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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/13/14 in tutte le aree
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Chiedo venia a tutti se durante le discussioni vi sono state alcune frecciatine da ambo le parti che hanno distolto l'attenzione dalla vera motivazione che mi ha spinto ad aprire la discussione e la pubblicazione di alcune monete che ha rafforzato le basi delle mie perplessità sull'effettiva coniazione di monete senza sigle a Lanciano. In accordo con @@Rapax riapro la discussione ed invito lo staff a sorvegliare il regolare avanzamento dei commenti. Andiamo avanti. Come già anticipato ho reperito in archivio molte altre prove a suffragio di quanto scritto, analizzando altre monete napoletane di Filippo II, Filippo III e Filippo IV in archivio ho riscontrato moltissime coincidenze riguardo l'accoppiamento di conii di dritti e rovesci di monete con e senza sigle, il tutto per dimostrare con prove certe, anche se oramai non ce ne sarebbe più bisogno, che il rarissimo tarì postato nell'intervento 1 di questa discussione non è un caso isolato e che tutto il discorso va ben oltre il semplice accoppiamento di conii, desidero per tanto affrontare il tema dell'utilizzo dei punzoni di queste monete con chiunque vorrà interagire. In poche parole le immagini che mostrerò di seguito e nel corso dei prossimi mesi dimostreranno inequivocabilmente che a Napoli vennero coniate monete con sigle e senza sigle e che le motivazioni della mancanza delle stesse in un conio non sono ricercare in un'altra zecca. Assodato per mezzo di prove fotografiche che i tarì postati nell'intervento 1 vennero battuti nella stessa officina monetaria con l'utilizzo dello stesso rovescio faccio notare come anche i punzoni adoperati per la loro coniazione siano gli stessi adoperati per altri tarì nonostante i conii fossero differenti e prodotti in periodi differenti, in poche parole ci troviamo di fronte allo stesso artista incisore che utilizzò le stesse attrezzature in un determinato arco di tempo. Ecco due tarì di Filippo III classificati per l'esattezza in Pannuti Riccio 10 e 10A, il primo senza sigle e l'altro senza sigle, non voglio dilungarmi troppo onde evitare di tediarvi, per tanto ho ritenuto opportuno semplificare il confronto collocando alcuni indicatori sui punti in comune con tutti gli altri tarì aventi stesso/simile dritto (testa a sinistra). Chi ha seguito alcune discussioni sul tema della produzione dei conii e dei punzoni (magari qualcuno di voi potrebbe riesumare qualcuna di queste) avrà anche letto che il punzone raffigurava sempre un'effigie abbozzata ed approssimativa, tale punzone (con una tempera differente da quella utilizzata per la fusione del conio) veniva poi pressato sul conio definitivo (ma prima bisognava stemperare quest'ultimo), l'artista incisore provvedeva poi a rifinire ogni dettaglio ed elemento decorativo delle figure ed in particolar modo dell'effigie. Nei secoli scorsi c'è stata un'evoluzione tecnologica riguardante tali operazioni ma il concetto è stato sempre lo stesso, la manualità e l'originalità di certe operazioni di incisione erano maggiormente accentuate nel periodo antecedente al perfezionamento della zecca di Napoli (1683), per non parlare poi della costruzione dei caratteri delle leggende in epoca rinascimentale dove non esistevano caratteri completi ma scomposti, in quel caso l'incisore incontrava più difficoltà nella punzonatura dei caratteri che nell'effigie. Nonostante queste due monete siano state battute da due conii differenti risulta palese con un breve confronto visivo come le due effigi furono opera dello stesso incisore che li incise in un arco di tempo praticamente breve (un conio senza sigle ed uno con sigle), gli elementi decorativi e la capigliatura coincidono perfettamente, ciò significa: stessi punzoni, stesse attrezzature, stesso incisore, stessa officina monetaria …........... e a comprovare ciò desidero far notare che lo stesso incisore di questi due ultimi tarì è lo stesso dei due tarì napoletani con cornucopie indagati nel post 1. Tutto coincide e tutto è in stretto collegamento tra loro: persone, luoghi e attrezzature. Ultima e definitiva prova: il punzone dell'effigie è lo stesso in tutti i tarì illustrati in questa discussione per via del segno sotto il mento del re consistente in un doppio bordo (cfr. punto indicato).4 punti
