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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/10/13 in tutte le aree
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.. Qui Saturno, confermo collisione con secondo anello...stop Palloncini distrutti..stop Secondo anello intatto..stop :lol:4 punti
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Intanto ringrazio anch'io tutti per l'attenzione e la competenza che mettete al servizio della numismatica. La H misura 4,00 mm di altezza 5,00 mm di larghezza, non riesco ad essere più preciso, inoltre rimisurando la moneta è 12,00 nella parte più stretta, e 13,00 nella più larga. Ecco le immagini di confronto con un altro denaro. Voglio farvi notare lo spessore e l'altro particolare allegato con la C al rovescio che ha un cuneo all'interno come se fosse un T a fungo.3 punti
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Ciao a tutti, Ringrazio anche io tutti partecipanti tra cui Francesco e Marco per la conferenza. Un mio desiderio sarebbe di farne un'altra ma questa volta con il microscopio stereo in sala, direttamente collegato la PC, analizzando i falsi in diretta. Comunque la conferenza é stata ripresa, perciò a breve posteremo tutto il video dell'evento. Ciao a tutti3 punti
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Connessioni... la mia parte preferita della moneta raccolta. Abbiamo trovato una scatola di vecchie lettere e immagini che erano appartenuto alla mia bisnonna. Apparteneva al mio bisnonno troppo, ma è morto anni prima ero nato e non ero abbastanza fortunato a conoscerlo. Una delle cose arrotolate nella casella che mi interessava di più è venuto da un successivo capitolo della loro vita insieme: Articoli simili devono ancora esiste in molti altri paesi, ma questo piccolo banner—nelle sue varie forme—è stato un appuntamento fisso del 1940s americano. (Notare la bandiera 48-star di 1912-59, sovrapposta la seconda guerra mondiale "V" per la vittoria). Stelle azzurre, naturalmente, significato figli o figlie in servizio militare. (La nostra famiglia, fortunatamente, mai bisogno di convertire una delle tre stelle blue in una stella d'oro, che indicava una morte in servizio militare.) Ho visto queste cose centinaia di volte nel corso degli anni, ma c'era qualcosa di vedendo quest'ultimo particolare, dalla mia famiglia—attentamente conservato e accompagnato da faraglioni di lettere che i ragazzi avevano inviato a loro gente di quegli anni fa—beh, davvero mi ha colpito. Mia bisnonna era una fattoria-donna circa povera come lo sporco (come mia nonna usato per descrivere la sua madre), e la famiglia ha vissuto diversi chilometri dalla città più vicina. E ancora quella piccola fattoria era stata trascinata nel resto del mondo per alcuni anni. Gran-nonna potrebbe a piedi fuori la porta e girate a est e pensare a suoi due figli 7.000 chilometri di distanza attraverso l'Atlantico in Europa—uno di loro a volte 7.500 chilometri di distanza e 6.500 metri di altezza se 8th aeronautica era sulla Germania nazista quel giorno. E se gran-nonna camminava fuori quella stessa porta Casale e guardato da altra parte, verso ovest attraverso il Pacifico, lei potrebbe pensare che il terzo figlio di lei—10.000 chilometri al largo dell'isola di Iwo Jima o Okinawa. Preoccupante quando o se si potrebbe arrivare a venire casa era un'esperienza comune in quegli anni--e non solo in America, ovviamente. Ma in America c'erano due tormentoni in rima che stava per le scuole di pensiero concorrenti... ------------------------------------------------------------------- Connections…my favorite part of coin collecting. We found a box of old letters and pictures that had belonged to my Great-grandmother. Belonged to my Great-grandfather too, but he died years before I was born and I wasn’t lucky enough to know him. One of the things rolled up in the box that interested me most came from a later chapter of their lives together: Similar items must still exist in many other countries, but this little banner—in its various forms—was a fixture of the American 1940s. (Note the 48-star flag of 1912-59, superimposed over the WWII “V” for Victory.) Blue stars, of course, meant sons or daughters in military service. (Our family, fortunately, never needed to convert one of the three blue stars to a gold star, which indicated a death in military service.) I’ve seen these things a hundred times over the years, but there was something about seeing this particular one, from my own family—carefully preserved and accompanied by the stacks of letters that the boys had sent to their folks those years ago—well, it really struck me. My Great-grandmother was a farm-woman about as poor as dirt (as my Grandmother used to describe her mother), and the family lived several miles away from the nearest town. And yet that small farm had been dragged into the wider world for a few years. Great-grandmother could walk out her front door and turn east, and think about her two sons 7,000 kilometers away across the Atlantic in Europe—one of them sometimes 7,500 kilometers away and 20,000 feet high if the 8th Air Force was over Nazi Germany that day. And if Great-grandmother walked out that same farmhouse front door and looked the other way, westward across the Pacific, she could think about that third son of hers—10,000 kilometers away off the island of Iwo Jima or Okinawa. Worrying when or if they might get to come home was a common experience in those years—and not only in America, of course. But in America there were two rhyming catchphrases which stood for the competing schools of thought….2 punti
