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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/16/14 in tutte le aree
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Questa discussione, anzi, questa "lettera aperta" (come si usava scrivere in tempi di romantica memoria) nasce, spontaneamente, per la chiusura di un'altra discussione dedicata alla zecca di Lanciano (dal titolo: Lanciano in epoca vicereale? ecc.). Con questa premessa, quindi, ne faccio il naturale seguito. Il raffronto stilistico tra emissioni coeve e la scoperta documentaria sono temi scientifici? Sì, certamente. Il titolo della discussione chiusa (che, se la memoria non m'inganna, ha fatto susseguire risposte impertinenti a una domanda pungente, ma intelligente) faceva presagire un tono scientifico? Direi proprio di no. All'interno della discussione sono apparsi contenuti scientifici o spunti capaci di favorire la ricerca e, dunque, il progresso della numismatica o di altre discipline? Assolutamente sì, ma si è fatta grande fatica nel metterli a fuoco e memorizzarli, perché distratti continuamente da altro, da qualcosa che nulla ha a che vedere con la numismatica e con il sano confronto tra gli studiosi, oltre che con il comune buon senso. Mi chiedo, allora, se sbaglia chi provoca o lo fa chi reagisce, se sbaglia di più chi non molla, chi non modera o chi si astiene dall'esprimere commenti assennati. Alla fine, però, poco importa perché nel calderone cadiamo tutti. Cari amici del Forum, perdonate la franchezza e il suo tono aspro, denudante, anche fastidioso, ma tutto quello che da troppo tempo orbita, impunito, attorno alla "Questione Lanciano" è diseducativo, specie per i giovani, ai quali non possiamo e non dobbiamo, categoricamente, far pervenire un messaggio del genere. Come me, altri cultori della materia hanno scelto, sdegnati più che imbarazzati, di aspettare in silenzio e a malincuore il misero epilogo della numismatica napoletana o, almeno, di una parte di essa. Sì, il misero epilogo, perché in questo modo e in questo momento storico, così avaro per la cultura e l'editoria, la numismatica napoletana - e con essa i suoi cultori - andrà a perdere quella credibilità e quell'interesse che i nostri precursori, con sacrificio, ci hanno lasciato in eredità. Dico questo perché il web è un occhio sul mondo e questo Forum, nel e nel male, è una finestra sul mondo numismatico, dove si affacciano studiosi, editori, collezionisti, ma anche figure legate agli ambienti accademici e istituzionali. I protagonisti della "Questione Lanciano", avendo tutte le carte in regola, potrebbero fare il bene della numismatica napoletana coagulando le proprie conoscenze e le proprie intuizioni, facendola così progredire, invece di avvinghiarsi in una lotta di quartiere, dove si può "vincere" anche con i numeri, attaccando in branco. Dico questo da convinto sostenitore e, soprattutto, da attuatore della collaborazione negli studi e nelle discipline, perché collaborare vuol dire misurarsi, rispettarsi e completarsi. Suggerisco, pertanto, di non perdere di vista i due punti cardine della discussione, dai quali si deve necessariamente ripartire, ma insieme: 1) il raffronto stilistico tra serie coeve (quelle anonime con quelle marcate da sigle personali del maestro di zecca); 2) la conferma del privilegio di zecca alla città di Lanciano, siglata a Madrid il 15 febbraio 1608 (di cui nessuno sapeva). In assenza delle fonti, come spesso accade, sappiamo che l'analisi critica deve reggersi sulle informazioni conservate dalla moneta. Due coni simili che liberavano moneta con prerogative diverse, da qui la presenza o meno di una sigla distintiva, sono capaci sì di testimoniare in maniera attendibile la stessa mano incisoria o, al limite, la stessa scuola, ma non sono in grado di escludere a priori (in deroga, quindi, alle note modalità di conservazione delle matrici monetarie all'interno di una zecca) un ordine legittimo (da parte, cioè, dell'autorità emittente) di estrazione dei coni dalla zecca che li aveva in uso, per un impiego in trasferta. E la recente letteratura scientifica (cfr. RIN 2014), richiamata proprio nella discussione chiusa, documenta un fuori sede dei coni milanesi, con tutte le considerazioni del caso. Di contro, la conferma della zecca (badate bene, non l'apertura) esprime la volontà del sovrano di autorizzare ancora una volta la città di Lanciano a battere moneta. Per buona pace di tutti, da studioso conosciuto per "l'eccessiva prudenza" nella disamina delle fonti, resto dell'idea (sindacabile, per carità) che le tante monete della discordia permettono d'insinuare il ragionevole dubbio in capo al locus di produzione (Napoli, con esclusione di Lanciano), ma non possono fare ombra sulla verità storica custodita dalle carte d'archivio, vale a dire la conferma della zecca, ossia la legittima autorizzazione di battere moneta a Lanciano anche nell'età in disamina (inizio del XVII secolo). Privilegio che, almeno sulla carta, permette concretamente di ridelineare la tradizionale geografia delle zecche e la politica monetaria del tempo oltre che di approfondire la storia economica di quell'angolo di Reame, con le sue influenze nei circuiti fieristici e nelle aree commerciali, profondamente mutate con le mire imperiali sul bacino del Mediterraneo; ma la straordinarietà del documento non la vedo tanto nel privilegio di zecca (di retaggio aragonese) quanto nei contenuti generali, dato che la sedimentazione dei privilegi, susseguitasi con le dinastie regnanti (si passa dagli Svevi agli Asburgo), è notoriamente alla base degli ordinamenti statutari, come del resto è straordinario, a ritroso nelle discussioni e nelle pubblicazioni, lo status di regia zecca, che nella storiografia del nostro Meridione peninsulare incontriamo, da quanto appreso finora, solo in altri due casi: nella zecca centrale (Napoli, la regia zecca per eccellenza) e nella sua storica filiale tardomedievale (l'Aquila), che più di una volta ha stupito (me per primo, che le ho dedicato e le dedico la massima attenzione) per le condizioni attuative e per i suoi manufatti. Questi elementi, che un giorno ci si augura di sviscerare con l'ausilio delle analisi del metallo (sui denari della prima età angioina molto si è scoperto grazie a queste indagini, condotte dall'Università di Salerno), possono diventare un'isperata chiave di lettura a quelle che ora, gioco forza, sembrano essere delle tesi inconciliabili. Come dire, quelle della discordia potrebbero non essere monete di Lanciano, ma questo non significa che la zecca di Lanciano non era nelle condizioni di battere moneta in piena legittimità. Achille Giuliani5 punti
