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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/18/14 in tutte le aree

  1. Oggi ho deciso di mostrarvi una tra le monete napoletane di Alfonso I d'Aragona più rare ed affascinanti, la scelta del nummo che presenterò non è casuale, si tratta di una delle tipologie preferite dal sottoscritto e alla quale sono maggiormente legato, basti dare un'occhiata alla prima moneta presente nel mio sito personale. http://www.ilportaledelsud.org/francesco_di_rauso.htm Napoli. Alfonso I d'Aragona re di Napoli (1442-1458) Sesquiducato in oro da 1,5 ducati coniato tra il 1450 e 1455. Diametro: mm. 27. Grammi 5,28. (leggera limatura sul taglio e segnetto al dr.) Al dr./ + : DNS : M : ADIVTOR : ET : EGO : DESPI : INI : ME. Il re Alfonso I d'Aragona con armatura e spada su cavallo al galoppo a destra. A sinistra: S. Al rov./ + : ALFONSVS : D : G : R : ARAGON : SI : VL : FA. Stemma aragonese inquartato, palato al 1° e al 4°. (CNI 1. Pannuti Riccio 1c) Le foto non sono professionali ma sono state scattate tempo fa in un ambiente a luce naturale, l'angolazione adottata spero metta al meglio in risalto rilievi e tonalità del metallo, da notare le rigature presenti nel rovescio che fanno da sfondo alle armi dello stemma (specie nel 1° e 4° palato), l'alfonsino d'oro mostra re Alfonso in tutta la sua grandezza ed imponenza, a parte la rarità e lo stato di conservazione eccezionale, è forse la moneta più emblematica di questo sovrano. Il nominale aureo da un ducato e mezzo è noto anche come “alfonsino d'oro” o “sesquiducato” ed aveva un valore pari a 15 carlini, esso venne battuto unicamente ed esclusivamente a Napoli dal 1442 al 1458 e fu il più grande nominale aureo battuto fino in quel momento nella capitale del regno. Per comprendere al meglio l'importanza del periodo storico nel quale venne battuto questo pezzo di storia torniamo indietro di qualche anno, e precisamente in una Napoli, capitale di un regno disastrato dal potere e dai vizi degli ultimi angioini: Giovanna II d'Angiò (1371-1435 Napoli), dal 1414 regina di Napoli, passata alla storia più per la vita licenziosa che per meriti politici, nel 1386 andò in sposa a Guglielmo d'Asburgo e, rimasta vedova, sposò in seconde nozze Giacomo II di Borbone contro il quale, espressione della strapotenza francese nel regno, i baroni si ribellarono. Giovanna elesse allora nel 1417 gran siniscalco il proprio amante, il nobile Giovanni Caracciolo, detto Sergianni, fino ad allora un oscuro notaio. Sergianni divenne il vero detentore del potere a Napoli e ben presto si inimicò anch’egli i baroni, che offrirono nel 1419 la corona del regno a Luigi III d'Angiò (1403-1434), figlio di Luigi II. Contavano sull’aiuto del papa Martino V. Crederono di avere gioco facile perché Giovanna, nonostante i numerosi amanti, non aveva figli. La regina però scoprì la congiura e invocò l'aiuto del giovane Alfonso d'Aragona, re di Sicilia, Aragona e Catalogna, nominandolo nel 1421 suo erede. Alfonso, che poi sarà detto “il Magnanimo”, ai primi di settembre del 1421 giunse a Napoli. Per due anni egli si prodigò per farsi riconoscere i diritti ereditari dal papa; pazientemente attendeva che la regina abdicasse in suo favore. Non avvenne niente di tutto ciò: anzi la regina entrò in contrasto con il giovane aragonese e nel 1423 nominò nuovo erede proprio Luigi III d'Angiò, creandolo duca di Calabria! Alfonso non accettò di farsi da parte, e nell'ottobre del 1423 assediò militarmente Napoli con l'intenzione di imprigionare la regina e spedirla in Catalogna. La città capitolò: la regina Giovanna riuscì a salvarsi a stento. Alfonso, affidato il governo di Napoli al fratello don Pietro, fece rotta su Ischia, dove resisteva nel Castello una forte guarnigione angioina. Tre soldati si arrampicarono tra le rocce, da un lato ritenuto dagli assediati inattaccabile, e quindi presidiato da poche guardie. Presero così di sorpresa le sentinelle e dall'alto della rupe calarono le corde consentendo l’invasione. Dopo