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  1. dabbene

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/01/14 in tutte le aree

  1. Io ci provo ancora una volta, testardo come un mulo con una discussione che più generalista di questa non ci può essere, certamente investe l'era moderna, ma quella medievale pure e volendo un po' tutte. Coinvolge tutte le zecche, nessuna esclusa, tutti i periodi, l'argomento è di quelli più importanti e intriganti di tutta la numismatica, tutti i libri lo trattano, e non è certo un argomento difficile basta raccontare...., la discussione è stata preannunciata ora nella sezione curatori, tutti avvertiti.....ora vediamo come sarà la risposta, mi auguro sia un successo....anzi lo deve essere :blum:.... Delle pene e dei castighi.....di cosa parlo, ovviamente di monete false, di monete tosate, di illegalità varie.....ovviamente erano previste pene, alcune atroci, alcune di facciata, certo fu difficile arginare tutto questo..... Mi piace iniziare con quanto detto nel libro che fu dato alla presentazione a Milano della Mostra " Il vero e il falso " e introdurre qualcosa in generale, poi si potrà passare dal generale, al caso di zecca, al bando, al caso specifico del tal falsario.....e via dicendo.... " La gravità della pena è decisa anche in relazione al fatto che i falsari e i loro committenti, civili o spesso facenti parte di istituti religiosi, dovevano normalmente appartenere a un livello sociale piuttosto alto, il che permetteva loro di spacciare la moneta falsa. Sono numerosi infatti i casi di rinvenimento di tracce di officine di falsari all'interno di castelli, di conventi o di dimore signorili. La convenienza a produrre una moneta falsa imitante una autentica in circolazione deve essere legata strettamente al costo dell'operazione. Per questo motivo le monete maggiormente falsificate sono in oro e argento mentre la falsificazione di bronzo dava pochi utili ." Sulla tosatura invece ...." Un fenomeno che si incrementa a partire dalla fine dell'impero, quando i tondelli delle monete cominciano ad assottigliarsi, riguarda la tosatura ovvero la sottrazione di piccole parti di metallo mediante ritagli di bordo. La tosatura è di fatto una forma di alterazione della moneta ufficiale, un intervento non autorizzato che provocava, anzitutto, un immediato calo di peso per le monete, procurava illeciti guadagni agli autori e, spesso, obbligava le autorità al ritiro forzoso delle monete tosate. " Vediamo però anche qualche pena e castigo ora....
    5 punti
  2. Evocato da Dabbene arriva un quattrino di Castro coniato dal suo primo Duca Pier Luigi Farnese, egli fu Signore del piccolo, ma importante Ducato, dal 1537 al 1545. Dei quattrini coniati a Castro se ne conoscono moltissime varanti, dovrei avere altre foto mi sembra, se le trovo le posto tra un po'. Ciao, Giò
    3 punti
  3. Andrebbe vista dal vivo per valutare lo stato effettivo di conservazione, i rilievi sono splendidi ma spesso questo genere di piastra viene valutato anche dallo stato di usura dei fondi e non solo dei rilievi. A prima vista e dalle foto sarei propenso a classificarla con un ottimistico q.SPL.
    2 punti
  4. @@nando12 dalla mia poca esperienza sulle monete napoletane , direi che un qspl lo merita tutto , aspetta però pareri più autorevoli del mio :)
    2 punti
  5. Beh, a vedere tutti questi "mi piace" sono un po' preoccupato... Per quanto riguarda Genova (oltre alle pene capitali per i casi eclatanti) ho letto che tagliavano nasi, mani, orecchie e cavavano occhi ...ma credo che i più siano riusciti a restare impuniti o perché avevano "protezioni influenti" o perché riuscivano da soli ad "espatriare" per continuare la loro "arte" in posti meno pericolosi ...pare non mancasse la richiesta di "specialisti" ...
    2 punti
  6. Ho terminato di leggere questo libriccino che chiamano rivista ma è proprio un libricino ed è fatto in maniera semplice ma ricco di contenuti. Dire che mi sia piaciuto un articolo rispetto ad un altro non ritengo sia giusto. La passione di questi ragazzi va premiata acquistando questo "Il Tondello"Vol.II Tutti gli articoli hanno un qualcosa che istruisce il lettore. Faccio un :clapping: agli sponsor Il volume ,comprese le spese di spedizione, costa solo € 10
    2 punti
  7. Come sempre complimenti a dabbene per la sua capacità di divulgaziione di temi numismatici divulgativi, in grado di coinvolgere tutti gli utenti. In attesa di documentarmi sul tema proposto, riguardo le zecche di mio interesse, vorrei sottolineare alcuni in primis, che il diritto di battere moneta (ius cudendi) spettava all'autorità statale, per cui si comprende come l'atto di falsificare la moneta sia stato considerato un delitto molto grave, comparabile con quello di lesa maestà e da qui deriva la gravità della pena inflitta. Uno dei falsari più celebri fu Mastro Adamo, il cui ricordo è reso immortale dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, che, per le falsificazioni dei fiorini d'oro di Firenze fu arso vivo nel 1281 e inserito, come cotrappasso dal Sommo Poeta nella decima bolgia, quella dei falsari. "Io son per lor tra sì fatta famiglia; e' m'indussero a batter li fiorini ch'avevan tre carati di mondiglia". (canto XXX, vv 88-90)
    2 punti
  8. Ti ringrazio, ultimamente siamo in 2-3 al max che frequentiamo questo post con assiduità, io mi sono interessato a questo tipo di collezione solo pochi mesi fa, qui dentro ci sono altri membri più preparati di me su questa tematica, ma ultimamente la loro presenza latita...