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Continuiamo con l'ultimo cavallo...questo è con le lettere C ed A in monogramma e, come gli altri, anche questo è abbastanza raro :)4 punti
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E' un invito cui non posso sottrarmi. ;) Ti serve altro? :P3 punti
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Ti ringrazio di cuore per il gentile consiglio, sono un umile studioso ed appassionato, con tutti i difetti che un essere umano può avere (compresi i refusi), un numismatico non di professione e che fa nella vita tutt'altro lavoro, che si diletta a colloquiare con la gente tra i convegni, messaggi, forum e quant'altro, non vivo economicamente di numismatica perchè non vendo libri né monete, quelle poche pubblicazioni a firma del sottoscritto le regalo, scrivo qualche articolo e aggiorno cataloghi ma non percepisco un solo euro dagli editori, piuttosto mi faccio donare un po' di copie per farne dono ad amici e parenti. In poche parole non ho bisogno di palcoscenici perchè non sono un attore, sono quello che la gente vede.3 punti
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Oggi 13 giugno 2014 ricorre il 215° anniversario della fine della Repubblica Napoletana, qui di seguito alcune immagini di monete (Asta Varesi 42 Civitas Neapolis del novembre 2003) in ricordo dello storico avvenimento.2 punti
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Ravviviamo questa interessante discussione, parliamo ancora di Napoli, la zecca che per tipologia fu l'esempio indiscusso della creatività Numismatica del periodo. Ducato 1622, AR 29,58 g. PHILIPPVS IIII DEI GRA Busto radiato e corazzato a d., con drappeggio sulla spalla s. e testa di Medusa sulla lorica; dietro, MC /C (Michele Cavo, maestro di zecca 1626-1630 e Francesco Antonio di Costanzo, maestro di prova 1621-1623) e sotto, nel giro, 1622 +. Rv. HISP VTIRIVSQ ( sic! ) REX Stemma coronato. Pannuti-Riccio 14. MIR 239. Filippo IV a soli sedici anni si trovò ad essere il sovrano di domini immensi per estensione e popolazione, purtroppo il suo carattere rispecchiava l'indecisa personalità paterna. Dimostrò abulia nella condotta degli affari di Stato e travagliato dagli intrighi di corte delegò pienamente il potere al Duca di Olivares fino al 1643 e poi a don Luigi de Haro. Filippo IV sposò in prime nozze la figlia del re di Francia Enrico IV, Elisabetta di Borbone e nel 1649, in seconde nozze, Anna Maria d’Austria, figlia di Ferdinando III, poi madre dell' infante principe Carlo. Il suo regno fu segnato da cruente guerre e cocenti sconfitte tra cui vale la pena ricordare quelle che portarono all’ indipendenza del Portogallo nel 1640 e a quella, dopo la pace di Westfalia del 1648, delle Province Unite. Le continue vessazione che oppressero i napoletani durante questo regno culminarono nel 1647 con la rivolta capeggiata da Masaniello. La vera causa di questa rivoluzione non fu, come comunemente accettato, l’introduzione della nuova gabella sulla frutta, ma la cattiva situazione della moneta circolante che, continuamente adulterata nel titolo e nel peso dalle autorità spagnole, veniva immessa in circolazione ma non accettata per il pagamento delle imposte, che venivano riscosse in ragione del peso e non dell’impronta. Va specificato che la moneta realmente circolante a Napoli era: per il popolo quasi esclusivamente il mezzo carlino (zanetta) e per la borghesia il carlino e il doppio carlino, infatti l’unica emissione di questo regno dello scudo in buon argento è quella del 1622, conosciuta in pochissimi esemplari e che ci fa pensare a una coniazione limitatissima.2 punti
