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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/14 in tutte le aree
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Ciao, poco tempo fa in apertura di una discussione avevo segnalato l'intenzione di postare qualche ricerca su temi relativi al Primo Impero o su temi di ampio arco temporale. Dal momento che "ogni promessa è debito" mi appresto a presentarvi la seguente indagine che abbraccia entrambi i focus, parlando di un nemico "storico" e delle vicende storiche, belliche e numismatiche a lui correlate, sperando di incontrare il Vs. gradimento. LE GUERRE ROMANO-PARTICHE PROLOGO Con il termine di guerre romano-partiche si intende quel complesso di ostilità a bassa o alta intensità che oppose l’Impero Romano ai Parti. Per circa tre secoli, dalla prima battaglia a Carre nel 53 a.C., fino alla caduta della dinastia dei Parti a vantaggio di quella dei Sasanidi, i due imperi si combatterono principalmente lungo il fiume Eufrate, dalle sue sorgenti fino alla pianura mesopotamica ed al deserto palmireno. La guerra tra Roma ed Antiochio III (re seleucide) segnò l’inizio di una nuova fase, in cui Roma sottomise, una dopo l’altra le grandi potenze mediterranee, confrontandosi prima con l’Oriente dei Seleucidi e un secolo e mezzo più tardi con quello dei Parti. Roma prese dapprima possesso del Regno di Pergamo per trasformarlo a partire dal 129 a.C. nella Provincia d’Asia ed in seguito trovò il pretesto per poter cominciare la conquista dell’Oriente mediterraneo, in seguito alla minaccia giuntagli dal vicino Regno del Ponto di re Mitridate VI. Quest’ultimo, dopo una guerra di trent’anni fu sconfitto, sebbene fosse riuscito a fermare, almeno parzialmente e provvisoriamente, le mire espansionistiche romane in questa parte di Mediterraneo. I Romani con Gneo Pompeo Magno portarono i confini di Roma ancora più ad oriente, creando le province della Bitinia e Ponto, della Cilicia e della Siria, controllando i regni locali ed imponendo, dove possibile, sovrani “amici” e ponendo le basi per le successive campagne militari orientali contro i vicini Parti. Campagne che culminarono comunque con la sconfitta di Marco Licinio Crasso, di scarse capacità come condottiero militare che tentava di coprirsi di un po’ della gloria che spettava a Cesare e Pompeo. Deboli nella fanteria ma dotati di una forte cavalleria, i Parti sconfissero nel 53 a.C. un forte esercito romano presso Carre, perdendo anche le aquile simbolo delle Legioni. Lo stesso Giulio Cesare raccolse nel 44 a.C. ad Apollonia un esercito per effettuare una campagna contro i Daci e quindi contro i parti . A sovraintendere i preparativi lasciò il giovane nipote diciottenne Ottaviano e le campagne furono poi abbandonate in seguito all’uccisione di Giulio Cesare. Il progetto di invadere la Parthia fu poi ripreso da Marco Antonio, senza successo. Augusto invece cercò di affermare la preminenza romana nell’area medio-orientale mediante la diplomazia. Il punto cruciale in Oriente era costituito dal Regno d’Armenia che, a causa della sua posizione geografica, era da un cinquantennio oggetto di contesa fra Roma e la Partia. Augusto mirò a fare dell’Armenia uno stato cuscinetto “cliente” di Roma, con l’insediamento di un re gradito a Roma, e se necessario imposto con la forza delle armi. Perso il controllo dell’Armenia Augusto preferì stabilire il predominio romano con la diplomazia, invece che con la forza: ottenne un trattato in cui il sovrano partico restituì ai Romani i prigionieri e il controllo dell’Armenia come stato vassallo dell’Impero romano (32 a.C.). Il II secolo vide l’avanzata romana oltre l’Eufrate: Traiano (114-117) si impadronì dell’Arabia Petrea mentre Lucio Vero (162-166) e Settimio Severo (194-198) portarono all’annessione di Osroene e Mesopotamia e al vassallaggio dell’Armenia.6 punti
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Senza leggere tutto il discorso precedente dato che è il primo messaggio di questa pagina sembra un pò un doppio senso il tuo messaggio ahahahaha XD6 punti
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Titolo: Fotografia Numismatica: piccola guida interattiva (… Ovvero, non servono attrezzature costose per ottenere buoni risultati) Autore: Fabrizio Galiè (@@Il*Numismatico) Data Pubblicazione: 03/05/2014 ABSTRACT: L’intento che mi pongo (e che spero di raggiungere) è di rendere la materia in oggetto semplice e chiara per tutti, anche (e forse soprattutto) per chi pensa di essere negato nella fotografia. Le “lezioni” saranno poche e brevi (fondamentalmente non c’è molto da dire, visto che dobbiamo fotografare un semplice tondello grande, al massimo, qualche centimetro), e si pongono come obiettivo quello di fornire concetti, più che procedure da seguire, il tutto presentato cercando di non dimenticare semplicità e chiarezza nelle spiegazioni. I concetti che andremo ad esaminare potranno essere ovviamente rielaborarti e perfezionati a seconda del proprio gusto personale, anche in seguito alle numerose prove che effettuerete per esercitarvi. Prove che vi accompagneranno (così come è ancora il mio caso) per molto tempo anche dopo che penserete di aver raggiunto un risultato qualitativo soddisfacente. Gli argomenti di questa guida, saranno i seguenti: Introduzione: costruiamo il nostro “set” fotografico Qual è la luce ideale e come ricrearla La preparazione allo scatto: l’inquadratura L’esposizione ed il bilanciamento del bianco Le ultime impostazioni prima dello scatto Scattiamo la nostra prima fotografia numismatica La PostProduzione (PP): che cos’è e come va fatta Installazione del software di fotoritocco e prime operazioni di PP Continua... LEGGI TUTTO L'ARTICOLO3 punti
