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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/08/14 in tutte le aree
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Il XVII secolo fu per i genovesi un secolo difficile: due guerre di difesa contro l’aggressione sabauda, la peste del 1656-57, l’insolvenza spagnola del 1625 che distrusse un patrimonio di molti milioni di scudi (si calcola 16 milioni di scudi d’oro), la carestia del 1678 e infine il bombardamento da parte dei francesi del 1684. Torniamo al 1678, anno di carestia difficile anche per i ricchi. Poco, pochissimo lavoro. La zecca deve eseguire un ordine di monete d’argento in tempi brevissimi. Si mette in moto quindi tutto il necessario. Verso la fine del lavoro l’addetto alla macchina si ritrova una moneta incastrata che si spezza, corre subito dal responsabile, Gio. Luca Maiolus: Addetto - "Meistro, a se ròmpia a monæa, cose fèmmu? Saieiva da mandala a rifònde." ....("Maestro, si è spezzata la moneta, cosa facciamo? Sarebbe da inviarla alla fusione.") GLM - "Cooose? Ma t’ei abelinou? Pe cosci poco! Ma ti sæ che rifònde le monæ sun dinæ, dinæ e dinæ? T’ei de màneghe larghe, pezo di venexien! Anchêu bezêugna andà de spescia! Belin! Assardila, e che segge ben attaccà. Tòrna in to laôu, scansafadighe, oh belin, ma miæ'n pö chi cosa me tocca de sentì!" ...(Cosa dici? Sei proprio svampito! Per così poco! Ma lo sai che rifondere le monete sono spese, spese e spese! Sei uno scialacquatore peggio dei veneziani (ndr scusatelo). Oggi occorre andare di fretta! Perbacco! Saldala, e che i due pezzi siano ben fissati! Ritorna al tuo lavoro, scansafatiche, perdinci! Ma vedete voi cosa mi tocca ascoltare!) Il povero Addetto cerca quindi di sopperire al danno, crea un "incastro di testa" lungo il diametro spezzato, salda, spiana e leviga. Alla fine il 4 lire è pronto per la consegna come lo vedete nella fotografia che allego. Io non credo ci siano al mondo monete con questa caratteristica, le altre zecche avrebbero scartato la moneta per rifonderla fra i rottami e riutilizzare l’argento, inoltre, è una moneta parlante e mi ha raccontato quanto vi ho riferito: dell’anno difficile, del caratteraccio dei genovesi e del “qui non si spreca mai nulla” e infine il dialogo che vi ho riportato. Secondo voi è andato proprio così? Sapete io ho accostato la moneta all’orecchio ma un po’ il dialetto genovese, un po’ le interferenze di mia moglie dall’altra stanza ….non sono sicuro di aver capito proprio bene….6 punti
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Salve a tutti, Ho avuto l'idea di dividere a metà una casella di vassoio per monete, per risparmiare spazio o per raccolte per tipologia con più moduli. Il risultato è in foto: uno stuzzicadenti con avvolta una fettuccia di velluto fissata con vinavil. Si può poi fare più piccola o grossa o a X. So che alcune aziende già li fanno su richiesta. Magari è una scemata ma può tornare utile e il risultato è bello :)3 punti
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Le foto dei 1/2 ducati sono pessime. Appena le rifaccio le posto, ma ... con vergogna. :lol: Forse è più importante per @@nando12 dare un'occhiata a questi Carlini: ;)3 punti
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Si tratta di una moneta napoletana: regno di Napoli, un grano per Carlo II http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-C2/4 essendo un ritrovamento fortuito devi anche leggere questo...e comportarti di conseguenza http://www.lamoneta.it/topic/30771-lamonetait-ritrovamenti-fortuiti-e-metaldetector/ ciao Mario @@leonumi67 se realmente si fosse trattato di una moneta di Alberigo I° Cybo Malaspina diffcilmente avremmo potuto considerarla "assolutamente priva di valore"....3 punti
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(Coro): Come farò a salvar l’anima mia Oh genovina tu mi piaci tanto e come il mare piace alle sirene. E quando non ti vedo piango tanto, che non mi scorre il sangue nelle vene. Meglio sarebbe se non ti avessi amato. Sapevo il Credo ed ora l’ho scordato. Pur non sapendo più l’Ave Maria, come potrò salvar l’anima mia. Oh genovina mi hai ridotto male Andavo a Messa e non so dove sia, sapevo le parole del messale ed ora non so più l’Ave Maria. Meglio sarebbe se non ti avessi amato. Sapevo il Credo ed ora l’ho scordato. Pur non sapendo più l’Ave Maria, come potrò salvar l’anima mia. …la “genovina” è ovviamente la moneta genovese in generale …non ho più l’età per altro genere di …amori… Sono stato indotto da questa piovosa estate a fare il punto della situazione: ho una bella collezione con alcune rarità e molte curiosità: lo studio della Storia della mia città procede e direi che è a buon livello anche se mancano gli approfondimenti per mancanza di testi specialistici; mi manca lo studio delle realtà vicine o collegate …questa è una grave mancanza …ma vedrò di provvedere …con calma… e infine c’è un po’ di confusione sulla numismatica genovese, qualche voce, qualche sussurro, poche pubblicazioni evidentemente non c’è interesse, o meglio, siamo in pochi disposti a spendere per “nutrire” la nostra curiosità, all’interno di quei pochi c’è poi uno “zoccolo duro” che ha “chiuso il libro” nel senso che è arroccato sulle posizioni dei “Maestri” storici Desimoni, Gendolfi, Astengo, Pesce e Janin e a stento accetta le posizioni di Lopez, Grierson e Baldassarri (è possibile che mi sia sfuggito qualche "pezzo da 90", sorry) quando sostengono che alcuni sentieri percorsi dai predecessori si sono rivelati sbagliati rispetto alla meta agognata della “verità storica”. Io credo che non dobbiamo, per questo, rinunciare a percorrere questi nuovi sentieri anche se ci porteranno a mete sconosciute. I Maestri del passato sono e resteranno i Maestri per eccellenza e i loro eventuali errori me li rendono ancor più simpatici e soprattutto più “umani”. Il vero errore sarebbe che di fronte al “problema” si scegliesse la posizione più facile da prendere cioè l’ignavia …ma spero tanto che, passata la “crisi”, ci sia la “ripresa” anche sullo studio della numismatica genovese che è la mia “Rosina”. Per concludere questo troppo lungo “pistolotto” cerco di soffocare la vocina che mi sussurra in testa: La crisi infuria, Il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca. Saluti a tutt* PS: sopportatemi ancora un po’ perché poi riparto e probabilmente non avrò connessione fino a fine agosto.2 punti