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Doge già presente Marcantonio Giustinian, ma la posto perchè a me piace moltissimo con questa veduta di Venezia. Fonte asta Gerhard Hirsch Nachfolger 8 maggio 20072 punti
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Nel 1973 il prezzo del rame era aumentato di molto e una moneta da 1 centesimo di dollaro USA era arrivata ad avere un valore intrinseco quasi pari al facciale, riducendo di molto il profitto della zecca. Di conseguenza, come spesso avviene in questi casi, si era deciso di cambiarne la composizione metallica in un materiale più economico. Si era deciso per l’uso di alluminio: i nuovi penny avrebbero avuto lo stesso disegno e le stesse dimensioni di quelli in rame, ma colore diverso e peso molto inferiore (0.937g invece che 3,11g). Oltre un milione e mezzo di queste nuove monete furono battute nella zecca di Philadelphia con millesimo 1974, in quanto sarebbero dovute entrare in circolazione l’anno successivo. Alcune decine di pezzi furono tuttavia distribuiti in regalo ai membri del Congresso degli Stati Uniti d’America come omaggio. Tuttavia la decisione di coniare i penny in alluminio suscitò non poche polemiche: i produttori di rame temevano di vedersi ridurre la domanda di questo materiale e quindi i loro profitti, i gestori dei distributori automatici si lamentavano per i costi necessari a modificare i loro meccanismi affinché accettassero le nuove monete e i medici sostenevano che l’alluminio è invisibile ai raggi X causando difficoltà in caso in cui un bambino avesse ingerito un penny. Inoltre nei mesi successivi il prezzo del rame riprese a scendere, rendendo conveniente continuare a coniare i penny in rame, cosa che continuò, come molti probabilmente sanno, fino al successivo aumento del prezzo del rame avvenuto nel 1982, anno a partire dal quale i penny vengono coniati in zinco e solo rivestiti da un sottile strato di rame. Pertanto alla zecca di Philadelphia furono rifuse tutte le monete coniate e fu richiesto ai membri del Congresso di riconsegnare quelle che avevano ricevuto in omaggio. Tuttavia non tutti obbedirono, probabilmente dicendo che le avevano perse e alla fine 12-14 pezzi mancarono all’appello. Un pezzo fu donato al celebre museo Smithsonian di Washington DC, in cui fa bella mostra nella Collezione Numismatica Nazionale, insieme ad altri celebri pezzi di enorme rarità, tra cui il dollaro del 1804, il Liberty Nickel del 1913 e la Double Eagle del 1933.1 punto
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un mio disegno nel cassetto.. :-) http://www.friziodesign.it/coins/soccer-2014.png http://www.friziodesign.it/coins19.html :-)1 punto
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Valore purtroppo piccolino.... si trovano frequentemente nelle ciotole, la prima si trova spesso da 50 cent ad un euro, la seconda da 20 cent a 50 cent, la terza non è una moneta.1 punto
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Non capisco cosa intendi: non ho mai sostenuto assurdità totali come che le nazioni "non esistono" o "esistono solo per fondersi"... Semplicemente dico che far finta di non vedere i problemi non serve a niente. D'interessi convergenti con diversi paesi europei ne abbiamo parecchi, primo fra tutti quello a non rimanere (tutti quanti) un'accozzaglia di staterelli che poco e niente contano nel mondo, non so se mi sono spiegato. Qui non è questione di "interessi nazionali": puoi fare tutti gli interessi nazionali che vuoi ma sempre della stessa statura geopolitica rispetto agli altri rimarrai. Ed è proprio questa mania di voler perseguire a tutti i costi i supposti interessi nazionali a scapito degli altri invece di pensare anche agli altrettanto concreti interessi comuni che ci ha sempre reso divisi e deboli, alla mercè dei potenti di turno. Ognuno nel suo orticello a pensare per