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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/18/14 in tutte le aree
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« E’ meglio acquistare una moneta perfetta, o, in caso di particolare rarità, si può accettare anche una moneta restaurata? Questo è il dilemma: se sia più nobile soffrire i colpi di fionda e i dardi dei costi proibitivi o accettare l’ imperfezione a fronte dell’abbattimento del 50% del valore di mercato. Deturpata, restaurata… nient’altro, e con il restauro dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne per il fatto che ci mancava in collezione: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Deturpata, restaurata. Naturalmente usurata, forse? Sì, qui è l’ostacolo, perché di quel restauro quali segni possono restare dopo che ci siamo cavati di dosso la parte peggiore, questo deve farci esitare. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni degli studiosi, il torto del collezionista, la contumelia dello storico, gli spasimi dell’archeologo, l’insolenza dei numismatici e il disprezzo che il merito forumista riceve dagli altri postando sul forum l’oggetto dei suoi desideri, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice posizionamento sul vassoio, dalla parte del lato migliore, senza parlarne ad alcuno? Chi porterebbe fardelli, grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti? (tipo…se dicessero all’erede: “ma che schifezza di moneta ha messo in collezione il de cuius”) Così la coscienza ci rende tutti codardi, e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e fanno perdere, alla nostra passione, il nome stesso di “collezione”. » Ecco quindi cosa mi ha scatenato la “rivisitazione” del monologo di Amleto: questa monetina della zecca si San Francisco, emessa in soli 34.500 esemplari, ma “restaurata” come si vede sul retro. Io, a differenza di Amleto, ho deciso, per me non era un problema “esistenziale” e quindi è stato più facile, tutt’al più ho buttato via qualche soldo, ma avrei piacere di sentire cosa ne pensate. Grazie per l’attenzione. PS: Chiedo scusa all’amico Willy per aver “deturpato” la sua inestimabile opera d’arte letteraria ma questa operazione è facile da rimuovere, basta cancellarla.5 punti
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Ciao @@dabbene, seguo e leggo i Tuoi interessantissimi post, ed ammiro la Tua continua e "caparbia" azione di avvicinare i giovani alla numismatica. Sul tema, premesso che da bambino collezionavo, non so chi se li ricorda, i tappi dei succhi di frutta con le bandiere degli Stati, un giorno mio padre torna a casa e che cosa mi porge? L'ambrosino della Perugina...era convinto che era autentico come del resto lo sono stato io, per anni. Ho passato giorni a capire quell'Ambrosius chi era... Da lì nasce il "brivido" e l'amore per la numismatica. Un caro vecchio amico di famiglia, collezionista, mi cominciò, poi vedendoomi interessato, a rifornire di pennies inglesi di fine 800 e metà 900, tutti consumati che conservo gelosamente...... man mano che aumentavano le mie conoscenze, con molta delusione, capii che l'amico di famiglia era un semplice " raccoglitore di monete" e non uno studioso. Nella solitudine del collezionismo di provincia degli anni 80 e 90, sono passato al Regno D'Italia e, ringrazio dei consigli che De Falco mi dava quando accoglieva nel suo negozio sul Rettifilo a Napoli questo ragazzetto che, con i regali dei nonni di Natale, comprava monete.... Sui talloncini che accompagnavano le monete acquistate, che custodisco gelosamente, su mia richiesta, Il Sig. De Falco ci aggiungeva a penna la valutazione della moneta... Poi, con gli anni sono passato alla monetazione classica, ed, ultimamente, a quella angioina ed aragonese. Mi accorgo, però, che, sempre di più, mi piace lo studio della moneta più che il suo possesso. Il passaggio da semplice collezionista ad amante e studioso della numismatica, per me, si ha, quando si passa dalla domanda, tipica, anche dei molti foristi: - Quanto vale la mia moneta? alle domande successive... Chi sono i personaggi rappresentati sul diritto? Cosa rappresenta il rovescio? In che periodo è stato coniata? Chi governava al momento della sua emissione? Esistono varianti della moneta o è unica? E' ufficiale o imitativa? Quando ci si comincia a porre queste domande... bisogna studiare.. ed allora arriviamo al collezionismo numismatico. Una delle fortune dei giovani d'oggi, per me, è costituito, proprio da questo forum, con persone preparatissime che ti aiutano ad "aprire gli occhi", e, con i loro consigli, a far crescere la passione. Scusa @@dabbene per i numerosi O.T... Saluti Eliodoro4 punti
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Io, come tanti da piccolo ero attratto dai francobolli e questi hanno rappresentato una grande passione negli anni delle medie e anche del liceo. Erano piu' immediati, colorati, anche molto accessibili economicamente. Ma soprattutto le monete che vedevo intorno a me erano monete moderne, ne raccoglievo, distrattamente, con meno passione che per i francobolli. Erano piu' pesanti, gli album per monete di piu' difficile gestione, il francobollo era leggero e allegro. Poi tutto è cambiato quando qualcuno, conoscendo la mia vena collezionistica (ero ancora giovanissimo) mi ha portato da un commerciante di grande tradizione di monete. Una signora russa, figlia (o nipote?) del grande Baranowski che mi ha messo in mano due monetine medioevali, un denaro di Enrico IV per MIlano e un denarino di Siena. Quel denarino scodellato, che ho tuttora, mi ha fatto battere il cuore. Un mondo si è spalancato di fronte a me e una passione fortissima di "cose" medioevali si è impossessata di miei desideri. La strada poi è stata lunga, i francobolli hanno resistito ancora molto ma inevitabilmente hanno ceduto il passo alle monetine. ,Monete non me ne sono potuto permettere per tanti anni ancora , prima sono venuti i libri - costavano meno e mi rendevo conto che erano assolutamente indispensabili (mi ricordo ancora i viaggi di rientro da londra, dove c'erano le migliori librerie d'europa e merce che da noi la potevi solo sognare, con valigie pesantissime - che felicità..). Oggi le cose stanno diversamente, di acqua ne è passata sotto i ponti, tante cose sono cambiate, la passione - per fortuna - è rimasta la stessa e se potessi esprimere un desiderio vorrei che continuasse esattamente cosi :rolleyes: c'è anche maggiore consapevolezza e si scopre anche che è molto bello condividere la tua passione con altri. Questo Forum ha permesso a molti collzionisti di avvicinarsi tra loro, di imparare cose nuove gli uni dagli altri, ogni tanto è vero si discute, ogni tanto facciamo arrabbiare qualcuno (soprattutto se parliamo di falsi :D ) , ma tutto questo fa lo stesso parte del gioco e credo nessuno voglia un forum asettico , perfettino, senza anima.. meglio un forum dove ci si manda a quel paese (vero NUm ?..) ma che sia autentico e questo mi sembra proprio che lo sia . Avanti cosi. Bravo Maro per la bella idea di iniziare la discussione e .. mi raccomando abbi sempre fiducia in te stesso ;)3 punti
