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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/03/14 in tutte le aree

  1. Era il lontano 2005, quando a soli 15 anni , in vacanza con i miei a Rimini , mi ritrovai per caso in un mercatino delle pulci: iniziò la mia passione verso l’Euro-collezione Alternando scuola-lavoro(lavoravo in un salone di parrucchieri guadagnando 50€/settimana) , consumavo i miei risparmi nell’acquistare sempre con più frequenza le serie mancanti e gli accessori quali album, cataloghi. Non avendo vizi ,all’epoca, ogni volta che avevo un gruzzoletto da parte , contattavo il mio amico Torinese, molto conosciuto sulla Baia ogni volta che vedevo il corriere, all’aprire il plico i miei occhi brillavano di gioia, di felicità Caddi purtroppo anche nella farsa delle euro-prove, acquistandole quasi tutte, ingannato anche dalla loro pubblicazione con relativa quotazione su quel maledetto catalogo del 2005 di color Rosa, o ormai avevo già l’85% di quello emesso…. Pur di acquistare la serie Vaticano 2002…ad 850 euro.. decisi di vendere il mio scooter e rimanere a piedi….. Venivo abbagliato da quelle ingannevoli pubblicità e promozioni fatte in televisione sul programma HSE(ve le ricordate????) ,ex MEDIA SHOPPING, dove venivano proposte in continuazione le divisionali di San Marino ,Monaco ,Vaticano, rassicurando un investimento sicuro nel tempo Continuai ad acquistare tutte le divisionali emesse fino alla morte del papa….il giorno dopo sulla Baia, le divisionali del 2002 arrivavano a 3000 euro ,per poi subire qualche mese dopo un leggero ma continuo abbassamento…. Appena maggiorenne, ero convinto che tutti quei soldi che stavo spendendo sarebbero stati un investimento per il mio futuro….ne avevo spesi 5 mila??? Un domani ne avrei guadagnato sicuramente di più….. Al mio compleanno , a Natale o in qualche ricorrenza, ai miei genitori non chiedevo il giocattolo o il gioco per la playstation…..ma Euro, divisionali, commemorativi! Per vari problemi, da un giorno all’altro smisi definitivamente la mia collezione Decisi di vendere sulla BAIA , per recuperare qualche soldino ,Monaco 2004 PROOF ,San Marino 2002 e qualche altra serie, per aiutare la famiglia…. Abbandonai tutto in un baule di legno ,ricoprendo il tutto con un telo nel garage Qualche giorno fa , dopo 7 anni, ho deciso di riaprire quel baule: la voglia di tornare a collezionare è prevalsa in me. Noto purtroppo , che tutte le divisionali acquistate dal sottoscritto a prezzi alti, sono state svalutate ,e acquistarle oggi significa risparmiare anche il 60% Ho tratto questa conclusione: collezionare monete, ed in particolare l’Euro, non è assolutamente un modo per investire, ma è una collezione come altre(figurine, sorpresine) , dove il mercato impone il prezzo d’acquisto ,e, chi non ha fretta(come me all’epoca) acquista a qualsiasi prezzo! Non è cosi…ho capito sulla mia pelle che il vero collezionista deve avere molta pazienza, saper aspettare il momento giusto, valutare, non volere tutto e subito…..deve saper cogliere l’attimo giusto. Purtroppo , non ero e non sono iscritto a nessuna lista numismatica del Vaticano o di San Marino(di Monaco manco ne parlo…),quindi sono costretto ad acquistare da terzi… Ed è’ cosi che ricomincio a collezionare, con la pazienza e consapevolezza che, tutti i soldi che mi serviranno per acquistare le serie ,soprattutto per quelle di Monaco di oggi, non sono soldi spesi come investimento con il tempo tali prezzi si abbasseranno…quando la domanda non sarà alta come prima….. Un esempio: il 2 Euro di Kelly……all’epoca se avevo 3 mila euro disponibili l’avrei acquistata pensando di guadagnarne un domani 10 mila…….oggi vedo che viene venduta da un sito amico a 1250 euro……e secondo me si abbasserà ancora….. A 25 anni non penso di “investire” con lingotti d’oro, argenti o marenghi…..continuerò la mia collezione guardandola con occhi diversi, privi di ansie ! Spero di non essere stato noioso, ma ho voluto raccontarvi questa storia e voglio sapere cosa ne pensate Un amico di 25 anni
    4 punti
  2. Il secolo del lavoro inutile John Maynard Keynes Nel lontano 1930, John Maynard Keynes prevedeva che entro la fine del secolo la tecnologia in Occidente sarebbe progredita al punto di regalarci una settimana lavorativa di appena 15 ore. Invece, è accaduto il contrario: «La tecnologia è stata arruolata per inventare nuovi modi di farci lavorare tutti di più», scrive l’antropologo David Graeber. E a tale scopo «sono stati creati lavori che sono di fatto inutili». Enormi schiere di persone, in Europa e Nord America, lavorano in ufficio, dove «trascorrono tutta la loro vita professionale eseguendo compiti che segretamente ritengono inutili». Graeber parla di «danni morali e spirituali», praticamente «una cicatrice sulla nostra coscienza collettiva», anche se non ne parla nessuno. Perché l’utopia promessa da Keynes non si è mai materializzata? «La spiegazione standard è che Keynes non aveva preventivato la mole dell’incremento del consumismo», ma per l’antropologo la verità è un’altra: l’élite capitalista sa benissimo che, una volta liberate dall’incombenza del lavoro full time, le masse cominciano a “pensare”, e a reclamare diritti per una vita diversa, specie se le macchine faticano al posto dell’uomo. «Dagli anni Venti in poi abbiamo assistito alla creazione di un’infinità di nuovi lavori e industrie, ma sono pochissimi quelli che hanno a che vedere con la David Graeberproduzione e la distribuzione di sushi, iPhone o scarpe da ginnastica costose», scrive Graeber in un post ripreso da “Megachip”. «Allora cosa sono esattamente questi nuovi lavori?». Durante il secolo scorso, il numero di lavoratori impiegati come domestici, nel settore industriale e in quello agricolo è crollato. Parallelamente, «le libere professioni, i lavori dirigenziali, d’ufficio, di vendita e di servizio» sono triplicati, passando da un quarto degli impieghi complessivi a tre quarti. «In altre parole, i lavori produttivi, esattamente come previsto, sono stati in gran parte sostituiti dall’automazione», anche calcolando gli operai cinesi e indiani. «Ma anziché consentire una significativa riduzione delle ore di lavoro per rendere la popolazione mondiale libera di dedicarsi ai propri progetti, piaceri e idee, abbiamo assistito all’esplosione non tanto del settore dei “servizi”, quanto di quello amministrativo». Sono nate nuove industrie come quella dei servizi finanziari o del telemarketing, mentre c’è stata un’espansione senza precedenti di settori come quello giuridico-aziendale, accademico, della amministrazione sanitaria, delle risorse umane e delle pubbliche relazioni. Senza contare le aziende che a queste industrie forniscono assistenza amministrativa, tecnica o relativa alla sicurezza, così come «l’esercito di attività secondarie (come i toelettatori di cani o i