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Infatti.....se si cercò di allontanare dalla zecca maestri incisori del calibro del "Catenacci" la risposta vien da sola.......o no !! @@francesco77 @@mper2 punti
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Già, mi era sfuggita questa richiesta di Mauro, scusatemi. Sì Mauro, confermo che in genere le medaglie dovevano assolvere ad un compito diverso dalle monete, uno più importante per l'appunto, tramandare ai posteri e nell'eternità il gli avvenimenti. Le monete invece dovevano far ben altro, far circolare ricchezza e benessere e ....... ufficialmente, essere ritirate. Purtroppo le medaglie di Murat, pur essendo artisticamente eccellenti e non inferiori a quelle borboniche, vennero battute da conii che avevano spesso qualche problema alla tempera del metallo, ecco perchè talvolta questi si lesionavano lasciando sui tondelli escrescenze di metallo in rilievo più o meno marcate. Ci sarebbe da fare tutto un discorso tecnico sulla tempera del metallo dei conii della zecca di Napoli in epoca borbonica e dei napoleonidi ma non basterebbero 100 pagine. Comunque questa medaglia di Murat per il ritorno a Napoli è di grandissima importanza artistica perchè molto probabilmente potrebbe esserci la mano dello celeberrimo scultore Antonio Canova a Napoli proprio in quel periodo, tra l'altro il nome IOAKIMUS con la K è praticamente inconsueto, oltre che ellenizzante. IOAKIMUS: IO A(ntonius) K(anova) opt(IMUS). Per maggiori approfondimenti http://www.ilportaledelsud.org/opus_canova.htm2 punti
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E ora torno ad essere "persona seria" e vi presento due esemplari molto simpatici: trattasi di due denari falsi d'epoca in rame! Ma che belli che sono! il primo, diametro 15 e peso 0,65 gr., ha il retro senza punti, il secondo, diametro 15,5 e peso 0,62, ha due punti nella legenda del retro. Mi sembrano così ben fatti che sospetto siano stati prodotti in zecca, o almeno con materiale trafugato dalla zecca magari perché usurato in qualche parte, non mi spiego altrimenti i cerchi interni rigati così belli e precisi mentre su alcune lettere mi sembra di vedere differenze abbastanza vistose dagli originali. Voi che ne dite?2 punti
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Il vero errore sarebbe che di fronte al “problema” si scegliesse la posizione più facile da prendere cioè l’ignavia …ma spero tanto che, passata la “crisi”, ci sia la “ripresa” anche sullo studio della numismatica genovese Verissimo !! Riguardo al termine genovina è interessante notare che tale nome compare su alcuni pesi monetali dello scudo stretto Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App2 punti
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Bellissima la storia che ci ha proposto @@dizzeta...che aggiunge un po' di poesia a quest'estate che non vuol fare l'estate.... ma che vìola una delle regole fondamentali della falegnameria e del calcolo delle larghezze in fuzione delle battute (gli incastri). In buona sostanza e cercando di farla breve: se devi fare un incastro alla congiunzione fra due battenti di una finestra alla loro larghezza devi aggiungere una volta la larghezza dell'incastro.... e per tradurla a livello numismatico. se traccio una riga nera che indica il margine interno dell'incastro sul dritto e traccio una riga rossa che indica il margine interno dell'incastro sul verso (andrebbe tratteggiata perchè sul verso e quindi non visibile) unendo le due metà entrambi i margini colorati andrebbero a filo dei margini esterni di entrambi i lati con una perdita di larghezza pari alla larghezza della battuta.... con conseguente perdita di alcuni caratteri...cosa che nell'esemplare proposto mi pare non succeda... Volendo dire la mia fino in fondo a me sembra l'effetto di una piegatura successivamente raddrizzata e spianata; nelle piegature di monete di modulo abbastanza grosso gli strati superficiali si spezzano sempre. Quello esterno alla piegatura si spezza per stiramento; quello interno per compressione (e un po' si rialza): Gli strati profondi normalmente, se la piegatura non è completa, possono non spezzarsi anche dopo l'operazione di raddrizzamento......poi un buon orefice può aver fatto il resto. Se ho rotto l'incantesimo...chiedo scusa...ma sono sicuro che dizzeta saprà proporcene un altro. ciao Mario2 punti
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Riporto parzialmente dalla versione online di PN: La quarantesima edizione delle Giornate Filateliche e Numismatiche Massesi che si terranno, come tradizione, a Ronchi, sabato 11 e domenica 12 ottobre 2014, vedranno un gradito ritorno. Il Consiglio direttivo del Circolo Massese ha infatti deciso di riprendere, dopo anni di silenzio, la tradizione di dare alle stampe un notiziario filatelico-numismatico. I Quaderni del Circolo Filatelico e Numismatico Massese-Nuova Serie verranno distribuiti nei locali del Convegno. L’occasione è dulplice, dato che in concomitanza si terranno le celebrazioni per il 350° anniversario dell’elevazione di Massa in Ducato e di Carrara in Principato (1664-2014), in onore dei quali verranno realizzati uno speciale annullo filatelico e una cartolina ispirati alla bella e rara medaglia di Alberico II Cybo Malaspina. Il volume, realizzato dal sodalizio guidato dal presidente Roberto Manzuoli, non è un semplice notiziario relativo alle attività del Circolo ma presenta diversi articoli dedicati alla filatelia, alla numismatica e alla cartofilia. La parte numismatica, dedicata in particolare agli studi malaspiniani, può pregiarsi della firma di Maurice Cammarano in una addenda al suo Corpus Luiginorum. Non mancano, poi, le segnalazioni di esemplari inediti della zecca di Massa di Lunigiana ed un aggiornamento sui leowenthaler di Carlo I Cybo Malaspina, inedite considerazioni sulle Sedi Vacanti e sulla circolazione monetaria in Lunigiana. Chiudono la pubblicazione una visita virtuale alla città di Massa e ai suoi monumenti attraverso le medaglie e alla principale piazza Aranci attraverso le cartoline.1 punto
