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  1. bizerba62

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/07/14 in tutte le aree

  1. Ciao a tutti. A differenza di ciò che portò alla chiusura di C.N. - una crisi aziendale profonda non della Rivista ma del Gruppo Editoriale che la pubblicava - questa volta la sensazione è che sia mancato un adeguato supporto da parte dei potenziali lettori (leggasi "rientro economico" per l'imprenditore ) che induce la proprietà ad un cambiamento di programma che prevede innanzitutto il taglio dei costi legati alla pubblicazione cartacea ed alla distribuzione della Rivista nelle edicole Discutendone allo scorso Veronafil con Roberto (Ganganelli) è però anche emerso che tra le voci dispiaciute, molte delle quali certamente autentiche, ve ne sarebbero numerose appartenenti ad appassionati disposti a spendere migliaia di euro per una moneta ma non qualche decina per un abbonamento alla Rivista. Non credo che la società Editrice del G. d. N., che come sappiamo appartiene ad un importatnte Gruppo leader nel commercio e nelle aste di beni da collezione, puntasse a fare della Rivista il suo principale "asset" aziendale; tuttavia è anche comprensibile che quando i conti non tornano...neppure per chiudere in pareggio il bilancio, diventa un principio di buona amministrazione quello di modificare (se non addirittura "tagliare", nei casi più gravi) un'impresa commerciale che non funziona come dovrebbe. Inviterei quindi a riflettere sul fatto che se è comprensibile dispiacersi per la chiusura di una rivista a cui noi tutti ci stavamo affezioando mese dopo mese, è altrettanto comprensibile che la chiusura dipende dal mancato sostegno all'iniziativa editoriale da parte di quegli appassionati numismatici che non hanno mai sottoscritto l'abbonamento e/o comprato con regolarità la rivista in edicola. Insomma...attenzione alla "lacrime di coccodrillo"!, :pardon: Saluti M.
    5 punti
  2. Caro Michele permettimi di non essere d'accordo con te. Come sai, sto ripercorrendo la storia delle nostre riviste numismatiche e, quasi in modo costante, 50 anni fa o 20 anni fa c'erano i soliti malumori sui costi passivi dell'edizione. Ma, come tu ben sai, allora scattava una parola - che oggi è in disuso - la passione So bene che oggi dirai non c'è spazio per i "sentimenti", appena un periodico è in perdita...si chiude e buonanotte ai suonatori! Eppure anche oggi qualcuno pubblica riviste rimettendoci...magari scaricando le passività su altri settori del gruppo...ne conosco alcuni: penso non sia difficile immaginare di chi parlo. Un'azienda invece che non si occupa precipuamente di numismatica...non ha questi "sentimentalismi", c'è solo la logica del profitto. Cmq, io sarò ancora uno degli ultimi romantici..ma passare dopo poco tempo dalla gioia di aver salutato una nuova rivista che sostiuiva Cronaca N..alla chiusura anche della nuova nata....provo un senso di tristezza.
    3 punti
  3. Questo video non c'entra nulla con la discussione in oggetto ma non posso fare a meno di postarlo e complimentarmi con il nostro @@eracle62 per la sua mostra artistica. Un grande in bocca al lupo! In tutta onestà è un genere di pittura che attrae in particolar modo la mia attenzione.
    3 punti
  4. Carissimo, i pescatori bravi siete voi: io a malapena galleggio... Soprattutto, e seriamente, la particolare situazione sociopolitica di Venezia non favoriva affatto la presenza degli stemmi sulle coniazioni ufficiali di qualsiasi genere. La Serenissima era una repubblica oligarchica particolarmente attenta a evitare gli abusi di potere, in qualsiasi forma dovessero manifestarsi. Sotto questo punto di vista, la presenza dello stemma dogale su una moneta repubblicana significava una "personalizzazione" del potere. Ossia, un abuso. Che io sappia, gli stemmi dei dogi li troviamo sulle monete non strettamente "veneziane", come le oselle per Murano. E questa discussione la seguo proprio per cercare smentite alla mia consapevolezza. :good:
    2 punti
  5. Bella, Mario discussione interessante, scusate se mi ripeto. Posto un' insieme de piezas de a ocho de plata, dalla mia collezione delle Zecche del Nuovo Mondo. Ci sono tanti fatti e aneddoti in questo periodo, come lo scandalo della Zecca di Potosi del 1652, quando i controllori mandati dal Re Filippo IIII in quella Zecca, si accorsero che mancava argento nelle monete. Quindi dopo aver tagliato le mani ai responsabili della Zecca dovettero porre rimedio e i pezzi da 8 valevano 6 reales, i 4 Reales 3 e via dicendo. Per riconoscere le monete "scarse" le contromarcarono con corone di diversi disegni.
    2 punti
  6. Bench頒enato non mi abbia mostrato / fatto esaminare in mano questo tondello, mi sento di dover precisare (seppur basandomi solo su immagini - ben fatte) che la capigliatura del regnante, sull'esemplare in oggetto, 蠩mpeccabile..... E per il tipo, che per il millesimo, di meglio 蠳icuramente improbabile trovarne.... Glielo assicuro. Solo una circoscritta area potrebbe risultare un po' pi "schiacciata" rispetto al resto, ma per esperienza personale (anche in ambito di foto su queste monete) non mi meraviglierei se fosse imputabile solo all'immagine che ha "mosso" od appiattito il rilievo per via di un gioco di luci/ombre. Non mi pronuncio sulla conservazione, per ovvi motivi professionali, ma posso dire tranquillamente che il pezzo 蠱ualitativamente superiore alla media del millesimo. Cordialit஠Mazzarino Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
    2 punti
  7. infatti la fattura del conio del dritto ricorda più la piastra della "perugina" che quella reale... non me ne vogliate :D
    2 punti
  8. Caro Alessandro certamente, come dici giustamente tu, Filippo II non è solo Spagna, è tanto altro, Milano, Napoli, Cagliari, i grandi nominali che nascono in quel periodo non sono solo spagnoli, ci sono in quasi tutti gli stati, italici e stranieri, l'argomento può essere valutabile in senso generalista, come sarebbe meglio, o con una ottica particolare e da qui eventualmente aprirsi. Un libro importante per tutti come è " Le avventure della lira " parte da una visione globale, poi sarà il singolo lettore eventualmente ad andare sui singoli approfondimenti. E' questa la visione che volevo dare e il taglio a certe discussioni, però per farle ci vogliono più voci e qui non ci sono o se ci sono non si espongono e rimangono nel loro ambito.....se chiamo Genova come più volte invocata ci vorrebbe un esperto o conoscitore di questa monetazione che ci offra qualche informazione in più.....comunque non importa, si fa giustamente quello che si può fare, con chi può e c'è, la vita è ben altro e ci sono cose ben più importanti e serie.... Caro Eros, certamente ne abbiamo fatte tante in questi anni di cose insieme sul forum, e tutte cose belle, alcune bellissime, che ricorderemo, oggi dobbiamo secondo me seguire l'ottica minimalista, porre una moneta, tentare un commento, se si riesce raccontare la storia di questa, oggi vedo qui in questa sezione questo possibile.....e spero e mi auguro di essere smentito, ma bisogna essere ragionevoli e realisti. Quando tempo fa cercai di spingere per una visione globale del forum pensavo anche a questo, una visione generalista coinvolge tutti, una particolarista, tranne rare eccezioni, li lascia nel loro guscio. E secondo me ci perdiamo poi tutti, per conoscenze, divulgazioni, approfondimento, ci perde la sezione moderna e quella medievale, lo stesso forum, ma su questo è inutile tornare a parlarne..... Altro aspetto anche per il futuro, quando iniziai qui sul forum c'era tanta spontaneità, tanta allegria, ci si buttava a commentare, sbagliavamo certo...., ma molti hanno imparato, ora sento utenti dirmi personalmente ho paura ad intervenire, temo di sbagliare, temo che mi contraddicano, ecco questo è sbagliato dobbiamo vedere di superarlo insieme, se non lo faremo, rimarranno solo lettori, nessuno scriverà più. I toni alti visti in alcune discussioni non aiutano, certe stroncature senza mezzi termini, anche se giuste, neppure, il forum è un circolo virtuale dove dobbiamo cercare di imparare con simpatia, allegria, leggerezza, con amicizia...... E poi l'entusiasmo....Eros parlava di entusiasmo, certo è fondamentale, questo che stiamo facendo ricordiamolo e' un volontariato culturale, lo facciamo perché abbiamo passione, amore per la numismatica, questo non dovrebbe mancare mai e bisognerebbe far sentire sempre a questi attori del forum, alcuni grandi, che li sosteniamo sempre, che c'è una vicinanza, e non parlo per me, parlo per tutti, .....un grande attore che oggi non scrive più e che tutti rimpiangiamo oggi, mi disse tempo fa : ho perso l'entusiasmo, ecco questo non dovrebbe accadere, quando sento questo abbiamo perso un po' tutti.....
