Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/09/14 in tutte le aree
-
Caro @@dabbene, ancora una volta con le tue interessanti discussioni sei riuscito a farmi fare un passo indietro nelle mie decisioni :). Volevo aggiungere qualche notizia su cosa avveniva a Napoli nel periodo vicereale. La falsificazione monetaria e tosatura era molto diffusa e, nonostante le pene severe, difficile da contrastare. Mi permetto quindi di riportare alcuni passi tratti da "Diurnali di Scipione Guerra": 2 marzo 1621 furono giustitiati tre altri huomini per haver falsificato le monete regie. Martedì mattina 2 di Marzo furono appiccati al Mercato tre poveri afflitti. Il primo si chiamava Francesco de Ruggiero de Lettera; era di età d’anni 35 in circa e di arte lanaiuolo. … Il secondo afflitto fu Anello Festa alias Esposto napolitano cortellaro d’anni 30 in circa. … Il terzo fu placido Bruno passamanaro nato alla Cava e cresciuto in Napoli d’anni 30 in circa. Appare chiaro quindi che la pena per i falsificatori era la pena capitale e veniva applicata senza remore. E' interessante infatti notare come per altri reati quali omicidi e furti, a volte la pena capitale venisse tramutata in carcere a vita o in una "crociera" sulle galere, mentre per i falsari solitamente la forca (o peggio) era l'unica pena. 18 Marzo 1621 Alli 18 di marzo giovedì fu giustitiato un genovese (Andrea Boesio di Savona, mercante di anni 23 in circa) alle Mortelle per haver tagliato e falsificato le monete non ostante che huomo ricco. 23 marzo 1621 Furono pigliati molti huomini per monetarij, e tra essi cinque preti, et havendoli rimessi al loro ordinario, ma fu ordinato dalla Vicaria che si portassero legati sopra cavalli con le barde insino a quelle carceri, dove andavano a 27 di marzo. Esser preti ( ma non ricchi) salvava dalla forca ma non dal carcere... 14 agosto 1621 fu giustitiato (appiccato al Porto al Maio) un monetario huomo attempato (Pier Giovanni Guatiero, sarto), il quale fu tradito da un suo amico per guadagnare quello, che la Corte per sue prammatiche ha promesso a simili huomini indultanti; et essendo andato in Vicaria il relevante per la porzione che li spettava del tradimento fatto all’amico, non havendo il fisco prae manibus quello che veramente gli competeva, ne le volle dar parte, dicendoli che fusse tornato, che haveria havuto sodisfatione; ma non volendo lui ricever la parte di quello che si credeva goderse con l’altrui sangue, non volle ricevere cos’alcuna, e si partì per andarsene a casa sua; ma incontratosi per strada con il figliuolo del condannato a morte, fu da quello ucciso, poco godendo il tradimento e meno il prezzo di quello. Scolpatione: Il quale dechiarò come era falso quello haveva deposto, cioè che Natale Calza tagliava la moneta con lui. In questa giustitia si abbrusciorno la tavola et altre cose che servivano per tale effetto vicino la forca, in modo che ‘l crucifero non potè stare al suo luogo solito, ma fu necessario fermarsi vicino la scala dall’altra parte d’avanti. Si appiccarono dippiù nella stessa forca due para di Forbici. Eccoci di fronte alla figura del delatore che, in cambio di immunità e denaro, denuncia il suo ex socio (figura tristemente diventata nota con la lotta al brigantaggio in epoche successive). Pentito forse dall'esito della sua spiata rifiuta il denaro promesso ma incappa nella vendetta del figlio del condannato. Ovviamente il condannato nega le accuse ma senza esito. Interessante osservare come, a dimostrazione della colpevolezza ed a futura memoria, venga bruciato ciò che è servito a tosare le monete e che nella stessa forca fossero appese le forbici utilizzate per tagliare le monete. 20 agosto 1621 furono giustitiati due monetarij uno dei quali portava una forbice appesa in canna, come tagliator di moneta, e l’altro uno cugno, con il quale cugnava falsamente la moneta regia. 21 agosto 1621 furono mandati in galera due inquisiti, e tormentati per monetarij, ma non confessi; et andarono tutti pieni, così nella canna come per la persona di cugni, forbici e d’altri stigli pertinenti a quel maledetto mestiero, con li quali furono trovati e pigliati carcerati; e si fe ad imitatione dell’illustre D. Pietro di Castro Conte di Lemos 1616 che all’hora era Vicerè di Napoli; et è venuta in tanta facilità questa falsificazione e tonsione di moneta, che ben può dirsi, che vi è necessaria la mano di Dio per liberarci da tal peste, non bastando le tante prammatiche, e nuovi tormenti, e di giustitie nuove, poiché sono tanti li carcerati, e tanti quelli, che si carcerano in dies, che è una maraviglia, e non è per finir mai. Martedì 31 agosto furon pubblicate altre prammatiche contro detti monetarij, orefici, bancherotti et altri. Appare evidente quindi che anche all'epoca ci si chiedesse come fermare questo "maledetto" fenomeno e si invocava l'aiuto divino per cercare di fermare quella "peste" emanando nel contempo nuove leggi contro i falsificatori. ... continua ...5 punti
-