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E' online in prima pagina ( sempre come allegato ) l'aggiornamento al 30 aprile 2014 :good:3 punti
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Titolo: Fotografia Numismatica: piccola guida interattiva (… Ovvero, non servono attrezzature costose per ottenere buoni risultati) Autore: @ilnumismatico Data Pubblicazione: 03/05/2014 ABSTRACT: L’intento che mi pongo (e che spero di raggiungere) è di rendere la materia in oggetto semplice e chiara per tutti, anche (e forse soprattutto) per chi pensa di essere negato nella fotografia. Le “lezioni” saranno poche e brevi (fondamentalmente non c’è molto da dire, visto che dobbiamo fotografare un semplice tondello grande, al massimo, qualche centimetro), e si pongono come obiettivo quello di fornire concetti, più che procedure da seguire, il tutto presentato cercando di non dimenticare semplicità e chiarezza nelle spiegazioni. I concetti che andremo ad esaminare potranno essere ovviamente rielaborarti e perfezionati a seconda del proprio gusto personale, anche in seguito alle numerose prove che effettuerete per esercitarvi. Prove che vi accompagneranno (così come è ancora il mio caso) per molto tempo anche dopo che penserete di aver raggiunto un risultato qualitativo soddisfacente. Gli argomenti di questa guida, saranno i seguenti: Introduzione: costruiamo il nostro “set” fotografico Qual è la luce ideale e come ricrearla La preparazione allo scatto: l’inquadratura L’esposizione ed il bilanciamento del bianco Le ultime impostazioni prima dello scatto Scattiamo la nostra prima fotografia numismatica La PostProduzione (PP): che cos’è e come va fatta Installazione del software di fotoritocco e prime operazioni di PP Leggi l’articolo originale completo oppure Visualizza il PDF con gli ultimi aggiornamenti per poterlo salvare in locale2 punti
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salve amici, posto questa mia ultima moneta in alta conservazione dei medici. non ne ho visti passare (testoni) sull' aste molti in questa conservazione, ricordo di uno su crippa asta autunnale 2013 e se non ricordo male su hess divo. descrizione: Testone 1636 (III serie - busto adulto). Busto a d. R/ S. Giovanni seduto di fronte tiene con una mano lunga croce e solleva l’altra in atto di predicare. MIR. 298. Gal., XVII, 1/10. CNI, 87. RMM. 9 g. 9,27 Rara non è l'anno più raro dei testoni di ferdinando II, sicuramente ce ne sono di molti più rari, ma il disegno con il busto adulto del granduca lo preferisco.. sul diritto presenta una leggera tacchetta al bordo dopo l'etrv e anche sull'armatura, vedendo che la moneta è praticamente un spl-fdc a mio parere molto ben conservata e dettagliata, credo sia un discorso di coniatura..voi cosa ne pensate? ho riscontrato delle piccole imperfezioni di tondello anche su quella di crippa numismatica identiche agli stessi punti, sembra essere il punzone, mentre per la tacca al bordo o piccole schiantature dell'argento sembra presentarle più la mia. saluti fofo2 punti
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mah... allora nel frattempo che Alessandro riesca a trovare tutte le altre monete che gli mancano si potrebbe aprire una discussione a latere con il titolo "Indovina cosa fa di lavoro?" :rofl:2 punti
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Senza entrare nella discussione posso consigliarvi una lettura araba della prima metà del X secolo, dove si parla dell'estrazione dell'oro e dell'argento, della raffinazione, del saggio, della loro laminatura, della fabricazione dei tondelli etc. etc. Credo sia quanto di più vicino possibile all'obiettivo che vi siete posti. A mio avviso dovrebbe cosituire il punto di partenza di qualunque indagine di questo tipo: Al-Hamdani Kitab etc. (scusate l'assenza dei segni diacritici, non so come farli qui), Die beiden Edelmetalle Gold und Silber, herausgegeben und uebersetz von C. Toll, Uppsala 1968 (per chi ha problemi col tedesco, c'è anche il testo arabo originale) Buon lavoro, Andreas2 punti
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Ciao, direi sul qBB come conservazione, si iniziano a perdere i rilievi al centro del tondello sia al diritto che al rovescio, ma le legende sono invece integre. E' il tipo più comune tra tutti gli scudi di Pio VI, Muntoni 17, vedi la scheda del nostro catalogo: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOVIR/8 Ciao, RCAMIL.2 punti