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E già....... :drinks: ....sia il Rega che l'Arnaud (Michele) era maestri incisori all'epoca soprattutto nel lavorare i conii di monete, ma anche di medaglie....ma i veri artisti furono il Catenacci ed il D'Andrea, solo loro sapevano fare certe "cosette" con alcuni attrezzi ed ecco perchè in bibliografia troviamo sempre il ? quando in queste medaglie c'è da ascriverle ad un incisore preciso.1 punto
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Taglio: 20 cent Nazione: Olanda Anno: 2012 Tiratura: 200.000 Condizioni: SPL Città: Milano Note: news :yahoo:1 punto
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Qui invece alcune cronache dell'epoca estrapolate dal "Diario del soggiorno in Napoli di sua santità Pio IX P.M. del cav. Stanislao d'Aloe" Roma, 1850. Dal Diario di Pio IX: 1 di Aprile 1850. Mentre il Corpo Diplomatico residente presso la Santa Sede, che seguendo il Romano Pontefice nel suo esilio a Gaeta ed a Portici avea dato prove di rispetto e di affezione a Pio IX. dirigevasi a Caserta per ringraziare il Re delle accoglienze e delle cortesie ricevute durante il soggiorno del Santo Padre nei suoi reali dominj. il Corpo Diplomatico accreditato presso la Corte delle Due Sicilie andò a Portici per augurare felice viaggio al Pontefice. Il Santo Padre nella sua instancabile munificenza degnossi in questo giorno di concedere varie decorazioni ai militari del regio esercito napolitano, che più si distinsero nella campagna di Roma, accordando in pari tempo, e indistintamente a tutti i soldati la medaglia concessa ai Francesi, Tedeschi e Spagnuoli, che militarono per restituire il Vicario di Gesù Cristo all’Apostolica Sede. Essa ha da un lato le armi pontificie con la iscrizione circolare SEDES APOSTOLICA ROMANA, e dall’altro PIUS IX PONT. MAX ROMAE RESTITUTUS CATHOLICIS ARMIS COLLATIS AN. MDCCCXLIX. 3 di Aprile Essendosi sparsa la notizia della immediata partenza del santo padre per i suoi Stati le popolazioni correvano a migliaia per domandare la Benedizione a Pio IX. Essi prostrati a terra invocavano le sante indulgenze su loro, sulle proprie famiglie, sul generoso Monarca delle Due Sicilie, e auguravano prosperità al Pontefice che dividevasi dalla Città, che lo aveva accolto, e che ne serberebbe una dolce, e gratissima rimembranza. Fu questa medaglia d'argento inedita una di quelle conferite a Portici? Mah! Forse non lo sapremo mai, anche perchè questa medaglia, sebbene opera dell'incisore napoletano Luigi Arnaud (sigle L.A.), sebbene di conio più alto e dal disegno più pregevole potrebbe anche essere stata battuta a Roma con i conii incisi a Napoli, anche se napoletana non dimentichiamo che al dritto è scritto chiaramente il probabile luogo di coniazione SEDE APOSTOLICA ROMANA (Roma).1 punto
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Di niente, figurati, visto che hai aperto una discussione su un tema molto interessante ti chiedo di tenerci sempre aggiornati sui tuoi continui dubbi o richieste, ringrazio anch'io @@mero mixtoque imperio per il gentile confronto. Ma andiamo avanti: nel Pannuti Riccio è riportata al n. 14 (pag. 51) un coronato di Ferdinando I d'Aragona con croce potenziata al rovescio, si tratta di un esemplare di uno stile molto particolare, ovviamente molto raro, che dopo un'attenta lettura risultò essere coniato a L'Aquila, i coronati aquilani con la croce potenziata si differenziano da quelli battuti a Napoli per via delle rigature interne alla croce orientate in due diverse direzioni. Negli esemplari napoletani le rigature sono invece orientate tutte nello stesso modo. @@Charis se hai il Pannuti Riccio sotto mano verifica e potrai avere un riscontro con questo coronato in allegato, la moneta riportata nel Pannuti Riccio è la stessa (?) ma all'epoca sfuggì agli autori il simbolo dell'aquiletta posto nella leggenda al dritto ad ore 6. Se desideri approfondire sulle monete de L'Aquila ti consiglio il CNI vol. XVIII o anche il più aggiornato volume di Simonluca Perfetto, La Zecca dell'Aquila, edito nel 2009 dalla Monnaies d'Antan. A presto, Francesco1 punto
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@@francesco77 ... scusa se rispondo in ritardo. Ho rifatto le foto con luce naturale e devo dirti che mi piacciono molto. Posso avere anche il tuo parere circa la qualità delle stesse? :hi:1 punto
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Bhè ... credo che 240 pagine di scritti, solo come costo (escludendo i lavori), siano ben oltre il prezzo della sola iscrizione ....... :hi:1 punto
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Sì, abbiamo pensato di non farne commercio ma di riservarla ai soli soci del circolo, ma la tiratura non è bassa, è di diverse centinaia di copie, abbiamo già molti iscritti. Ovviamente una copia verrà data in quell'occasione a chi si è già iscritto nei mesi scorsi. Abbiamo ritenuto opportuno lasciare una segno tangibile della nostra presenza, oltre che del nostro evento e della nostra associazione.1 punto
