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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/11/14 in tutte le aree

  1. Beh, l'avrei trovata ...ma non capisco come funziona... Ha cinque sicurezze: tre bei lucchettoni, che sono uno spettacolo, ma anche quei due bottoni sul dorso numerati con IV e V che potete vedere anche nella foto del totale (sono quelle due borchie più alte di tutte le altre) che sfiorandole sono mobili ma non capisco il loro funzionamento. Ovviamente questo è un pezzo da museo prelevato da una nave genovese del XV secolo, null'altro è dato conoscere. Di fronte a questa sono un po' come il protagonista della canzone di Carosone ...non avendo le lettere di Rosina ne il ritratto di "zi' Sofia" e neppure tutto il resto ....potrei metterci la mia collezione di monete genovesi...che hanno più o meno lo stesso valore ... Saluti e buona estate a tutti.
    6 punti
  2. :lol: ...ciao..!..io l'ho educata a fare la bella cagnolina quando vede un objectivo di machina foto....guardatela!!!prendendo vento per trovare cinghjale o volpe...!..tutta la sua passionne.......e poi,paura di vuoto non ne a..!! :angel: ma penso...la sua piu grande passionne sono io..!!!.. :lol: :blum: :blum:
    4 punti
  3. Merlino, da 12 anni compagno di mille avventure :)
    3 punti
  4. Buon giorno a tutti, dopo tantissimi giorni di astinenza vi voglio postare 3 monete (non so se sono news) trovate da amici in Grecia. Taglio: 2 euro CC Nazione: Grecia tipo A e tipo B Anno: 2103 Tiratura: 742.500 - 742.500 Condizioni: qFDC Città: Santorini (Grecia) P.S. scusate se nella scannerizzazione ho dimenticato di mettere il mio nick (fatemi sapere se devo rifarla).
    3 punti
  5. Buon giovedi sera a tutti ogni promessa è debito e prima di seppellire in cassetta il plateau di Carlo Felice per chissà quanti anni, eccoVi in condivisione l'ultima gemma, la più fulgida, anche se corredata da una conservazione certamente modesta, anche se in fondo, considerato di che si tratta, non credo del tutto disprezzabile. L'esemplare è in collezione dal 2009 e qualcuno degli utenti più acuti ne riconoscerà senz'altro la provenienza da nota asta pubblica. E' una data/zecca della quale, in base a mie ricerche, è molto difficile mettere in fila più di venti diversi esemplari sulla faccia della Terra, forse sono di meno. Stavolta un pochino di orgoglio me lo si conceda, siate buoni :) Un salutone M
    2 punti
  6. Sono di Bergamo. Ma mi sono innamorato della monetazione di Ferdinando IV e ho messo in piedi una piccolissima collezione, nei limiti delle mie scarse possibilità finanziarie: sei piastre, una mezza piastra, un carlino, un 8 tornesi, un 6 tornesi, un grano e due 9 cavalli tra cui un 1804 di cui vado molto fiero :)
    2 punti
  7. La mia Tata :) Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum
    2 punti
  8. Bravo Poemenius. E' certamente così. Interessante la pseudo-legenda che è ciò che ha reso sempre molto introgante questo nummo. Chi lo coniò realmente? Appare solamente dopo la conquista di Cartagine da parte di Belisario, anche se non si può escludere in modo definitivo che possa essere stato coniato durante il regno di Gelamir. Ma attribuirlo a Gelamir appare incoerente: non quadra il peso medio, 0,55 g su un campione del nostro database di 225 nummi, e soprattutto non quadra la pseudolegenda, in quanto sin dalla fine del regno di Guntamundo la monetazione di bronzo vandala è sempre con legenda nominale. Che lo abbia coniato Belisario sembra la cosa più probabile: ma perché con pseudolegenda? E se fosse una coniazione da parte della zecca itinerante ches eguiva l'esercito di Belisario ma destinata unicamente ai gruppi mauri e berberi che si erano momentaneamente alleati ai bizantini accomunati dal comune nemico vandalo? Spesso questi nummi provengono dalla Palestina ed è in quella terra che sono stati trovati alcuni ripostigli... C'è bisogno di idee originali che sappiano proporre proposte sensate da poi mettere alla prova dei fatti, insomma, persone creative che usino soprattutto l'emisfero sinistro del cervello :)
    2 punti
  9. Ecco qui un nuovo...cioccolatino sardo......una vera delizia per gli appassionati scusate se le foto non sono delle migliori....ma fatte al volo...appena arrivata
    2 punti
  10. salve, potete darmi un vostro parere sulla conservazione di questa moneta con eventuale valore economico approssimativo.