fattorini che consegnano pizze tutta la notte) che esistono soltanto perché le altre persone passano tanto tempo a lavorare in tutte le altre». Sono mestieri che Graeber propone di definire “lavori stupidi”: «È come se esistesse qualcuno che inventa lavori inutili solo per farci continuare a lavorare. E proprio qui sta il mistero: nel capitalismo, questo è esattamente quel che non dovrebbe succedere». Infatti, «l’ultima cosa che deve fare un’azienda desiderosa di profitti è sborsare soldi a lavoratori di cui non ha davvero bisogno. Eppure, non si sa perché, succede lo stesso». È vero, «le grandi aziende operano spesso tagli spietati», ma attenzione: «Licenziamenti e prepensionamenti colpiscono immancabilmente la classe delle persone che fabbricano, spostano, riparano e mantengono in funzione le cose». Per una strana alchimia che nessuno sa davvero spiegare, continua Graeber, «ultimamente il numero di passacarte salariati sembra aumentare, e sempre più lavoratori dipendenti si ritrovano – un po’ come i sovietici di una volta – a lavorare in teoria 40 se non 50 ore alla settimana, ma lavorandone di fatto 15 proprio come previsto da Keynes, perché il resto del loro tempo serve per organizzare o partecipare a seminari motivazionali, aggiornare i profili Facebook o scaricare roba». Per Graeber, la spiegazione non è economica: è morale e politica. «La classe dirigente si è resa conto che una popolazione felice, produttiva e con del tempo libero a disposizione è un pericolo mortale: pensate a quel che è cominciato a succedere quando negli anni Sessanta ci si è avvicinati a una vaga approssimazione di questa cosa». E l’idea che il lavoro sia un valore morale in sé, al punto da pensare che «chiunque non desideri sottomettersi a un’intensa disciplina lavorativa per la maggior parte delle sue ore di veglia non meriti niente», torna straordinariamente comoda a molti. Un amico poeta e musicista, racconta Graeber, dopo un paio di dischi che avevano «migliorato la vita di tante persone in tutto il mondo», è stato costretto – parole sue – a «imboccare la strada che sceglie in automatico tanta gente che non sa dove andare: la facoltà di giurisprudenza». Oggi lavora come avvocato aziendale per un importante studio di New York. «Lui per primo ammette di fare un lavoro del tutto privo di senso, che non fornisce nessun contributo al mondo e che, secondo lui, in realtà non dovrebbe esistere». Domanda: che razza di società è la nostra, che genera «una domanda estremamente limitata di poeti-musicisti talentuosi», a fronte di una domanda apparentemente infinita di specialisti in diritto aziendale? Risposta: se «la maggior parte della ricchezza disponibile la controlla l’1% della popolazione», allora quello che definiamo “mercato” rigetterà «ciò che loro, e nessun altro», non considerano utile o importante. Peggio ancora: chi fa lavori “stupidi” se ne rende perfettamente conto. «Credo di non aver mai conosciuto un avvocato aziendale che non pensasse di fare un lavoro stupido». Lo stesso vale per quasi tutte le nuove industrie: «Esiste un’intera classe di lavoratori salariati che, se li incontri a una festa e ammetti di fare un mestiere considerato interessante (l’antropologo, per esempio), si rifiuta anche soltanto di dirti che lavoro fa. Fategli bere due o tre drink, e si lanceranno in vere e proprie tirate su quanto inutile e stupido sia in realtà il loro lavoro», continua Graeber. «Stiamo parlando di una violenza psicologica profonda. Come si può anche solo cominciare a parlare di dignità del lavoro, quando in cuor suo una persona ritiene che il proprio lavoro non debba esistere?». Tuttavia, «il talento tutto particolare della nostra società» sta nel fatto che i suoi governanti hanno escogitato un modo per garantire che la frustrazione e la rabbia vengano indirizzate contro chi invece fa un lavoro sensato. Strana regola: «Più il lavoro di un individuo giova palesemente ad altre persone, minori sono le probabilità che questo lavoro venga pagato». Si domanda Graeber: che succederebbe se quest’intera classe di persone scomparisse? «Dite quel che volete di infermieri, spazzini e meccanici: è palese che, se dovessero sparire in una nuvola di fumo, gli effetti sarebbero immediati e catastrofici. Un mondo senza insegnanti e scaricatori di porto finirebbe presto nei guai, e anche un mondo senza scrittori di fantascienza o musicisti ska sarebbe evidentemente peggiore». Al contrario, «non è del tutto chiaro in che modo l’umanità soffrirebbe se dovessero svanire allo stesso modo tutti gli amministratori delegati di società d’investimenti, i lobbisti, gli addetti alle pubbliche relazioni, gli analisti assicurativi, i lavoratori del telemarketing, gli ufficiali giudiziari o i consulenti legali (molti sospettano che potrebbe significativamente migliorare)». Eppure, fatta salva una manciata di stimatissime eccezioni, come ad esempio i medici, «la regola resiste sorprendentemente bene». E, «cosa ancor più perversa, sembra circolare la diffusa convinzione che sia giusto così». Questo, aggiunge Graeber, è «uno dei punti di forza segreti dei populisti di destra», quelli che «fomentano il rancore contro i dipendenti della metropolitana che paralizzano Londra per il rinnovo del contratto», perché «il fatto stesso che i dipendenti della metropolitana siano in grado di paralizzare Londra è la riprova che il loro lavoro è necessario, ma a infastidire la gente sembra sia proprio questo». Cosa ancora più evidente negli Stati Uniti, dove i repubblicani «stanno riuscendo con molto successo a mobilitare il risentimento contro gli insegnanti o contro gli operai dell’industria dell’automobile», a causa di stipendi e benefit che sembrano eccessivi. È come se gli stessero dicendo: voi, che a quanto pare fate lavori veri, necessari, avete anche la faccia tosta di aspettarvi delle pensioni e un’assistenza sanitaria da classe media? «Se qualcuno avesse progettato un sistema del lavoro fatto su misura per salvaguardare il potere del capitale, non avrebbe potuto riuscirci meglio», conclude Graeber. «I lavoratori veri, quelli produttivi, vengono spremuti e sfruttati implacabilmente», mentre gli altri «si dividono tra un atterrito strato di disoccupati, disprezzato da tutti, e un più ampio strato di persone che in pratica vengono pagate per non fare nulla». Queste persone «ricoprono incarichi progettati per farle identificare con i punti di vista e le sensibilità della classe dirigente (manager, amministratori)», ma al tempo stesso «covano un segreto rancore nei confronti di chiunque faccia un lavoro provvisto di un chiaro e innegabile valore sociale». Non è un sistema progettato in modo conscio, è emerso da quasi un secolo di tentativi empirici. «Ma è anche l’unica spiegazione del perché, nonostante le nostre capacità tecnologiche, non lavoriamo tutti quanti solo tre o quattro ore al giorno».