cinque ore di combattimento, la cittadella era espugnata. L'anno dopo Luigi III d'Angiò riuscì a rioccupare Napoli. Nel 1432 Sergianni Caracciolo rimase ucciso in una congiura di palazzo. Giovannetta revocò l'adozione e decise di riadottare Alfonso! Alfonso sfruttò l'occasione per impossessarsi della corona. Giovanna si rivolse nuovamente a Luigi III d'Angiò, che però morì nel 1434 a Cosenza. Neanche un anno dopo, a 64 anni, moriva Giovanna II: prima di spirare, la regina nominò erede Renato d'Angiò (1409-1480), fratello del defunto Luigi III. Il 12 giugno 1442, dopo altri sette anni di guerra e ripetuti successi militari su Renato, Alfonso entrava trionfalmente a Napoli. Il re di Sicilia era dotato del maggior parco di artiglieria dell'intera Europa e, nell'ultimo assedio, che iniziò il 10 novembre del 1441, ridusse il Maschio Angioino ad un ammasso si macerie, poi da lui stesso ricostruito con il nome di Castelnuovo. Riuscì il 12 giugno del 1442 a penetrare nella città in modo romanzesco attraverso quel pozzo di Santa Sofia, già utilizzato dagli invasori bizantini 900 anni prima. Alcuni mesi dopo la conquista del regno Alfonso, per impressionare la fantasia popolare e gli ambasciatori degli stati esteri, volle inscenare un clamoroso e fantasmagorico ingresso nella capitale. La scenografia dell’evento fu improntata allo stile dei trionfi dell’antica Roma: fu così eretto l’arco in marmo, ritenuto all’epoca il più insigne momento civile delle arti rinnovate in Italia, nella facciata principale del Maschio Angioino. La memoria di questa solenne cerimonia ci è stata tramandata da cronisti e poeti del tempo, come Gennaro Maria Monti. Questi racconta fedelmente «come lo re Alfonso d'Aragona entrò nella città di Napoli col carro trionfale. Alli 1443 alli 26 del mese di Febbraio di Martedì alle 15 hore entrò lo Re Alfonso d'Aragona col Carro Trionfale, et entrò per la porta del Mercato, e prima lo suo entrare fece rompere, et abbattere tante canne delle mura della detta Città di Napoli trionfando come l'antichi Sovrani. Sopra lo detto Carro, Sua Maestà sedeva con lo scettro …» Successivamente Alfonso si rivelò un sovrano "illuminato" e generoso, che seppe fare del regno un centro artistico e culturale. Con lui, dopo circa due secoli e mezzo, la Sicilia e la parte continentale del Regno si ritrovarono sotto lo stesso sovrano, che fu chiamato "Re delle Sicilie". Nel 1446 si impadronì anche della Sardegna, diventando re della principale potenza occidentale nel Mediterraneo. Il 17 giugno 1458 Alfonso moriva senza coronare il sogno di conquistare anche Genova, dominata, per conto del re di Francia, da Giovanni d'Angiò figlio di Renato, che s'era fatto incoronare come legittimo re di Napoli. La Repubblica di Genova aveva costituito il nemico più prossimo e reale di Alfonso, che perciò si occupò molto poco dell’espansionismo turco-saraceno. Il settantaduenne monarca, il giorno prima di morire aveva dettato il suo testamento, nel quale ribadì che lasciava Napoli al figlio naturale Ferdinando (o Ferrante) mentre la Sicilia sarebbe passata al fratello Giovanni. (Fonte: www.ilportaledelsud.org ) Al dritto della moneta qui postata è possibile ammirare tutta la potenza del sovrano aragonese, padrone oramai di mezzo mediterraneo, precisamente la sua coniazione non iniziò a Napoli ma a Gaeta e precisamente dal periodo in cui Alfonso scelse come base operativa la città tirrenica per la sua posizione strategica, ad oggi le monete gaetane non sono distinguibili da quelle coniate a Napoli, la coniazione a Gaeta sarebbe testimoniata dall'esistenza di un documento datato 25 agosto 1440 nel quale figura come credenziere della zecca di Gaeta un tale Gilforte de Ursa de Messina, altri i documenti nei quali figurano come maestri di zecca operanti in questa città dopo il 1442 (Guido d'Antonio dal 1441 al 1448; e Giovanni de Ponte 1461) ma non è possibile stabilire con certezza se la presenza di una zecca e relativo maestro di zecca in una città del regno sia sinonimo di coniazione