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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/09/14 in tutte le aree

  1. Dabbene in questi anni ci ha abituato a discussioni sempre interessanti e coinvolgenti. Questa credo le superi tutte. Ha affrontato un tema che, anche se bene o male noto a tutti, non è mai stato approfondito qui sul forum nonostante si possa affermare che quello dell'argento spagnolo proveniente dal "nuovo mondo", è un argomento che dovrebbe interessare tutti i numismatici. Con quell'argento si è battuto di tutto e dappertutto. Tutta l'Europa iniziò a battere i famosi Pataco, Patacon o Patacconi che andavano ad indicare proprio le monete d'argento di grosso modulo, Napoli, come già indicato, trovandosi sotto l'egemonia spagnola, è stata protagonista di questa importante "rivoluzione" numismatica. Già a partire da Carlo V, nel 1552, si iniziò a battere, nella zecca partenopea il famoso 1/2 ducato in argento. Il primo "grosso" nominale in argento del nostro meridione (si esclude ovviamente il 1/2 scudo ossidionale del 1528 battuto per altre esigenze). da NAC 69, lotto 711 Ma è sotto il suo successore Filippo II che l'esplosione monetale in argento ha il suo apice. Ed ecco i Patacconi (ducati) da NAC 69, lotto 721 e cianfroni (1/2 ducato). da NAC 69, lotto 723 Ovviamente questa abbondante produzione è stata possibile grazie all'argento pervenuto dalla Spagna nel 1556 (a riguardo si può vedere quanto scritto da S. Perfetto in "La prova del metallo - L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli", p. 23. E, sempre S. Perfetto "Il Nobile Leonardo de Zocchis alias Terracina e il corpus delle sue relazioni" in ASPN, CXXXI, p. 226 ed in particolare il documento 3 "Relatione deli argenti dela Regia Corte Tanto deli riali quanto dele picze seu piance li quali argenti da Spagna et sono stati consignati in la Regia zeccha de Napoli" a p. 235. Invito @@mero mixtoque imperio a fornirci approfondimenti in merito. Altro argomento poco affrontato ma meritevole di nota, forse un po' fuori tema ma sostanzialmente a riprova dell'enorme quantitativo di argento disponibile, è quello dell'attività della zecca di Napoli, ed in particolare della figura del suo mastro di Prova V. Porzio, nel battere monete per finanziare quella che poi sarebbe restata nella storia come l'ultima crociata nella battaglia di Lepanto. A riguardo consiglio vivamente di leggere quanto scritto da Perfetto nel suo "La prova del metallo - L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli", pp. 65-72. Chiedo venia se ho citato esclusivamente queste due opere che qualche benpensante potrebbe interpretare come un'azione di parte visto che ho curato la parte numismatica di una delle due opere ma posso garantire che non è così ma la motivazione va cercata più semplicemente nel fatto che si tratta di studi che riguardano, almeno in parte, l'argomento trattato. Poi permettetemi di ringraziare @@dabbene che per l'ennesima volta si dimostra pilastro portante di questo forum per questa interessantissima discussione.
    6 punti
  2. Mario l' importante è impegnarsi e divulgare le conoscenze e divertirsi nel farlo. Purtroppo questo è l' andazzo del nostro paese che si è sparso come una piaga in tutti i settori, si fa qualche cosa per proprio tornaconto e non si deve partecipare nelle iniziative fatte, da altri, solo per un' ideale o per coinvolgere altre persone. Una sola parola invidia. Torniamo a noi con altre belle foto del museo. Pezzi a 8 ancora da "liberare"
    6 punti
  3. Carissimo Nessun'altra soddisfazione per un collezionista eguaglia il mettere in raccolta un pezzo ambito da tempo. E ricorda: non esistono collezioni modeste o collezioni superbe, ma solo collezionisti più o meno facoltosi, ma tutte le raccolte meritano lo stesso rispetto, non fosse che per la passione, e perché no, i sacrifici che le hanno ispirate
    4 punti
  4. La Spagna di Filippo II nonostante tutte le materie prime che arrivavano dalle Americhe doveva far fronte ad una crisi finanziaria dovuta tra le altre cose alle spese militari della guerra contro Inghilterra e Provincie Unite (attuali Paesi Bassi) che, come un continuo circolo vizioso, portava all'emissione di monete tanto che le risorse appena sbarcate dalle colonie americane venivano subito riconvertite. Questo portò all'aumento dell'inflazione e a tutte le conseguenze che vennero dopo il siglo de oro. E' vero quello che dice il Cipolla, ma è da approfondire nel quadro politico spagnolo ed europeo dell'epoca, in pratica si parla di impero spagnolo ma de facto era un assembramento di stati separati che conservavano ciascuno le proprie leggi e ciò portava ad un blocco a livello politico e legislativo che paralizzava lo stato centrale. Altro che potere assoluto. ;)
