincenzo Galié. Particolarmente interessante è la sala degli stemmi, affrescata a inizio XX secolo con 24 stemmi degli abati: molti di famiglie nobili, talune di grande notorietà, e alcuni erano cardinali. La conferenza prende spunto da questi stemmi, e dagli altri conservati nel museo su lapidi e paramenti, per seguire i "fili rossi" della storia e dell'arte che l'araldista M. C. A. Gorra (collaboratore fra l'altro del Giornale della numismatica) dipanerà da essi. Tanti piccoli viaggi nel tempo e nello spazio con i quali, come dice il sottotitolo della conferenza, l'araldica dimostrerà il suo valore di strumento interdisciplinare. L'inizio dell'evento è fissato per le ore 21. Ingresso gratuito.
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  11. Ho trovato questo littore al prezzo di 72€ su Sixbid.. è possibile che chiedano così poco? Non è al massimo della conservazione ma pensavo almeno 100 € in più... secondo voi è possibile?
    1 punto
  12. A che punto sono i lavori di catalogazione di questi beni? Quanto è stato fatto per l'archiviazione delle monete dei musei statali e quanto per le altre collezioni pubbliche come quelle delle regioni autonome e dei musei civici? Abbiamo un elenco degli enti conservatori e la consistenza di questo patrimonio? Quale percentuale di questo materiale è stato catalogato? Qual'è la situazione negli altri paesi europei? Leggendo i contributi presenti sul sito istituzionale www.numismaticadellonstato.it si vede un inizio di lavori sulla conoscenza e sulla catalogazione, ma siamo appena agli albori. Concordo pienamente sulle parole presenti su questo portale: Il patrimonio rappresenta la memoria della Comunità nazionale e del suo territorio. Conoscerlo è un diritto, tutelarlo un dovere.
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  13. buonadomenica a tutti........l'estate e mezzo morto...... :lol: .....ma allora.......che caldo....!!!!!... :lol: ......e un primo gusto di l'inferno.......!!!... :lol: vi presento oggi un posto che si trova al estremita nordo del golfo di aiaccio.....un punto di isola........!!!......in pieno alto mare........!!... :D
    1 punto
  14. La valuta Euro è nata il 1 gennaio 1999 e le vecchie valute nazionali sono spirate, estinte, defunte il 31 dicembre 1998. Il 1 gennaio 1999 esisteva una sola valuta, l'Euro, mentre la Lira e tutte le altre non esistevano più. Ma il 1 gennaio 1999 io avevo ancora in mano e potevo spendere le monete con scritto "Repubblica Italiana" e le banconote con scritto "Banca d'Italia". Come mai? Non perchè la Lira dal 1999 al 2002 esisteva ancora e affiancava l'Euro ma perchè quelle monete e banconote dal 1 gennaio 1999 sono state trasformate per legge in suddivisioni non-centesimali dell'Euro: in pratica erano anche quelli Euro, per la precisione sue frazioni in contanti. Dunque, il discorso che faccio io è questo: chi vuole collezionare Euro a 360° in realtà dovrebbe o potrebbe anche collezionare quelle sue frazioni. Una moneta da 100 lire del 1973 o una banconota da 1000 Lire di Maria Montessori o una Banconota da 50 Franchi francesi con Sanit-Exupéry (ad esempio) rientrano nella categoria, perchè erano in corso il 31 dicembre 1998 e quindi il 1 gennaio 1999 sono diventate Euro, frazioni. La 100 Lire frazione dell'Euro col valore di 5 cent, la Montessori una frazione col valore di 52 cent, quella francese non so perchè non ricordo la parità fissa Franco-Euro. Una moneta da 10 lire del 1949 o banconota da 1000 lire di Marco Polo o quella da 50 franchi di Quentin de la Tour invece non rientrano nella categoria, perchè il 31 dicembre 1998 erano già fuori corso da un pezzo: non sono mai state trasformate in frazioni non-centesimali di Euro.