    2 punti
  9. Comincio a pensare che il miglior modo di tutelare il patrimonio archeologico italiano è lasciarlo sotto terra dove si trova.
    2 punti
  10. Ricordi di bambino/ragazzino - i Bolivar sono proprio le prime monete d'argento estere che ho messo in collezione :) in Venezuela erano ancora in circolazione.... successivamente quelle d'argento canadesi (10, 25 e 50 cent.). Dopo tantissimo tempo sono qui ad ammirarle attraverso un monitor... impensabile e fantascientifico a quel tempo immaginare qualcosa di simile.
    2 punti
  11. Per avere "cognizione di causa" , ovvero competenza in una determinata materia è sufficiente studiare, leggere ed aggiornarsi!!! Ho avuto modo di conoscere collezionisti con possibilità finanziarie "mostruose" ma poco preparati....di contro ho conosciuto piccoli collezionisti con competenze numismatiche sbalorditive!!! Non tutti possiamo avere determinati pezzi in collezione, ma tutti noi possiamo e dobbiamo avere una discreta biblioteca numismatica ( anche in fotocopie se è necessario). Prima di acquistare una determinata medaglia essa va studiata in modo approfondito. Quando vidi la medaglia in questione mi chiesi il perché di due forellini....!!!! Benissimo....biblioteca......Tommaso Siciliano, Le medaglie dei Napoleonidi, pagina 82 (se non erro) medaglia con appiccagnolo ( ex collezione De Fèlissent) si nota che tra l'appiccagnolo e la medaglia c'è un piccolo spessore metallico leggermente flesso che sembrerebbe congiungere l'appiccagnolo alla medaglia. Trovandomi a Milano vado a vedere la medaglia e noto come i due forellini, situati circa ad ore 12, potrebbero corrispondere allo stesso tipo di appiccagnolo della medaglia riportata sul Siciliano tanto più che la medaglia al dritto ed al bordo presentava una patina scurissima ed in prossimità dell'ipotetico appiccagnolo era di colore argento come il rovescio! Dato che non sono presuntuoso e desidero parlare con " cognizione di causa", non contento, telefono ad un mio amico collezionista (competente) , gli espongo la mia tesi e gli invio le foto della medaglia. Anche lui è del mio stesso parere.....l'appiccagnolo era stato smontato oppure si era rotto, ma cmq i due forellini avevano un perché !!!
    2 punti
  12. Buonasera, vorrei acquistare questa medaglia di MARIA LUIGIA, è rovinata, ma piace molto questo ritratto, voi che ne dite? Grazie
    1 punto
  13. Domenica scorsa, girovagando per il mercatino antiquario della mia città, mi imbatto in un venditore e corrispettiva ciotola mai visti, perciò mi fermo ed il primo pezzo che pesco ha la lucentezza inconfondibile dell'argento...passo un pò di minuti a controllare il contenuto dell'intera ciotola (di piccole dimensioni), ed il bottino finale è il seguente: Che ne dite? Non male per 50 centesimi al pezzo...;)
    1 punto
  14. La cavalleria leggera era composta anche da mercenari tra i quali Gelani (Guilani), Albani, Eftaliti, Kushani e Cazari. Erano apprezzati per resistenza e velocità. Gli elefanti da guerra erano messi in prima linea per sfondare le linee nemiche ma il loro impiego era limitato dalle condizioni orografiche del territorio. Si trattava di animali giunti dall’India e di solito erano condotti da nativi indiani. I pochi reparti di fanteria pesante erano armati con maglie di ferro, spada o mazza. Oltre a queste truppe vi era poi la fanteria leggera, armata di lance e poco apprezzata. Era composta da persone dei ceti meno abbienti e Procopio di Cesarea li definiva così: "una folla di contadini miserabili che entrano in battaglia per nessun altro scopo che quello di scavare attraverso i muri e per spogliare gli uccisi e in generale per servire i soldati [cioè i cavalieri]."(Guerra persiana, I, 15.22-30) Si divideva in vari reparti: Daylami: fanteria pesante, Dailamites: élite della fanteria, Paighan: fanteria medio armata con lance e grandi scudi, Lancieri di leva, Kamandaran: élite di arcieri a piedi, Truppe leggere a distanza, come i lanciatori di giavellotti curdi. Molto più importante era il corpo degli arcieri, ovvero l’elite della fanteria. Protetti dalla fanteria ne proteggevano l’avanzata con un rapido e fitto lancio di saette. Talvolta invece si affiancavano alla cavalleria pesante in quanto le legioni evitavano di attaccare questo corpo militare e quindi ne traevano protezione. Si consideri che nel 232 d.C. l’esercito sasanide comprendeva 150.000 unità e tra queste 700 elefanti da guerra, 1.800 carri e ben 120.000 climbanarii (Da Erodiano e Historia Augusta).
    1 punto
  15. Il fascino degli 8 reales per me risiede proprio nel fatto che si tratta di monete coniate con tecniche primitive, brutte se vogliamo essere venali, ma con una diffusione mondiale, utilizzate in tutti i più grandi traffici commerciali mondiali per diversi secoli..ancora più interessanti sono i pezzi contromarcati, che testimoniano la grande circolazione di questi pezzi :) il loro scopo era proprio quello, non penso dovessero trasmettere un messaggio, come avveniva per le monete antiche, ma costituivano una riserva di valore per i commerci..
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  16. Riviste posso condividerlo Anche se appare strano pero' che un gruppo che decide di finanziare una rivista, riveda il suo investimento dopo appena 2 anni . L'investimento per sostenere una rivista e' lungo o non si sono fatti bene i conti prima oppure si sono incontrate difficolta ' finanziare per cambiare idea cosi in fretta Per i libei invece direi che la crisi potrebbe essere solo apparente. Non ho mai visto cosi tatnti nuovi libri di numismatica essere oubblicati come negli ultimi anni : come appassionato sono molto contento ma la mia biblioteca ne soffre ....
    1 punto
  17. anche in quello è il loro fascino
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  18. Ecco un ritratto di Ardashir I su una moneta: SASANIAN KINGS. Ardaxšīr (Ardashir) I. AD 223/4-240. AR Drachm (26 mm, 4.16 g, 9h). Mint B ("Hamadan"). Phase 3, circa AD 233/4-238/9. Crowned bust right / Fire altar. SNS I type IIIb/3b; Göbl type III/2. Good VF, toned. Con lui iniziò la dinastia sasanide che governò per circa 400 anni: Economia, cultura e religione dell'Impero sasanide Il benessere dell'Impero sasanide derivava in gran parte dal commercio: infatti, argenterie romane e sete cinesi arricchivano i mercati persiani. Il commercio arricchì anche le conoscenze culturali sasanidi, perché i commercianti diffondevano libri che trattavano di astronomia indiana e medicina greca. Inoltre, l'arte persiana influenzò positivamente anche altre culture, come quella della lontana Cina. Come anzidetto, la religione di Stato era lo Zoroastrismo: ma nacque un nuovo entusiasmo religioso, il Manicheismo, fondato dal profeta Mani, che fondeva elementi religiosi cristiani, buddisti e zoroastriani. Questa nuova religione, mal vista dai sacerdoti zoroastriani, raggiunse anche la Cina, il Turkestan, la Sogdiana e l'Adiabene.
