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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/07/14 in tutte le aree
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visto che il sole se ne sta andando (come al solito...), mi son fatto venire l'ispirazione... oo)5 punti
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Il XVII secolo fu per i genovesi un secolo difficile: due guerre di difesa contro l’aggressione sabauda, la peste del 1656-57, l’insolvenza spagnola del 1625 che distrusse un patrimonio di molti milioni di scudi (si calcola 16 milioni di scudi d’oro), la carestia del 1678 e infine il bombardamento da parte dei francesi del 1684. Torniamo al 1678, anno di carestia difficile anche per i ricchi. Poco, pochissimo lavoro. La zecca deve eseguire un ordine di monete d’argento in tempi brevissimi. Si mette in moto quindi tutto il necessario. Verso la fine del lavoro l’addetto alla macchina si ritrova una moneta incastrata che si spezza, corre subito dal responsabile, Gio. Luca Maiolus: Addetto - "Meistro, a se ròmpia a monæa, cose fèmmu? Saieiva da mandala a rifònde." ....("Maestro, si è spezzata la moneta, cosa facciamo? Sarebbe da inviarla alla fusione.") GLM - "Cooose? Ma t’ei abelinou? Pe cosci poco! Ma ti sæ che rifònde le monæ sun dinæ, dinæ e dinæ? T’ei de màneghe larghe, pezo di venexien! Anchêu bezêugna andà de spescia! Belin! Assardila, e che segge ben attaccà. Tòrna in to laôu, scansafadighe, oh belin, ma miæ'n pö chi cosa me tocca de sentì!" ...(Cosa dici? Sei proprio svampito! Per così poco! Ma lo sai che rifondere le monete sono spese, spese e spese! Sei uno scialacquatore peggio dei veneziani (ndr scusatelo). Oggi occorre andare di fretta! Perbacco! Saldala, e che i due pezzi siano ben fissati! Ritorna al tuo lavoro, scansafatiche, perdinci! Ma vedete voi cosa mi tocca ascoltare!) Il povero Addetto cerca quindi di sopperire al danno, crea un "incastro di testa" lungo il diametro spezzato, salda, spiana e leviga. Alla fine il 4 lire è pronto per la consegna come lo vedete nella fotografia che allego. Io non credo ci siano al mondo monete con questa caratteristica, le altre zecche avrebbero scartato la moneta per rifonderla fra i rottami e riutilizzare l’argento, inoltre, è una moneta parlante e mi ha raccontato quanto vi ho riferito: dell’anno difficile, del caratteraccio dei genovesi e del “qui non si spreca mai nulla” e infine il dialogo che vi ho riportato. Secondo voi è andato proprio così? Sapete io ho accostato la moneta all’orecchio ma un po’ il dialetto genovese, un po’ le interferenze di mia moglie dall’altra stanza ….non sono sicuro di aver capito proprio bene….4 punti
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il 6 agosto 1945 è stata sganciata la prima bomba atomica. non bisogna mai dimenticare questo triste giorno3 punti
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Buongiorno a tutti, posto questa moneta acquisita in tempi recenti ... diciamo che non fa parte del mio programma "standard" di collezione, ma tant'è ... mi piaceva troppo....3 punti
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Visto che la numismatica è arte, perchè non esprimersi con i termini giusti? Per me quei segni al rovescio sono dei "ripensamenti" da parte dell'incisore. Mi spiego meglio: escludo casuali ribattiture di conio o ripunzonature per via di alcuni ragionamenti di natura tecnica, se tali fossero ci troveremmo di fronte, nel primo caso, ad una zona ribattuta molto più ampia, nel secondo caso invece, un errore di punzonatura è in genere quasi adiacente o parallelo alle zone che si intendevano realmente punzonare in un determinato punto (una sorta di leggero rimbalzo causato dalla battitura del martello). Quei segni accanto alle ginocchia del santo risultano essere parti dello stesso ginocchio e della gamba, in alcuni esemplari più o meno marcati sono il frutto di un posizionamento errato della figura. L'incisore era a quei tempi un artista, e come tale non disponeva di macchinari tecnologicamente avanzati per la centratura perfetta delle immagini, tutto era affidato alla sua abilità artistica, capitava per tanto che qualche volta si sbagliava nel posizionamento di certe figure e dopo aver punzonato alcuni elementi del san Michele, resosi conto dell'errore, abbia corretto il tiro ricollocando meglio la figura definitiva. Nell'arte della pittura i pittori che compivano dei ripensamenti coprivano il tutto con tempere o pitture ad olio rendendoli invisibili (ma non alla lampada di wood) ma in numismatica i ripensamenti sono ben visibili ad occhio nudo. Ora sono due i ragionamenti da fare: se ciò che ho scritto è vero allora possiamo dedurre che tali ripensamenti