    2 punti
  9. Cara MAP le norme vanno sempre rispettate. La qualifica di bravo numismatico pero' e l'affidamento di progetti di responsabilità la si guadagnano con conoscenza, esperienza e pubblicazioni e non basta un pezzo di carta. Se un dottorando/to in numismatica è bravo porte apertissime ci mancherebbe, ma a quelli che vantano solo il pezzo di carta per reclamare un posto al sole allora preferisco chi ha "provato" di valere con articoli/libri/conferenze/gestioni di progetti etc. C'è un'Italia dei corporativismi che difende supinamente gli interessi di parte indipendentemente dalla validità di chi li reclama e c'è un'Italia aperta, imprenditoriale che accetta e sa condurre le sfide.Nella storia economica e culturale del nostro Paese queste due anime si sono alternate e convivono tuttora.. Vogliamo chiederci chi ha contribuito maggiormente alla crescita del Paese ? ;)
    2 punti
  10. Non vorrei che i resoconti fatti da chi era presente all'evento di Milano abbiano fatto travisare la realtà della situazione in cui versa la regolamentazione del collezionismo italiano e i problemi a lungo dibattuti su queste colonne. Se un certo entusiasmo si è potuto percepire dagli interventi di cui sopra esso è dettato non tanto da un'auspicata svolta nell'atteggiamento dei funzionari del MIBACT, quanto dall'aver dato un segnale di apertura stabilendo un dialogo tra le parti, e venendo da anni di "vuoto pneumatico" dove anche iniziative lodevolissime quali quella ricordata ad opera di Bernardi sono andate a finire in nulla, un minimo progresso sulla situazione preesistente ha quantomeno ingenerato una parvenza di ottimismo. Nessuno si illude che qualcosa sia cambiato e concordo che il punto di vista di un legale deve necessariamente quello di basarsi sui fatti e non sulle aspettative. Tuttavia la vita "è" fatta di aspettative (guai a non averle!) e quindi giustifico pienamente anche le parole di Mario etc. che hanno colto alcuni timidi segnali di cambiamento e li hanno giustamente amplificati nelle loro aspettative. Di buon auspicio , tra l'altro, le parole di Polemarco che ci dà qualche elemento in piu' del cambiamento in atto , almeno in una parte della giurisprudenza. Continuo a voler convincermi che parlare di questi temi, qui sul Forum, ma anche in altre platee, convegni, arene, circoli, etc. alimenti alla fine una corrente di pensiero nell'ecosistema capace se non di influenzare almeno di non essere ignorata dagli attuali decision-maker della regolamentazione in ambito numismatico. E progressivamente, se le voci saranno coerenti e persisteranno, non si potrà non considerarle e recepirle nel lungo termine. Non vi è certezza , ma lasciateci almeno questa illusione :)
    2 punti
  11. Piccola "occasione" pagata 3.90 Euro... la vecchia monetazione del Cipro è tra le mie preferite (manca il pezzo da 1 Mils perchè non era più coniato nel '73) In mano sono un Fdc spettacolare!! Sembra quasi che le monete siano state accuratamente selezionate tra le migliori
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  12. di questa non so il peso.... non capisco se sia fusa o cosa.... forse visigota? forse falsa? sbizzarritevi
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  13. Volevo farvi vedere questo strano libro medagliere che credo risalga almeno al XVII-XVIII secolo. Una volta chiuso sembra uno spesso librone antico rilegato in pelle ma al suo interno contiene 8 vassoi con 30 scomparti ciascuno. Visto in area francese. E' una soluzione che è stata ripresa anche ultimamente da Alberto Zecchi (artigiano fiorentino che espone anche ai convegni di Verona) che produce eleganti libri/vassoi piu' snelli e con un unico scomparto. Evidentemente la soluzione era molto piu' antica, e anche secoli fa c'era ovviamente il problema di dove conservare le collezioni. Anzi, una volta le cassette di sicurezza in banca non esistevano, e quindi i collezionisti che appartenevano piu' che altro alle classi facoltose dovevano cercare luoghi "non ovvi" dove conservare i propri amati tondelli...
    1 punto
  14. @@nando12...non è un indicatore assoluto, ma è uno dei parametri al quale si può fare riferimento in una valutazione generale di una moneta di questo tipo.