    4 punti
  3. Questa mattina al circolo numismatico di Torino , il dott.E. Montenegro , come da tradizione , ha consegnato ai partecipanti alcune copie del nuovo Catalogo Montenegro 2015 Nel 2015 si festeggiano i XXX anni del catalogo passato nel 1984 dalla gestione del comm. Cesare Bobba a quella del dott. Eupremio Montenegro. I miei complimenti all' autore ed editore per il traguardo raggiunto .
    2 punti
  4. Visto che qui al nord imperversa l'autunno (di fine stagione, pure), e siamo più o meno rintanati in casa, ho rifatto le foto (niente di che, ma spero rendano meglio) del 50 lire cinquantenario. La tonalità piuttosto "aranciata" è quella reale. Spero vi piaccia. :) Un saluto autunnale ( :wacko: ).
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  5. Bellissima storia,non mi sono annoiato ma appassionato nel leggerti.Io sono rimasto quello che tu eri un tempo.Un malato di collezionismo,mai fatto niente per pensare ad un investimento(per investire ci vuole l'oro e adesso neanche piu' quello).Sempre fatto tutto per amore e passione verso gli Euro.Sara' che e' il mio lavoro(lavoro in Borsa)sara' che ho sempre amato il tintinnio delle monetine,sara' che son matto o stupido non lo so.Sara' quel che sara' ma quelle monetine me le guardo e riguardo in continuazione come se vedessi la piu' bella modella del mondo davanti a me.Rimango ad ammirarle,ad osservarle,e se sono circolate(faccio anche quelle)penso alla loro storia,a quanto hanno girato prima di arrivare da me..
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  6. Provo a dire anche la mia... non potrebbe essere parte di un anello?
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  7. veramente se guardate la foto iniziale, non si vedeva la parte superiore sinistra... ho preso il lotticino perché m'incuriosiva quel coso strano tutto inciso e, già che c'ero, speravo che quel nummetto mezzo nascosto fosse il Nepotino.... e invece, delusione atroce!, era la moglie di Basilisco, Elia Zenonide.... che poi, a dire il vero , Leonzio mi ha confidato che in realtà hanno sempre detto di essere sposati ma invece convivevano more uxorio.... a lui glie lo confidò Verina, che però gli disse di tenere per sé la notizia. Leonzio a sua volta me lo sussurò a bassa voce, raccomandandomi che la notizia non si diffondesse.... Quindi, ve lo dico perché mi fido di voi, ma tenete la cosa riservata, solo pe rvoi, che non si sappia che Elia Zenonide era una svergognata che conviveva senza con Basilisco nel peccato!!!
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  8. @@albertoriccardo2 Scusa, ma sei straniero? Perché faccio veramente fatica a capire il significato di quello che scrivi...
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  9. E già che ci sono, vi mostro una "chicca" rarissima (in 40 anni di collezione solo una volta ho visto questa immaginetta, e non me la sono lasciata sfuggire) che vorrei condividere con voi. Anche se non attinente a questa sezione, rimane però un documento molto importante per l'epoca. Ditemi però se li riconoscete :dirol:
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  10. Ho letto alcune cose spaventose su questa moneta.Un "personaggio"(e' il termine piu' scrivibile che mi viene in mente per chiamarlo)sostiene su la baia che arrivera'a valere piu' del Monaco 2007 GK,perche' con meno esemplari in giro.Io capisco che ognuno debba "tirare acqua" al suo mulino pero' scrivere queste baggianAte mi pare esagerato.Innanzitutto la tiratura sara'di 15 volte piu' del GK,in secondo luogo l'appeal che ha Monaco non ce l'ha di sicuro una monetaccia belga come quella in questione.Perdonatemi lo sfogo ma collezionisti si,deficenti(dal latino deficere:cioe' mancanti,in questo caso d'intelligenza se crediamo a 'sti pseudo commercianti)NO.
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  11. Ecco la toccante dedica scritta dal dott.E.Montenegro al suo caro amico....
    2 punti
  12. Questa mattina ho avuto il piacere di osservare l'esemplare in piombo dell'amico Blaise
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  13. Per valutare il grado di usura basta guardare le spighe e il bordo. Le spighe devono uscire dalla moneta, nel senso che devono avere un bel rilievo, a differenza di questa che ha tutto il disegno piatto. Il bordo deve quasi tagliente, passami il termine, cioè deve avere ancora un po' di "spigolo". Ma come è già stato detto. l'italma si consuma solo a guardarlo.