realmente avvenuta, spesso la zecca era intesa anche come un ufficio che aveva il compito di controllare e saggiare la bontà dei metalli delle monete che transitavano in città, con questo non voglio dire che Gaeta non coniò ma è bene andarci con i piedi di piombo. Altra questione affascinante riguarda il cimiero di Alfonso, recante un drago alato. I cimieri assumono un'enorme importanza nell'araldica del XIV e XV secolo, al punto che "le bon roi Reneé", l'ultimo rivale di Alfonso sulla strada verso la corona del Regno di Sicilia citra Pharum, gli dedicò un apposito trattato, si dice miniato di suo pugno, il Traité de la forme et devise d'un tournoi, dove appunto i cimieri hanno un particolare rilievo, come in questa straordinaria miniatura ivi contenuta: In una nota della sua opera sulle monete di Carlo VIII, il Fusco, sulla scorta di Scipione Mazzella, accenna al particolare valore che il cimiero ebbe nella contesa dei due papabili eredi della regina Giovanna: "Renato di Angiò, fugati ch'ebbe gli aragonesi dai dintorni di Napoli, si tolse per impresa un bue portando sul dorso lo scudo di sua stirpe, col motto francese PAS A PAS, per dinotare ch'egli al pari del bue, il quale sebbene cammina assai lentamente, non è però che col tempo non vada molto lungi. [...] A competenza di questa impresa di bellissimo intendimento, Alfonso ne inventò un'altra, che aveva un dragone tutto stizzoso ed adirato con regia corona sul capo, col qual corpo senza anima volle dinotare ad un tempo medesimo la forza e la vigilanza sua, mercé le quali virtù senz'altro lo avrebbe cacciato di trono." Segue la leggenda, in origine dovuta al Summonte, secondo cui i primi alfonsini si sarebbero coniati con l'oro proveniente dalla fusione della statua di San Michele Arcangelo al Gargano. Il re d'Aragona in sella ad un destriero bardato di gualdrappa con i colori del casato in una minatura da "Le Grand Armorial Equestre de la Toison d'Or" (1440 ca.): @@JunoMoneta L'ipotesi di Mazzella e Fusco è affascinante, non fosse che l'impresa del dragone alato figura già, riferita alla casa d'Aragona, in una pagina dell'Armoriale danese di Gelce o Gheldria, redatto tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo, quando Alfonso il Magnanimo era probabilmente in fasce: Di seguito il link di un'interessante discussione sul tema. Alla pag. 2 di questa discussione è possibile ammirare quanto scritto nel 2010 dall'amico Giuseppe (Junomoneta). http://www.lamoneta.it/topic/62311-sesquiducati-napoletani-doro-di-alfonso-daragona/page-2 La sigla S al dritto del sesquiducato protagonista di questo post indica l'iniziale del maestro di zecca Francesco Senier operativo alla zecca di Napoli tra il 1450 e 1455, la zecca di Napoli coniò in quel periodo una gran quantità di sesquiducati senza sigle, tanto che ad oggi tutte quelle non siglate risultano essere di una certa reperibilità sul mercato, pochi o pochissimi invece gli esemplari battuti a Napoli e siglati dai maestri di zecca. A parere di chi scrive, stando ad una classifica basata sulla consultazione di vari cataloghi d'asta, gli esemplari con la sigla S risultano essere proprio quelli più rari. Su Alfonso d'Aragona c'è da scrivere molto sul punto di vista numismatico oltre che artistico, con la sua ascesa sul trono napoletano Napoli divenne fulcro della corrente artistica rinascimentale, Alfonso il Magnanimo elesse Napoli come sua residenza principale e fece della città importante crocevia di artisti e letterati, grazie a lui Napoli era considerata a sud di nessun'altra città ma al centro del Mediterraneo. Alcuni link utili: http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1936c.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1968a1.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1968a2.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1968a3.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1981b.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1983a.pdf
    14 punti