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  19. Sì, assomiglia allo stemma di Genova, perchè è la stessa croce di San Giorgio. In più, gli inglesi hanno messo nel primo cantone la spada rossa di San Paolo.
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  20. Prima gli autori del CNI e poi il PR ... ma il MIR ha sollevato il problema e adesso Francesco lo stà esaminando...è questo quello che è interessante.
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  21. Buona serata Che posso dire? The market rule! Il mercato ha le sue leggi, scritte e non. Se un metallo come l'argento, che si usava ordinariamente per fare le monete, in poco tempo raddoppia, triplica, quadrupla... la sua disponibilità nel mercato, ovvio che se ne approfitta ed usandolo vengono sconvolti i ragguagli con l'oro al quale era vincolato ai fini della monetazione. Da quello che ho letto (o meglio non letto), Venezia ha emesso grossi moduli al pari di altri stati (chi prima, chi dopo), considerata la quantità di argento disponibile. Curioso però che proprio sotto il dogato di Girolamo Priuli si emettano ancora in maniera forzosa monete "piccole" e si chieda alle strutture periferiche del dominio, di incettare monetoni come i "Reali" ed i ducati mantovani "Aquiloni", perchè vengano indirizzati alla zecca per essere fusi. Certamente c'entra l'argento messicano, perché da li veniva in massima parte, ma non è così esplicito. saluti luciano
    1 punto
  22. ..e a questo punto non so come si articolerà il tutto, ma visto che ne ho parlato, vorrei mostrare una immagine (da mcsearch) della moneta di cui parlavo.. in particolare la monetazione di Filippo II per Napoli si articola in due macro-blocchi e il primo si contraddistingue per la produzione di monete di notevole "impatto" e valore, ma anche il secondo non scherza... questo ducato col motto HILARITAS UNIVERSA appartiene al secondo periodo; sebbene lo stile sia un po' "severo" è un nominale molto affascinante e come detto in precedenza, col suo peso di quasi 30 grammi, è un bel "pataccone"....
    1 punto
  23. Certo che del 14-15-16 le trovi ma qui parliamo del 17 che anche se le trovi su tutti i banchi le vogliono pagate un poco di più.
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  24. A mio parere la moneta in oggetto e' uno Spl pieno .... alcuni particolari indicatori di una buona conservazione sono i capelli ancora intatti ed altri dettagli nei rilievi, non mi sembra di vedere colpi deturpanti e la moneta sta iniziando a patinarsi....mi piace molto...questa tipologia non e' facile a trovarsi in alte conservazioni! Complimenti.
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  25. "Cmq, io sarò ancora uno degli ultimi romantici..ma passare dopo poco tempo dalla gioia di aver salutato una nuova rivista che sostiuiva Cronaca N..alla chiusura anche della nuova nata....provo un senso di tristezza." Ciao Bernardino. Se Tu sei l'ultimo, consenTimi di essere il penultimo dei romantici....tuttavia credo che non si possa fare del romanticismo quando i soldi, in un'attività che non fa quadrare i conti, ce li mettono gli altri.... :pleasantry: O meglio, bisognerebbe mettersi nei panni di chi ci mette "la grana"....eppoi magari fare anche i "romantici"... Ricordo però che ai tempi di C.N., la Rivista chiudeva i propri conti positivamente......quindi non si tratta di una "missione impossibile" da filantropi....se i fruitori la sostengono adeguatamente. Un abbraccio. michele
    1 punto
  26. Ecco l'immagine di Aemilianus253:
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  27. È cambiata la foto ma non lo stato di conservazione...
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  28. In base a questo http://www.lamoneta.it/topic/7751-lamoneta-it-e-politica/ ho oscurato gli ultimi due post. In realtà era solo il primo dei due a violare la regola, il secondo si limitava a citare una parte del primo, ma senza il messaggio originale non aveva più molto senso. petronius
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  29. E anche molto spesso alquanto poco naturale!!
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  30. Oh, bella! Per me è una sorpresa! Manca della sigla dello zecchiere che quell'anno avrebbe dovuto essere L B e al suo posto ci sono due punti! Non conoscevo questo esemplare, è possibile che sia successo qualche problema in zecca? Tipo licenziamento o qualcosa del genere dello zecchiere per cui abbiano coniato monete senza sigla? Infatti l'anno dopo non risultano soldini e l'anno dopo ancora c'è nuovamente la sigla LB. Grazie, bell'esemplare.
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  31. Buona giornata Con questa medaglia abbiamo una coppia sposata; il doge Pasquale Malipiero con, nell'altro lato, la moglie Giovanna Dandolo. Opus: Pietro da Fano. saluti luciano
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  32. Grazie Alessandro, primo perché hai risposto e secondo perché hai colto uno spunto ulteriore che io non ho volutamente richiamare, Napoli.....certamente Napoli.....ma quanti sono gli spunti che ci potrebbero essere quasi infiniti.... Questa potrebbe essere una discussione corale, come un tempo c'erano, ognuno esce " dal " suo fortino " e posta, racconta, divulga quello che sa, così nascono le grandi discussioni divulgative come fu quella dei grossi..... Qui tutti potenzialmente potrebbero rispondere anche lasciando gli aspetti puramente economici, politici, mercantili, ma in quale stato non c'è stata una prima coniazione di una moneta di grande modulo ? Odio i @ e non li metterò mai, ognuno deve intervenire se vuole, se gli fa piacere, ma quanti sono stati i richiami che sono stati fatti, gli assist espliciti ? Savoia, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Mantova, Milano ovviamente.....ma anche le monete spagnole, quelle straniere di grande modulo, i talleri, e Genova che diventa il porto, la piazza commerciale di tutto questo, e il rapporto oro/argento che cambia, e come cambia la monetazione in Europa ? Uno, come dice il Cipollla, dei più incredibili fatti dell'età moderna che la cambia e la cambia anche dal punto di vista numismatico..... A volte ci soffermiamo molto su certi aspetti delle monete, la conservazione, la patina, il costo, tutti aspetti sia ben chiaro importantissimi, ma a volte ci dimentichiamo della prima domanda, delle travi da cui scaturisce tutto e che dovremmo farci : perché è stata fatta così questa moneta ? Cosa c'è dietro a un tondello fatto così ? Ci sono state riforme monetarie, provvedimenti, bandi, crisi economiche o sviluppi commerciali favorevoli, eventi non previsti e prevedibili ? Spesso dietro a una moneta c'è tutto questo e questa discussione voleva portare a cercare di fare un po' di luce sulla monetazione europea ed italica del XVI e XVII secolo, sui perché, sui come..... E' stato ad oggi un monologo, che ha avuto consenso e letture e ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato, ma certamente la coralità non c'è stata negli interventi.....un po 'si è persa, un po' questa poi una vera sezione generalista non è più, i savoiardi stanno là, le papali pure, le Due Sicilie pure, i veneziani anche, tranne l'encomiabile e straordinario Luciano e ha senso ora una discussione di questo tipo qui ? Credo che con la chiusura del GDN la responsabilità del forum Lamoneta.it e del suo Portale aumenti....diventerà sempre più il primo approccio per chi vuole iniziare, imparare, per divulgare.....ma credo che un curatore attento di una sezione che monitorizza il tutto debba ogni tanto farsi domande e farle anche agli utenti che leggono questa sezione che sono poi i veri attori. Discussioni generaliste, divulgative anche se poi diventano monologhi hanno senso ancora qui, in questa sezione, servono, sono utili ? O è meglio come credo si debba ormai andare nella direzione di postare una moneta, commentarla, catalogarla, dare una conservazione....e fermarsi lì..... Il curatore non è una carica onoraria, non è un senatore a vita per fortuna :blum:, i curatori vanno, vengono, certamente ogni tanto devono fare il punto secondo me con gli utenti della sezione, è giusto sapere anche un vostro parere su che direzione vogliamo prendere in un contesto come quello attuale e con le nostre attuali forze presenti nella nostra sezione, d'altronde la sezione è degli utenti, di chi partecipa e deve, se ritiene, dire la sua.... come la volete e che consigli date ? buona giornata e scusate se un po' vi coinvolgo...... il curatore, Mario
    1 punto
  33. Vorrei ricordare anche a Napoli, in particolare con Filippo II, la coniazione dei "grandi" ducati da quasi trenta grammi.... Devo fare poi dei complimenti a @@dabbene per questa interessantissima discussione che mi sta facendo fantasticare sul periodo in esame... Spero che continui perché è un "viaggio veramente appassionante"..!!