    2 punti
  11. Ti ringrazio, purtroppo anche i tarì di Filippo IV senza sigle non vengono considerati Lanciano da nessuno, ci sono anche i documenti che attestano la sua coniazione a Napoli, ecco la stessa moneta ma classificata Napoli da un noto commerciante. http://www.ebay.it/itm/261459303091?ssPageName=STRK:MEWAX:IT&_trksid=p3984.m1423.l2649 Ti ringrazio nuovamente e comunque per la tua gentile attenzione. :good:
    2 punti
  12. la faccia è da ruotare 90° in senso orario. vedrete il volto e due pallini di pseudo legenda o almeno a me cos' sembra
    2 punti
  13. Pur trattandosi di un gadget, costituisce un madornale errore numismatico. La prima moneta di Paperone è nota per essere un decino, perciò una moneta da 10 Cents e non da un Cent.
    2 punti
  14. Grazie a tutti! Per me è un onore condividere con Voi i miei pezzi più cari. Certamente sentire i complimenti mi fa piacere, ma mi rende molto più felice far partecipe il Forum di queste monete. Allora a presto con un nuovo regnante Savoia e con le sue rarità !!
    2 punti
  15. No, no ....ma che acquisto ....è esposta in un luogo super-blindato! Io ho solo avuto il piacere di vederla e toccarla.... e fotografarla ...
    2 punti
  16. Viviamo solo per scoprire nuova bellezza.Tutto il resto è una forma di attesa (Kahil Gibran)
    2 punti
  17. Amedeo, penso di aver capito perche' vuoi vedere la moneta ..... troppo simile al follaro RV CA TA .... vero? :P
    2 punti
  18. Taglio: 50 cent Nazione: San Marino Anno: 2013 Tiratura: 132.000 Condizioni: qFDC Città: San Marino Note: È la moneta con tiratura più bassa in mio possesso tra quelle circolanti.
    2 punti
  19. Quasi trecento anni fa, tra le rovine di una chiesa del borgo di Bagnoregio, torna alla luce un anello recante l'immagine di un volto ed alcune lettere misteriose, inizia così la storia di una preziosa testimonianza della conquista longobarda in Italia. Il terremoto del 2 giugno del 1695 a Bagnoregio, aveva provocato ben 32 vittime e causato il crollo di molte case, torri e chiese. Il 5 settembre del 1726, quindi circa trent’anni dopo, la confraternita della chiesa di S. Pietro, posizionata al limite sud della contrada di Civita, chiese al suo tesoriere, Nicola Pompei, di raccogliere il materiale buono rimasto tra le rovine. Durante questo compito il tesoriere venne colpito da un insolito riflesso dorato che veniva da sotto il mattonato nel lato sinistro sotto l’altare, dentro al presbiterio. Il riflesso era quello di un anello d’oro semi-nascosto tra pezzi di mattoni e calcinacci, formato da una piastra circolare delimitata da una cornice perlinata ed incisa con l’immagine di un uomo con barba e capelli divisi al centro da una scriminatura. L’anello ritrovato da Nicola Pompei nella Chiesa di S. Pietro a Civita di Bagnoregio Intorno alla testa dell’uomo alcune lettere precedute da una croce formano il nome “AUFRET”. Nicola Pompei non fece in tempo a pulirlo che l’anello gli fu tolto dalle mani dal canonico Giuseppe Quintarelli, che, nonostante le proteste dei membri della confraternita di S. Pietro, corse subito a consegnarlo nelle mani del vescovo Onofrio Pini. Il vescovo decise di disfarsi del prezioso anello, a causa delle “liti tra i diversi pretensori”, affidando questo delicato compito al fratello Muzio che ritroviamo a Roma in trattativa con un grande collezionista di opere, il marchese Alessandro Capponi. Inizia così una serie di passaggi di mano dell’anello tra diversi collezionisti, fino ad arrivare al 1871 quando fu venduto al Museo Victoria and Albert di Londra, dove ancora oggi è conservato. Questo anello apparteneva ad Aufret, un Longobardo di rango elevato vissuto a Bagnoregio. Probabilmente scrisse a papa Gregorio nell’anno 600, utilizzando questo anello per apporvi il proprio sigillo. La lettera era stata inviata per proporre al pontefice un candidato alla carica vescovile della zona. Aufrit infatti è l’altissimo rappresentante dell’etnia longobarda che arrivò a Bagnoregio nel 593 con l’avanzata di re Agilulfo verso Roma e che collaborava con papa Gregorio per riorganizzare l’ordinamento diocesano in questa regione dell’alto Lazio, definita come frontiera tra i territori longobardi e bizantini.