riguardanti le gambe del santo ci fanno capire alcune cose sul metodo di punzonatura e cioè che i primi elementi che in genere si punzonavano sui conii di queste monete erano quelli centrali e che poi, man mano si procedeva a comporre le immagini intorno. Ovviamente, come già scritto in altre sedi, i punzoni delle immagini erano sempre grezzi, essi improntavano i volumi, tutti gli altri particolari quali ad esempio: capelli, decorazioni, espressività dei volti, e rifiniture varie venivano incisi in un secondo momento, ecco perchè tra la parte centrale delle ginocchia e questi segni vediamo delle rigature centrali leggermente diverse tra loro, per il resto coincide tutto. Non dimentichiamo che l'incisore una volta commesso il piccolo errore non poteva certo limarli o impasticciarli ma poteva benissimo camuffarli con qualche segnetto decorativo, rifare o rimodellare un conio richiedeva a quei tempi un costo non indifferente. Non è possibile attribuire a questi esemplari una plusvalenza in vil danaro perchè non si tratta di una variante che può far fare pazzie ai collezionisti ma da un punto di vista numismatico e scientifico li reputo molto interessanti. Grazie a Jacopo! :hi: :good:2 punti
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Ma come faccio a taggare i nomi? Comunque Francesco, visto che ti sono piaciuti, posto questi altri due coronati. Un ringraziamento agli incisori dell'epoca per queste opere d'arte.2 punti
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Sud Africa introdotta una nuova monetazione nel 1923, con valori compresi tra il farthing bronzo e oro sovrano. Il farthing stesso, tuttavia, è stato coniato sporadicamente e in piccole quantità fino al 1942. (Di gran lunga il più alto precedente conio di farthings sudafricano era stato 154.233 nel 1931.) Ma ancora una volta, a partire dal 1942, quando sono stati coniati alcuni 3.756.124 e fino il debutto della nuova monetazione rand dopo il 1960, produzione di farthing Sud Africa mai sceso sotto 1.000.000 pezzi all'anno. Questo inizio un po' zoppicante è venuto alla mia attenzione quando questo 1937 1-farthing è venuto a modo mio: Sua ottima condizione è venuto come nessuna sorpresa reale; 1937 è stato il primo anno di conio ritratto di George VI e il suo anno di incoronazione, quindi era molto facile immaginare qualcuno salvandolo come ricordo. Ma confesso che il piccolo conio della moneta mi ha sorpreso: 38.254. La storia dietro i due passeri su farthing del Sudafrica è quasi troppo bella per essere vero. Come ho letto, un gruppo di donne confinate in un campo di prigionia britannico durante la guerra boera si sono riuniti e ha deciso che se il Sud Africa ha avuto mai una moneta denominate 1-farthing, essi sarebbe di lobby per avere due passeri che rappresenta la speranza e fede riposte poco rame. Che cosa li ha ispirati, è detto (in questo, il mio preferito traduzione), è stato il versetto della Bibbia Matthew 10.29—“Sono non due passeri venduti per un farthing e non uno di loro cadrà a terra senza tuo padre saperlo?” Non solo le donne riuscivano, ma con il tempo che questo farthing 1937 fu coniato, i due piccoli passeri avevano diventare un appuntamento reale della monetazione sudafricano. :) v. -------------------------------------------------- South Africa introduced a new coinage in 1923, with values ranging from the bronze farthing to the gold sovereign. The farthing itself, however, was coined sporadically and in smaller quantities until 1942. (By far the highest previous mintage of South African farthings had been 154,233 in 1931.) But again, beginning in 1942 when some 3,756,124 were coined, and continuing until the debut of the new rand coinage after 1960, production of South Africa’s farthing never dropped below 1,000,000 pieces per year. This somewhat halting start came to my attention When this 1937 1-farthing came my way: Its excellent condition came as no real surprise; 1937 was the first year of George VI portrait coinage, and his coronation year, so it was very easy to imagine someone saving it as a memento. But I confess the coin’s small mintage did surprise me: 38,254. The story behind the two sparrows on South Africa’s farthing is almost too beautiful to be true. As I have read it, a group of women confined in a British prison camp during the Boer war got together and decided that if South Africa ever had a coin denominated 1-farthing, they would lobby to have two sparrows representing Hope and Faith placed upon the little copper. What inspired them, it is said (in this, my favorite translation), was the Bible verse Matthew 10:29—“Are not two sparrows sold for a farthing and one of them shall not fall to the ground without your Father knowing it?” Not only were the women successful, but by the time this 1937 farthing was coined, the two little sparrows had become a real fixture of South African coinage. :) v.2 punti