    1 punto
  34. Moneta bbbona!!! :D i due 9 sono classici della moneta, il prima da sinistra con la "o" centrale aperta, la seconda chiusa. sembrano più grosse solo per l'usura. I fert sono originalissimi... FRRT la prima E che risulta R solo per un occlusione in quel punto della virola... in definitiva è solo calante nel peso dato l'usura, per me è buona! Patinata non sarebbe malaccio, peccato solo per il tentativo di pulizia maldestro.
    1 punto
  35. La patina è dovuta all'ossido rameico CuO o al solfuro rameico CuS, entrambi di colore nero. Hanno cercato di toglierla peggiorando la situazione. Un vero peccato perchè la medaglia mi risulta essere rara e segna una data importante in quanto il 23 gennaio 1814 è il giorno in cui Napoleone, in procinto di raggiungere la testa dell'esercito, rinominò per la seconda volta la moglie Reggente e suo fratello Giuseppe, ex re di Spagna, suo Consigliere. All'alba del 25 gennaio Napoleone si staccò dalla sua famiglia che non avrebbe rivisto mai più. apollonia
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  36. Complimenti per lo "scudone" del '78 Roma :good:
    1 punto
  37. La ANS 33 (di cui questa viene dichiarata una variante) é in effetti abbastanza simile, più per le caretteristiche del bordo al dritto e del rovescio liscio che per altro, stante il foro che rende abbastanza ardua una lettura compiuta. La moneta dell'ANS, classificata come incerta dell'Etruria, proviene dall'asta Ratto del 25/01/1926 (n.98) e, all'atto della stesura del volume della SNG (1969) era ritenuta unica. Per alcune caratteristiche puo' essere accostata ad alcune emissioni attribuite a Populonia. Non ho avuto ancora modo di verificare se, oltre al citato esemplare dell'ANS, ve ne siano altri che in qualche modo mostrino similitudini con il pezzo postato. A memoria non ne ricordo, ma cio' vuol dire poco. L'attribuzione proposta, in generale, potrebbe non essere cosi' peregrina. Peccato il buco che complica le cose. E anche la qualità della foto non aiuta. Una foto del genere, a fronte di quello che dovrebbe essere la moneta, appare un po' bizzarra. Ma tant'é.
    1 punto
  38. Ciao favaldar & petronius Ne ho postato qualcuno dei miei assieme alle medaglie qui, ai post # 61, 62, 63, 64, 66, 71 http://www.lamoneta.it/topic/72719-medaglie-carnevale/page-5 apollonia
    1 punto
  39. Ahah,dai se fossero questi i mali del mondo,si potrebbe chiudere i problemi con una risata.Quindi non prendertela,capita a tutti di confondersi;)
    1 punto
  40. A noi fa "arrabbiare" la malafede, la tua non lo era di certo, e la risposta con cui ti sei vergognato lo dimostra. Tranquillo, capita. Io sono un patito e ho tutti i numeri delle tirature in testa dal 2002 . Eppure un giorno, forse distratto da altro, hofatto un salto di gioia mentre lavoravo per 1€ belga del 2002 ( lo credevo solo in Divisionale ) . Poi mentre lo stavo inserendo nell'osservatorio, ho visto la tiratura e mi sono vergognato con me stesso, perchè a me non deve succedere ( me lo sarò ripetuto per un'ora, sono pazzo lo so ) :good:
    1 punto
  41. Porc......me ne sono appena accorto, tanto non mi sembrava vero. Ok cambiamo il titolo: ed ecco a voi il pirla del secolo! Cancellate pure tutto se volete, anche me, dalla faccia della terra!
    1 punto
  42. Volevo proporre ai vostri occhi anche questo 10 lek... non sarà a livello delle monete di @@renato ma spero vi piaccia. Stefano
    1 punto
  43. Le 2 lire, poi, sono una brutta bestia!
    1 punto
  44. Immagine di un paio d'anni fa, ora il dritto comincia a prendere una patina dorata, ed il rovescio ha dei riflessi blu fantastici peccato non saper fotografare i miei "tondelli" come Voi Sergio
    1 punto
  45. E' indubbiamente vero Arka ! Ma lo scenario non è cosi semplice e riduttivo. Da un lato abbiamo dei collezionisti o esperti, alcuni di quelli che frequentano questa sezione ad esempio, che sono molto preparati e sono in grado di fare e offrire delle analisi che 30 anni fa ce le sognavamo (a livello di collezionisti), dall'altro è pero' anche vero che c'è in giro una grande superficialità e soprattuto una "faciloneria" nel comprare o cadere nelle "trappole" di internet dove basta un "click" per rovinarsi e prendere qualche fregatura. Prima le monete si compravano nelle aste o dal commerciante e basta (si magari qualche sacambio con qualche altro cllezionista) con il quale si presume vi fosse un certo rapporto di conoscenza e fiducia. Se una moneta non piaceva si restituiva e se ne prendeva un'altra. Prima di un acquisto importante si studiava insieme, si leggeva si approfondiva, si consultava e poi magari con piu' pareri si decideva.. Tutto questo con internet è grandemente ridotto o scomparso , i circoli oggi sono al lumicino, pero' i fora nati dall'esigenza di aggregazione e soprattutto per colmare la "sete" di sapere numismatico e lo scambio di informazioni possono e stanno colmando parecchi vuoti. L'importante resta comunque approfondire e non lasciarsi cogliere impreparati. e questo attraverso lo scambio di analisi , pareri, consigli, domande , riferimenti citazioni che avviene attraverso il Forum penso sia quasi meglio di prima, non credi ? C'è molta piu' immediatezza, prontezza di riscontro. Chiaro ci sono pregi e difeti nello strumento come in tutte le cose, ma a saperlo usare bene direi che i veri appassionati hanno potuto fare un balzo in avanti per le conoscenze messe in comune e l'immediata connessione delle varie informazioni. E riguardo al parco buoi, c'era prima e c'è inevitabilmente anche adesso. Se invece qualcuno leggesse e si informasse meglio potrebbe evitare probabilmente tanti errori che a volte costano anche cari...