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su google books aggratis ho trovato Guglelmo Heyd Le colonie commerciali degli italiani in oriente del 1866 sono 2 volumi dove si descrivono le origini delle colonie commerciali e le linee di traffico con i vari paesi lettura molto interessante per chi colleziona le monete di venezia o genova e vuole approfondire un po la storia e le ragioni dell ascesa e del declino economico di queste potenze marinare io ne ho letto meta` e lo consiglio vivamente2 punti
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A mio parere non c'è nulla che possa infastidire le differenti parti politiche. Mi pare che tutto il thread sia rimasto in topic con quello che si proponeva, cultura e storia del sud italia. Per cui spostarla in Agorà, oltre a "moncare" la sezione, svilirebbe quello che è parte di noi, il nostro passato, la Storia del nostro paese. Imparare dalla storia è uno dei modi che dovrebbe insegnare a vivere meglio... Ma a parte tutto, questo topic è una delle tante chicche di questa bella sezione. Per cui, a mio parere, è giusto che rimanga qua!2 punti
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Trovo positiva ed equilibrata negli argomenti la sentenza. A mio avviso vi é solo un bemolle: la questione della "rarità" o del "particolare pregio" in quanto elementi discriminanti circa l'interesse culturale o meno di una moneta. Mi sembra francamente un vecchio retaggio dei tempi in cui l'archeologia ancora era stata inventata, ed esisteva l'antiquaria. Cerco di spiegarmi meglio: una moneta, rarissima e conservata benissimo, ma di cui non siano noti i dati di contesto, puo' avere un elevatissimo valore collezionistico ed uno scarsissimo valore scientifico, e quindi culturale; cosi' come un insieme di comunissimi, "ripetitivi' e sconservati denari anonimi repubblicani, corredati dai dati di contesto, puo' avere uno scarsissimo valore collezionistico ed un enorme valore scientifico, e quindi culturale. Qui al contrario si fa l'equazione: moneta comune e mal conservata=di nessun interesse culturale. Come se l'interesse culturale e quello collezionistico dovessero necessariamente corrispondere. Francamente questo assioma mi preoccupa un po': troppe informazioni i ritrovamenti di monete "ripetitive" e consunte ci debbono dare. Avrei preferito di gran lunga che la sentenza si limitasse alla presa d'atto dell'esistenza di canali di vendita legali ma non tracciati, prosciogliendo su questa base l'imputato, senza entrare nel merito di cos'é "di interesse culturale" con una visione ottocentesca.2 punti
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Numa, abbi pazienza, ma io "tutte queste evidenze" incontrovertibili, continuo a non vederle. Tu sai come la penso delle monete che ad un certo punto, saltano fuori come il Jolly dalla scatola( vedi anche la discussione sui leoncini di Populonia, sui Koson in argento e quelli in oro, e altre amenità del genere) : fino a prova contraria ( di quelle solide) le considero dubbie e dubitevoli...in assenza di testimonianze certe di ritrovamento...quindi non vedo perché dovrei fare un'eccezione , soprattutto alla luce delle considerazioni fatte su varietà inusuale dei conii, mancanza di ritrovamenti in stratigrafie etc, (senza contare le possibili ragioni storiche a favore o contro l'esistenza di questa emissione). Sono pronto a cambiare idea, ma certo non sulla base della letteratura che lo cita postuma, o sulle ricostruzioni più o meno storiche della sua presenza sul mercato e nelle collezioni, visto cosa è successo dal 15mo secolo in poi nelle collezioni ,le più varie. Quanto all'imitazione citata, l'unica cosa che noto, è un florilegio di queste monete imitative celtice nelle ultime aste con una estesa varietà di tipi e una pressoché identica uniformità stilistica che mi lasciano molto dubbioso... magari anche questa è una opera dello stesso atelier...non avendola vista dal vero, e con l'idea che ho su queste emissioni di Bruto, non posso che dubitare di lei.2 punti
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Colgo l'occasione per la presenza nella prossima eccezionale asta di NAC di una variante che sinceramente non ho mai visto (debbo ancora controllare tra le note di Crawford) di uno dei più rari denari repubblicani del II secolo a.C.: La grande particolarità è che c'è il vecchio segno di valore X al posto del XVI monogrammato. Poi il nome è scritto NUMITOR con la I finale apparentemente minuscolo e quasi fuori campo dell'esergo. Infine il peso appare molto basso, 3,20 g, quando a me risulta (per una mia vecchia ricerca) che i rari denari di Numitoria sono sempre in buon argento e del peso intorno a 3,80-3,95 g. Allego un paio autentici, apparsi in precedenti aste NAC. Questa variante, apparentemente inedita, ha un discreto pedigree e proviene da una vecchia collezione. Possibile che nessuno ne fosse a conoscenza? Se qualcuno può essere presente a Londra, sarebbe molto utile fare un accurato esame della moneta dal vivo e assicurarsi al di là di ogni ragionevole dubbio che non sia un vecchio esemplare fuso (controllare bene il bordo e mi sembra di vedere una bolla sotto il naso al diritto).... Non credo sia un "falso d'epoca" e se si conferma la sua autenticità bisogna bene studiare la fase del passaggio dal valore X a XVI......1 punto