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  15. Buonasera @@eurolandia1, ti informo che la sezione "Scambi Euro" non è il posto adatto per aprire una "razzia" né per promuovere il proprio libro; sarò pertanto costretto a chiudere il presente topic. Poiché da Regolamento non è possibile far pubblicità a propri oggetti già messi in vendita su altri siti, ti consiglierei al massimo di contattare l'Amministratore o un suo vice e di chiedere se è possibile fare questo tipo di promozioni facendoti eventualmente indicare la sezione più adatta. Grazie per la collaborazione, sagida
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  16. Ah.ok ..non sapevo :P Grazie ancora Ciaooo :) Leonardo
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  17. Hai proprio ragione Giovanna Quanta ipocrisia vedo in giro...........
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  18. visto che siamo d estate vi posto una selezione di notizie che mi ha fatto molto arrabbiare ma voi pensate veramente di uscire dalla crisi con un apparato statale / burocrtatico del genere ? http://www.corriere.it/economia/13_luglio_26/esselunga-novara-burocrazia-ispettori-operai_960024f6-f5b0-11e2-8279-238a68ccdabf.shtml http://www.corrierediragusa.it/articoli/cronache%20regionali/palermo/22890-nove-milioni-ai-dipendenti-del-118-per-starsene-a-casa.html questa mi ha fatto ridere perchè da me una cosa del genere proprio non esiste , se uno sta a casa lo licenziano e nessun sindacato si lamenta anzi..... qui addirittura la corte dei conti http://www.lanazione.it/viareggio/cronaca/2013/07/23/924021-forte-marmi-pontile-recintato.shtml ma le varie polizia , carabinieri , guardia di finanza , polizia locale , polizia provinciale cosa fanno ? ma voi pensate che a istanbul berlino londra o parigi vi potete mettere a fare il venditore abusivo ? http://estory.corriere.it/2013/07/23/colpo-di-scena-riparte-il-wi-fi-pubblico/ chi è quel genio che ha inserito la multa da 30.000 a 150.000 euro se uno non usa un installatore profesionale per wifi quando ho fatto la mia rete wifi a casa ci ho messo ben 30 minuti non essendo pratico e dovendo collegare ben 3 cavi ! e 10 minuti per mettere la password e settare il modem...... ma voi veramente pensate di riuscire a uscire dalla crisi con una mentalità del genere ? di burocrazia asfissiante e attenzione maniacale al cavillo ?
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  19. non sono molto esperto ma... è un soldo di Mantova...
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  20. tanti saluti fra......sono momenti indimenticabile..........e con una certa nostalgia mi le sono ramentati.......!!.... :lol:
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  21. ......in protezione del passaggio.......la torra "della sanguinare di terra"...ella edificata nel 1608.........su un sospetto di isola,legatta a la terra,da un braccio abbastanza largo..........i commisari Genovesi caccigiavanno ne i tempi cervi e cinghiali........i cani le ribativanno versso la peninsula,e cosi ,presi incappiatti,eranno ucisi.....le bestie spaventate si butavanno allora in acqua,troncati da lo sforzo della scapatta............trapola naturale messa alla disposizione del genio umano....... :o ....ma questi eranno altri tempi.....ed altra manera di vivere,oggi e un posto di spasseggiata stupendo che vi consiglio di visitare........ecco......peccato foto di cellulare....... :lol: .....che spero vi aver piacciuto........tanti saluti a tutti....e buone ferie....... :lol:
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  22. Non autentica! Di questa tipologia sono stati emessi soltanto conii in oro. Dino dino........mhmhhh Portala a Catania che vediamo se almeno e' in argento :D Saluti
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  23. In questa discussione è meglio che non intervengo più dopo questo post, dopo averne letti alcuni mi sto quasi sdraiando per terra dalle risate, non vorrei poi sentirmi male... :rofl: :rofl: Bon Ton a tutti e specialmente a chi è convinto di non dover imparare nulla e magari ha dimenticato episodi, pesantini, successi un po' di tempo fa in chat. Giò