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Sono state scritte tante cose in questa discussione per cui diventa difficile trovare altri argomenti... Probabilmente questo mio sarà un post molto lungo. Me ne scuso in anticipo, ma sono tanti gli aspetti da considerare, anche riprendendo considerazioni espresse qua e là nei vostri interventi. Ero abbonato a Cronaca Numismatica (di cui ho l'intera serie, speciali compresi), lo ero e lo sono da diversi anni a Panorama Numismatico, lo ero e lo sono a Monete Antiche, di cui pure ho tutti i numeri (anche se non mi interesso di antiche). Naturalmente ero e sono abbonato anche al Giornale della Numismatica. Anzi, di quest'ultima rivista, purtroppo ormai al capolinea, ho tutti i numeri in duplice copia visto che, credendo fermamente nel progetto e potendomi per mia fortuna fregiare dell'Amicizia personale con Roberto Ganganelli, l'ho anche comprata di mese in mese in edicola per manifestare ancora più concretamente il mio contributo. Precisazione d'obbligo: non sono benestante, anzi. Lavoro solo io (e sono dipendente), ho moglie e due bambini a carico e, conseguentemente, la mia passione per la numismatica è quasi platonica, nel senso che di monete ormai, da anni, non ne maneggio (se non quelle altrui quando me le fanno vedere). Come è stato fatto notare, il GdN ricorda molto da vicino stile e impostazione di Cronaca Numismatica. Trovo sia stata una scelta giusta e logica visto che, come pure avete già sottolineato più volte, la chiusura dopo oltre 20 anni di quella rivista dipese NON da una crisi della testata - che anzi era ben solida e in attivo - ma dal fallimento dell'editore. Quindi perché cambiare, almeno in partenza, un modello che fino al 2011 sembrava vincente? Ricordo che CN chiuse a marzo 2011, e il GdN n. 1 uscì a gennaio 2012, soltanto 9 mesi dopo. Quindi non si può sostenere che erano cambiati i tempi. Semmai erano cambiatissimi tempi e contesto rispetto al 1989, quando CN uscì inizialmente come allegato alla consorella filatelica. Qualcuno ha scritto che forse, negli ultimi periodi, c'era chi comprava CN quasi per inerzia, cioè più "per collezione" che per i contenuti. E' possibile. Specialmente chi possiede l'intera "collezione", appunto, è difficile che smetta anche in caso di minore interesse verso i contenuti, ma non credo che questo fattore da solo possa spiegare la differenza in termini di abbonati tra le due testate. Ci devono essere anche altre cause e, direi, che alcune sono venute fuori nella discussione, altre forse no. Senza che questo sia un ordine di importanza, a mio parere le concause potrebbero essere: una iniziale "diffidenza", ma non nel senso deteriore del termine: semplicemente, trattandosi di un prodotto nuovo, trovo logico, giusto e quasi fisiologico che una fetta dei vecchi abbonati di CN abbia deciso prima di valutare il nuovo giornale e poi, semmai, di abbonarsi. Immagino che anche in Redazione avessero considerato questa possibilità i ritardi postali: inutile negarlo. Lo scadimento generale del servizio di recapito di tutta la corrispondenza è sotto gli occhi di tutti. Chiaro che una rivista nuova, che deve conquistarsi la fiducia dei lettori in anticipo (questo è abbonarsi, in fondo: accordare fiducia preventiva) soffre molto questo handicap. Se a ciò aggiungiamo tutta la pubblicità negativa che forse abbiamo involontariamente fatto qui sul forum (me compreso) sottolineando spesso il fatto che gli abbonati potevano leggere il Giornale sistematicamente dopo chi lo trovava in edicola ... la concorrenza con la rete e il digitale in genere: è vero il 2012 (anno di nascita del GdN) non era il 1989. Un forum come questo può fungere molto più efficacemente da collante rispetto a una rivista a diffusione nazionale e capillare, ma personalmente non credo che una cosa debba escludere per forza l'altra. Così come non credo che un periodico totalmente digitale sia "equivalente" al cartaceo. Certamente c'è una tendenza ben precisa ma, intanto è una tendenza e non una realtà definitiva. E poi ci sono segnali in giro (alcuni collegati alla accessibilità e fruibilità nel lungo periodo dei contenuti, cui pure si è fatto cenno) che sembrano portare più verso una coesistenza futura tra cartaceo e digitale che non a una esclusiva presenza di quest'ultimo. In sintesi, a mio parere, lo spazio per una rivista cartacea generalista, a portata di tutti, c'era (e c'è). la crisi economica: è vero anche questo: il GdN ha avuto la sfortuna di uscire proprio in coincidenza con gli anni più duri della recessione economica, quindi in tempi in cui bisogna tagliare il superfluo e, probabilmente, una rivista generalista di numismatica non rientra tra le priorità. Tuttavia stiamo parlando di 40 euro all'anno per 11 numeri (quindi 3.33 euro/mese o, se preferite, 3,63 euro/numero)... meno di un pacchetto di sigarette o di 4 caffè. Giovanna ha fatto l'esempio drastico di chi ha perso il lavoro: è chiaro, se capitasse a me per esempio, non rinnoverei l'abbonamento perché le priorità sarebbero ben altre. Però Giovanna (cui voglio molto bene - e lo sa - e che stimo tantissimo) spero concorderà sul fatto che al di là di tali casi limite, l'impatto della crisi in termini abbonamenti in meno andrebbe calcolato in misura molto minore rispetto al calo effettivo registrato tra CN e GdN. Insomma, per me, per quanto presente, questo fattore della crisi è tra i meno rilevanti nel caso specifico. Tuttavia sono concorde nel credere che, in tempi di magra, ci sia chi preferisca comprare di volta in volta il singolo numero - se con contenuti di proprio interesse - che abbonarsi. Anche questo è un risparmio e, trattandosi di una nuova rivista, il fattore "abbonamento per inerzia" o "per non avere buchi in collezione" non c'era. Aggiungerei un'altra considerazione: uno dei punti di forza di CN era il filo diretto coi lettori, garantito attraverso la posta