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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/14 in tutte le aree

  1. Speculatori,(infimi poi è da incavolati con la vita)di qui e di la ma forse le monete a voi le regalano? Se si fatemi sapere su quale o da quale pianete scrivete?! Le monete si pagano ed anche care la Numismatica non è hobby o collezionismo da poveri,ci si può accontentare ma bisogna sempre spendere,come tutto su questo Pianeta. Quindi lasciamo perdere certi buonismi da televisione o da falsi oratori. Infimi sono chi fa campare con pensioni all'osso la gente guadagnando nel bene o nel male stipendi spropositati. Infimi sono le maestre e maestri che picchiano gente inerme o bambini. Infimi sono chi tradisce alle spalle amici o famigliari per la droga. Diamoci una specchiata e una calmata primi di insultare a vanvera.Non siamo sempre coperti dietro un computer domattina dovrete scendere in strada ed allora li guardandovi intorno iniziate a dare dell'Infimo a chi lo merita,se ne avete coraggio. :hi:
    3 punti
  2. Questo esemplare ha una patina molto piacevole, cosa ne pensate? Gradirei un giudizio complessivo sulla conservazione. Sono graditi commenti sulla qualità delle foto :blum: Grazie Renato
    2 punti
  3. Buona Domenica Non sappiamo se nei primi giorni di quel luglio 1429, i membri del Consiglio dei Pregàdi della Serenissima Repubblica di Venezia – così veniva chiamato il Senato della Repubblica – con le loro lunghe toghe rosse e raccolti nella sala posta al secondo piano del palazzo ducale, fossero oppressi da quella canicola umida che, generalmente, avvolge la città in questo mese. Certamente lo erano per le condizioni politiche, sociali ed economiche dello Stato. Venezia era in guerra e le finanze erano a zero. Pochi anni aprima, il 15 aprile 1423, era stato eletto doge, alla sola età di quarantanove anni, Francesco Foscari, già Procuratore di San Marco. Il Foscari era il personaggio di spicco tra i fautori della politica di espansione territoriale della Serenissima in Italia, necessità che nasceva dall'esigenza di garantire la sicurezza dello Stato in prima persona, senza avvalersi di alleanze con le signorie limitrofe che non davano affatto certezze di stabilità e più volte si erano dimostrate infide, facendo dei trattati sottoscritti, carta straccia. Era la persona giusta per questo scopo; era soprattutto giovane, di ottima presenza e di miglior eloquenza, aveva una mimica oratoria che, stando a quanto ci è stato tramandato dai contemporanei, incantava i convenuti; un vero istrione. Dalla sua elezione e per i successivi 34 anni del suo dogato, furono 34 anni di guerre che costarono a Venezia lunghi e penosi sacrifici, con le finanze in “sconquasso” e le cui conseguenze si trascinarono nel tempo. Il casus belli fu l'alleanza che venne siglata nel dicembre del 1425 tra Venezia e Firenze, già in guerra contro Filippo Maria Visconti; di fatto Venezia apriva un nuovo fronte che servisse ad indebolire Milano e le sue mire espansionistiche. Milano aveva già conquistato precedentemente Imola e Faenza e aveva esteso i suoi interessi a ridosso della Dominante; bisognava fermarla ora, senza alcun indugio. La guerra fu più volte interrotta da paci tanto effimere, quanto brevi; tra il 1425 ed il 1433 le battaglie si susseguirono e Venezia, alla fine, poteva aggiungere al suo dominio di terraferma il Bresciano, il Bergamasco e parte del Cremonese. Noi ci fermiamo qui, al 9 luglio 1429; parlare delle successive fasi della guerra ci porterebbe troppo lontano dal nostro tema. Il Papadopoli, nel suo libro “Le monete di Venezia”, ci dice che in questo giorno il Consiglio dei Pregàdi determinava che con il quarto di tutto l'argento che i mercanti vendevano a Venezia e che avevano l'obbligo di consegnare in zecca per farne moneta, si dovevano coniare i soldi nella forma usata e due nuove monete: l'una da due soldi (pari a mezzo grosso) e l'altra da 8 soldi (pari a 2 grossi); l'argento impiegato per tale produzione doveva essere suddiviso in uguale proporzione e cioè per 1/3 ciascuna. Veniva anche confermato che la lega delle monete, sia quelle nuove, sia la vecchia, doveva essere quella solita, tale per la quale 104 soldi fossero pari ad un ducato; si confermava altresì la produzione solita del grosso ad uso dei mercanti che lo utilizzavano in Levante. Il mezzo grosso, seppur col nome di mezzanino, era una moneta che la zecca veneziana aveva già coniato, anche se aveva caratteristiche differenti da quest'ultimo e l'ultima sua coniazione era avvenuta ai tempi del doge Andrea Dandolo (1342 – 1354); era quindi passato quasi un secolo e quella moneta era ormai sconosciuta ai tempi del Foscari, tant'è che non riprese nemmeno la vecchia denominazione; il grosso da otto soldi, chiamato grossone, era invece un nuovo conio che non aveva precedenti. Ma quali erano le motivazioni che avevano spinto Venezia a produrre le due nuove nonete? Sempre il Papadopoli scrive che le monete da uno, da due e da otto soldi erano state coniate perchè venissero spedite nei nuovi territori entrati a far parte del dominio, in particolare il bresciano ed il bergamasco, poiché quelle provincie erano invase da monete forestiere. Più esplicito quello che viene riportato nel “Capitolar dalle broche” - Giorgetta Bonfiglio Dosio, Bibliotheca Winsemann Falghera, Editrice Antenore Padova 1984: “De le sorascrite veramente tre sorte over qualittà de monede debia esser manda' mo' e de tempo in tempo a le parte bressiane e pergamesse quella quantitade, la qual serà deà de bexogno in numero dei denari, i qual de tempo in tempo serà mandadi per le page de le nostre ziente d'arme, aziò che quele monede rezeva chorso debito si per honor chomo utilitate nostra e contentamento de' sudditi nostri.” Analizzando le motivazioni scritte nel capitolare, possiamo evincere che le motivazioni erano più d'una, non solo quella addotta dal Papadopoli. Vogliamo scriverne? In particolare del “Grossone”, moneta da otto soldi veramente nuova nel contesto della monetazione veneziana; moneta che non si rifà a precedenti emessi e che solamente dopo quasi ottant'anni verrà nuovamente coniata, sotto il dogato di Leonardo Loredan (1501 – 1521), ma in un contesto sociale, economico e monetario drasticamente cambiato rispetto a quello in essere al tempo del Foscari. Intanto posto qualche immagine...... saluti luciano