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  24. Ciao, purtroppo bastano queste foto per capire che si tratta di una famosa patacca omaggio della Parmalat, risale agli anni 80 del XX secolo. La trovi al n.2 di questa lista: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/ParmalatMisterDay/dettaglio.html Valore affettivo, se ne ha. Ciao, Exergus :)
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  25. A me non danno una buona impressione...... ad es la prima corrisponde ad un Aureus di Settimio Severo come questo RIC 295, Aureus Septimius Severus AV Aureus. 201-202 AD. SEVERVS PIVS AVG, laureate head right / VICT PART MAX, Victory advancing left, holding wreath & palm. Cohen 743. Text
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  26. Buona Domenica Innanzitutto vanno a Daniele i miei complimenti. Con le sue discussioni, i suoi interventi e la sua sapienza, è una colonna indiscussa del forum. :clapping: Giusto rendergli merito. Poi un commento relativo al Moro. E' Marin Sanudo che, nei suoi preziosi diarii, ce ne parla a proposito della lega stipulata tra Venezia, il papa Alessando VI, l'Imperatore Massimiliano d'Asburgo, Ferdinando d'Aragona, Enrico VII d'Inghilterra e Ludovico il Moro, duca di Milano, alla data del 31 luglio 1496, scrive: ... in questo tempo ed ducha Lodovico de Milano, vedendosi in gran reputatione et in amicicia molto con venitiani, per dimostrar da lui veniva la guerra e la pace, fe' depenzer sopra alcune barde un moro ch'è 'l suo cognome, el qual teniva el mondo in man et pareva volesse cader, et lui lo teniva suso; con lettere atorno che diceva: Pur che 'l voglia. Ma non voglio restar di scriver come alcuni saputi, non havendo a bene questa tal ut itam dicam (come dicono) arogantia, li fece a l'incontro questo verso: El tuo voler sarà la tua ruina, quasi dicat che 'l preffato ducha andarà tanto facendo far novità in Italia, che potria succeder di lui quello 'l non vorrebbe, maxime hessendo odiato da tutti li soi popoli. saluti luciano
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  27. @@dizzeta Ti assicuro che i riconoscimenti sono meritatissimi :). Sei una pietra miliare di questa sezione e non solo. Lo spunto della tua ultima interessante discussione ne è la dimostrazione. Cari saluti
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  28. Sanni le legende come sappiamo possono anche variare, di R in + di DG in + o viceversa ed altro tipo caratteri di punteggiatura e via discorrendo, su queste monete se ne trovano in quantità, basta dare un'occhiata al CNI.....non è che puoi trovare perfettamente la tua moneta Il 1633 non può essere, per certo, e ti ho spiegato i motivi del perché, Orazio Celentano non era Mastro di Zecca, e poi il PR 60 reca la S del Mastro di Zecca, del 1636 tipo MIR potrebbe ma solo se recasse la data sotto, e qui mi sembra non esserlo, di tutta la disamina fatta sopra e dopo aver apportato le opportune modifiche, cosa rimane ? il 1635 se presupponiamo che abbia la data nel giro. Ciao Sanni............io sono di questo parere.
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  29. La serie dei testoni milanesi sono un must del collezionismo, il ritratto diventa parte integrante e di impatto della monetazione, io ho sempre pensato che il look nasce con queste monete. Questa poi che hai postato con le immagini del nipote Giovanni Galeazzo Maria e lo zio tutore Ludovico è molto simbolica perché rappresenta un passaggio nella dinastia sforzesca. Hai parlato di Leonardo da Vinci, in effetti il binomio Leonardo -Ludovico sarà premiante per entrambi e per la città. Ludovico amava contornarsi di abili e bravi artisti, Leonardo realizzò molto per Milano e fu ben pagato e ricompensato. Una sola volta decise di non essere pagato, chiese un terreno a Ludovico e lo ottenne, un terreno per fare un orto e mettere delle piante da frutta. Oggi è visibile ancora entrando dal Palazzo delle Stelline in Corso Magenta, dopo l'ultimo chiostro si vede ancora l'orto di Leonardo di fronte a Santa Maria delle Grazie. Un aspetto di una Milano nascosta da ricordare e rivalutare, un aspetto di un Leonardo da Vinci, da pochi conosciuto.
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  30. Il libro è questo? http://www.ibs.it/code/9788862720670/falzone-rino/segreti-dell-euro.html E con questa razzia a quanto verrebbe il libro?