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  14. Ciao, continuo nei miei acquisti relativi alla zecca di Londinium. E’ un pallino che mi è preso dopo aver visto al Museum of London questo pannello: così quando trovo qualche moneta a prezzi vantaggiosi ci faccio un pensierino... ;) In realtà quanto riportato nel pannello museale è una semplificazione in quanto il catalogo delle sigle della zecca di Londinium è molto più ampio e variegato e cioè: No mark; L, ML, MLL, MSL, MLN, PLN, PLON, PLONÈ Solo considerando il periodo di attività 294-325 (383-8 - gold only) (e tralasciando tutte le varie carausiane e allectane…) http://finds.org.uk/romancoins/articles/page/fourth-century-mints La maggior parte delle emissioni londinesi è legata al periodo costantiniano con segno di zecca PLN e penso di poter tranquillamente affermare che l’iconografia più diffusa di Costantino per Londinium è quella del SOL INVICTO COMITI. In questi giorni mi sono state recapitate due monete di questa tipologia acquistate presso un venditore numismatico professionale tedesco e che presentano due di quei segni di zecca trascurati nella tabella suddetta. La prima come anticipato è un SOL INVICTOCOMITI. Si tratta della RIC VII London 27, IMPCONSTANTINVSAVG, ritratto laureato e corazzato verso destra/ SOLINVIC-TOCOMITI, Sol rivolto verso sinistra, sollevante la mano dx verso l’alto e reggente il globo nell’altra. Il braccio regge anche il chlamys che copre la spalla sinistra. Tra i campi S – F, in esergo MLL. Sul RIC è data C2 ed è indicata come emessa nel 313-315.
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  15. buonadomenica tutti.....una moneta del regno di Sardegna.....di 16mm per 0.71grs....!!.. :mellow: era suberata!!.....peccato e a la limita del identificazione ,le foto non rendono bene,ma sempre agreabile da vedere..... :)
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  16. Recentemente sono stato in grado di riempire l'ultima vacanza (di tipo) nella mia collezione di monete irlandesi pre-decimale. Io non stavo cercando, non proprio, ma è accaduto lungo in una scatola di cianfrusaglie—per $0,17. Non è l'esempio migliore, ma il prezzo era irresistibile! Questo 1939 half-crown fu colpito in argento .750 e ha un peso nominale di 14,14 grammi. (Ho preso nota di questo fatto perché tra i miei acquisti di spazzatura-casella $0,17 quel particolare giorno fu una contraffazione Panama 1-balboa, ora pubblicato altrove in questa sezione). La half-crown era la più alta moneta di denominazione introdotta dagli irlandesi nella loro famosa serie "Barnyard" del 1928, e rimase tale fino a quando il pezzo di 10-shilling fu introdotto nel 1966. Decimalizzazione fu presto a seguire, tuttavia, e—a differenza di shilling e il florin, che continuarono a circolare come pezzi 5p e 10p—la half-crown era in pensione a partire da 1° gennaio 1970. La 1939 half-crown, insieme con le altre monete irlandesi di quella data, sono il primo dei rispettivi tipi e rappresentano un'importante partenza dalla serie originale del 1928. Il nome del paese è sicuramente il più evidente cambiamento: "SAORSTAT EIREANN", o "Stato libero d'Irlanda," è diventato "EIRE," semplicemente, "Irlanda". Il cambiamento di nome deriva dall'Irlanda dopo aver adottato una nuova costituzione nel 1937. (A volte è detto cambiamento dell'Irlanda, quella dello stato e la confusione in quel momento che circonda la successione al trono britannico—non erano coincidenti.) 1938 fu un anno senza nuova monetazione irlandese, come il passaggio ha preso tempo. L'opportunità per il cambiamento è stato alquanto fortuita agli occhi dei funzionari di zecca, perché offriva la possibilità di correggere i problemi di flusso (metallo) che aveva incontrato nella produzione della monetazione del 1928, problemi che affliggono soprattutto le monete di diametro più grande come il penny e la half-crown. Consolidando la data—che è suddiviso in due parti della serie 1928—poi spostarlo fuori i due campi, posizionandolo vicino al bordo, era una strategia per migliorare la qualità sorprendente. La variazione del numero di stringhe di arpa (da 16 a 14) è anche notevole, ma non riesco a individuare alcun motivo per esso (ad esempio una modifica nel numero di contee o alcuni di tali), quindi sono propenso a pensare ad esso come una semplice rielaborazione del disegno per ragioni estetiche o tecniche (flusso di metallo, ancora?). Conio della 1939 half-crown era 888.000, più di qualsiasi anno dal 1928. Ma alla fine della half-crown d'argento dell'Irlanda era a portata di mano. L'ultimo anno di produzione di quantità di circolazione era il 1942, e solo circa 1.000 pezzi furono coniati nel 1943. Ci sarebbe non più nuova half-crowns irlandese fino le monete di rame-nichel del 1951. Da allora, Irlanda sarebbe diventato (1949) della Repubblica d'Irlanda, ma avrebbe continuato l'elegante semplicità di questa riprogettazione del 1939. Eire. :) v. --------------------------------------------------- Recently I was able to fill the last vacancy (by type) in my collection of pre-decimal Irish coins. I wasn’t looking for it, not really, but it happened along in a junk-box—for $0.17. It isn’t the best example, but the price was irresistible! This 1939 half-crown was struck in .750 silver and has a nominal weight of 14.14 grams. (I took special note of this fact because among my $0.17 junk-box purchases that particular day was a counterfeit Panama 1-balboa, now posted elsewhere in this section.) The half-crown was the highest denomination coin introduced by the Irish in their famous “Barnyard” series of 1928, and remained so until the 10-shilling piece was introduced in 1966. Decimalization was soon to follow, however, and—unlike the shilling and the florin, which continued to circulate as 5P and 10P pieces—the half-crown was retired as of 1 January 1970. The 1939 half-crown, along with the other Irish coins of that date, are the first of their respective types, and represent an important departure from the original series of 1928. The country name is surely the most obvious change: “SAORSTAT EIREANN,” or “Irish Free State,” has become “EIRE,” simply, “Ireland.” The name change derives from Ireland having adopted a new constitution in 1937. (It is sometimes said that Ireland’s change of status, and the confusion at that time surrounding the succession to the British throne—were not coincidental.) 1938 was a year without new Irish coinage, as the changeover took some time. The opportunity for change was somewhat serendipitous in the eyes of mint officials, because it offered a chance to correct the (metal) flow problems they had encountered in producing the 1928 coinage, problems which particularly afflicted the larger diameter coins such as the penny and the half-crown. Consolidating the date—which is broken into two parts in the 1928 series—then moving it out of the two fields, positioning it near the rim, was one strategy to improve striking quality. The change in the number of harp strings (from 16 to 14) is also notable, but I cannot seem to locate any reason for it (such as a change in the number of counties or some such), so I’m inclined to think of it as a simple reworking of the design for technical (metal flow, again?) or aesthetic reasons. Mintage of the 1939 half-crown was 888,000, the most of any year since 1928. But the end of Ireland’s silver half-crown was close at hand. The final year of circulation-quantity production was 1942, and only about 1,000 pieces were coined in 1943. There would be no more new Irish half-crowns until the copper-nickel coins of 1951. By then, Ireland would become (1949) the Republic of Ireland, but the elegant simplicity of this 1939 redesign would continue. Eire. :) v.