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  4. Una considerazione da dilettante: mi sapete indicare in una emissione risalente all epoca una perlinatura cosi particolare? Trovo la perlinatura di questa emissione dissimile dalle altre della sua epoca. Sembra avere rilievo e larghezza molto accentuata tipica per certe medaglie rinascimentali. E vero che in qualche conio tardo repubblicano la perlinatura si presenta particolarmente accurata ma non come in questa emissione. Poi è tutto lo stile molto definito e sopra di rilievo per gli standard dell Epoca. Nelle zecche itineranti troviamo in molti esemplari consuete schiacciature ed altri difetti che qui non si rilevano. Teniamo presente che bruto doveva coniare molto e in poco tempo. Quindi teoricamente non doveva badare troppo alla meticolosità dei coni. La mia è solo una teoria strampalata che avrebbe una qualche valenza se ci fossero poche monete. Invece siamo davanti ad un buon numero di coni, il che fa pensare che non siano riproduzioni cinquecentesche. Scusate la mia divagazione
    2 punti
  5. Ti ho chiesto il peso, perché potrebbe essere anche un doppio denaro, chiamato piedfort. Il denaro è raro, ma il doppio denaro è estremamente raro. Quindi prega che ti arrivi. Ma che ti arrivi quanto più pesante possibile ;) Sarà difficile che al buon Filetti sia sfuggito, ma non si può mai sapere. Per completezza di classificazione, questo denaro è classificato dallo Spahr al n. 35 mentre il doppio denaro al n. 34. La zecca dovrebbe essere quella di Brindisi. Ma se prendiamo il MIR, lo troviamo sia per Brindisi che per Messina. Stranamente però, il denaro per Messina lo riporta non comune (MIR n.158), mentre per Brindisi lo riporta raro (MIR n.343).
    2 punti
  6. Penso che siamo usciti di molto fuori argomento. La prossima volta ci pensero' bene prima di postare qualcosa. Certo che sono passato da un fesso che sta per essere fregato da un collezionisti spregiudicato quando è uscita una cifra 1500 euro ( che io non ho detto ma è stata una risposta ad una mia domanda sul quanto potesse valere una moneta rara ) , adesso sono un approfittatore perché pago "solo" 300 euro 300 monete. Quando io avevo solo chiesto un parere se potesse essere o non essere un affare. Le monete le ho prese per la mia felicita' e pure quella del venditore. Ora me le cataloghero' al meglio e poi piano piano mi mettero' a cercare le monete per ampliare la collezione. Qualcuno mi sa consigliare (spero senza polemiche ) il catalogo migliore sulle monete italiane ? E poi quale è il catalogo migliore per le monete mondiali ? Cordiali saluti Christian
    2 punti
  7. Buongiorno a voi, a mio parere, l'interpretazione di Andreas riguardo alla mano sul sigillo di Agilulfo, non è per nulla peregrina e, prima di scartarla, andrebbe quantomeno approfondita alla luce di altri sigilli coevi e di quanto si conosce sulla gestualità medievale. Se poi risultasse priva di senso e senza alcun fondamento pazienza, ma scartarla a priori non mi pare un atteggiamento scientificamente corretto. Come ipotesi di partenza ci può stare, salvo poi verificare che non è così. In effetti, è noto che la posizione delle dita nella mano benedicente, nell'iconografia - e, immagino, anche nella ritualità - medievale poteva variare. A mia conoscenza, sono almeno tre i modi in cui le dita potevano porsi affinché l'atto si potesse definire a buona ragione 'benedicente'. Nessuno di questi tre, però, prevedeva che il solo dito medio fosse piegato mentre gli altri (pollice compreso) restavano tesi. Il fatto che io non ne conosca di ulteriori, tuttavia, non significa che non ne esistano e sarei contento di scoprire che non è così. Faccio ora un esempio: la gestualità della preghiera è molto più complessa di quanto non si creda. Esistono, o quanto meno esistevano in età medievale, ben sette/nove modi di porsi di fronte alla Divinità per pregare e ognuno di questi modi prevedeva una specifica e precisa gestualità. Questa gestualità è stata codificata e si può credere che, al pari del calcolo digitale, fosse conoscenza comune, o comunque di una parte consistente della popolazione. Se non altro perché entrambe avevano usi pratici: il calcolo digitale per il commercio materiale, la preghiera per quello 'spirituale'. Detto ciò, non credo che ora qualcuno si sogni di affermare che le mani rappresentate sulle monete indichino sempre e solo numeri ed effettivamente mi pare che nei post precedenti nessuno lo abbai affermato. Quello che, almeno per quanto mi riguarda, volevo far notare, è che spesso si danno per scontate cose che in realtà scontate non lo sono. Nel nostro caso si tratta di un certo tipo di lettura dell'iconografia della mano. Buona giornata, Teofrasto
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  8. Tanto per finire il discorso, credo che si tratti di Filippo III (il Buono)
    2 punti
  9. Interessante lo stemmino, che riproduce quello attribuito al pontefice Gregorio X, ma che verosimilmente egli mai utilizzò durante il pontificato. Tedaldo Visconti (questo il suo nome da laico) apparteneva a una famiglia piacentina che era soltanto omonima della più nota dinastia milanese. A Piacenza, i Visconti avevano una sepoltura nel chiostro di San Giovanni in Canale, affrescata e con stemmi, tuttora visibile: Come si vede, lo stemma coniato in medaglia è coerente con questo, affrescato verosimilmente alcuni decenni dopo la morte di Gregorio X (1276).