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  31. Direi che è proprio il contrario. Il nostro paese dipende dalle importazioni di materie prime; con il petrolio ed il gas alle stelle, la nostra produzione andrebbe a rotoli, per non parlare dell'impennata dei prezzi di benzina, riscaldamento, medicinali... Verissimo che non remiamo tutti dalla stessa parte: la crisi è devastante nei paesi, che hanno fatto l'impossibile per andare in crisi...
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  32. Tengo a sottolineare solo che prendo quella del 1912 perché mia figlia è nata nel 2012 e volevo prenderle una moneta BELLA che abbia un secolo più di lei ;)
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  33. niente argento!!! garantito ! medagliette da ciotola !
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  34. Molto gradevole concordo SPL+ ...La differenza è minima tra D/ e R/ (capelli RE e piume zampe aquila sono quelli leggermente usurati)
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  35. ciao, a tale proposito ho raccolto un aneddoto verbale che vi trasmetto pari pari, senza sapere se corrisponde a verità. Pare che i genovesi oltre a vendere il diritto di issare la bandiera crociata, abbiano venduto le spoglie di s. Giorgio e del drago. pare inoltre che il secolo scorso gli inglesi abbiano fatto la tac al "drago", scoprendo che era un coccodrillo con l'artrosi.
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  36. Grazie a tutti per le risposte Il dubbio che ho è se faccio veramente un'affare a prenderla o meno considerando che a me interessano quelle del 1912 perchè ho visto che in conservazione qSPD o SPD le 2 lire 1912 le vendono a circa 100 euro.... avrei visto questa sempre per 30 euro ma mi pare meno bella di quella del 1916....che dite?
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  37. Taglio: 1 euro Nazione: Irlanda Anno: 2010 Tiratura: 1.082.716 Condizioni: qSPL Città: Milano
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  38. Devo dirVi una cosa. Fino a qualche anno fa pensavo anch'io che il patrimonio numismatico pubblico non fosse conosciuto e sfruttato in modo adeguato. E, come molti collezionisti, ero indignato da questa situazione. Be', sbagliavo. Da qualche anno sto frequentando spesso una nuova realtà numismatica (nuova per me). Sto collaborando con numismatici ''strutturati'', con musei, insomma con un mondo che non conoscevo e che criticavo senza conoscerlo. Certo non tutto funziona a meraviglia, ma Vi assicuro che nella numismatica pubblica ci sono persone competenti, capaci e collaborative. E l'iniziativa della direzione del Museo Nazionale Romano di pubblicare la collezione Reale lo dimostra in pieno. Tali iniziative sono utili a tutta la Numismatica italiana e meritano un plauso da parte di tutti i collezionisti. Spero che si possa instaurare un clima nuovo proprio grazie alle persone di buona volontà e che tutta la Numismatica italiana possa tornare a ricoprire un ruolo importante anche a livello internazionale. Spero con tutto il mio cuore e con tutta la mia passione che pubblico e privato possano collaborare proficuamente per questo. Arka
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  39. per me non è un decanummo di giustino o giustiniano...... non ero intervenuto per vedere se altri azzardavano delle ipotesi per me o è una bizantina strana tarda oppure un qualcosa di strano del periodo barbaro V-VIII secolo boh
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  40. non è detto....a volte gli è proprio mancato un esempio a cui rifarsi...o qualcuno che li riprendesse quando sbagliavano....per cui, un rimbrotto qui sul forum potrebbe fare lo stesso la differenza...se non altro gli si accenderebbe una lampadina che gli farebbe prestare attenzione al perché sono stati ripresi...