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  17. perdurando il maltempo, continuo a dedicarmi (senza risultati particolamente lusinghieri...) alla fotografia... :P Perlomeno il tondello in questione ricorda la (ormai sconosciuta) forma del sole... :D I fondi sono molto più brillanti e lucidi si quanto la foto trasmetta (il D/, in particolare, sembra molto più opacizzato di quanto sia effttivamente..., il R/ è praticamente a specchio...) Buona domenica di pseudo-estate !!! (bleah...)
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  18. Forse tra le più comuni della monetazione di Vittorio Emanuele III, ma se ci soffermiamo a guardarle con un minimo di attenzione, ci accorgiamo che sono dei piccoli capolavori. La quadriga, sia nella prima emissione che nella seconda è, stilisticamente un soggetto accattivante! Dall'antichità ad oggi è forse il soggetto più rappresentato nella monetazione. Questi piccoli tondelli erano destinati alla circolazione quotidiana, se facciamo un rapido paragone con le monete destinate oggi alle nostre tasche...lascio a voi ogni considerazione e/o valutazione! Renato
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  19. Magari non tutti pensano la stessa cosa ma per quanto mi riguarda è così. Hai perfettamente ragione nel dire che non conviene prenderle da loro specie quando uno ha ansia di ricevere la nuova uscita subito ma in questo caso purtroppo preferisco aspettare. Con i mini stati non si è mai al sicuro. Speculazioni emissioni improvvise o cambi di metodi di vendita (vedi il san Marino di quest'anno) sono sempre in agguato :)
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  20. Io sono appena tornato da Ibiza.Diciamo che sono stato abbastanza fortunato ma ho anche perseverato nel cambiare spiccioli in continuazione.Poi il lampo di genio.Nel nostro albergo c erano delle macchinette per l'acqua che accettavano banconote.Inserivi i 10 o 20 euro e pigiavi il tasto del resto senza prendere niente.Ed ecco scrosciare giu' pezzi da 2 euro di resto.Quelli comuni li ho ricambiati in reception e poi ho rifatto il giochino.Con questo sistema ne ho prese a bizzeffe e qualche Cc e' scappato fuori(anche importante direi o comunque non comune).Io vado spesso all'isola d'elba visto che ho la casa vicino alla spiaggia di Fetovaia.Li il tempo e' sempre bello d'estate e l'isola quasi affonda da quante persone ci sono "sopra".Se hai modo cerca i 2 euro perche' e' molto piu' semplice trovarne "stran".Buona ricerca!
    1 punto
  21. http://www.lamoneta.it/topic/84347-il-mondo-della-moneta-i-dipinti/?hl=pittura
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  22. Aggiungerei anche di controllare l'ortografia
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  23. Nel Museo delle Terme , situato all’ interno delle antiche Terme erette da Diocleziano a Roma nel 296 e completate nei primi anni del 300 , di rimpetto alla Stazione Termini e un po’ defilato sulla destra rispetto all’ altro vicino Museo Nazionale Romano , tra le altre meraviglie dell’ antichita’ qui conservate , spicca su tutto a mio modesto parere : il Pugilatore , una meravigliosa statua in bronzo che , se fissata , sembra da un momento all’ altro alzarsi dalla sua posizione seduta di riposo per riprendere il combattimento contro l’immaginario avversario , tanta e’ la plasticita’ quasi umana della statua , l’ espressione sfinita dal cruento combattimento ma non doma del volto , la drammaticita’ della scena , ma anche la volonta’ di non cedere ; purtroppo gli occhi in pasta vitrea furono persi forse gia’ in antico , avrebbero dato ancora piu’ espressivita’ alla statua . Lo sguardo rivolto in alto , con la bocca socchiusa , cercava forse un aiuto o conforto dagli Dei , dopo la preghiera di aiuto o di un voto affinche' vincesse la gara . La statua bronzea del Pugile , conosciuta anche come Pugile delle Terme o Pugile del Quirinale, è una scultura greca alta 128 cm , quindi in grandezza naturale , datata alla seconda metà del IV secolo a.C. attribuita a Lisippo , fu rinvenuta a Roma alle pendici del Quirinale nel 1885 , questa la storia del ritrovamento , ma prima due parole sulle Terme di Diocleziano . Le terme furono costruite per servire di bagni pubblici i popolosi quartieri del Quirinale , Viminale ed Esquilino e per la loro realizzazione fu smantellato un intero quartiere , con insule , edifici privati e religiosi , regolarmente acquistati e con lo sconvolgimento della viabilità preesistente , insomma l’ immensa zona fu stravolta dalla costruzione delle Terme che occupano ancora oggi un area di ben 380 metri x 365 metri , quasi 14 ettari di terreno . L'iscrizione dedicatoria , divisa in otto frammenti ed oggi ricomposta nell'aula di ingresso del Museo delle Terme , cosi’ riporta : "D N Diocletianus et Maximianus invicti seniores Aug patres Imp et Caes et d n Constantius et Maximianus invicti Aug et Severus et Maximianus nobilissimi Caesares thermas felices Diocletianas, quas Maximianus Aug rediens ex Africa sub praesentia maiestatis disposuit ac fieri iussit et Diocletiani Aug fratris sui nomine consecravit, coemptis aedificiis pro tanti operis magnitudine omni culta perfectas Romanis suis dedicaverunt" "I nostri signori Diocleziano e Massimiano invitti, Augusti "seniores", padri degli Imperatori e dei Cesari, e i nostri signori Costanzo e Massimiano invitti Augusti, e Severo e Massimiano