e la rubrica "gli esperti rispondono" (che addiritturà generò dei numeri speciali). Importantissimo in tempi in cui forum non ce n'erano, ma ancora ben vivo e vegeto fino alla fine, questo rapporto così stretto aveva in Mario Traina il suo deus ex machina. Anche quando, infatti, lasciò proprio a Roberto Ganganelli la curatela della rivista (era il 2004), Traina continuò a collaborare assorbendo una grande quantità di corrispondenza, quesiti, richieste. Purtroppo Traina morì nell'ottobre 2010 e ancora per qualche numero le sue risposte comparvero sui fascicoli successivi. Poi, subito dopo, CN chiuse. Naturalmente non c'era legame tra le due cose perché, ribadisco, fu l'editore a fallire e non la rivista. Ma la "risorsa Traina" è mancata al nuovo periodico, il GdN. In una fase iniziale di lettori da conquistare, non posso non pensare che la sua presenza tra i collaboratori avrebbe potuto generare un maggiore appeal, con tutto il rispetto e la stima per quanto fatto egregiamente in questi anni da Roberto Ganganelli. Ecco queste sono, secondo il mio modo di vedere, una serie di concause probabilmente utili per spiegare - anche se non sufficienti a giustificare - quello che è successo. Non sufficienti perché due anni e mezzo sono pochi per dismettere un investimento così, credo. Quindi sicuramente ci sono altri fattori da considerare tra i quali, probabilmente, un errore di valutazione da parte della Bolaffi-Quibus: o in termini di bacino di utenti potenziali, o sull'impostazione della rivista. La serietà professionale e l'onestà intellettuale di Roberto Ganganelli hanno fatto sì che non diventasse un mero strumento pubblicitario, anzi. Ma forse non è quello che speravano i finanziatori. Avrei voluto ora affrontare altri due argomenti: l'importanza di avere una rivista in edicola a rappresentare il settore e la forma auspicabile (a mio parere) per quello che sarà (se ci sarà) il nuovo GdN digitale... Ma allora il post diventerebbe veramente chilometrico quindi mi riservo, riordinate le idee, di accennare a tali questioni in altri interventi.4 punti
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E a me invece fa piangere la Sua pretesa, se un prodotto non mi interessa, per molteplici motivi, evito di comprarlo. La parola RICCONI era tra virgolette apposta per sottolineare la nota ironica... Sostenere qualcuno o qualcosa è una scelta, ognuno opera le proprie in base agli interessi ed alle possibilità. Se Lei preferisce impiegare i suoi soldi in riviste io non Le dico di sicuro che dovrebbe invece sostenere un Circolo o altro, sono problemi Suoi, mi piacerebbe vedere lo stesso rispetto negli altri, cosa difficile vedo. La discussione ha preso una direzione unica invece di "illuminare" sui molteplici motivi di fallimento della rivista si è saputo solo colpevolizzare chi non è stato interessato a comprarla. Qualcuno ha scritto cose al di fuori del coro che molti hanno fatto finta di non leggere, continuate così... Per farvi contenti mi accollo la mia responsabilità di non abbonata, vorrà dire che se mi capiterà di scrivere qualcosa per Ganganelli, o aiutare amici a farlo come capita ogni tanto, prenderò il compenso e con quello sottoscriverò l' abbonamento...ma forse non ce ne sarà neanche più la possibilità ormai...e allora sono arrivata alla conclusione che tutte queste recriminazioni, polemiche e colpevolizzazioni sono chiacchiere a vuoto ormai3 punti
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Può scrivere il prezzo che vuole, bisogna vedere se poi qualcuno la compra!2 punti
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Questo pezzo da 2 euro del 2014 l'ho avuto in resto oggi al bar :) Subito messo nella tasca di dietro dei pantaloni, è più di 10 anni che faccio così, da quando mi sono speso senza accorgermene un pezzo da 2 euro, un pezzo da un euro, ed un pezzo da 50 cent di San Marino. Me li ero messi in tasca per poi metterli da parte, a tarda sera al loro posto ho trovato solo qualche spicciolo insignificante.. :mega_shok: Lettonia 2 euro 2014 - Profilo di Milda ________________________ Milda, viene anche definita "la ragazza della nazione", è uno dei simboli dell’indipendenza lettone, ed è la ragazza ritratta nella nuova moneta da 1 e 2 euro lettone. Milda nasce nel 1929 da un disegno opera di un grafico lettone, quest'ultimo usa come modella una dipendente delle stamperie statali, Zelma Brauere. Il volto della ragazza viene usato come immagine delle monete d’argento da 5 lati che la Lettonia, divenuta stato indipendente nel 1918, conia per la prima volta il 5 marzo 1929. Zelma Brauere non si sposò mai, il suo fidanzato, un aviatore, morì in un incidente di volo e lei decise di restare da sola. I lettoni però si innamorano subito del suo volto nelle nuove monete e le danno un soprannome, per tutti diventa “Milda”, nome con cui viene chiamata anche la ragazza che sostiene la stella a tre punte sulla cima del Monumento alla Libertà in pieno centro a Riga. La moneta d’argento da 5 lati diventa subito ricercatissima, i 5 lati all’epoca erano una discreta somma, ma molti, piuttosto che spenderla, conservano Milda, considerata l’effige della bellezza e della purezza del nuovo stato indipendente In realtà però Zelma Brauere (1900-1977), la ragazza il cui volto è stato raffigurato nelle monete di cinque lats, non amava molto il nome “Milda” e non voleva essere chiamata in questo modo, neanche sotto forma di moneta. Durante l’occupazione sovietica il lats scompare per essere sostituito dai rubli, ma molti lettoni conservarono le monete e le banconote nazionali, in particolare la moneta d’argento da 5 lati come ricordo dei tempi dell’indipendenza. In ogni casa lettone veniva conservata la moneta d’argento da cinque lats degli anni ’30. Così Milda diventa uno dei simboli del periodo della prima indipendenza lettone e quando nel 1991 la Lettonia riacquista la libertà dall’Urss, Milda ricompare sulla banconota da maggior taglio, i 500 lati. La Banca centrale lettone sino al 2013 continuava periodicamente a coniare esemplari da collezione delle storiche monete degli anni ’30 da 5 lati d’argento con l’immagine di Milda, emissioni che andavano letteralmente a ruba appena dopo l’uscita. Ora, che il lats è scomparso di nuovo per far posto all’euro, Milda ritorna su una moneta corrente. ________________________ Il riferimento a Milda l'ho ricopiato dai post 402/403 di questa mia discussione: http://www.lamoneta.it/topic/92300-monete-antiche-nelle-monete-moderne/page-272 punti