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Io quella del '36 la lascerei stare, a quel prezzo, magari più avanti potrai avere altre occasioni con conservazioni migliori, a menocchè non fai te un'offerta, che gira tra 15/20 euro.1 punto
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Salve, secondo un vostro parere, questa sterlina del 1902 lo supera il BB. ringrazio anticipatamete.1 punto
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dimenticavo... nei musei di fg e lucera vi sono modeste collezioni numismatiche con monete di daunia e puglia in generale.1 punto
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Spero di fare cosa gradita informandovi su due novità: 1) In occasione del convegno partenopeo, la redazione di Panorama Numismatico ha dedicato il numero di settembre alle zecche del sud Italia con diversi articoli su monete e medaglie napoletane e delle zecche del Sud. Al convegno sarà ovviamente presente la Nomisma spa e la redazione di PN che distribuirà il numero di settembre. Spero tanto nella presenza dell'insostituibile Lorenzo Bellesia, confido in voi, se lo bombardate di e-mail riuscirete certamente a convincerlo a venire a Napoli. :crazy: 2) Sempre nell'ambito del convegno, verrà pubblicato e distribuito il I° Bollettino del Circolo Numismatico Partenopeo, curato dal sottoscritto e dal dott. Antonio Morello di Cassino presidente dell'Associazione Culturale Italia Numismatica, una pubblicazione di circa 240 pagine (di formato molto simile al già noto Quaderno di Studi) con studi e ricerche su monete e medaglie, comprese monete classiche e bizantine. Abbiamo pensato di non commercializzare questa pubblicazione ma di distribuirla ai soli soci del Circolo Numismatico Partenopeo, organizzeremo per tanto un tavolo all'interno della sala del convegno per le iscrizioni e distribuzione della pubblicazione e della "tessera socio" (cfr. immagine allegata del fronte e del retro). A Napoli non si organizzava un convegno numismatico da oltre dodici anni, ora che ci stiamo seriamente impegnando e che abbiamo la possibilità di rendere questo evento un vero successo contiamo sulla presenza di molti di voi, all'evento parteciperanno diverse decine di commercianti italiani. Ho più volte invitato lo staff di Lamoneta ad organizzare un punto d'incontro nell'ambito del convegno ma non ho avuto alcuna risposta, se vi va di creare una postazione per i lamonetiani sappiate che noi del circolo siamo a vostra completa disposizione per dedicarvi uno spazio. Grazie a tutti per l'attenzione e soprattutto a @@Giovanna per l'appoggio! :good: :hi:1 punto
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Tornando allo stemma marmoreo si deve fare una precisazione: lo stemma è ripartito in tre parti: 1- SINISTRA è a bande rosse e bianche: questo era l'antico stemma della famiglia reale ungherese degli Arpad, che si estinse con Andrea III e poi la corona passò [facendola molto breve] agli Anjou, che la riutilizzarono affiancandolo ai gigli; 2- CENTRO è costituito dai classici gigli angioini; 3- DESTRA ci sono due croci di Gerusalemme. Interessante è la sua incoronazione a re d'Ungheria che però non fu mai riconosciuta né a livello politico, il suo concorrente era Zsigmond-Sigismondo di Lussemburgo genero di Luigi I re angioino effettivo d'Ungheria e Polonia, né a livello giuridico, perché per poter salire sul trono ed effigiarsi del titolo di re di Ungheria bisognava adempiere a dei rituali abbastanza rigidi: 1- essere incoronato dall'Arcivescovo di Esztergom, primate d'Ungheria; 2- essere incoronati nella cattedrale della citta ungherese di Fehervar; 3- ma più di ogni cosa, essere incoronati con la sacra corona si S. Stefano, primo re d'Ungheria. Questo nei periodi turbolenti era abbastanza difficile da realizzare. Un esempio, sempre restando in ambito angioino, è re Caroberto. Pur essendo vincitore militare sul campo, pur avendo l'avvallo papale, dovette aspettare alcuni anni per poter essere giuridicamente considerato re, perché la sacra corona era stata rubata e tenuta "in ostaggio" da un suo concorrente al trono.1 punto
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Puoi gentilmente inviarmi il link dell' inserzione via messaggio privato? Perchè di venditori che rimettono soldi non l'avevo ancora conosciuti1 punto
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@@ilcollezionistadiossa Ciao, la tua moneta è a mio avviso BB/SPL. Purtroppo il 10 lire 1948 è una moneta secondo me particolarmente sopravvalutata dai cataloghi, quindi tendo a concordare col parere di @@soleshine. Il Gigante 2013 la dà a 13 € in MB (!), 25 in BB e 60 in SPL, quando io sarei per una valutazione del tipo 2 - 8 - 18 nei tre stati di conservazione.1 punto
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Aggiornamento: la moneta è arrivata oggi e sono lieto di dirvi che il venditore è davvero un pessimo fotografo. La moneta in mano è molto bella (non nel senso di MB :blum: ) e sono assolutamente soddisfatto dell'acquisto, che credo valga fino all'ultimo gli euro spesi. Peccato che non abbia tempo di godermela, visto che nel giro di un paio d'ore finirà nella cassetta di sicurezza in banca fino a fine mese. A settembre intendo fare foto serie di tutta la mia collezione e vi mostrerò anche com'è in realtà. Grazie di nuovo a tutti coloro che hanno collaborato per farla entrare a far parte della modesta collezione Gallienus :good:1 punto