nobilissimi Cesari, dedicarono ai loro Romani le terme felici Diocleziane, che Massimiano Augusto al suo ritorno dall'Africa, in presenza della sua maestà decise e ordinò di costruire e consacrò al nome di Diocleziano, suo fratello, acquistati gli edifici ad un'opera di tanta grandezza, e completate sontuosamente in ogni particolare" La statua del Pugilatore fu trovata nel mese di Marzo del 1885 durante la costruzione del Teatro Drammatico Nazionale , oggi non piu’ esistente , alle falde del Colle Quirinale , dove oggi esiste la Via IV Novembre , esattamente nel punto di curva della Via dove si trova l' ex palazzo dell’ INAIL ; nel mese precedente di Febbraio sempre nella stessa occasione , era stata trovata un'altra statua in bronzo alta 2, 24 metri rappresentante un atleta o divinta’ nudo che presentava sul petto le chiare lettere incise : L . VIS . L . XXIIX , lettere mai decifrate con sicurezza , si ipotizzo’ che essendo la statua forse dedicata ad un atleta , la scritta rappresentasse il numero delle vittorie ottenute o il numero degli anni vissuti dall’ atleta , ma l’ ipotesi fu abbandonata per la non comprensione delle altre lettere che non si conciliavano con il numero XXIIX . Dunque il Pugilatore fu la seconda statua trovata nello stesso punto a circa 6 metri sotto terra durante lo scavo delle fondamenta del Teatro , fu notato subito un particolare preciso ed inquietante , cioe’ che la statua non era li’ per caso o buttata li’ , ma fu depositata da qualcuno con estrema cura , in posizione naturale seduta su un rocco di colonna e poi sotterrata con estrema cura , lasciando una intercapedine polverosa molto fine di protezione , affinche’ il ruvido e acido terreno non intaccasse il bronzo fin dall’ antichita’ , il lavoro fu ben fatto ; forse l’ antico e ricco proprietario romano della statua , ben conscio del grande valore dell’opera , volle con ogni cura sotterrarla e preservarla sapendo che non l’ avrebbe piu’ rivista , affidandola in custodia al tempo futuro , fino a noi , grazie alla sua passione ed amore di probabile e premuroso collezionista di opere d’ arte , possiamo oggi ammirarla praticamente intatta . Annotazione , quelli che sembrano graffi accidentali sul bronzo , nel volto del pugile , non lo sono , sono invece segni originali che rappresentano l’ asprezza del combattimento con l’ avversario . Sotto un disegno d'epoca eseguito al momento della scoperta del Pugile e altre foto di particolari del Pugile
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  24. Cosa ne penso? Ti sei risposto da solo quando hai scritto: "Non è cosi…ho capito sulla mia pelle che il vero collezionista deve avere molta pazienza, saper aspettare il momento giusto, valutare, non volere tutto e subito…..deve saper cogliere l’attimo giusto." In pratica, deve avere una strategia. Non puoi rimproverarti troppo, perchè all'epoca eri giovanissimo e inesperto... ma ora che hai imparato questa regola d'oro sarà diverso. P.S. Altra regola d'oro generale: mai dare retta alle televendite, soprattutto quando sono dirette da famosi ciccibelli dello spettacolo come i presentatori TV.
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  25. Se posso spezzo una lancia a favore delle monete di oggi e chi mi conosce sa bene come la penso ma anche se non spesso e in percentuale dei milioni di pezzi coniati ogni tanto si trovano dei piccoli capolavori,purtroppo questo accade solo per le commemorative o per Il collezionismo. La moneta era fino all'altro secolo la rappresentazione della Nazione,l'arte,la cultura,il carattere di chi le emetteva e le presentava al resto del Mondo oggi importa poco come si presenta nelle mani delle persone quello che più interessa è il suo "valore" e no quello intrinseco come una volta ma quello che non si vede,quello su "carta", solo se si tratta di spennare dei poveri collezionisti allora ci si spreme per inventare,colorare,aggiungere gemme o metalli strani purchè ci sia un guadagno e forte. Ci sono Paesi che ancora investono solo sulla bellezza cercando di realizzare belle monete al prezzo del facciale ma sono pochi e Noi non siamo uno di quelli,tanto per rimanere nell'ottusaggine di questi tempi che ci distingue. :lazy:
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  26. Confermo: per Mussolini è dato lo stemma del Littorio, mentre lo stemma Gasparri dovrebbe equivalere a questo: (da: http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Gasparri)
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  27. Personalmente per avere una certa continuità nel ricevere i moduli. Se dopo un pò non acquisti smettono di inviarli e se per un qualsiasi motivo un anno ci sarà un emissione per la quale, per qualche motivo il prezzo di vendita sarà molto più alto che si fa? ci toccherà prenderla dai commerciandi pagando il loro prezzo. Fino ad ora è andata bene ma in futuro non si sa mai. Poi è troppo tardi per richiedere i moduli, verranno inviati per l'emissione successiva
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  28. Come già detto in precedenza, esistono dei santini che furono stampati in periodi di guerre, che sono figli del loro tempo. Nella mia collezione di circa 25.000 immagini sacre, ci sono una quarantina di esse che sono definite "militari", tanto che formano una tematica ben precisa. Ve ne mostro una, attinente alla medaglia postata in questa discussione.