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Buona Domenica Confesso che in un primo momento ho pensato di aprire una nuova discussione, dal momento che questo pezzo riguarda una differente moneta di conto; però ho cambiato idea perchè avrei dovuto rinunciare ai preziosi commenti che qui si sono succeduti e che trovo, in ogni caso, utili sempre, quando si parla di moneta di conto. Dopo una parentesi di circa cinquant'anni, grosso modo dal dogato di Enrico Dandolo (1192–1205) a quello di Ranieri Zeno (1253-1268) nei quali la zecca veneziana non aveva provveduto ad emettere denari (o piccoli), perchè si era avvalsa di quelli emessi dalla vicina Verona, sotto il dogato di Lorenzo Tiepolo (1268– 1275) riprende la loro emissione. A distanza di tanto tempo, i nuovi piccoli non potevano essere più gli stessi di allora; il loro intrinseco era rimasto lo stesso, ma il peso si era ridotto dagli originari gr. 0,36 a gr. 0,29. In questo periodo, infatti, il rapporto tra il grosso ed il piccolo era stato modificato, dagli originari 26 piccoli per un grosso, ai 28 piccoli per un grosso, per poi aumentare ancora nel 1282, fino a 32 piccoli per un grosso. Nella discussione riguardante la Lira complida e la Lira manca, avevo riportato la seguente equivalenza: la lira di grossi (libra grossorum) era pari a 240 grossi, cioè a Libre Ven. (libra denariorum venezianorum parvorum) 26 e 1/9. Arrivati a tal punto queste equivalenze non potevano più essere adottate; la Libra Ven. non poteva essere in grado di assolvere ad entrambe le funzioni e venne di fatto sdoppiata; era l'unico modo per poter porre un rimedio senza rivoluzionare tutta la monetazione. La prima fu chiamata (Libra parvorum) o Lira di piccoli e mantenne la sua equivalenza a 240 piccoli; l'altra fu chiamata (Libra ad grossos) o Lira a grossi e mantenne l'equivalenza di 1/26 di Lira di grossi manca. Come avverte il Lane, il rapporto stabile tra la Lira a grossi ed il grosso, cioè la moneta effettiva sulla quale essa si basava, può essere espressa con la seguente equazione: 26 Lire a grossi = 1 Lira di grossi manca = 239 grossi saluti luciano2 punti
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Penso che a questo punto ci sia veramente poco da fare. L'ordine pubblico è demandato ai capi ultras che decidono se giocare o meno, e ci sono numerosi precedenti tra tutte le tifoserie: il derby Roma-Lazio sospeso perché si era sparsa la voce (falsa) che un bambino era stato investito da una macchina delle forze dell'ordine, la partita del Genoa sospesa per ordine dei tifosi fino a quando i giocatori non si sono tolti le maglie, e via così. Meglio ammettere che lo stato ha abdicato nella gestione delle partite di calcio, come poi ha fatto per tanti altri aspetti. Quanto hai capi ultras delle varie squadre, queste persone sono delle vere e proprie potenze all'interno dei club, con un potere che molti non si sognano neanche. Ieri sera avete visto la maglietta che portava? Con questo abbiamo detto tutto, cosa c'è da aggiungere? Forse come qualcun altro ha suggerito bisognerebbe fare come in Inghilterra, dove anni fa c'era il problema degli hooligans, che è stato debellato con leggi speciali per un problema speciale. Se invece vogliamo andare avanti così, non meravigliamoci di quello che è successo ieri sera, l'unico miracolo è che non sia morto qualcuno, ma è solo questione di tempo purtroppo, e ve lo dice uno che è andato per anni allo stadio e ha smesso proprio perché il rischio potenziale che si corre è assurdo.2 punti
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Ciao Bruno, i Tuoi complimenti son sempre apprezzati, Vi mostro una foto con colori più naturali e fedeli alla realtà, visto che la foto di artcoins era molto carica di giallo e un po scura. La moneta si presenta con una lucentezza molto bella dei campi, e con dei rilievi che staccato "in nero" dai campi, con un effetto molto bello. Conservazione a parte, trovo decisamente gradevole il ritratto, cosa sempre particolarmente importante nella monetazione pre-decimale, ed in questo è particolarmente apprezzabile la ricca capigliatura intatta, con i ricchi adornamenti del busto, cosa che nella tipologia successiva, purtroppo sparirà. La foto perde qualcosa in definizione per via della compressione finale dell'immagine.2 punti