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@@nando12 permettimi di dissentire , pur non essendo un esperto e lo ribadisco , sperando di non dare fastidio ai "giganti" di questa sezione , basta osservare la barba ed i capelli per capirne la buona conservazione . Saluto2 punti
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Credo sia un colpo a vuoto del conio che ha impresso parte della corona sul conio del D/.2 punti
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@francesco77, @mero mixtoque imperio io capisco che la grande passione per questa affascinante materia vi trascina a sostenere irriducibilmente le proprie posizioni, ma vi inviterei, da giovani ma esperti studiosi quali siete, di evitare continue punzecchiature e provocazioni che non portano ad alcun risultato utile. Invito tutti, da "giovane utente del forum e numismatico", ma da "anziano", di unire gli sforzi per reperire documentazioni e reperti utili per arrivare ad una soluzione che giovi all NUMISMATICA! Saluti Claudio PS: stò acquistando i due testi dii @mero mixtoque imperio per cercare di capire a fondo la materia del contendere2 punti
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Salve E' arrivato dalla Bulgaria questo tappo sigillo della spezieria 'Alla Testa d'oro' che va ad aggiungersi alle altre 'teste auree', autentiche e copie, che ho in collezione. ITALY, Venezia (Venice). 17th century. Pb Theriac box seal. Produced by the Alla testa d’oro pharmacopia of Venice. TERIACA·F·ALLA·TESTA·DORO·IN·VENET·, laureate and draped right; to right, small winged lion; all within blossom-wreath and border-ornament / Blank. Rare. Piombo: 26,0 g, diametro 44 mm, spessore 8 mm Theriaca (also known as ‘Venice triacle’) was an ancient medicinal compound, employed as a traditional medicine since the time of Mithridates VI of Pontus, and was used as antidote against any poisonous bite. Nero’s physician Andromachus, as well as the medical author Galen discussed its medicinal value. Containing more than 64 ingredients, including viper flesh and opium, as well as herbs, cinnamon, agarics, and gum arabic, it was mixed with honey and wine to complete the compounding process. During the Middle Ages, it was considered a panacea. Theriac became a valuable article of commerce, with Venice, Padua, Milan, Genoa, Bologna, Constantinople, and Cairo all competing in its trade. It was expensive and hence available only for the rich (quality theriac cost one German taler in 1580s). By the time of the Renaissance, the making of theriac had become an official public ceremony, especially in Italian cities. It is first mentioned in England in 1538, and it gained popularity in Germany around the same time. Pharmacists sold it as late as 1900. Venice regulated the production and trade of theriac beginning in 1258, and by the fifteenth century controlled its distribution throughout Europe. About 40 pharmacy shops in Venice were officially allowed to produce and sell theriac. One of the most renowned factories was “La farmacia alla testa d’oro,” which operated on the Rialto since 1565. The pharmacy kept detailed records on the amounts of its annual production. Curiously, this pharmacy still exists and operates in Venice. apollonia2 punti
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Simpatica presa in giro ... ma preferisco guardare in casa mia e più che per aver sconfitto gli Inglesi (dove ho vari amici tra l'atro ed apprezzo la cultura britannica) gioisco per quanto di positivo espresso dall'Italia. Attendo con curiosità di vedere come Prandelli disporrà la squadra nel prossimo incontro. I giornalisti danno per probabile l'ingresso di Parolo tra gli 11 di base ad avvicendare Verratti. Io vedrei bene l'ingresso di Abate a destra e lo spostamento di Darmian a sinistra, con Chiellini coppia centrale con Barzagli. Anzi, forse al centro ci vorrebbe un centrale più veloce, a coprire eventuali falle difensive... ma non abbiamo in rosa un clone di Cannavaro versione 2006. Vedrei bene inoltre l'ingresso di Insigne messo largo a sinistra per poi accentrarsi, per assistere e rifornire SuperMario (e mettere apprensione agli avversari sulla nostra fascia sinistra). Ma lasciamo il buon Cesare a studiarsi gli avversari. Lo ha sempre fatto bene. Ciao Illyricum :)2 punti
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Mi spiegate come si è arrivati a discutere fra di voi? Ci sarà sempre chi vuole abbonarsi, chi acquista in edicola tutti i mesi, chi acquista sporadicamente. Tutti possono essere dispiaciuti per la chiusura di una rivista anche se non la comprano sempre. Ad esempio se chiudesse p n mi dispiacerebbe ma non mi sentirei certo in colpa perché non faccio abbonamenti. Se la vedessero in edicola sarei fra i lettori. Ma se anche non fosse? Se chiedessero tute le fabbriche di birra italiane mi dispiacerebbe ma non mi sentirei in colpa perché preferisco le marche di altri paesi. A me sembra normale che sia dispiaciuto anche chi non acquista perché si vede il fallimento editoriale di qualcosa in cui tanta gente ha messo passione ed anche perché ci può essere la volta in cui un articolo ci interessa. Personalmente acquisto sporadicamente riviste di storia quando ci sono temi di mio interesse. Mi spiacerebbe se chiedessero ma certo non mi abbonerei dato che il più delle volte non sono interessato ai temi Sent from my GT-I9105P using Lamoneta.it Forum mobile app2 punti
