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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/01/14 in tutte le aree
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io non vorrei dire ma 36+ spedizione è stata venduta questa qua su ebay... http://www.ebay.it/itm/REGNO-25-CENTESIMI-1902-MONETA-RARA-/121286822666?pt=Monete_Italiane_in_Lire&hash=item1c3d420b0a&_uhb=1 è un bb...ed è un 1902...sentir dire pochi euro mi fa sorridere...:D marco4 punti
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Buona serata Quante volte, ad ognuno di noi, è capitato di leggere un libro sulla storia di Venezia ed imbatterci nella riproduzione di documenti, talvolta in latino, ma spesso in volgare, nei quali vengono riportate trattazioni di mercanzie, oppure rogiti per l'acquisto di beni immobili e mobili, oppure ancora lasciti testamentari, ma anche stime fatte da notai o magistrati, dei beni lasciati da una persona defunta. A tanti di noi, sono sicuro, leggendo in queste riproduzioni che una tal merce costava 20 lire di grossi, oppure che una partita di pepe egiziano era pagata 200 ducati, o ancora che 100 pezze di “panni bastardi” erano costati all'imbarco in Inghilterra 1.335 ducati, ci siamo lasciati trasportare dalla fantasia, immaginando come poteva essere la visione di 1.335 ducati, messi così, tutti insieme; una bella montagnola d'oro zecchino monetato; e poi ancora la curiosità di sapere il costo della vita a quei tempi; i salari delle varie categorie di lavoratori, la paga dei soldati e degli uomini al remo che facevano tragitti per mare lunghi e pericolosi, sia per commerciare, sia per affrontare battaglie. Eh la fantasia … spesso però immaginiamo quelle monete e la loro quantità, con la logica dell'uomo moderno; se oggi noi teniamo in mano una moneta da €. 1,00, non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello che quella moneta possa avere valori differenti a seconda dell'uso che ne facciamo. Pensiamo solo per un attimo se per assurdo dovessimo comperare una cosa che costa €. 10,00 ed il commerciante di turno ci chiedesse 11 monete da €. 1,00... un bel pasticcio, non credete? E quante complicazioni...certamente questo è un esempio sui generis, fatto con una moneta moderna che ha un valore certo e condiviso; un valore fiduciario, contrariamente alle monete dell'epoca e delle quali sto scrivendo, monete che rappresentavano soprattutto il valore del metallo prezioso in esse contenuto. Alla luce di quanto sopra scritto, siete ancora sicuri che, leggendo su un libro che una merce è costata 1 o 10 o 100 lire di grossi, ci si riferisca esattamente a quello che ci immaginiamo? Da qualche giorno sto rileggendo una pubblicazione del 1959 di F. C. Lane che ho acquistato un paio di anni fa: “Le vecchie monete di conto veneziane ed il ritorno all'oro”; pubblicazione che, tra l'altro, non è facile da procurarsi; l'ho già letto e riletto più volte, eppure dopo un po', la memoria...... E allora, a beneficio degli Amici che desiderano approfondire le problematiche relative alle tante e differenti monete di conto in uso a Venezia, vi parlo (o meglio vi scrivo) di un paio di queste, delle quali tratta la suddetta pubblicazione e cioè della Lira manca e della Lira complida. Credo che per un appassionato di monetazione veneziana, soprattutto medioevale, sia importante anche immergersi in queste problematiche, anche se un po' ostiche. Mi auguro di essere sufficientemente chiaro; io ce l'ho messa tutta per esserlo. Alla base del sistema veneziano dogale c'era, all'origine, il denaro (o piccolo); moneta effettivamente coniata ed accompagnata, successivamente, da altre due monete coniate: il ½ denaro (o bianco) ed il ¼ di denaro (o quartarolo). Successivamente, sotto il dogato di Enrico Dandolo, si coniava una nuova moneta: il grosso. A quel punto le due monete principali, entrambe coniate, su cui si basava la monetazione veneziana, diventavano due: il denaro piccolo ed il denaro grosso (cioè il parvus ed il grossus). A queste due monete principali, venivano associati anche i loro multipli, cioè la libra denariorum venezianorum parvorum di 240 denarii parvi e la libra grossorum di 240 denarii grossi. La prima, riferita ai denari, era già in uso essendo la più vecchia ed era comunemente denominata con l'identificativo Libra Ven. Detto ciò, vediamo la genesi di queste due monete di conto. Per F. C. Lane, il motivo è da ascrivere ad una legge del 1254, nella quale si determinava il cambio ufficiale delle valute, prendendo atto, molto probabilmente, di quanto i mercanti ed i cambiavalute, già facevano da tempo nelle abituali transazioni. Abbiamo visto poc’anzi che la Libra Ven. era una unità di conto e stava a rappresentare 240 denari piccoli (denarii parvi); un debito pari ad una Libra Ven. poteva essere indistintamente pagato in grossi o in piccoli, se era pagato in grossi (tenuto conto che il grosso corrispondeva a 26 piccoli), il debitore doveva mettere sul tavolo del commerciante 9 grossi e 6 piccoli (9 x 26 = 234 + 6 = 240). Con la predetta legge, alla Libra Ven. veniva fissato un controvalore di 9 grossi e 5 piccoli, cioè 1 piccolo in meno. Il motivo, sempre stando alle argomentazioni