    2 punti
  10. Come anticipato da Ottone, sul numero di maggio di GDN è uscita una riedizione del mio articolo sul grosso aquilino di Treviso pubblicato sulla RIN del 2013, integrato da ulteriori note sulla zecca della gioiosa marca.
    2 punti
  11. Mi correggo.... con su scritto: "Rompere il vetro (e tagliare) in caso di necessità" :rofl:
    2 punti
  12. E magari con una simpatica targhetta con su scritto: "Rompere il vetro in caso di necessità" :lol:
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  13. Prendo spunto dalla segnalazione di un amico, Ulpiano, di uno statere di Himera presente nella prossima asta Bolaffi (post # 15): http://www.lamoneta.it/topic/122345-bolaffi-ambassador-06-giugno-2014/ per ritornare un po’ su questo esemplare. Molto correttamente Bolaffi ha scritto: “da esaminare”, lasciando quindi all’acquirente la responsabilità di stabilire se è falso o meno e quindi lasciando la patata bollente a lui. A rigore dovrebbe essere il catalogatore a stabilire ed assumersi la responsabilità se è falso o meno. Nel caso specifico la moneta è falsa e quindi? Dovrebbe essere ritirata o almeno dichiarata più esplicitamente che a un successivo esame la moneta è riconosciuta come falsa. Ho scoperto però che esiste in giro un altro esemplare della stessa coppia di conii, senza essere un clone uguale: Bolaffi ArtCoins Incuriosito da questa coincidenza, ho meglio esaminato i due pezzi, almeno dalle foto. Si nota chiaramente l’assurda cresta del gallo, che non si vede in nessun’altro dei numerosi conii di questa particolare serie di didrammi di Himera, definiti “di tipo akragantino”. Il pezzo di Bolaffi risulta "ripassato" e rinfrescato rispetto al pezzo ArtCoins, ma per me sono ambedue dei falsi ! Per sicurezza ho consultato i due studi su questa emissione: 1) Jenkins G.K., Himera: The Coins of Akragantine Type, in La monetazione arcaica di Himera fino al 472 a.C., AIIN Suppl. 15-16 (1971), p. 21-36 e tav. 2-4. 2) Westermark U., Himera: The coins of Akragantine type. 2, Travaux de numismatique grecque offerts à George Le Rider, Spink, London 1999, p. 409-434 e tav. 46-50. Il primo studio, quello del Jenkins, è pionieristico e pone la basi per la sistemazione di questa serie, ed è stato ripreso e ampliato dalla Westermark, con una esaustiva sequenza di conii. Per i didrammi lei conosceva 15 conii del diritto e 78 conii del rovescio nell'artco di circa un decennio, dal 480 al 470 a.C. Non ho ritrovato nessuna delle caratteristiche riscontrate nei due esemplari sopra postati e colpisce la grossolanità dello stile, anche in paragone agli altri esemplari noti. Visto che non è facilissimo reperire il corpus della Westermark, colgo l’occasione per postare le sue pagine e tavole. La mia filosofia è che se si vuole conoscere bene una monetazione bisogna studiarla e conoscere la relativa letteratura e questa conoscenza dovrebbe essere messa a disposizione a chi vuole a sua volta studiare e partecipare alla crescita culturale, che è messa veramente male qui in Italia.
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  14. "L'Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai! La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: VINCERE...e VINCEREMO!" E' con questa parola d'ordine, pronunciata alle 6 del pomeriggio del 10 giugno 1940 dal balcone di palazzo Venezia, che Mussolini precipita l'Italia nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Una guerra dove, come mai prima, la propaganda svolse un ruolo di primo piano, grazie anche ai nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia, radio e cinema. Ma ricoprirono un ruolo di grande importanza anche mezzi più tradizionali, come giornali, manifesti e...cartoline. Infatti, nonostante i progressi negli strumenti pubblicistici, nella Seconda Guerra Mondiale il maggior veicolo di comunicazione restò la posta. Strumento di importanza tale da richiedere, soltanto per il particolare servizio di posta militare, un'organizzazione poderosa, per l'estensione dei fronti, l'impiego in scacchieri operativi distanti migliaia di chilometri, la molteplicità dei servizi offerti e i milioni di militari mobilitati che ne usufruivano. Uno strumento di comunicazione così importante, diffuso e utilizzato, non poteva quindi sfuggire ai responsabili della propaganda, che sfruttarono a piene mani il mezzo postale più usato...la CARTOLINA! Cartoline di propaganda della guerra furono edite, sia per i militari che per il cosiddetto fronte interno, da tutti i paesi belligeranti. E' mia intenzione analizzare in questa discussione, attraverso una serie di esemplari della mia collezione, le tematiche e gli slogan utilizzati dal fascismo per propagandare l'idea che compito e destino dell'Italia in quella guerra fossero uno soltanto...VINCERE, come il Duce comanda!