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Troppo complicato a mio avviso....sarebbe auspicabile, secondo il mio parere, che ogni mese qualcuno preparasse una copertina Lamoneta, poi preparare un pdf con i vari articoli del mese...notizie varie...emissioni del mese e altre informazioni....capisco che a parole è facile ma metterlo in pratica è altra cosa...però per come è cresciuto questo forum non sarebbe tanto malvagia l'idea di creare un albo mensile on line, stampabile senza tanti copia incolla ma solo un semplice click. Ricordate il numero zero del Giornale della Numismatica? Nella numismatica la carta penso non morirà mai...forse saremo sempre meno ma io, come molti altri, quando ci occupiamo di un argomento, preferiamo sfogliare libri e documenti....ovvio che avere una biblioteca digitalizzata è comodo per le ricerche, ma è altrettanto vero che la carta è altrettanto importante... E' vero, ci sono già articoli sul forum stampabili e fruibili ma provate a immaginare un volumetto con tutto quello che viene pubblicato mensilmente o annualmente...contributi importantissimi che se raccolti organicamente e stampabili mettono al sicuro dai guai che spesso internet riserva (ricordate ad esempio la perdita dei dati?) Lo stesso catalogo presente sul sito....immaginate se ne venisse elaborata una versione stampabile organizzata organicamente....a quel punto i cataloghi presenti sul mercato non avrebbero più ragione di esistere....2 punti
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Ti ringrazio per la precisazione. Da qui risulta innegabilmente che a lanciano è stata concessa la possibilità di coniare moneta. Quello che a me non risulta allo stato dei fatti assodato è se la zecca sia stata o meno impiantata, se e quali monete abbia effettivamente prodotto. Non mi sembra poco. Ma magari nei prossimi tempi avrò modo di ricredermi e in quel caso, grazie a nuove ricerche potremo tutti farci una nuova opinione. Vedi, vorrei concludere con un modesto esempio. Non è perfettamente calzante, me ne rendo conto, ma può essere lo stesso indicativo. Abito in una cittadina umbra che si chiama Cascia. Se apri il corpus dell'Umbria la trovi fra le zecche riportate, pur senza indicazioni sull'attivazione della zecca o ipotesi di moneta coniata. Negli archivi esistono un'infinità di documenti, atti notarili, contratti, eccetera, che parlano di "moneta casciana" (ma sappiamo che ciò si riferisce in genere alla moneta accettata nel posto, più che invece prodotta in loco). Non è finita: esistono fonti almeno settecentesche che parlano esplicitamente di moneta casciana ed in questo caso senza equivoci. Esistono cronache locali che ne parlano e persino la descrivono. Esiste un libretto dei primi del 1900 dedicato alla zecca di Cascia, che riporta vecchie cronache e ipotesi originali dell'autore (alcune troppo fantasiose). Eppure non esiste un documento che parli della zecca, della sua collocazione, delle spese per il suo impianto e i contratti dei lavoranti. In più, last but not least, non si è mai trovata una di queste benedette eppure ben descritte monete locali. C'era un signore che diceva di averne una, ma nessuno l'ha mai vista. Storici locali insistono, mostrandosi convinti dell'esistenza. Come concluderebbe qualsiasi numismatico serio e scrupoloso? Direbbe forse che sarebbe bello trovare prove dell'esistenza, ma che allo stato dei fatti la zecca non è esistita perché mancano le prove. Che ne dici?2 punti
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Salve a tutti, volevo postare una moneta davvero interessante, il famigerato Tarì antitosatura dei fratelli Biblia, l’altro giorno ne ho visto un esemplare dal vivo a casa di un mio amico collezionista ed oggi non ho resistito al desiderio di postare un’immagine proveniente dall’aggiornamento del Pannuti-Riccio e condividerla con tutti gli amici lamonetiani. Ci sarebbe da fare un bell’articolo su questa moneta, conosco personalmente 6 esemplari apparsi in alcune aste e/o presenti in collezioni private e come per il Carlino, anche per il Tarì esistono più varianti di sigle. In allegato un’immagine proveniente da una pubblicazione di mia proprietà regalatami personalmente dal dr. Pannuti in uno dei nostri incontri domenicali. Ricordo ancora le sue parole “… ma tu ce l’hai l’aggiornamento della mia opera? Eccotela …… ”. Una fonte inesauribile di informazioni quel grande studioso.1 punto
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Non possiamo dimenticarci del contributo che diede la zecca di Messina, con le sue numerosi emissioni. Il quantitativo d'argento che arrivò nella nostra penisola, servi anche a battere il nominale più rappresentativo della zecca Siciliana di quegli anni, il mitico quattro Tarì, un simbolo... E per rimanere fedeli alla data che il caro amico Mario ha portato come esempio eccone il risultato... Messina Da 4 tarì 1556, AR 11,63 g. PHILIPPVS D GRATIA Busto corazzato, leggermente più grande, a d.; sotto, nel giro, 4. Rv. + REX SICILIAE 1556 Aquila coronata ad ali spiegate, volta a d.; sotto gli artigli, Y – M. Spahr 6 var. MIR 316/1.1 punto
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... c'è stato un certo "mixup" nei riferimenti ai vari post (forse perchè il "povero" littore è stato un po' trascurato) ... resta comunque il fatto che si sono postate delle gran belle monete !!! :D1 punto
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Intanto ti ringrazio perchè è la prima volta che ti sento dire o meglio scrive se ho sbagiato (che poi a tutti può capitare) ma qui il problema non è la foto della moneta che hai riportato, ovvio tutti possono sbagliare, ma il fatto è che hai scritto, sostenuto affermato con certezza che il Tarì è stato coniato solo a Lanciano perchè a Lanciano Essendo spesi più Tarì a Lanciano e più Carlini a Napoli, la scelta della Corona è logica.........e questo è grave, molto grave. A questo punto non sò proprio più che pensare sui tuoi scritti e su quello che vai dicendo.1 punto
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Forse mi spiego male. Io ho inserito un tarì senza sigle presente in vasta bibliografia. Se viene certificato che il "senza sigle" non è stato coniato, si può tranquillamente stralciare. Non vedo il problema. Se ho sbagliato il riferimento al catalogo farò una "errata corrige".1 punto
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Lascia perdere, anche se le foto sono sfocate si riesce a capire che è un falso. Visto che sono pochi giorni che ti sei affacciato alla numismatica, quindi riconoscere i falsi non è una cosa che si impara dall'oggi al domani, e se proprio vuoi avere in collezione un elmetto o un littore o qualunque altra moneta "importante" ti consiglio di rivolgerti a venditori professionali, certo, sono monete che se vorrai in alta conservazione un costo ce l'hanno, ma almeno hai la sicurezza di avere una moneta originale in collezione e periziata. Purtroppo molti credono di fare l'affarone prendendo certe "monete" a prezzo affare, ma in questo caso l'affare lo fa chi rifila il bidone. Certo, non è il tuo caso, e fai benissimo a chiedere all'interno del forum, dove troverai tantissime persone (oltretutto esperte) disponibili a darti una mano . Buon inizio collezione e benvenuto!! Linda1 punto