del Lane, è che tra il pagamento di un dato importo fatto in piccoli ed il pagamento del medesimo importo fatto in grossi, i mercanti preferissero quest’ultima moneta; anzi, per incentivare i debitori ad usare i grossi, applicavano uno sconto di 1 piccolo. Lo stesso doveva essere accaduto anche per i cambiavalute che, al ricevimento di 9 grossi, offrivano 235 piccoli invece dei giusti 234 (9 x 26 = 234). Con l’uscita della legge, si veniva a creare un problema di non poco conto anche per coloro che usavano la Libra grossorum (già citata precedentemente); fino ad allora era valsa 240 grossi, oppure 26 Libre Ven. , mentre con l’uscita della legge, anche questa unità di conto seguiva di conseguenza la medesima variazione: Se si considerava la libra grossorum pari a 240 grossi, questa sarebbe equivalsa a Libre Ven. 26 e 1/9; Se si considerava la libra grossorum pari a 26 Libre Ven., questa sarebbe valsa 239 grossi. Come districarsi se non introducendo una distinzione tra i due tipi di libra grossorum; la “Libra complida” e la “Libra manca”. A ciascuna di esse veniva quindi mantenuto un proprio rapporto, diciamo, tradizionale e cioè, la “Libra complida” manteneva il valore di 240 grossi; la “Libra manca”, invece, quello di 26 Libre Ven. pari a 239 grossi. saluti luciano3 punti
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Vi state confondendo, i due glantuomini (cittadini Georgiani presenti in italia senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora e senza mezzi di sostentamento), non avevano precedenti penali, ma erano stati arrestati 3 volte (dico TRE VOLTE) nel giro di pochi mesi sempre per lo stesso reato: furto in appartamento. Al momento dell'arresto erano im possesso di: la mia moneta, diversi gioelli, attrezzi da scasso, mazzette di banconote. Sicuramente chiunque di noi che si reca da un compro oro (noto per essere un ricettatore) ci va anche con i propri attezzi da scasso, no? E ci portiamo anche mazzette di banconote dietro, giusto? (chissà perchè non le hanno depositate in banca... ah già! Dei ladri extracomunitari, senza permesso di soggiorno, pluriarrestati, non possono avere un conto in banca). Ma veramente secondo alcuni di voi una persona nota alle forze dell'ordine come ladro abituale, che viene beccato ( a seguito di appostamento, perché, in quanto ladro abituale, la polizia conosceva il suo modus operandi) davanti ad un ricettatore, carico di refurtiva ed attrezzi da scasso, può essere paragonato ad uno di noi che vende una catenina al compro oro, oppure ad un collezionista incappato in assurde vicende con la giustizia? Ma credete realmente a quello che dite o vi va di parlare tanto per far polemica? Io solo uan cosa vi auguro, che a casa vostra non entri mai e poi mai uno di questo galantuomini, a cui volete che le leggi italiane vengano applicate nella maniera più garantista possibile. Ma se dovesse succedere, per favore non venite poi a lamentarvi sul forum, e anzi, andate in prigione a portargli la vostra solidarietà. Ma dovete fare in fretta, perchè quello più di due giorni, non ci rimane dietro alle sbarre. Mi sa che stiamo uscendo dal semiato del post e fra un po' ci sbattono in Agorà o ci chiudono, il che mi dispiacerebbe.3 punti
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Ho letto questa discussione con molto interesse. Girando un pò per convegni si nota sempre più spesso che l'affluenza cala, se prima un ricco convegno era animato fino a quasi alla chiusura, oggi alle tre del pomeriggio non c'è quasi più nessuno. Lo abbiamo visto anche recentemente a Bologna. I soldi in tasca ai collezionisti sono sempre meno, chi prima poteva prendere 4 belle monete l'anno, oggi fa fatica a portarne a casa due. Il crollo dei prezzi su tante monete, mi riferisco alla monetazione di Vittorio Emanuele III e in particolare alle emissioni in oro, è stato determinato da una forte immissione sul mercato di centinaia di pezzi tutti insieme. I nominali in argento, quelli più facilmente reperibili, Cappelloni e Littori, serie Aquila Sabauda da due lire sono in crollo da oltre due anni. I prezzi che trovate ai convegni oggi, sono la metà di quelli che trovavate tre anni fa. Non prenderei per buono i realizzi delle aste, per una qualche ragione, spesso sono fuorvianti e ci portano fuori strada. Non darei neanche molto peso ai cataloghi. Il polso della situazione lo si vede tra gli addetti ai lavori, i prezzi che girano tra di loro. Un discorso a parte lo si deve fare per le conservazioni molto elevate ed eccezionali. Tutti i nominali in conservazione eccezionale non hanno una logica ben definita. Il collezionista è disposto per avere i pezzi super a pagare cifre che non hanno riferimento nei cataloghi. Questo genere di collezionisti non temono e non sentono crisi.2 punti
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Con 20 Centesimi, sarà solo mezzo millimetro in più di diametro, circa, e senza bordo a fiore spagnolo. Ci ho messo mezza giornata, durante le vacanze (il negozio non fa ponte, io sì). Mi si sono consumati i polpastrelli e mi è scesa la vista di 2 gradi, ma credo che @@alessandro1970 faccia di peggio.2 punti