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Quello che più mi lascia perplesso della possibilità che sia stata la zecca a fare questo è la qualità del lavoro. In fondo, anche se i rilievi sono stati perduti in quei punti, mi sembra un lavoro ben fatto e i cui segni si notano sulle superfici si, ma così poco sul contorno. Conoscendo la qualità piuttosto "scadente" (passatemi il termine) delle coniazioni della zecca genovese, mi sembra strano che abbiano perso così tanto tempo per raddrizzare (o riunire), saldare, spianare, camuffare... Sembra forse più un lavoro postumo operato da qualcuno che ci ha perso un po' di tempo, di una moneta spezzata in modo curioso (fratturata trasversalmente al taglio?), tagliata, piegata o simili. Certo che l'ipotesi della zecca mi piace di più dal punto di vista sentimentale :)1 punto
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Ciao, è difficile dirti dove potresti fare l'affare migliore. Verona ti dà sicuramente la possibilità di avere un'ampia scelta, penso però che in primis sei tu a doverti fare un'idea di quello che vorresti prendere e a che prezzo, una volta individuato il pezzo che ti interessa prendilo quando ti sembra giusto. E' ovvio che potresti sempre trovarlo a meno, ma allora non si comprerebbe mai nulla se si avesse il dubbio che magari si potrebbe trovare a meno. L'importante è che tu sia convinto e poi goditi serenamente il tuo acquisto.1 punto
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Visto che la numismatica è arte, perchè non esprimersi con i termini giusti? Per me quei segni al rovescio sono dei "ripensamenti" da parte dell'incisore. Mi spiego meglio: escludo casuali ribattiture di conio o ripunzonature per via di alcuni ragionamenti di natura tecnica, se tali fossero ci troveremmo di fronte, nel primo caso, ad una zona ribattuta molto più ampia, nel secondo caso invece, un errore di punzonatura è in genere quasi adiacente o parallelo alle zone che si intendevano realmente punzonare in un determinato punto (una sorta di leggero rimbalzo causato dalla battitura del martello). Quei segni accanto alle ginocchia del santo risultano essere parti dello stesso ginocchio e della gamba, in alcuni esemplari più o meno marcati sono il frutto di un posizionamento errato della figura. L'incisore era a quei tempi un artista, e come tale non disponeva di macchinari tecnologicamente avanzati per la centratura perfetta delle immagini, tutto era affidato alla sua abilità artistica, capitava per tanto che qualche volta si sbagliava nel posizionamento di certe figure e dopo aver punzonato alcuni elementi del san Michele, resosi conto dell'errore, abbia corretto il tiro ricollocando meglio la figura definitiva. Nell'arte della pittura i pittori che compivano dei ripensamenti coprivano il tutto con tempere o pitture ad olio rendendoli invisibili (ma non alla lampada di wood) ma in numismatica i ripensamenti sono ben visibili ad occhio nudo. Ora sono due i ragionamenti da fare: se ciò che ho scritto è vero allora possiamo dedurre che tali ripensamenti riguardanti le gambe del santo ci fanno capire alcune cose sul metodo di punzonatura e cioè che i primi elementi che in genere si punzonavano sui conii di queste monete erano quelli centrali e che poi, man mano si procedeva a comporre le immagini intorno. Ovviamente, come già scritto in altre sedi, i punzoni delle immagini erano sempre grezzi, essi improntavano i volumi, tutti gli altri particolari quali ad esempio: capelli, decorazioni, espressività dei volti, e rifiniture varie venivano incisi in un secondo momento, ecco perchè tra la parte centrale delle ginocchia e questi segni vediamo delle rigature centrali leggermente diverse tra loro, per il resto coincide tutto. Non dimentichiamo che l'incisore una volta commesso il piccolo errore non poteva certo limarli o impasticciarli ma poteva benissimo camuffarli con qualche segnetto decorativo, rifare o rimodellare un conio richiedeva a quei tempi un costo non indifferente. Non è possibile attribuire a questi esemplari una plusvalenza in vil danaro perchè non si tratta di una variante che può far fare pazzie ai collezionisti ma da un punto di vista numismatico e scientifico li reputo molto interessanti. Grazie a Jacopo! :hi: :good:1 punto
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La litra in questione è molto cristallizzata e credo molto fragile, se la acquisti devi averne molta cura. La conservazione non è elevata, non si vede spesso nelle vendite, anche se è presente nelle collezioni di maggiore interesse. Personalmente, potrei dirti tra r2 e r3, anche se non sposo totalmente questi indici per classificare le rarità delle antiche... Skuby1 punto
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Anche io propendo per una ribattitura. Sul rovescio si vedono bene le tracce.1 punto
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@@Charis Questa serie, benché rechi un'allegoria comune o analoga ad altre monete spagnole, non può essere stata prodotta in Spagna, in quanto il protocollo riportato in legenda è esclusivamente quello del Rex Utriusque Siciliae. Pertanto le analogie, per quanto dettate dalle volontà di uniformità monetaria di tipo europeo-imperiale del sovrano, cedono il passo ai titoli. Poi, una volta collocate nel Regno, l'assenza delle sigle del mastro di zecca ne individua la sede di emissione (Lanciano), guardacaso per essere velocemente inserite nei circuiti mondiali...1 punto
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Ciao @@Charis , mi sono appena consultato con un esperto di monetazione spagnola, le sette frecce indicano la cacciata dei musulmani dalla Spagna, impresa che fece guadagnare al re Ferdinando il titolo di "Cattolico". La moneta da te citata nel post 1 risulta essere di zecca spagnola. Se vai in rete e la confronti con altri nominali coevi potrai avere un riscontro, a parte il Cagiati e qualche altro studioso nessuno l'ha mai più assegnata a Napoli o ad altre zecche dell'Italia meridionale. Aggiungo inoltre che la stessa è presente anche nel Crusafont al n. 3193 ma si tratta di un'attribuzione non riconosciuta da molti altri studiosi per via dello stile. http://ladeojosglaucos.blogspot.it/2010/10/tanto-monta.html1 punto