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La pubblicano tutti i giornali, giusto pubblicarla anche noi, per chi non l'avesse vista o non sapesse bene cosa cercare Don e Maxine Simpson, 90 anni lui e 87 lei, di Bakersfield, in California sono stati sposati per 62 anni e sono morti a poche ore di distanza l'una dall'altro. Una storia d'amore che la nipote ha voluto raccontare mostrando le immagini dei nonni, che hanno trascorso le ultime ore tenendosi per mano e sorridendo. Don e Maxine si incontrarono in un bowling e non si sono più lasciati. Insieme hanno cresciuto due ragazzi, hanno viaggiato per il mondo e sono diventati cittadini modello nella comunità di Bakersfield. Due settimane fa, Don è stato trasportato in ospedale per la frattura del femore, ma le sue condizioni sono peggiorate subito. I familiari lo hanno riportato a casa per stare con la moglie che da diversi anni lottava contro il cancro. "Sapevo nel mio cuore che questo era quello che doveva accadere. Nonna e nonno dovevano stare insieme e sarebbero anche morti insieme", ha raccontato la nipote Sloan. Le foto hanno fatto il giro del web. Maxine è morta subito e il marito l'ha seguita 4 ore dopo. "Semplicemente incredibile, la loro era una storia d'amore vera", ha detto la nipote. Grazie Mario per aver parlato anche qui di questa bella storia d'amore -_-2 punti
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Ciao a tutti recentemente in asta è passata questa imitativa di un bronzo di Costanzo II, assegnata alle tribù germaniche tra fine IV e inizio V secolo. Qualcuno ha osservazioni in merito? Mi pare particolare quell'occhio dell'imperatore, disegnato con un tratto di spirale...1 punto
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Spero possa esservi utile nei vostri studi su questa zecca: le tavole dello studio di M. Cagiati Campobasso e la sua zecca ;)1 punto
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Bello il tuo… qualche puntina di verde c'é anche su questa nel centesimo… tienila sott'occhio ;) Da inasta non ricordo la conservazione dichiarata (sicuramente superiore al mio e anche al tuo) e realizzo sui 130 + diritti Comunque mi é arrivato oggi… trovato nella posta al mio rientro a casa… devo dire che l'ossidazione é meno peggio di quel che pensavo… domani la tratto e poi vi aggiorno ;)1 punto
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Innanzi tutto,il nastrino non è l'originale (infatti l'originale dovrebbe essere di colore rosso e bianco). Venendo a la medaglia essa commemora la conciliazione del 21 agosto 1925 tra la Svizzera e la Norvegia1 punto
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Anche io propendo per una ribattitura. Sul rovescio si vedono bene le tracce.1 punto
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Infatti i titoli di REX UTRIUSQUE SICILIAE traggono in inganno, è vero che in genere molte monete dei re cattolici coniate in Spagna non riportano il suddetto titolo ma è pur vero che da lì a pochi anni Carlo V coniò in Spagna numerosi nummi d'oro e d'argento con il titolo di REX UTRIUSQUE SICILIAE.1 punto
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Taglio: 2 euro Nazione: Germania Zecca: G Anno: 2014 Tiratura: ? Condizioni: qSPL Città: San Giorgio Canavese (TO) Note: News?1 punto
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Discussione doppia, continuiamo nell'altra, dove ci sono anche le foto ;) http://www.lamoneta.it/topic/126622-valutazione-monete-francesi-del-40/ petronius :)1 punto
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dico la mia..secondo me i giovani vengono attratti poco da questo mondo e dalla storia in generale proprio perché loro di "storia" ne hanno poca..la famosa scintilla scocca perché rievoca vecchi ricordi, associazioni a situazioni passate magari piacevoli. Io ne ho conosciuti pochi ragazzi, anche della mia età (ora ho quasi 40 anni), attratti da tutto questo..ma spesso erano ragazzi che avevano già nel loro DNA quella voglia di conoscenza del passato o tutto ciò che col passato è legato. Altri magari venivano indottrinati dai loro genitori (solo uno in realtà), il resto pensavano che queste cose fossero impopolari, "non fai colpo sulle ragazze con queste fesserie" dicevano, preferendo i videogames, le figurine dei calciatori ecc. A me la storia in generale piace molto, conservo ancora i libri dalle scuole medie in poi..e anche i sussidiari delle elementari. Ho collezionato per tantissimi anni francobolli, da poco le monete in realtà. La cosa che mi stuzzica maggiormente è scoprire tutto il mondo e la storia che c'è dietro una moneta..cosa ci potevano comprare con quella moneta..la storia del personaggio o del simbolo coniato sopra..il periodo storico ecc. Spero un giorno di poter trasmettere questa passione ai miei figli (per ora sono troppo piccoli)..poi però se accadrà che si sentiranno più attratti dai videogames o dalle figurine amen..me ne farò una ragione . Mario p.s. ottime queste discussioni..specie per neofiti come me! grazie1 punto