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Ciao Sanni, io non ci vedo nulla di male. Solitamente chi presiede le maggiori aste, sono commercianti che devono rivendere. Tieni presente che al prezzo dell'aggiudicazione, ci sono le commissioni, e se poi l'aggiudicatario era in sala, mettici le spese di trasporto e di albergo che ha sostenuto. Che poi il prezzo riproposto sia di molto superiore a quello dell'aggiudicazione, è a discrezione del nuovo venditore. Per ultimo, se il nuovo prezzo è fuori mercato, non è detto che venda.2 punti
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Magari trovarla a quei prezzi in quella conservazione. ... io un spl l'ho pagato 100 euro e non ho mai visto un bb a meno di 60 70 euro2 punti
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Mah, esportare oggi negli Usa dall'Italia è complicato. Settemila monete, poi...Negli anni scorsi ci sono state molte proteste dei commercianti Usa per l'accordo con l'Italia. In questo caso, mi sembra tanto qualcosa come "Monete del tempio", "Monete del tributo", "Monete dei Trenta denari", "Monete della Beata Vergine", etc...Tipica americanata. Si cerca di entrare così nel mercato di chi cerca una provenienza delle monete. Ma come fidarsi di un'attribuzione tanto vaga, anche non essendo italiano? Come italiano, ovviamente, io non acquisterei mai una moneta del genere. E anche attribuzioni vaghe a hoards stranieri mi lasciano freddo. Per esempio, ho visto un "Antiochia hoard". Che cosa vuol dire? Per attribuire una moneta a un hoard ci vuole: data della scoperta, luogo della scoperta, storia e circostanze della scoperta, autore della scoperta, catalogazione delle monete, liberalizzazione della vendita, storia dei passaggi commerciali dalla scoperta in poi. Oppure come accade nelle monete da hoard certificato inglese, dall'accompagnamento della moneta da un documento rilasciato dall'autorità pubblica che ne certifica la provenienza e ne autorizza l'esportazione. Nel "Seven Hills", legge italiana a parte, tutto questo manca. Per il Braithwell hoard, Illyricum ed io ci simo recati a Doncaster, abbiamo incontrato l'autore della scoperta, il curatore del locale Museo Archeologico, la rappresentante locale dell'autorità preposta alla catalogazione e alla liberalizzazione, ci siamo recati sul luogo della scoperta. Insomma, l'attribuzione a un hoard è una cosa seria e non bastano le rassicurazioni di qualche (pur serio) venditore, che non fa altro che recepire quanto detto da chi, a sua volta, gli ha venduto le monete.2 punti
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Incredibile la quantità di parole e di vis polemica. Io rispetto le opinioni di tutti, ma cerchiamo di analizzare nel merito e senza divagare troppo, col facile rischio di perdere il filo del discorso. Personalmente, pur con i limiti della foto, avrei pochi dubbi sull'autenticità del sesterzio di Domiziano e non mi stupisce la presenza di spazi fra i capelli, pur nella notevole varietà iconografica. Poi, sempre per quello che può mostrare la foto, ci sono piccoli grumi e depositi apparentemente naturali e in parte parzialmente asportati, e si sono linee di espansione che sono molto plausibili. Sicuramente un esemplare che può suscitare un vivo interesse commerciale, ma non entro nei dettagli di valutazione economica, che non sono di mia competenza.2 punti
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@@vitellio Ciao Enrico, non sapevo che postare comparazione e un gioco. Stanto al messaggio #88 di @@BiondoFlavio82 "il gioco delle comparazioni " ma allora perché chiede risposte alle sue domande ? E come dovremmo rispondere ( magari ce lo suggerisce) così evitiamo di giocare.E la prima volta che qualcuno ci definisce giocolieri delle comparazioni. In questo Forum , ogni giorno che passa scopriamo qualcosa di nuovo . Già il fatto che rispettare le opinione degli altri e categorico , un confronto sulle varie opinioni e ovvio e allora..........perché polemicare e non collaborare a trovare la soluzione del problema ?2 punti
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Nella ricerca di un caffè storico milanese al quale potessero adattarsi le iniziali C S ho trovato il Caffè dei Servi nel quale quindi avrebbe potuto essere speso questo gettone. Ma è stata molto gradita per i ricordi la scoperta di questo articolo a firma di F. Tettamanti, nel quale si menziona il ‘caffè del ginocchio’ di cui avevo sentito parlare da mio padre negli anni ’50. COSE DELL' ALTRO SECOLO 1900, nel bar dei poveri il «caffè del ginocchio» Costava cinque centesimi la tazza. Era la bevanda degli operai, dei garzoni, dei facchini che cominciavano o terminavano il turno di lavoro. Un'abitudine, quasi un rito, per fermarsi un istante, per scambiare quattro chiacchiere, per far sembrare meno dure le giornate. È l' inizio del secolo nuovo a Milano. Cesare Isotta e Vincenzo Fraschini aprono una fabbrica di automobili, il Comune comincia a costruire le scuole elementari di via Dal Verme, via Sacco, via Stoppani, via Moscati, per i figli della gente che abbandona la campagna e arriva in città a cercare lavoro e fortuna, e approva il servizio di refezione scolastica per i bambini bisognosi delle prime