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  15. Titolo: Fotografia Numismatica: piccola guida interattiva (… Ovvero, non servono attrezzature costose per ottenere buoni risultati) Autore: Fabrizio Galiè (@@Il*Numismatico) Data Pubblicazione: 03/05/2014 ABSTRACT: L’intento che mi pongo (e che spero di raggiungere) è di rendere la materia in oggetto semplice e chiara per tutti, anche (e forse soprattutto) per chi pensa di essere negato nella fotografia. Le “lezioni” saranno poche e brevi (fondamentalmente non c’è molto da dire, visto che dobbiamo fotografare un semplice tondello grande, al massimo, qualche centimetro), e si pongono come obiettivo quello di fornire concetti, più che procedure da seguire, il tutto presentato cercando di non dimenticare semplicità e chiarezza nelle spiegazioni. I concetti che andremo ad esaminare potranno essere ovviamente rielaborarti e perfezionati a seconda del proprio gusto personale, anche in seguito alle numerose prove che effettuerete per esercitarvi. Prove che vi accompagneranno (così come è ancora il mio caso) per molto tempo anche dopo che penserete di aver raggiunto un risultato qualitativo soddisfacente. Gli argomenti di questa guida, saranno i seguenti: Introduzione: costruiamo il nostro “set” fotografico Qual è la luce ideale e come ricrearla La preparazione allo scatto: l’inquadratura L’esposizione ed il bilanciamento del bianco Le ultime impostazioni prima dello scatto Scattiamo la nostra prima fotografia numismatica La PostProduzione (PP): che cos’è e come va fatta Installazione del software di fotoritocco e prime operazioni di PP Continua... LEGGI TUTTO L'ARTICOLO
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  16. Dobbiamo sicuramente essere grati ad Aureliano per avere costruito nel corso del suo impero la cinta di Mura che avvolse Roma e che da lui prese il nome nella posterita' , anche se per motivi non certo estetici o di magnificenza . Questa grande e meravigliosa opera muraria era in origine lunga ben 19 Km. oggi un po' meno per alcuni tratti caduti per il tempo trascorso e per l' incuria degli uomini , ma comunque il tracciato nei punti crollati e' ben noto , mentre altri tratti furono volutamente abbattuti per motivi di viabilita' antica e moderna ; Roma rimane l'unica citta' al mondo ad avere una cinta muraria antica di epoca romana cosi' lunga e dopo tutto ottimamente conservata anche grazie ai continui restauri che nel corso dei secoli furono necessari eseguire . Le mura tutte merlate erano intervallate lungo la loro estensione da ben 381 torri e da 14 grandi porte a pianta quadrata o rotonda ad un fornice o due a secondo dell' importanza delle porte di accesso alla citta' , oltre ad altre porte secondarie e passaggi piu' piccoli , inoltre a distanze opportune vi erano 116 punti di ritrovo per i servizi igienici dei difensori . Di proposito non credo necessario dilungarmi oltre sugli aspetti tecnici delle Mura in quanto facilmente accessibili sui tanti libri di argomento o in Internet , per chi volesse approfondire questo argomento ; vorrei invece soffermarmi sul perché furono costruite le Mura e sull' aspetto psicologico che inevitabilmente dovettero avere sulla popolazione residente a Roma ed anche nel resto dell' Impero , abituata ormai da secoli alla pace interna , almeno relativa a quella riguardante i barbari , certi della sicurezza e forza delle legioni . Sotto l' impero di Gallieno , gli Alemanni penetrati in Italia attraverso la valle dell' Adige , tentarono il passaggio degli Appennini ma furono respinti , questa invasione barbarica rese pero' necessario approntare delle difese all' interno dell' Italia , per questo motivo Gallieno creo' un sistema fortificato lungo la direttrice Milano Verona Aquileia , ponendo la base operativa imperiale a Milano che fu sede imperiale e sede della cavalleria corazzata da lui creata o perfezionata . Quando Aureliano divenne imperatore la situazione ai confini peggioro' e la minaccia di una nuova invasione italica , incombente , in quanto i confini nord orientali dell' impero erano ormai molto instabili e compromessi ; in seguito ad una nuova invasione dell' Italia , Aureliano subi' una tremenda sconfitta militare a Piacenza ad opera di Jutungi ed Alemanni e tutta la valle padana fu pesantemente saccheggiata , successivamente questi due popoli tentarono la discesa lungo il sud Italia in direzione Roma passando lungo la direttrice adriatica , ma a Fano furono arrestati e sconfitti da Aureliano e nella conseguente ritirata , di nuovo battuti , resi prigionieri e dispersi nei pressi di Ticinum (Pavia) . Questa tentata