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buonaserra amici.....! :lol: ...ecco un denaro.......un denaro certamente che avra apartenuto a un personnaggio ricco........!!... :o una classe cosi rafinata ne questi territori perssi.....a domandarssi se erano frequentati come il piu vivo dei corsi....... -_-1 punto
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Buona serata al forum; una cansoncina della mia fanciullezza, cantata da Renato Rascel recitava proprio così: dove vanno a finire i palloncini quando sfuggono di mano ai più piccini e così via... era, è molto carina ed un tempo apprezzata anche dai miei figli e nièpoti quando gliela cantavo come ninna nanna; m'è venuta alla mente perchè più di un operatore che proponeva sul noto sito, spero che almeno questo sia chiaro, si è come dire...volatilizzato come i palloncini della canzone e questa osservazione mi è venuta anche da altri, poichè evidentemente questi operatori non possono o sono impediti a lasciare l'indicazione del nuovo sito mi chiedevo se qualcuno di voi avesse informazioni più precise...invece mi sono reso conto di avere caratteristiche da rebus o da codice segreto...così è la vita; pazienza grazie comunque a buona serata a tutti da nonno cesare1 punto
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posso essere d' aiuto, è da tempo che tutte le mie monete sono nelle capsule Quadrum. Acquista sempre una mezza misura in più, la moneta non ballerà sicuramente e starà comodamente. Se invece l' acquisti leggermente più piccola la spugnetta all' interno tenderà ad alzarsi e esteticamente non è un bel vedere. Prima dei Quadrum le avevo nelle capsule rotonde, sempre della stessa marca, non ho mai avuto problemi. Ti posto una parte delle vetrine con i vassoi Quadrum e rispettive capsule:1 punto
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Segue rovescio dal post precedente della parpagliola con data 1608,1 punto
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@@William123000 se lavata bene il valore non diminuisce.... si può fare in qualunque momento..per questo io dico di non avere fretta. magari si aspetta che patini e poi una volta che la patina fa schifo si lava. 3/4 delle monete d'argento di veIII che son in giro il bagno l'han fatto almeno una volta;ecco perchè c'è il surplus di prezzo per una patina del tempo...perchè è più raro di quanto si pensi trovarla. marco1 punto
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Inoltre aggiungo che la moneta non sembra tosata, in quanto mi sembra di leggere le lettere intere ed in maniera abbastanza chiara vedi le lettere TO al dritto e CUS al rovescio. Al centro del rovescio sembra esserci un anellino.1 punto
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Eh ??? "Qui parla Radio Londra...trasmettiamo alcuni messaggi speciali... la gallina ha fatto l'uovo...la gallina ha fatto l'uovo...." :D Saluti Simone1 punto
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Quindi magari anche conservando le monete in un luogo molto caldo all'interno ad esempio degli album con i fogli plastificati, può originarsi questo problema vero? Altrimenti potrebbe anche essere che la moneta è stata semplicemente tenuta nella carta in un luogo caldo per molto tempo... Con la plastica non c'è il pericolo dello zolfo. Nelle vecchie tasche di plastica c'era il pericolo del polivinilcloruro come fonte di acido cloridrico che poteva interagire con l'argento. Il problema dello zolfo si presenta invece non solo per contatto con particolari materiali (anche feltro, pelle, canapa dei sacchetti, ecc.), ma anche per semplice esposizione all'atmosfera. L'argento è stabile nell'aria pura e nell'acqua pura, ma in aria umida iscurisce quando è esposto all'ozono, all'acido solfidrico o all'aria contenente tracce di composti dello zolfo. L’acido solfidrico è uno dei pochi acidi capaci di aggredire l’argento, che si copre in sua presenza di una patina nera di solfuro d’argento anche a temperatura ambiente. apollonia1 punto
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Potrebbe anche essere una falsificazione antica, dopotutto le imitazioni sono sempre esistite come già detto , sono state trovate in tempi certamente non recenti in Pannonia monete in lega di zinco misto a piombo ricavate da forme desunte da monete d'argento del periodo Alessandrino.1 punto
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la H misura 4,00 mm di altezza 5,00 mm di larghezza, non riesco ad essere più preciso, inoltre rimisurando la moneta è 12,00 nella parte più stretta, e 13,00 nella più larga. Appena ho un po di tempo inserisco le foto che ho fatto a confronto con altro denaro per vedere pure la differenza di spessore.1 punto
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ciao e benvenuto sul forum, le due monete del 1862 e del 1863 sono tra le più vecchie del Regno d'Italia.... non vorresti sapere di più su queste monete? se cerchi su internet sei sulla buona strada... ;)1 punto
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a questa Moneta ci sono molto affezionato.... è stata la prima moneta del Regno d'Italia che ho avuto.... mi è stata regalata 24-25 anni fa da un mio pro zio... zio di mio padre, mi disse che per una missione intera in Eritrea fu pagato con 2 di queste monete.... e una la regalò a me dopo 70 anni...1 punto