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Dopo un breve salto nel '600 ritorniamo in epoca borbonica, precisamente ai tempi di re Carlo di Borbone, un'epoca in cui le date di piccole dimensioni punzonate in fretta o su altri numeri potevano far cadere in errore molti dei nostri predecessori. Nel Pannuti Riccio sono riportate ai numeri 59 e 67 un tornese ed un 3 cavalli del 1753. Si tratta di monete con l'ultima cifra della data molto impasticciata e che dopo un'attenta lettura risultava come 7 ribattuto su 6, se sovrapponete i due numeri vi troverete di fronte ad uno pseudo 3. Stessa sorte per il tornese del 1755 (PR 60) ed apparso in un listino Nascia del novembre 1976 al n. 715. Ricordo che lo stesso Michele Pannuti mi confidò queste tre errata corrige molti ma molti anni fa, se non ricordo male nel 1995. A volte queste precisazioni sono importanti, questo perchè mi è capitato in passato di confrontarmi con collezionisti con mancoliste in tasca riportanti alcune delle suddette monete.1 punto
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relativamente ai simboli tra le ginocchia dell'arcangelo , si tratta di semplici tracce di ribattitura oppure di salti di conio, non e' niente di eccezionale. complimenti pero' per la qualita' delle monete1 punto
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Forse posso consigliarti un libro, prima di partire: La monetazione della Daunia, di La Notte. Il libro è già passato per il forum nel 2011 nella sezione Bibliografica. Così visitando quei luoghi STUPENDI potrai fare degli approfondimenti e dei confronti tra luoghi e monete antiche. Buone vacanze.1 punto
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V T sta' per val tidone provincia di piacenza. ciao1 punto
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... @@francesco77, potremo mai leggerlo questo studio? ... mi incusriosisce davvero.... :D1 punto
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Ciao @@Jacopo92 , per taggare/citare un nickname devi inserire la chiocciolina prima. Ti consiglio di apporre su ogni immagine una scritta per il copyright, le immagini delle tue monete potrebbero essere molto appetibili. Tempo fa mi ritrovai su Ebay le immagini delle mie monete e medaglie. Occhio! :good:1 punto
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Infatti...non tutti sono identici...possiamo trovare anche la combinazione lineare (dritto) e perlinato al rovescio....ma non è questo il caso. Ciao1 punto
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Inverno o estate che sia, questa canzone da sempre una grande emozione quando l'ascolti...grande Renato!1 punto
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Ciao Jacopo, ti consiglio la lettura di questa discussione in rilievo, potrebbe esserci qualche argomento storico di tuo interesse. Ciao http://www.lamoneta.it/topic/74616-dritto-e-rovescio-nelle-monete-napoletane/1 punto
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si.. Lo stile non e' dei piu' curati, ma la cosa che ho trovato piu' interessante e' proprio la disposizione delle lettere della legenda... Il falsario e' "andato in confusione" nella preparazione del conio, incidendo la scritta senza contare dell'effetto specchio che ha portato ad avere poi un risultato con una legenda contraria... Pensate il suo disappunto poi nel vedere il risultato ottenuto...1 punto
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Beh, certo, ma guarda che su monete simili c'è molto da dire e da studiare anche su argomenti che vanno oltre la numismatica, come ad esempio il tipo (rarissimo) con il volto nel sole a destra (rif. Gigante 5), in certi casi le iconografie delle monete e delle medaglie vanno indagate e approfondite tenendo presente anche materie che vanno al di là della numismatica, come ad esempio l'astronomia. Il sole che ha alla sua destra la fenice non è certo una casualità il frutto della distrazione da parte dell'artista incisore. Tempo fa scrissi uno studio (ancora non pubblicato) proprio su questa monetazione e sull'iconografia presente al rovescio, vi assicuro che quello che c'è da scoprire è incredibile. :good:1 punto