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  15. Prego..... Il secondo esemplare è uno Spl
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  16. a nome di Federico III d’Aragona (1496-1501) : -in argento, armellino con F nel campo al rovescio (coniato fino al 1497 ?) [CNI XVIII, pp. 279-280, nn. 1-2]. Alcuni cavalli di rame con lettera L in esergo sono stati erroneamente attributi a Lecce (G.M.Fusco, 1846) ma la lettera potrebbe essere iniziale del nome di uno zecchiere (Liparolo ?) per Napoli [Cagiati 1913-1916, pp. 190-191]. Secondo Maggiulli [1871, pp. 128-129] alcuni documenti potrebbero far riferimento anche ad una coniazione di ‘corone d’oro’ in Lecce al tempo di Carlo VIII re di Francia.. Il Maggiulli supporta tale notizia riprendendo dal Coniger la seguente frase : «in eodem jorno (27 maggio 1495) venne la nova in Lecce al Signor Duca (Giliberto di Bransui vicere della Provincia e conte di Matera) che Otranto avia alciate le landiere e che lo castello se tenea per el re de Francia, el detto duca fe’ cento fanti di Lecce e donò una corona per uno e vinti some di grano» e dalla Cronaca di Notar Giacomo la seguente «A di 20 decto (Gennaro 1497) in dì de Sancto Sebastiano de venerdì fò nova in Napoli come illustre signore don Cesaro de Aragonia havea preso Taranto; et che lo magnifico pyerantonio follario de Napoli regio percettore [sic] della predicta maestà personalmente era dintro lo castello con quactro milia Corone et per condurre li francise ad imbarcare in Brindesi» (le dette ‘corone’ di oro valevano «octo carlini et sey grana»). La stessa notizia, come già detto, riporta l’Infantino :”…in queste abitazioni facea egli battere pubblicamente moneta d’argento e d’oro…” Ma tale attribuzione a Lecce sembra altamente improbabile. SEDE DELLA ZECCA Al tempo del principe Giovanni Antonio Del Balzo Orsini, e precisamente nel periodo compreso tra il 1460 ed il 1463, la zecca (che abitualmente aveva un‘ubicazione centrale – foro, palazzo di governo, piazza del mercato – allo scopo di attirare più facilmente il metallo dei mercanti di passaggio) fu invece posta direttamente nell’abitazione del principe che, come abbiamo già ricordato prima, secondo una corrente di pensiero (Infantino 1634) era nella torre del Parco , solida costruzione che egli aveva iniziato a far costruire nel 1419, ancora giovanissimo, mentre secondo un’altra corrente di pensiero (De Simone 1883, Sambon 1998, Palumbo 1910) era nel castello di città (in castro Licii). Le 2 sedi coincidevano in ogni caso con il centro del potere signorile. Anche le annotazioni contenute nel Quaterno lasciano immaginare che l’ufficio di conio fosse ospitato in castro Licii. La sola testimonianza dell’Infantino (smentita anche dalla Cabella Demani del 1472 che descrive il locum nominato lo Parco senza far menzione alcuna della zecca ) ci riporta alla Torre del Parco, La costruzione della torreripartita in una zona pubblica (il Parco di fuori) destinata a fiere e mercati, che si estendeva fuori delle mura urbane immediatamente oltre porta San Biagio, ed un’altra zona (il Parco di dentro) rappresentata da una cittadella recintata comprendente la torre o Turris prati magni (luogo di delizie e sede della zecca..), sale et camera reale . Per conciliare dati così difformi si può ipotizzare che la zecca di Lecce , nei circa 50 anni di attività, fosse dislocata contemporaneamente in 2 edifici differenti: il castello adibito ad attività contabili, tesoreria ed approvvigionamento di materie prime e la Torre del Parco adibita a laboratorio ed officina monetaria vera e propria; oppure che trovasse spazio, in tempi diversi, sia nei locali del castello sia in quelli della Torre del Parco. E’ difficile stabilire cosa accadde alla zecca di Lecce dopo il novembre 1463 (assassinio del principe di Taranto); l’assenza di documenti lascia il campo alle sole congetture. E’ verosimile che la zecca cittadina, una volta passata sotto il diretto controllo del re di Napoli, abbia avuto sede nel castello di Lecce, nella cui “torre mastra” o Mastio era stato depositato il famoso tesoro del principe fino al momento della sua morte e della successiva requisizione reale ( è nel dicembre 1463 che re Ferrante visita il castello e la torre del Parco ove “ ebbe stanza qualche giorno”) . Per dovere di cronaca va pure riportata un’insistente tradizione popolare, peraltro ripresa da M.Paone, che pone la sede della zecca nelle adiacenze del palazzo comitale di Maria d’Enghien, presso l’odierna piazzetta Pellegrino (un tempo denominata piazza della Zecca !) ove si affaccia il più antico palazzo di Lecce (palazzo Vernazza – Castromediano). BIBLIOGRAFIA: Cagiati M. 1912, La zecca di Lecce, «Apulia» (Martina Franca). Dell’Erba L. 1933, La riforma monetaria angioina e il suo sviluppo storico nel reame di Napoli, pp. 5-66. De Simone L. G. 1874, Lecce e i suoi monumenti descritti ed illustrati, I , La Città, Lecce. De Simone L.G., 1876, Archivio di documenti intorno la storia di Terra d’Otranto, Lecce. De Simone L.G. 1883, Gli studi storici in terra d’Otranto del signor Ermanno Aar, in Archivio storico italiano, IX , p.211. Fiorelli G. 1846, Dichiarazione di alcune monete battute nel reame di Napoli, p 190.”Annali di Numismatica”. Fusco G.M. 1846, Monete inedite. Di alcune monete spettanti ai re di Napoli e Sicilia, in “Annali di Numismatica pubblicati da G.Fiorelli”, Roma, pp.90-96. Fusco G. V. 1846, Notizie intorno alla