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Scusate, non voglio disturbare la discussione sulle "bolle", che vedo è proseguita con alcune osservazioni interessanti anche sui conii. Tuttavia, come alcuni possono essere interessati più a questo argomento, personalmente ritenevo interessante avere invece le vostre osservazioni sui tremissi che avevo postato qui http://www.lamoneta.it/topic/121864-lombards/?p=1395340, ovviamente per varie ragioni in merito a quanto era stato ipotizzato sulla tecnica di realizzazione fino a quel momento. Mi pare che solo Varesi si sia espresso sul tremisse n.4 , peraltro notando proprio quello che si intendeva sottolineare ;). Per tutti gli altri utenti... nulla da dire :( ? Mi sembravano inoltre molto interessanti le annotazioni espresse poi con questo post di teofrasto http://www.lamoneta.it/topic/121864-lombards/?p=1395536, ed anche le considerazioni di numa numa e sempre Varesi che ne erano seguite. Anche su quegli argomenti, vogliamo lasciar cadere la cosa così? Ovviamente, se preferite concentrarsi solo sul tema bolle e quanto di collegato, capisco e lascio perdere; volevo solo saperlo, grazie. Infine: sto cercando di attivarmi per una coniazione di tremissi, ma eventualmente realizzata con un orefice specializzato in archeologia sperimentale nel campo dell'oreficeria longobarda e che lavora con tutta attrezzatura rigorosamente realizzata secondo modelli antichi e con analoghe procedure, per quello che se ne può sapere. Se possibile farei comunque precedere la cosa anche da una nuova campagna di analisi quantitative del contenuto metallico di varie tipologie di tremissi (non semplice...ma vediamo!) e farei seguire tutto il processo produttivo dei tondelli e della preparazione dei conii con un filmato, mentre per la battitura vera e propria si potrebbe organizzare il ritrovo che avevate prospettato. Quando e se la cosa si comincerà a concretizzare maggiormente, ne sarete prontamente informati. Buona fine di serata...MB2 punti
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La banconota che avete visto nel post precedente dovrebbe affiancarsi a questa....2 punti
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Buona serata Quante volte, ad ognuno di noi, è capitato di leggere un libro sulla storia di Venezia ed imbatterci nella riproduzione di documenti, talvolta in latino, ma spesso in volgare, nei quali vengono riportate trattazioni di mercanzie, oppure rogiti per l'acquisto di beni immobili e mobili, oppure ancora lasciti testamentari, ma anche stime fatte da notai o magistrati, dei beni lasciati da una persona defunta. A tanti di noi, sono sicuro, leggendo in queste riproduzioni che una tal merce costava 20 lire di grossi, oppure che una partita di pepe egiziano era pagata 200 ducati, o ancora che 100 pezze di “panni bastardi” erano costati all'imbarco in Inghilterra 1.335 ducati, ci siamo lasciati trasportare dalla fantasia, immaginando come poteva essere la visione di 1.335 ducati, messi così, tutti insieme; una bella montagnola d'oro zecchino monetato; e poi ancora la curiosità di sapere il costo della vita a quei tempi; i salari delle varie categorie di lavoratori, la paga dei soldati e degli uomini al remo che facevano tragitti per mare lunghi e pericolosi, sia per commerciare, sia per affrontare battaglie. Eh la fantasia … spesso però immaginiamo quelle monete e la loro quantità, con la logica dell'uomo moderno; se oggi noi teniamo in mano una moneta da €. 1,00, non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello che quella moneta possa avere valori differenti a seconda dell'uso che ne facciamo. Pensiamo solo per un attimo se per assurdo dovessimo comperare una cosa che costa €. 10,00 ed il commerciante di turno ci chiedesse 11 monete da €. 1,00... un bel pasticcio, non credete? E quante complicazioni...certamente questo è un esempio sui generis, fatto con una moneta moderna che ha un valore certo e condiviso; un valore fiduciario, contrariamente alle monete dell'epoca e delle quali sto scrivendo, monete che rappresentavano soprattutto il valore del metallo prezioso in esse contenuto. Alla luce di quanto sopra scritto, siete ancora sicuri che, leggendo su un libro che una merce è costata 1 o 10 o 100 lire di grossi, ci si riferisca esattamente a quello che ci immaginiamo? Da qualche giorno sto rileggendo una pubblicazione del 1959 di F. C. Lane che ho acquistato un paio di anni fa: “Le vecchie monete di conto veneziane ed il ritorno all'oro”; pubblicazione che, tra l'altro, non è facile da procurarsi; l'ho già letto e riletto più volte, eppure dopo un po', la memoria...... E allora, a beneficio degli Amici che desiderano approfondire le problematiche relative alle tante e differenti monete di conto in uso a Venezia, vi parlo (o meglio vi scrivo) di un paio di queste, delle quali tratta la suddetta pubblicazione e cioè della Lira manca e della Lira complida. Credo che per un appassionato di monetazione veneziana, soprattutto medioevale, sia importante anche immergersi in queste problematiche, anche se un po' ostiche. Mi auguro di essere sufficientemente chiaro; io ce l'ho messa tutta per esserlo. Alla base del sistema veneziano dogale c'era, all'origine, il denaro (o piccolo); moneta effettivamente coniata ed accompagnata, successivamente, da altre due monete coniate: il ½ denaro (o bianco) ed il ¼ di denaro (o quartarolo). Successivamente, sotto il dogato di Enrico Dandolo, si coniava una nuova moneta: il grosso. A quel punto le due monete principali, entrambe coniate, su cui si basava la monetazione veneziana, diventavano due: il denaro piccolo ed il denaro grosso (cioè il parvus ed il grossus). A queste due monete principali, venivano