    1 punto
  46. Le stavo riguardando una per una, alcune sono davvero imbarazzanti. Questa è la mia preferita, guardate Herakles al rovescio, secondo me l'"artista incisore" si è ispirato a Fred Astaire:
    1 punto
  47. Arisegue: Libro 3° - Geografia della Grecia, dai primordi sino al tempo di Alessandro 3° il Grande L’Ellade, o Grecia classica è una penisola non eccessivamente grande, limitata a Nord dal Monte Olimpo, dalle montagne Combuniane e tracciando una ipotetica linea, verso Ovest, dal Promontorio Acrocerauniano; ad Ovest dal mare Adriatico o Golfo Ionico; a Sud dal Mediterraneo e ad Est dal Mare Egeo La lunghezza massima, da Nord a Sud, tra le montagne Combuniane e capo Tenaro è di ca. 250 miglia, mentre la massima larghezza, tra il promontorio Acrocerauniano e la montagna del Peneus, o meglio tra la costa della Acarnania e Maratona nell’Attica è di circa 180 miglia. La superficie del paese è stata stimata in 35.000 miglia quadrate che rappresenta poco meno della superficie occupata dal Portogallo. La caratteristiche geografiche che contraddistinguono la penisola Ellenica sono: la presenza di numerose montagne e l’esteso sviluppo delle sue coste. Numerose baie incidono profondamente la costa mentre lunghi e stretti promontori si proiettano ovunque nel mare dando origine ad una quantità di costa tale che non ha riscontro in nessun altro paese del Sud Europa. Molti sono i porti eccellenti ed il mare non presenta soverchi pericoli, oltretutto appena oltre la costa si trovano numerose isole, molto fertili e di inaudita bellezza; la natura a fatto di tutto perché la gente di qui scegliesse la via del mare e coltivasse le arti proprie della navigazione. La comunicazione tra le varie parti del paese è più breve e più facile per via mare che non attraverso la terra emersa che è qui ricca di catene montagnose che si intersecano tra loro in tutte le direzioni e che sono per lo più elevate e scoscese, superabili solo attraverso pochi passi spesso in inverno bloccati per la neve. Il sistema montagnoso della Grecia lo si può considerare come una ramificazione della grande catena delle Alpi Europee, poco ad Occidente del 21° di latitudine Est da Greenwich le alpi Albanesi proiettano uno sperone che sotto i nomi di: Scardus, Pindus, Corax, Taphiannus, Panachäicus, Lampoea, Pholoë, Parrhasius e Täygetus corrono in direzione appena ad Est del 42° parallelo Sud, verso il promontorio del Taenarum. Da questa grande catena longitudinale si dipartono, a breve intervallo e dalla parte opposta, tutta una serie di ramificazioni laterali che seguono la latitudine generale, da cui ancora si dipartono altre derivazioni trasversali che seguono il corso della catena principale, o spinale della regione e che punta verso Sud Est. Le catene latitudinali vanno a costituire importanti suddivisioni del territorio tra il Pindus e l’Egeo e da qui si dipartono in successione: il Cambuniano e l’Olimpo che costituiscono il limite Nord della Grecia Classica L’allinemento dell’Othris che separa la Tessaglia da Malis e Doris L’allinemento del Parnaso, Helion, Cithaeron e Parnes che partendo da Delphi terminano nel promontorio Rhamnusiano, opposto all’Eubea e che costituiscono la parte orientale dell’aspra barriera tra Beozia ed Attica. Carattere simile presentano, dalla parte opposta il monte Lingus, nel Nord dell’Epiro che si staglia verso Ovest dal Pindus, in un punto esattamente opposto al Cambuniano, assieme al Monte Tymphrestus nel Nord ed il Monte Bonius, nel centro dell’Etolia. Nel Peloponneso, la catena principale che ad Occidente corre da Rhium a Taenearum vede il Monte Scollis dividere l’Achea dall’Elide ed il Monte Elaenon separare l’Elide dalla Messenia; ad Oriente invece le ramificazioni laterali, in particolare quella che comprende i rilievi dell’ Erymantus, Aroania e Cylene divide l’Achea dall’Arcadia e prolungandosi poi sino al promontorio Scylleano, nell’Argolide dove il Monte Parthenion separa la stessa Argolide dalla Laconia. Tra le catene longitudinali secondarie, quelle che meritano menzione sono quelle di Pelion e di Ossa che terminano ad Est, nella Tessaglia mentre quella che comprende: Pentelico, Hymettus ed Anhydrus ha fine in Attica e quella di Parnon, nel Peloponneso, si estende da Tegaea a Malea. Nella Grecia le catene montuose occupano tanta gran parte dell’area che ben poco spazio rimane per le pianure ed il terreno pianeggiante acquista pregio ancor maggiore proprio in virtù della sua scarsità. La maggior parte della Tessaglia è una vasta pianura, circondata dalle montagne e bagnata da un unico corso d’acqua: Il Pineus; nella Beotia si trovano due vaste pianure una delle quali è paludosa: la Palude del Cephissus la maggior parte della quale è occupata dal lago Copaïs e l’altra è la piana di Aropus al limite della quale si trovano: Thebe, Thespiae e Platea. L’Attica di pianure può vantarne tre: Quella di Eleusi, che prende nome dalla città, quella di Atene, anch’essa deve il suo nome alla celebre città e quella di Maratona. Nell’Ovest e nel Sud del Peloponneso si trovano, dalla parte opposta del fiume Pesseus,il bassopiano di Cava Elis; vicino al monte Pamisus quello di Macaria ed all’imbocco dell’Eurotas, quello di Helos mentre nella regione centrale si trova l’altipiano che comprende: Tegea, Mantinea, Pheneus ed Orchomene. Il Peloponneso Orientale vanta la fertile pianura alluvionale di Argos, bagnata dai fiumi: Chimarrhus,Erasimus, Phrixus, Charadrus ed Inachus. In Grecia si trovano numerosi fiumi tuttavia con esigua portata d’acqua tanto che la maggior parte di essi, in inverno, può essere considerata poco più di un torrente ed in estate non è raro che il flusso d’acqua si interrompa completamente. I soli corsi d’acqua di un certo rilievo sono: l’Acheolo, che scorre in Epiro e divide l’Aetolia dall’Acarniana; al Nord il Peneus che irriga la maggior parte della piana della Tessaglia e l’Alphaeus le cui acque bagnano Olimpia. Tra i corsi d’acqua di minore importanza ricordiamo: Thyamis, Oropus ed Arachthus nell’Epiro; L’Evenus ed il Daphnus in Aetolia; lo Spercheius nel Malis; il Cephissus e l’Asopus in Beotia; il Peneus, Pamisus, Eurotas e l’Inachus nel Peloponneso. Caratteristica peculiare dei fiumi della Grecia è quella di scomparire in passaggi sotterranei; le rocce calcaree sono piene di caverne e nel piano si trovano spesso bacini chiusi che non presentano emissario tuttavia le acque defluiscono al mare attraverso canali sotterranei: a volte individuabili, spesso presunti. Esempi di vie d’uscita individuabili sono quelle lasciate dal Cephissus, in uscita dal lago Copïas, nella Beotia e quelli da cui le acque in eccesso fuoriescono dalla maggior parte dei laghi del Peloponneso. Canali non individuabili si crede siano quelli che operano lo scarico alle acque dei laghi: Helice e Trephia, sempre nella Beotia. La Grecia è ricca anche di specchi lacustri, non molto grandi invero, il maggiore è quello di Copïas la cui superficie è stata stimata in 41 miglia quadrate; il secondo in ordine di grandezza è probabilmente il Boebis che si trova nella Tessaglia e si forma per effetto delle acque in eccesso del fiume Peneus; a questi si deve aggiungere il lago Pambotis, nell’Epirpo, sulla cui sponda meridionale sorge l’oracolo di Dodona; i laghi Trichonis e Conopé, in Aetolia, tra l’Evenus e l’Acheolus; il lago Nessonis, vicino al lago Boetis, sempre in Tessagia; i piccoli laghetti di Hylice e Trephia ed i laghi dell’Arcadia: Pheneus, Stymphalus, Orchomenus, Mantinaea e Tegea. Le isole al largo della Grecia sono numerose ed importanti, la principale è l’Eubea che forma una grande barriera frangiflutti naturale che interessa