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Salve. Con questo primo post vorrei inaugurarne una modesta serie tesi ad esplicare nel modo più semplice, chiaro e diretto possibile le nozioni di grammatica etrusca che sono conosciute. Prima di iniziare ci tengo a ringraziare vivamente tutti coloro che hanno reso possibile la creazione di questa iniziativa, in particolar modo i Curatori della sezione "Monete Imperiali Romane", tra cui Minerva, che si sono impegnati per lo scopo. Un grazie anche al Curatore di questa sezione che gentilmente ha potuto ospitare il presente progetto. Le nozioni saranno divise in "incontri", ognuno dei quali si occuperà di un aspetto ben preciso della disciplina. Primo Incontro. Come primo argomento sarà necessario effettuare una piccola introduzione riguardante la storia degli studi della lingua etrusca che si sono susseguiti nel corso della storia. Durante il XV secolo, in pieno Umanesimo, si possono inquadrare i primi tentativi di lettura delle iscrizioni etrusche che venivano rinvenute. Ci fu, quindi, una vera e propria riscoperta di questo popolo preromano e, in particolar modo, della sua lingua, fino ad allora per lo più sconosciuta e considerata d'importanza marginale. Il primo che si occupò della scienza etruscologica fu il monaco Annio da Viterbo che raccolse i suoi studi su iscrizioni etrusche conservate nella sua città in un libro edito a Roma nel 1498. Annio lesse correttamente alcune lettere, effettuando una traduzione corretta solo parzialmente, anche a causa della sua fantasiosa interpretazione che diede al mondo degli Etruschi, derivante da una propria lettura dei testi classici. La decifrazione delle lettere fu del tutto graduale e limitata alle corrispondenze più evidenti con l'alfabeto latino e greco. Il primo abbozzo di un manuale di epigrafia etrusca fu tentato da Filippo Buonarroti, inserito nella sezione de Etruscorum alphabeto a commento dell'opera De Etruria regali di Thomas Dempster stampato nel 1726. In questo inserto, il Buonarroti trattò l'argomento separando i problemi inerenti all'interpretazione dei segni dell'alfabeto, dell'interpunzione, dei numerali e del verso della scrittura. La prima pietra era stata posta: gli studi del Buonarroti trovarono un compimento e confluirono nella famosa opera di Luigi Lanzi, Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d'Italia per servire alla storia de' popoli, delle lingue e delle belle arti, datata 1789. Con questo fondamentale scritto si giunse al culmine dell'erudizione settecentesca sull'argomento e alla completa decifrazione di tutti i segni dell'alfabeto etrusco. Ma le ricerche non si sono concluse: continuate nel corso dell'ottocento, sono ancora in corso e, grazie al recentissimo ritrovamento da me segnalato in questa sezione (vedi ), gli etruscologi, gli epigrafisti e i linguisti che si occupano di questo ambito hanno ancora modo di analizzare nuovi termini fino ad ora a noi sconosciuti e, di seguito, stabilirne la natura ed il significato.1 punto
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Anch'io ringrazio anzitutto Francesco Lamanna per la sua interessantissima esposizione, e poi tutti i partecipanti alla serata e al dibattito. Devo dire che non me la sento però di fare un riassunto, come avevo promesso a qualcuno: il tema è troppo vasto, complesso e tecnico, e un riassuntino renderebbe tutto banale, specie sulle ultimissime tecniche, delle quali so troppo poco per poterle riassumere con chiarezza. Però il nostro conferenziere, a quanto pare, sta lavorando ad un testo scritto, che uscirà...speriamo presto! Infine: credo che su questo tema non sarebbe male pensare ad un seminario di una intera giornata, visto l'interesse che suscita e la necessità di avere tempi adeguati.1 punto
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Questa tipologia a mio parere cattura consensi piu' di altre quando la si trova in alta conservazione soprattutto quando, come in questo caso, nei campi fa capolino il lustro di conio che dona brillantezza alla moneta stessa!1 punto
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Tecnicamente parlando i due esempi postati da @@Mirko8710 per passo e trotto credo che si riferiscano entrambi in realtà a cavalli con un'andatura al passo. Un cavallo al passo é un cavallo che si sposta camminando muovendo una zampa alla volta. Lo stesso cavallo (o elefante) é al trotto nel momento in cui muovendosi stacca da terra due zampe alla volta, una anteriore ed una posteriore, alternate (nel senso anteriore destra/posteriore sinistra e viceversa). Al galoppo il cavallo (l'elefante non lo so) al contrario salta, muovendo, nell'ordine: una zampa posteriore, l'altra zampa posteriore assieme alla zampa anterione diagonalmente opposta, la rimanente zampa anteriore. Come esempio di quadriga al trotto proporrei piuttosto questa: (sbagliato: riguardandola bene potrebbe essere al passo pure questa...) http://www.acsearch.info/ext_image.html?id=668070 PS Nelle monete romane le figure di cui sopra sono estremamente schematizzate e semplificate, mentre nelle greche molto spesso estremamente realistiche. Basti confrontare il galoppo di Evaineto, che potrebbe essere una fotografia presa in un ippodromo, e lo schematico e statico galoppo delle quadrighe repubblicane (non vedremo mai dei cavalli muoversi in quella maniera). http://www.acsearch.info/ext_image.html?id=6643191 punto