zecca di Lecce, in «Annali di Numismatica pubblicati da G.Fiorelli», Roma , pp.190-200.pp. 190- 200. Grierson P. e Travaini L. – Medieval European Coinage. Italy (III) 14, Cambridge 1998. Infantino G. C. 1634, Lecce Sacra ove si tratta delle vere Origini, e Fondazioni di tutte le Chiese, Monasteri, Cappelle, Spedali, ed altri luoghi sacri della Città di Lecce, Bologna, 1973 (Rist. anastatica), pp. 213-214, ed editore Pietro Michele 1634. La porta A. 1977, Introduzione a I.A. Ferrari, Apologia paradossica della Città di Lecce, pp. IX-XXXV. Maggiulli L. 1871, Monografia numismatica della provincia di Terra d’Otranto, Lecce. (ristampa anastatica Sala Bolognese, 1977). Palumbo P. 1910, Storia di Lecce, Ristampa della I Edizione, Galatina, Congedo Editore, 1992, Paone M. 1978, Palazzi di Lecce. Galatina, Congedo Editore Petracca L,2009, La zecca di Lecce negli anni della signoria orsiniana in “I domini del Principe di Taranto in età orsiniana”. Lecce, Congedo Editore. Prota C. 1913, Sulla zecca di Lecce, «Supplemento … Cagiati», 3, nn. 11-12, pp. 37-38. Sambon A.1913 b,” I tornesi falsi di Ferdinando I d’Aragona coniati a Napoli, a Barletta,a Gaeta, a Cosenza, a Lecce, a Capua et a Isernia” in Supplemento…Cagiati III, 5 – 7 (1913), 15 – 21. Fine
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  17. A. Sambon, riprendendo le tesi del Maggiulli ed avvalendosi della lettera del Da Trezzo, rinvenuta dal Nunziante nell’Archivio di Milano (Archivio Storico Napoletano,1898), confermava l’attribuzione a Lecce del carlino con la sigla L avvalorando altresì l’ipotesi della sede della zecca nel castello di città. Si riporta di seguito il brano (anno 1463) : “In questo castello de Lici so trovati, tra ducati d’oro et alfonsini, ducati novantatre milia, item in carlini vechij circha ducati trentasei milia et in carlini novi, che faceva battere el dicto Principe de Taranto, circa ducati quindicimilia”. Il principe di Taranto aveva a disposizione risorse per la coniazione anche grazie alla sua flotta che, seppure costituita da imbarcazioni di modesto tonnellaggio, importava dai mercati orientali anche argento, in particolare dalla Dalmazia. Nelle cedole della Tesoreria Aragonese dell’anno 1462, che ci aiutano a datare i carlini, troviamo spesso menzione di mala moneta del principe di Taranto e del duca Giovanni d’Angiò che anche l’Infantino appella “ mali carlini “ riportando la denominazione che il popolo leccese attribuì loro in relazione alla bassa qualità della lega d’argento: -Cedola 40, fol. 5 (24 settembre 1462) :Item hebi de la guardaroba del S.R… ducati cento ad ragione de deice carlini lo ducato, tucti in carlini, tra li quali nce foro ducati quactro de mala moneta, tra carlini aragonesi bactuti, carlini del principe di Taranto novi et del duca Johanni. -Cedola 40, fol. 8…Et tra tucta la dicta summa nec foro carlini trentatre non boni, cioè carlini de ragonesi bactuti, carlini novi del principe de Taranto e del cugno del duca Johanni (Sambon 1916, p.224, Cedola 40, fol 5 e fol. 8, 1462; Dell’Erba 1932-35]. In proposito va precisato che nelle stesse cedole aragonesi si fa sempre distinzione tra i mali carlini del principe di Taranto e quelli del cugno del duca Johannj e le 2 emissioni sono assai diverse nel tipo: il carlino coniato a Lecce per ordine del Principe di Taranto presenta al diritto il re in trono con la sigla L sormontata da un giglio alla sua destra ed al rovescio la croce duplicata di Lorena accantonata da gigli ( che inevitabilmente richiama il carlino coniato da Renato d’ Angiò per Napoli con croce duplicata di Lorena non accantonata da gigli, con un peso oscillante fra gr.2,88 e gr. 3,20 (Museo di Lione, Museo Civico di Marsiglia, Collez. Sambon); il carlino del duca Giovanni, coniato per suo ordine a Sulmona, sempre a nome del padre Renato (1460-1461), presenta al diritto il re in trono con SMPE in cartella ed al rovescio le armi inquartate di Lorena, Bar, Gerusalemme, Napoli ed Ungheria, con un peso oscillante fra gr. 3,25 (collez. Marignoli, poi collez. Reale) e gr. 3,55 (collez.Brambilla). Zecca di Sulmona: Carlino del duca Giovanni D’Angiò, pretendente a nome del padre Renato (1460-61) Le legende sono sovrapponibili nei 2 esemplari, tuttavia il Sambon riporta per il carlino di Lecce 2 varianti di legenda: D/ RENATUS D G R SI HIER – R/ HONOR R IVDICIV DILIGIT (l’onore del re ama l’esercizio della giustizia) (collez. Sambon) e D/ RENATUS D G R SI ET IER – R/HONOR R IVDICIVM DILIGI (collez. Gnecchi). Oltre ai carlini, tra il 1461 e il 1462, il principe di Taranto fece coniare anche tornesi di bassa lega [sambon 1913], prodotti massivamente per pagare le milizie del duca d’Angiò e che erano verosimilmente contraffazioni dei denari tornesi della zecca di Chiarenza, a somiglianza dei denari tornesi coevi attribuiti a Campobasso ma anche a Tocco di Casauria (Pescara), Isernia, San Severo, Lucera, Barletta. Nell’Archivio di Stato di Napoli, Sezione Finanza, si conserva il libro, redatto presso gli uffici della zecca di Lecce e limitato ad un solo anno indizionale (1462), intitolato Quaternus sicle tornensium fabricatorum tempore officii notarii Gabrielis thesaurarii alme Urbis Lici, che rappresenta l’unica fonte in grado di confermare l’esistenza ed il funzionamento di un’officina monetaria in età orsiniana , in assenza ( o scomparsa) di prove documentarie comprovanti uno specifico riconoscimento sovrano per l’istituzione di una