Quasi trecento anni fa, tra le rovine di una chiesa del borgo di Bagnoregio, torna alla luce un anello recante l'immagine di un volto ed alcune lettere misteriose, inizia così la storia di una preziosa testimonianza della conquista longobarda in Italia. Il terremoto del 2 giugno del 1695 a Bagnoregio, aveva provocato ben 32 vittime e causato il crollo di molte case, torri e chiese. Il 5 settembre del 1726, quindi circa trent’anni dopo, la confraternita della chiesa di S. Pietro, posizionata al limite sud della contrada di Civita, chiese al suo tesoriere, Nicola Pompei, di raccogliere il materiale buono rimasto tra le rovine. Durante questo compito il tesoriere venne colpito da un insolito riflesso dorato che veniva da sotto il mattonato nel lato sinistro sotto l’altare, dentro al presbiterio. Il riflesso era quello di un anello d’oro semi-nascosto tra pezzi di mattoni e calcinacci, formato da una piastra circolare delimitata da una cornice perlinata ed incisa con l’immagine di un uomo con barba e capelli divisi al centro da una scriminatura. L’anello ritrovato da Nicola Pompei nella Chiesa di S. Pietro a Civita di Bagnoregio Intorno alla testa dell’uomo alcune lettere precedute da una croce formano il nome “AUFRET”. Nicola Pompei non fece in tempo a pulirlo che l’anello gli fu tolto dalle mani dal canonico Giuseppe Quintarelli, che, nonostante le proteste dei membri della confraternita di S. Pietro, corse subito a consegnarlo nelle mani del vescovo Onofrio Pini. Il vescovo decise di disfarsi del prezioso anello, a causa delle “liti tra i diversi pretensori”, affidando questo delicato compito al fratello Muzio che ritroviamo a Roma in trattativa con un grande collezionista di opere, il marchese Alessandro Capponi. Inizia così una serie di passaggi di mano dell’anello tra diversi collezionisti, fino ad arrivare al 1871 quando fu venduto al Museo Victoria and Albert di Londra, dove ancora oggi è conservato. Questo anello apparteneva ad Aufret, un Longobardo di rango elevato vissuto a Bagnoregio. Probabilmente scrisse a papa Gregorio nell’anno 600, utilizzando questo anello per apporvi il proprio sigillo. La lettera era stata inviata per proporre al pontefice un candidato alla carica vescovile della zona. Aufrit infatti è l’altissimo rappresentante dell’etnia longobarda che arrivò a Bagnoregio nel 593 con l’avanzata di re Agilulfo verso Roma e che collaborava con papa Gregorio per riorganizzare l’ordinamento diocesano in questa regione dell’alto Lazio, definita come frontiera tra i territori longobardi e bizantini.4 punti
-
Voglio aggiungere un'altra chicca che riguarda Genova. Nei primi anni del 1800 c'era un prete, don Pietro Bava, povero in canna con madre e sorella da mantenere assalito dall'ossessione di far quattrini, ma visto che le male azioni lo ripugnavano pensò che l'alchimia fosse l'unico mezzo per averne a fiumi. Contattò tale Merello che pareva avesse la ricetta per trasformare il metallo in argento, il Merello non volle cedere la preziosa ricetta ma, visto che i materiali per avviare la produzione erano costosi, propose una società: lui avrebbe messo la "ricetta segreta" e don Pietro tutto il necessario per avviare la produzione, in più aggiunse che con il famoso "latte verginale" si sarebbe potuto successivamente trasformare l'argento prodotto in oro. Il fine ultimo del delinquente era di giocare con la faciloneria del prete, ormai in suo completo potere, per potergli scaricare la responsabilità di battere monete false nei locali che aveva a disposizione. Solo che non doveva essere un gran falsario tanto è vero che riuscì a spendere poche delle monete prodotte perchè fu subito smascherato e denunciato alle autorità insieme allo sprovveduto sacerdote. Il Merello finì sulla forca e di don Pietro, denunciato all'autorità ecclesiastica, non se ne seppe più nulla.4 punti
-
Queste sono le monete che mi piace postare Taglio: 2€ Nazione: Germania Zecca: Amburgo (J) Anno: 2006 Tiratura: poche Condizioni: BB ... ellissima ! Città: Palermo Note: mancante4 punti
-
Chiedo scusa se vi ho annoiato con questi miei post ma mi premeva far notare come a Napoli (figuriamoci poi nel regno) come in questo periodo trattato (1621-1627) fosse così diffusa la falsificazione delle monete nonostante le pene fossero severe ed applicate rigorosamente. Tortura, confessione, impiccagione nei migliori dei casi. E quelli riportati sono solo quelli riportati nel testo e comunque solo quelli incriminati... chissà in quanti l'hanno fatta franca. La falsificazione era arrivata ad un punto che la moneta falsa (intesa anche in senso lato come di peso scarso) era considerata la causa principale del malessere del popolo. Visto queste premesse è facile poi immaginare quando qualche anno dopo, facendo seguito alla rivolta di Masianello, fu proclamata la Repubblica Napoletana... Liberati dal giogo spagnolo la falsificazione, in particolare delle monete in rame fu così estesa che alla fine le monete circolavano liberamente (almeno stando ad alcuni rinvenimenti). Passo la mano ora :).3 punti
-
@@eliodoro Ho appena letto Conte Marcellino (Chronicon): 1) non parla della durata dell'assedio 2) Illo "arripuit" (afferro', ottenne, si prese) la tirannide con Leonzio nel 484; 3) nel 488 "interrex" Leonzio ed il "tiranno" Illo, presa la fortezza, sono decapitati e le loro teste, conficcate sulle aste, spedite a Costantinopoli 4) Conte Marcellino e' un ministeriale ed i termini (diciamo amministrativi) che usa sono necessariamente precisi: Leonzio è un fantoccio in attesa di passare lo scettro ( interrex); è' Illo quello che comanda sul serio (tiranno). Per chi ha studiato un poco di greco, il Rex ( il basileus) comanda per diritto, il Tiranno lo fa per aver conquistato il potere con la forza. Polemarco3 punti