associati anche i loro multipli, cioè la libra denariorum venezianorum parvorum di 240 denarii parvi e la libra grossorum di 240 denarii grossi. La prima, riferita ai denari, era già in uso essendo la più vecchia ed era comunemente denominata con l'identificativo Libra Ven. Detto ciò, vediamo la genesi di queste due monete di conto. Per F. C. Lane, il motivo è da ascrivere ad una legge del 1254, nella quale si determinava il cambio ufficiale delle valute, prendendo atto, molto probabilmente, di quanto i mercanti ed i cambiavalute, già facevano da tempo nelle abituali transazioni. Abbiamo visto poc’anzi che la Libra Ven. era una unità di conto e stava a rappresentare 240 denari piccoli (denarii parvi); un debito pari ad una Libra Ven. poteva essere indistintamente pagato in grossi o in piccoli, se era pagato in grossi (tenuto conto che il grosso corrispondeva a 26 piccoli), il debitore doveva mettere sul tavolo del commerciante 9 grossi e 6 piccoli (9 x 26 = 234 + 6 = 240). Con la predetta legge, alla Libra Ven. veniva fissato un controvalore di 9 grossi e 5 piccoli, cioè 1 piccolo in meno. Il motivo, sempre stando alle argomentazioni del Lane, è che tra il pagamento di un dato importo fatto in piccoli ed il pagamento del medesimo importo fatto in grossi, i mercanti preferissero quest’ultima moneta; anzi, per incentivare i debitori ad usare i grossi, applicavano uno sconto di 1 piccolo. Lo stesso doveva essere accaduto anche per i cambiavalute che, al ricevimento di 9 grossi, offrivano 235 piccoli invece dei giusti 234 (9 x 26 = 234). Con l’uscita della legge, si veniva a creare un problema di non poco conto anche per coloro che usavano la Libra grossorum (già citata precedentemente); fino ad allora era valsa 240 grossi, oppure 26 Libre Ven. , mentre con l’uscita della legge, anche questa unità di conto seguiva di conseguenza la medesima variazione: Se si considerava la libra grossorum pari a 240 grossi, questa sarebbe equivalsa a Libre Ven. 26 e 1/9; Se si considerava la libra grossorum pari a 26 Libre Ven., questa sarebbe valsa 239 grossi. Come districarsi se non introducendo una distinzione tra i due tipi di libra grossorum; la “Libra complida” e la “Libra manca”. A ciascuna di esse veniva quindi mantenuto un proprio rapporto, diciamo, tradizionale e cioè, la “Libra complida” manteneva il valore di 240 grossi; la “Libra manca”, invece, quello di 26 Libre Ven. pari a 239 grossi. saluti luciano1 punto
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Si può dare per certo. Oltre a Roma solo Ancona è nota per avere coniato durante la Repubblica Romana uno scudo con i conii romani, ai quali è stata aggiunta una "A" sotto il braccio destro alzato della figura del rovescio, queste le immagini tratte dal Bruni (n°8): Altre coniazioni non sono distinguibili per la "A" ma per un peso ridotto (23-25 grammi), e un basso titolo dell'argento. Non è questo il tuo caso. Ciao, RCAMIL.1 punto
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Ciao, è un quinario suberato a nome di C. Egnatuleius, C.f., 97 a.C.. Al dritto: testa laureata di Apollo; dietro, C EGNATVLEI C F Q; Al rovescio: Vittoria che scrive su uno scudo su trofeo; nel campo, Q; in esergo. ROMA. Crawford 333/1; Sydenham 588;1 punto
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Ribadisco il mio parere , che forse e' stato frainteso , nel precedente intervento. Prima di discutere su un forum pubblico sulla autenticita' di una moneta esitata , a mio avviso , per correttezza bisogna sempre contattare e avvisare il venditore onde risolvere il problema.. Ricordo inoltre che non sempre la visione solo di una foto ci permette di dichiarare con sicurezza se un esemplare sia falso o no. Per me deve avvenire una collaborazione fra commerciante e possibile acquirente. Invece , non parlo di questo caso specifico , chi segnala il falso non si cura minimamente di riportare immediatamente la cosa alla casa d'aste per un ritiro del lotto , ma si ha l' impressione di un certo compiacimento per avere scovato l'errore , instillando solo dubbi e sospetti sulla casa d'aste1 punto
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Mi prendevano per pazzo quando dicevo che secondo me avremmo vinto senza giocare .. Siamo noi, siamo noi ...1 punto
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Ti mostro la pagina del MIR dove sono presenti entrambe le monete postate da Yupi. Per stabilire però se la moneta al n.496 sia proprio quella e non il tipo bizantino da te citata, bisognerebbe vedere il rovescio della moneta.1 punto
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penso sia di Claudio RIC 94 sear5 #1855 Claudius AE Dupondius. TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP, head left / CERES AVGVSTA, Ceres, veiled and draped, seated left on ornamental throne, holding two corn-ears & long torch, S C in ex. Text Text1 punto
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Ciao a tutti. Con piacere condivido uno dei miei ultimi acquisti: 2 lire 1910 "Quadriga lenta". E' una moneta di non faciale reperibilità in certe conservazioni, spero che vi piaccia. Questo tipo di quadriga è la mia preferita per la sua grande eleganza. Vince1 punto