sè e i forti/grandi (USA, Russia, Cina, India... e via) sempre più forti hanno sempre più spazio per loro mentre noi (europei) ci accapigliamo come dementi fra noi. Noi (italiani) non siamo affatto una "provincia", perchè in UE - forse questo concetto non è ancora chiaro - a comandare non è l'entità astratta "burocrati stranieri" ma sono i capi di governo dei suoi stati. Va da sè che se uno stato è debole (per colpa di chi? di non meglio precisati babau o per colpa della corruzione, della criminalità, degli sprechi?) è inevitabile che subisca l'influenza di quelli più forti/grandi... e di che ci stupiamo? Di cosa ci lamentiamo? Il sistema nazionalista è proprio questo: ognuno per sè a difendere i suoi "interessi" a scapito degli altri. A te va bene così? A me non va bene.1 punto
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Ma lo sono originali! pensi che le banconote che hai presentato poco tempo fa siano stampati a singoli gruppi di 4? http://www.lamoneta.it/topic/123441-nuovi-100-uncut-sheet/ Sono porzioni di fogli più grandi, come queste banconote da 5 e 10 euro. Per 1 dollaro USA, per esempio, ho visto fogli da 6 e da 20 esemplari, ma anche da 4, anche per il biglietto da 2 dollari ho visto in giro fogli da 20 esemplari, lo si divide in 2 ed il gioco è fatto! hai realizzato fogli da 10, ma non hai realizzato una rarità, perché si sa che gli Stati Uniti mettono sul mercato questi fogli. Il fatto di inventarsi errori inesistenti tagliandole in un certo modo è un altro discorso, anche tu potresti con il tuo foglio da 4 esemplari, in buona sostanza sapendo che la Germania aveva messo sul mercato dei fogli interi l'errore è voluto, per le Isole Cook (fogli da 4 e da 6) l'errore è voluto, quindi anche per gli Stati Uniti l'errore sarà voluto, ma se trovi qualcosa di simile per la Svizzera che non stampa fogli interi per il libero mercato l'errore eventualmente è genuino, come per le lire italiane, l'Italia non stampava fogli interi per il mercato, e quindi nell'eventualità di un errore di taglio sarebbe un errore genuino ecc. Non conosco la giusta definizione per questi "fogli" giusto perché possono essere formati a piacimento da tot esemplari, di sicuro è sbagliato chiamarli "fogli interi".1 punto
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Che senso ha falsificare quel rottame? Non credo sia falsa. Magari riparata, bulinata e quel che vuoi tu ma non falsa.1 punto
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Qui Vespasiano qualche capello c'è l'ha.. Anche se nella realtà probabiblmente si presentava così :D1 punto
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Caro Cliff si, i capelli ci sono ma non è Vespasiano... La legenda è IMP T CAES VESP etc. ( la T e la C sono piuttosto erase ma ci sono, poi anche il ritratto a sinistra, la forma VESP così troncata etc indicano chiaramente Tito) Quindi tutto di conseguenza : il ritratto con profilo diverso e sinistra, i capelli, etc Cordialmente, Enrico1 punto
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Una serie aquila sabauda in questa conservazione non è che valga poi tanto più di quanto l'ha pagata però....diciamo le cose come stanno. :) Il prezzo spuntato è buono ma non valgono certo il doppio. Il 1905 per me non arriva a bb e 150 è il suo prezzo....il 1902,1906 e 1907 varranno 30 euro tutte mentre il 1901 sui 15 euro. complimenti per la presa ;) marco1 punto
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Buon pomeriggio Questa medaglia non andrà ad allungare il nostro elenco, perchè Agostino Barbarigo ce l'abbiamo già, ma questa è diversa, in piombo, tratta dall'asta Artemide del 07/2012. saluti luciano1 punto