-
Ringrazio tutti per i complimenti... ma credo ci siano utenti più meritevoli che sicuramente verranno "premiati" nei mesi successivi. Grazie ancora a tutti ed allo staff in particolare che ha preso questa decisione.3 punti
-
... segue ... Giugno 1622 furon fatti prigioni alcuni monetarij, li quali per non poter fare più zannette, essendo levate, falsificavano le monete nuove; i quali doppo aspro tormento non confessi, furono mandati in galera detto mese di giugno. 21 ottobre 1622 fu pigliata la casa di Imperia Carnevale donna libera, ove si falsificavano monete, e con essa tre altri, due de’ quali ne sono trovati clerici. 27 novembre 1622 fu giustitiato uno monetario di quelli, che furono pigliati in casa di Imperia Carnevale, et a quella sotto titolo d’indulto l’ha fatto gratia della vita, ma condennata a perpetuo carcere in domo poenitentiae, quali furon fatti prigioni, come ho detto, a 21 di ottobre. 24 dicembre 1622 furono pigliati carcerati due cavalieri di piazza, che mi vergogno nominar le famiglie, per monetarij; la onde Sua Eccellenza mandò un viglietto in Vicaria, che si facesse perquisizione dell’inquisiti per tal causa, e che si osservassero con rigore le regie prammatiche, e che sfrattassero tutti dal regno, con darli termine competente. 16 gennaio 1623 furono giustitiati due monetarij, i quali furono condotti alla morte sopra due carri, i quali andavano guarniti di tutte quelle ordegne, che per far monete servivano, a cui furono prima tagliate le mani, e poi appiccati, uno a San Severo, e l’altra a Piazza Larga, dove havevano commesso li delitti. Vita dura quella del falsario... e anche quando si è scontata la pena ecco riaprirsi le porte del carcere... La falsificazione era uno dei peggiori reati. 25 gennaio 1623 Sua Eccellenza fe dar ordine alla Vicaria, che facesse carcerare tutti l’inquisiti per monetarij, così laici come clerici, etiam quelli che per simili delitti si erano indultati, o che fussero stati liberati o aggratiati dai suoi antecessori, e tra gli altri fu carcerato uno, che per tal delitto era stato condannato a dieci anni in galera, e ne era uscito, e fu di nuovo mandato per altri anni dieci in galera. Ma non basta... se ci si è macchiati di quel delitto bisogna andar via... 4 marzo 1623 si pubblicorono nuove prammatiche contro dell’inquisiti per monetarij, acciò in ogni modo sgombrino il regno, con imponervi pena di dieci anni di galera a chi non sfrattasse. 6 marzo 1623 furon pigliati carcerati in Carvizzano casale di Napoli molti che fabricavano monete false in casa di Giuseppe P. colti in fraganti mercè dell’indultatore complice. ... continua ...2 punti
-
Punto numero 1: http://www.lamoneta.it/topic/30771-lamonetait-ritrovamenti-fortuiti-e-metaldetector/ Punto numero 2: L'educazione viene prima di tutto Punto numero 3: Ti è stata più volte segnalata la normativa in vigore e da quanto dici noi non ci dobbiamo preoccupare in quanto "hai già provveduto tu per le autorità"... a questo punto non ti resta che chiedere informazioni proprio all'autorità che hai contattato, loro sapranno darti tutte le informazioni che cerchi.2 punti
-
da queste foto, senza dubbio moneta "sudata" nel senso di indossata, proveniente da montatura/ciondolo. ovviamente autentica.2 punti
-
@@UmbertoI, tranquillissimo :blum: Chi ha occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.2 punti
-
Ciao. La Germania è uno "squadrone" impressionante. Il suo gioco collettivo ricorda quello del Barcellona di Guardiola e ieri i veri "brasiliani" sembravano i tedeschi, I padroni di casa sono stati umiliati, prima ancora che dal risultato, dal gioco della Germania, con un possesso della palla che è prerogativa solo dei veri Campioni e che faceva sembrare i carioca una squadretta di infima divisione da incontrare per un allenamento di rifinitura. Si dirà che la mancanza in difesa di Thiago Silva e in attacco di Neymar, sia la causa principale della debacle; ma questa è una giustificazione che regge fino ad un certo punto e che non è accettabile per una squadra come il Brasile che aspirava a vincere i mondiali e che non può evidentemente dipendere da due giocatori. Fra l'altro, il Brasile anche con T.S. e Neymar non ha mai convinto fino in fondo, riscattandosi forse solo contro la Colombia. Ora la finale più probabile sembra essere Germania-Olanda, considerato che nell'altra semifinale l'Argentina non potrà schierare il fortissimo Di Maria. Per me la Germania rimane la squadra che ha espresso il miglior gioco di questi mondiali, a prescindere da chi si aggiudicherà la coppa. Saluti. M.2 punti
-
"Chiunque smetta di imparare è un vecchio, che abbia 20 anni o 80. Chi continua ad imparare, giorno dopo giorno, resta giovane. La cosa migliore da fare nella vita è mantenere la propria mente giovane ed aperta." Henry Ford2 punti
-
Potevano essere 8 con quello fallito fa Ozil ma va bene lo stesso! Finale meritatissima dalla Germania e speriamo che l'altra sia l'Olanda.2 punti
-