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  29. In attesa di @@maxxi ti rispondo io:probabilmente ne vale la pena anche se scoccia spendere 20 Euro per una normalissima moneta,essendo la tiratura bassina,forse ti conviene prenderla.Ovviamente se ci tieni ad averla.All uscita la pagai molto di meno ma ovviamente poi i prezzi sono aumentati.
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  30. la musealizzazione di una raccolta numismatica non può mai prevederne l'esposizione integrale (a meno che non siano poche centinaia di pezzi). Esporre mezzo milione di monete (a tanto dovrebbe ammontare il fondo numismatico di PM) non sarebbe possibile neppure nel mondo dei sogni; senza contare che i costi di gestione sarebbero immensi e sproporzionati alle effettive visite. Piuttosto potenzierei l'apparato di corredi per il visitatore, elaborando pannelli tematici sulle tecnologie di zecca nel tempo e nello spazio, sul potere d'acquisto che quelle monete avevano nel loro tempo... ecc.ecc. A poco mi serve leggere le solite 4 notiziole estrapolate dall'editto di Diocleziano se poi sto guardando dei sesterzi di II secolo! Senza contare che l'editto era un calmiere e come tale poco rappresentativo degli scambi effettivi (cui voleva porre una limitazione di prezzo). Un vero studioso di museologia vi direbbe che è meglio esporre 100 monete con documenti originali, opere letterarie contemporanee (alle monete) notizie sulla vita quotidiana, sulla storia della circolazione, e via dicendo, piuttosto che buttare nelle vetrine migliaia e migliaia di pezzi con descrizioni al limite del ridicolo.
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  31. @@joker67 il procedimento e' valido,gli alcoli non intaccano la patina naturale. ...si e' quello usato per i liquori ciao
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  32. Ciao antv, la prima cosa che ho pensato, quando l'ho vista, una pedina di un qualche gioco che facevano soldati. Il dischetto infatti non sembra coniato ma inciso.Ti saluto Sent from my GT-I8190N using Lamoneta.it Forum mobile app
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  33. Il fatto è che il manager inutile (lo sono quasi tutti, a mio vedere: l'ho imparato facendo per vent'anni il consulente del Top Management) è il vero portagonista del lavoro inutile, colui che impedisce qualunque cambiamento capace di porre in discussione l'utilità di ciò che è inutile, e quindi la sua stessa ragione doi inutile esistenza. Il manager inutile generalmente si fregia di titoli cosiddetti accademici ma appartiene sempre a una specie antropologica molto precisa. L'abominevole Homo Nodicens Nodicens.
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  34. Mi sono ricordato della medaglia di Pavia che avevo messo in questa discussione vedendo in asta sulla nota piattaforma una placca in rame (112x62 mm) del XIX sec. dalla tematica comune. La placca rappresenta infatti una scena mitologica marina, precisamente il matrimonio del dio del mare Poseidone con la nereide Anfitrite dalla quale avrà Tritone, metà uomo e metà pesce. Poseidone sta domando un cavallo marino (ippocampo) sul quale c’è un angelo che suona il corno, mentre Anfitrite sta su un altro cavallo marino ed è accompagnata da un angelo che sventola un lungo nastro. apollonia
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  35. Grazie di cuore a tutti :) Scusate se non ho risposto prima, ma mi stavo godendo una settimana In Sud Tirolo e sono rientrato oggi :( Ho fatto anche una capatina ai resti della città di Aguntum vicino a Lienz (Norico)
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  36. a voi la parola :) Simone
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  37. Bella monetina, complimenti. Alfonsino minuto della zecca di Bonaria a nome di Giacomo II d'Aragona (1323-1327). D/ +IACOBVS ARAGON; stemma R/ + ET SARDINIE REX; croce cantonata da rose. (la foto va ruotata di 90° a dx) MIR n°5 - Piras 64 - Crusafont 2180
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  38. Un saluto Jagd ... Moneta comune ma ricca di storia http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REE/5 Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App
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  39. A pensar male si fa peccato, ma..... Comunque moneta interessante, sia dal punto di vista iconografico (come si è già detto) che dal punto di vista storico. Quanti conoscono veramente la storia del piccolo Ducato di Urbino? E' un incentivo per un approfondimento. Questa piccola signoria, ubicata nei possedimenti dello Stato Pontificio o meglio del Patrimonio di S. Pietro, è nata come contea dei conti del Montefeltro (scusate il gioco di parole). Sarà con Federico II che la signoria diventerà ducato (1474). Uomo straordinario: capitano di ventura, mecenate, studioso,......nonché politico abilissimo che riuscì a stare in equilibrio tra le potenze dell'epoca tessendo molte relazioni diplomatiche, una fra tutte con Lorenzo il Magnifico. C'è moltissimo da dire sulla dinastia dei Montefeltro e poi sui Della Rovere. Ma non penso di riuscirci per motivazioni logistiche. Alla fine il Ducato si estinse nel 1631, con la morte dell'ultimo Della Rovere e la signoria passò sotto il dominio diretto della Chiesa. Da sottolineare che questo piccolo ducato, privo di grandi risorse economiche, riuscì comunque a primeggiare per arte, architettura, cultura nel panorama rinascimentale italiano. Ad Urbino è nato Raffaello. Spero di aver fatto incuriosire qualche utente.
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  40. Personalmente non noto niente di strano su queste monete,almeno dalla seconda foto,eviterei di lavarle con acqua ragia onde evitare che le stesse diventino di quell'antiestetico colore che io definirei Pink Coin,infine ti consiglierei di lasciarle così come sono...
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  41. Taglio: 1 euro Nazione: Monaco Anno: 2014 Tiratura: 1.000.272 Condizioni: qFDC Città: Nizza Note: News
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  42. Bella medaglia del 1939 per gli amici Pavesi.
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  43. Più famoso è il caso di Mastro Adamo ( Inferno, XXX, 70 - 90 ), qui si parla di falsari di fiorini d'oro, siamo nel Casentino organizzati dai Conti Guidi di Romena . Mastro Adamo finì al rogo a Firenze e siamo nel 1281. Ne parlammo di questo anche nella discussione " Delle pene e dei castighi " nella sezione monete moderne.