    2 punti
  20. Buon giorno amici del forum, Cerco le immagini fotografiche di una moneta di Roberto II principe di Capua (1127 al 1135). Purtroppo la moneta è solo disegnata ed è riportata solo dal CNI pag. 248 tav. XIII N° 11 e Sambon, • Repertorio », n. 834. La moneta è conservata nella Bibliothèque nationale de France e proviene dalla collezione Engel. Ho provato a contattare il Direttore (Frédérique Duyrat,Telefono: 01.53.79.83.40, Fax:01.53.79.89.47, Email: [email protected]), ovviamente in francese, ma non ho ottenuto risposta. Ora ho bisogno di qualcuno che sia in contatto con il direttore o con responsabili della Bibliolteca per poter avere le immagini fotografiche ed eventualmente notizie sulla moneta. Vi ringrazio ed attendo il vostro aiuto. Grazie Amedeo Figliolia
    1 punto
  21. @@francesco77, ho indovinato, la prima moneta del conte cesare coppola è il mezzo carlino del 1759
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  22. Per chi non ha grandi cifre da spendere ed è molto appassionato a questa monetazione, sempre più intrigante e rivoluzionaria, all'inizio e spesso, deve accontentarsi :good: ........quando si ama la monetazione che collezioni tutte le monete sono "buone" e "belle" purchè sono le proprie !! ;)
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  23. Non mi piace! E' di una freddezza terribile!
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  24. ...la foto per quanto dettagliata, purtroppo non sostituisce una osservazione diretta, lente alla mano...rimandiamo tutto al convegno di Riccione....vorrei che fosse studiata e che fossero espressi dei pareri, moneta alla mano.
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  25. Piccole grandi soddisfazioni................................ :D 2 Euro Italia 2002 con asse ruotato di circa 220°.......................................
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  26. Codin. orig. p. 43 - Giorgio Codino - Scriptores originum Constantinopolitanarum - https://archive.org/details/scriptoresorigi00unkngoog Marcel. Chr. – Chronicon del conte marcellino - http://www.thelatinlibrary.com/marcellinus1.html ECCOLO (484) VII. Theodorici et Venantii 1 Illus natione Isaurus, dignitate magister officiorum, amputata apud comitatum auricula Orientem Zenoni infestus inuasit. Porro cum Leontio tyrannidem arripuit. 2 Totam namque per Africam crudelis Hunerici Vandalorum regis in nostros catholicos persecutio inportata est. Nam exulatis diffugatisque plus quam trecentis triginta quattuor orthodoxorum episcopis ecclesiisque eorum clausis plebs fidelium uariis subacta suppliciis beatum consummauit agonem. 3 Nempe tunc idem rex Hunericus unius catholici adulescentis uitam a natiuitate sua sine ullo sermone ducentis linguam praecepit excidi, idemque mutus quod sine humano auditu Christo credens fidem didicerat, mox praecisa sibi lingua locutus est gloriamque deo in primo uocis suae exordio dedit. 4 Denique ex hoc fidelium contubernio aliquantos ego religiosissimos uiros praecisis linguis manibus truncatis apud Byzantium integra uoce conspexi loquentes. Haec Arrianorum crudelitas in religiosos Christi cultores supra scriptis consulibus mense Februario coepit infligi. (485) VIII. Symmachi solius Longinus Zenonis frater Augusti, post decennalem custodiam, quam eidem Illus apud Isauriam inflixerat, ad germanum suum Constantinopolim aduenit. (486) VIIII. Longini solius Iohannes Antiochenae paroeciae ex grammatico presbyter scripsit aduersum eos qui in una tantum substantia adorandum asserunt Christum nec adquiescunt duas in Christo confitendas esse naturas. (487) X. Boethii solius Theodoricus rex Gothorum Zenonis Augusti numquam beneficiis satiatus cum magna suorum manu usque ad regiam ciuitatem et Melentiadam oppidum infestus accessit plurimaque loca igne cremata ad Nouensem Moesiae ciuitatem, unde aduenerat, remeauit. (488) XI. Dynamii et Sifidii 1 Leontius interrex et Illus tyrannus in Papyrio Isauriae castello capti decollatique sunt. Capita eorum Constantinopolim adlata praefixa hastilibus tabuere. 2 Eodem anno Theodoricus rex omnium suorum multitudine adsumpta Gothorum in Italiam tetendit.