zecca cittadina. Se però esso si offre come un campione fondamentale ricchissimo di informazioni sul piano tecnico ( funzionamento della zecca, approvvigionamento della materia prima, direzione amministrativa, rispettive figure istituzionali) tace invece del tutto sulla concessione di conio, sui contratti o eventuali privilegi riconosciuti a zecchieri o monetieri.. Nel Quaterno si fa riferimento a tornesi che in Lecce il principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo continuò a fare coniare anche dopo l’accordo con re Ferdinando (21 settembre 1462) e sino alla sua morte. Se è però vero che in merito a queste monete il Da Trezzo in data 13 aprile 1462 scriveva al duca di Milano : “…niuno li ha voluti ,maxime che vole dare mala moneta, cioè tornesi novi” ed in data 24 luglio 1462 scriveva ancora “ ..le terre del Duca di Melfi hanno cominciato ad refutare li tornesi novi…… et che la gente d’arme stanno de mala voglia per la tristezza de dicta moneta” è tuttavia possibile che a Lecce si siano coniati (dopo il suddetto accordo con il re e forse per suo stesso diretto intervento) tornesi di puro rame allo scopo di riparare al discredito in cui queste monete erano cadute. [G.V. Fusco 1846- C.Prota 1913]. Quali siano i tornesi di bassa lega (tornesi falsi di cui parla il Sambon) o i tornesi di puro rame (di cui hanno trattato prima G.V. Fusco e poi il Prota) non ci è dato sapere, sia per la mancanza di esemplari che di ulteriori necessarie informazioni.. Proprio il Prota ci segnala il nome del tesoriere Gabriele Sensariso che aveva la responsabilità di consegnare ai credenzieri, “ in castro Lici”, i materiali destinati alla fusione, lavorazione e realizzazione delle monete: M°CCCC°LXIJ. Quaterno de spese et pagamenti fatti in la cecca de leze, dove si batte la moneta de rame in l’anno de la X.ma Ind. Del m. cccc.lxij pernotaro Gabriele Sensariso prin.le Thesaurario del comitatu de leze per contro el quale se fa el consimile quaterni pelli credentiri deputati per la principale corte in detta cecca e notario Antonio de Ripalto. G.V.Fusco (1846) riporta i pagamenti fatti da Gabriele Sensariso ad alcuni mercanti (di Trani, Gallipoli, Valona e Corfù) per l’acquisto di rame nei mesi di settembre e di ottobre 1462. Il rame acquistato in quel periodo ascese ad un totale di 1262 libre; il metallo in parte era nuovo, acquistato al prezzo di grana dieci la libra, in parte riciclato da oggetti diversi, come caldaie, acquistato ad un prezzo oscillante fra grana sei e mezzo e grana sei. Prota esaminando il quaderno già preso in esame da Giovan Vincenzo Fusco poté fornire le seguenti ulteriori informazioni: la zecca di cui era tesoriere il notaio Gabriele Sensariso era controllata da don Giovanni Delo arcidiacono di Lecce (pagamento fatto ditto Thesaurario ad dommo Johanne delo archidiacono di Lize soprastante di detta cecca per suo salario ad rasone di unze seij per anno); ‘credenziero’ della zecca era il notaio Luigi Perrone (pagamento fatto per detto thesaurario ad notar Loijsio Perrone credentieri deputato in detta cecca per suo salario ad rasone di unce cinque per anno) e ‘credenzieri dei conti’ erano i notai Angelo Galasso, Francesco e Angelo Marenati (pagamento fatto per detto thesaurario ad notar Angelo Galasso, notar Francesco et Angelo Marenatij credentieri nostro hunti ad aver de uncie quatuor per anni). Il numero di tornesi battuti in quei dodici mesi fu stabilito in ragione di 4.335.261 pezzi per i quali si adoperarono “sedici conii fatti e temperati dal Maestro Antonio Valente di Lecce”. ...................... continua .................
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  18. Mmm...osservando il nummetto, noto che presenta due codoli di fusione, metodo con cui è stato realizzato il tondello. Se è così, escluderei che si tratti di un bronzetto "ridotto ai minimi termini" ma nato già con queste dimensioni e peso ( poco per un bronzo di IV secolo). Questo mi porta a escludere una coniazione di IV secolo e a rivolgere l'attenzione al V secolo. Concordo sulla presenza di una ghirlanda al rovescio, ma più che X mi pare di leggere V e pensando al quinto secolo potrebbe trattarsi del VOT XV in ghirlanda di Valentiniano III ( tra l'altro lo stile della ghirlanda mi sembra coerente con gli altri VOT XV di questo imperatore). Al dritto, poi, vedrei la legenda più come DN PLA piuttosto che come DN CON. Lo stile delle lettere mi pare anche troppo degradato per essere pertinente a una moneta di IV secolo. Non ho al momento il RIC sotto mano per controllare se a quel rovescio corrisponde la legenda con PLA, ma ad ogni modo la mia ipotesi è che potrebbe essere un VOT XV in ghirlanda di Valentiniano III
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  19. Finalmente ho avuto modo di sfogliare il Clive Foss, testo agile e pratico ma ben documentato. La moneta è classificata come emissione della zecca di Emesa (Homs) sotto il califfato di Mu'awiyah I (regno 660-680), pp. 50-51 e pp. 134-137, nn. 64-79. L'inizio delle coniazioni, definite "bilingue" per via della convivenza di caratteri "arabi" e "greci", risalirebbe al 670 e la produzione è stata certamente "massiccia": sono stati ipotizzati 8/16 periodi di emissione e lo studio dei conii ha evidenziato 59 conii di dritto e 63 di rovescio. Esistono molte varianti in base a segni di officina e altri piccoli particolari e, a quanto pare, sono state coniate anche delle imitazioni.