l’intera costa orientale dell’Attica, della Beotia e della Locride estendendosi per oltre 100 miglia e con una profondità media di 15 miglia. Di gran lunga inferiore come dimensioni; ma non meno importante è Corcyra che si colloca all’estremità opposta della penisola e che ha una lunghezza di circa 40 miglia per una profondità variabile tra le 5 e le 15 miglia. Oltre queste, di fronte alla costa occidentale troviamo: Paxos; Leucas o Leucadia; Ithaca; Cephallenia o Zacyntus ( oggi Zante) mentre a Meridione si collocano: Cenussae e Cythera e ad Oriente: Tiparenus; Hydria; Calauria; Aegina; Salamis; Cytnus; Ceos; Helene; Andros; Scyros; Peparetus; Halonnesus e Sciathus. A Sud Est delle coste dell’Eubea e dell’Attica si trovano le Cicladi e le Sporadi che si estendono in una serie continua, simili alle pietre di un guado, attraverso il Mare Egeo sino all’Asia. Dalla parte opposta, da Corcyra e dal Promontorio Acrocerauniano è possibile vedere, nelle giornate serene, le coste dell’Italia. Per consuetudine il territorio della Grecia viene diviso in: Nord; Centro e Sud. La Grecia del Nord si estende dall’estremità settentrionale sino al punto ove le coste Orientali ed Occidentali trovano i Golfi di: Malis ed Ambracia o Actium, rispettivamente. La Grecia Centrale ha inizio da questo punto e si spinge sino all’Istmo di Corinto mentre la Grecia Meridionale si identifica con il Peloponneso. La Grecia del Nord, ab antiquo, era composta da due paesi più importanti: Tessaglia ed Epiro, separati tra loro dalla catena del Pindo. Oltre questi si trovavano, nella parte Orientale della barriera montana: Magnesia ed Achea Phthiotis e nella parte montagnosa, a metà strada tra i due golfi (Malis ed Ambracia) c’era Dolopia o paese dei Dolopi. La Tessaglia è il paese più vasto e più fertile di tutta la Grecia e si identifica con il bacino del Peneus; ha forma grosso modo circolare con un diametro di circa 70 miglia ed è circondata dalle montagne che le fanno corona e da esse discendono numerosi rivoli d’acqua che la irrigano e vanno poi a confluire nel Peneus che dopo averle raccolte le porta al mare passando da una singola gola che si dice, sia stata originata da un grande terremoto. La Tessaglia a sua volta è divisa in quattro province: Perrhaebia che si trova a Nord lungo le pendici dell’Olimpo e del Cambuniano Histiaeotis, posto verso Occidente, si adagia lungo i fianchi del Pindus e lungo il corso superiore del Peneus. Thessaliotis è a Sud, al confine con l’Achea Phthiotis e Delopia Palasgiotis è ad Oriente tra l’Enipeus e Magnesia. Nella Perrhaebia le città più importanti erano: Gonni e Phalanna; nella Histiaeotis: Gomphi e Tricca; Cierum e Pharsalo nella Tessaliotis mentre nella Palasgiotis si distinguevano: Larissa e Pherae. L’altro importante territorio: l’Epiro era più vasto della Tessaglia e la sua forma somigliava ad un quadrato oblungo; da Nord a Sud misurava circa 70 miglia per una larghezza di circa 55 miglia. L’Epiro è zona montagnosa, con rilievi elevati intervallati da strette valli solcate dal corso di numerosi fiumi. Anche questo territorio era suddiviso ad Oriente dalla provincia di Molossis le cui città di maggior rilievo erano: Dodona ed Ambracia; a Nord Ovest si trovava la provincia Chaonica con le tre importanti città di: Phoenice, Butrotum e Cestia; a Sud Ovest la Thesprotia con i siti di Paudosia, Cassope e nell’ultimo periodo, anche Nicopolis. Durante il periodo storico l’Epiro era in realtà da considerarsi più illirico che Greco. Magnesia ed Achaea Phthiotis sono spesso riportate come parte della Tessaglia; ma in tempi recenti, a buon diritto, costituiscono distretti a sé stanti. Magnesia era il tratto costiero tra il monte Pesseus ed il Golfo di Pagasean e comprendeva le due connesse derivazioni di Ossa e Pelion con il territorio immediatamente alla loro base; lunga ca. 75 miglia era larga da 10 a 15 miglia. Le città più importanti, poste sulla costa Orientale erano: Mirae; Meliboea; Casthanaea, nel golfo di Pagasaan si trovava Iolcus e nell’interno, vicino al lago Boebeü, c’era Boebe. Achaea Phthiotis era il territorio che si trovava immediatamente a Sud della Tessaglia e che si estendeva tra il golfo di Pagasean nell’Est sino alla parte del Pindus abitata dai Dolopi. La regione aveva forma pressochè quadrata ogni lato a misura di circa 30 miglia ed era costituita dal monte Othris con il territorio che si estende alla sua base. Le città più rimarchevoli erano: Halos, Thebae, Phthiontide, Itonus, Melitaea, Lamia e Xiniae sulle sponde dell’omonimo lago. Delopia, o paese dei Delopi, comprendeva parte di una derivazione del Pindus, assieme alla parte più Occidentale dell’Othrys e le vallate superiori solcate da corsi d’acqua che poi confluiscono nell’Acheolo; nella fattispecie si trattava di un corridoio, molto accidentato e montagnoso, lungo non più di 40 miglia e stretto 15 miglia. Nella Grecia centrale, ovvero nel territorio compreso tra la Grecia del Nord ed il Peloponneso si trovavano all’epoca ben undici paesi: Acarnania; Aetolia; Locride Occidentale; Aeniania; Doris; Malis; Locride Orientale; Phocis, Boeotia, Attica e Megaris. Acarniana: è il territorio più ad Occidente, ha forma triangolare ed è limitato a Nord dal Golfo Ambraciano, ad Est dall’Acheolus ed a Sud Ovest dal Mare Adriatico; i lati del triangolo misurano rispettivamente: 50; 35 e 30 miglia; le città più importanti erano: Anaetorium, Solium, Astacus e Cenidae. Aetolia: Confina ad Est con l’Acarniana e si estende verso Oriente sino all’Aeniana e Doris; a Nord il suo confine è segnato dalla Dolipia ed a Sud dal Golfo di Corinto; come dimensione era circa il doppio dell’Acarniana e la sua area era di gran lunga superiore ad ogni altro paese sito in quest’area dell’Ellade. Di struttura prevalentemente montagnosa, pure tuttavia conteneva una zona piana ed una paludosa tra lo sbocco al mare dell’Evenus e quello dell’Acheolus, possedeva inoltre, al Nord una vasta zona pianeggiante ove si trovavano due grandi laghi: il Conopè ed il Trichonus. Tra le città di maggior rilievo giova ricordare: Pleuron; Calydon e Thermon. Locride Occidentale, ovvero il paese dei Locri Ozolae si trovava sulla costa del Golfo di Corinto, appena ad Est dell’Aetolia e si estendeva, lungo la costa per ca. 37 miglia mentre penetrava all’interno per una profondità variabile da due a 23 miglia; tra le città più rimarchevoli annoveriamo: Naupactus, sulla costa ed Amphissa all’interno. Aeniana od Aetea, come veniva a volte chiamata, si trova anch’essa ad Oriente dell’Aetolia; ma un po’ più a Nord, dove raggiunge il confine meridionale della Locride; l’Aeniana era separata dall’Aetolia dalla continuazione, verso Sud, del Pindus ed era confinante a Nord con l’Otrys ed a Sud con il Ceta venendo così a trovarsi sul corso superiore del fiume Spercheius. Il paese ha forma ovale con il lato lungo di ca. 26 miglia e quello corto di ca. 12 miglia; la città di maggior risalto era Hypata. Doris si trova tra l’Aeniana e la Locride Occidentale; è questo un piccolo ed accidentato distretto inserito tra i monti del Parnassus e del Collidromus sul corso superiore del fiume Pindus, un tributario del beotico Cephissus; è lungo circa 17 miglia per una ampiezza di 10 miglia e vanta quattro importanti città: Pindus; Erineus; Boeum e Cytinium e proprio per questo era più nota come: Tetrapolis Doriana. Malis si trova a Nord di Doris, a Sud di Achaea Phtiotis e ad Est dell’Aeniania; è ancor più piccola di Doris, cui somiglia nella forma. In lunghezza misura circa 15 miglia mentre la larghezza si assesta sulle otto miglia; le città più note all’epoca erano: Anticyra e Trachis e nell’ultimo periodo anche