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Ma la gente potrà fare quello che vuole, o no? Mi stupiscono più quelli che si stupiscono (scusate il gioco di parole) di quelli che vendono magari per bisogno di realizzare o perchè quel pezzo in mano non è di loro gradimento. Tenete presente che con queste vendite veloci i soldi si hanno subito mentre se si rimette in asta bisogna aspettare mesi fra una cosa e l'altra. Comunque alla base di tutto c'è la libertà del singolo di fare quello che vuole con i propri soldi................................. Maurizio1 punto
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sto lavorandoci su...ma sicuramente non sarà pronto il prove e progetti dello stato pontificio prima di tre anni1 punto
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Federico II (1231-1250) - Augustale Carlo I d'Angiò (1266-1278) - Reale per le zecche di Barletta, Brindisi e Messina A seguire, tutti i gigliati da Carlo II d'Angiò (1285-1309), e i suoi denari regali. E poi, i ducati, i carlini,...., ma siamo già nel 1300 ben inoltrato.1 punto
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Ho rotto il salvadanaio di mia figlia di 4 anni...ma si può essere più bestie di così??? :mega_shok:1 punto
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@@ihuru3 Ma levala dalla plastica, vuoi mettere la soddisfazione di fare testa o croce col 100 lire del baffone per decidere il campo della partita di calcetto? :crazy:1 punto
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Qui mi hai fatto ricordare dell'esistenza di altre due medaglie con lo stesso (simile) rovescio ...... ed ambedue riportate coniate per lo stesso EVENTO (Premio ai Professori di Belle Arti).....credo che nella D'Auria 134 e Ricciardi 132 con lo stesso rovescio, la motivazione sia un pò "vaga" (Premiazione degli Artisti) .... Vittorio ha riportato che questo medaglia (D'Auria 134) venne concessa ai premiati delle Esposizioni, è diciamo pure che è anche corretto, ma si rileva che si adottò lo stesso rovescio delle prime due .... perchè, ci fu un motivo particolare ? Per artisti premiati cosa si è inteso ? Le esposizioni delle manifatture ebbero inizio solo dopo il 1800......quindi !1!1 punto
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Iniziando dall'alto a sx: Regno Lombardo-Veneto 1858 (catalogo Sassone n° 26) Regno di Napoli 1858 (cat Sassone n° 3 o 4 esistono due tipi) Regno di Sardegna 1861 (cat. Sassone n° 19) Regno d'Italia 1863 (cat. Sassone n° 12 o 13 esistono due tipi) Seconda fila da sx: Stato Pontificio 1852 (cat. Sassone n° 2-2A-2B dipende dalla sfumatura del verde) Stato Pontificio 1852 (cat. Sassone n° 6) Regno d'Italia 1862 (cat, Sassone n° 2) Province Napoletane 1861 (cat. Sassone n° 20) Per il valore come detto da @@sebeto2013 concorrono vari fattori, come, centratura, dentellatura, margini, abrasioni ecc. quindi si può stabilire solo dopo un attento esame visivo. Come vedi dalle date di emissione si tratta di pezzi degli Antichi Stati Italiani e di primi anni del Regno d'Italia, quindi, indipendentemente dal valore economico, sono pezzi di storia del nostro Paese. Cordiali saaluti1 punto
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La foto fa il giro del mondo, tutti i giornali giustamente la pubblicano, la pubblicano perché ormai notizie come queste stupiscono, fatichiamo a capire che ci possano essere ancora esempi così..... La foto in questo caso dice tutto...., non si dovrebbe dire nulla in più....ma spieghiamolo per chi non l'ha vista....., due persone molto anziane, su due letti dell'ospedale quasi uniti, marito e moglie, 62 lunghi anni di matrimonio, una lunga vita insieme, una morte che li colpisce straordinariamente nello stesso momento, a sole quattro ore di distanza, e poi quelle due mani....quelle due mani unite nel momento finale che non vogliono staccarsi....mai.... La vita. la morte, il dopo...., l'unione durante la vita e la speranza di rimanere uniti anche dopo, il non volersi staccare comunque, un addio in comune che diventa simbolo positivo, di speranza, di un amore eterno.....oggi più che mai tutto questo colpisce, fa quasi stupore, cerchiamo di cogliere anche da questi gesti positivi, gli esempi, i valori che tutto sommato c'erano e ci sono ancora....basta saperli poi vedere e poi ricordarli.....speriamo....1 punto
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Beato te ,non sono in splendida forma , ma sono comunque francobolli importanti che hanno un discreto valore che dipende dalla conservazione ,l'emissione che tipo di annullo recano se rappresentano una varietà o meno . Sono exempla di francobolli degli antichi stati che terrei in debita considrazione anche per il loro valore storico/filatelico . Darei una maggiore occhiata al cent. 15 azzurrino e al 1 grana del Regno delle Due Sicilie. I prezzi dovrebbero oscillare tra i 5/10/20/40 euro ( dipende dai fattori che ti ho menzionato prima ) cadauno (su lettera il loro valore sarebbe stato maggiore ). Questo so.1 punto