classi. Vittorio Emanuele III diventa re d' Italia e il 30 dicembre del 1900 parte l' ultima corsa del tram a cavalli Milano-Monza che verrà sostituito dai tram elettrici della Edison. Era l' alba del secolo nuovo e per quelli, davvero la maggioranza, che non si potevano permettere il lusso di una sosta in uno dei tanti locali del centro, il Caffè dei Servi, il Caffè del Duomo, il Belvedere, il Cova o il Caffè Campari, a far salotto e a sorseggiare un caffè vero continuava e prosperava la tradizione ottocentesca del «caffè del genoeucc» (letteralmente caffè del ginocchio). Una delle imprese più singolari e pittoresche dell' epoca. Si trattava di un banchetto, di una sorta di trespolo sulle ruote, di un bar dei poveri, gestito da un ambulante che di primo mattino, soprattutto in piazza Duomo, in estate come in inverno, serviva la bevanda calda che, in realtà, non era neppure un vero caffè, ma una brodaglia con ben poche pretese. Una bevanda di acqua filtrata attraverso i fondi recuperati dai bar dei signori della Galleria. Si chiamava così perché gli avventori che consumavano in piedi oppure seduti su un gradino erano costretti ad appoggiare la tazzina sul ginocchio per riuscire a mescolare lo zucchero. E nel linguaggio comune della Milano del Novecento un caffè non proprio buonissimo veniva subito marchiato: «È come il caffè del genoeucc». Cose dell' altro secolo. Però ora ci vorrebbe davvero una pausa caffè. Seduti al bar. apollonia2 punti
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Questo è un esempio dei colori che si possono sviluppare nel tempo sulla superficie di un tetradramma suberato di Alessandro Magno. Alexander the Great fourree tetradrachm, 13.9g (compared with about 17.0g for authentic specimens), copy of posthumous tetradrachm from Amphipolis, Macedonia, c. 315-294 BC, M.J. Price 486. Le ampie fratture nella placcatura d'argento, esponendo il sottostante nucleo di rame/bronzo, rivelano la natura del pezzo. Questo suberato è particolarmente interessante in quanto mostra i tre strati di un suberato d’argento: l'arancione è il nucleo di rame, mentre il verde è lo strato di "eutettico" che separa la placcatura d'argento dal nucleo di rame. L’eutettico è una miscela costituita da circa 72% d’argento e 28% di rame, caratterizzata da un punto di fusione più basso di quelli delle miscele alle altre composizioni e che si comporta alla fusione come un composto puro. Non è chiaro se lo strato di eutettico fosse una saldatura d'argento e rame applicata per consolidare il rivestimento d'argento al sottostante nucleo di rame oppure si fosse formato quando il tondello rivestito d’argento è stato riscaldato, parzialmente fuso e quindi è diffuso all’interno del rame. In entrambi i casi il rivestimento si pensa sia stato applicato prima che la moneta fosse coniata, dato che in altro caso i dettagli del disegno sarebbero stati compromessi. apollonia2 punti
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Alla fine dell’Ottocento Trieste è un punto cruciale per lo scambio di merci, il suo porto è tra i più fiorenti d’Europa grazie al regime di “porto franco” concesso fin dal tempo di Maria Teresa d’Austria, ed è l’unico sbocco sul mare dell’impero austro-ungarico. Nel frattempo anche il borgo carsico di Opcina (in italiano Opicina) comincia ad ingrandirsi, molti cittadini facoltosi iniziano a costruirsi la villa in collina, dove soggiornare e respirare aria salubre; creare un sistema di trasporto è un’esigenza sentita non solo dagli abitanti del luogo, ma anche dai triestini. Il primo progetto, per una tranvia a vapore, viene presentato nel 1895, ma è nel 1899 che viene approvato quello dell’ingegner Eugenio Geiringer, che sulla collina di Scorcola si era costruito una villa con torri merlate (potete vederla nella foto in allegato, risalente agli anni '60), che prevede la costruzione di una ferrovia elettrica con scartamento metrico: il percorso prescelto parte dal centro cittadino, per l’esattezza da piazza Caserma (oggi piazza Oberdan) per poi risalire il ripido colle di Scorcola e, attraverso gli abitati di Cologna, Conconello e Banne, raggiungere Opicina; per superare il notevole dislivello si opta per un sistema misto, in quanto non sarebbe stata sufficiente la potenza dei soli motori del tram: alle pendici del colle Scorcola quindi, il tram si appoggia ad un locomotore a cremagliera, con una ruota dentata a metà dell’asse motore delle ruote: questa ruota a sua volta si appoggia ad una rotaia con profilo “a dentiera” posta al centro del binario (sistema Strubb) e così il locomotore può spingere la vettura su per una pendenza massima del 260 per mille a una velocità di 7 km/h. petronius :)1 punto
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Entra a far parte della mia piccola collezione, sostituendo il precedente esemplare, postato qualche giorno fa nella discussione a proposito delle satinature, questo nuovo esemplare di "Vetta d'Italia" 100 lire 1925 Dopo lunga e faticosa trattativa, finalmente ieri, al Convegno numismatico di Bologna l'ho ritirata!! Come va di moda dire da un pò di tempo a questa parte: un autentico gioiello numismatico, il miglior esemplare che ci sia capitato di osservare negli ultimi 10 anni!! :blum: :blum: :blum: :blum: Un po di auto celebrazione non guasta!! Un ringraziamento particolare va al buon Sebastiano che ha preferito privilegiare un modesto collezionista, permettendo così di far riposare questa bella moneta in una collezione! Renato P S Se le foto non sono all'altezza, prego il venditore di allegare le sue. Far torto con delle foto mediocri a questo esemplare è un delitto!!1 punto