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Come diceva Figaro: "Uno alla volta, per carità! per carità! per carità! uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità! Ehi, Figaro! Son qua. Figaro qua, Figaro là, Figaro su, Figaro giù ...."3 punti
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Questa poi sembra una barzelletta!!questi non sono in grado di coniare una serie normale e pensano alla commemorativa?????ma son fuori de cabesa..2 punti
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Ciao, non posso che dichiararmi completamente d'accordo con Grigioviola... Al momento "attuale" la legislazione italiana è praticamente opposta a quella britannica. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. D'altra parte importare tout court le normative inglesi... beh, lo ritengo assolutamente improponibile in ambito "italico" (uitlizzando il termine italico anzichè italiano volutamente, nel senso di popolo con i suoi pregi e difetti). Nella mia esperienza personale posso dirvi che quando un giovane studioso di preistoria di mia conoscenza mostrò apertura verso i ricercatori dilettanti friulani l'area, precedentemente vergine in tal senso, questa cominciò a presentare molteplici evidenze del periodo neolitico e quella di uno dei più grandi villaggi neolitici europei (Sammardenchia Cueis presso Udine). Qualcosa vorrà pur dire... D' altra parte al momento "attuale" questa è la legge italiana e, criticandola o meno (sempre con intento costruttivo), il nostro dovere è quello di seguirla... Ciao Illyricum ;) Sent from my GT-I8190 using Lamoneta.it Forum mobile app2 punti
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Non per fare polemiche, però mi pare di aver capito, poi se mi sbaglio correggimi, che stai commentando tracce di una montatura che non esiste, aggiungendo poi commenti che non c'entrano nulla con questa moneta. Non pensi che sia il caso che tu faccia un passo indietro dato che ti sei spinto così in avanti? Lo dico per il tuo bene, se mi permetto di darti qualche spintone ogni tanto è perchè voglio salvarti dal pentolone d'acqua bollente che ti stai rovesciando addosso. Pensala come vuoi ma guarda che così facendo potresti ricoprirti di ridicolo. Da come scrivi dai l'impressione di non aver mai avuto una moneta tra le mani. Ciao e grazie comunque per i tuoi interventi.2 punti
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So che non è la sezione adatta per i francobolli ma visto che tratta dello stesso tema e se quasi possiamo dirlo ha anche lo stesso soggetto volevo condividere con voi quest'info. Io colleziono anche francobolli quindi sono attento alle notizie che arrivano da questo mondo. Se a qualcuno può interessare o magari vuole affiancare a questa stupenda moneta anche dei francobolli per fare qualcosa di carino e completo, poste italiane ha emesso due giorni fa anche un foglietto riguardante il bicentenario della nascita dell'arma acquistabile presso la sede ma anche dal sito online. Spero di aver fatto cosa gradita e di non aver pubblicato un post inutile :good:2 punti
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:lol: :lol: ..chi sono anche ioooo per i fondi di tirreti....... :lol: ....son tutti a sudare al mare.....io son a casa al fresco..!! :lol: ....dui minutini....uno veramente piccolo!!... :lol: u gran salute a tutti.......ho paolo,"fame nera!!!"... :lol:2 punti
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Caro Dizzeta, a me piacciono monete anche in condizioni peggiori, di solito quelle che suscitano attenzione in me sono senz'altro da comprare, senza pensarci su troppo, chiaramente se nelle mie possibilità economiche. A questo proposito ti racconto un piccolo episodio: Agli albori del mio interesse numismatico partecipai, con mio marito, ad una cena a casa di un amico con altri amici forumisti e non. Eravamo sulla strada di Riccione ed alla cena partecipò anche Paolo Manfredini, Numismatica Brescia, che ci mostrò moltissime belle monete. Ne comprai qualcuna e Paolo volle regalarmene una... Grata guardai a lungo tra i tanti vassoi ed alla fine la mia attenzione fu catturata da una piccola moneta papale che è ancora oggi una delle mie preferite... Paolo si stupì e mi guardò sgranando gli occhi dicendomi:"Tra tante belle monete proprio questa vai a scegliere?" Ed io sorridendogli risposi:"Mi piace che devo fà... :) " Il fealing che si istaura con la moneta scelta è istintivo ed io ho imprato ad ascoltare il mio istinto oramai... Ve la mostro...complimenti per la tua bella moneta. Ciao2 punti
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Caro Amedeo la moneta in questione, correttamente evidenziata nel Corpus, non appartiene alla Collezione Reale, bensi alla collezione della Bibliothéque Nationale di Parigi come altresi evidenziato nel "Repertorio"del Sambon, che la descrive come unica e riporta, anch'esso la localizzazione di Parigi. L'addetta di Roma ti ha quindi risposto correttamente perché la moneta non è mai stata nella collezione Reale. Non vorrei pero' che si potesse ingenerare confusione e approfitto di questo breve spazio per chiarire che non necessariamente una moneta riportata nel Corpus debba appartenere alla collezione Reale. Infatti il Corpus, proprio in quanto tale è un'opera che si prefigge di riportare l'intera tipologia conosciuta delle monete emesse da una zecca. I CNI, ideato da Vittorio Emanuele III aveva questo scopo. Il re ha parallelamente raccolto una collezione di proporzioni ineguagliate che si poneva l'obiettivo di rispecchiare tutte le monete emesse, per tipologia e anche se possibile varianti, da ciascuna zecca. Ma , nel caso di esemplari particolarmente rari ovviamente anche la collezione Reale ammette qualche lacuna. Non cosi il Corpus che, essendo un lavoro scientifico, ha l'obbligo di registrare tutte le monete emesse conosciute per una data zecca e, quasi sempre, per questi esemplari eccezionalmente rari il CNI ne dà anche la localizzazione (come appunto nel caso del follaro a ttribuito a Roberto II). Il re e i suoi collaboratori avevano quindi fornito il dato giusto e anche la collaboratrice di Roma aveva risposto correttamente evidenziando come la moneta non c'era a Roma proprio perche apparteneva ab origine ad un'altra collezione. Nessuna confusione quindi. Per la Biblioteca Francese ti consiglio di rivolgerti a loro direttamente anche se in questa fase stanno credo procedendo a importanti lavori di ristrutturazione dei locali di Rue Richelieu che potrebbero impedire la consultazione della collezione (da verificare comunque).2 punti