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Scusate il ritardo, ma vedo solo ora la discussione. Sono d’accordo con chi dice che non avrebbe “senso” lavorare una moneta del genere per creare un qualcosa che alla fine avrebbe poco valore economico anche per i collezionisti del genere, magari si può fare per “allenarsi” per qualcosa di più redditizio o è il risultato come dice qualcuno di una pulizia aggressiva. Potrebbe sembrare ( ma non ci sono altri indizi se non sulla fronte che in un certo punto sembra “staccata”) , che possa anche essere stata ribattuta come è frequente per le monete di Claudio , ma lo escluderei. La moneta, per la quale sarebbe interessante sapere il peso, a mio parere è una coniazione non ufficiale di una moneta di Claudio II dove il dritto ripropone la legenda corta della II/III emissione della zecca di Roma “IMP CLAVDIVS AVG” ( Roma perché la “M” viene raffigurata con la caratteristica delle asticelle distanziate “IIII “ o “I \/ I” e il rovescio la raffigurazione di IOVI VICTORI (nona officina Roma) o meglio IOVI CONSERVATORI – se si volesse dare un senso con le lettere residuali della legenda del rovescio - (che però per Claudio II non esiste, cioè la zecca di Roma non ha mai coniato tale rovescio, si conoscono solo rari esemplari per Cizico, ma le monete hanno tutte altre caratteristiche). In effetti però la legenda del rovescio non ha senso, ma non è la prima volta che questo accade per monete non ufficiali , anche perché mi verrebbe da dire – e magari questo può anche essere discutibile - con l’analfabetismo che c’era era più importante forse il peso/diametro e la “figura” che non la legenda di per sé. Perché sarebbe interessante sapere il peso? Perché è mia opinione ritenere e come mi sembra sia stato detto diverse volte nel forum , che le imitative a circolazione locale , che potevano avere lo scopo di integrare il circolante ufficiale, erano fatte per essere riconosciute e sono di stile molto approssimativo con peso molto scarso – raramente superano i due grammi - , d’altra parte invece quelle di stile migliore , dove c’è maggior cura nelle raffigurazioni sia dell’Imperatore che del rovescio (non nella legenda che a volte ha errori o è priva di significato – mi vengono in mente le costantiniane del IV secolo anche se sono un’altra cosa) a mio parere avevano invece un vero scopo fraudolento e guarda caso le tipologie del rovescio non hanno molta varietà (pax, fides, iovi ) le più comuni insomma. La specificità della testa di Giove, che qualcuno nella discussione dice sembra Giano, - vado a memoria - mi sembra di averla vista con la stessa caratteristica su un’altra moneta non ufficiale di Claudio. E mio parere pensare quindi – pur non essendo un esperto di monete non ufficiali - e se il peso fosse coerente, che si tratti di un falso d’epoca coniato a scopo fraudolento imitando la tipologia di IOVI VICTORI per Roma. alberto1 punto
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Purtroppo abbiamo ricevuto numerose segnalazioni proprio in merito ai "semplici battibecchi", che evidentemente per alcuni risultano piuttosto fastidiosi e fuori luogo. Se c'è la volontà di continuare concentrandosi SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SUI CONTENUTI, mettendo da parte i diverbi di tipo personale e le relative frasi sarcastiche la discussione potrà proseguire, in caso contrario la discussione resterà chiusa.1 punto
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Esatto Elio! :good: Questo perchè lo stemma civico di Amatrice, nonostante sia simile a quello di Capua ha alcuni elementi sovrastanti la croce. Capua invece ha una croce leggermente differente. Ecco una rara medaglia ottocentesca con stemma civico capuano, in ambito scolastico potrebbe rientrare nella ricerca del nostro piccolo-grande Gaetano @ .1 punto