Uno sguardo più da vicino il marchio di zecca sarebbe bene—ho letto che alcuni di loro vengono repunched (presso la zecca). Bella moneta! Ai miei occhi un facile EF+ = SPL, forse meglio, a seconda delle superfici. E un cosa comprare! Ma tu sei più coraggiosa di me. Avrei comprato esso veloce a 30—negli Stati Uniti una controfferta si spegne un'offerta e dà il potenziale venditore la possibilità di aumentare il suo prezzo! Non so se è l'altra varietà che si parla, ma c'è qualcosa chiamato "coda Bar" 1890cc, in cui una sgorbia nello strumento di moneta ha prodotto una banda larga di metallo al rovescio tra coda-piume di Aquila (a sinistra) e la corona nella inferiore (di sopra E di ONE). Grande moneta. Sono così felice per voi! Non so se mai nuovamente in Italia il vecchio e localmente famoso americano TV show "Bonanza", impostata nel vecchio West, ma se lo fanno, guardate la mappa del ranch "Ponderosa" nei titoli di apertura... che confina con la Carson City. ;) v. --------------------------------------------------------- A closer look at the mintmark would be good—I read that some of them come repunched (at the mint). Nice coin! To my eyes an easy EF+ = SPL, maybe better depending on the surfaces. And what a buy! But you’re braver than I am. I would have bought it quick at 30—in the U.S. a counteroffer extinguishes an offer, and gives the prospective seller a chance to raise his or her price! I’m not sure if it’s the other variety you mention, but there is something called a “Tail Bar” 1890cc, in which a gouge in the coin-tool has produced a wide band of metal on the reverse between the eagle’s (leftmost) tail-feathers and the wreath at bottom (above the E of ONE). Great coin. I am so happy for you! I don’t know if they ever rerun in Italy the old and locally-famous American TV show “Bonanza,” set in the old West, but if they do, look at the map of the “Ponderosa” ranch in the opening credits…it abuts Carson City. ;) v.2 punti
-
Purtroppo, come alcuni di voi avranno avuto modo di vedere, sono apparsi in piazzetta ed in altre aree del forum messaggi di spam ed espliciti post di carattere pornografico. Siamo intervenuti quanto prima (su segnalazione telefonica di @@linda e @@matcor, che ringrazio molto), abbiamo eliminato gli interventi e reso inoffensivo questo individuo. Non escludiamo inoltre una segnalazione alle autorità competenti. Lo staff del forum si scusa con tutta l'utenza per l'accaduto e vi invitiamo ad informarci celermente qualora simili situazioni dovessero ripresentarsi.1 punto
-
Di Geta denari se ne trovano a iosa, ma assi, dupondi e sesterzi poco o niente, complimenti ad entrambi Sent from my GT-I8190N using Lamoneta.it Forum mobile app1 punto
-
Fossi io avrei fatto subito un'encomio a questi due bravi ragazzi. questi ragazzi hanno dato massima efficienza al loro lavoro, dando esempi di professionalità e spiccato senso del dovere. Bravi Bravi e ancora Bravi... complimenti saluti da nando121 punto
-
Capisco la riservatezza ed è molto difficile riuscire a riprodurre nei dettagli e colore l'immagine di una banconota falsa. Però avevo letto nei precedenti posts che queste banconote false erano state subito riconosciute negli USA, tanto che alcuni turisti sardi hanno avuto problemi…. Se le hanno riconosciute subito (e bisogna vedere quanto subito) devo presumere che, almeno ai loro occhi, negli USA, questi falsi non erano poi così eccezionali….1 punto
-
Nel fine settimana ho avuto un bel colpo di fortuna... ;) Sono andato al solito mercatino antiquario della mia città e tra i vari banchetti ne scorgo uno con un raccoglitore di monete USA che il venditore mi dice di avere appena acquistato...inicuriosito lo sfoglio e noto diversi pezzi di medio interesse tra cui Indian Head cents, Liberty Head nickels, molto argenti comuni come i Washington quarters ed i Roosevelt dimes...passo oltre e noto una pagina piena di dollaroni Morgan e Peace...ad una prima occhiata sono tutte date comuni, ma poi osservando i rovesci delle monete noto che uno dei dollari ha il famigerato segno zecca CC sotto l'aquila... Chiedo il prezzo dei dollari al venditore il quale dice "30 euro al pezzo"...contratto selvaggiamente per un paio di minuti ed alla fine ci accordiamo per 25 euro per un bel dollaro Morgan targato Carson City...direi di aver fatto un discreto affare... :D L'esemplare è datato 1890 ed è stato coniato in 2.309.041 pezzi, da come ho capito esistono due varianti per tale annata, ma non ho ancora compreso in che cosa consista la differenza... Oltre alla grande soddisfazione per aver fatto l'affare, sono molto contento pure per essere entrato anche io nel club dei possessori di dollari Morgan coniati a Carson City...anzi si tratta in effetti del primo pezzo in assoluto di tale zecca (anche per gli altri tagli), ad essere entrato in collezione... E veniamo alle foto...purtroppo non sono il massimo della nitidezza però penso che rendano bene l'idea...cosa ne dite per la conservazione? Penso che sia buona, ma non mi sbilancio, sarei curioso di avere prima qualche vostro parere... :) @@villa66, @@petronius arbiter1 punto
-
S002 ed S006 sono le più comuni ovunque. Riguardo le S001 e S003 dipende dalla zona. Qui da me di queste ultime due se ne trovano abbastanza. Ovviamente in quantità molto minori rispetto alle 002 e alle 006, in particolar modo per quanto riguarda la 001. Per la S004 da quel che io sappia nessuno l'ha mai trovata almeno in Italia e la S005 mi sa che non è mai stata stampata.1 punto