    3 punti
  5. Il periodo Spagnolo per il Sud è importantissimo, una cifra di nominali e tipologie, alcune straordinarie... Un periodo travagliato, ma ricco di spunti, gli spagnoli ci tengono compagnia in questa sezione da anni, e ci hanno fatto crescere tutti.. Non potevo esimermi, l'amico Francesco capirà l'importanza, e poi Mario con i suoi contributi dona sempre qualcosa, quanto si parla di Spagna non si può non parlare di SUD... Eros
    3 punti
  6. Quando vado a Miami, faccio sempre una puntata a Key West e non mi stanco mai di visitare il museo di Mel Fisher, il grande cercatore americano di tesori sommersi che nel 1985, dopo una ricerca di più di 15 anni e costata molto cara con la perdita della moglie e un figlio, trovò il relitto della Nuestra Senora de Atocha affondata nel 1622. Un solo numero per capire, 40 tonnellate tra oro e argento..................... Un paio di foto del museo. Ah ho dimenticato il motto di Mel TODAY THE DAY
    3 punti
  7. E poi una semplicissima 5 centesimi spiga 1934 che mi piace tantissimo per lustro, dettagli e patina iridescente. Cosa ne pensate?
    3 punti
  8. Uno stemma Cornaro d'epoca, dalla copertina di un libro del 1699: Il primitivo stemma Cornaro era il semplice partito d'oro e d'azzurro. Uno dei tanti che la nobiltà veneziana amava ricavare dall'elementare giustapposizione dei due smalti cari alla tradizione lagunare. Poi la nota vicenda di Caterina, regina di Cipro per il matrimonio col Lusignano, permise di abbinare lo stemma di famiglia a quello regale, al quale spettava (com'è intuibile) la precedenza. Gli stemmi si leggono come la scrittura: dalla sinistra alla destra di chi legge. Quindi lo stemma regio fu coerentemente posizionato prima di quello Corner: a sinistra di chi osserva. :) Posizionarlo dopo e (oltretutto) "rigirando" i leoni dei quarti reali ciprioti, è cosa che araldicamente non ha motivazione.
    2 punti
  9. Non mi era mai successo di finire il "mi piace", ma solo oggi ho letto questa discussione intrigantissima iniziata da Mario. Pensate che mi trovo a Londra da 4 giorni dai miei 2 figli che qui lavorano. Ho letto tutto di seguito appena l'ho notata tra i mugugni di mia moglie che vuole uscire. Mi dispiace di non poter aggiungere niente (almeno per ora), ma devo andare, sennò mia moglie finirà per pensare che sto' al tablet con l'amante :D Un saluto carissimo da Londra a tutti i partecipanti :good:
    2 punti
  10. A proposto dei reali spagnoli ricordo il bastardello di Vincenzo Porzio, eccezionale documento d’epoca, cioè il Quaderno de los Reales que se pusieron en Zecca sin provarse al fuego trascritto nella suddetta prova del metallo. Ma, volendo onorare al meglio l’invito degli amici dabbene e fedafa, nonché questa interessante discussione, trascrivo qui di seguito, due discarichi completamente inediti di Leonardo de Zocchis alias Terracina: 51 Item excipiendo come quando foro inmessi nell’anno 1556 li Reali si Spagna della Regia Corte, la verità è, et altrimente non può essere et con ogni debita reverentia, sarìa buscìa, che detti Reali fossero stati consignati in mano de detto Lonardo; solum che foro consignati al magnifico Giovan Francesco Guarino rationale della Regia Camera; et esso Giovan Francesco ne teneva le chiave, et esso Lonardo non intervenne ad lo fondere de essi Reali; et quando si mettevano ad fondere con intervento et in presentia del detto Giovan Francesco Guarino, al quale era stato dato detto carrico et tanto per detto Giovan Francesco, come per detto Lonardo, et altri, che tutti presenti l’uno vedeva l’altro quando si ponevano ad fondere detti Reali quod fuit. 52 Item excipiendo si pone come (re vera) detti Reali di Spagna non erano tutti nuovi ma c’erano mescati delli vecchi et una bonissima parte di quelli, ch’erano venuti dall’India, li quali erano tutti nigri perché erano stati annegati con una caravella venendo dall’India, essendo si diceva, et per tal causa sfraudorno et mancorno nel fondere assai, molto più di tutti l’altri Reali, quod fuit. Li troviamo in Archivo General de Simancas, legajo 16, expediente 8, descargos 51-52.