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Mentre mi dichiaro sicuramente d’accordo in linea di principio con i temi portati avanti da @@dabbene, anche entusiasta a tutte le sue iniziative e grato quando le propone e sostiene con tutte le sue forze, mi deprimo quando invece vedo che nella realtà quotidiana il mondo che mi circonda è tutto preso da altro spirito. Egoismo, professionismo, “furbettismo” esasperati mi fanno poi ricredere nelle speranze a cui dabbene invece mi incita in ogni occasione. Nutro ancora fortissime speranze sui “giovani” …ne ho fatti ben 3 … ma i miei ormai stanno cessando di essere “giovani” e non hanno ancora “certezze” nel futuro anche se i titoli di studio non mancano, la voglia di fare è ai massimi livelli ma i tentativi si scontrano sempre contro “muri” che paiono insormontabili. Speranza a tutti i costi? Da qualche anno si è un po’ affievolita, mi sono adagiato a quello che mi dà ancora un po’ di soddisfazione perché dipende da me e dai miei …ma quando entrano in gioco “gli altri” non la vedo più rosea come prima. Basta mi fermo qui, so di dare dispiacere a dabbene e sono sicuro di non aver colto invece i suoi propositi migliori ma ci sono tempi in cui si è forti ed altri in cui, anche se si capisce bene che si sta sbagliando, si è un po’ indifesi di fronte agli eventi. Spero peraltro che dabbene abbia ragione pertanto lo incito a proseguire perché a leggerlo è sempre "primavera". PS: Direte cosa c'entra in tutto questo il "collezionismo"? ...Non lo so ma questo è quello che mi è venuto in mente leggendo la discussione...2 punti
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Faccio una breve riflessione. Ho iniziato a collezionare e ad appassionarmi alle monete da piccolo con l'uscita degli euro, avevo 7 anni. L'anno scorso, per caso e per curiosità, ho deciso di entrare a visitare la sezione di monete napoletane, poichè vivo in questo contesto. Ho iniziato pian piano ad informarmi, la storia mi è sempre piaciuta e le letture sono passate velocemente. Ad un certo punto mi sono reso conto di una cosa: prima neanche ricordavo bene chi erano i Re e per che cosa erano famosi, adesso ricordo perfettamente anche gli anni di successione, quelli delle ribellioni, e tante altre particolarità dei tempi che furono. Ebbi veramente piacere quando poi presentai al professore di arte del Liceo un approfondimento su questo argomento e vedevo che c'erano cose a lui quasi sconosciute, per una volta forse i ruoli si erano invertiti.2 punti
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Caro Arturo , questa prima parte del tuo post #50 " D’altronde mio padre lo diceva sempre il piu’ bravo e quello che sbaglia meno." La condivido pienamente. Poiché anche i bravi possono (qualche volta) sbagliare....... La tua posizione ti avvantaggia però di molto , perché tu puoi vedere, foto che noi non vediamo , tu puoi vedere a microscopio quel che noi non vediamo . Chiunque al tuo posto si sentirebbe male a leggere le opinioni in questo forum con astio ,durezza e presunzione come tu dici...... Personalmente io non vedo nulla di personale nei confronti , n'è di te e n'è della NAC. Taras a espresso con delle foto ad alta definizione un dubbio che man mano si è concretizzato in due opinioni. Come in tutte le democrazie c'è chi si è espresso che il Decadramma e genuino e chi come me , contro . Tutto questo NON perché è della NAC , ma perché è discusso in questo forum libero di esprimere ognuno la sua. Certamente chi scrive non sono nato ieri ...... E sulle classiche e di grosso calibro , non per vantarmi ..... So riconoscere anche in foto quel che è e quel che non è. L'unica cosa che tengo e il rispetto reciproco , qualcuno ti ha chiesto di postare delle foto in HD dei bordi e le fratture , postale , li commentiamo e se hai la ragione dalla tua , sono pronto per quel che mi riguarda a chiederti scusa e di aver sbagliato qui sul forum. Se poi vuoi confrontarti direttamente, dal vivo , sarò ONORATO a visionare direttamente con uno dei tuoi microscopi ( se ancora c'è lo avete....... Quanto c'ero io c'era ) il tutto nella migliore forma pacata e serena. Sul tetra arcaico di Syrakosion con il rovescio incuso, sarò lieto di conoscere e capire perché è autentico , anche qui sarò felice di poterti chiedere scusa (se hai ragione) ..PS se ci leggi ogni tanto.... Vedrai che non avrai difficoltà a seguire questo tipo di discussioni che poi non sono noiose .Cordialmente Giovanni.2 punti
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se le persone non partecipano molto in parte è dovuto al fatto che intervenire in questi temi senza dire stupidaggini non è affatto facile. inoltre nella mia piccola esperienza di neofita solitario non ho nemmeno mai davvero considerato il tema della condivisione o della partecipazione attiva alle discussioni, almeno fino ad ora. la cruda realtà è che per lo più ci si iscrive ai forum per ottenere informazioni senza voler parlare con nessuno. non è una bella cosa ovviamente ma credo che il 90% delle cose si comporti pensando allo stesso modo. però come io sto partecipando per la prima volta perché è stata avviata una bella discussione, sono convinto che altri parteciperanno se si sentiranno stimolati da future discussioni!2 punti
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Qualcuno tra coloro che hanno ricevuto la rivista può dirmi la sua impressione sull'articolo di copertina, In God We Trust? E' il primo articolo interamente mio pubblicato su carta, avevo collaborato nel numero di giugno all'articolo di Bernardino Mirra sulla zecca di Philadelphia, ma vevano sbaglaito a scrivere il mio nome :P Quello della carta stampata è un campo completamente nuovo per me, consigli e critiche saranno ben accetti. petronius oo)2 punti
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Io invece credo proprio che si tratti di un bel falso d'epoca di un gigliato... Capisco dal post che l' U.S. del rinvenimento ha una datazione precedente ma ciò non esclude la possibilità di uno "scivolamento" della moneta da una U.S. superiore ad una inferiore o magari la moneta potrebbe dare una datazione diversa. Ti allego l'immagine ruotata del D/ con evidenziati i particolari che mi portano a ritenere che si tratti di un gigliato (falso visto che il tondello mi sembra di rame o lega simile). Al R/ invece è ben visibile la croce gigliata.2 punti
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io sono uno dei 3/4 avventori del bar cui pero' ritorno in continuazione... che ci volete fare, evidentemente il caffé é buono ! a me i libri piacciono molto e anche sentirne parlare, scambiare due idee con Pier, Liutprand, etc, mi piace , mi stimola nuove idee, mi permette a volte anche di essere utile a qualcuno.. Tra poco ci chiameranno i gattopardi della carta stampata .. , o meglio : quattro amici al bar... ma a noi piace cosi :hi: un consiglio : fino a poco tempo fa le ricerche si facevano quasi eclusivamente in biblioteca su libri realie non virtuali... non buttiamole via le nostre belle biblioteche - facciamole vivere sono uno dei maggiori patrimoni dell'umanità. Costa un po' piu' di fatica ma dà anche una profondità che il web non è in grado di dare...1 punto