-
ancora grazie ad entrambi! :D Sono comunque monete di mio zio, il quale mi ha chiesto di cedere, quindi inserirò un annuncio anche in base a ciò che mi avete detto. Non voglio "truffare" "lucrare" ecc..su nulla, anzi, mi piace essere quanto più onesto possibile.1 punto
-
Ok Mario, adesso il concetto é nitido, complimenti per la discussione e per il ragionamento. Tommydedo non lo conoscevo, bello conoscere persone che collezionano lo stesso periodo...1 punto
-
... segue ... A volte si cerca una cosa e se ne trova un'altra... una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla pirateria ed alla falsificazione monetaria. Caso veramente particolare. Meno male che i poveri pescatori furono liberati... 23 marzo 1623 nel castello di Nisita furon pigliati prigioni da 25 persone, alcuni per pirati, altri per monetarj, et altri per altre cause, come si dirà; poco prima era stato saccheggiato un vascello genovese, chiamato Liuto, carico di molte robbe, qual veniva da Ripa; e le robbe furate erano state portate da i pirati a ponere in salvo in detto castello di Nisita, qual castello lo teneva affittato Giovanbattista di Gennaro, amico intrinseco de li detti pirati, e perché la fama vola, et erano venuti da Sua Eccellenza due marinai del vascello saccheggiato, che erano remasti vivi, gli diedero raguaglio del furto, e la via che havevano fatta quei rattori e li designò quella via; si fe congettura che potevano essere andati a quel castello, come veramente fu; laonde Sua Eccellenza havendovi mandato il capitano Michele Ruiz con la sua guardia, quello li diede sopra subito improviso, e trovò non il furto e rattori di quello, ma ritrovò che cugnavano monete d’argento e d’oro con li cugni e tutte l’ordegne necessarie per tal mestiero, e così pigliorono otto huomini, che rubbato havevano, perché furon nove, ma uno si nascose nell’isola, e non fu mai più visto; il capo d’essi fu l’abbate Titta Mazzola, et altri sette marinari di diversi luoghi; gl’inquisiti delle monete furono: per capo il suddetto Giovanbattista di Gennaro complice similmente al furto, l’abbate Ottavio Lavaneo, fra Marc’Aurelio Soldiero, l’abbate Vitale, Ciccuzza siciliana amica del Lavaneo et altri, furono anco pigliati a quell’isola che stavano pescando Paolo de Curtis e Lutio Fonseca suo creato, et Oratio con un altro suo creato; l’esito dei quali fu questo, li pirati furon condennati a morte e ne furono giustitiati nove, donandoli per capo il Gennaro, a cui troncarono la testa, il Titta Mazzolacon i sette marinari strascinati per Napoli furono appiccati, e tutti avanti del castello, luoco solito per i pirati giustitiati, e ciò fu il mercoledì santo 12 d’aprile. Quelli delle monete, il Lavaneo fu mandato all’arcivescovato, dove fu tormentato e liberato, il Vitale fu liberato dopo alcuni travagli, fra Marc’Aurelio fu mandato in Roma a Sua Santità, il Curtis con loro creati furono abilitati. 9 luglio 1623 fur pigliati prigioni da 30 huomini, che falsificavano le monete con tutti li stigli pertinenti a tal mestiero, capo de li quali si disse che fusse un sacerdote, che per modestia taccio l’ordine, e furono traditi da Cicco Jovene, il quale s’indultò, e li prese Capitan Modarra. Anche falsificare "per necessità" non trova perdono... 20 luglio 1623 fu giustitiato uno, che faceva monete di rame con cugni falsi, quale confessò nel tormento, che lui ne faceva tre carlini il dì, solo quanto li bastava per il vitto. 29 novembre 1623 andorono a giustitiarsi tre persone, due huomini et una donna, uno era romano, l’altro genovese per monetarij, e furono appiccati fuori Porta Reale luogo del delitto, e poi alla donna fu fatta gratia della vita, havendola disterrata fuori dal regno. ... continua ...1 punto
-
FASE C L’ultima fase C, sebbene di breve durata e probabilmente coincidendo con il governo di Telys, una espressione forse di parte dell’oligarchia avversa al partito pitagorico e che si scontrerà fatalmente con Crotone nel 510 a.C., appare piuttosto complessa e si articola in diversi gruppi, caratterizzati da elementi aggiuntivi. Si nota una certa evoluzione anche stilistica. In realtà è molto complicato creare una corrispondenza tra questa tabella riassuntiva, basata sulle variazioni epigrafiche, con la sequenza dei conii (alcuni numeri non mi tornano) e nel libro è difficile seguire il ragionamento della Spagnoli, specialmente se non si ha di fronte almeno le tavole fotografiche. Comunque vediamo alcuni stateri che appartengono a questa ultima fase della prima Sibari, anche in base alla reperibilità delle immagini nei vari database di internet. Prima si hanno le lettere MV in esergo e NIKA in alto (nella tabella riassuntiva, al gruppo A, si è scordati di aggiungere le parole Nika). Ecco due esempi: NAC 52/2009, n. 34 g. 8,03 = Spagnoli 251a NAC 25/2003, n. 33 = Jameson 346 g. 8,04 = Spagnoli 252a (le prime due lettere di NIKA usurate e illeggibili e con MV in rilievo all’esergo del rovescio) Poi abbiamo MV (dopo VM) in esergo, da solo oppure accompagnato da simbolo (ramo o foglia). Il bordo del rovescio diventa spesso radiato: Ponterio 8/01/2013, 41 g. 7,95 = Spagnoli 253?a (senza simbolo) Paris, Luynes 54 g. 7,85 = Spagnoli 258d (col simbolo ramo) Kuenker 143/2008, n. 49 = Lockett 458 = Spagnoli 