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  44. Spesso e volentieri gli spunti più interessanti provengono dai testi più noti che la storia ci ha tramandato, e che noi tutti studiamo sui banchi di scuola e conosciamo, talvolta, a memoria. Uno dei testi più affascinanti è proprio la Divina Commedia, non solo per la sua essenza di culla di una delle più belle lingue al mondo, ma soprattutto per ciò che rappresenta: un insieme dei vizi, delle virtù, dei comportamenti umani: insomma, quello che siamo. Quale testo, dunque, più di questo, può indicare meglio il valore emozionale che il manufatto monetale svolse nel medioevo? Cosa era per l'uomo medievale la moneta? Certamente mezzo di scambio inventato per necessita, rappresentativa di un'identitá cittadina, ma anche pericoloso vettore verso il peccato e la lussuria. È significativa, in questo senso, l'espressione "donna di conio", cioè corruttibile. Giuseppe Alonzo riporta, in proposito, un estratto dell'ottimo commento della Divina Commedia, in cui si legge "Coniare è quando uno inganna altro, mostra uno ed è altro. Coniare è mutare da una forma ad altra forma, e viene a dire ingannare, fare falso conio, falsa forma: trae il nome dalla moneta che piglia stampa". Dunque, gettato il sasso, lascio a voi la parola in funzione di altri episodi anche molto stimolanti, come quello del falsario di fiorini Maestro Adamo ed altri o quello di Crasso. Magdi
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  45. Mi dispiace. Però devo aggiungere anche un commento: che mi pare che qui dentro a volte si travalichi quello che dovrebbe essere lo spirito del forum. Il forum, come dice la parola stessa, dovrebbe essere un luogo d'incontro e di confronto, dove si chiacchiera di una passione comune e dal confronto di idee deriva un arricchimento per ciascuno di noi, dal momento che anche il più esperto può imparare dagli altri. Ecco, talvolta invece quello che io ho visto è una certa arroganza e supponenza e una gara - perdonatemi l'espressione - a chi ce l'ha più lungo. Forse bisognerebbe accettare che non ci sono maestri e discepoli ma tante persone a diversi livelli di un percorso, e che soprattutto stiamo parlando di un hobby, di qualcosa che dovrebbe arrecare piacere e serenità. Ciò non significa che debbano mancare serietà e competenza, ma non mi pare che questo sia mai stato un problema di lamoneta. Più umiltà e disponibilità al confronto gioverà a tutti. Saluti.
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  46. @@rockjaw sinceramente, a prima vista, pensavo che l'alone azzurro che caratterizza tutte le monete esposte fosse dovuto a qualche effetto ottico (illuminazione, filtro). Se quel che si vede è esattamente rappresentativo dello stato delle monete la cosa cambia parecchio...e dalle sole immagini non è facile capire la natura e la reale estensione del fenomeno. I cavalli, ad esempio, mi sembra che presentino una reazione ossidativa che in passato ho potuto notare in tondelli in rame a cui il proprietario diceva di aver applicato dei bagni con soluzioni ammoniacali...ma siamo nel campo delle ipotesi...fatte a partire da semplici immagini. Io partirei comunque con ripetuti lavaggi in acqua distillata e successive spazzolature. Lo scopo è quello di capire quanto rimarrà della patina azzurra che, almeno per il denaro di Ancona, appare abbastanza superficiale e facilmente asportabile...e, una volta individuati gli eventuali punti di innesco, se ci sono, passare ad ulteriori trattamenti. per il momento..ti lascio un saluto Mario.
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  47. Non e' una medaglia , ma credo una placca votiva sicuramente in piombo forse a carattere militare , astrologico magico ; si notano i simboli del Sol Invictus e della Luna in alto al centro della corona , gli altri , probabili simboli magico zodiacali , al centro della scena una figura femminile con cavalieri offerenti , fuori del cerchio , forse un torquis , quattro personaggi osservano gli eventi sotto un cielo di stelle governato dalla costellazione dei Pesci in alto sopra le stelle . Magnifica placca , se originale , la daterei non prima della seconda meta' del III secolo per la presenza nitida del Sol Invictus . Essendo in Piombo la posizionerei in area funeraria .
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  48. La ricerca deve essere fatta in modo serio e professionale, non si dirti se le varie offerte di ricerche possano rispettare tali caratteristiche. Se uno potesse eseguire la ricerca in prima persona sarebbe il massimo, certo bisogna avere a disposizione molto tempo.... pazienza.... e fortuna. Ti faccio un esempio personale, mio fratello quando finì la laurea, prima d'iniziare a lavorare aveva alcuni mesi "liberi", iniziò una ricerca del genere sulla nostra famiglia, ebbe fortuna in quanto gli archivi parrocchiali erano integri ed in perfetto stato di conservazione, e la famiglia non si era mai trasferita da più secoli, ebbene, riuscì a risalire sino al 1560, limite oltre al quale non esisteva ancora l'archivio ecclesiastico, comunque fu un lavoro lungo ed impegnativo, ma diede i suoi risultati. saluti TIBERIVS
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  49. Bravissimo, soprattutto con le banconote che sono in ottimo stato.
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  50. Riprendo questa bella e davvero interessante discussione per segnalare un ottimo volume sul tema: Leonardo Capano Il Denaro nella pittura Milano, Fabbri, 1988 240 p. (volume realizzato per conto di Sitrade Italia) Se siete appassionati del tema "denaro nei dipinti" vi conviene cercare di procurarvelo. Mentre questo libro tratta, appunto, delle monete raffigurate nella pittura, ci sono nella stessa serie anche altri due volumi che invece prendono in esame opere d'arte che sono state riprodotte/riproposte su monete e banconote e che mettono a confronto le opere originali con le monete/banconote che li riproducono (tanto per fare un esempio a noi vicino: l'amor sacro e l'amor profano di Tiziano e la banconota da 20.000 lire). Se vi possono interessare questi sono i dati: Leonardo Capano Il denaro nella scultura, nella grafica e nelle arti applicate Milano, Fabbri, 1989 239 p. Leonardo Capano, Mario Traina L'arte nel denaro Milano, Fabbri, 1991 239 p.
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