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Taglio: 50c Nazione: San Marino Anno: 2002 Tiratura: 75.400 Condizioni: BB Città: Palermo Note: mancante1 punto
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Ed ecco il retro sempre dei due minuti postati da @@jagd che mi confermano l'attribuzione del primo a Luigi XII http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV42/10 e il secondo al periodo Dogi biennali ma di questo non riesco a vedere la sigla. Anche in questo caso abbiamo una rarità, che però abbiamo però già visto ed è nel catalogo, cioè C/I/I/rosetta A con la rosetta prima della A e non, come al solito, dopo ... ...ora passo all'altro di Corsodinazione ...1 punto
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La scintilla scoccava ogni qual volta da piccolo mio padre mi portava al Cordusio, girando per tutti quei banchetti e vedendo tutte quelle monete ero inebriato. Mio padre non era un collezionista puro, aveva ( perchè le ha date a me ) delle monete del regno e qualche mondiale che gli amici portavano dai viaggi. Bastava fare il giro la domenica mattina anche senza comprare niente. Da parte mia non ci fu un' interessamento costate, era sufficiente guardare le monete di mio padre. Andando avanti nel tempo latitava sempre questi interesse, in ogni paese straniero che visitavo tornavo a casa con le tasche piene. Questo prendi e molla fino a quando arrivò il scintillone quando andando una domenica mattina al Cordusio appresi delle monete di Milano ( così dicevo allora ) e comprai la prima parpagliola. Tenendo tra le mani queste monete mi dicevo " cavolo trecento anni fa le spendevano i milanesi per comprarci che cosa?", tuuto questo mi affascinava. Frequentando più assiduamente i banchetti del Cordusio conobbi Alessandro che diventò mio grande amico e compagno di viaggio in questa passione. Alternando la vita milanese con lunghi periodi all' estero, mi è scoccata la scintilla anche in Guatemala, ho sempre portato avanti la passione e al duo si è unico anche Enrico. Comunque la scintilla non si spegne mai, mia moglie prega ogni sera che questo avvenga, e quando vedo una monetina con qualche cosa di strano parte il brivido. Poi da l' anno scorso gli amici si sono allargati conoscendo Giancarlo e Maurizio ( che conoscevo anche prima ) Mario, Eros, Matteo, Ale, il Giamba e tanti altri che con piacere ritrovo le parlare di monete. La cosa bella e che partendo da solo adesso mi ritrovo in un bel gruppo di amici. Scusate per qualche OT e se ho dimenticato degli amici.1 punto
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C'è una discussione sul forum su come "cercare" di entrare nelle liste di monaco? ringrazio chi può rispondermi!1 punto
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Come ti ho anticipato in privato, occorrerebbe avere dati certi sui rinvenimenti monetali della zona. A buon senso, per i primi secoli mi viene da pensare a possibili "ingerenze" di esemplari della zecca di Cartagine.1 punto
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Eh sì ...anche questo è facile AV AG ....Agostino Adorno Governatore per il duca di Milano ...e possiamo anche ipotizzare la sigla FG1 punto
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prima di vedere la foto pensavo che ti riferissi ad una moneta genovese che verrà battuta in asta ....bella moneta complimenti .... personalmente per questo tipo di monete penso che si ci possa "accontentare" anche delle conservazioni minori1 punto
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Ciao Francesco,ricordo anch'io di aver letto che ,Pannuti e Riccio,ritenevano che queste emissioni con effige del Re insieme alla madre fossero da considerarsi o ipotizzarsi commemorative,come è affermato sul libro di D'Andrea,Andreani,Perfetto1 punto
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@@sandokan @@Luca Vezzaro non so se puo tornarti utile ma ho trovato la medaglia in questione nel link sotto. http://www.cnvaldostano.it/l%27unita%27_d%27italia_ii%5E_parte.htm1 punto
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Ricordo a tutti che domani ad Oriolo Romano avrà luogo questa bellissima visita-conferenza a Palazzo Altieri. Guida d'eccezione Maurizio Carlo Alberto Gorra. Arriverò ad Oriolo Romano verso le 16,15 col treno per Viterbo, se qualcuno ha intenzione di partecipare mi contatti in MP, ci metteremo d'accordo. La sera dopo la Conferenza è prevista una pizzata con altri amici del sito. A domani, ciao, Giò1 punto
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Se per errore un tondello da 50 centesimi è finito fra quelli da 1 lira, l'espansione in fase di coniazione non è stata sufficiente ad imprimere l'intera rigatura sul contorno, che pertanto appare solo parzialmente rigato.1 punto
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Taglio: 2 euro CC Nazione: Francia Anno: 2012 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: BB CIttà: Nizza Taglio: 2 euro CC Nazione: Francia Anno: 2014 Tiratura: 3.000.000 Condizioni: qFDC Città: Nizza1 punto
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Vi ho abituato male ... solo vaio4ecer ha gradito la tedesca. Devo cominciare a postare le 2€ cc di San Marino per suscitare interesse1 punto
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voglio immaginare che tu non li ritenga anche degli aurei vero? riguardo l'imperatore vista la testa pià squadrata anche secondo me si tratta di un Adriano, Traiano ha un testino più arrotondato in genere ma in queste condizioni avere la certezza assoluta è difficile, rriguardo il metallo invece mi pare sia chiaro quale sia1 punto
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Si a volte effettivamente basta poco, personalmente davanti a certe manifestazioni d'amore verso questa passione e verso il forum non riesco a rimanere impassibile. Anche perchè non mi sembra che vi siano ultimamente sul forum discussioni che potrebbero unire tutti.. Questo è il momento giusto per essere coinvolti piacevolmente, lasciandosi andare alle vere e semplici emozioni che chiunque di noi proverebbe dopo una lettura del genere.. E non serve pensare, l'istinto parla per noi, conducendoci per mano e donandoci semplici riflessioni... BASTA POCO... Eros1 punto