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Mi scuso per il lungo silenzio, essendo stato fuori casa e per motivi di lavoro. Desidero informarvi che ho intanto riallacciato i rapporti con l'archeologa che ha trovato il denario di Bruto con EID MAR in Grecia nel Florina Hoard 1996. Molto gentilmente mi ha mandato un vasto trattato bilingue (in greco e in inglese) di questo importante sito archeologico, con molte belle foto. Purtroppo non ha ancora trovato una decente foto digitale del denario di Bruto trovato (mi ha confermato che finora è l'unico sicuramente trovato in contesto archeologico in Grecia) e mi ha promesso di provvedere. Come al solito il materiale numismatico è la cenerentola rispetto agli altri materiali, come le ceramiche..... Appena avrò tutto il materiale, sarà mia cura portare a vostra conoscenza. L'unica cosa certa è che si tratta di un ripostiglio di 125 denari trovato sull'acropoli in preciso contesto (immediatamente dopo la guerra civile contro i cesaricidi). Anticipo soltanto una foto dell'insieme del materiale che ho tratto dal volumetto inviatomi.1 punto
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Cari amici @@dabbene, @@altegiovanni, @@417sonia, è stato un vero piacere condividere con voi un argomento tanto interessante e stimolante come quello sui falsi. Un grazie particolare va al Circolo Culturale Numismatico Milanese che mi ha ospitato, a @@gpittini e @@snam per l'invito e la splendida accoglienza. Ringrazio infine tutti gli amici di Lamoneta che hanno partecipato alla serata.1 punto
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Il problema è che questa cosa è nota, e per ogni bella ungherese ci sono tre turisti marpioni pronti all'assedio. Si vedevano gruppi di italiani che pareva facessero una caccia al tesoro, ma non sono i soli. Io ero con la mia fidanzata, l'ho lasciata sola per il tempo di attraversare la piazza per fare delle fotografie e quando son tornato era già stata abbordata da tre bulgari...1 punto
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sarebbe stato da preoccuparsi se fosse il tema della Slovenia, mi sarei aspettato una riga in mezzo alla moneta e basta ;)1 punto
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"Torniamo a bomba... Se lasciamo ai periti sentenziare cosa e' importante, archeologicamente rile vante etc non credete ci sara' sempre troppa discrezione ? E torniamo alle casistiche del bravo avvicato, del perito sfigati etc. E' questo che su vuole ?" Se guardiamo alla vigente legislazione nazionale sui bb.cc. (cd. “Codice Urbani) possiamo notare come oltre ad essere attuale (è del 2004) essa recepisce interamente le normative in materia che dal 1992 sono state adottate dall'unione Europea. Quindi , almeno per quanto concerne la regolamentazione di questa materia, non siamo né “antiquati” né “controcorrente”. Altro discorso è quello della proprietà statale dei beni archeologici rinvenuti nel sottosuolo e nei fondali marini nazionali, che rimonta ad una legge del 1909, confermata poi dalla Legge “Bottai” del 1939 e ancora dall'art. 826, comma 2°, del codice civile, attualmente vigente, che è del 1942. Ma qui adesso stiamo parlando di un'altra cosa e cioè di come “standardizzare” nozioni quali quelle di moneta “bene culturale”, di “moneta archeologica” e di “moneta di interesse archeologico” Non credo (e lo penso non perchè io abbia maturato un partticolare convincimento ma solo in quanto osservo che nessuna legislazione straniera lo ha ancora fatto) che sia possibile creare un “catalogo” nel quale inserire, ad esempio, tutte le monete da considerarsi “beni culturali”. L'art. 17 del Codice Urbani ha istituito il "Catalogo Nazione dei Beni Culturali", ma è un registro che riporta "ex post" (cioè dopo che il Bene è dichiarato "culturale") l'esistenza del bene. Certo. Se fosse possibile attuarlo "ex ante" avremmo certamente semplificato di molto il lavoro di tutti; ma se non lo ha fatto ancora nessun Paese europeo e se, anzi, il Legislatore ha fornito solo dei parametri (rarità o pregio) per designare tali monete, un motivo, anche scientifico, ci sarà pure. Scrive Mario (post nr. 30): La Pennestrì per esempio dice a proposito : " in mancanza di linee guida del Mibac che diano risposte unitarie a questa problematica, non possono essere stabilite a priori regole e valutazioni generali che permettano di stabilire per quali ragioni di ordine scientifico le monete antiche singole o riunite in collezione siano classificabili come beni culturali secondo il Codice, accertamenti in tal senso andranno di volta in volta eseguiti dalle Soprintendenze competenti per Territorio " Quindi qui c'è un rimando a singole e locali Competenze, nel contempo sembra di capire che si aspetti una linea guida del Mibac a proposito." Ma scuate: queste “linee guida” chi le dovrebbe elaborare se non proprio quei Funzionari del MIBAC specializzati nella materia? Insomma, mi sembra un po' come se Reficul venisse a scrivere qui che le caratteristiche tecnologiche del Suo Forum non lo soddisfano e che si augura che lo Staff faccia qualcosa per mgliorarle. Quali potrebbero poi essere, per gli interpreti e per i pratici, queste fantomatiche “linee guida”? Magari quelle di ricordare che la nozione di bene culturale postula, per legge, che le monete in mano privata definibili tali abbiano, “in rapporto all'epoca, all tecniche ed ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento, carattere di rarità o di pregio”? E che quando si “spende” questa valutazione (specialmente nei Tribunali) il perito sia tenuto a motivarla rigorosamente? Questo però già lo dice l'art. 10 del Codice Urbani. Quindi più che una linea guida sarebbe un "pro memoria" per il