    2 punti
  11. La moneta ha il lustro che serve per esser classificata almeno spl/fdc per me. tutto quello che potrebbe andare oltre mi spiace ma io non riesco a determinarlo. da spl/fdc a qfdc/fdc la differenza la fa il lustro e se i segni son sul lustro o meno....altra cosa...questa tipologia soffre di conio stanco spesso e volentieri quindi la valutazione de visu è decisiva. le foto van bene anche se son scure. marco
    2 punti
  12. Caro Mario, provo a dare i numeri anch'io :) (sarà il caldo). In A. De Maddalena "Moneta e mercato nel '500 - la rivoluzione dei prezzi", p. 12, troviamo i quantitativi di metalli preziosi (in kg) giunti nel solo porto di Siviglia: Anni oro argento 1503 - 1510 620 0 1511 - 1520 915 0 1521 - 1530 489 15 1531 - 1540 1447 8619 1541 - 1550 2496 17757 1551 - 1560 4262 30312 1561 - 1570 1153 94286 1571 - 1580 943 111859 1581 - 1590 1210 210303 1591 - 1600 1945 270763 1601 - 1610 1176 221363 1611 - 1620 886 219226 Mi pare evidente l'enorme quantitativo d'argento importato che portano l'autore a sottolineare il graduale passaggio dalla fase dell'oro alla fase dell'argento. Tanta ricchezza però aveva un lato oscuro... l'aumento vertiginoso dei prezzi. Ma qui passiamo all'economia... meglio restare in Numismatica :).
    2 punti
  13. Grazie mille, me l'ero persa. Assolutamente d'accordo con il Suo pensiero, purtroppo non avendo possibilità non posso permettermelo, ma nei miei sogni mi piacerebbe spaziare con la monetazione spagnola (più le emissioni di altri paesi europei che si vennero a trovare sotto l'egemonia spagnola dopo Carlo V) e milanese.
    2 punti
  14. Complimenti davvero !! Mi permetto solo di dire che, indipendente dallo stato di conservazione (comunque di tutto rispetto), un pezzo così importante di storia, legato alle mitiche "5 giornate di Milano", esistente in un'unica tipologia (quasi a dire una commemorativa) e non certo in una tiratura astronomica, prezzato a 35 euro è per me (quasi) offensivo... in altre discussioni si sta parlando di monetine "serie impero" in acmonital prodotte su larghissima scala in milionate di esemplari ed in svariati millesimi, con una qualità di conio (che per tipologia) è distante anni luce dalla qualità di questo 5 lire e tuttavia "prezzati" a cifre ben più importanti (mercatus docet et imperat ... pure ). Sarò un visionario, ma certe cose proprio non le capisco... nè le voglio capire .... :fool:
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  15. Le 50 lire Vulcano modello 1954 e le 100 lire Minerva modello 1955 usate come armi contro Craxi nel 1993:
    2 punti
  16. Continuando con Napoli.... FILIPPO II PRINCIPE DI SPAGNA - 1554 - 1556
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  17. Ringrazio tutti per gli interventi, poi diamo a Cesare quel che è di Cesare... la foto della moneta non l'ho fatta io... l'ho rubata a chi me l'ha venduta, in primis bisogna ringraziare lui. Simone, @@tartachiara sul forum, si è dimostrato ottimo conoscitore e con un occhio infallibile nello scovare questa moneta e nel propormela, moneta comune ma in una conservazione del genere che rilascia emozioni! :)
    2 punti
  18. Volevo raccogliere in questa discussione qualche aneddoto su delle monete che sono state usate per un diverso scopo rispetto a quello per cui sono nate. Io ho solo un ricordo ed un oggetto, magari ci saranno tante altre circostanze curiose possibilmente non prelevate dal web. 25/30 anni fa vidi in una officina un agricoltore intento a molare un 100 lire minerva, in buona sostanza ne aveva smussato una parte a taglio per usarlo come cuneo per bloccare una accetta al manico. Gli chiesi perchè rovinare un 100 lire, sono pur sempre dei soldi, mi risponde che un cuneo costava ben 250 lire. Pensai che era comunque un peccato rovinare un 100 lire, ma nello stesso tempo quella semplice soluzione mi sembrò geniale. E poi mi mostro sotto un tagliapasta in mio possesso del periodo della Prima Guerra Mondiale.. Ci vuole la lente d'ingrandimento per intravedere qualcosa del suo passato di moneta... comunque è stato utilizzato un pezzo da 10 centesimi di Vittorio Emanuele II°, a suo tempo mia nonna mi disse che era molto più conveniente farselo così che comprarlo o farselo costruire appositamente dal fabbro.