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Si è sicuramente confuso con la sovrana d'oro! questa è una corona e ti confermo la tiratura di 256.020 Si differenziano a prima vista dalla legenda: questa riporta GRA: BRITT la sovrana invece D:G: BRITT1 punto
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Sud Africa introdotta una nuova monetazione nel 1923, con valori compresi tra il farthing bronzo e oro sovrano. Il farthing stesso, tuttavia, è stato coniato sporadicamente e in piccole quantità fino al 1942. (Di gran lunga il più alto precedente conio di farthings sudafricano era stato 154.233 nel 1931.) Ma ancora una volta, a partire dal 1942, quando sono stati coniati alcuni 3.756.124 e fino il debutto della nuova monetazione rand dopo il 1960, produzione di farthing Sud Africa mai sceso sotto 1.000.000 pezzi all'anno. Questo inizio un po' zoppicante è venuto alla mia attenzione quando questo 1937 1-farthing è venuto a modo mio: Sua ottima condizione è venuto come nessuna sorpresa reale; 1937 è stato il primo anno di conio ritratto di George VI e il suo anno di incoronazione, quindi era molto facile immaginare qualcuno salvandolo come ricordo. Ma confesso che il piccolo conio della moneta mi ha sorpreso: 38.254. La storia dietro i due passeri su farthing del Sudafrica è quasi troppo bella per essere vero. Come ho letto, un gruppo di donne confinate in un campo di prigionia britannico durante la guerra boera si sono riuniti e ha deciso che se il Sud Africa ha avuto mai una moneta denominate 1-farthing, essi sarebbe di lobby per avere due passeri che rappresenta la speranza e fede riposte poco rame. Che cosa li ha ispirati, è detto (in questo, il mio preferito traduzione), è stato il versetto della Bibbia Matthew 10.29—“Sono non due passeri venduti per un farthing e non uno di loro cadrà a terra senza tuo padre saperlo?” Non solo le donne riuscivano, ma con il tempo che questo farthing 1937 fu coniato, i due piccoli passeri avevano diventare un appuntamento reale della monetazione sudafricano. :) v. -------------------------------------------------- South Africa introduced a new coinage in 1923, with values ranging from the bronze farthing to the gold sovereign. The farthing itself, however, was coined sporadically and in smaller quantities until 1942. (By far the highest previous mintage of South African farthings had been 154,233 in 1931.) But again, beginning in 1942 when some 3,756,124 were coined, and continuing until the debut of the new rand coinage after 1960, production of South Africa’s farthing never dropped below 1,000,000 pieces per year. This somewhat halting start came to my attention When this 1937 1-farthing came my way: Its excellent condition came as no real surprise; 1937 was the first year of George VI portrait coinage, and his coronation year, so it was very easy to imagine someone saving it as a memento. But I confess the coin’s small mintage did surprise me: 38,254. The story behind the two sparrows on South Africa’s farthing is almost too beautiful to be true. As I have read it, a group of women confined in a British prison camp during the Boer war got together and decided that if South Africa ever had a coin denominated 1-farthing, they would lobby to have two sparrows representing Hope and Faith placed upon the little copper. What inspired them, it is said (in this, my favorite translation), was the Bible verse Matthew 10:29—“Are not two sparrows sold for a farthing and one of them shall not fall to the ground without your Father knowing it?” Not only were the women successful, but by the time this 1937 farthing was coined, the two little sparrows had become a real fixture of South African coinage. :) v.1 punto
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Io credo che il Sommo Poeta li avrebbe condannati a entrare nella vacca di legno ricoperta di pelle di vacca costruita da Dedalo per Pasifae e subire le attenzioni del Toro di Creta come quelle del gorilla per il magistrato della famosa canzone di Fabrizio De Andrè. apollonia1 punto
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Tengo a precisare che questo mio intervento non costituisce una “giustificazione” alla perizia in questione da me effettuata, ma scaturisce dal desiderio di offrire il mio contributo ad amici, conoscenti e frequentatori del forum riguardo alla discussione in atto. Prima di tutto, desidero puntualizzare e rendervi noti alcuni aspetti. 1. Joker67 lamenta il fatto di non essere stato preso sufficientemente in considerazione “Forse presentandomi in giacca e cravatta e con un appuntamento (visto che io a Roma ero per altre faccende, per cui mi sono presentato all'improvviso), forse sarei stato più considerato. In ogni caso, la Signora che mi ha ricevuto, anche se, vedendomi in jeans e maglietta, ha intravisto un semplice curioso che credeva di avere tra le mani un tesoro....beh io questo non lo sono....ma poi, sentendomi parlare, ha capito che ero una buona persona....e di conseguenza mi ha trattato come un qualsiasi altro cliente.” Chi desidera effettuare una perizia, soprattutto considerando il fatto che spesso il perito può essere fuori sede per lavoro, prende preventivamente appuntamento con il numismatico. Il signore in questione, nonostante si fosse presentato senza avere alcun appuntamento, è stato considerato non come un qualsiasi altro cliente (che da noi prende appuntamento), ma come un cliente speciale, che avendo viaggiato per 270 km aveva necessità di concludere la sua perizia in giornata. I 270 km non sono stati percorsi esclusivamente per avere la mia perizia, altrimenti forse si sarebbe accertato della mia presenza quel giorno a studio. Mi sembra quindi che Joker67 non abbia affatto compreso il nostro modo di fare, cioè chiedere l’autorizzazione a procedere per la perizia di monete di non grande valore, aver soddisfatto il suo desiderio di ottenere in giornata i certificati pur non avendo alcun appuntamento, dunque “rivoluzionando” i tempi di consegna di altre perizie di altri clienti che avevano preso appuntamento. Questo fatto è da considerarsi un’ulteriore cortesia l’aver dato la precedenza a joker67, rispetto ad altri clienti che invece l’avevano. 