discesa di barbari verso Roma getto' chiaramente nel panico la cittadinanza di molte citta' italiane e della stessa Roma ; per questo motivo fu deciso di provvedere anche Roma di una nuova cinta di mura allargando di molto le antichissime mura di epoca regia erette dal Re Servio Tullio . Per attuare questa costruzione Aureliano dovette necessariamente provvedere anche a confische di proprieta' private ,il che gli alieno' parte del Senato , ma nei limiti del possibile furono sfruttati particolari edifici esistenti , tombe , circhi , acquedotti , sui quali appoggio' le sue mura . Ma ora veniamo ai fatti che determinarono Aureliano a realizzare la sua opera su Roma e che secondo Zosimo (Libro I , 49 ) porto' a termine Probo . Tutto inizia dalla sempre tentata conquista definitiva della Germania fino all' Elba , ma per tanti motivi , mai portata a termine , il che avrebbe spostato il confine dell' impero molto piu' ad Est nel profondo dell' Europa continentale , di quanto non fosse poi quello definitivo e precario del Reno Danubio , confini che se raggiunti , avrebbero reso i confini naturali d' Italia sicuri e stabili . L' ultimo grande imperatore romano che tento' questa conquista strategica fu Marco Aurelio che nei suoi progetti avrebbe voluto creare due nuove provincie , la Sarmatia e la Marcomannia , ma ad un passo dalla realizzazione dellla conquista ne fu impedito dalla rivolta di Avidio Cassio , distogliendo l' impegno militare in Germania ormai prossimo a conclusione , conquista storica che avrebbe stabilizzato e consolidato l' impero per i successivi secoli avvenire . Altra spina nel fianco nord orientale dell' impero erano i famosi Agri Decumates , un profondo cuneo che si addentrava entro in confini romani della Germania Superiore e della Rezia rendendo precario quel territorio , gli Agri molte volte presi ma mai tenuti in modo definitivo tanto che molte volte partivano proprio da qui le invasioni che poi sfociavano , quando dirette in Italia , verso l' ingresso debole e mal difeso naturalmente e militarmente , dell' est delle Alpi , sfociando poi nella valle dell' Adige . Le legioni che avrebbero dovuto difendere il limes degli Agri Decumates erano al tempo di Gallieno e probabilmente anche a quello di Aureliano la : XII Primigenia con sede a Megontiacum vicino al vertice alto sinistro degli Agri , la III Italica con sede a Castra Regina vicino al vertice alto destro degli Agri e la VII Augusta con sede ad Argentoratum prossima al vertice basso degli Agri ; purtroppo queste difese legionarie pe motivi noti e non , non furono sufficienti ad impedire le continue e massiccie invasioni dei popoli germanici , in particolare nella seconda parte del III secolo ; queste situazioni instabili ai confini indussero Gallieno prima e Aureliano dopo ad approntare queste difese nel Nord Italia e poi nella stessa Roma con la costruzione delle mura difensive . Nessuna fonte fonte storica ci narra le sensazioni che dovettero avere gli abitanti di Roma nel vedere l' innalzamento di queste nuove mura difensive a protezione dei loro beni e delle loro vite , capirono con sgomento che la sicurezza , sempre precaria quando si alzano difese anche se poderose , non era piu' affidata alla forza delle armi e delle legioni come era sempre stato da secoli , ma a delle mura , sintomo questo di un declino dell' impero che si rendeva ormai evidente ; chissa' se li prese lo sgomento verso il futuro , comunque e' certo che le mura assicurarono la sicurezza alla citta' fino al 410 quando dalla porta Salaria entrarono i Visigoti di Alarico dopo circa 800 anni da Brenno , non per cedimento delle possenti mura o dei difensori , ma per tradimento di pochi . Alcuni tratti delle mura .
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  17. Ciao, guardate questi due esemplari di Bruto: 1) Ex collezione B. Borghesi, dove risultavano, secondo il catalogo della vendita, 3 denari falsi perché' identici di conio 2) Museo Civico Archeologico di Bologna, ex Coll. Palagi Non vi sembrano identici? forse abbiamo trovato il terzo esemplare della Collezione Borghesi o un un'altro falso.
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  18. Invece e' esatto caro Min_Ver, se non fosse stata spazzolata Orrendamente (dato di fatto), non sarebbe rovinata Irrimediabilmente (nel senso che non potra' mai tornare allo stato originale) altro dato di fatto. di conseguenza anche il valore pur non trascurabile in questo stato (questo e' esatto) di contraltare diminuisce di molto col trattamento invasivo che ha subito. tanto dovevo, essendo stato chiamato (velatamente) in causa.