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Anche questo direi che è un Pietro .... La sigla P è ben visibile e mi risulta solo per questo doge http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV23/4 Inviato dal mio iPhone utilizzando Lamoneta.it Forum1 punto
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Che tanto Maria Bonaria Urban quanto Giuseppe Lulliri abbiano come punto di partenza il lavoro di Clorinda Amante Simoni, è reso evidente dalla citazione bibliografica riportata da Urban, e dal fatto che Lulliri, opportunamente, ricorre a una citazione estratta dal lavoro di Amante Simoni quale l'incipit per avviare la trattazione delle montete battute in nome di Godas. I nummi di Godas sono di almeno tre tipologie, come dimostrerà molti anni più tardi lo stesso Lulliri, e tute con il medesimo rovescio: una croce potenziata in ghirlanda. Delle tre tipologie, una è anepigrafe (a), una ha per legenda CVDA REX (b) e una, infine, ha per legenda CVD AREX ©. Fu impiegata sempre la lettera A tracciata al modo bizantino anziché al modo vandalo, particolare molto importante e che si presta ad alcune ipotesi. Non è improbabile che in un prossimo futuro possano apparire anche altre tipologie. Nel disegno che segue, ricavato da fotografie, si illustrano le tre tipologie. Ma nel 1996 ne era stata identificata solamente una: la tipologia c.1 punto
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Procopio di Cesarea è uno storico piacevole a leggersi ma che spesso è molto fantasioso. Sono numerosi gli episodi che racconta con abbondanza di particolari ma che poi sono risultati privi di fondamento. Di Godas e del suo effimero regno, durato forse un paio d'anni, non ne parla nessun altro Autore. Questo monarca non appare in nessun chronicon, né di lui ci resta alcun monumemto a mostraci le sue sembianze, ammesso che sia mai stato scolpito. Tuttavia esiste un documento storico inconfutabile che dimostra la veridicità del racconto di Procopio: la monetazione in suo nome. La pima moneta che si conobbe di Godas è un nummo che presentò Clorinda Amante Simoni nel convegno che si tenne nel 1984 a Cuglieri, il cui tema era la necropoli di Cormus. Ne parlo in altra discussione e quindi non mi dilungherò oltre. L'immagine di questo nummo fu pubblicata nel 1986 negli atti del Convegno. Il nummo studiato da Amante Simoni era decentrato al dritto, sicché della legenda era visibile solamente la parte sinistra, che l'archeologa interpretò come PER: e quindi, sia pure dubitativamente, lo attribuì a Pertarito. La sua intepretazione fu errata. Solo dieci anni dopo la pubblicazione degli atti del Convegno, un'archeologa medievalista sarda, Maria Bonaria Urban, avendo avuto conoscenza o visione di altri nummi simili nei quali era visibile anche la restante parte della legenda, diede la corretta attribuzione dello stesso a Godas: “alcune monete che presentano nella legenda la formula VBER CVDA, in cui può riconoscersi il nome di Goda col titolo di gubernator; questi eccezionali pezzi monetali, riferentesi chiaramente al generale goto prima citato, ci offrono una testimonianza precisa della situazione politica dell’isola” (Maria Bonaria Urban, LA STORIA, in Lulliri-Urban 1996, pag. 24). Questa moneta fu poi ben catalogata e illustrata dal collezionista Giuseppe Lulliri, nella cui collezione ne erano presenti un certo numero, il quale scrisse che l'attribuzione di Clorinda Amante Simoni “seppur in forma dubitativa, al re longobardo Pertarito [è] un’ipotesi affascinante, ma [... che] non puo più essere sostenuta dopo la catalogazione di altri 16 esemplari di questo tipo che presentano una legenda visibile e completa” (Giuseppe Lulliri, LA MONETAZIONE, in Lulliri-Urban 1996, pag. 79). Lulliri-Urban, LE MONETE DELLA SARDEGNA VANDALICA, Carlo Delfino Editore,1996, è un testo fondamentale per lo studio della monetazione vandala di zecca sarda, così come per quella in nome di Godas. Non solo in questo libro per la prima volta si attribuisce correttamente questa monetazione a Godas, sia pure fraintendendone la lettura, ma in esso per la prima volta si identificano diverse tipologie di nummi vandali quali frutto di una zecca sarda della quale, prima di allora, nessuno mai ne postulò neppure l'esistenza. A questi due pregi fondamentali di qusto libro, si aggiunge il fatto che con esso la monetazione sarda del V-VI secolo trova finalmente la valorizzazione che merita. Il