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  41. Bello il confronto tra @@mariov60 e @@lollone. Una collaborazione che rende la discussione molto interessante. Complimenti a Miro per l'intrigante moneta che ci ha mostrato. Saluti
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  42. ciao Miro, mi sembra che sia molto simile a questo: http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=466396 che dici? Io direi che sitratta della crocetta. Inoltre il giglio nel grosso a me sembra piuttosto differente se intendete questo qui sotto: http://www.mcsearch.info/ext_image.html?id=985038
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  43. Soldo di Piacenza per Ottavio Farnese. MIR 1129, CNI 41 - 46 dritto: OC FAR PLA ET PA D II verso: COMV PLAC in esergo le sigle ...nella tua resta la C finale (potrebbe essere PC, SC, AC) ciao Mario
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  44. Vuoi che io racconti una storia che tu e tanti altri ben conoscete ? Va bene, ci provo, ma tu mi dovrai correggere nei miei errori, OK? iniziamo: siamo nel 1367, dopo circa sessant’anni di “cattività avignonese” Papa Urbano V decideva di ascoltare le suppliche delle Sante Caterina e Brigida e le esortazioni di quegli italiani, tra cui il Petrarca, che spingevano per il ritorno del papato nella Città Eterna. Imbarcatosi con (quasi) tutta la sua corte a Marsiglia, Urbano V sbarcò sulle coste laziali i primi di giugno, si diresse in seguito a Viterbo dove passò l’estate, solo ad ottobre fece il suo ingresso trionfale a Roma. La città che trovò era in disfacimento e per molti aspetti fatiscente, appena arrivato decise che era arrivato il momento di rimettere a posto le cose facendo capire a urbi et orbi chi avrebbe comandato a Roma da allora in poi. Fino ad allora a Roma le monete erano un’emissione senatoriale, quale mezzo di propaganda migliore poteva essergli offerto? Fece perciò coniare un grosso identico nel dritto a quello che si batteva ad Avignone ed al rovescio, attorno alle chiavi decussate: “FACTA IN ROMA” ma non era sufficiente, serviva una moneta di rottura con quelle emesse fino a quel momento dal Senato romano ed ecco allora che fece coniare la moneta che vi ho presentato, una novità assoluta per Roma, una moneta che stava avendo un buon successo ossia un bolognino (grosso) del tutto simile a quello che si batteva nella città felsinea già da 30 anni come multiplo dei preesistenti bolognini piccoli (denari), quello romano però riportava al dritto il busto idealizzato del Papa ed al rovescio la classiche quattro lettere a croce “ URBI “ con in legenda chiaro e tondo (beh, si fa per dire!!) IN ROMA, il messaggio era inequivocabile: i papi erano tornati e da allora in poi a Roma avrebbero comandato loro. In realtà le cose non andarono precisamente così perché Urbano V, spinto dai cardinali francesi, fece presto ritorno ad Avignone nonostante l’avvertimento di Santa Brigida che gli aveva pronosticato una rapida fine se fosse tornato in terra di Francia, infatti dopo tre mesi forse un attacco di malaria fulminante pose fine all’esistenza terrena di Urbano V. Il suo successore Gregorio XI riportò nel 1376 definitivamente la sede del papato a Roma ma questa è un’altra storia! Quello che a noi interessa è che queste monete furono le prime di una serie di emissioni che, tra alti e bassi e con qualche interruzione, sarebbe giunta fino a Pio IX ed alla breccia di Porta Pia per continuare, dopo il Concordato e limitatamente al piccolo Stato della Città del Vaticano, fino ai giorni nostri. Ho detto bene ? ;)
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  45. Si tratta di un 50 ore 1944, Norvegia.