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Comunque la scritta SPEZIALE LIBERO è vergognosa. Io penso che molti tifosi del Napoli si stiano dissociando da quel tipo di maglietta.1 punto
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per me lavora sui camioncini della mondialpol che trasportano valori e lui è l'addetto alla moneta; tra una banca e l'altra controlla il controllabile!!! :good:1 punto
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Io la penso in maniera esattamente opposta. Purtroppo sarà il medio e piccolo collezionista che dovrà, suo malgrado, accantonare la sua passione causa mancanza di liquidità. L'investitore, al contrario, continuerà a ricercare i pezzi di grande prestigio, causandone l'inevitabile apprezzamento. È già così peraltro. Guardate i realizzi degli esemplari importanti da Ranieri e Varesi e aspettate quelli di Nomisma. Inoltre che le aste non facciano del tutto testo lo trovo riduttivo e sostanzialmente non corretto1 punto
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Personalmente ritengo che discuterne in modo pacato sia un servizio oltre che al collezionista anche agli addetti al settore....meno grane anche per loro. L errore ci può stare, basta porre rimedio.... Skuby1 punto
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Da abile politico, Augusto promosse la vittoria diplomatica al pari di una ottenuta in battaglia. Augustus (27 BC-AD 14). AV aureus (19mm, 8.04 gm, 6h). Pergamum, 19 BC. AVGVSTVS, bare head right / SIGNIS above, RECEPTIS below, capricorn right. RIC 521. Calicó 272. BMCRE 680. Rare. Good Very Fine. This reverse type has a duel purpose: It celebrates the recovery of the legionary standards lost to the Parthians through the disastrous campaigns of Crassus and Mark Antony in 53 and 36 BC, and also celebrates Augustus’ natal sign of Capricorn. Augustus recovered the standards in 20 BC through diplomacy backed by military muscle. http://www.acsearch.info/record.html?id=627458 Augustus (27 B.C. – A.D. 14), Gold Aureus, 7.86g, 5h.Mint of Colonia Patricia, Spain, struck 18 B.C. CAESARI AVGVSTO , head of Augustus facing right, laureate. Rev. S P Q R , triumphal quadriga, its panels ornamented, moving slowly left, containing aquila and surmounted by four miniature galloping horses (RIC 112; Calicó 282 (this coin); Biaggi 137 (this coin); Bahrfeldt 157; BMC -, see 395 note*; C 276). A few minor marks on edge, very fine. Very few known examples of this extremely rare varie ty. Purchased from Esperia Art in 1952 Ex Biaggi Collection Ex Numismatica Ars Classica, Auction 49, Zürich, 21 October 2008, lot 126. Part of the Aurora Collection. This reverse type refers to the successful return of the legionary standards that had previously been captured from Crassus and Antony by the Parthians. http://www.acsearch.info/record.html?id=714807 Augustus, 27 BC-AD 14. Denarius (Silver, 3.77 g 1), Pergamon, circa 19-18 BC. AVGVSTVS Bare head of Augustus to right. ARMENIA CAPTA Armenia tiara and bowcase with quiver. BMC 677. BN 995. Cohen 11. RIC 516. Very rare. Somewhat brightly cleaned and with some minor traces of corrosion remaining, otherwise, nearly extremely fine. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=163658 Augustus. 27 BC-AD 14. AR Denarius (3.86 g, 6h). Spanish mint - Tarraco. Struck 18 BC. S • P • Q • R • IMP • CAESARI • AVG • COS • XI • TRI • POT • VI •, bare head right. CIVIB • ET • SIGN • MILIT • A • PA-RT • RECVP •, triumphal arch of Augustus: central arch surmounted by a facing quadriga; side arches, on each of which is a standing figure; on left, figure standing right, holding a signum in raised right hand; on right, figure standing left, holding an aquila in raised right hand and bow at side in left. RIC I 136; RSC -; cf. BMCRE 427 = BMCRR Rome 4453 (aureus); BN 1229-31. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=115240 Augustus, 27 BC-AD 14 AR Denarius (18mm, 3.67 g, 3h). Rome mint. Publius Petronius Turpilianus (triumvir monetalis) i.e. moneyer. Struck 19/8 BC Draped bust of Feronia right, wearing stephane. Parthian kneeling right, extending standard to which is attached a vexillum marked X. RIC I 288; RSC 484. VF, porous. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=155283 AUGUSTUS. 27 BC-14 AD. AR Denarius (18mm, 3.73 gm, 5h). Spanish mint (Colonia Patricia?). Struck 19 BC. CAESAR AVGVSTVS, bare head right / SIGNIS S P Q R RECEPTIS around shield inscribed CL·V; flanked by aquila and standard. RIC I 86a; BMCRE 417; RSC 265. Good VF, small flan crack. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=61512 Augustus. 27 BC-AD 14. AR Cistophoric Tetradrachm (25mm, 11.34 g, 12h). Pergamum mint. Struck circa 19-18 BC. Bare head right / Signum within round tetrastyle temple. RIC I 507; Sutherland Group VII; RPC I 2220; RSC 202. Fine, toned. This issue was struck to commemorate the recovery of Augustus of the standards lost by Crassus to the Parthians. The standard seen here is housed in a small temple that was located on the Capitoline and which served as a temporary home for the standards until the completion of the temple to Mars Ultor in the Forum of Augustus. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=2046061 punto