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  20. @@Corbiniano Pensa che il nome della farmacia è rimasto quello ancora oggi. La farmacia, una delle più antiche della città, si trova nel centro storico di Venezia e mantiene il nome dell’antica insegna seguito da quello dell’attuale titolare: Farmacia San Polo - "Alla Colonna e Mezza" - Dr. Burati G. E P. snc Nell’ovale sulla colonna di destra sono scolpite la colonna intera e la colonna/2, più evidenti nel particolare ingrandito. apollonia
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  21. A seguito di una scoperta estremamente importante, il comune, deve poter consentire lo scavo prolungato fino all'acquisto del terreno, ammesso che voglia procedere in quella direzione. Qua da me c'è una bellissima villa tardo romana entro la quale è stato trovato un mosaico molto molto bello: http://www.romanoimpero.com/2012/10/il-mosaico-romano.html (arrivate sino in fondo all'articolo). Come scritto nell'articolo, l'area di scavo si estende sotto un fabbricato, non abitativo, bensì semi-vuoto, nel senso che dovevano adibirlo ad uffici ecc ecc. Ebbene, il comune si sta rifiutando di acquistare il terreno, dopo che era stato proposto un accordo per trasformare l'edificio in struttura museale in situ e i proprietari, ovviamente, non vogliono svendere quello che per loro, al tempo, era stato un investimento, oramai bloccato dal vincolo archeologico. Il mosaico è stato reinterrato e nessuno sa più niente di niente...il destino più probabile, ma che se avviene se ne vedranno delle belle, è che tutto il sito venga rinterrato e coperto. Altra situazione della mia zona: un personaggio famoso dei miei paraggi, ha iniziato a fare dei lavori in casa per ampliare la sua villa. Sono state trovate evidenze di murature etrusche e questo lo portano a denunciare il tutto (è un appassionato, quindi, gli è sembrato normale farlo). La sopraintendenza blocca i lavori per eseguire uno scavo d'emergenza con dei piccoli fondi a disposizione; una settimana non basta, ne occorrono altri, ma i soldi sono finiti. Il signore, che è molto benestante, si offre di poter pagare i lavori, visto che a lui interesserebbe persino una futura musealizzazione nel caso vengano trovati dei bei contesti...chi di dovere, invece di accettare, ma mantenendo i lavori bloccati, cerca fondi, per poi trovarli dall'architetto, che si offre pure lui.... <_< bene, un'altra settimana...ma lo scavo sembra più interessante del previsto...ne serve un'altra di conferma o smentita....piuttosto che prendere i soldi del proprietario, si raschia il fondo dei soldi comunali. Purtroppo per noi e per il proprietario, che era molto interessato, il sito non si è rivelato granché e quindi, tutto si è concluso dopo aver documentato il più possibile. In questo secondo caso, pur di non far spendere il proprietario, ne sono state fatte di nere....... Dipende dalle situazioni e dalle persone che si ritrovano nel mezzo.
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  22. Ripresento la foto della moneta come da catalogo d'asta già messa al post # 1812 con quella di un'altra asta con lo sfregio sulla guancia di Eracle (post # 1796) alla quale avevo deciso di rinunciare. Questa è la mia scansione apollonia
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  23. Complimenti al venditore comunque. Nei canali ufficiali si hanno grandi difficolta' a vendere monete molto migliori di queste, che ultimamente restano spesso al palo e vanno invendute. Evidentemente il mercato non ufficiale ha altre dinamiche.
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  24. Grazie a tutti per le risposte. In effetti al D/quella patina particolare mi ha attirato. Secondo me siamo sul BB+/qSPL ma in ogni caso trattandosi di un millesimo NC e comunque collezionabilissimo ho deciso di inserirlo tra le altre mie piastre con un grado di conservazione un po' più alto.
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  25. o allora che dire di questa "fusaiole"(mi dispiace nome in Italiano non so)....con il suo bucco in parfeto centro.... -_- ....che faceva girare come una trottoia(toupie),il stecco di legno,o osso per fare filo......ne i ditti delicati di donna.... -_- il "thrace"e la providenza...... :lol:
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  26. @@filippo88 , come dice il proverbio: a 5 lire donato non si guarda il bordo!
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  27. No, aspetta, questo che hai postato è lo stemma civico di Cogollo del Cengio (VI): di rosso, a quattro cogoli sovrapposti a piramide al naturale. Qui i quattro cogoli sono pietre da selciato. Mentre l'unico cogolo della famiglia omonima è un attrezzo da pesca. :good:
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  28. Ciao Magdi, Il Tercius è terzo riferito a Ottone III, a presto, Mario
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  29. Ciao, "avvocato". ;) :D Grazie per aver trovato uno stemma Cicogna "serpentifero". Il problema, adesso, è capire se si tratta di una variante consolidata dello stemma, oppure di un semplice vezzo artistico di chi ha disegnato quest'esemplare. Negli stemmi la presenza (o l'assenza) di una figura va sempre valutata (e a volte è più che essenziale). :good: In questo caso, mi piace l'ipotesi avanzata dal nostro amico:
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  31. A questo prezzo si compra. E' una moneta importante, ricercata...chi vuole farsi semplicemente passare lo sfizio di possederla non penso che si faccia troppi problemi a prenderla per queste cifre. Ma secondo voi è puramente un caso che la moda del FDC assoluto ha iniziato a spopolare da proprio quando la Numismatica ha messo massicciamente piede online?