    1 punto
  19. Finalmente, dopo estenuante "pedinamento" tra ebay, aste e convegni, oggi sono riuscito a portare a casa un pezzo di storia meraviglioso che desideravo da lungo tempo. La mia modesta collezione, supportata da finanze ancor più modeste, non poteva certo aspirare a un "grande" pezzo, quali sono quelli che vedo transitare da qui (penso che anche molti musei si sognino i pezzi di @@renato tanto per citarne uno), ma ne sono orgoglioso. La conservazione sarà quel che sarà, e perdonate la qualità della scansione che non migliora certo la moneta, ma volevo condividere con voi questo mio pezzo. L'ho pagata 35 euro.
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  20. 1 punto
  21. Le foto non rendono bene la condizione Taglio: 50 centesimi Nazione: Paesi Bassi Anno: 2014 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: SPL Città: Lecce Taglio: 1 euro Nazione: San Marino Anno: 2013 Tiratura: 456.205 Condizioni: SPL Città: Lecce Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Condizioni: SPL Città: Lecce trovate tutte lo stesso giorno
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  22. Purtroppo constato ora che anche questa rivista chiude, devo dire che mi ero affezionato al mio numero mensile da poter leggere, sfogliando le pagine e girando per il mondo, scoprendo la storia e l'araldica, insomma tante belle pagine, ora dovro rinunciare a questo è ne sono molto dispiaciuto, visto che non si potranno commentare come si faceva ogni mese gli articoli. Amara delusione di un appassionato di numismatica che sperava di aver trovato un mensile da leggere tutto d'un fiato. :hi: :hi: Un grazie alla redazione per lo sforzo che ha profuso in questi pochi anni e per averci fatto assaporare una rivista così, sperando che un altro editore possa cogliere l'occasione per iniziare una nuova avventura, posso solo dire ADDIO GdN. :cray: :cray: :cray:
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  23. Bella, bella, bella :) Complimenti a tutti :clapping: :clapping: :hi: :hi:
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  24. Tienila la 10€ Duisenburg, è tra quelle rare :)
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  25. Abbiamo toccato anche gli aspetti economici della Spagna e mi affido ancora a un economista come Cipolla che poi in questo caso è sintetico sull'argomento : "Il declino della Spagna nel seicento è che sostanzialmente la Spagna non si era mai sviluppata. L'afflusso massiccio d'oro e d'argento dalle Americhe e l'espansione della domanda effettiva in cui tale afflusso si tradusse avrebbe potuto stimolare un notevole sviluppo economico del Paese. Ma la Spagna è il classico esempio per dimostrare che la domanda è un elemento necessario ma non sufficiente per attuare lo sviluppo. " Sugli aspetti economici mi fermerei qui...., anche se poi gli aspetti economici come sempre sono parte integrante di argomenti così ampi.
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  26. E' una delle tante stranezze (più che stranezze direi assurdità belle e buone) della numismatica... Il 1848 milanese è uno dei filoni che meglio ha rappresentanto (anche nell'immaginario collettivo) le dinamiche che condussero all'unificazione (...pur tenendomi ben lontano dalle cornici "agiografiche" risorgimentali, oggigiorno pesantemente e finalmente, direi, sotto revisione storica). Si parla tanto di "valore" storico di una moneta, giustamente anche nel caso modestissime monetine che si trovano a "barili" dovunque e senza nessuna difficoltà (conservazione a parte) ... ma allora dov'è la coerenza ? Non penso che esistano da nessuna parte ciotole di bancarelle, dei nonni, della zia o ricevute in eredità, piene di questo 5 lire 1848. Orbene la storia vale solo se in conservazione ultrasuperstupenda, sennò "35 EUR" e affare fatto ? Ma allora paghiamo per la "storia" o solo per la "componente conservativa" ? Qualcuno mi risponda, perchè qui di logica non ce n'è neanche un briciolo. La componente emozionale e il mercato (le cui logiche non sempre sono trasparenti) non sono garanzia sufficiente di affidabilità e di oggettività di giudizio per un futuro più o meno lontano (anche in un'ottica di investimento) se non si fondano su una valutazione che meglio contemperi la componente "astratta" (storico/artistica) con quella "oggettiva" (rarità/conservazione). Di tutte queste componenti la conservazione è quella in effetti più "misurabile" e quantificabile (l'appeal storico non è riconducibile ad una scala graduata...), tuttavia, come in questo caso specifico, siamo in presenza di uno dei tanti casi di "ipertrofia" dello stato di conservazione a danno di tutte le altre pur importantissime componenti (rarità inclusa).