265a NAC 39/2007, n. 5 g. 7,81 = Spagnoli 270a NAC 27/2004, n. 44 = Sambon Canessa 1927, n. 379 g. 7,78 = Spagnoli 275a Peus 380/2004, n. 119 g. 7,75 = Spagnoli 282a (con MV in legamento) Per i dracmi: Princeton University 913 (coll. Payne) g. 2,27 = Spagnoli 1050a M.u.M. D. 15/2004, n. 919 g. 2,46 = Spagnoli 1057a Per gli oboli abbiamo al rovescio ancora la V entro M, ma con globetti variamente disposti, con almeno uno all’interno… Al diritto persiste VM all’esergo, che poi scompare: LHS 102/2008, n. 40 g. 0,41 = Spagnoli 2048a ArtCoins 7/2013, n. 88 g. 0,42 = Spagnoli 2054a Hirsch 264/2009, n. 40 g. 0,26 = Spagnoli 2055a Successivamente, forse negli ultimi anni di vita della prima Sibari, compare questo obolo, che è un unicum (già appartenuto alla collezione Moretti): NAC 25/2003, n. 32 g. 0,45 = Spagnoli 2056a Per il momento è tutto.1 punto
-
Mannaggia pensavo di aver chiuso il caso :blum:, giusto non avere certezze mai comunque.....l'aquila è quella di Vittorio Amedeo II di Savoia , quella siciliana è ben diversa, coronata, più grossa.....per il momento posto quella stilizzata di Vittorio Amedeo II, se poi qualcuno vuole confrontarla con quella siciliana....e postare anche quella.... Sul peso non c'è scritto LIBURNINA c'è LIVORNINA che è il gergo con cui veniva definito il tollero col porto ( MIR pag. 36), il peso comunque copre il peso del tollero anche quello della fortezza e indubbiamente in Sicilia in quei anni 1718 -19 regnano i Savoia, da cui presumo anche TARI, e l' R C che è Regia Camera. In poche parole sui pesi, da quel che si capisce venivano messi i nomi in gergo delle monete, LIVORNINA, PEZZETTA e non quelli che sono in leggenda cioè LIBURNI, spero di averti convinto....però sempre giusto avere più punti di vista a disposizione, questo sempre....1 punto
-
Spesso i cronisti antichi riportano come avvenuti in un corto lasso di tempo, eventi che invece si produssero in un tempo maggiore. Leonzio fu incoronato imperatore a Tarso il 19 luglio del 484. L'esercito di Zenone l'8 agosto del 484 sconfisse quello di Leonzio ad Antiochia: quindi dopo la sua incoronazione Leonzio si recò ad Antiochia. Sconfitto, si ritirò in Isauria, terra natale sua e di Illo, dove organizzò la resistenza a Zenone. Forse è ragionevole pensare che l'esercito di Zenone ci mise un certo tempo per conquistare l'Isauria e che solamente al finale Leonzio con gli ultimi fedelissimi si sia rifugiato nella fortezza di Papurio e che ciò che durò quattro anni non sia stato l'assedio vero e proprio, ma la progressiva conquista del territorio?1 punto
-
1 punto
-
Quindi cercando di riassumere e non certo risolvere.....il peso di 26, 83 gr. potrebbe equivalere a quello del tollero col Porto di Livorno, ma alla data del 1719 non veniva coniato più, ma potrebbe come peso corrispondere a quello sempre tollero con la fortezza di Livorno e qui come data ci saremmo. Con la pezza della rosa non ci saremmo come peso, perché in effetti inferiore. Sulla terminologia adottata LIVORNINA ripercorriamo un po' la storia, il primo toponimo della città è LIVORNA, secondo alcuni il nome della città viene dal latino LIBURNA o dal nome del popolo dei LIBURNI. Sulle monete viene effettivamente riportato LIBURNI, c'è anche da dire che il tollero col porto viene anche chiamato LIVORNINA ( come risulta anche sul MIR ), quindi non si può escludere una libera interpretazione e un mix di tutto questo.....1 punto
-
ciao Umberto I, io colleziono solo la Toscana e quel periodo, per quanto riguarda il 1719 non conosco pesi monetali di 26,5 grammi, il tollero di Livorno pesa 27 grammi circa, la pezza della rosa 25 circa. La scritta 6 tari indica la provenienza Siciliana, mentre la scritta Livornina sembra indicare Livorno in Toscana, solo le cose non tornano affatto pervia che sulle monete da mezzo tollero, appare scritto Liburni e non Livornina e pesano poco più di 13 grammi! credo quindi non abbia attinenza con le monete Toscane. la seconda invece del 1718 potrebbe indicare con il peso superiore ai 27 grammi il peso del tollero di Livorno, ma anche qui le cose non tornano come per quella del 1719 poiché i tolleri di Livorno finirono con Cosimo III e l'ultima data di coniazione per essi era il 1704. quindi l'unica vera attinenza per date e peso si rifanno alla fortezza di Livorno, per Cosimo III finite nel 1720 e del peso di 27,2 grammi circa. mai sentite chiamare Livornine ma Fortezze casomai! io sono molto dubbio su quei pesi monetali, non conosco i 6 Tari, ma ti posso dire con certezza che le monete Siciliane non venivano coniate a Firenze e idem per quelle di Firenze in Sicilia, quindi non trovo riscontro nella storia delle monete in Toscana. spero di esserti stato utili saluti Fofo1 punto
-
@@nando12 io ho detto dieci a prescindere dal numero di caratteri...le proporzioni effigie/usura/tondello a me hanno richiamato subito un 10 tornesi non so dirti perchè,...se fosse stato un 2 tornesi in quello stato l'effigie sarebbe stato molto più illegibile..invece il faccione è lì :D1 punto
-
1 punto
-