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  32. va dove ti porta il cuore... :clapping: dato che ne hai già continua con San marino sono comunque delle belle monete che si acquistano con poco. L'unico consiglio che ti posso dare è fare acquisti oculati, non farti prendere dalla foga e fretta del "mi manca adesso la prendo" che ti fregano... Se sei agli inizi compra dei lotti a peso anche se avrai doppioni li puoi sempre scambiare, o rivendere almeno riprendendo le spese (se come detto le hai pagate il giusto). Poi pian piano acquisti le monete più costose. Per san marino non ci sono grandi rarità quindi attendi l'occasione migliore. lascia stare per adesso l'investimento e quando avrai acquisito una certa esperienza, vedrai che ti capiterà qualche buona occasione e saprai discerne quali monete acquistare e quali no! :good: Per quanto rigurda la questione euro è una moneta giovane e circolante quindi non si conosce attualmente che valore acquisteranno e se si rivaluteranno, tuttavia per adesso bisogna solo mettere da parte qualcosa, in futuro (nel lungo periodo!) si vedrà! :rolleyes:
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  33. Buona giornata Ho solamente un esemplare di 1/2 soldo, e nemmeno tanto bello ....... sono evidenti i salti di conio. D'altra parte se ne trovano meno rispetto ai soldi. Doge Francesco Erizzo saluti luciano
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  34. Buona giornata Concedetemi di fare l'avvocato del diavolo. :pardon: Il mio modesto convincimento è che si tratti di una cicogna con nel becco un serpentello. Tipica rappresentazione di alcuni stemmi, propri della famiglia Cicogna; a volte il serpentello c'è, altre volte manca, ma non ne farei un punto essenziale. L'iconografia della cicogna, d'altra parte, è troppo riconoscibile e differente da quella dello struzzo, non fosse altro che per il differente piumaggio delle ali e della coda, del differente becco e dal collo. Riguardo alle iniziali MC presenti sul gettone, faccio presente che il capostipite della famiglia Cicogna - Marco Cicogna - quello che, per intenderci, fu ascritto al patriziato ai tempi della guerra di Chioggia, di professione faceva lo speziale. Non era consuetudine per la nobiltà veneziana, a differenza di quanto avveniva in altri stati, abbandonare le professioni commerciali nelle quali avevano interessi, per fare il nobile che vive solo delle proprie rendite fondiarie; non dimentichiamoci che l'aristocrazia veneziana era mercantile.... Possibilissimo che la famiglia Cicogna abbia conservato nel tempo la propria spezieria, magari all'insegna dello struzzo, con la conseguente commistione di cicogne e struzzi .... Riguardo alla iniziali MC, azzardo .... potrebbe essere che MC siano le iniziali del nome di un'altro membro della famiglia Cicogna, magari proprio il capostipite che, all'origine, aveva assunto quello strano stemma "quadriregno", come l'ha definito Corbiniano. Non ho strumenti per cercarlo.....ma questo è terreno di Corbiniano, se non lo trova lui... :pleasantry: saluti luciano
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  35. lira 1863 Milano in fdc a 15 euro... In quale favola se ne parla? la bella addormentata o cappuccetto rosso?
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  36. Uhmmm....nessuna risposta ? ..... la CI e la CY sono di Icopo o Ycobus Cotrullo la sigla A e la C sulle monete di Ferdinando stanno ancora aspettando due nominativi.
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  37. Bè, pensate... uno che comincia così dove potrebbe arrivare... Arka
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  38. Ciao per me BB con + al rovescio....devo essere sincero il D non mi piace tanto, sia per il colore che ha assunto sia per un pò di usura che noto sui capelli e sul volto di Ferdinando ma tutto sommato se deve far parte di una collezione ha trovato il posto giusto...se l'hai presa significa anche che ti piace.
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  39. Ciao Mattia, Tutti, penso, desidererebbero aver certezza che il denaro speso sia anche denaro investito, ovvero protetto ed eventualmente in qualche misura rivalutato nel tempo. E' la prima domanda che mi sono posto anch'io quando ho cominciato ad acquistare qualche oggetto da collezionare (moneta o non), magari andando oltre un certo limite di spesa immaginato o prefissato ... ;) Purtroppo la certezza di scegliere il cosiddetto cavallo vincente non esiste (del resto non esiste da nessuna parte al mondo). Esistono certamente scelte più o meno oculate, ma, anche le più "solide", possono essere soggette alle intemperanze del mercato, delle mode e dei trend. In ogni caso la variabile più importante è il tempo ( e non certo un breve lasso di tempo). Ed il tempo, si sà, può riservare sorprese (in tutti i sensi). Basare le proprie scelte solo su una "scommessa al rialzo" mi pare comunque la peggior via da percorrere. Scegli quello che più ti interessa e che ti piace, e che possibilmente abbia solide fondamenta, sia in senso storico che di qualità .... :D
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  40. Ciao @@Liutprand, La ho chiamata monetina perchè preferisco le monete da studiare, sopratutto quelle in bronzo o mistura. La ricerca ha un fascino unico che non paragono ad una moneta perfetta che non richiede alcuna ricerca; la si può guardare ed ammirare, ma dove è lo studio delle lettere quasi illegibili? Penserai che sono strano, ma quanto mi piacciono i "cavallucci" o i "mezzo denaro regale"! Ti saluto. Amedeo
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  41. E' in islandese naturalmente :) http://brim.123.is/blog/2010/12/16/493815/ http://tile.is/page/35538/
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  42. con tutti quei colpi, io la giudicherei al di sotto del BB
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  43. Sorpresona !!!! Taglio: 2€ Nazione: Malta Anno: 2013 Tiratura: N.D. Condizioni: SPL Città: Palermo Note: news e mancante
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  44. Riesci a vedere almeno l'anno? se è del 1915 è molto comune, è stata coniata con lo stesso millesimo per molti anni a venire, potremmo chiamarla un "riconio originale" ad opera della zecca austriaca, in questo caso non ha proprio un vero interesse numismatico, è stata concepita per essere tesaurizzata ed inoltre varrebbe solo l'oro contenuto.
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  45. sinceramente a me sembra un denaro piccolo di Savona del cosiddetto periodo comunale. . . dal lato dell'aquila (molto stilizzata ma ruotando la foto di 90° in senso orario la si mette diritta) si legge la legenda COMUNIS dal lato croce mi sembra di intravedere delle lettere della classica legenda di quei denari MONETA SAONE è una moneta che come rarità è da considerare Non Comune e che esiste in numerosissime varianti; infatti è una materia ancora da approfondire per verificare l'attribuzione di tutte le tipologie. Quelle esistenti son tutte in condizioni mediocri, quando non pessime.