2. La perizia che è stata da me rilasciata a Joker67 ha un costo di € 14.50. Fine della perizia è quello di stabilire l’autenticità nonché valutare il grading della conservazione dell'esemplare. La perizia non costituisce uno saggio sulla moneta stessa, per il quale sarebbero necessari studi più approfonditi. 3. La bibliografia che viene riportata in perizia costituisce un punto di riferimento e come tale non vengono tenuti in considerazione testi che non siano universalmente noti, senza nulla togliere alle altre pubblicazioni, seppur valide. 4. Il collezionista che chiede una perizia naturalmente non desidera spendere per la perizia stessa più del valore commerciale della moneta. Per questo motivo, in caso di monete di scarso valore commerciale, prima che venga fatta l’acquisizione come beni da periziare, è nostra abitudine, per cortesia, chiedere al cliente se desidera, nonostante il ridotto valore delle monete, effettuare la perizia. Veniamo ora all’argomento del post. Mi sembra di evincere da quanto sopra esposto che Joker67 non abbia nulla da eccepire riguardo il fatto che la moneta venga considerata originale, né sul suo grado di conservazione. Questi sono gli elementi fondamentali e costituenti una perizia di tale tipo. Passando alla catalogazione della moneta è doveroso segnalare alcuni aspetti. Nel caso delle emissioni coniate anonime in bronzo. Il criterio fondamentale della catalogazione è ascrivibile al sistema ponderale e alle varie riduzioni. Senza nulla togliere alla validità degli studi più recenti riguardanti la monetazione repubblicana, il riferimento bibliografico che abbiamo dato in questa perizia, e cioè il Crawford 56/7, è scaturito dalla constatazione che il suo peso di 4,04 gr. ci consente di considerarla 1/12 dell’asse di 54 gr., come riportato dal Crawford 57. Pur conoscendo le varie teorie alternative sulla datazione al Crawford, riteniamo di utilizzare questo riferimento in quanto maggiormente accreditato, pur ben conoscendo che tale catalogazione non scende nei dettagli di varianti e varietà. Inoltre tengo a sottolineare che una cronologia assoluta della prima fase della monetazione romana non è stata ancora definita con certezza a causa sia della difficoltà nell’interpretare le fonti antiche, sia della scarsità di ritrovamenti archeologici che non permettono di dare datazioni sicure e definitive. Viene da noi seguita la teoria del Crawford (ma come tutti sanno ce ne sono altre) che data il denario a “poco prima del 211 a.C” con la contemporanea svalutazione del bronzo a livello sestantale; la serie della prora di nave al 225, e le differenti fasi della svalutazione della libbra romana venivano concentrate tra gli anni 217 e 211 a.C. (semilibrale, post-semilibrale e sestantaria) in rapida successione, giustificate dalla grave crisi finanziaria in cui Roma si trovava a causa delle spese sostenute in occasione della seconda guerra contro Cartagine. Inoltre concordiamo con l’autore anche per il fatto che il tipo della prora nelle varie emissioni appare variamente decorato con differenti segni sulla sovrastruttura. Ia moneta viene ascritta a questa catalogazione specificatamente in relazione al suo peso nettamente superiore a quello di una eventuale emissione di una serie successiva, come scritto ad esempio da Campana. La valenza del recente contributo del collezionista Andrew McCabe, pur con dei meriti, deve ancora essere verificata dal mondo numismatico. Trovo invece alquanto offensivi gli interventi di Numizmo che ritengo diffamanti nei confronti della mia serietà professionale: “io la riporterei a Moruzzi..in fondo la perizia te l'ha fatta pagare, no? quindi, una volta dimostrato che come classificazione non ci ha capito nulla, almeno l'obbligo morale di rifarti la perizia gratuitamente, seguendo le indicazioni corrette che ti sono state date, mi pare il minimo...” ed ancora “che poi, quella formuletta "a mio parere" sarebbe anche ora di cambiarla...sei un professionista? ti fai pagare? la gente basa i suoi acquisti o i tuoi rifiuti su quello che sentenzi? e allora non puoi scrivere "a mio parere" e scaricarti di qualsiasi responsabilità futura...non credo che su una perizia di un'immobile ci sia scritto " a mio parere, sta in piedi" , sottintendendo " ma mi potrei anche sbagliare, sicché occhio!".... Si prenda la moneta, la si analizzi SUL SERIO ,magari con l'ausilio di qualche strumento ( tipo XRF o altro) che dovrebbe far parte della dotazione di ogni perito che voglia scrivere perizie serie e poi si scriva " giudico la moneta autentica" tout court...punto e basta o " giudico la moneta falsa", punto e basta....... e per le due risposte si alleghino i risultati delle prove tecniche effettuate sulla moneta e si illustri il percorso che oggettivamente ti ha portato a quella conclusione...sennò è solo aria fritta e carta sporcata di inchiostro...tu dici che "secondo te" è buona? ..ok, io dico che " secondo me e secondo il mio amico" è falsa...e adesso? com'è sta moneta? Così non va...bisogna cominciare a essere più precisi, a scrivere le motivazioni ( sempre che le si abbiano e le si sappiano dimostrare) che portano ad una conclusione o all'altra...non basta la fama di un numismatico, magari acquisita parecchi anni fa o magari immeritata, visto il livello tecnico delle falsificazioni , mediamente altissimo, e il livello della preparazione media degli antagonisti, mediamente bassissima.....” Pur esulando dal post in questione, riguardo all’appunto rivolto da numizmo circa la frase presente in ogni mia perizia “A mio parere”, la "perizia" intesa nella forma attualmente rilasciata si riferisce semplicemente a un parere professionale che in quanto professionista io emetto - sulla base delle mie conoscenze specifiche e dopo le opportune verifiche tecniche - proprio a distinguere questa perizia da quella "asseverata", cioè ufficiale, vale a dire depositabile presso la cancelleria del Tribunale al quale sono iscritto, unitamente all'albo della Camera di Commercio di Roma, in veste di perito. A seguito delle dichiarazioni di Numizmo, sto seriamente prendendo in considerazione di portare tale personaggio a rispondere davanti alla legge delle sue affermazioni.1 punto