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Bellissimi stemmi: grazie! :good: Riuniti in una composizione di raffinata eleganza, già a partire dalla forma dei tre scudi: in alto, uno scudo a suo modo affine a quelli cd. a testa di cavallo, in basso due specie di scudi a targa che preannunciano le curvature secentesche. Due tipologie caratteristiche del Quattrocento, ma rivedute e corrette da un Rinascimento che già sente aria di Barocco. Non basta. Il primo è simmetrico in sé stesso. E infatti troneggia al di sopra degli altri due. Che sono asimmetrici, ma specularmente disposti. Un piccolo capolavoro di elegante armonia compositiva. Con un'importante risvolto "politico". Gli stemmi sono quelli dei tre rappresentanti ufficiali del doge a Bergamo. E quello del doge non c'è. Giustamente. :hi:1 punto
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DE GREGE EPICURI Non ti so dire quanto possa valere (non moltissimo visto che è un po' "infortunata"), ma devo dire che come stile è originale e diversa da tante altre VIRTUS. Licinio ha una bella barba (a meno che non gliela abbiano rifatta), ma soprattutto quel prigioniero a destra, con quell' aspetto così orientale- semitico, che guarda in alto, non l'avevo mai visto.1 punto
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Taglio: 2 Euro cc Nazione: Germania J Anno: 2010 Tiratura: 6.300.000 Condizioni: bb+ Regione: Puglia1 punto
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Conoscevo un bambino che a sei anni, mentre era con il padre impegnato in un lavoro in campagna, trovò un 5 centesimi impero di V. E. III. Altro che brivido! Gli si aprì un mondo! Lui che fino ad allora conosceva solo qualche spicciolo dell'amata (e rimpianta lira). Quello era un "soldo" dei suoi nonni, faceva parte quindi della "sua" storia. Da allora quel bambino non ha smesso mai di approfondire il binomio inseparabile monete-storia scoprendo ogni giorno novità sulla storia del suo territorio e sulle monete che vi hanno circolato. Il tempo è passato e quel bambino è diventato adulto (anche se qualcuno si ostina a definirlo ancora "un ragazzo"). Ha smesso da tempo di collezionare monete ma non ha mai smesso di cercare libri e quant'altro gli permettesse di saperne di più cercando, nel suo piccolo, di divulgare quanto appreso. In questa maniera è riuscito a rinnovare quel brivido provato da bambino. Permettetemi poi di dissentire su una affermazione che ho letto più volte, cioè che le monete non parlano... Non concordo. Le monete parlano eccome. Testimoni del nostro passato ne raccontano di cose :). Grazie Mario per l'ennesima interessantissima discussione.1 punto
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Secondo me sì......bisognerebbe farlo !! Dai un'occhiata qui ai capelli lisci http://www.acsearch.info/search.html?term=120+grana+1805&category=2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1¤cy=usd&order=0&company=1 punto
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È dalla fine dello scorso anno invece 2014, ma ieri—per la prima volta—ho visto un quarter-dollar di Mount Rushmore in circolazione. Un interessante prendere sul monumento, con le scaffolding e con un sospeso lavoratore. :) v. -------------------------------------------------- It’s from late last year instead of 2014, but yesterday—for the first time—I saw a Mount Rushmore quarter-dollar in circulation. An interesting take on the monument, with the scaffolding and with a suspended worker. :) v.1 punto
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come diceva Incuso, in Italia la concorrenza da parte dei privati, per la natura della nostra legislazione, è pressoché assente pertanto questo non agevola il contenimento dei prezzi. in Inghilterra, sempre per la legislazione differente, c'è un ingresso "quotidiano" di nuova moneta nel mercato che non proviene solo da precedenti collezioni: ciò che viene ritrovato nel sottosuolo, dopo la doverosa segnalazione alle autorità, viene riconsegnato (se non di particolar pregio e/o valore e/o interesse) allo scopritore che lo immette nel mercato quindi la materia prima per certi versi e per certe tipologie monetali è più facile da reperire. il mercato numismatico è più vivo perché, a mio avviso, vi è più interesse sia per spirito collezionistico che per fini di ricerca/studio non necessariamente di natura professionale. infine, in Inghilterra, sono decisamente più pratici e pragmatici che da noi. non necessariamente è un bene, ma nemmeno un male :) il giusto prezzo qual è? a mio avviso per certe fasce della monetazione quello inglese, per altre, quello italiano/europeo. una situazione intermedia la si può trovare in ambito francese.1 punto
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Credo che questa moneta in questa discussione non debba mancare, anche perchè mi sembra che è la prima volta che appare sul mercato, monete così si vedono una sola volta nella vita: Carlo II Re di Spagna con la madre Marianna d'Austria "reggente" (1665-1674) perchè il figlio Carlo aveva solo 4 anni quando ereditò la corona. Le monete che includono in legenda il nome della madre sono a dir poco di un estrema rarità. Alla Nomisma 49 lotto 1006 è apparso un esemplare da Tarì (PR 3) aggiudicato alla cifra di €. 13.000,00 ... il Pannuti e Riccio dicono che questa moneta, insieme al Ducato e al Mezzo Ducato del 1674 probabilmente possono essere considerate "coniazioni commemorative". Interessanti invece sono questi 2 studi sul periodo .. redatti dal nostro curatore Francesco. http://www.ilportaledelsud.org/monete_carlo_II.htm Un saluto a tutti.1 punto
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Forse hai già questo elenco. In ogni caso... The following titles serve to correct erroneous regnal and mint attributions in Svoronos, as well as other untenable ideas. No attempt has been made to include the many publications which describe new varieties unknown to Svoronos. GENERAL 1. Otto Mørkholm and Anne Kromann, SNG Copenhagen, vol. 41: Egypt: The Ptolemies (Copenhagen, 1974). Best general catalogue of Ptolemaic coins currently accessible to most numismatists, but many regnal and mint attibutions require revision. 2. Otto Mørkholm, Early Hellenistic Coinage (Cambridge, 1991), pp. 63–70, 101–111. Useful overview of Ptolemaic coinage to about 200 B.C., especially valuable for reconstructions of the bronze currency systems of Ptolemy II and Ptolemy II. 3. R.A. Hazzard, Ptolemaic Coins: An Introduction for Collectors (Toronto, 1995). Overview of Ptolemaic coinage to end of dynasty, treated as a series of special topics. See also the review by C. Lorber, AJN 7–8 (1995–96), pp. 256–276. PTOLEMY I 4. Orestes H. Zervos, “The early tetradrachms of Ptolemy I,” MN 13 (1967), pp. 1–15. Chronology of the earliest tetradrachms of Ptolemy I to about 310 B.C., including Alexandrine, Alexander/Zeus, and the high-relief Attic-weight Alexander/Athena Promachos types. 5. Brooks Emmons, “The overstruck coinage of Ptolemy I,” MN 6 (1954), pp. 69–83. Overstrikes prove sequence of different tetradrachm types, demonstrate recall of old coinage. 