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La mezza ruoia del 1915 è quella più rara da trovare, quindi averla in collezione sana, senza colpi è già un buon risultato! Qella postata a mio avviso è un BB, onesto BB :good: E' stata pulita e pure male, a mio avviso, quindi, direi che è il caso di fargli un bel bagnetto nel magico liquido e lasciarla riposare sul velluto per i prossimi 100 anni, penso che riprenderà una naturale patina che la renderà sicuramente piacevole!1 punto
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L’economia Era basata sulla pastorizia e sul commercio con l’Occidente di merci provenienti dall’Oriente: era la zona terminale della Via della Seta e quindi aveva un ruolo chiave nel commercio della seta . “Così altre ambascerie vennero inviate verso Anxi (Partia), Yancai (Vaste Steppe) (che più tardi sarà conosciuta come terra degli Alani), Lijian (Siria dei Seleucidi), Tiaozhi (Caldea) e Tianzhu 天竺 (NordOvest dellIndia). In genere vennero inviate più di dieci missioni all’anno e, nell’ultimo anno, almeno cinque o sei” (Hou Hanshu [storia degli Han posteriori]). Roma per non sottostare al controllo commerciale partico invase l’Arabia (Traiano): la fruizione della rete commerciale marittima araba consentì di alleggerire la dipendenza dei prodotti provenienti dalla via terrestre, sia stati essi spezie ed incensi, ferro (dall’India), cuoio fine o la seta stessa. Nel senso inverso si veicolava vasellame di pregio. « velleraque ut foliis depectant tenuia Seres…» … di come i Seri cardano con il pettine/ i sottili fili di seta dalle foglie (Virgilio, Georgiche, II, 121 ) « primi sunt hominum qui noscantur Seres, lanicio silvarum nobiles, perfusam aqua depectentes frondium canitiem, [...]» I Seri sono famosi per la sostanza lanosa che si ottiene dalle loro foreste. Dopo un’immersione nell’acqua essi pettinano via la peluria bianca dalle foglie... (Plinio il Vecchio, Storia Naturale, 23, 79) Ci furono sporadici incontri tra Roma e ambasciatori cinesi, la prima nel 97 d.C. al termine di una spedizione militare contro gli Unni condotta dal generale Ban Chao che portò l’esercito giallo sino al Mar Caspio (territorio partico) e che inviò un delegato (Gan Ying) a Da Qin (Roma). Le descrizioni sono le seguenti: « Il suo territorio copre diverse migliaia di li (un li equivale a circa mezzo chilometro), è composto da circa 400 città fortificate. Ha assoggettato molte decine di piccoli stati. Le mura delle città sono di pietra. Hanno istituito una rete di stazioni di posta... Ci sono pini e cipressi » (Hou Hanshu, citato in Leslie and Gardiner) « Per quanto riguarda il re, non è una figura permanente ma viene scelto fra gli uomini più degni... La gente è alta e di fattezze regolari. Assomigliano ai cinesi ed è per questo che questa terra è chiamata “Da Qin” (la Grande Qin)... Il suolo fornisce grandi quantità d’oro, argento e rari gioielli, compreso un gioiello che splende di notte... Hanno tessuti con inserti in oro per formare arazzi e damaschi multicolori e fabbricano vestiti dipinti d’oro e un vestito-lavato-nel-fuoco.» (Hou Hanshu, citato in Leslie and Gardiner) In seguito parecchi romani probabilmente viaggiarono fino all’Estremo Oriente con navi romane, indiane o cinesi. La prima ambasciata romana in Cina fu registrata nel 166, sessant’anni dopo le spedizioni del generale Ban Chao. L’ambasciata giunse all’imperatore cinese Huan da parte di “Antun” (Antonino Pio), “re di Da Quin (Roma)”, probabilmente Marco Aurelio, tuttavia oggi si tende a identificare Antun in un mercante privato di nome Marco Aurelio Antonino, probabilmente originario di Palmira. La missione arrivò da sud, probabilmente seguendo la via marina. Portava in dono corni di rinoceronte, avorio, carapaci di tartarughe, probabilmente acquistati nel sud dell’Asia. Nello stesso periodo, e forse proprio per mezzo di questa ambasceria, i cinesi ottennero un trattato di astronomia dall’Impero romano. La Cina era ben conosciuta dai cartografi romani dell’epoca. Il suo nome e la sua posizione sono descritti nella “Geografia” di Tolomeo che è datata c. 150 . Secondo alcune fonti sarebbe addirittura stato Cesare, di ritorno dall’Anatolia, a portare a Roma alcune bandiere, catturate al nemico, di uno sfavillante tessuto sconosciuto che suscitò uno straordinario interesse: era appunto la seta. Secondo altri, invece, queste bandiere sarebbero arrivate dopo la disfatta di Crasso a Carre. Si sapeva che quel tessuto veniva da una non ben precisata terra dei Seri ma non quale ne fosse l’origine. Secondo Plinio (che riprendeva forse l’errore di Virgilio) essa sarebbe stata tessuta con un sottilissimo filo tratto da una peluria di certi ignoti alberi, da lui definita “lana delle foreste”.1 punto