perito. Ma allora perchè l'ex imputato di Torino, poi assolto perchè il fatto non sussite, rispondeva di “Impossessamento illecito di bb.cc. appartenenti allo Stato” (art. 176 C.U.) se poi le monete non erano neppure BB.CC.? (vabbè...non erano neppure dello Stato...ma questo è un altro tipo di accertamento..) Non sarebbe bastato che il Perito escludesse fin dal primo momento la sussistenza della culturalità nelle monete sequestrate? E quali potrebbero ancora essere le “linee guida” in merito alla nozioni di “moneta archeologica”? Forse quella che nei casi di monete decontestualizzate, prive di incrostazioni, residui terrosi o patine che ne consentano la riconducibilità obbiettiva ad un sito di provenienza, non ha senso scientifico e giuridico parlare di “monete archeologiche”? Ma che cos'è questa moneta archeologica sennò? E già che ci siamo, non sarebbe male riportare nelle “linee guida” che se si vuole affermare, in atti giudiziari (ma, per quel poco che mi hanno insegnato, anche solo in atti scientifici) la provenienza dal sottosuolo nazionale di una moneta rinvenuta in una collezione privata, non basta richiamarsi alla “verosimiglianza”, ma l'asserita provenienza dal sottosuolo nazionale, anche per le implicazioni giuridiche che tale affermazione comporta, va provata con argomentazioni scientifiche e, quindi, verificabili. Mi sembra infatti abbastanza poco scientifico affermare che “è verosiile” che una moneta provenga dal sottosuolo nazionale, senza peraltro fornire alcun elemento obbiettivo di riscontro di tale affermazione. Queste sarebbero, dal mio punto di vista, alcune semplice e concise “linee guida” da impartire a chi è chiamato ad operare valutazioni che possono anche arrecare gravi disagi, economici e psichici, ad onesti cittadini. Giustificare questi “disagi” o "equivoci" con la mancanza di “linee guida” per gli operatori mi pare una scusa molto italica. Saluti. M.1 punto
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Quoto in pieno quanto ha scritto bizerba nel post 32. E' un problema che non poco tempo fa sollevai, proprio qui sul forum: la competenza, in campo numismatico, di quanti vanno poi a vestire i panni dei periti di parte, dei CTU e/o all'interno delle stesse Sovrintendenze. Il problema non è la legge, di per sè migliorabile ma comunque non malaccio, quanto chi consiglia i PM, i Giudici. Se queste persone scrivono che la tua moneta è di grande pregio, di inestimabile valore e che senza alcun dubbio proviene da uno scavo clandestino effettuato sul suolo italico (pure veggenti) quale pensate possa essere l'epilogo della vicenda ? Però la cosa non piacque a tutti..... ;)1 punto
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quando una moneta e' bella e' bella per tutti... Come quando un piatto e' buono piace a tutti!!1 punto
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Bello SPL. Il FDC e' un'altra storia...ma comunque di conservazione insolita.1 punto
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:D Se il giovane valente sono io, e non so quanto sia adatto il termine "valente" devo, purtroppo, deludere le vostre aspettative: a parte che su questi denari non sono cosí preparato da centrare tutte le classificazioni, ma soprattutto ho iniziato da una settimana l'universitá di architettura: la mattina sveglia alle 5, doccia, pullman alle 6, alle 7.08 il treno, arrivo alle 8 e qualcosa e devo attraversare tutta Firenze a piedi, arrivo in facoltá appena alle 8.40 per l'inizio delle lezioni, la sera finiscono alle 18/19, torno a casa alle 20.30/21 e subito devo ripartire per gli appuntamenti di lavoro; a mezzanotte vado a letto... Mi avanzano cinque ore (a volte neanche quelle) e le uso per dormire... :D Se le uso per catalogare i denari "muoro" :D .1 punto
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ciao a tutti dopo tanto tempo. Sembra effettivamente esserci un cuneo ma nel caso fosse confermato, lo stile del denaro non è dissimile da quelli visionati in precedenza? A meno che, in questo periodo di latitanza non mi sono perso qualche sviluppo. lò Ho allegato un confronto fra il denaro di collezionista e quello passato qualche tempo fa in questa discussione, se non ho capito male vi riferivate a questo.1 punto
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Sia nel video che nel commento alle foto si dice che la banconota rappresenta "l'ex-presidente" Franklin. Sta bene non saper nulla di numismatica, ma che Franklin ha inventato il parafulmine e NON è mai stato presidente degli Stati Uniti una volta lo insegnavano in terza media <_< petronius oo)1 punto
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Dato che ho perso tanto " tempo " nella mia vita con i dollari mi posso permettere di dire che hanno perso il loro fascino. Aggiungo altresì che raggiungere i livelli di bruttezza delle nostre banconote di euro è un'impresa impossibile.1 punto
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gia il colore e diversso......il prodotto applicato localmente fermera l'azione del cancro.......si togli la maccia,vedrai allora il metale nudo.......vero non estetico per una moneta.......dipende gusti.....si po anche con il tempo ripatinare da solo.....ma importante e di fermare l'azione del cancro....perche lui,ti rovina tutto.... voila,spero aver esse abastanza chiaro...io fo cosi....dopo ognuno a il suo metodo...... :)1 punto