6. Orestes H. Zervos, “The Delta hoard of Ptolemaic ‘Alexanders,’” MN 21 (1976), pp. 37–58. Die study of the low-relief reduced-weight Alexander/Athena Promachos tetradrachms, with analysis of engravers and chronological conclusions. 7. G.K. Jenkins, “An early Ptolemaic hoard from Phacous,” MN 9 (1960), pp. 17–37. Overview of silver coinage of entire reign of Ptolemy I, including different types, weight standards, and approximate dates. PTOLEMY I – EARLY REIGN OF PTOLEMY III 8. Alain Davesne and Georges Le Rider, Gulnar II: Le Trésor de Meydancikkale (Ciicie Trachée, 1980) (Paris, 1989), Ch. IV. “Les Ptolémées.” Mint attibution, metrological analysis, and proposed dating for Ptolemy/eagle tetradrachms to early years of Ptolemy III. 9. I. Varoucha-Christodoulopoulos, “Les témoignages numismatiques sur la guerre Chrémonidienne,” Congresso Internazionale di Numismatica 1961 (Roma, 1965), pp. 225, 226. Find of Ptolemy II bronzes with shield near Athens places their issue before end of Chremonidian War in 262 B.C. 10. A. Davesne, “Une contremarque au trident sur certaines monnaies de Ptolémée II Philadelphe,” BSFN 42/2 (February 1987), pp. 145–149. Trident countermark applied in Cyprus to revalidate bronzes demonetized by reform of c. 265 B.C. 11. Hyla A. Troxell, “Arsinoe’s non-era,” MN 28 (1983), pp. 35–70. Corpus of Phoenician and Palestinian gold octadrachms of Arsinoe II to 242/1; stylistic comparison establishes approximate dates for her Alexandrian gold octadrachms and silver decadrachms, whose obverse letters are shown not to represent dates as believed by Svoronos. 12. Otto Mørkholm, “A group of Ptolemaic coins from Phoenicia and Palestine,” INJ 4 (1980), pp. 4–7. Reattribution of a small group (including Svor. 701–704, 757, 785–786, 794, and 821) from year 23 of Ptolemy II to year 23 of Ptolemy III. THIRD-CENTURY BRONZE COINS 13. M. Jessop Price, Ch. 11, “The Coins,” in The Anubieion at Saqqara I (London, 1988), pp. 66–76. Hoard of large bronzes clarifies sequence of bronze emissions of Ptolemy II and III. 14. Edward T. Newell, Ch. V. “Hoard of Ptolemaic bronze coins,” in Five Greek Bronze Hoards, NNM 68 (New York, 1935), pp. 51–67. Large bronzes of Ptolemy II through IV. 15. Veronique van Driessche, “A propos du monnayage des Ptolémés au IIIe s. av. J.-C.” RevArchHistArtLouvain 21 (1988), pp. 63–74. Metrology and denominational structure of bronze coinage of Ptolemy III and IV. 16. Catharine C. Lorber, “Large bronzes in third-century Ptolemaic hoards,” AJN forthcoming. Sequence of bronze emissions of Ptolemy II through IV; identity of the bronze drachm; cornucopiae countermarks signal coinage reform under Ptolemy IV. PTOLEMY IV – PTOLEMY VI 17. Otto Mørkholm, “The Ptolemaic ‘coins of an uncertain era,’” NNÅ 1975–76, pp. 23–58. Series of dated tetradrachms and didrachms imitative of Ptolemaic types attributed to Aradus (but see Hazzard, Ptolemaic Coins, p. 34 for an alternate interpretation). 18. Otto Mørkholm, “The portrait coinage of Ptolemy V. The main series,” Essays Thompson, pp. 203–214. Coinage minted in Phoenicia and Palestine during Fifth Syrian War. 19. R.A. Hazzard, “A review of the Cyprus hoard, 1982,” NC forthcoming. Cypriote silver didrachms of Dionysiac type and minors with royal portraits began under Ptolemy V. 20. Otto Mørkholm and Anne Kromann, “The Ptolemaic silver coinage on Cyprus, 192/1–164/3 B.C.,” Chiron 14 (1984), pp. 149–165. Die study, mostly of dated tetradrachms with mintmarks, but die link also attaches Svor. 1302–1305 to Paphos. 21. M. Jessop Price, Appendix J, “The Coins,” in The Sacred Animal Necropolis at N. Saqqara (London, 1981), pp. 156–165. Hoards offer valuable evidence for sequence of bronze emissions of Ptolemy V. PTOLEMY VI AND HIS SUCCESSORS 22. Ino Nicolaou and Otto Mørkholm, Paphos I: A Ptolemaic Coin Hoard (Nicosia, 1976). Regnal and mint attibution of dated tetradrachms of Ptolemy VI through Ptolemy IX–X, based on die sequences in large Cypriote hoard. 23. Otto Mørkholm, “The last Ptolemaic silver coinage in Cyprus,” Chiron 13 (1983), pp. 69–79. Die study complementing incomplete evidence from the Paphos hoard. 24. Otto Mørkholm, “Ptolemaic coins and chronology: The dated silver coinage of Alexandria,” MN 20 (1975), pp. 7–24. Chronology and regnal attribution of five dated series. 25. Henri Seyrig, Syria 27, pp. 45–46. Portrait bronzes of Cleopatra dated to 21st Egyptian regnal year (Svor. 1887–1889) attributed to Chalcis. PROVINCIAL COINAGES 26. Otto Mørkholm, “Cyrene and Ptolemy I: Some numismatic comments,” Chiron 10 (1980), pp. 145–159. Coinage of Cyrene under Ophellas, Ptolemaic strategos c. 322–314. 27. T. V. Buttrey, Excavations at Cyrene: The Coins from the Demeter Sanctuary (University of Pennsylvania, forthcoming). Excavation coins provide overview of Ptolemaic bronze coinage in Cyrene, much of which has been misattributed to Cyprus. For a less detailed treatment, see Buttrey, Studies Grierson, p. 23 n.1. 28. Ino Nicolaou, Paphos II: The Coins from the House of Dionysus (Nicosia, 1990). Excavation coins help to identify Cypriote issues. Unfortunately, the book is available in only a few major libraries. apollonia1 punto
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ciao a tutti,identificata ieri,questo denaro da vedere......... 16mm,0.49grs di mistura....1 punto
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Vorrei provare a riassumere la posizione dell’Autore, nella speranza di alimentare il dibattito (e di suscitare interesse per il libro, che è di indubbio e grande interesse). Premetto che Coarelli opera la sua ricostruzione partendo da due presupposti, che invece negli ultimi anni sono stati fortemente attaccati, soprattutto dalla scuola inglese: i testi classici vanno interpretati su base filologica e confermati con dati archeologici, ma non disattesi; l’iconografia di tutte le monete - anche quelle della fase cosiddetta romano-campana - ha un significato, che doveva essere intellegibile all’epoca della loro emissione. Ecco, quindi, una brevissima sintesi (mi scuso per gli errori, tutti miei). Lascio alla lettura del suo libro (di cui mi sento di caldeggiare l’acquisto) il processo logico attraverso cui Coarelli giunge a formulare queste interessantissime teorie. 