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  27. provo a chiarire, dove posso "ste" maledette sigle..... Riferimenti Evag. l. 3 c. 27 (?...dubbi) Liberat. c 18 (?...dubbi) Theoph., p. 111,112,116, - Teofane Confessore – http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_20_0700-0800-_Theophanes_Abbas_Confesso.html Malala p. 36 – questo l’ho già postato
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  28. avete notato che sull'anello dove è agganciato il terzo lucchetto vi è il numero VI ? non è che c'è un altro marchngegno nascosto oltre a quei 5?
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  29. Era stato postato il link di un testo di Rollin, Crevier, Le Beau che riportava una lunga narrazione di questi fatti. Per maggiore comodità di tutti riporto la trascrizione dello stesso: Le Beau, Storia del Basso Impero, in Rollin, Crevier, Le Beau, Grande Collezione Storica, vol. LXXVII, Venezia 1851, pagg. 72-74 La prosperità di Illo non fu di lunga durata. L'anno 485 Teodorico, il quale usciva dal consolato, fu spedito contro i ribelli con truppe di terrestri e marittime delle quali i Goti facevano parte. Zenone gli diede a colleghi Cottaiso e Giovanni, soprannominato lo Scita probabilmente per essere d'origine goto, perocché gli autori di quei tempi chiamavano sovente i goti con il nome di sciti. L'armata di Leonzio e di Illo fu tagliata a pezzi in una sanguinosa battaglia accaduta vicino a Seleucia, in Isauria. Longino per questa vittoria liberato da prigione ritornò a Costantinopoli dove l'imperatore lo elesse console e lo nominò capo del Senato. Onori sì mal assorbiti, anziché cancellarne la ignominia la imprimevano più profondamente nello spirito dei popoli. Illo, Leonzio e Trocondo si ritirarono nel castello di Papiro insieme con Pampreio, che era il loro oracolo. Marso era morto di malattia nel corso di questa guerra. La possanza di Leonzio non aveva durato che un anno. Riferimenti Evag. l. 3 c. 27 Liberat. c 18 Theoph., p. 111,112,116, Malala p. 36 Codin. orig. p. 43 Marcel. Chr. Chr. Edess. ap. Assemani, Bibl. Orient. 1, p. 406 Pagi ad Baron. Il castello di Papiro era inespugnabile per situazione, poiché fabbricato sopra una rupe, la quale si allargava verso l'alto e pareva il collo di un cammello al quale si fosse sovrapposta una testa di elefante. Non si poteva ascendere se non per un viottolo scavato nel sasso e che un piccolo numero di soldati poteva difendere contro il più forte esercito. Siccome non era possibile prenderlo che affamandolo, così Teodorico, formato il blocco, lasciò dinanzi alla piazza Giovanni lo Scita e Cottaiso, e tornò a Costantinopoli coi suoi goti. Sul principio dell'assedio Illo aveva fatto uscire il fratello Trocondo, al quale aveva commesso di adunare truppe per forzare i trinceramenti e aprirgli un passaggio. Trocondo fu preso dagli assediatori, i quali gli recisero il capo. Non sapendo gli assediati qusto avvenimento, Pamprepio li teneva a bada con le sue predizioni, promettendo loro di giorno in giorno che Trocondo sarebbe arrivato con il rinforzo. Finalmente, dopo tre anni di pazienza, crescendo ogni giorno la mancanza di viveri, Illo e Leonzio, che avevano perduto la speranza ma non il coraggio, scopersero che Pamprepio medesimo li tradiva. Fecero mozzare il capo a quel perfido autore di tutti i loro mali e lo gettarono dei trinceramenti dei nemici. Sarebbero morti di fame piuttosto che arrendersi, se non ci fosse stato un altro tradimento, il quale riuscì a miglior esisto. Il fratello della moglie di Trocondo andò per comando di Zenone a rinserrarsi con loro nel castello. Fu