Heraclea. All’estremità occidentale di Malis, tra le montagne ed il mare si trova il passo delle Termopili. La Locride Orientale si pone dopo Malis, lungo la costa dell’Epiro o canale dell’Eubea; il paese era politicamente diviso in due parti: Epicnemidia ed Opuntia che nellultimo periodo risultavano separate da una piccola striscia di terra nota come: prolungamento al Phocis. Epicnemidia si estende per circa 17 miglia dalla vicina Thermopylae sino a Daphnus e la sua larghezza media è di ca. otto miglia; la città principe era Cnemides. Opuntia si allunga da Alope ad oltre il monte di Cephissus, una distanza di circa 26 miglia e la sua larghezza era più o meno eguale a quella di Epicnemidia. Il nome del compartimento deriva dalla sua più importante città: Opus. Phocis: Si estendeva dalla Locride Orientale: a Nord, sino al Golfo di Corinto: a Sud; ad Occidente era confinante con la Doris e la Locride Occidentale mentre ad Est era in contatto con la Beotia; la sua forma era pressochè quadrata con il lato più lungo valutato in ca. 25 miglia e quello più breve in ca. 20 miglia. La parte centrale della regione e quella meridionale sono montagnose; ma lungo il corso del Cephissus e dei suoi affluenti si trovano parecchie fertili pianure. La capitale era Delphi, sita nella piana a Sud del monte Parnassus; altre città importanti erano: Eletaea; Parapotamii; Panoppaeus; Abae, famosa per il suo tempio ed Hyampolis La Beotia era oltre tre volte più estesa della Phocis; lunga ca. 50 miglia era larga mediamente 23 miglia ed il suo territorio era per lo più pianeggiante e ricco di acquitrini anche se conteneva, a Sud la catena montuosa dell’Helicon e nella parte più orientale del paese, le colline note come: Ptoüs; Messapius; Nypatus e Teumessus. Il lago Copaïs copriva un’area di ca. 41 miglia quadrate ovvero 1/13° dell’intera area; ci sono, nel paese altri due piccoli laghi tra il Copaïs ed il mare prospiciente l’Eubea chiamati rispettivamente: Hylice e Trespia. I fiumi più importanti della Beotia sono, oltre il Cephissus che entra dalla Phocis, l’Asopus, il Termessus, il Thespius e l’Oёroё. La Beotia era nell’antichità nota per il numero e la grandezza delle sue città, Thebe tra tutte; ma di non secondaria importanza: Orchomenus; Thespiae; Tanagra; Coronaea; Lebadeia; Haliartus; Cheronea; Leuctra e Copae. L’Attica si identificava con il promontorio, o penisola che si proietta dalla Beotia verso Sud Est, la sua lunghezza, misurata da Cithaeron a Sunium era di 70 miglia e la sua maggiore larghezza, da Munychia a Ramnus, di ca. 30 miglia. L’area dell’Attica è stata valutata in 720 miglia quadrate ovvero 14 circa meno della Beotia. La caratteristica dell’Attica è quella di una regione montagnosa e poco fertile, al Nord le catene montuose di Cithaeron; Parnes e Phelleus formano una linea continua che corre da Est ad Ovest e da questa sequenza discendono tre speroni uno dei quali, noto come Kerata divide l’Attica dal Magarit; un altro, chiamato Aegaleos, separa l’Eleisian dalla piana di Atene ed il terzo, chiamato nel Nord: Pentelicus, corre dal Parnes, attraverso Delecea e Maratona, sino a Capo Zoster, al centro si trova Hymettus ed a Sud, nella costa. Anhydrus. A parte Atene non sembra che le rimanenti città dell’Attica abbiano goduto di una qualche rinomanza; i fiumi che solcano il territorio: i due Cephissuses, l’Ilissus, l’Erasimus ed il Charadus sono da considerarsi poco più che torrenti. Megaris si congiunge all’Attica da Ovest ed occupa la parte Nord dell’Istmus andando ad unire la Grecia Centrale con il Peloponneso; tra tutti i paesi della Grecia centrale è il più piccolo, fatta eccezione di Doris e Malis; la sua lunghezza è di 14 miglia contro le 11 miglia di larghezza con una superficie inferiore a 150 miglia quadrate; una sola città è di una qualche importanza: Megara, per i suoi due porti: Nisaea e Pegae.La Grecia del Sud o Peloponneso ha anch’essa undici province, vale a dire: Corinto; Sicyon; Achaea; Elis; Arcadia; Messena; Laconia; Argolis; Epidauria; Troezenia ed Hermionis. Il territorio di Corinto è adiacente a Megaris ed include nel suo territorio larghe parti dell’Isthmus assieme a fasce, spesso di larga ampiezza, del Peloponneso; la lunghezza è di ca. 25 miglia mentre è larga poco più di 23 miglia; di forma estremamente irregolare la sua area viene valutata in non più di 230 miglia quadrate e la sola città che riveste una certa importanza è Corinto, la capitale che si affaccia, con un porto: Lechaeum sul Golfo di Corinto e con l’altro: Cenchreae; sul Golfo di Saronicco. Sicyon o Sicyonia è adiacente a Corinto, verso Occidente; giace lungo la costa del Golfo di Corinto per circa 15 miglia e si estende all’interno per altre 12 o 13 miglia; una sola città è di una qualche importanza: Sicyon. Achaea: si trova vicino a Sicyonia e larga circa 15 miglia, s’allunga sulla costa per circa 65 miglia, l’area è valutata in ca. 650 miglia quadrate; nel territorio si contano ben 12 importanti città tra cui primeggiano: Dymé; Petrae, oggi Petras e Pellene. Elide: situata sulla costa Occidentale del Peloponneso si estende dalla foce del Laurisus a quella del Neda per una distanza di 57 miglia ed all’interno raggiunge, dopo 25 miglia, le pendici dell’Erymantus, Tra i paesi della Grecia è quello che presenta minori asperità contenendo larghi tratti pianeggianti lungo la costa e qualche estesa vallata lungo il corso del Peneus, dell’Alpheus e del fiume Neda. Le città più importanti erano: Elis, sul Peneus; Cyllene con il suo porto, sul golfo omonimo; Olimpia e Pisa sull’Alpheus ed in ultimo: Lepreum nel sud dell’Elis o Triphyla. Arcadia: Era il paese montagnoso situato nel centro: la Svizzera del Peloponneso e si estendeva dalle catene montagnose dell’Erimantus, Aroania e Cyllene, nel Nord sino alle sorgenti dell’Alpheus verso Sud; una distanza di circa 60 miglia per una larghezza media di 40 miglia;L’area era valutabile in 1.700 miglia quadrate. Il paese è per lo più interessato da un altopiano i cui fiumi, eccetto verso Ovest e Sud Ovest, sono assorbiti dal terreno e non presentano uno sbocco apparente verso la marina. Alti pianori e piccoli laghi sono numerosi; ma la maggior parte dell’area è occupata dalle montagne e da strette; ma fertili pianure. Le città di maggior rilievo erano: Mantinea; Tegea; Orcomenus; Pheneus; Heraea; Psophis e nell’ultimo periodo: Megalopolis. Messenia era a Sud di Elis e ad Ovest dell’Arcadia ed occupava il più occidentale dei tre promontori in cui è diviso il Peloponneso e da questo circondava il golfo sino al promontorio centrale ed alla foce del Choerius. La sua lunghezza, da Neda al promontorio di Acritas era di 55 miglia mentre la larghezza massima, tra la Laconia e la costa Occidentale era di 37 miglia per una superficie totale di 1.160 miglia quadrate. La maggior parte del paese è montagnosa; ma lungo il corso del Pamisus si trovano vaste pianure e l’intero territorio è fertile. Inizialmente la capitale era Stenyclarus, di poi fu Messene che si trova sul fianco Occidentale del monte Ithome; altre città di una certa importanza furono:Eira, nella Neda superiore; Pylus, oggi Navarino, e Methone, oggi Modon, a Sud di Pylus. La Laconia è situata sugli altri due promontori del Peloponneso ed occupa anche una considerevole fascia di terra a Nord; la sua maggiore estensione, tra l’Argolide ed il promontorio di Malea è più o meno di 80 miglia mentre la larghezza è valutabile in 50 miglia e la superficie raggiunge le 1.900 miglia quadrate. Il paese è essenzialmente costituito da un’unica vallata, piuttosto stretta: la valle dell’Eurotas, racchiusa tra due alte catene montuose: la catena del Parnon e quella del Taїgetus, da