volumetto, infine, è corredato da 399 monete ottimamente fotografate. Il libro porta in copertina i nomi di Giuseppe Lulliri e di Maria Bonaria Urban: tuttavia non è un'opera scritta a quattro mani. Essa, infatti, riunisce in un unico testo un lavoro di Maria Bonaria Urban, il cui titolo è La Storia, e uno di Giuseppe Lulliri, il cui titolo è La monetazione. Ciascheduno dei due firma in modo unico la propria parte, presentandosi pertanto come autore unico della stessa. Da qui che è corretto riferirsi, a seconda di quale parte viene citata, con il nome dell'una oppure dell'altro, e relativo titolo, seguito dall'indicazione generica "in Lulliri-Urban 1996". E' qualcosa di ovvio, ma lo preciso a scanso di equivoci.1 punto
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Per inquadrare meglio le scarse nitizie che abbiamo sull'effimera del regno di Godas, ma non banale né priva di significato. bisognerebbe prima di tutto inquadrare il modo in cui la Sardegna venne conquistata e poi trasformata in una Provincia vandala. Nella progressiva incorporazione della Sardegna (e così pure della Corsica e delle Baleari) nell’ambito del Regno vandalo, è necessario distinguere due fasi molto diverse che corrispondono almeno in parte alle tre fasi che caratterizzano la storia vandala successiva alla conquista di Cartagine: 1) La fase delle incursioni piratesche (ca 438-455) finalizzate alla razzia e limitate ai centri costieri più ricchi, spesso realizzate da piccoli gruppi di vandali e mauri ma a volte anche dal grosso dell’armata vandala, senza che ad essa facesse seguito alcuna occupazione permanente territoriale. 2) La fase della creazione delle “teste di ponte” (ca. 455-474) nella quale l’occupazione di alcuni punti costieri rispondeva a ragioni strategiche e non alla volontà d’incorporare la relativa area geografica nella Nazione vandala. 3) La fase dell’incorporazione nel Regno vandalo (474-533) realizzata con un criterio coloniale, senza volontà di “vandalizzare” le popolazioni locali sotto il profilo culturale e religioso bensí semplicemente sfruttare quanto meglio possibile le risorse dell’isola e usarla come “terra di confino” per i vescovi cattolici o per gruppi riottosi (per esempio, tribù maure). Il riconoscimento de jure del possesso delle isole impose al Regno vandalo di estendere alle stesse la struttura amministrativa che negli ultimi 15-20 anni si era andata delineando nei domini nordafricani. Così avvenne, con ogni probabilità, anche per la Sardegna. “Al momento della conquista, la Sardegna era governata da un praeses, che rappresentava il potere di Roma; la sua residenza [...] era stabilita a Carales, e da esso dipendevano l’amministrazione civile e militare, nonché quella della giustizia" (Pier Giorgio Spanu, La Sardegna vandalica e bizantina, in Storia della Sardegna, a cura di M. Brigaglia, A. Mastino e G. Ortu, Ed. Laterza, Bari 2006). Le importanti miniere di piombo argentifero dei bacini minerari dell’Iglesiente e del Sarrabus, dalle quali in età romana furono estratti circa seicentomila tonnellate di piombo e mille tonnellate d’argento, erano proprietà personale dell’imperatore e la loro amministrazione affidata a un procurator metallorum che rispondeva del suo operato direttamente all’imperatore. Probabilmente nella decade del 470 venne riorganizzata l’amministrazione civile della Sardegna. Per quanto concerne l’esazione fiscale, l’amministrazione della giustizia e delle infrastrutture pubbliche, è probabile che si siano ripristinate le vecchie strutture romane, affidandole a notabili locali che diedero prova di collaborare con gli occupanti vandali. A capo del piccolo contingente militare a difesa dell’isola costituito da soldati-coloni fu certamente messo un comandante appartenente alla nobiltà vandala. Mentre per quanto concerne lo sfruttamento delle miniere di piombo e argento, esso fu presumibilmente affidato a un procurator domini ( o anche procurator domus) proveniente dalla Corte cartaginese e quindi di stretta fiducia del monarca, ma che non necessariamente doveva essere un vandalo in quanto gli si chiedeva fedeltà al monarca e competenza specifica nella gestione dei beni reali. E’ importante tenere in conto il fatto che all’accordo di pace del 474 fece seguito una reale situazione di pace di tutta l’area che gravitava intorno al Regno vandalo che perdurò per oltre mezzo secolo: ciò si convertì in una ripresa del benessere generale, in un incremento delle attività produttive e del commercio, ciò che favoriva un generico consenso nei confronti dei dominatori vandali. A questo punto entra in gioco il racconto di Procopio di Cesarea. Con riferimento a Godas, non vi sono ragioni affinché Procopio non