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Per essere in tema con la trascorsa giornata, vi propongo una moneta papale (ma che rientra nelle medioevali) davvero rara! GIOVANNI II Giovanni XII ( Ottaviano dei conti di Tuscolo – Papa (955-964) Fu eletto papa a soli diciotto anni su pressioni della mamma Marozia: in un solo pomeriggio fu fatto diacono, prete, vescovo, cardinale e quindi reso eleggibile. Appassionato cacciatore, cavaliere, giocatore di dadi, si dedicava soprattutto alla caccia di compagne di letto: si accoppiava con la moglie del suo cameriere personale Rainer, esibendola in varie città e donandole croci dorate e calici preziosi del tesoro di San Pietro. Copulava con la concubina di suo padre, Stefanella e con la sorella di lei. Dormiva altresì con le proprie sorelle, intrattenendo rapporti con Anna, vedova di suo fratello e la di lei nipote. Gli piaceva stuprare pellegrine dirette a pregare sulle tombe dei santi apostoli Pietro e Paolo. Morì per “ motivi d’onore ”. Narra lo storico Liutprando :” Mentre si giaceva con la moglie di un paesano, costui lo sorprese e, in un accesso d’ira, lo uccise buttandolo dalla finestra”. La Chiesa si rammaricava che fosse morto senza ricevere il Santo Viatico. Non fu elevato alla gloria degli altari e neppure beatificato. Le sue monete sono molto rare e fanno riferimento all'imperatore Ottone, suo protettore. Nella figura: Giovanni XII (Ottaviano dei Conti di Tuscolo), 955-964 con Ottone I, 962-963. Denaro, AR 1,46 g. + DOM IOHANS PAPA intorno a OTTO disposto a croce. Rv. + SCS PETRVS intorno a mano aperta. CNI 11. Muntoni 4. Berman 80. MEC 1, –. (Numismatica Ars Classica NAC AG, Auction 50, 15.11.2008: aggiudicata per 5.750 euro)1 punto
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Leggete qua http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/04/29/valle-dei-re-scoperte-60-mummie-reali_a09972e2-d6c8-4825-a9df-ac823ed52397.html1 punto
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Non ho mai partecipato a eventi organizzati in questa sede, ma vista la vicinanza domenica penso di fare una passeggiata se il tempo lo permette(chiusura ore 13) volevo informare gli amici del forum che nei giorni 3 e 4 maggio 2014 presso il museo di Piana delle Orme, a Borgo Faiti Latina GIORNATE DEL COLLEZIONISMO PONTINO DI FILATELIA una due giorni di iniziative a carattere filatelico: in particolare: - Convegno filatelico e numismatico - Mostra sulla seconda guerra mondiale - 70mo anniversario dello sbarco Anzio-Nettuno, Bombaramento del Vaticano - Partecipazione Poste Vaticane con annullo filatelico - Incontro dei circoli filatelici del Lazio - Giornate di studio sui buoni risposta internazionali - Numismatica, cartoline d'epoca,libri, articoli per collezionisti, manifesti, storia postale - ......... Non sono riuscito ad allegare la locandina I1 punto
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Montenegro Prove e Progetti 461 Progetto di un 20 centesimi in michelio 975/1000 peso gr 4,05 - diametro mm 21,5 Aggiungo questa altra variante che presenta le stesse caratteristiche di quello che ho postato tempo fa, varia solamente al Rovescio la figura dell'Italia Turrita è circondata da una coroncina di fogliette e perline. La particolarità di questi progetti è che sono realmente Fondo Specchio, nonostante si sia sempre detto che per la monetazione di Vittorio Emanuele III, il FS non esiste! Renato1 punto
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Questo è l'esemplare che avevo in collezione, sicuramente non in alta conservazione, ma non gli ha dato mai più di tanta importanza! Poi ho deciso di prendere la prova dello stesso nominale: Tanto che primo esemplare, che io ho battezzato BB, visto che Varesi non ha indicato la conservazione, quanto nel secondo di prova, far rendere le tonalità del metallo con la foto è un'impresa disperata!! Renato1 punto
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Buona Domenica Vi allego il link di un vecchio articolo del Corriere della Sera (agosto 2013), trovato ora casualmente in rete. http://www.corriere.it/scienze/foto/08-2013/londra/archeologia/monete-romane-londra_f20caf10-0007-11e3-b484-e2fa3432c794.shtml?title=Una%2520moneta%2520con%2520l%2527immagine%2520dell%2527imperatore%2520Adriano%2526pos=1#4 La didascalia parla di un ducato forato, forse usato come ornamento. Cosa ne pensate? Personalmente, anche se ciò è ovviamente possibile, penso che non fosse quella la motivazione per cui quel ducato si trovasse a Londra. Siamo sotto il dogato di Leonardo Loredan, periodo nel quale i mercanti veneziani facevano scalo a Londra per "vendere" i soldini coniati sotto lo stesso doge, lucrando sul differenziale tra il valore della moneta attribuita a Londra, rispetto a quello corrente a Venezia. http://www.lamoneta.it/topic/89455-la-circolazione-di-soldini-veneziani-in-uk/ Un ducato quindi al seguito dei mercanti veneziani, di oro puro, riconosciuto ovunque e quindi spendibile senza troppi problemi....perché bucarlo allora? Che idee avete in proposito? saluti luciano1 punto