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Medaglia in bronzo 1799 diametro 48 mm coniata per il Re Ferdinando IV ristabilito sul trono dopo la sconfitta della Repubblica Napoletana (opus: Conrad Heinrich Kuchler). Al dr./ FERDINAN.IV D:G.SICILIAR.ET HIE.REX. Busto corazzato del Re a destra, sotto il busto, C.H.K. (Corrad Heinrich Kuchler; medaglista di origine fiamminga ). Al rov./ PER MEZZO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DELLE / DI LUI VIRTU DELLA FEDE & ENERGIA DEL SUO POPOLO / DEL VALORE DE’ SUOI ALLEATI ED IN / PARTICOLARE GL’INGLESI GLORIOSTE / RISTABILITO SUL TRONO. / LI 10.LUGLIO.1799. In basso a destra, K. Veduta di Napoli con Castel Sant’Elmo; nella rada vascello inglese. In primo piano due gruppi di persone, sulla sinistra le milizie della Santa Fede capitanate dal Cardinale Ruffo, inseguono i giacobini in fuga verso destra. In alto al centro una vittoria alata che dà fiato ad una tromba e sorregge un medaglione col ritratto dell’Ammiraglio Nelson. Intorno al ritratto la leggenda: HOR.NELSON DUCA BRONTI. (Ricciardi 59. British Historical Medals 479. D’Auria 61)1 punto
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Se guardi bene, la gambetta della R si vede, poco, ma si vede. Considera che è una moneta molto usurata. Può essere che in fase di coniatura la sede della gambetta si sia parzialmente riempita di materiale e quindi sia un po' più evanescente rispetto al corpo della R vera e propria. Comunque questa non è una variante.1 punto
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molto difficile dare un giudizio su questa moneta per quanto mi riguarda.. a parte i tanti segni sul dritto vedo dell'usura sull'unghia del pollice, sui capelli e sull'orecchio. però dare un BB mi sembra poco. Starei su SPL1 punto
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e io dico a trovarne BB+ con seno e ventre così ben definiti! i capelli soffrono su questo conio, partono già bassi. qui è un pò usura di circolazione, un pò è conio usurato per me moneta SPL, foto non bellissima che svilisce i fondi (sicuramente in mano è più bella e brillante), non mi stupirei se fosse chiusa SPL+ ;-)1 punto
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Per me si può attendere Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum1 punto
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Un consiglio è d'obbligo: manda l'articolo alla Rivista Italiana di Numismatica. Le grandi scoperte devono avere un palcoscenico scientifico.1 punto
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sono già venute fuori e manco te ne sei accorto. La tua grande preparazione mi illumina sempre di più! Il tarì di questa discussione non c'entra nulla, è una delle tue solite bufale numismatiche che riempiono da tempo le riviste.1 punto
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Segnalo lo studio di Giovanni Beltrani, apparso sulla "Rassegna Pugliese" del 1897, dal titolo: Le monete battute dalla Repubblica Napoletana nel 1799 Liberamente disponibile su: http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Rassegna%20pugliese%20di%20scienze%20lettere%20ed%20arti/1897/Ottobre6.pdf N.B. Per problemi tecnici non ho potuto pubblicare il presente studio nella sezione "Biblioteca Online".1 punto
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A volte basterebbe un passo indietro nelle cose. Lanciano nel periodo aragonese era certamente una città importante, avrà coniato monete ? Potrebbe, ma l'evidente mancanza di documenti specifici, leggo adesso per la distruzione effettuata dai francesi, rende problematica la dimostrazione di tal fatto, quando e se usciranno non credo ci saranno persone che non dormiranno. Magari...alcune teorie Lancianocentriche , andranno bene quando si gioca in casa, ma sai che Lanciano fosse più importante di Napoli è almeno discutibile.1 punto
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Secondo me è inutile scontrarsi e perseguire la strada delle teorie. Le immagini postate all'inizio dimostrano l'assoluta estraneità di Lanciano nelle coniazioni di monete senza sigle. Dovreste concentrarvi maggiormente sullo studio dei conii e dei punzoni. Verba volant, moneta manent!1 punto