accolto con allegrezza, come un uomo cui la morte del cognato accendeva di un giusto desiderio di vendetta. Trovò il mezzo di far salire di notte i nemici e di renderli padroni del castello. I vincitori fecero tagliare le mani ai soldati della guarnigione che avevano sorpreso e li congedarono in questo deplorabile stato. Illo e Leonzio furono decapitati: le loro teste, trasportate a Costantinopoli, furono recate in giro nel circo e piantate sopra dei pali nel rione di Siques di là dal golfo dove servirono al popolo di orribile spettacolo per più giorni. Piangevasi l'infelice destino di Illo a cui le sue gran doti sembravano promettere un fine glorioso. L'imperatore per trarre a sé di nuovo gli isauri fi costretto ad assegnare lor sul regio tesoro un'annua pensione di cinquemila libbre d'oro. Riferimenti Candid. p. 20 Theod. lect. l. 2 Evag. l. 3, c. 27,35 Marcel. Chron. Vict. Tun. Theoph. p. 112-114, 116 Phot. pag. 1049, 1060 Malala p. 37 Jorn success. Josue Stylites
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  30. un bel marchingegno. tre chiavi magari date a tre persone diverse. forse i bottoni andavano ruotati per evidenziare due fori per altre due chiavi?
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  31. Tornese-6 cavalli 1792, bellissima conservazione per questa moneta
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  32. Non è male neanche la tua, avrai tempo e modo per sostituirla nel tempo. Forse, però si sta "riprendendo" bene, mi piace molto quella patina. :D Visto che ci sono ne posto una che forse ti piace @@sabaudo59, devo avvertirti che avevo dimenticato di pulire l'obbiettivo e la moneta appare piena di peluzzi...però credo la potrai apprezzare anche così. Non posso rifare le foto meglio in quanto ora la moneta è periziata e non sarebbe la stessa cosa. Poi visto che Nando ha postato qualche moneta Napoletana ne aggiungo anche io qualcuna. Ciao, Giò
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  33. gioacchino napoleone 3 grana 1810
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  34. @@Jorgy è censita in catalogo al seguente link: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME63W4/51
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  35. Buona Giornata Signor Figliola Amedeo, sono Angelo. Le allego i seguenti file: sono le pag. 68 e 69 del libro "Le monete delle zecche minori della Campania Vol. II" di D'Andrea e Contreras; in esse vi è una descrizione del Follaro di Roberto II di Capua. Anche se non è la foto che lei cerca, spero possa esserLe di aiuto.
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  36. ferdinando IV di borbone. questa invece è molto patinata.
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  37. Che collezione fantastica di ori dei Savoia che ha.Non dico la invidio perché l'invidia è una brutta cosa,le dico grazie per aver condiviso con noi tanta bellezza.ciao.
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  38. Ciao proprio cosi ogni volta che ne trovavi una il cuore batteva impazzito , bei tempi quelli adesso dormono in un album chiuso in un cassetto aspettando che una volta ogni tanto gli dia un'occhiata ... ciao
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  39. @@Luigi Gualtieri. Ciao, se non è sul libro di Attaniese , non vuol dire che possa essere un falso. Quante monete inedite arrivano a noi . Per le condizioni che si presenta questo bronzo , non penserei ad un falso . Lo trovo naturale , con la sua patina e con varie croste di sedimenti vari. Qualche problema di lievi corrosioni e con un salto di conio sul dritto .