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Di questo che mi dite.....molto interessante......in due righe tante novità. :pleasantry:1 punto
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Vabbè ma sto scrivendo senza libri sotto mano ......... ahahahah :rofl: vado a memoria, controlla un po', ma solo nel Siciliano è scritto?1 punto
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mi venga un accidente se ho capito qualcosa di questa discussione....dove vuoi andare a parare Fidelio?1 punto
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Le foto del rovescio sono talmente "impastate" che non hanno nulla che fare con la moneta in mano! La corazza è si bassa, ma lo scudo che qui sembra piatto in realtà ha tute le righine ben distinte e nitide, idem i dettagli dell'elsa della spada, che in questa ultima foto sono inesistenti. La porto a Verona, secondo me questi esemplari di conio un pò basso, vanno studiati e ben pesati per dare una corretta valutazione.1 punto
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Riguardando l'esemplare ex coll. Curti ed ex Este Milani, vedasi post 440, al rovescio appare chiaramente l'incuso del bordo che sta al diritto e......taglia le lettere ! Ora sono proprio convinto che questo solco sia dovuto alla battitura, non è una cosa voluta.1 punto
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Credo che sia un gettone con Luigi XVI del tipo "DAS BESTE", tipo: http://www.ebay.fr/itm/Louis-XVI-petit-jeton-celebrant-sa-mort-apres-1793-cuivre-/2307603988091 punto
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Casualmente ho sfogliato il volume di J.B. Giard su Augusto della serie dei cataloghi della Bibliothéque Nationale sulle monete dell'impero romano e ho notato, a pagina 171, che sono riferiti proprio dei legami di conio (ossia con un conio in comune), per la zecca di Colonia Patricia, tra SIGNIS RECEPTIS SPQR e OB CIVIS SERVATOS. Interessante è osservare come anche con la testa a sinistra ci sia un conio in comune tra le due emissioni: Non sono riportati altri legami di conio per questa zecca, che quindi sembrano riguardare solo queste due emissioni. Quindi nulla di nuovo….1 punto
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Rispetto coloro a cui le finlandesi non piacciono, ma vi mostro le differenze tra i due Stati! 1) In Finlandia c'è gente che immagina e disegna monete minimaliste spesso con design innovativo, perciò vanno apprezzate. 2) Al Vaticano si prende un'immagine pronta (spesso, non sempre) oppure qualcosa più retrò. Questo esercita fascino, perciò vanno apprezzate. Ma il lavorone se lo fanno comunque i nordici :P PS: Io la SV 2013 la possiedo, l'unica 2€cc vaticana in mia proprietà, e non ho mai detto che non sia elegante e che non mi piaccia. ;)1 punto
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grazie Arka, molto gentile :) non pensavo la mia tesi trovasse sostenitori. Comunque lascio subito questo ambito e torniamo a concentrarci sui due assunti della discussione, tremisse CNG e tecniche di coniazione che già ci impegnano parecchio..1 punto
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Buon pomeriggio, rispondo pubblicamente anche se con @@monbalda ci siamo già sentiti, perché credo sia giusto farlo e anche per non dare adito ad eventuali equivoci. Nel mio precedente post ho scritto che effettivamente, vedendo l'immagine fotografica, la moneta mi pareva essere NON scodellata, ma proprio scifata. Mettendomi nei panni del falsario, ho quindi pensato che mi sarebbe risultato molto più facile creare due conii piatti piuttosto che due conii concavo-convessi. Pertanto, partendo da questi due assunti, ho dedotto che la moneta PROBABILMENTE era stata battuta con conii piatti e successivamente scodellata. Ora, voi sapete certo meglio di me che un sillogismo può essere falso per diversi motivi, tra i quali vi è quello della falsità delle premesse. Chiacchierando con l'amica Monbalda mi è venuto innanzitutto il dubbio che in realtà il pezzo proprio scifato non lo sia. Non solo, ma dal momento che esistono diverse imitazioni scifate di Histamena e di Trachea, evidentemente anche creare conii concavo-convessi non deve essere poi così difficile. Infine, ed è il punto più importante, alla domanda "e allora dimmi come può aver fatto il falsario a scifare la moneta dopo averla coniata, senza schiacciare le raffigurazioni sulle due facce" io purtroppo non so dare una risposta plausibile, alla quale non si possa rispondere con obiezioni altrettanto plausibili. Bene, tutte queste parole per dire che non sono più tanto sicuro che l'esemplare da me postato sia scifato o, se lo è, che lo sia diventato dopo essere stato battuto. Spero di essere stato chiaro... o almeno di avervi fatto sorridere, che in tempi come questi non sarebbe comunque un cattivo risultato :) Buon proseguimento di giornata, Teofrasto1 punto