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  19. Nonostante su ebay ci siano truffatori, disonesti, furbacchioni, vendite fasulle e ingannevoli, rialzi programmati dal venditore stesso (che usa vari account) e chi più ne ha più ne metta, posso dire che secondo la mia personalissima esperienza di circa 3 anni, ebay è una fortuna per noi collezionisti. Ovviamente bisogna sapere scegliere il venditore e nonostante tutto, di persone serie e affidabili (sia privati che commercianti) ce ne sono tantissime. Il 95% delle monete che ho in collezione le ho acquistate tutte tramite e bay e aste on line, e finora mai una delusione, anzi tutt'altro. Di contro, ho paura ad avvicinarmi ad un commerciante sia in negozio che ai convegni. Io capisco i costi che hanno: fitto, luce, telefono,contributi etc etc e costi per esporre il loro stand durante i convegni, ma non è possibile che appena ti vedano vogliono recuperare queste spese vendendo semplicemente una sola moneta. Un esempio accaduto questo week-end al convengno di Avellino: una 2 Lire 1905 Vittorio Emanuele III (conservazione BB), prezzo richiesto 300,00 € Io non ho potuto evitare di rispondergli: "Mi sà che resterà per molti anni nel suo album a prendere polvere" -_- Evviva ebay, che ha portato e porta ad abbassare i prezzi ed invita i collezionisti ad affacciarsi (e non a scoraggiarli) a questo mondo ;)
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  20. La prima zecca sul continente americano è stata quella di Mexico City, aperta dagli spagnoli nel 1535 e attiva dal 1536 nella produzione di reales in argento http://www.cmm.gob.mx/content/eng/1/history Sempre nel 1536 venne autorizzata la zecca di Santo Domingo, che però entrò in attività soltanto nel 1542. Le monete coniate in Europa per il Nuovo Mondo, mi risultano essere effettivamente quelle prodotte a Siviglia nel 1505. L'argento per tali monete (oltre ai maravedis in rame di cui parla l'articolo furono inviati anche reales in argento) proveniva dall'America, sotto forma di lingotti rifiniti in maniera alquanto grossolana, che a Siviglia venivano rifusi, trasformati in monete e rispediti al mittente :D Le spedizioni d'argento dall'America alla Spagna erano iniziate nel 1503, ed erano organizzate dalla Casa de Contrataciòn costituita per tale scopo proprio a Siviglia. petronius oo)
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  21. Il dubbio lo lascia, ma non mi sento di emettere sentenza definitiva sull'autenticita'. Quello che mi sento di contestare e' il giudizio che qualcuno ha dato di "orrendamente spazzolata e irrimediabilmente rovinata", assolutamente esagerato. Certamente e' una moneta spazzolata ma inviterei, se fosse possibile, a una maggiore obiettività. La moneta e' collezionabile e, se autentica, di valore non proprio limitato. Il buon senso dovrebbe portarci sempre a moderare gli avverbi. In tal modo la credibilità del Forum non può che beneficiarne, a mio modesto parere. Spesso anch'io non ho molto tatto nei giudizi. Ma sbaglio.
    1 punto
  22. Ciao Christian, non prendertela e continua a chiedere ed a postare quello che vuoi, non preoccuparti di chi fa post che sembrano senza senso, e senza motivo, e continua a collezionare ed a stare con noi, ci fa molto piacere. Posso consigliarti come Catalogo per le italiane il Catalogo Gigante e per le mondiali il World Coins. Puoi trovarli sul web, ebay e Amazon, anche usati, il World Coins nuovo costa parecchio. Del Gigante ne esistono varie edizioni, ne esce uno all'anno, quindi se invece della versione del 2014 compri quella del 2013 la paghi molto di meno. Del World Coins esistono volumi per ogni secolo, ti consiglio di prendere quello del 1800 e del 1900 per il momento, poi più in la con l'evolversi della tua collezione potrai aggiungere 1700 e 1600 se vorrai. Ne esiste anche una versione per il 2000, forse ti è utile anche quella, comunque puoi prenderne uno alla volta senza problemi. Se ti serve qualcosa puoi scrivermi un MP, ciao e complimenti per la tua nuova passione, Giò
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  23. Secondo me siamo nell'ambito e nel momento specifico delle così definite " guerre monetarie " tra Venezia e Milano, con Firenze comunque presente e partecipe come alleata di Venezia. L'annessione dei territori di Brescia e Bergamo con la vicinanza al territorio milanese crea sicuramente un problema nel circolante tra le due aree ,Filippo Maria Visconti cerca sortite monetarie con immissioni di monete nel territorio veneziano che probabilmente causa la risposta veneziana del 1429 con la creazione di nuove monete destinate ai territori assoggettati. Tra l'altro le monete milanesi cattive in territorio veneziano vennero poi bandite e Firenze non rimase neutrale in tutto questo. Periodo di instabilità monetaria e di attacchi monetari....così sembrerebbe.....
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  24. Saverio Scrofani, Memoria su le misure e pesi d'Italia in confronto col sistema metrico francese, Napoli, 1812
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  25. 102 punti !!! Ho detto tutto !
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  26. e perchè? ... non sono queste le figuracce!... non preoccuparti! :whome: per quanto rigarda la tua moneta , nel 1940 sono state emesse circa 19 milioni di monete in parte calamitabili ed in parte no ..............entrambe sono molto comuni. non hanno quindi valore commerciale apprezzabile
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  27. Considerando le foto postate dal nostro amico mi sembrano tutte Monete comuni o non comuni in bassa conservazione,a parte l'argento che in bassa conservazione va a peso,a meno che non siano monete di estrema rarità ma non mi sembra il nostro caso,per il resto sono tutte monetine che si possono trovare nei chili...
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  28. ok,grazie,consulterò le varie discussioni per vedere se c'è qualcosa che mi riguarda però se non trovo quello che cerco spero che abbiate la pazienza di farmi da maestri e chissà,magari potrei stupirvi e stupirmi con qualche rarità :) bene,come inizio mi fermerei qua,grazie e alla prossima
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  29. Guarda, questo forum ha moltissime discussioni per ogni sezione, alla sezione Regno d'Italia puoi trovare delle discussioni su monete simili alla tua, e puoi iniziare a capire i tipi di conservazione. É una moneta comune di grande valore storico ma di modestissimo valore economico, soprattutto se in conservazioni non eccellenti.