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  27. Mi era sfuggito stò tornesino e vorrei sottoporlo alla vostra preziosissima attenzione. Noto che le scritte al dritto sono quasi tutte ribattute. E' una cosa molto comune su questa tipologia? Questa monetina mi piace tantissimo; peccato per il dritto, e precisamente per la barba non molto definita. Penso che tutto sommato allo SPL ci arriva, voi cosa dite?
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  28. 1 punto
  29. Moneta sempre impegnativa sotto il profilo economico, quindi complimenti per il pezzo. Dalle foto sembrerebbe aver ricevuto una pulizia abbastanza invasiva, e qualche problemino al bordo, come conservazione prudentemente non mi spingerei il BB
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  30. Il real, la moneta più usata nei pagamenti internazionali, la più apprezzata, chiamata anche "peso ". Pezzo dalla diffusione incredibile e velocissima, agli inizi del 1500 lo trovi nelle Fiandre, in Francia, in Portogallo. Verso il 1540 è dovunque in Europa, a Milano è nel 1551, in Inghilterra nel 1554, a Firenze nel 1552, a Venezia nel 1585, ad Algeri nel 1570, in Estonia nel 1579. Un inglese ad Anversa nel 1553 commentava qui si trovano solo real spagnoli. Nel 1600 reali da 8 sono anche a Riga, Pernau, Reval, i russi accettano pagamenti in reales, in Prussia i reales arrivano nel 1590 ed erano monete corrente dell'epoca. Solo nel nord - Europa troviamo altre maxi-monete come i reales, i rix-dollars e i leewendaalders coniati in Olanda nel 1575, ma nel meridione Europeo i reales trionfano. Più reales andavano sul mercato e più venivano apprezzati e ricercati, chi aveva reales aveva un potere d'acquisto spendibile in ogni parte del mondo e forse queste considerazioni finali fanno capire meglio, una volta di più, a cosa eravamo di fronte, una trasformazione epocale.
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  31. Si è in buono stato qfds , ne possiedo 2 se qualcuno è interessato mi contatti cosi posto una foto, grazie lucarosina saluti.
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  32. Nell' euforia della conservazione non si è accorto che almeno per il D/ le monete provengono dallo stesso conio, escrescenza di metallo davanti alla bocca.
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  33. @Monetaio il lustro di conio c'è ma il problema è che non sono riuscito a fotografarlo. Vince
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  34. non discuto, infatti. Segnetti ce ne sono, tuttavia i rilievi mi sembrano molto buoni, e ricordo di averne viste parecchie di queste monete, pur d'acciaio, ma con rilievi "andati" in misura differente. In quanto alla rarità, ricordo pure di averne viste qualcuna con questo millesimo ... intendevo dire che la "rarità" per me è altra cosa.... :D
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  35. E' una moneta classificata rara, anche se a mio avviso sarebbe più appropriato NC. Come conservazione mi pare che BB sia un giudizio eccessivamente penalizzante. I rilievi ci sono quasi tutti; a mio parere SPL, con qualche segnetto al D
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  36. Proprio vero, la storia é la storia. Ecco perché nel mar dei caraibi ci sono appunto le antille Olandesi, Francesi e Inglesi, si trovano sotto Cuba e alla Giamaica dove sono andato quest ultimo anno e sono ancora presenti sui vari porticcioli dell isole a ridosso delle americhe(proprio prima del Mexico e delle coste della Colombia e del Peru) i cannoni nei fortini (mi vengono a mente anche le isole Vergini appunto in riferimento ai vari paesi europeì che divennero i colonizzatori)nelle mura nei punti strategigi dove potevano difendersi da chi arrivava dal mare!! una bottiglia di rum la caraffa era il minimo compenso per un buon pirata al giorno! Barili , canna da zucchero veinivano stivati a bordo dei galeoni assieme ai tesori incredibili saccheggiati o scoperti dell epoca...
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  37. bella moneta anche questa, adesso vado a memoria perché non ho libri sottomano ma credo che questa sia più rara dell'altra
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  38. Sono due monete importanti, ti permettono di studiare tanti particolari della monetazione di quei due Sovrani. Imparerai, prendendo queste monete, valutando in particolare i due esemplari postati, quanto una pulizia maldestra possa rovinare in maniera irrimediabile due belle monete. Non importa che la conservazione sua stata bassa, erano comunque due belle monete, prima che venissero pulite in maniera errata. Io direi qBB per entrambi gli esemplari. Benvenuto in questo forum e se continuerai a leggere le discussioni, capirai quanto sia importante trattare le monete nel modo giusto, indipendentemente dalla loro conservazione complessiva!