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Sotto la catalogazione di questa moneta, sempre nel libro, hai riportato come riferimento "PR aggioramento" ma hai commesso un grosso errore....la moneta che gli studiosi riportano ha le sigle al rovescio......puoi leggerle anche al post 1 di questa discussione. Altro chè Tarì Lanciano - Carlino Napoli, e quando ieri sera hai scritto queste cose: Essendo spesi più Tarì a Lanciano e più Carlini a Napoli, la scelta della Corona è logica......mi sono fatto delle grandi risate. Tu bluffi alla grande.........caro mio ......... e la Numismatica non è un gioco. @@mero mixtoque imperio1 punto
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"Se io dovessi essere una persona che pensa solo ai fatti propri non spenderei buona parte del mio tempo su questo sito aiutando tutti GRATUITAMENTE." Guarda che non sei la sola, su questo sito, che dà consigli ed aiuti GRATUITAMENTE...quindi faresTi bene a non montarTi la testa. Detto questo, Ti è stato già spiegato che i compensi che eroga il GdN e che erogava C.N. non nascono da pretese dei collaboratori esterni ma sono una prassi dell'Editore. Si potrà discutere se tale prassi sia o meno condivisibile....personalmente a me non interessa essere compensato per gli articoli che la Redazione decide di pubblicare ma non vedo perchè dovrei ostacolarla o criticarla o pormi lo scrupolo che quel modesto compenso, fra l'altro fiscalmente detraibile dall'Editore, è ingiusto o poco etico. Non so come funzioni per le collaborazioni continuative, ma per quelle occasionali nessuno dei collaboratori, che io sappia, ha mai contrattato o preteso di percepire un compenso, la cui corresponsione implica espressamente la cessione all'Editore dei diritti di pubblicazione di quell'articolo non solo a favore della Rivista ma anche, ove l'Editore lo ritenesse, su altre pubblicazioni. Continuare a battere su questo fatto che Tu collabori gratuitamente mentre gli altri sarebbero dei "pennivendoli prezzolati" mi sembra abbastanza ridicolo; stai tranquilla che se la Rivista avesse chiesto di cedere i diritti di pubblicazione "a gratis" nessun collaboratore occasionale avrebbe avuto nulla da eccepire. Perchè la Rivista abbia deciso di pagare i collaborazioni non so dirlo....posso solo dirTi che non gliel'ho abbiamo suggerito no!. M.1 punto
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incontro per caso mia madre al supermercato, mi chiede un passaggio e per dimostrare riconoscenza mi fa vedere il pugno di monetine appena ricevute dalla cassiera, dice che ce n'è una "strana": è un dieci centesimi con la venere del botticelli a fianco, un euro finlandia 2000, e soprattutto un dieci centesimi cipro 2008 le mamme... :-D1 punto
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A prescindere dai macchinari ecc.ecc. che come orami appurato a Lanciano non sono mai esistiti.......quest amoneta è stata da sempre messa in discussione in ordine alla sua effettive esistenza...... sia il PR (inizialmente) che il MIR riferiscono che probabilmente non è stata mai emessa.........adesso tutto di colpo senza alcuna annotazione in merito, tranne che è stata coniata a Lanciano e non a Napoli, c'è la troviamo catalogata al nr.101 del suo libro. Adesso questa per me è una notizia sensazionale, vorrei solo capire quali sono stati i documenti che hanno fatto sì che questa moneta divenisse certa. Tutto qui........curiosità personale.1 punto
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@@sulinus si è accasata? bella monetina, confermo quanto detto da @@fedafa è un clashed die o conii collisi, BB+ impreziosito da bel colore, bei fondi, e bel bordo.1 punto
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Purtroppo influisce negativamente sul valore finale, questo sicuramente. Non so quantificarlo, rimane sempre una stima soggettiva fatta sulla base di una stima personale che può variare a seconda di quanto peso si da alla pulitura, che comunque rovina irrimediabilmente la moneta, sia per quanto riguarda rigature lasciate dallo sfregamento, sia per la qualità del rilievo che il colore del metallo, ed anche se può nuovamente essere ripatinato con il tempo, non sarà mai genuino e attraente come prima della pulitura (solitamente un occhio inesperto non riesce ad accorgersi di questi dettagli, che sono purtroppo molto evidenti nell'esemplare da Lei postato) Esistono liquidi appositi per lavare le monete in modo da non rovinarle, qualora si volesse rimuovere la patina (operazione che personalmente sconsiglio altamente se non in estremi casi). La patinatura èi un processo naturale, e come tale non può essere ricreato, se non in modo riconoscibile (il più delle volte) e meno attraente. Di certo, una patina coeva rende la moneta più attraente e quindi ricercata. Nel catalogo, c'è qualche monete di questo tipo con bellissime patine iridescenti, tanto per farsi un'idea... http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-U1/71 punto
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Doppioni della mia collezione 20 E P007G1 / X083 - J006E3 /S088 10 E N004D4 /Y075 - R001A6 / X004 - J003C4 /S040 ... se interessa. Tutte Duisenberg .1 punto
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@@nando12 non è stato dato il fdc poiché non ci arriva , è una buona conservazione ma non fdc . Per la patina può dargli caratteristica ma di certo non aumenta la conservazione :) Saluto1 punto
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Questo pezzo rappresenta una prova di ristampa su moneta d' argento da 2 lire del 1917, delle cui impronte si rilevano le tracce. R: Nel campo ,in due righe,BVONO DA L.1, con alla sinistra,stemma di Savoia coronato e ,nel basso segno di zecca,il tutto entro corona circolare d' alloro, in alto circolarmente " Esper. tecnico". Mont. 352 Pagani P.P. 268 Simonetti 154/11 punto