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@@Boris_R ".....Ciao a tutti di recente ho rinvenuto ...." ????... hai trovato un tesoro ? rinvenire = ritrovare, recuperare, scoprire, reperire poichè sono monete d'oro ( non figurine ..).....senza pensare male, ma in un forum pubblico, ... i termini che si usano, possono essere male interpretati... Prendi cio' assolutamente come consiglio... :whome: ciao1 punto
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Ciao, la data del passaggio in effetti è il 1860. Just three portraits of the Queen (Victoria) were used on the penny in the whole of her reign: the Young Head (used from 1838 to 1859, with rare copper issues from 1860 - the 60 is struck over 59), designed by William Wyon (who died in 1851), whose eldest son Leonard Charles Wyon (1826–91) designed the bronze coinage of 1860 with the second ("bun") head (1860–1894 with scarce issues of the farthing in 1895). Alla luce di tutto ciò mi è più chiara la valutazione relativamente alta raggiunta da un penny di Victoria (young bust) che seguivo e che recava la contromarca sul collo W.W. : si trattava di uno di quelli meno diffusi e in rame. Quante cose si imparano sul Forum... :D e quante cose scopro di non sapere... ;) Ciao Illyricum :)1 punto
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ed ecco l'accoppiata olandese: Taglio: 2 euro cc Abdicazione Regina Nazione: Olanda Anno: 2013 Tiratura: 19.715.000 Condizione: B+ Città: Milano Taglio: 2 euro cc Regno d'Olanda Nazione: Olanda Anno: 2013 Tiratura: 3.462.000 Condizione: B+ Città: Milano1 punto
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bicarbonato = sfregarlo bagnato sulle monete significa rigare i campi. PPP1 punto
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grazie maverik ! no no non ho acquistato e sono davvero grato anche a te per i preziosi consigli. Detto questo non ho ancora capito se il peso era davvero fuori misura o meno .. in un post della moneta ho letto che il peso del marengo può variare +- del 2 per mille , li quei 6.48 grammi mi davano fastidio, sopratutto considerando la piccola usura che una moneta circolata dovrebbe avere e che quindi dovrebbe portare ad una riduzione non aumento del peso. Altra cosa strana (credo che posterò un post su questo ...) , digitando su google in mille maniere la dicitura ''tolleranza peso marengo'' non sono riuscito a trovare uno, dicesi un sito che mi potesse dare informazioni dettagliate a tale riguardo. Se uno non ha cataloghi ... a che santo votarsi ?? :) ciao !1 punto
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concordo con @@eliodoro... pero' a me pare che sia piu somigliante a questo tipo ovviamente l'imperatore non lo consideriamo... :whome:1 punto
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...e vincere bisogna! Siamo nel novembre 1942, la cartolina è stata spedita il 13 di quel mese, e sebbene il tema del messaggio al retro, congratulazioni per la laurea a una neo-dottoressa, sia festoso, Giorgio, il sottotenente dei bersaglieri che l'ha scritta, ha voluto forse lanciare con questa frase un grido, quasi un'invocazione disperata, come Disperata è il nome della brigata fascista raffigurata, in un momento in cui le sorti della guerra sono ormai chiare, e il VINCERE...come il Duce comanda con cui avevamo aperto questa discussione, ha ormai mostrato tutto il suo vuoto retorico. Ma "....e vincere bisogna!" nonostante tutto, nonostante la disparità degli armamenti, gli imboscati, le incapacità degli alti comandi e la retorica del regime...si possono non condividere, e sicuramente non condivido, le idee del sottotenente bersagliere Giorgio, ma il suo impegno e il suo coraggio, come quelli dei tanti nostri soldati, meritano rispetto Il mio viaggio attraverso la propaganda di guerra, dopo oltre un mese e nove pagine di discussione, termina qui, con questa cartolina particolare, ma naturalmente se avete argomenti da approfondire, immagini da mostrare, domande da fare, siete più che invitati a farlo...io ringrazio tutti e resto qua, a disposizione petronius1 punto
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Ciao ricambio con affetto il saluto... Le passioni bisogna sempre coltivarle e fanno parte della nostra vita. Non coltivare il mio interesse sarebbe significato uscire comunque sconfitto da una situazione balorda....e invece no, perché l'esperienza mi ha dato ancora piú forza. La vita é un soffio e continuo con le mie passioni perché negarmele? Antonio1 punto
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Il Circolo Numismatico di Beinasco,dona ai due elaborati che non hanno ottenuto voti un premio exstra: Elaborato n.4 Don Corleone Elaborato n.12 Anonimo Il dono consistente nel volume: Lucca Già azza La moneta in Monferrato tra medioevo ed età moderna. I volumi saranno consegnati a dabbene al convegno di Verona,per la consegna agli interessati. Saluti a tutti Blaise del C.N.B.1 punto
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