  2. Grazie a tutti per gli immeritati complimenti. Cerco solo di far del mio meglio senza pretendere di essere infallibile. Alla fine è la partecipazione quella che conta, ho ben capito lo spirito di questa discussione e sono d'accordo con voi, ecco perchè ci tenevo ad impegnarmi, lo spirito d'unione del forum deve prevalere su tutto. Perdonate se a volte accolgo con molto ritardo l'invito a partecipare o se mi sfugge qualcosa, purtroppo tra famiglia, lavoro, organizzazione convegno partenopeo, risposte alle continue e-mail ed altro ........... non riesco ad accontentare tutte le richieste. E se a tutto questo aggiungiamo la calura e l'umidità allora diventa tutto più difficile. Quello che posso raccomandare a Mario @@dabbene , è di continuare incessantemente ad invitare altri giovani a partecipare. Bisogna spronare i numismatici e cercare di fare emergere la vena pubblicistica che c'è in ognuno di noi, divulgare la passione per la numismatica e non confondere questa nobile disciplina con i soliti discorsi commerciali o peggio ancora sulle conservazioni ........."è FDC o q.FDC?" "La presenza o meno del pelo in superficie influisce sul valore commerciale o no?", "quanto vale?", eccetera. Guardare al lato commerciale di una moneta/medaglia è importantissimo ma non fondamentale, il giusto equilibrio è d'obbligo, "allegate sempre un documento storico alla fattura d'acquisto", cercate di non perdervi nei meandri delle conservazioni e quotazioni. La numismatica è importante perchè non è un surrogato o una sotto-materia della storia ma la storia tra le mani, quindi forza amici, scrivete, scrivete e scrivete! .......... e se possibile scrivete articoli da pubblicare nelle nostre riviste numismatiche perchè è grazie a loro che resterà un ricordo incancellabile della vostra passione ............. @@odjob dico bene?
    3 punti
  3. Salve a tutti! Con l'approvazione dei Curatori, sottopongo all'utenza il mio progetto di studio, il cui scopo è - una volta concluso il lavoro - tornare davvero utile a tutta la comunità. Il mio progetto è studiare nei minimi dettagli i falsi del Regno e le sue tipologie, con uno scopo ben preciso: non solo tornare utile a tutti i collezionisti, ma innanzitutto servire come indicazioni base ai non collezionisti, che molto spesso si rivolgono agli esperti del forum per identificare e valutare i ritrovamenti o le eredità. Sappiamo tutti che alcune tipologie sono falsificate all'inverosimile; molto di frequente ci sono sottoposte richieste di valutazione per falsi abbastanza comuni. Pertanto, l'obiettivo sarà costruire un prontuario chiaro, preciso e veloce a partire da un lavoro molto accurato. La struttura della discussione si formerà in itinere, ma certamente organizzerò le tipologie in ordine di frequenza dei loro falsi e delle riproduzioni. Sarò io ad occuparmi dei permessi per utilizzare immagini e riferimenti. Apro questa discussione perché possa diventare un progetto di gruppo grazie alla vostra esperienza. Vi chiedo, se volete, di segnalare esempi importanti o discussioni significative all'interno del forum, a seconda di quel che ricordate; più ricca sarà la collezione di link, meglio fruibile diventerà la risorsa! Questa discussione farà da post generale per il progresso del lavoro. Il primo messaggio sarà man mano modificato e saranno aggiunti i vostri contributi. Ringrazio i Curatori toto e centurioneamico per aver già offerto rispettivamente: una bibliografia essenziale e tanta esperienza, nozioni tecniche sui falsi e tanta esperienza. Il post sarà aggiornato più tardi con l'elenco dei contributi vero e proprio. Un grazie sentito a tutti! Elisa
    3 punti