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  39. A me pare che ci sia scritto 119 $ come prezzo... cmq sicuramente un affare ;)
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  40. Ciao @@dany1492, Se fosse romana, il diritto richiamerebbe il ritratto di Faustina II e di Crispina
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  41. RIC 74 Gallienus, AV Aureus, 264-267 AD, Rome. GALLIENAE AVGVSTAE, head left wearing wreath of reeds / VBIQVE PAX, Victory in biga right. Cohen 1015; RIC 74. Sole Reign. (da Wildwinds.com) RIC 113 var Goebl 1487var Gallienus, AV Quinarius, Rome, sole reign. IMP GALLIENVS AVG, laureate head right / ORIENS AVG, Sol standing right, head left, holding globe and raising right hand. RIC 113 var (reverse type); Goebl 1487 and 1501 var (with fieldmark), Cohen 690 var (bust type); Belfort -. (da Wildwinds.com) GALLIENUS. 253-268 AD. AR Antoninianus (3.51 gm). Struck 264-265 AD. Antioch mint. GALLIENVS AVG, radiate, draped, and cuirassed bust right PAX FVNDATA, Trophy of arms; two captives below; palm. RIC V pt. 1, 164; RSC 73; Göbl 738b. (da Wildwinds.com) GALLIENUS. Joint reign, 253-260 AD. AR Antoninianus (21mm, 3.76 gm). Antioch mint. Radiate and draped bust right / The Orient standing right, presenting wreath to Gallienus, standing left; wreath in field above. RIC V 445 var. (no wreath); RSC 705a. Good VF, typical light porosity. (da Wildwinds.com) Gallienus. AD 253-268. AR Antoninianus (24mm, 4.61 g, 5h). Samostata mint. 1st emission, AD 255-256. Radiate, draped, and cuirassed bust right / Oriens standing right, presenting wreath to emperor standing left, holding scepter. RIC V 448; MIR 36, 1677m; RSC 902. Good VF, toned, broad flan. (da Wildwinds.com) Alla morte di Odenato si ebbe la successione della Regina Zenobia (Zenobia Settimia - Bath-zabbai) e del figlio Vallabato (Lucius Iulius Aurelius Septimius Vaballathus Athenodorus) che tentarono di rendersi autonomi dal controllo romano. La Vita Gallieni riporta che l'imperatore inviò contro Palmira un suo generale, Aurelio Eracliano, a capo della spedizione volta a riprendere il controllo della frontiera con la Persia dopo la morte di Odenato (267), ma questi fu sconfitto dai Palmireni della regina Zenobia e di suo figlio Vallabato; taluni storici invece attribuiscono questa infruttuosa spedizione a Claudio II Gothico. S ZENOBIA AVG, busto, visto da destra coperto da un drappo a mezzaluna / IVNO REGINA, Zenobia in piedi, frontale, vista da sinistra, con una patera nella mano destra, lo scettro nella sinistra, un pavone ai suoi piedi e una stella nella parte sinistra. RIC 2, 272 d.C. (da Wikypedia) Vabalathus, as Augustus, Antoninianus. 3.43 g. IM C VHABALATHVS AVG, radiate, draped bust right. IVENVS AVG, Hercules standing facing, head right, holding club, lionskin and three apples of the Hesperides, star in left field. Goebl MIR 359; RIC 4. (da Wildwinds.com) Vabalathus and Aurelian. AE Antoninianus. 271/272 AD. Antioch. VABALATHVS VCRIM DR, laureate, draped bust of Vabalathus right. IMP C AVRELIANVS AVG, radiate, cuirassed bust of Aurelian right. Officina letter B below.RIC V pt. 1, 381; Cohen 1. (da Wildwinds.com)
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  42. L'equipaggiamento militare della cavalleria pesante era costituto da: Cavalleria clibanaria: elmo, usbergo, pettorale, cotta di maglia, guanto protetto, cintura, cosciali , spada, mazza, arco con tre elementi e due corde di ricambio, faretra con 30 frecce, due ulteriori corde per arco e copertura corazzata per il cavallo (zen-abzar). Cavalleria catafratta: elmo, usbergo, pettorale, cotta di maglia, guanto protetto, cintura, cosciali, arco con due elementi e due corde di ricambio, faretra con 30 frecce, lancia e armatura per il cavallo (zen-abzar); e ciò talvolta s'aggiungeva un lazo (kamand) o una frombola con le relative pallottole a sfera. Catafratto e portainsegne partici e catafratto sasanide (in basso). Cavaliere catafratto sasanide (ricostruzione). Armatura di cavaliere catafratto rinvenuta in Kazakistan. Scontro tra romani del Tardo Impero e cavalleria sasanide. (Dal volume dedicato Osprey)
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  43. Sì, assomiglia allo stemma di Genova, perchè è la stessa croce di San Giorgio. In più, gli inglesi hanno messo nel primo cantone la spada rossa di San Paolo.