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Vi ringrazio per la considerazione, spero di poter dare un ulteriore contributo :) Ho riletto con attenzione i passi citati dal volume della Travaini, ho confrontato quanto riportato nel MEC e sono riuscito a ritrovare l'articolo di Bendall. Il quadro che ne risulta è più complesso di quanto mi ricordassi e, di conseguenza, altrettanto stimolante. Andiamo con ordine. Effettivamente, la Travaini pare menzionare due emissioni distinte: il cosiddetto "western type" (quello trattato da Bendall e da lui riferito alle manovre belliche di Maniace, quindi come detto correttamente da te "d'emergenza" e legato all'autorità emittente bizantina) e l'imitazione normanna vera e propria che è la sola illustrata, seppur con un disegno (41). Sempre seguendo il testo della Travaini il "western type" avrebbe le caratteristiche sopra descritte, tra le quali il nimbo perlinato sembra essere quella discriminante, mentre l'imitazione normanna (41) si limiterebbe ad avere un aspetto generale "provinciale" ma il nimbo resterebbe lineare e continuo (non mi pare lo dica esplicitamente ma dalla schedina di catalogo io capisco così). Detto questo, aprendo il MEC alla pagina relativa a queste ultime imitazioni normanne si trovano censiti due esemplari, uno dei quali è proprio lo stesso descritto nel precedente lavoro della Travaini. Il problema che sorge è che nel MEC si dice esplicitamente che il nimbo è perlinato (e dalle foto pubblicate è chiaramente così), lettura dalla quale nasce la confusione tra imitazione normanna e il "western type", motivo per cui anch'io fino ad oggi non coglievo la distinzione. Veniamo a Bendall. Gli 8 esemplari dei quali pubblica le foto hanno tutti il nimbo perlinato e tutte le altre caratteristiche ma, guardando bene, presentano uno "stile" meno "grezzo" dei due esemplari pubblicati nel MEC e considerati dalla Travaini. L'unica conclusione alla quale personalmente sono giunto è che queste due emissioni distinte siano effettivamente esistite. Tuttavia, credo che il fattore discriminante non sia tanto la perlinature del nimbo ma l'aspetto generale. Il principale ostacolo per una maggiore comprensione del problema è la disponibilità di immagini in buona risoluzione di questi ed ulteriori esemplari. Ora che la questione mi ha stimolato, in futuro starò sicuramente più attento ai vari passaggi d'asta per recuperare altre foto di queste monete ed avere così degli altri riscontri. Sulla questione delle imitazioni di Classe B, ora non ho molto tempo per ulteriori ricerche e controlli ma presto mi piacerebbe farlo. Grazie per aver proposto il tema: lo trovo molto interessante e meritevole di altri approfondimenti!1 punto
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a coniare la maggior parte delle monete di Maria fu la Zecca di Messina che rimase aperta fino al 1676. Le rarissime monete con elefante coniate per Maria uscirono dalla Zecca di Catania,che come si è detto l'elefante era l'emblema della città Fino al 1395 la Sicilia era stata di fatto governata da Martino "il vecchio"poi passò a Maria ed a Martino "il giovane"1 punto
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io sono sempre stato della filosia: non si butta mai via niente. così facendo ho collezionato dal 18 al 30 e lode. e ho chiuso con un più che dignitoso 105/110 :) ...che poi di lavoro faccia tutt'altro rispetto quanto studiato e che la laurea non mi sia servita a nulla se non a un po' di sana cultura personale... questo è un altro discorso! :P1 punto
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Ciao. "Chiariamo un punto: per quanto attiene la legislazione sui beni culturali non esiste obbligo di denuncia quando si importano monete sul suolo italico, salvo che non si voglia successivamente ri-esportarle, allora si deve (anzi, sarebbe meglio) effettuare una importazione temporanea." Condivido. Nei casi di "spedizione" in Italia (monete spedite o comunque introdotte in Italia da Paesi membri UE) o "importate" in Italia (cioè provenienti da Paesi extra UE), il primo comma dell'art. 72 non pone un obbligo a carico di chi le introduce di certificarne l'ingresso, ma solo una facoltà ("a domanda", riporta l'articolo). La certificazione in ingresso serve essenzialmente per le introduzioni temporanee cosicchè, allorquando la moneta sarà riesportata (o rispedita) non occcorrerà richiedere ex novo rispettivamente il certificato di esportazione o l'attestato di libera circolazione. Cioè si utilizzerà il certificato iniziale per riesportare o rispedire la moneta. "Il caso "B" rientra nell'articolo 72? Non poteva far entrare la moneta con lui in Italia? Doveva spedirsela dopo aver chiesto l'importazione? O poteva portarla con lui in aereo e poi andare in soprintendenza per chiederne l'importazione? Non e' molto chiaro..." Il "caso "B" (cioè quello che hai indicato come caso 1)) è da trattarsi conformemente all'ipotesi di introduzione in Italia della moneta mediante spedizione (cioè provenienza da Paese membro UE) e non mediante importazione. Da quello che mi sembra di capire, le monete di cui si chiede la certificazione all'ingresso in Italia, in quanto destinate a successiva riesportazione (o rispedizione), non sono sottoposte alle tutele che il Codice Urbani riserva al materiale "italiano". Viceversa, le monete che arrivano in Italia per fermarsi definitivamente qui, ferma restando la non obbligatorietà della certificazione nel momento in cui giungono sul suolo italiano (salvo naturalmente gli aspetti doganali per quelle importate da Paesi extra UE) sono da