375-325 a.C. - aes signatum Per Coarelli, l’aes signatum doveva essere in uso nel corso del IV secolo, ma prima della coniazione dell’aes grave (che l’autore colloca all’ultimo quarto del secolo). In particolare, il lingotto Cr. 4/1 non può non essere anteriore alla didracma Cr. 13/1, portando una legenda più arcaica; il lingotto Cr. 10/1 potrebbe alludere alla riforma, nel 367, del collegium sacris faciundis, i cui membri furono portati a 2 a 10, o alla susseguente ricostruzione del tempio di Apollo, nel 353; il lingotto Cr. 12/1 potrebbe commemorare la vittoria sui Volsci e sulla Lega Latina del 338, quando i rostra furono portati al Comizio, a ornare la tribuna. Le stelle, simbolo dei Dioscuri, evocherebbero l’altra, famosa vittoria di Roma contro la Lega Latina, al Lago Regillo nel 499. dal 326-312 a.C. - Cr. 13/1. Secondo Coarelli (che richiama Torelli), il D/ richiama l’immagine dell’ara Martis e rinvia, quindi, al lustrum che chiudeva la censura. Il R/ alluderebbe invece alla cavalleria e alla Campania (territorio celebre per le sue messi); l’iconografia quindi alluderebbe a un censimento di cavalieri (recognitio equitum) campani. Sappiamo che i Capuani dovettero pagare 450 “denarii nummi” all’anno, per il sostentamento dei 1.600 equites campani, e a ciò potrebbe essere servita la coniazione di queste didracme. Quanto alla data, la recognitio è necessariamente susseguente alla concessione della cittadinanza optimo iure, che Livio fissa al 340 ma (come ha osservato Michel Humm nel 2005) non può non essere successiva al 338-334, quando fu concessa la sola cittadinanza sine suffragio ai Capuani. All’epoca era disponibile, per Roma, la sola zecca di Napoli: potrebbe allora essere una successiva foedusi del 326. Al più tardi, potrebbe essere risalire alla censura di Appio Claudio (312 - Diodoro 20, 36, 5), valida occasione per iscrivere i nuovi civites nelle liste del censo. L’iconografia sarà poi copiata dal bronzo di Cosa (successivo al 273) HN Italy 210. 325-300 a.C. circa - Cr. 14/1 Per Coarelli, l'emissione dell’aes grave inizia nell’ultimo quarto del IV secolo e ritiene che la serie più antica sia la Cr. 14/1, al cui dritto identifica (come nel quadrigato) Fons. 292 a.C. - Cr. 15/1 e Cr. 18/1 Per Coarelli, la didracma Cr. 15/1 e l’asse Cr. 18/1 sono contemporanei, condividendo l’iconografia di Apollo, inconsueta per Roma. Per la corona d’alloro, va identificato con la divinità di Delfi. Nel 292, in occasione di una grave pestilenza, una delegazione romana, guidata da Q. Ogulnio Gallo (futuro console del 269) si recò a Epidauro, da dove importò a Roma il culto di Esculapio, figlio di Apollo. Secondo Ovidio, la delegazione si recò anche appunto a Delfi, a consultare l’oracolo di Apollo; a questo potrebbe alludere appunto l’immagine di Apollo. Il cavallo al R/ potrebbe invece ricordare l’intervento di Q. Fabio Rulliano che, sempre nel 292, se fece nominare legato dal figlio, il console Q. Fabio Massimo Gurges, lo salvò dalla disfatta contro i Sanniti. Sappiamo infatti che Rulliano intervenì in battaglia a cavallo, e a cavallo seguì il figlio durante il trionfo (nel 291). Questa emissione potrebbe essere stata ottenuta determinata dalla disponibilità di argento susseguente al trionfo sui Sanniti, nel 293, di L. Papirio Cursore Sanniti. Coarelli evidenzia come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili a un gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, della gens Ogulnia di origine etrusca (forse discendente dagli Uclina di Volsinii); gruppo politico cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana. 290-289 a.C. - Cr. 20/1 Coarelli concorda sul fato che la lupa rievochi il simulacro collocato nel Comizio dai fratelli Ogulnii durante la loro edilità (296). L’immagine al D/ (ripresa, per la particolarità di essere imberbe e portare il diadema, dalla monetazione di Alessandro) richiamerebbe invece Ercole Invitto, così come era rappresentato nell’Ara Maxima, la cui edificazione dovrebbe essere di poco posteriore al 293. Trattandosi chiaramente della commemorazione di una vittoria, e considerato che il dio era ritenuto antenato dei Fabii, l’Ara potrebbe essere stata fondata da Q. Fabio Massimo Gurges, quando trionfò sui Sanniti (nel 291), e dedicata durante la sua censura (nel 289). La coniazione potrebbe quindi risalire al 290-289. Questa emissione potrebbe essere stata ottenuta determinata dalla disponibilità di argento susseguente ai due trionfi coevi sui Sanniti, nel 291, di Gurges e di L. Postumio Megello. dal 272 a.C. - Cr. 22/1 Per l’identificazione del D/ sono state proposte Bellona (Breglia) e Diana (Thomsen 1957), ma oggi si ritiene pacifico che sia Roma (Alföldi, Thomsen 1961, Crawford, Coarelli), di cui l’elmo frigio celebra le origini troiane. Per il R/, Coarelli fa riferimento a Livio (10.47.3), che ci informa che in occasione dei Ludi Romani del 293, per la prima volta, fu importata a Roma l’abitudine greca di offrire rami di palma ai vincitori. Secondo Coarelli, la perfetta e mai più riproposta coincidenza fra il sistema di numerazione (due serie, semplici e doppie, di lettere greche, da 1 a 50) adottato qui e sulle monete di Arsinoe II denuncia la contemporaneità delle emissioni; nel 273 Roma aveva stipulato un trattato di amicitia con l’Egitto e le monete di Arsinoe II, seppur correntemente datate al 270, potrebbero in realtà essere del 272. Quell’anno, Roma conquistava a Taranto e là avrebbe quindi coniato le didracme, allusive di questo e degli altri successi conseguiti nel conflitto contro Pirro. Significativo anche che l’ambasceria in Egitto del 273 fosse costituita da Q. Ogulnio Gallo e da due Fabii. La datazione è confermata da valutazioni ponderali: questa didracma risente del calo dello standard da 7,24 g a 6,6 g, che si registra nella monetazione magno greca e siracusana ed è attribuibile agli anni ’70 del III secolo (come dimostra il fatto che non si presenta a Metaponto, abbandonata entro il 275). 270-269 a.C. - Cr. 25/1, 26/1 e 27/1 Queste ultime emissioni romano-campane sono, per Coarelli, un prolungamento di quelle a legenda ROMANO (di cui ripetono gli elementi iconografici), reso necessario da esigenze forse militari, di poco antecedenti al quadrigato. Il cambio di legenda indicherebbe l’attivazione di una zecca centralizzata, forse già quella di Roma. dal 269 a.C. al 216 a.C. - quadrigato Per Coarelli, è questa la prima moneta ufficiale in argento di Roma, coniata nella zecca dell’Urbe con intendimento di farne un’emissione stabile, duratura e numerosa. Si tratta, quindi, dell’argentum la cui coniazione, secondo Plinio, inizia nel 269 (la data alternativa del 268 discende da un’errata interpretazione dell’Epitome XV a Livio, che in realtà indica, anch’essa, il 269). Nello stesso anno cominciava anche l’attività dell’officina Monetae e, forse, fu istituita la magistratura dei tresviri monetales. La datazione è confermata dai rinvenimenti: 1 esemplare e un tesoretto di 31 esemplari a Selinunte, città distrutta nel 250; 1 esemplare a Kerkouane, città punica distrutta da Attilio regolo nel 256. Il viso al D/, viene attribuito da Coarelli a Fons, figlio di Giano e di Giuturna. Si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1). Fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. La quadriga al R/ rappresenta sì, secondo Coarelli, l’acroterio del tempio di Giove Capitolino, ma non quello originale in terracotta, bensì quello in bronzo, che lo sostituì nel 296 a cura degli edili, i fratelli Ogulnii. Essa allude a un’importante successo militare: verosimilmente, la recente vittoria su Pirro. Secondo Coarelli, gli esemplari più antichi sono quelli, piutosto rari, con legenda in rilievo entro tavoletta. La legenda in incuso sarebbe venuta dopo, quella in rilievo entro cornice sarebbe l’ultima. Il quadrigato doveva essere ancora in corso nel 219-218, quando fu introdotto l’aureo Cr. 28/1, connesso sul piano ponderale. Inoltre, Zonara ricorda come dopo la sconfitta al Trasimento (216) i romani mescolarono rame all’argento, fatto effettivamente accertato per gli ultimi quadrigati e per i vittoriati. La coniazione finì probabilmente proprio nel 216. 