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No,io sono di Arezzo quindi te lo dico con certezza che non fa servizio al pubblico.Se vuoi e se sei di Arezzo devi andare alle poste centrali(quelle in centro per capirsi).Io me li sono fatti dare li.Prendi il tuo numerino e chiedi alla operatrice/operatore.Io un tempo le presi(2 rotoli braille)pure alla filiale di pescaiola(se sei pratico della citta' sai a quale mi riferisco)pero' perche' conoscevo il direttore e me ne dette un bel po'.Se vuoi puoi provare anche li pero' in generale alle centrali sanno subito di che parli e non te la fanno mai lunga.1 punto
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Ho già espresso il mio punto di vista sul fatto che il giornale della numismatica, in forma cartacea chiuda. Sono stato abbonato, da quando l'ho scoperta, a CN e poi a GdN. Ho avuto la fortuna di trovare tutti i numeri di CN dal numero 1, fino a quelli da cui ho cominciato l'abbonamento. questo per dire che sono sempre stato abbonato alle riviste. Il mio campo di collezione riguarda il regno ,Vittorio Emanuele III, e la cartamoneta da V.E.III in poi. Nelle riviste non sempre trovavo articoli di mio interesse diretto, ma non per questo disdegnavo la rivista stessa. Ho sempre letto con attenzione i vari articoli su monete romane, medievali, di uno stato o di un altro, l'araldica e le altre rubrica con l'unico scopo della conoscenza. Sono convinto e l'ho già detto altre volte, che la numismatica è studio, è apprendere, è informazione; il campo è talmente vasto che è difficile sapere di tutto, ma questo non vuol dire non leggere di tutto. Appunto leggere: per me leggere è sinonimo di cartaceo, di sfogliare pagine, di sentire "odore" d'inchiostro, mettersi sotto una pianta, su una panchina, sul divano, a letto la sera prima di addormentarsi. Sarò romantico, ma pur consapevole che il futuro sarà digitale, non sarà la stessa cosa leggere un libro o giornale cartaceo e invece leggere su un video di computer. Il tempo cambia, dalla pietra al papiro, alla pergamena, alla carta, al computer. Mi adeguerò, ma non sarà la stessa cosa.1 punto
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La lucidatura è abbastanza penalizzante, e come scrive @@elmetto2007, con l'esperienza ed un occhio critico più allenato i criteri di valutazione si contraggono al ribasso (ovviamente sempre in modo ragionevole ed il più possibile equilibrato, tenendo presente che giudichiamo delle fotografie). Ho perso il conto di quanti littori abbia cambiato e sostituito, a riprova del fatto che con l'esperienza, il criterio di giudizio diventa più rigoroso, ciò è dovuto dal fatto che si valutano aspetti che passano inosservati ai meno esperti. Ci siam passati tutti... normale crescita numismatica ;)1 punto
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Aggiungo alcune constatazioni. La moneta oggetto di questa discussione è stata certamente coniata in un numero limitato (poche migliaia?) di esemplari, tant'è che ragionevolmente esiste un solo conio per il rovescio e due per il dritto. Ora la domanda è questa. ammettiamo che la moneta sia stata coniata a Napoli, perchè alcune di queste (la maggior parte) sono senza sigle, mentre una piccolissima parte presenta la sigla? qual è il motivo che porta lo zecchiere a porre la sigla solo su un conio di una moneta coniata in così esigua quantità? Dato che la zecca era banalmente appaltata ai privati non si può considerare che alcune delle monete senza sigle siano state coniate in momenti di assenza (legale) dell'appaltatore? Sembrerebbe una soluzione ragionevole, in quanto le monete senza sigle sarebbero state coniate dallo stato per conto di se stesso, in un momento di mancanza dell'appaltatore. Nelle emissioni del regno di Sicilia coeve al vicereame napoletano esistono diverse monete per nulla rare, prive delle iniziali dello zecchiere. Anche in questo caso le sigle sono la norma ma in alcuni periodi mancano (vedi 1611). Questo sicuramente non significa che sono state coniate in altra zecca, ma che lo zecchiere della zecca di messina, per qualche motivo non le ha inserite. Se esiste un'ordinanza simile a quella napoletana (circa l'imposizione delle sigle) anche per la zecca di Messina, data l'esistenza di esemplari senza sigle, indirettamente si dimostra che l'assenza di sigle in una tipologia non è una condizione sufficiente per affermare che la moneta sia stata coniata in altro luogo. Spero di essere stato chiaro, buona notte a tutti, Giuseppe Castro1 punto