subito sottoposte alle disposizioni del Codice Urbani. Per quanto riguarda quindi i riflessi che tali acquisti potranno avere ai fini della provenienza e del legittimo possesso, l'acquirente fornirà in caso di controllo le pezze giustificative estere e le Autorità italiane le valuteranno alla stregua della nostra legislazione. "Ci sono questi decreti? Non abbiamo ancora un decreto attuativo del Codice Urbani. Tenere conto che il Codice Urbani, all'at. 130, contiene un espresso rinvii al Regolamento di esecuzione approvato con R.D. nr. 363 del 1913, attuativo della famosa Legge nr. 364 del 1909. Non mi risulta esistano neppure decreti ministeriali. Ho letto da qualche parte che dovrebbe esserci un "parere" dell'Ufficio Legislativo del MIBAC datato 19.3.2009 sull'argomento trattato dall'art. 72, ma nel sito del Ministero non l'ho reperito. Perciò per alcuni aspetti attuativi del Codice Urbani, anche in materia di importazione o spedizione in Italia, occorre fare ancora riferimento a tale "vecchiotta" discilina. C'e' un vademecum su come comportarsi? Non credo esista un "vademecum"; al più qualche breve illustrazione della problematica. "Per monete senza certificato acquistate all'estero come ci si comporta? Si autocertifica? Direi che il trattamento diviene uguale a quello delle monete acquistate in Italia e prive di documentazione.... :pleasantry: Non essendo richiesta alcuna "denuncia" obbligatoria, si possono introdurre in Italia; ma, evidentemente, a proprio rischio. "Nel caso si ha un rifiuto all'importazione? Questo è il caso in cui, a domanda, si chieda alla Soprintendenza la certificazione relativa all'introduzione in Italia dall'estero di una moneta. Se gli Uffici non concedono la certificazione (e dovranno ovviamente motivare tale diniego), riterrei che si possa avviare un contenzioso in sede amministrativa (TAR) per far valere le proprie ragioni all'introduzione in Italia della moneta. Tuttavia non mi constano precedenti in proposito. Saluti. Michele1 punto
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il funzionario\militare pubblico , dovrebbe , in caso come questo, avere lo scrupolo almeno delle spese che farà sostenere alla collettività! se per recuperare 150 euro di materiale mette in piedi un operazione che costerà, quanto meno, alcune migliaia di euro ai cittadini contribuenti !! visto che non siamo in un periodo di vacche grasse.....e che non stiamo parlando di un "presunto" reato che desta allarme sociale !! il dipendente pubblico dovrebbe , a mio parere , incominciare a ragionare come il dipendente pubblico americano " quello che faccio quanto costa al contribuente?"è giusto spendere svariate migliaia di euro , intasare i tribunali ....per recuperare 150 euro ? non mi dite che è una questione di principio ...perchè nessuno di voi se gli fregano l' ombrello assumerebbe S.Holmes per recuperarlo :pleasantry: !! dovendo pagare di tasca propria !!!!1 punto
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Secondo Incontro. LA SCRITTURA. Parte prima. 1. Origine, sviluppo e tramonto dell'alfabeto. Unanimamente si sostiene che furono i Greci a portare la scrittura in Italia da loro appresa grazie ai Fenici. Gli scrittori classici latini affermano che l'Etruria abbia ricevuto i segni dell'alfabeto dopo che questi furono diffusi nel Lazio partendo dalle colonie greche dell'Italia Meridionale, in paticolar modo dall'antica Pitecusa (Ischia), Tacito colloca cronologicamente questo passaggio culturale intorno al VII secolo a.C., data che viene confermata dalle più antiche iscrizioni etrusche che ci sono pervenute dall'area di Cere e di Vulci, datate proprio al VII sec. a.C. Grazie ai commerci e agli scambi con i Greci del Meridione (che usavano la scrittura già un secolo prima degli Etruschi) si diffuse questo alfabeto di stampo greco euboico. Come già avevano fatto gli Elleni con le lettere importate dalla Fenicia, anche gli Etruschi apportarono alcune modifiche all'alfabeto che avevano appea appreso, adattandolo ai propri scopi e ai propri usi fonetici. Si hanno, quindi, la caduta in disuso di alcune lettere, come le occlusive sonore e il suono o, e la creazione, intorno al 550 a.C., di una nuova lettera, la spirante labiodentale f, resa in etrusco con il segno 8. Prima della creazione di queste lettere si usavano accostamenti di altri simboli per ottenere lo stesso suono, ad esempio, in greco, prima della :Greek_Phi: era in uso l'associazione di :Greek_Pi_3: e H, da cui si otteneva :Greek_Pi_3: H, ossia :Greek_Phi: , phi. Attraverso al manipolazione di questo alfabeto, si giunse molto presto ad una suddivisione locale dello stesso, ovvero esso si presentava con caratteristiche peculiari ben definite nelle diverse parti dell'Etruria: abbiamo, così, la seguente classificazione: - Alfabeto usato nell'Etruria Meridionale (area di Cere e Veii): viene abolita la separazione di pronuncia tra K, C e Q durante un processo di generalizzazione avvenuto intorno al VI secolo a.C., che porta all'uniformità della pronuncia di tali lettere al suono C (gamma semilunato). Il sigma a tre tratti indica la s, quello a quattro una doppia s (ss). Il theta da :Greek_Theta_3: si traforma nel theta :Greek_Theta: per poi semplificarsi in theta O. Segue lo schema dell'alfabeto in uso nell'Etruria Meridionale con rispettive traslitterazioni e pronunce delle lettere che lo compongono: Caratteri etruschi. Traslitterazione Pronuncia.1 punto
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