dica il vero e si debba dubitare delle sue parole: in qualità di segretario personale di Belisario, fu testimone diretto di molti eventi inerenti la guerra vandalica. Tuttavia nello svolgimento delle vicende, così come viene narrato dalla storico palestinese, sorgono alcuni dubbi: marginali nell’aspetto globale dei fatti, ma rilevanti nello specifico della storia della Sardegna. Mentre il testo latino usa il verbo “mittit”, e quindi presuppone che Godas si trovasse a Cartagine, quello originale greco parla di “affidamento dell’incarico”, ciò che prescindeva da dove si trovasse Godas, il quale dunque poteva anche già essere in Sardegna. Una ribellione di tale dimensione, che poté contare sull'appoggio dei notabili locali, ma anche della guarnizione mauro-vandala, non s'improvvisa in pochi mesi, e neppure in un anno. E' da questo punto di vista che il racconto di Procopio, nella versione latina, mostra dei punti deboli. Il racconto diventa pienamente credibile, invece, se Godas al momento di ricevere l’incarico da Gelamir avesse già intrecciato solidi rapporti con il patriziato sardo, essendo credibile ai suoi occhi, e godesse anche della simpatia dell’elemento mauro locale, quello che avrebbe dovuto essere il più fedele a Cartagine e che presidiava militarmente la Provincia. Provincia importante per l’economia vandala, in quanto da lì giungeva l’argento (il sistema monetario vandalo era basato sull’argento più ancora che sul bronzo) ma anche una rilevante produzione di cereali. Lo sforzo notevole dei vandali per recuperarla dopo la ribellione di Godas, a costo di sguarnire Cartagine nel momento in cui si avvicinava Belisario, dimostra quanto fosse strategicamente importante la Sardegna. Dunque la sua economia non era marginale, né lo era il suo sistema monetario: ciò spiega perché Godas adottasse un numerario adatto a circolare in tutto il Mediterraneo. Godas, dal canto suo, aveva dato prova di possedere “un’innata predisposizione al potere” e, soprattutto di “prendersi a cuore gli affari del suo signore”, come racconta lo stesso Procopio che su tutta la vicenda non ha motivi per non essere sincero. Dunque era un uomo che aveva dato prova della sua capacità di gestire il potere e, allo stesso tempo, aveva già solidi legami con gli attori fondamentali della società sarda. Questo può trovare un’unica spiegazione: quando Gelamir detronizzò Ilderico e assunse la corona vandala, Godas si trovava già da tempo in Sardegna con l’incarico di procurator domus, dunque gestendo in modo del tutto soddisfacente le proprietà della corona, costituite soprattutto dalle miniere d’argento. Forse Gelamir rimosse dal comando militare dell’isola colui che era stato a suo tempo nominato da Ilderico e aggiunse al ruolo di Godas anche quello di conte del presidio, ma qualunqnue sia stato il ruolo specifico di Godas, egli fu riconfermato, non nominato. Anche Antonio Ibba, tra i più importanti storici della Sardegna, avanza qualche perplessità sul fatto che Gelamir avesse nominato Godas quale governatore (praeses) della Sardegna nel 530. Ritiene possibile che Godas fosse già da prima procurator domus, incarico che potrebbe aver svolto in luoghi anche diversi dalla Sardegna. Quindi, ipotizza Ibba, Gelamir non volendo allontanare dall’Africa le persone a lui più fedeli, diede a Godas anche l’incarico di praeses, e di fatto concentrò in lui ogni potere nell’isola. Tuttavia non escluderei che sia avvenuto anche qualcosa di più: l'accorpamento in Godas, per decisione di Gelamir, del doppio ruolo di procurator domini e di conte della guarnizione militare.1 punto
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Ciao Giancarlone, forse il foto-collegamento e' andato perduto quando la mia discussione fu consolidata in questa dei gettoni di Caffe', Birrerie, Ristoranti ed Alberghi . Scusa il ritardo con cui fisso il problema, ma ultimamente non avevo seguito lo sviluppo di questa discussione e non mi ero accorto che le foto postate nel mio intervento erano scomparse. . Riposto ora qui sotto l'intero post. Se vuoi, per semplicita' potresti ora togliere quello che non ha le foto.....:) Ecco dinuovo il post con foto: Ciao Giancarlone , contrariamente a quanto dissi all'inizio di questa discussione ( 30 Giugno scorso) frugando nei cassetti finalmente ne ho trovati due! Il primo chiaramente viene da un bar di Savona. Il secondo gettone, molto bello non saprei propio da dove viene. Addirittura non so se sia di un gettone di un caffe o d'altro... Spero che qualcuno possa riconoscerlo ed aiuti a risolvere questo piccolo mistero. Ecco i gettoni, entrambi in Ottone e di 25mm di Diametro :) Saluti, Lamberto1 punto
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