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  46. Nel museo civico di Venezia si conservano delle tessere del millecinquecento simili a medaglie di bronzo che pare fossero designate per ricognizione a quelle autorità, magistrature, o invitati che presenziavano alla confezione della triaca. Secondo Girolamo Dian in Cenni storici sulla farmacia veneta, per una di queste tessere è possibile correlare le iscrizioni con l’antica insegna della farmacia dello Struzzo d’oro. Eccola (bronzo: 26,2 g, 36, 8 mm). Su entrambe le facce l’iscrizione in giro è MDLIX * FINA * MDLX7. Su una faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le iniziali (o il millesimo) M C, c’è una figura che il Dian non sa interpretare. A me dà l’idea di una bambola con grandi fiori ai lati. Sull’altra faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le lettere Z C, il Dian vede uno struzzo che tiene nel becco un serpente e da qui l’attribuzione della tessera alla spezieria con questa insegna. Secondo il Voltolina, invece, non si tratta di uno struzzo ma di una cicogna e quindi la tessera non è da attribuire alla farmacia dello Struzzo d’oro ma alla famiglia Cicogna. Effettivamente l’uccello mi sembra più somigliante a una cicogna che a uno struzzo, tanto più che negli stemmi araldici ho visto delle cicogne con un serpente in bocca, ma non degli struzzi (veramente sembrava che uno tenesse nel becco un serpentello quando in effetti si trattava di un ferro di cavallo). Volevo sapere l’opinione degli amici e in particolare di Corbiniano, al quale chiedo anche l’eventuale identificazione della ‘bambola’ nello stemma di destra. apollonia
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  47. In tale quadro, l’attività del Comando Carabinieri T.P.C. ha registrato, nei primi dieci mesi di quest’anno, 3233 controlli ad esercizi, mercati e iere antiquariali, tra i quali gli antiquari del settore numismatico, con un incremento del 6,38% rispetto al medesimo periodo dell’an­ no precedente ed il recupero di 11.582 monete di natura archeologica. L'articolo di interesse si conclude come evidenziato nella parte sopra. Tale enunciazione é tipica dei comunicati istituzionali che devono sintetizzare i risultati conseguiti al fine di motivare le proprie funzioni e quindi la propria esistenza. Questo aspetto conta tanto. Un Comando cc territoriale concluderebbe il proprio comunicato con una sintesi di quante rapine sventate, quanti ladri arrestati e quanti delinquenti denunciati per garantire la sicurezza dei cittadini. Allo stesso modo il comando TPC parla di controlli, denunce e sequestri legati alla tutela del bene culturale. In ogni caso non credo che sia un attacco esplicito ai collezionisti ma si prefigge l'obiettivo di tutelare quei beni che sono stati illecitamenti sottratti e quindi scoperti e non denunciati alle Soprintendenze. La sentenza della cassazione in evidenza sappiamo bene che é stata superata da altre sentenze successive che hanno assolto e favorito la restituzione delle monete di collezionisti coinvolti in procedimenti penali. Ricordo che i procedimenti penali non si risolvono tutti allo stesso modo in quanto le Procure competenti sono diverse, i Giudici sono diversi e soprattutto i nostri casi non sono tutti uguali. L'articolo a mio avviso non si esprime a norma di legge ma fa riferimento ad alcuni principi rendendoli praticamente obbligatori ma che di fatto non lo sono e mi riferisco ai seguenti principi: 1. onere della prova da parte dell'imputato e non credo che in un ordinario procedimento penale valga questo punto 2. le monete devono essere catalogate (ma chi lo dice) 3. chiedere autorizzazione alla Soprintendenza per il possesso (non é un obbligo di legge e a mio avviso si confonde con il concetto che é necessario informare o meglio denunciare alla soprintendenza il ritrovamento fortutito della moneta rinvenuta. 4. avere un pedigree della moneta che dimostri la provenienza della moneta alla data precedente al 1909...questo aspetto mi sembra complesso e difficile da realizzare in quanto stiamo parlando di circa 100 anni fa e non possiamo di certo svegliarci nel 2014. Non abbandoniamo le nostre passioni in quanto si vive una volta sola Non credo che le Forze dell'Ordine siano interessate a perseguire i collezionisti in quanto la legge per adesso non vieta il collezionismo di monete antiche. Per evitare problemi cerchiamo di tracciare sempre quello che compriamo o scambiamo con fatture, scontrini e dichiarazioni anche in carta semplice dell'avvenuto passaggio, pertanto compriamo da persone note che quindi siano facilmente rintracciabili in caso di controlli dell'Autoritá giudiziaria. Infine classifichiamo e studiamo le nostre monete lasciando una traccia che puó essere anche su questo bellissimo forum alla visione di tutti.
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  48. Caro Rodolfo anche per me lo scambio di opinioni è costruttivo. Nessuno ha la verità infusa e purtroppo le brutte sorprese sono dietro l'angolo. Convengo con te che è molto importante il momento in cui si acquista e che non sempre si ottengono guadagni. Io l'unica volta che ho deciso di vendere all'asta un lotto di monete, avvenuto di recente, quando ho deciso di concentrarmi solo sugli aurei dei Savoia, ho spuntato un 12% di commissioni, che sarebbe sicuramente sceso al 10% se il valore fosse stato superiore. E il realizzo che ho ottenuto, rispetto a una media di 6-7 anni di vetustà di acquisizioni, è stato circa del +15%. Nulla di trascendentale, ma neanche un tracollo. Su altri esempi di monete in argento o anche in oro meno ambite sono d'accordo con la tua visione e anche con quella di @@rorey36. La verità è che la forbice tra le grandi rarità e le monete comuni si va ampliando. Buona collezione! Un saluto Max
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  49. Si anche Cristina Welzel risponde in italiano........ insomma non ci sono problemi credo che sia una delle migliori case d'asta per organizzazione e disponibilità in Europa. Se diventi un loro cliente partecipando a tutte le aste ed anche se non acquisti sempre, capita che può arrivarti prima la moneta e poi il conto, come ha scritto anche Piergi00........Forse l'unico "neo" ma molto poco ininflunte perche ci sono sempre delle buone foto e descrizioni dettagliate è nella classificazione della conservazione a volte un pochino alta,diciamo un mezzo punto o un quarto di punto in più della realtà ma non sempre.
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