qui nasce l’espressione: “Incavata Lacedemonia” Sparta era la capitale del paese e si trovava nell’interno, a ca. 20 miglia dal mare; altre città della stessa importanza non ce n’erano; ma ci piace ricordare: Gythium e Thyrea sulla costa e Sellasia, nella valle dell’Aenus. Argolide: è il termine solitamente dato al territorio che si proietta verso Est dall’ Achaea e dall’Arcadia con l’eccezione del piccolo territorio di Corinto, tuttavia il termine viene qui usato in senso lato. L’Argolide classica confinava con la Sicyonia e la Corinthia a Nord: con Epidaurus ad Est; con la Cynuria, parte della Lacinia, a Sud e con l’Arcadia ad Ovest. La distanza maggiore, da Nord a Sud, era di ca. 30 miglia e da Est ad Ovest di ca. 31 miglia e l’intera area non superava le 700 miglia quadrate. Come il resto del Peloponneso, il paese era prevalentemente montagnoso anche se al suo interno aveva ampia e ricca pianura in testa al Golfo dell’Argolide. La capitale in un primo tempo fu Miycenae, poi Argos con il suo porto Nauplia; altre città importanti erano: Phius, Cleonae; Tiryns. Epidauria si trovava ad Est dell’Argolide ed a Sud della Corinthia; la sua lunghezza, da Nord a Sud era di 23 miglia per un profondità di ca. 8 miglia. Una sola città era degna di nota: Epidauro che era anche la capitale La Troezenia era adiacente all’Epidauria, nel Sud Est e comprendeva la metà Nord Orientale del promontorio dell’Argolide assieme alla rocciosa penisola di Methana; lunga 19 miglia aveva una profondità di ca. 9 miglia; sul suo territorio insistevano due importanti città: Troezen e Methana. Hermionis giaceva a fianco dell’Epidauria, dalla parte Nord e della Troezenia da Est; costituiva la punta più occidentale della penisola dell’Argolide; come dimensione era più o meno simile alla Troezenia; ma al contrario aveva una sola città degna di nota: Hermione. Oltre le isole litoranee della Grecia, di cui già ho parlato, va detto che ve ne sono altre che punteggiano l’Egeo e più in particolare : Nell’Egeo Settentrinale si trovano: Lemnos, Imbrus; Thasos e Samotracia. Nell’Egeo Centrale: Andros; Ceos e Cythnus che possono dirsi litoranee; Thenus; Syros, Gyarus; Delos; Miconus; Naxos; Piros; Siphnus; Melos; Thera; Amorgus ecc… Nell’Egeo Meridionale si trova infine: Creta, questa isola, di notevole dimensione rispetto alle altre, si estende da Ovest verso Oriente per circa 150 miglia ed è larga circa 15 miglia; l’intera area supera le 2.000 miglia quadrate: Le città più importanti erano all’epoca: Cydonia e Gnossus sulla costa Nord e Gortyna nell’interno; l’intera isola è montagnosa; ma fertile. Con la segreta speranza che quanto sopra possa giovare ad una maggiore conoscenza nonno cesare vi augura una buona serata
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  48. Buon giorno a tutti. Antonio (Bernardo) desidera comunicarVi, mio tramite, gli ulteriori sviluppi della Sua vicenda e, in particolare, diffondere un interessante provvedimento del GIP di Udine, Dott. Francesco Florit, emesso all'esito di una richiesta di chiarimenti avanzata dai Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Roma in ordine all'individuazione del soggetto competente ad ottenere la restituzione delle monete per le quali era già intervenuto il decreto di archivizione e di restituzione delle monete "all'avente diritto", reso dal citato GIP di Udine, su richiesta conforme del P.M. Il nuovo decreto, che potremo definire "esplicativo" del precedente, che si limitava a recepire la richiesta di archiviazione del P.M. senza argomentare nel merito, rappresenta a mio modesto avviso un fondamentale cardine interpretativo della normativa applicata, non solo sul piano sostanziale (nozione di bene culturale e proprietà privata) ma altresì su quello proceesuale (ripartizione dell'ònere della prova). Ringraziamo dunque i Carabinieri, che con la loro richiesta di chiarimenti hanno stimolato il Magistrato a precisare meglio alcuni concetti che altrimenti sarebbero rimasti inespressi. Prima di postare il provvedimento, che - lo anticipo - reca nella data l'anno sbagliato (2013 anzichè 2014), volevo riepilogare velocemente le puntate precedenti della vicenda di Antonio (Ufficiale Superiore dell'Esercito italiano): - Circa due anni e mezzo fa Antonio venne denunciato all'Autorità Giudiziaria dai Carabinieri del Nucleo T.P.C. dopo aver posto in vendita su un noto portale di vendite online alcune monete antiche della Sua raccolta, di lecita e comprovata provenienza, che egli cedeva per "finanziare" l'acquisto di altri esemplari da aggiungere in collezione; - in seguito alla denuncia, Antonio subì la perquisizione ed il sequestro di tutta la sua collezione, che finì a Roma presso il Comando dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. e che venne esaminata da un Perito della Soprintendenza nominato dalla Procura di Torino, all'epoca individuata come competente a dirigere l'indagine: - verso la fine del 2013 il procedimento di Antonio venne trasferito alla Procura di Udine, per motivi di competenza territoriale; - appena giunto nella citta friulana, il P.M. di quella Procura chiese al GIP l'archiviazione del procedimento, non ravvisando nella condotta di Antonio alcun profilo di penale responsabilità e richiedendo altresì la restituzione delle monete in sequestro "all'avente diritto"; - poichè la restituzione delle monete "all'avente diritto" competeva ai carabinieri del Nucleo T.P.C. di Roma, in quanto custodi della collezione sequestrata essi, con nota pervenuta al GIP in data 18 aprile 2014, chiedevano al Magistrato chiarimenti in ordine all'individuazione dell'avente diritto, in quanto tale espressione di per sè avrebbe potuto designare un soggetto anche diverso da Antonio (ad esempio: lo Stato, in persona del Sovrintendente). Preciso che Antonio ha materialmente ritirato tutte le Sue monete e che il procedimento penale che lo ha visto, Suo malgrado, protagonista, è definito. Detto questo,....buona lettura. (anzi no, buona lettura un accidenti....scusate la suspense, ma non mi carica il file in pdf che ha 2,05 MB perchè dice che è troppo grande....ho provato anche a scomporlo in tre (sono tre pagine), ma mi carica solo la prima pagina....chiedo a qualcuno dello Staff se può pensarci lui, grazie.) P.S. Per chi volesse vederla, la sentenza della Cassazione n. 13980/2012 che il GIP cita, definendola "la più recente ed autorevole opinione" (pag. 1, quinto capoverso del provvedimento), è stata da noi postata sul Forum due anni or sono in questa sezione, nella sottoindicata discussione: ; http://www.lamoneta.it/topic/91442-buone-notizie-dalla-cassazione/page-1 Saluti. :hi: Michele Attendo istruzioni superiori..... LINK DOCUMENTO: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201406/AB.pdf a.b..pdf
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  49. Altra canzone napoletana Tosti - D'annunzio. Nata da una scommessa fra Gabriele D'Annunzio e Ferdinando Russo(immenso autore napoletano) il quale sfido' il Vate a scrivere una canzone in dialetto napoletano. Il grande poeta scrisse "'A vucchella" consegnandola a Russo che la fece musicare da Francesco Paolo Tosti . La canzone fu pubblicata ne 1892 risquotendo un enorme successo. Ecco un simpatico penny inglese con dedica - love token
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  50. non mi sembra un modo molto gentile per giudicare le monete altrui….. scusa renato,ma in questo modo non si sprona e si disincentiva gli utenti a postare le proprie monete…..che siano "carciofi" o altro son sempre monete che hanno avuto una loro storia comunque (più o meno vissuta)
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