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  30. Già nel 1429 comincia a farsi sentire l'esigenza di moneta grossa d'argento. E' iniziata la strada che in pochi decenni porterà alla coniazione della prima lira, quella chiamata ''tron''... Arka P.S. La rappresentazione del doge sul primo grossone è sicuramente la migliore che io abbia mai visto. Complimenti 417sonia.
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  32. Che la moneta sia originale non c'è dubbio e il venditore è anche persona seria! :blum: Vedi di spuntare un buon prezzo, perchè la conservazione è bassa!!
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  33. Non solo. L'azzurro è il colore "sabaudo" per eccellenza. La fascia obliqua indossata dagli ufficiali dell'esercito monarchico era azzurra ---> e lo è rimasta tuttora, sebbene l'esercito sia ovviamente diventato repubblicano. Lo scudetto dei Savoia caricato al centro del Tricolore fino al 1945 era bordato d'azzurro. Da questo colore, se non ricordo male, sarebbe derivato l'azzurro delle maglie dalla Nazionale di calcio. Mi viene da pensare che Monza possa essere legata a quest'uso temporaneo dell'azzurro per via dei noti fatti che nel 1900 la videro involontario scenario del regicidio di Umberto I. Una sorta di omaggio alla dinastia così crudemente colpita? Non so, forse quest'ipotesi è soltanto frutto di una mia suggestione, ma di solito c'è sempre un movente "forte" alla base di una mutazione cromatica...
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  34. Tetradramma ROYAUME DE MACEDOINE, Alexandre III le Grand (336-323), AR tétradrachme, 325-323 av. J.-C. Amathos. Droit : Tête d'Héraclès à droite, coiffé de la dépouille de lion. Revers : ΒΑΣΙΛΕΩΣ (à l'ex.)/ AΛΕΞΑΝΔPOY Zeus aétophore assis sur un trône à gauche, jambes parallèles, tenant un long sceptre. Devant, aigle en vol à gauche. En bas à gauche, I[..]. Sous le trône, [..]. Trône sans dossier. Ref.: Price, 3085; Müller, Alexandre, -. 16,99g. Provient de notre liste 152, mars-avril 1993, 21. Très Rare. Provient de notre liste 152, mars-avril 1993, 21. Très Beau à Superbe VF – EF Jean Elsen & ses Fils S.A Stima 1000 €, prezzo 1600 EUR (~2219 USD) apollonia
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  35. In quest’altro esemplare (4,48 g, 16,5 mm) di AE Price 3090 il rovescio è relativamente più leggibile e si nota anche una contromarca (sembrerebbe un’altra aquila) sul gorytos. A questo punto proseguo con la descrizione della dramma (Price 3088) e di uno dei tre tetradrammi del Price (Price 3085) lasciando per ultima quella della moneta del dilemma, l’emidramma Price 3089. (segue) apollonia
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  36. Spettacolare! E belle foto :) secondo me i segnetti trasversali paralleli possono essere dovuti a una spazzolata del conio... puoi vederlo tu stesso se i segnetti sono in rilievo anzichè in profondità, dalle foto non si capisce ciao
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  37. Ops, personalmente io ho applicato la mia idea solo al sigillo di Gisulfo II, non ad altro, e mi pare che nessuno abbia neppure lontanamente ipotizzato che la mano delle monete reali longobarde indichi 200 o 800. Aspettiamo almeno che qualche originalone :silly: dica 'per me è così', prima di rispondere in coro :director: 'no, no, non è così, non è così!' non vi pare? In merito invece all'idea di Teofrasto che anche in altri casi la mano sulle monete possa indicare un numero, anziché simbolizzare concetti religiosi o dinastici, mi sembra semplicemente un'opzione in più, opzione che mai e poi mai andrebbe rifiutata a priori, quando si vuole trovare la spiegazione di qualcosa. Tanto dopo ci saranno sempre le necessarie verifiche, immagino. Lasciando da parte la domanda postprandiale :drinks: di Arka su quale può esser il senso della presenza saltuaria di un 'numero' su una moneta, che cancellerebbe non so quante emissioni greche, romane (credo anche aquileiesi, o sbaglio?), bizantine, gote, vandale, medievali etc, non ho afferrato compiutamente l'intervento di Numa Numa, anche perché mi risulta un po' oscura l'idea di un "linguaggio simbolico lineare che le monete avevano il compito di trasmettere al popolo". L'unico aspetto riguardo al quale possiedo qualche informazione, al riguardo, è che questa matematica 'digitale' doveva essere usata proprio dal popolo, e soprattutto dagli analfabeti. Così almeno a giudicare da un famoso passo di Liutprando da Cremona (X secolo), riferito a problemi di cambio internazionale a Bisanzio. Lo riporto perché è anche divertente: custodes…Graecolonon meum, id est linguae grecae gnarum, non permittebant egredi, saltem ut sumptus emeret, sed cocum solum Graecae linguae ignarum; qui non signorum signis, sed digitorum seu capitis nutibus, cum venditore emptor loquebatur, tantique nummis emebat quatuor, quanti Graecolonus obsonium uno "le guardie [al nostro alloggio]… non consentivano di uscire al mio grecologo, cioè esperto di lingua greca, nemmeno per acquistare il vitto, ma soltanto al cuoco ignaro di lingua greca; così come acquirente discuteva con il venditore non a parole, ma con cenni delle dita e del capo, e con quattro nummi acquistava tanto cibo quanto un grecologo avrebbe acquistato con uno solo" Notte, A. P.S.: se il nome impudicus per il dito medio in fondo ci avvicina ai nostri antenati del VII-VIII secolo, sicuramente ce ne allontana il nome del mignolo: auricularis....bleah!