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@@Belisarius Stima. Tanta stima ragazzo. Spero tu possa collezionare di nuovo, un giorno. Una cosa è certa, se un ladro entra a casa mia e lo vedo, ci sono due casi possibili: 1. Parte un ambulanza. 2. Chiamiamo le pompe funebri. Ciao ragazzi.1 punto
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Ciao a te, e grazie per la condivisione. Concordo con la datazione, un fine '700 ci sta tutto. Sono meno sicuro della provenienza francese: non discuto che l'oggetto (a proposito: cos'è?) sia arrivato da lì, ma sento aria di Inghilterra... Me lo suggerisce l'assenza dell'elmo e la contestuale presenza del cimiero (una mano destra impugnante una spada in sbarra) poggiato direttamente sul cercine: abitudini formali prettamente inglesi. Escludo sia uno stemma civico, proprio per la presenza di un cimiero che è ornamento più tipico di titolari "fisici". Per la titolarità... cercheremo! :good:1 punto
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per me un bb può starci. direi che 35-40 euro li vale. è molto raro trovarla a meno1 punto
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ECCOLA !!! attendo tuo commento ... mi hai fatto salire la pressione co sto dubbio di falso ....1 punto
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Ammazza Francè come sei severo!! Il lustro si percepisce anche sulle zone afflitte da debolezza (vedi rilievo del seno, pancia/briglia del cavallo). La moneta ha un bellissimo lustro, e come ben sai i difetti congeniti non influiscono sulla conservazione ma solo sul valore economico finale. Non sarà un esemplare "da vetrina", ma, sempre rimanendo nella sfera della severità per non essere indifferenti verso i segnetti, direi che scendere sotto il qFdC mi sembra ingiustamente penalizzante. Ultimo, ma non meno importante, considera che @@renato con le sue foto ha la grandissima capacità di far scendere anche di un punto la conservazione della moneta, non riuscendo a catturare il lustro. Se qua l'ha catturato... vuol dire, che oltre ad essere stato fortunato, che ce ne sta a vagolate :D1 punto
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A tal proposito c'è l'ottimo lavoro di Bartolomeo De Pasi, il quale non solo offriva ai mercanti veneziani e a quelli di tutto il mondo la possibilità di convertire il valore delle monete di conto e delle merci per ogni esigenza e in ogni luogo, ma addirittura forniva dati certi al mercante che doveva porre in zecca i propri metalli, cosicché questo potesse scegliere la sede di zecca più conveniente a seconda della propria rotta e a seconda del contenuto della propria borsa. Consiglio l'edizione del 1507, depositata presso la biblioteca Braidense di Milano.1 punto
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Vedo che ci stiamo avvicinando un po' al quesito che avevo posto, non solo io in verità ma anche altri, la domanda era non tanto sul come è stata fatta la moneta, sulla tecnica di coniazione, ma perché stata fatta così ? E non parlo tanto, anche se importante e funzionale al tutto di iconografia, ma della forma che è stata data al tondello con bordi rialzati, perché fu fatta cosi ? La moneta voleva avere la sua sacralità, il suo prestigio, era una moneta che doveva anche apparire, un biglietto da visita....o ora per voi un semplice accorgimento tecnico per renderla meno fragile e più compatta ? Io credo che le tecniche di coniazioni siano un aspetto molto importante ed avvincente, e qui sono state dibattute direi, ma poi l' appassionato di simbologie, valori, di cosa poi rappresentasse la moneta, oltre allo strumento puramente di pagamento, cerca di capire, sempre che si riesca, cosa c'era poi dietro al " progetto " di fare una moneta così, forse poi le varie implicazioni che ci sono dietro a questa domanda non sono affatto secondarie, e l'aspetto tecnico forse non è il solo...., in poche parole, tecnica, ma anche l'idea, il progetto della moneta..... Mario1 punto
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Ringrazio Massenzio e l'ulteriore conferma dell'identità dei due conii del diritto è data dal fatto che le due emissioni risalgono allo stesso anno, 19 a.C. Certo che è un pò poco come statistica e per la ricostruzione della sequenza, ma a questo punto è possibile formulare l'ipotesi che l'emissione con SIGNIS RECEPTIS sia di poco successiva a quella con OB CIVIS SERVATOS. In ogni caso non ho studiato l'organizzazione della zecca in quel periodo e non so se è stata già formulata una ipotesi sul numero dei malleatores, ossia degli addetti ai conii di martello (dei rovesci), che normalmente duravano di meno rispetto ai conii del diritto, ospitati nelle incudini. Trattandosi di una produzione abbondante, è facile che a un certo momento si sia alternato un malleator con un diverso conio. Naturalmente servirebbe l'analisi di un elevato numero di esemplari dello stesso anno per avere un quadro più chiaro, ma questo è già un piccolo indizio….1 punto