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@@sesino974 se leggi quello che ci ha scritto il buon @@Andrea imperatore , trattasi di un tondello del 2 lire del 1917 su cui è stata ribattuta :hi:1 punto
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Ciao, spesso compaiono discussioni sui sesterzi di Claudio (e tra questi quelli del tipo SPES, più diffusi), sulla loro autenticità e su chi sia stato l'emittente. Ne parlammo tempo fa nella discussione http://www.lamoneta.it/topic/116496-regalo-di-natale-sesterzio-di-claudio/?hl=claudio (non lo ribadisco per dire che si tratta di una tematica già dibattuta ma unicamente per permettere ai lettori di rivedere quanto esposto allora). La tipologia del dritto analoga alla moneta in oggetto spesso viene data come "ufficiale"; il rovescio mi sembra abbastanza buono con qualche piccola difformità rispetto alle coniazioni ufficiali. Il peso e il diametro sono abbastanza in linea con il periodo. Io nel mio piccolo la darei come "semi-ufficiale" ovvero non prodotta negli atelier centrali; non "barbarica" in quanto stile, peso e diametro sono abbastanza rispettati. In realtà l'avvalersi dei dati fisici non sempre aiuta perchè paragonando quelli di monete segnalate come "imitative" abbiamo un range che va da valori pressochè corretti sino a valori estremamente bassi per il tipo: ritengo che la causa sia da ricercarsi nel fatto che l'attribuzione alla categoria "imitativa" sia molto complessa e nel calderone finiscano spesso esemplari sia "semi-ufficiali" sia "barbarici" senza distinzione. Molto spesso le imitative cosiddette "barbariche" presentano valori di peso ridotti rispetto a quelle ufficiali, tanto che venivano "degradate" a dupondii (contromarca DV) come si evince anche dalla discussione di cui al link sopra. Ciao Illyricum :)1 punto
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Se non Le interessava GdN non Le dovrebbe interessare neppure la sua chiusura. O no? Ma allora perché ne scrive? (domanda senza "ironia" e senza "pretese", solo una domanda e stop) Siccome sono abituato ad affrontare i problemi alla mia portata e a non discutere dei "massimi sistemi" mi sembra sia preliminarmente necessario evidenziare che, a prescindere dai "molteplici motivi di fallimento", uno di questi è senz'altro il mancato sostegno a GdN da parte della comunità numismatica. Sul punto, credo che Lei possa essere un valido esempio. Se vorrà farmi un elenco di quelli che a Suo giudizio sono gli altri "motivi di fallimento" lo leggerò volentieri e, se del caso, lo integrerò, così da fare un "esercizio" utile anche per tutti gli amici che ci leggono. Saluti.1 punto
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@@Giovanna @@piergi00 Tralascio ogni polemica sui "ricconi" perché fa proprio ridere; sono un impiegato di 32 anni e non sono figlio di Silvio B. o Gianni A. Non faccio certo una vita da eremita però non compro le sigarette, la mattina la colazione me la faccio a casa mia, a lavorare ci vado in tram, ho le stesso telefono da dieci anni e ho cambiato la macchina dopo quattordici anni; chissà come mai alla fine non mi sono mai mancati i soldi per comprare CN o GdN. Questione di priorità, certo, ma non si venga a tirar fuori la solita storia dei "poveri cristi"... Massimo rispetto per chi a 50 anni ha perso il lavoro e al quale, ovviamente, nulla deve/può essere rimproverato. Ma non mi sembra che tutti i forumisti che non hanno fatto o non hanno rinnovato l'abbonamento rientrino in questa categoria. Ce ne sarà qualcuno, ma tutti gli altri? Che poi la ramanzina mi arrivi da Lei che dice "di non lavorare e di non essere interessata a sottoscrivere abbonamenti" mi sembra eccessivo. Sono contento che Lei sostenga la SNI e alcuni Circoli locali ma penso che una rivista come GdN abbia nel nostro campo la stessa importanza di questi ultimi, non foss'altro per il carattere nazionale (che i Circoli non hanno) e popolare (che non ha la SNI) della pubblicazione. Scusate se è poco. Nessuno vuole obbligare nessuno a fare niente; si vuole solamente dire che hanno titolo per piangere il GdN solo quelli che l'hanno sostenuto fin dal primo numero (con i soldi non con le chiacchiere). Gli altri invece di parlare, meditino. Chissà mai che serva per il domani. Saluti1 punto
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Conosco bene questa medaglia, è certamente postuma, cioè coniata dopo il 1945, si ispira vagamente, nella grafica, alla medaglia delle scuole di motorizzazione della Gioventù Italiana del Littorio e viene venduta, già da molti anni, nei negozi di Predappio e nelle fiere specializzate. Ne ho vista anche una incisa al resto, con incisione moderna, ma con un semplice nome e cognome, quindi non riconducibile ad un preciso evento. Lord Acton1 punto
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Personalmente conosco collezionisti che a 50 e passa anni si sono ritrovati senza lavoro perché le ditte hanno chiuso o sono fallite...chiedi loro perché non hanno fatto l' abbonamento al Giornale o non lo hanno rinnovato.Personalmente non lavoro e non sono interessata a sottoscrivere abbonamenti a nessuna rivista, preferisco comprarle quando mi interessano gli articoli ivi contenuti ed impiegare quei soldi per sostenere associazioni numismatiche, sono iscrtta alla Sni ed al Circolo Numismatico Partenopeo oltre che al Circolo Numismatico Romano Laziale. Trovo vergognoso inoltre la pretesa da parte di alcuni in questa discussione di voler "obbligare" chi non può o non vuole, ormai non voleva, sottoscrivere l'abbonamento. Probabilmente voi "ricconi" non avete idea delle difficoltà che attravesano le persone al momento, beati voi1 punto
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@@Giovanna. Lei conosce qualcuno a cui mancano 4/5 euro al mese per comprare una rivista? Suvvia, siamo seri....1 punto
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E' in bustina, ciò non significa che abbia una perizia, anche se la moneta è sicuramente autentica senza bisogno di averla in mano. A Enrico70 : perchè il tuo amico ti ha preso in giro, e perchè ti devi scusare, numismatic ha inserito le foto, e allora non può essere che quel tuo amico sia anche numismatic?1 punto