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  38. Posto il confronto per meglio capire (la moneta in esame era molto inclinata e ho provato a distorcerla un po' e quindi il confronto non può essere molto esatto).
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  39. Ecco accontentato Renato con nuove foto non ramate :blum:
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  40. Il bronzo di Amatunte (Amathus) postato da Andrea mi ha fatto ricordare un dilemma sull’acquisto di una moneta della zecca di questa città sulle coste meridionali dell’isola di Cipro. Ma andiamo con ordine, descrivendo gli Alessandri coniati ad Amatunte nel 323-325 a. C. circa con l’aquila in volo come simbolo descritti dal Price a partire dai bronzi. Gli AE 3090a (figura) e AE 3090b (5,36 g: esemplare custodito al British Museum e trovato sull’acropoli di Amatunte) presentano sul diritto un Eracle in leontè con occhi grandi, naso grosso e labbroni, caratteristiche somatiche che si trovano anche sugli argenti. Sul rovescio troviamo in sequenza come simboli (dall’alto in basso) una stella, il gorytos, la clava e un’aquila in volo a sinistra con al centro il nome del sovrano ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ. L’altro bronzo catalogato 3090A è un sottomultiplo (¼ AE) del precedente. Il pezzo della MPO è un Price 3090 come questo esemplare (5,08 g, 15,4 mm) dove sono ben evidenti le caratteristiche del volto di Eracle mentre le raffigurazioni sul rovescio sono evanescenti. Probabilmente dev’essere stato l’effetto del salmastro del Mediterraneo. (segue) apollonia
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  41. Andorra non aveva convenzioni monetarie con Francia e Spagna ed utilizzava le proprie monete per decisione autonoma. Contemporanamente, emetteva monete commemorative in diners (come San Marino in Scudi). Con l'inizio della circolazione dell'Euro nei paesi vicini, il principato ha iniziato ad utilizzare l'Euro (sempre per decisione propria) sino alla convenzione monetaria con l'UE, per cui il 1/7/2014 è entrata ufficialmente nell'eurozona e, da quest'anno, conia monete proprie.
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  42. Ecco il nostro caro curatore, però cercherò di contraddirlo, perché l'ultima volta che siamo stati d'accordo.... apriti cielo ;)! Comunque non è particolarmente difficile :D: infatti non è il 200, perché in quel caso l'indice e l'anulare sarebbero aperte (come quando noi indichiamo il tre, più o meno), ma l'800: le due dita infatti sono chiuse, o perlomeno più chiuse. D'altra parte le posizioni delle dita non sono infinite (già molte di quelle illustrate riusciamo a farle solo con una certa difficoltà...almeno io), e quindi vengono sicuramente sfruttati anche gesti tipici di altre situazioni. Credo che quando il gesto riprodotto 'non' è naturale (come quello del sigillo) è probabile che siano numeri, in caso contrario non possiamo ovviamente dirlo senza prove di altro tipo (certo che se un documento ci dicesse che il tremisse valeva 800 qualcos'altro....! Temo che non ci sia, però). Comunque sapete come si chiamava il dito medio secondo il venerabile Beda (c. 673-735) ripreso da Alcuino per il suo indovinello? Impudicus....niente di nuovo sotto il sole, eh? Andreas
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  43. Giovanni Dolfin. Arka
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  44. Non è l'Euro che ci ha fatto male (e, personalmente, mi ha fatto pure del bene per i motivi che ho citato sopra) ma qualcos'altro che è meglio non approfondire per non passare dall'economia ad altro...
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  45. Quindi la gestione dell'Euro, più che l'Euro... e qui si aprirebbe un capitolo infinito, sul quale potremmo anche trovare punti di contatto. Io criticherei anche la gestione della lira, infatti.
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  46. Ricordo questo: http://www.lamoneta.it/topic/30771-lamonetait-ritrovamenti-fortuiti-e-metaldetector/
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  47. Ti ringrazio per la fiducia in anticipo! Io ci metto sempre tutto l'impegno possibile anche se non sempre le cose riescono per il verso giusto. Per le altre opere vedremo...come vedi oogni opera richiede non meno di due anni per impiantarla, per gli approfondimenti e per gli aspetti correlati (storia, documentazione ufficiale ecc). La prossima opera che ho ben avviata mi porterà ancora....fuori dai confini italici e sarà molto di nicchia. Qualcuno mi chiede Napoli....non credo meno di 3 anni....idem per le altre...insomma...non sono più un giovinello e poi ci vuole tempo per la ricerca e poi dulcis in fundo le critiche cominciano a pesarmi, specie quando rasentano la calunnia e l'offensivo.... Due tra tante: - faccio questi libri perchè io ho molte delle prove sequestrate!!!! Allucinante, calunnioso e da codice penale. Non posseggo prove di alcun genere, o meglio, ne avevo una e una pseudo prova (regolarmente acquistate in asta) e regalate ad un amico. - un autore di un catalogo manuale spara a zero sulle mie opere ai convegni....beh...questo è un suo diritto di opinione che rispetto..anche se lo inviterei a guardarsi il suo di lavoro...da anni la solita minestra riscaldata, ma tanto si sa...basta cambiare la data e poche nozioni. Mah....vedremo....
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  48. Io ad una mostra di antiquariato domenica ho chiesto il prezzo di un De Chirico, due cavalli che giostravano in un torneo. 450.000 euro: un appartamento!
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