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  46. Non c'è di che. Giampiero La data su questa medaglia è l’anno di nascita (e anche della morte) di Leopoldo Giovanni d’Asburgo, arciduca d’Austria (Vienna, 13 aprile 1716 – Vienna, 4 novembre 1716), il primogenito dell’imperatore Carlo VI d’Austria e di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel nato alla coppia imperiale dopo otto anni di matrimonio. Purtroppo l’erede al trono visse soltanto sette mesi. L’anno dopo, nel 1717, nacque la secondogenita e prima delle figlie femmine Maria Teresa, che divenne erede al trono in virtù della Prammatica Sanzione promulgata nel 1713 da Carlo VI per assicurare la successione ai suoi discendenti diretti. Maria Teresa avrebbe sposato nel 1736 il duca Francesco Stefano di Lorena dando inizio alla dinastia degli Asburgo-Lorena che continuò a governare sull’Austria per altri due secoli. Ancora oggi l’imperatrice è ricordata attravreso la medaglia teresiana dell’Università di Pavia oggetto di una mia recente rivisitazione nella discussione ‘Medaglie degli Atenei italiani’ http://www.lamoneta.it/topic/99858-medaglie-degli-atenei-italiani/page-6 . Com’è piccolo il mondo! La nascita della famosa Biblioteca dell’Università di Pavia affonda le sue radici nel progetto di riforma del sistema d’istruzione pubblica e universitaria da avviato da Maria Teresa nella seconda metà del XVIII secolo. apollonia
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  47. Eccomi, allora la Marconi da 500L è partita questa mattina in regalo (il destinatario sa chi è, quindi non sto a dilungarmi troppo). Il quarto di dollaro del 1943 andrà in regalo al ragazzo che mi ha scritto in privato questa mattina (anche in questo caso lui sa benissimo chi è quindi non mi dilungo nello scrivere). Come ripeto ed ho ripetuto pià di una volta, al contrario di quello che pensa Enigma, io queste monete volevo regalarle.... poi qualcuno mi ha detto pensaci... occhi a chi le regali.... fai una cernita... ed allora ho detto stop. Poi sei uscito tu in MP e mi hai chiesto quanto voglio per tutto il pacchetto.... ti ho risposto per bene, dicendo chiaramente che non sapevo assolutamente quanto valevano quindi non potevo farti un prezzo di partenza. Hai insistito su questo punto per pià di una volta ed allora ti ho detto un prezzo puramente inventato (in cui ho messo dentro le cilene quelle del principato e quelle delle antille olandesi) chiedendoti di fare un prezzo su quello che io (da ignorante patentato di questo hobby) ho fatto. A quel punto hai detto che non se ne faceva più nulla. Sono stato scorretto per questo? Non lo so.... Io sono sicuro di una cosa.. una moneta che valeva qualcosa (seppur poco) è in viaggio verso un ragazzo che mi è stato subito simpatico... un altra parte domani... e per tutte e due non ho chiesto una lira. Non sarà come sembra... ma forse non è nemmeno come tu dici....
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  48. e se invece di buttare soldi in commemorative moderne emesse a premio che poi si deprezzano ti comprassi una moneta pre 1850 in qualche asta ? per esempio gli scudi dei cantoni svizzeri oppure i talleri tedeschi costano meno di emissioni commemorative destinate ai soli collezionisti e rischi anche di avere un investimento migliore nel lungo periodo
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  49. Non è nulla di sorprendente e si tratta di un modello di fibula a cerniera abbastanza comune, anche se è sempre interessante la buona conservazione e la leggibilità della scritta AUCISSA. Si tratta di un modello adottato prevalentemente in ambiente militare e infatti viene rinvenuto soprattutto in corrispondenza di accampamenti militari (castra) e praticamente in tutto il mondo romano, dalla Spagna fino all’Asia Minore, specialmente durante la prima età imperiale. Il nome AUCISSA è quello del fabbricante, di origine celtica, che appare iscritto in una specie di targhetta ottenuta sulla testa, proprio sull'attacco della cerniera, su molti pezzi. Questo tipo tipo sembra sia stato prodotto soprattutto in Italia settentrionale nell'ultimo quarto del I sec. a.C., per poi diffondersi del I sec. d.C., specialmente in area provincial, grazie anche alla sua buona qualità. Non sorprende quindi un suo ritrovamento in Spagna, grosso modo al tempo di Augusto o di Tiberio (anche per il buon stato di conservazione).
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  50. caro Forco83 penso sia questa, anzi sono quasi certo come puoi vedere hanno queste caratteristiche: D/ la testa di Ercole coperta dalla spoglia leonina (che crea molto gonfiore, come la tua moneta) R/ la figura seduta è Apollo (non una donna come pensavo e pensava "gpittini"); se vedi è comunque identica la scritta a sinistra, SELEUCOS in greco e la scritta a destra, BASILEOS sempre in greco Ti invio due altre scansioni più chiare, sono migliori per il confronto con la tua qui tornano anche il peso ed il diametro ciao Pietro
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