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  40. e' paradossale,perche' nella madre di tutte le nazioni per la quantita' di beni culturali,manca la cultura nei figli della stessa.amen
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  41. Grazie a te, gentile amico. Nessuna domanda è sciocca. :good: Tanto meno lo è questa, perchè coinvolge temi basilari dell'araldica. Innanzitutto: di solito, un contenuto di uno stemma (figure, colori, posizioni...) ha sempre un perchè, ossia è dovuto a qualche motivo specifico. Il problema è che spesso questi motivi non li conosciamo più. Di conseguenza, occorre prudenza nel dare risposte "globali" ai singoli perchè. E talvolta è impresa addirittura impossibile, o quasi: ma qui stiamo allontanandoci dal tuo quesito. Poi: di solito, le figure asimmetriche di uno stemma sono delineate in maniera tale da guardare verso la destra dello scudo. Ossia, verso la sinistra di chi osserva lo scudo. In araldica, i concetti di destra e sinistra sono capovolti. Infatt vanno riferiti a chi imbraccia lo scudo, e non a chi lo guarda. Nella prima araldica, quella del medioevo, la cosa aveva un risvolto importante. Fino alla diffusione delle armi da fuoco, lo scudo era un oggetto di uso bellico "quotidiano". Quindi era effettivamente imbracciato dal milite. Quindi una figura asimmetrica (aquila, leone, ecc.) che guardava verso destra, era disegnata in modo che sembrasse affrontare l'avversario. Quindi, viceversa, se guardava verso sinistra sembrava che lo fuggisse. :nea: E ciò contrastava profondamente con la mentalità cavalleresca dell'epoca. Per questo, le aquile rivolte e in genere gli animali rivolti sono rari negli stemmi più antichi. Rari, ma non assenti. :good: A conferma della prudenza di cui parlavamo prima.
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  42. Queste sono le monete che mi piace postare Taglio: 2€ Nazione: Germania Zecca: Amburgo (J) Anno: 2006 Tiratura: poche Condizioni: BB ... ellissima ! Città: Palermo Note: mancante
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  43. parlando di rarita`e di scudo , pongo le foto di una moneta in mio possesso , Parlo dello Scudo Quadriga anno 1913 1° Prova : Rovescio
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  44. Volevo farvi vedere questo strano libro medagliere che credo risalga almeno al XVII-XVIII secolo. Una volta chiuso sembra uno spesso librone antico rilegato in pelle ma al suo interno contiene 8 vassoi con 30 scomparti ciascuno. Visto in area francese. E' una soluzione che è stata ripresa anche ultimamente da Alberto Zecchi (artigiano fiorentino che espone anche ai convegni di Verona) che produce eleganti libri/vassoi piu' snelli e con un unico scomparto. Evidentemente la soluzione era molto piu' antica, e anche secoli fa c'era ovviamente il problema di dove conservare le collezioni. Anzi, una volta le cassette di sicurezza in banca non esistevano, e quindi i collezionisti che appartenevano piu' che altro alle classi facoltose dovevano cercare luoghi "non ovvi" dove conservare i propri amati tondelli...
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  45. Questa è la mia Ginger di un anno e mezzo Quello che è riuscita e riesce a dare come affetto nella mia famiglia è un qualcosa di indescrivibile. Non riesco a pensare come sarebbe stare senza di lei.
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  46. Ecco i feroci guardiani del Circolo Numismatico di Beinasco : Poldino e Lilly.
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  47. Se si tratta solo di raddrizzarle, ci penso io.
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  48. Quanti ricordi ......quando entrava in casa un altro cane mi si attaccava alla mia gamba e non mi mollava più....come dire occhio non farti strane idee, io sono il tuo cane, una volta mi ruppi un braccio, ero ovviamente ingessato lui capi' subito come d'altronde capiva tutto....gli mancava solo la parola, ma gli occhi parlavano da soli bastava guardarlo, quelle notti invece di stare in cucina stava a fianco al mio letto e ogni tanto leccava il gesso, capiva che mi ero fatto fatto male e cercava in qualche modo di lenirmi il dolore con le sue leccate..... così era Charlie....
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