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  44. Bella, Mario discussione interessante, scusate se mi ripeto. Posto un' insieme de piezas de a ocho de plata, dalla mia collezione delle Zecche del Nuovo Mondo. Ci sono tanti fatti e aneddoti in questo periodo, come lo scandalo della Zecca di Potosi del 1652, quando i controllori mandati dal Re Filippo IIII in quella Zecca, si accorsero che mancava argento nelle monete. Quindi dopo aver tagliato le mani ai responsabili della Zecca dovettero porre rimedio e i pezzi da 8 valevano 6 reales, i 4 Reales 3 e via dicendo. Per riconoscere le monete "scarse" le contromarcarono con corone di diversi disegni.
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  45. Perché parlavo molto di Genova, perché Genova è strategica nel momento storico specifico....ho dovuto informarmi e il libro, cosi' almeno facciamo pubblicità in questa discussione a tanti libri, di Alessandro Marzo Magno " L'invenzione dei soldi " mi ha dato una mano..... Tra il cinquecento e il seicento Genova diventa la cassaforte dei re spagnoli, tanto che il francese Jacques Savary dirà : " se c'è un posto al mondo in cui si profili qualche possibilità di guadagno, potete star certi che vi troverete un genovese ." Filippo II non passa alla storia per parsimonioso, dall'America gli arriva tutto questo argento, ma più ne arrivava, più ne spendeva. Impegnato in guerre, spendeva prima di incassare ; si ritrova il problema di come farsi anticipare queste somme enormi. Gli risolveranno il problema i banchieri genovesi che dominano la scena internazionale finanziaria. Chiedono interessi del 14 - 15 %, più aggravi vari per cambi, aggi, trasporti delle monete, insomma un prestito arrivava anche al 45%. in più i banchieri genovesi hanno un'arma in più, le loro lettere di cambio ; i liguri portano in giro per il mondo la moneta spagnola, la fanno conoscere, apprezzare anche in Oriente. I genovesi sono abili nel lucrare sul denaro scritto invece di quello metallico, ma alla lunga tutta questa massa di contante metterà in crisi anche il sistema genovese e le loro lettere di cambio..... Il poeta e nobile Quevedo scriveva a proposito : " Nace en las Indias honorado Donde elmundo le acompana viene a morir en Espana Y es en Genova enterrado " Per in Genova interrato bisogna riferirsi al fatto che a Genova i metalli si ritenevano interrati perché sostituiti con la carta. Questo per Genova, almeno da quanto ho letto, per i consigli e suggerimenti sulle discussioni e sulla sezione valgono i post precedenti e comunque alla peggio vale sempre il silenzio - assenso :blum:, buona domenica dai.... Mario
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  46. Aggiungo un'immagine della ANS 33. E' ricavata direttamente dal volume e di conseguenza, essendo la moneta piccolina, il risultato é quello che é. Un paio di altri riferimenti bibliografici, sempre relativi allo stesso pezzo: F. Vicari, Materiali e considerazioni per uno studio organico della monetazione etrusca, RIN 93 (1991), n.147 N.K. Rutter, Historia Numorum Italy, London 2001, n.231
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  47. Per avere "cognizione di causa" , ovvero competenza in una determinata materia è sufficiente studiare, leggere ed aggiornarsi!!! Ho avuto modo di conoscere collezionisti con possibilità finanziarie "mostruose" ma poco preparati....di contro ho conosciuto piccoli collezionisti con competenze numismatiche sbalorditive!!! Non tutti possiamo avere determinati pezzi in collezione, ma tutti noi possiamo e dobbiamo avere una discreta biblioteca numismatica ( anche in fotocopie se è necessario). Prima di acquistare una determinata medaglia essa va studiata in modo approfondito. Quando vidi la medaglia in questione mi chiesi il perché di due forellini....!!!! Benissimo....biblioteca......Tommaso Siciliano, Le medaglie dei Napoleonidi, pagina 82 (se non erro) medaglia con appiccagnolo ( ex collezione De Fèlissent) si nota che tra l'appiccagnolo e la medaglia c'è un piccolo spessore metallico leggermente flesso che sembrerebbe congiungere l'appiccagnolo alla medaglia. Trovandomi a Milano vado a vedere la medaglia e noto come i due forellini, situati circa ad ore 12, potrebbero corrispondere allo stesso tipo di appiccagnolo della medaglia riportata sul Siciliano tanto più che la medaglia al dritto ed al bordo presentava una patina scurissima ed in prossimità dell'ipotetico appiccagnolo era di colore argento come il rovescio! Dato che non sono presuntuoso e desidero parlare con " cognizione di causa", non contento, telefono ad un mio amico collezionista (competente) , gli espongo la mia tesi e gli invio le foto della medaglia. Anche lui è del mio stesso parere.....l'appiccagnolo era stato smontato oppure si era rotto, ma cmq i due forellini avevano un perché !!!