nonostante Polemarco abbia ragione da vendere, Di seguito è declinato λέων, -οντος, "leone"....quasi in fondo... http://it.wikipedia.org/wiki/Terza_declinazione_del_greco_antico apparentemente il monogramma in greco all'accusativo è meno strano di quello che anch'io avrei pensato.... http://www.uni-koeln.de/phil-fak/ifa/zpe/downloads/2000/133pdf/133123.pdf e meno strano è trovare l'accusativo nelle legende della monetazione greca da - Dictionary of roman coins http://www.forumancientcoins.com/Dictionary_Of_Roman_Coins/dictionaryByPage.asp?page=41 punto
-
io consiglierei invece a te prima di inviare la risposta o la nuova discussione di cliccare su ANTEPRIMA per vedere se sei riuscito a inserire le foto, come difatti non hai fatto, quindi : 1) ogni qual volta si chiedono informazioni circa il valore, l'identificazione o la conservazione di una moneta è bene mettere foto grandi, fronte e retro, visibili, con meno sfondo possibile, il peso e il diametro delle stesse, cosa qui fatta in parte 2)chiedere, non pretendere l'aiuto degli utenti tenendo presente che in questo sito nessuno è pagato per fare ciò che fà ma dedica il proprio tempo disinteressatamente per aiutare gli altri 3) evitare risposte ironiche o che in qualche altro modo possano offendere la sensibilità di chi vuole aiutarci saluti1 punto
-
Che roba... Quando cominceranno a circolare potremo farci un 2 commemorativo dell'inizio della cicolazione degli Euro di Andorra per quanto ci stanno tenendo sulle spine.1 punto
-
ahahhaha porca miseria, meno male che non ho ancora combinato guai! sono proprio ignorante :( Grazie a voi però, in questi pochi giorni che sono iscritto, ho già imparato tantissime cose (nella vita non si smette mai di imparare), siete grandi :)1 punto
-
Questione di punti di vista... a mio parere, pur se non evidentissima, la chiusura della B c'è: Ecco un esemplare più centrato dove si può vedere la B non completamente chiusa:1 punto
-
1 punto
-
Scrivo per ringraziare coloro che nel segnalare la falsità della moneta hanno indicato i punti da osservare, al fine di aiutare anche i meno esperti a farsi l'occhio ed invogliare anche agli altri che rispondono circa l'autenticità delle monete a fare lo stesso. Va fuor dubbio che mi dispiace per nando 12, perciò affermo sempre la necessità di segnalare i punti da osservare al fine di renderci tutti più o meno dotti in materia e a non incorrere in delusioni1 punto
-
@@nando12 come in tutte le storie , il tuo parente è stato vittima di un sola e non se ne è accorto :)1 punto
-
1 punto
-
Un sincero ringraziamento a @@petronius arbiter che ci ha regalato due storie assai curiose e capaci di dipingere bene il colorito mondo in cui questi falsari hanno vissuto e sviluppato il loro particolarissimo mestiere. La storia di Ciulla mi aveva particolarmente incuriosito per i principi che avevano mosso questo strano artista verso la produzione dei falsi.. Riguardo i falsi vorrei, ancora una volta, mettere in luce tutti quelli emersi durante la digitalizzazione dei materiali del Museo archeologico di Firenze. Sul portale, grazie alla splendida funzionalità di ricerca filtrata, voluta fortemente dai creatori (tutti lamonetiani) e realizzata dal bravissimo @@incuso, potete vedere moltissimi falsi settecentesti e ottocenteschi, realizzati probabilmente proprio da quelle botteghe orafe specializzate nell'esecuzione di copie quasi perfette. Ecco una lista dei falsi fino ad ora caricati: http://medagliere-firenze.lamoneta.it/collocazione.php?parolebarra=&parole=&legendacercata=&riferimenti=&collocazionecercata=&autemitt=-&zecca=&nominale=&flan=-&flanesemplare=riproduzione+per+fusione&materiale=-&minpeso=&maxpeso=&mindia=&maxdia=&minassi=&maxassi=&minanni=&maxanni= In qualche caso il falso è stilisticamente addirittura più bello del vero e diventa complicato capire se il'esemplare è autentico o una copia d'autore. Ricordate il sesterzio di Nerone? Fonte Cataloghi Online http://medagliere-firenze.lamoneta.it/immagine.moneta/c105361 punto
-
Certo che mi accontento, le foto professionali possono anche essere perfette, ma quelle fatte dagli appassionati hanno tutto un'altro fascino :good:1 punto
-
Grazie per l'apprezzamento e, come promesso, sì, almeno un'altra ce n'è Restiamo sempre in Italia, ma ci spostiamo dal sud al nord, per parlare di colui che è passato alla storia come "il Re" (dei falsari, naturalmente). L'attività di Attilio Pollastri, nato a Genova sul finire dell'800, inizia quando quella di Ciulla finisce, nel 1922. O, per meglio dire, anche lui viene arrestato per la prima volta in quell'anno, e incomincia così a farsi conoscere. Figlio di un funzionario delle dogane, a differenza del Ciulla non era mosso da alcun ideale di giustizia e uguaglianza sociale, ma semplicemente dalla convinzione, avuta fin da ragazzo, che guadagnarsi la vita onestamente sarebbe stata un'impresa superiore alle sue forze Ancora giovanissimo, Pollastri si impiega nella bottega di un orafo di valore: di giorno impara a modellare orecchini e monili, di notte si ferma in officina a battere monete d'argento. In pochi mesi riesce a guadagnare ben 30.000 lire di denaro buono smerciando le sua monete anche direttamente alle banche, che le accettano senza difficoltà. Passa poi alle banconote, ormai sempre più diffuse, ma la progressiva svalutazione monetaria gli gioca un brutto tiro. Pressato dai suoi "clienti", che per via della svalutazione gli chiedono una quantità sempre maggiore di banconote false, finisce per perdere la necessaria tranquillità e per mettere