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Buongiorno ad entrambi, colgo l'occasione per ricordare che per gli scambi ci sono le opportune sezioni, nelle altre aree gli scambi e le trattative per portarli a termine sono vietate, inoltre noya-noya ha richiesto un'identificazione non ha messo un'offerta di vendita saluti1 punto
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Alcune foto delle monete esposte nella mostra, la vera ed accanto la falsa.1 punto
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Se collezioni per tipologia, ci sono diverse cose da tenere d'occhio. Sebbene apparentemente tutte uguali, in realtà le monete della confederazione sono differenziati per piccoli particolari spesso difficilmente intuibili ad un occhio inesperto. Elencarli tutti sarebbe lungo e tedioso, consiglio questo eccellente sito per farsi un'idea delle molte piccole varianti nei conii delle monete confederali (1850-oggi): http://www.schweizer-geld.ch/bundesmuenzen/de/2 Saluti a tutti :D1 punto
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Veneziano In sto amaro momento, che lacera el nostro cor; in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, el Gonfalon de la Serenissima Repubblica ne sia de conforto, o Cittadini, che la nostra condotta passada che quela de sti ultimi tempi, rende non solo più giusto sto atto fatal, ma virtuoso, ma doveroso per nu. Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del zorno farà saver a tutta l'Europa, che Perasto ha degnamente sostenudo fino all'ultimo l'onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co' sto atto solenne e deponendolo bagnà del nostro universal amarissimo pianto. Sfoghemose, cittadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti coi quai sigilemo la nostra gloriosa carriera corsa sotto el Serenissimo Veneto Governo, rivolzemose verso sta Insegna che lo rappresenta e su ela sfoghemo el nostro dolor. Per trecentosettantasette anni la nostra fede, el nostro valor l'ha sempre custodìa per tera e par mar, per tutto dove né ha ciamà i so nemici, che xe stai pur queli de la Religion. Per trecentosettantasette anni le nostre sostanze, el nostro sangue, le nostre vite le xe stae sempre per Ti, o San Marco; e felicissimi sempre se semo reputà Ti con nu, nu con Ti; e sempre con Ti sul mar nu semo stai illustri e vittoriosi. Nissun con Ti n'ha visto scampar nissun con Ti n'ha visto vinti o spaurosi! Se i tempi presenti, infeicissimi per imprevidensa, per dissension, per arbitrii illegai, per vizi offendenti la natura e el gius de le zenti, no Te avesse tolto dall'Italia, per Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanze, el sangue, la nostra vita, e piutosto che vederTe vinto e desonorà dai Toi, el coraggio nostro, la nostra fede se avarave sepelio soto de Ti! Ma za che altro no resta da far per Ti, el nostro cor sia l'onoratissima To tomba e el più puro e el più grande elogio, Tò elogio, le nostre lagreme". Italiano (In questo amaro momento che lacera il nostro cuore; in questo ultimo sfogo d'amore e di fede al Veneto Serenissimo Dominio, ci sia di conforto, o Cittadini, il Gonfalone della Serenissima Repubblica, ché la nostra condotta presente e passata giustamente ci assegna questo atto fatale, per noi virtuoso e doveroso. Sapranno da noi i nostri figli, e la Storia del giorno farà sapere a tutta Europa, che Perasto ha degnamente sostenuto fino all'ultimo l'onore del Veneto Gonfalone, onorandolo con questo atto solenne e deponendolo bagnato del nostro universale amarissimo pianto. Sfoghiamoci, Cittadini, sfoghiamoci pure; ma in questi nostri ultimi sentimenti, con i quali sigilliamo la gloriosa carriera corsa sotto il Serenissimo Veneto Governo, rivolgiamoci a questa insegna e in essa consacriamo il nostro dolore. Per trecentosettantasette anni la nostra fede e il nostro valore la hanno custodita per Terra e per Mare, ovunque ci abbiano chiamato i suoi nemici, che sono stati anche quelli della Religione. Per trecentosettantasette anni le nostre sostanze, il nostro sangue, le nostre vite sone sempre state dedicate a Te, San Marco; e felicissimi sempre ci siamo reputati di essere Tu con noi e noi con Te; e sempre con Te siamo stati illustri e vittoriosi sul Mare. Nessuno con Te ci ha visto fuggire; nessuno, con Te, ci ha visto vinti o impauriti! Se il tempo presente, infelicissimo per imprevidenza, per dissennatezza, per illegali arbitrii, per vizi che offendono la Natura e il Diritto delle Genti, non Ti avesse tolto dall'Italia, per Te in perpetuo sarebbero state le nostre sostanze, il sangue, la nostra vita; piuttosto che vederTi vinto e disonorato dai Tuoi, il nostro coraggio e la nostra fede si sarebbero sepolte sotto di Te! Ora che altro non resta da fare per Te, il nostro cuore Ti sia tomba onoratissima e il più puro e grande elogio, Tuo elogio, siano le nostre lacrime.) Tratto da: venicexplorer.net Grazie della pazienza, ma non ho resistito. Saluti Luciano1 punto
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