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Queste fofo si che sono monetone e che monetone, noi comunque le vediamo lo stesso bene, grazie della partecipazione importantissima tua, e grazie a giamba, la discussione è sicuramente una delle più importanti che sono state fatte qui per l'argomento e l'ampiezza, il tuo apprezzamento mi conforta decisamente e conforta anche chi ha partecipato attivamente, su un qualcosa di scritto vedremo....mai dire mai, anche se l'argomento è fortemente divulgativo.....rimane però l'amarezza che non tutti abbiano capito e partecipato, in particolare appassionati ed esperti di altre zecche che comunque leggono, a volte bastano anche due parole, certamente io qui ci ho messo e ci metto sempre il corazon, qualcosa però cambierà anche per me.....è inevitabile......ma ora cerchiamo di terminare alla meglio questa comunque fantastica discussione..... Mario1 punto
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Io con 150 piuttosto che prendere un elmetto in quelle condizioni mi prenderei una lira o due lire "quadriga briosa" in fdc e nel millesimo più raro (1916 per1 lira e 1917 per 2 lire). Sono monete fantastiche rare e spenderei meno di 150fdc1 punto
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Sarà, ma se la moneta presenta lustro, e dalla foto non si vede sopratutto al dritto, per me lo SPL+/q.FDC non mi sembra un'eresia...1 punto
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Mario l' importante è impegnarsi e divulgare le conoscenze e divertirsi nel farlo. Purtroppo questo è l' andazzo del nostro paese che si è sparso come una piaga in tutti i settori, si fa qualche cosa per proprio tornaconto e non si deve partecipare nelle iniziative fatte, da altri, solo per un' ideale o per coinvolgere altre persone. Una sola parola invidia. Torniamo a noi con altre belle foto del museo. Pezzi a 8 ancora da "liberare"1 punto
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Per me ok attendo. Dammi poi info in modo privato. Ancora grazie e ciao. Mi sa che con la razzia 2013... prendo.anche la 2014 .;-) ciao a tutti Sent from my HUAWEI Y300-0100 using Lamoneta.it Forum mobile app1 punto
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Un grande sputtanamento mediatico nei confronti di questi persecutori potrebbe aver più effetto di una causa per risarcimento, potremmo aver l'appoggio delle varie riviste di numismatica, @@meja ha il diritto di far sapere a tutti della sua vittoria e delle ingiustizie subite. Molti di voi potrebbero etichettare l'accaduto con la classica frase "Beh, in fondo hanno fatto il loro dovere, che colpa ne hanno?", invece io sono dell'opinione che spesso questi sequestri preventivi (il più delle volte effettuati da persone che non sanno distinguere un tappo di bottiglia da un denario serrato) viene effettuato in mala fede, pur sapendo di restituire il mal tolto al legittimo proprietario dopo lunghi e costosi processi, quindi ............. coloro che dispongono simili scelleratezze nei confronti di inermi cittadini non fanno il loro dovere, ma danno semplicemente sfogo al loro istinto sadico. Gran parte del problema è ovviamente a monte, leggi assurde interpretate in maniera assurda. p.s. Massimo pensaci, metti alla gogna coloro che ti hanno fatto soffrire per due lustri.1 punto
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Mi vergogno di appartenere ad una nazione dove dei burocrati assetati di carriera preferiscono sprecare risorse ed energie contro poveri cittadini inermi anzichè tutelare e preservare una città patrimonio dell'Unesco come Pompei.1 punto
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