in circolazione biglietti non proprio perfetti, che lo portano nel 1922, come detto, al primo arresto. Da quel momento è un continuo entrare e uscire di prigione: in tutto passerà in carcere quasi 20 anni della sua vita. Quando è fuori, prova ogni tanto a cercare un lavoro onesto, ma tutte le porte gli si chiudono in faccia, e non può far altro che tornare all'antico mestiere. Si dice addirittura che una volta sia stato rapito, in Piemonte, da due poliziotti, che lo costrinsero a fabbricare denaro falso minacciando, altrimenti, di denunciarlo. Fabbricava qualche milione al giorno, e non gli lasciavano nemmeno i soldi per comprarsi le caramelle di cui era ghiotto...suo unico vizio Nel 1944, dopo aver scontato l'ennesima condanna, considerata la svalutazione della moneta, si dà alla fabbricazione di clichés dei tagli da 5 e 10 mila lire. In regione Scorticata di Ponzone d'Acqui, in una vecchia casa da caccia, impianta la sua zecca clandestina; non si circonda però di compagni abili, tanto che nel 1948 i carabinieri di Acqui scoprono il suo rifugio sequestrando clichés, macchine stampatrici, carta filigranata ed oltre 5 milioni in biglietti da 5 e 10.000 lire perfettamente falsificati. Il processo, l'ultimo a suo carico, si svolge nel 1949 presso la Corte d'Assise di Alessandria. Gemino Mutti, nel già citato Il falso nella cartamoneta, ne fa una gustosa ricostruzione: "A un certo punto il Presidente ordinò che fosse portato in aula il corpo del reato. Un usciere avanzò faticosamente sorreggendo un valigione legato per traverso con uno spago di canapa; aiutato da un carabiniere lo depose sul tavolo e lo sciolse. Una cascata di biglietti da 10.000 si rovesciò davanti agli sguardi increduli del collegio giudicante. Per alcuni minuti ci fu un silenzio assoluto in aula, poi il Presidente tolse dal proprio portafogli una banconota di uguale taglio e cominciò a confrontarla con quelle incriminate; in breve, anche i giudici popolari lo imitarono, e anche gli avvocati e il pubblico ministero che intanto si erano avvicinati al tavolo. Denaro buono, denaro falso passava di mano in mano sotto la luce delle lampadine. Disegno, filigrana, carta, arabeschi, inchiostri, colori...tutto identico. Il denaro di Pollastri si confondeva col denaro della Banca d'Italia in modo perfetto. Quando si trattò di richiudere la valigia, giudici e avvocati non riuscivano più a trovare le loro banconote...erano naufragate nel mare di denaro falso. Fu chiamato d'urgenza il perito della Banca d'Italia che assisteva al processo in veste di osservatore. Non ci si raccapezzò nemmeno lui. Alla fine il Presidente dovette far aprire l'usciolo della gabbia dell'imputato: 'Pollastri, venga a restituirci il nostro denaro, per favore. E segni con la matita copiativa le banconote di sua produzione, così non ci saranno più confusioni' Attilio Pollastri firmò con un sorriso di trionfo alcuni milioni di lire, poi ritornò in gabbia." Viene condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, e questo nonostante la Banca d'Italia si fosse rifiutata di presentarsi come parte civile, si dice in segno di riconoscenza per aver ricevuto da Pollastri alcuni preziosi "consigli tecnici" su come riconoscere e prevenire le falsificazioni. Consigli che, sebbene non ufficialmente, sembra siano stati tutti accolti e messi in pratica Attilio Pollastri esce definitivamente di prigione nell'agosto del 1956. Morirà qualche anno più tardi, non prima però di averci lasciato una vera e propria chicca. Un video, girato nel 1958 per la Settimana Incom, nel quale mostra la sua competenza nel riconoscimento delle banconote contraffatte. Buona visione [image] [/image] petronius1 punto
-
mi ero dimenticato di dirvi che in mano è ancora più bella che dalle foto...sono soddisfatto :)1 punto
-
Non bisogna essere esperti .... Basta cercare dove sono le tracce del Conio. Nei famosi distacchi dai piani non vedo nessuna traccia del conio. Tutto e uniforme e non per un pulitura drastica. Le famose espansioni del metallo , dove sono . Quelle che si vedono , sono solo espansione della cera. Poi ognuno vede quel che vuole, non è buono il tetra arcaico di Syra e non è buono questo deca. Se poi si cerca ancora sul bel catalogo ......... Buona domenica a tutti. Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum1 punto
-
Tranne le bustine in acetato (potete metterle qui dentro e poi nelle classiche bustine) tutte le altre, o poco o tanto, non fanno bene alle monete, comprese quelle dei Periti, tanto per intenderci1 punto
-
chi di voi collezione schede telefoniche??le comprate ancora?quante ne avete??tipologia?1 punto
-
Ho da poco acquistato questa moneta: Ferdinando II° - Tallero 1621, zecca di Pisa (vedi immagine allegata). Il peso è g. 27,9 ed il diametro mm 42. La qualità è decisamente apprezzabile, azzarderei SPL/BB+. Ho pagato per la moneta in questione circa 850 Euro e ritengo che il prezzo pagato sia più o meno giusto. Ne ho trovata una identica, ma di qualità inferiore all'asta Nomisma 31 (lotto 668, mi pare di ricordare). La moneta in questione, giudicata RR, era stimata ben 2.000 Euro. Qualcuno sa dirmi, dal momento che non ho i realizzi dell'asta, se è stata venduta e a quanto? Grazie mille! Raffaele :rolleyes:1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?