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Tutto chiaro. Ma ho saltato un passaggio, che mi era sembrato superfluo, parlando tra numismatici. Ovviamente il conio arrugginito veniva pulito prima dell'uso. La pulizia toglieva quindi le parti in rilievo, ma nulla poteva per i buchi creati dalla corrosione. Arka P.S. Poseidonia...?1 punto
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Caro Alberto il rame costa sui 3/4 euro al Kg... venderlo a €100 ha un suo utile. Poi ne ho visti parecchi dal vivo e conosco bene il venditore... ;) In questo momento sono qui, in Spagna, a pochi chilometri... Cordialmente, Enrico P.S. Le terre spagnole, soprattutto quelle del Sud (marne argillose etc.) hanno una aderenza notevole e tendono a conglobarsi con il bronzo, cosa che non hanno fatto nei punti dove traspare.1 punto
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Secondo me il qFDC ci sta....le foto non sono al top e rendono i dettagli poco definiti.1 punto
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si trattava di un Vittorio Emanuele II 2 Centesimi Milano 1861, nulla di raro ma veramente carina con tracce di rame rosso, ma non solo quella, ti potrei parlare di altre vendute solo perchè a base 1 euro proprio...al prezzo base e nemmeno a dire che nessun altro le avesse viste perchè erano seguite da ben più di un utente del noto sito, conclusione? Dammela tu!@@gallo831 punto
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Tutto quello che volete, avete ragione..La questione secondo me è una sola..Perchè in primis noi meridionali ed anche poi tutti gli italiani dobbiamo vivere con questa ignoranza storica? Nella mia città si onorano i caduti Garibaldini della battaglia del Volturno del 1° Ottobre 1860, vabbene nulla in contrario, ma per i nostri caduti, i nostri padri, non si spende neanche una parola. Ora io non dico che voglio tornare con la monarchia borbonica perchè può tranquillamente essere che nel corso degli anni saremmo potuti stare anche peggio di ora, voglio difendere semplicemente la realtà storica..è mai possibile che nel 2013 devo ancora discutere con i miei vari professori in classe perchè affermano ancora che il meridione fosse molto più arretrato del nord prima dell'unità? Non facciamo politica, difendiamo e onoriamo semplicemente le nostre gloriose origini come credo facciano tutti i popoli.. L'Italia è stata fatta, non so se gli italiani siano riusciti a farli, ma comunque sia io oggi mi sento Italiano sia chiaro eh.. Gaetano1 punto
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Buona Sera. Secondo il mio modesto parere prima di confrontare il movimento neo Borbonico con quello partito fascista bisognerebbe documentasi, il primo un partito totalitario, il secondo non é neppure un partito figurarsi totalitario, esso cerca, con grandissima difficoltà, di descrivere cosa era il sud prima del 1861, cercando cosi di accendere la speranza che questa situazione in cui riversa il nostro sud possa cambiare, il neo Borboni non vogliono la separazione dall' Italia, forse quello che chiedono é l'italia diventi come la Germania cioè uno stato federale, ma prima di fare questo chiedono di fare i conti, vediamo quello che aveva il sud prima dell'unità ( vi é una somma di quasi 2000 mil di euro ) quello che che in questi 150 anni e stato speso il resto c'é lo ridate ed ognuno si gestisce per i fatti suoi, lasciando però l'utilizzo delle materie prime alla regione di competenza e con essi le spese é i ricavi (mi viene in mente i pozzi di petrolio di Gela gestita da una famosa famiglia milanese ) . Questo é per quello che ne ho capito io il movimento neo Borbonico, loro cercano con documenti alla mano di dimostrare che l' unità d'italia cosi come fu fatta fu fatta a discapito del sud, e che da allora non siamo riusciti più a rialzarci il bello é che non se ne può neppure parlare, perché senno si viene additati come sovversivi o politicizzanti , per come la penso io parlare di politica vuol dire vota questo partito piuttosto che quell'altro, mentre qui si cerca di raccontare la storia cosi come i documenti ( che vengono sempre menzionati ) é realmente andata, e come se oggi nei libri si leggesse che le 5 giornate di Milano non sono mai esistite, ed un gruppo di persone cercassero di dire che quello che vi é scritto nei libri e solo una grande fandonia, non penso che questo potrebbe essere paragonato a far politica, ma più tosto la ricerca della verità dei fatti, dovere morale che ogni uno di noi dovrebbe avere, indifferentemente dalla sua provenienza geografica.1 punto
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grazie polo,sara una basa di donnate per i nostri cugini......e i passionnati di quest'epoqua non tanto vecchia.......ecco ora una moneta di 2 soldi ,per finire quest'anno di 1762......1 punto
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un rarita....un cognio di 10 soldi,su un tondello di 4.....il cognio d'origine si era troncato...allora per non interropere la produzione......anno batutto con uno di 10 soldi.... :lol:1 punto
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le prime emmizione comminciarono nel 1762,furono cogniate a murato a partire di marzo 1762,le prime matrice,venevano d'Italia......21mm,per 2.18 grs di mistura.....1 punto
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