260-258 a.C. - Cr. 35/1 Nel 260, a Mylae, i Romani ottengono la loro prima grande vittoria navale. Secondo Coarelli, la fondazione del tempio di Giano al Foro Olitorio si collega proprio con il trionfo navale di C. Duilio, e in questo senso si coniuga l’iconografi al D/ e al R/ di questo asse. Sappiamo dall’iscrizione della colonna rostrata di Duilio che egli, durante il trionfo, si impegnò ad assegnare al popolo la preda navale: si trattava probabilmente della restituzione del tributum, che durante la Prima Guerra Punica era stato particolarmente oneroso, e secondo Coarelli potrebbe essere avvenuta in bronzo, mediante elargizione di questi assi. La data dell’elargizione potrebbe essere fissata al 258, quando Duilio ricoprì la censura e probabilmente inaugurò il tempio di Giano. L’emissione dell’aes grave dovrebbe quindi essere successiva all’esposizione della preda durante il trionfo (260) ma precedente all’elargizione (258). dal 245-242 a.C. al 222 a.C. - standard semilibrale La metrologia dimostra che gli assi semilibrali coniati appartengono agli anni finali della Prima Guerra Punica; discende quindi dalla crisi finanziaria causata dalle gravi sconfitte navali. A conferma di questa datazione, due semionce Cr. 38/7 sono state rinvenute in una tomba della necropoli di Falerii veteres (Celle), città abbandonata nel 241. Tutti gli altri reperti archeologici della necropoli sono databili ai primi decenni del III secolo. Questo standard doveva essere ancora in corso nel 222, quando furono votati i ludi Maximi del 217 (come illustrato nella nota alla riduzione quadrantale). dal 222-219 (probabilmente 220) a.C. al 217 a.C. - standard trientale Questa riduzione non può che incastrarsi fra la fine dello standard semilibrale (dal 222) e la riduzione quadrantale (nel 217). 219 a.C. - Cr. 28/1 Secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (i codici più recenti riportano 62, ma è certamente un errore), quindi, a seconda del metodo di computo utilizzato, dal 219 al 217. Si tratta sicuramente dell’Oro del giuramento, Cr. 28/1, che è tagliato sullo standard di 6 scrupoli, come i primi quadrigati, cui pertanto è connesso. Al R/, è stata supposta la rappresentazione di un foedus, che come sappiamo veniva stipulato (per Roma) da due feziali, di cui uno era il pater patratus e l’altro un gregario, un verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Secondo Mommsen e Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1), prototipo (mitico e non storico, secondo Crawford) della pax Numantina. Per Coarelli, si tratta invece del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani: le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. dal 218-215 (probabilmente 217) a.C. al 215 a.C. - standard quadrantale Secondo Plinio, una riduzione ponderale fu introdotta “Hannibale urguente Q. fabio Maximo dictatore”, quindi nel 217. Quello stesso anno, furono stanziati per i ludi Maximi 333.333 assi e un triente, anziché 200.000 assi, chiaramente perché si voleva mantenere, a seguito della riduzione, il peso (un milione di once) corrispondente alla cifra precedente, per non “ingannare gli dei”. Per Coarelli, il valore di 200.000 deve essere fatto risalire a quando i ludi furono votati, verosimilmente tra il 225 e il 222, momento di massima apprensione per le sorti della guerra contro i Galli. La data del 222 è più probabile, perché normalmente passavano o 5 oppure 10 anni fra il voto e l’esecuzione dei ludi. Fino al 222, pertanto, dovevano ancora essere in vigore gli assi semilibrali ridotti (di 5 once); nel frattempo era intervenuta la riduzione trientale, e ora, nel 217, quella quadrantale. Le riconiazioni confermano che lo standard quadrantale era in corso nel 216, quando iniziarono le emissioni delle città campane alleatesi con Annibale. 216-215 a.C. - vittoriato Thomsen ha dimostrato come il vittoriato sia leggermente precedente al denario. Deve quindi incastrarsi, per Coarelli, fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale. dal 215 a.C. - standard sestantale e denario Riforma sestantale e introduzione del denario sono pacificamente connesse e contemporanee. Marchetti ha dimostrato come il ritrovamento di Morgantina debba essere collegato alla conquista cartaginese (213), piuttosto che alla riconquista finale romana. Egli inoltre, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard sestantale non possa essere posteriore al 214. Peraltro, 52 aurei della serie marziale (Cr. 44), chiaramente connessa, sul piano ponderale, con il denario, sono stati rinvenuti ad Agrigento e sembrano dover essere attribuiti alla conquista cartaginese della città (213). Livio ricorda che nel 214 il censo minimo fu portato da 50.000 assi (qual era sino al censimento del 220) a 100.000 assi, iniziativa che può essere spiegata ritenendo che nel 220 fosse ancora in vigore lo standard trientale, nel 214 quello sestantale. Tutto questo fa ritenere che il denario sia stato introdotto nel 215. Il R/ riprende l’iconografia di un octobolo dei Bruzi della fine della guerra contro Pirro (quando essi erano alleati di roma), ma con impostazione più guerresca (con le lance in resta, anziché la mano alzata). I Dioscuri alludono a un rapporto mitico tra Bruzi e Romani, per l’associazione fra la battagtlia della Sagra con quella del Lago Regillo. L’iconografia del denario può essere interpretata, allora, come una promessa di riscatto rivolta ai cittadini di Locri e quanti altri, come loro, cercavano di resistere alle pressioni belliche di Annibale. Infatti, proprio nel 215 Locri aveva deciso di opporsi ad Annibale; convinti da Annone avevano poi capitolato, ma non prima di aver fatto mettere in salvo la guarnigione romana. dal 212-211 a.C. - standard onciale Secondo Coarelli, le riconiazioni dimostrano che lo standard onciale fu introdotto nella monetazione delle città campane alleatesi con Annibale, quindi necessariamente prima del 211. Anche Marchetti, sulla base delle riconiazioni di monete siracusane, ritiene che lo standard onciale non possa essere posteriore al 211.1 punto
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Spesso è non lettura del post e conseguente risposta buttata li ;-)1 punto
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