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E' facile individuare una spazzolatura da conio, quei segni che si vedono devono essere in rilievo, un conio spazzolato crea dei "solchi" che si riempiono di metallo e quindi li vediamo poi in rilievo sulla moneta. Io penso invece che la moneta sia stata pulita, fosse anche 10 anni fa e quei segni sono, purtroppo segni di una pulizia maldestra! I rilievi sono buoni, i dettagli della corona belli, la moneta sarebbe stata SPL/FDC senza la pulizia.1 punto
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Oggi ho avuto parecchio da fare, tra l'altro mi è capitato in cassa 1 euro RSM 2013 e per caso un gettone del 1947, non intervengo per questo comunque, scrivo qui invece ben sapendo che tra poco leggerà queste righe per fare gli Auguri di Buon Compleanno ad uno dei più cari amici virtuali che ho sul forum, anzi, il principale direi......................... :D Tanti Auguri @Ciccio86................... :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno: :buoncompleanno:1 punto
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No, sono sicuramente la stessa faccia. La scritta che si legge tra le braccia della croce è VE RO N A. E'un denaro coniato a partire dal 1185 circa, quindi al tempo di Federico Barbarossa e la cui coniazione prosegue per tutto il regno di suo nipote Federico II di Svevia. Arka1 punto
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La speranza è assolutamente legittima, così come io ritengo assolutamente pernicioso il substrato ideologico antieuropeista che ha portato a genocidi per secoli e spero scompaia al più presto. Anche questo è assolutamente legittimo, ovviamente1 punto
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Ho già espresso il mio punto di vista sul fatto che il giornale della numismatica, in forma cartacea chiuda. Sono stato abbonato, da quando l'ho scoperta, a CN e poi a GdN. Ho avuto la fortuna di trovare tutti i numeri di CN dal numero 1, fino a quelli da cui ho cominciato l'abbonamento. questo per dire che sono sempre stato abbonato alle riviste. Il mio campo di collezione riguarda il regno ,Vittorio Emanuele III, e la cartamoneta da V.E.III in poi. Nelle riviste non sempre trovavo articoli di mio interesse diretto, ma non per questo disdegnavo la rivista stessa. Ho sempre letto con attenzione i vari articoli su monete romane, medievali, di uno stato o di un altro, l'araldica e le altre rubrica con l'unico scopo della conoscenza. Sono convinto e l'ho già detto altre volte, che la numismatica è studio, è apprendere, è informazione; il campo è talmente vasto che è difficile sapere di tutto, ma questo non vuol dire non leggere di tutto. Appunto leggere: per me leggere è sinonimo di cartaceo, di sfogliare pagine, di sentire "odore" d'inchiostro, mettersi sotto una pianta, su una panchina, sul divano, a letto la sera prima di addormentarsi. Sarò romantico, ma pur consapevole che il futuro sarà digitale, non sarà la stessa cosa leggere un libro o giornale cartaceo e invece leggere su un video di computer. Il tempo cambia, dalla pietra al papiro, alla pergamena, alla carta, al computer. Mi adeguerò, ma non sarà la stessa cosa.1 punto
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Posto i miei due coperchi in piombo di contenitori di teriaca [(a): 10,41 g, F = 37 mm; (b); 5,04 g, F = 31 mm] con la stessa scritta (IHS THERIACA tra croce e volto d’angelo alato con le iniziali C e R sopra le ali) che ne rivela la produzione da parte di un ordine religioso. L’elemento che può dare indicazioni sulla provenienza del farmaco dei rispettivi contenitori con queste chiusure è il trigramma IHS sormontato da una croce che Ignazio di Loyola scelse come proprio sigillo (1541) e successivamente la Compagnia di Gesù adottò come proprio emblema. Che i Gesuiti producessero la teriaca si ha prova nei manoscritti e nelle edizioni a stampa dalla Biblioteca della Farmacia del Collegio Romano, tra i quali la testimonianza più significativa è data dal Ricettario della triaca, di alcuni tipi di trocisci e del mitridato della spezieria della Compagnia di Gesù al Collegio Romano nell'anno 1646, ms. sec. XVII (Ges.1382). Si narra poi che la regina Cristina di Svezia (Stoccolma 1626, Roma 1689), al centro di una notevole attività culturale a Roma dove si era definitivamente stabilita, in occasione della sua prima visita al Collegio Romano nel gennaio del 1656 rimase particolarmente colpita nell’assistere, nella bottega della farmacia, alla preparazione degli ingredienti di erbe, piante, metalli, gemme e altre cose rare per comporre la Treacle (cioè Theriac o teriaca) e il balsamo della vita. apollonia1 punto
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Ciao @@Vince, la moneta si commenta da sola!!! :D :D :D :D . Il Diritto è di ottima fattura, conio ben impresso, fondi lucenti privi di micrograffi, lustro di conio e sul contorno bavetta di conio ( tutti segni di una conservazione impeccabile). Il rovescio anch'esso bello bello bello , ma sembra un pelino meno impresso, d'altro canto non ci sono segni d'usura e con taanto lustro!!!! (se puoi provaci a rifar le foto del rovescio, magari è la luce)...Comunque sia gran bella moneta!!! Sicuramente FDC Questa è la nostra pubblicata qualche mesetto fà .....Penso sia meglio la tua per certi versi :blum: !1 punto
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Buona notte...era una battuta anche la mia e un suggerimento, anche...1 punto
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Fabrizio e Giovan Battista Biblia furono maestri reggenti di zecca di Napoli e nel 1624 idearono due monete antitosatura, il Carlino e il Tarì. Le monete vennero coniate tutte al bilanciere (idraulico) a Torre Annunziata (ho visto dei disegni dell'epoca in un archivio di un mio amico, uno spettacolo!). In allegato posto l'immagine di un Carlino antitosatura, da notare l'impronta appiattita e la superficie priva di avvallamenti, caratteristiche queste tipiche della coniazione al bilanciere. Purtroppo la coniazione non ebbe successo perchè i tosatori pensarono bene di tosare su un solo lato lasciando integro parte del bordo con il valore nominale. Che furboni.1 punto
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URCAAAAA! Ma è la mitica Testa Piccola. Come ho fatto a dimenticarla! Grazie e ciao1 punto
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