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  48. Gli aspetti che riguardano questo cambiamento epocale sono molteplici e riguardano tutti gli stati, di certo i cambiamenti sono fondamentali anche sotto gli aspetti monetari, e qui vediamo se si riesce ad avere qualche voce scritta in più, sotto questo punto di vista siamo coinvolti tutti, non c'è nulla da fare..... La precedenza comunque a Milano, con una premessa, lo scudo d'argento viene usato generalmente in Europa per indicare grosse monete d'argento del peso di gr. 28/32, le loro emissioni iniziano nel XVI secolo, in realtà nel Tirolo nel XV secolo compaiono i talleri dell'Arciduca Sigismondo, esempio seguito anche dagli stati tedeschi. Esperti di queste monetazioni mi auguro possano integrare in merito comunque..... A Milano con Carlo V iniziano le coniazioni di grande modulo, favorite dall'apporto dei grandi quantitativi d'argento spagnolo, queste colmano esigenze di monete d'argento con alto intrinseco e idonee per gli scambi commerciali e i pagamenti importanti. L'esigenza era molto sentita, l'Impero di Carlo V era molto esteso, il denaro necessariamente si doveva muovere e anche in grandi quantità. A Milano l'introduzione dello scudo d'argento è graduale e all'inizio fu dettata anche da motivazioni ostentative nell'ambito della monetazione di Carlo V. Emissioni queste di grande qualità, artistiche, studiate che ci portano almeno inizialmente verso la strada della coniazione di prestigio. Nella seconda meta del XVI secolo lo scudo d'argento si imporrà in modo rilevante nel circolatorio dei vari stati, continuerà in modo massiccio con la dinastia dei vari Filippi e anche qui la moneta oltre a cambiare nome, caratteristiche, avrà una minor cura di coniazione, anche se i numeri rimarranno sempre impressionanti. Su Milano, su queste monete, su questo periodo molto si potrebbe dire ancora volendo.....ma certamente il fenomeno abbracciò altri stati italici ognuno con una propria produzione, chi vorrà e riterrà potrà ricordarcelo.....in particolare riguardo alle prime coniazioni di monete di grande modulo....., spero entrando nel campo prettamente monetario che ci possa essere qualche voce in più, la cosa peggiore sarebbe comunque tediare e spero che questo non stia accadendo.....
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  49. Su dai, animo! Sembra che sia morto qualcuno......che cavolo. :) Avrei capito la costernazione generale se il progetto GdN fosse concluso e basta ma già il fatto che da parte di Ganganelli & Co. ci sia la chiara e manifesta volontà di continuare online ritengo sia un' ottima cosa. Come ho letto qui da qualche parte sul breve termine l'online è imbattibile vista la velocità di aggiornamento, la possibilità di riscontro immediato da parte del lettore e i costi infinitamente più bassi di diffusione. Sul lungo termine però (parlo di anni) penso che il cartaceo rimane e rimarrà sempre a dire la sua ancora per un bel pò... Visto che si parla di cambio di strategia mi permetto quindi di suggerire a GdN di continuare ad impostare la versione online strettamente più come giornale cartaceo che come sito/forum contenitore di notizie varie numismatiche (anche perchè ce ne sono a bizzeffe ormai) in modo che a fine anno si possa agevolmente pubblicare un volume CARTACEO con la raccolta di tutti i numeri pubblicati online durante l'anno. Insomma come al solito "In medio stat virtus" e l'online non escluderebbe completamente il cartaceo. Non so se mi sono spiegato bene... :) Saluti Simone
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