  4. Il 19 Agosto del 14 , a Nola , moriva Augusto , ricorre quindi domani il II millennio della morte del primo Imperatore romano , uomo per tanti aspetti controverso , ma comunque di levatura eccezionale le cui riforme dello Stato durarono per circa tre secoli . Ricchissima la serie monetale emessa che ne consacra la divinita’ , sotto alcuni tipici esemplari , molti furono emessi postumi dai successivi Imperatori , credo fino agli Antoniniani di Traiano Decio . La moneta in foto , sesterzio , che rappresenta il funerale di Augusto seduto idealmente su un carro e trasportato da quattro elefanti e’ di carattere simbolico ed allegorico in quanto l’ elefante rappresenta l’ Aeternitas ; il reale funerale di Augusto e’ tramandato da Svetonio , nella Vita di Augusto , eccone in particolare alcuni passi : Tomi XCIX e C : “……….prima di spirare diede un unico segno di alterazione mentale , quando , con un improvviso terrore , si lamento’ che quaranta giovani lo stavano trascinando via . Ma anche questo fu piu’ un presagio che un’ attenuazione della coscienza , perche’ tanti furono i soldati pretoriani che portarono la salma all’ aperto . Mori’ nella medesima camera in cui era morto suo padre Ottavio , sotto il consolato dei due Sesti , Pompeo e Appuleio , il quattordicesimo giorno prima delle calende di Settembre , all’ ora nona , trentacinque giorni prima di compiere settantasei anni . I Decurioni dei municipi e delle colonie trasportarono il cadavere da Nola a Boville di notte a causa della stagione , depositandolo fra una tappa e l’ altra nella basilica di ciascuna citta’ o nel massimo tempio cittadino . Da Boville lo prese in consegna l’ ordine equestre che lo porto’ nell’ Urbe e lo pose nel vestibolo della sua casa ……….posto pero’ un limite alle onoranze , ricevette due volte l’ elogio funebre davanti al tempio del Divo Giulio , da Tiberio , e davanti ai vecchi rostri , da Druso , figlio di Tiberio , quindi la salma fu portata al Campo Marzio sulle spalle dei Senatori e li fu cremata . Non manco’ un ex Pretore che giuro’ di averne visto l’ immagine dopo la cremazione mentre saliva in cielo . I primi dell’ ordine equestre , vestiti con la sola tunica , senza cintura e a piedi nudi , ne raccolsero i resti e li deposero nel suo Mausoleo……..” Accanto alla figura di Augusto , e’ giusto ricordare anche due importanti e fedeli uomini che furono di aiuto determinante e costante ad Augusto nel corso di tanti anni , fino alla loro morte e con il loro supporto , oltre alle innate capacita’ politiche di Augusto , contribuirono al successo del lungo percorso storico e politico del figlio adottivo di Cesare ; questi furono Marco Vipsanio Agrippa , principalmente per la parte militare e successivamente architettonica di Roma , morto il 12 a.C. e Caio Cilnio Mecenate , per quella politica e culturale , morto l’ 8 a.C. ; la figura storica di Mecenate e’ forse quella meno conosciuta , di Vipsanio Agrippa al contrario sappiamo tanto ed e’ superfluo qui ricordarlo , in merito a Mecenate , credo sufficiente ricordare il commento di lui fatto dallo storico Velleio Patercolo , che lo descrive e lo sintetizza , come : “insonne nella vigilanza e nelle emergenze , lungimirante nell'agire , ma nei momenti di ritiro dagli affari più lussuoso ed effeminato di una donna”.
    2 punti
  5. et voilà cosa ne pensate un duro sacrificio con il polso che non va :hi: PRINCI • PEDEM • REGES • CYP • MAR • IO • BAP • VIC • AM • II • D • G • DUC • SAB •
    2 punti
  6. Certo, si è mantenuti la pace in Occidente con il rischio perenne per 45 anni di distruggersi a vicenda con il nucleare. Sinceramente avrei evitato. E poi dopo la caduta dell'URSS dove stanno tutte queste guerre in Europa a parte quella di Jugoslavia? (tra l'altro conseguenza inevitabile dalla caduta del comunismo in Russia). E aggiungo: meno male che è caduta così in fretta (ci sono voluti quasi 20 anni di stagnazione economica per farla cadere quindi neanche tanto brevemente), se no il progetto dell'Unione Europea sarebbe stato sicuramente rimandato per chissà quanti altri decenni...
    2 punti
  7. Perbacco Francesco, un tondello straordinario, una delle massime espressioni incisorie, poi gli eventi storici che l'accompagnano, fanno di questo nominale un unicum per taluni aspetti. La pregevolezza artistica non può che arricchire l'animo di ognuno di noi.. Allora è vero che i sogni diventano realtà, questo intervento ha confermato pienamente che lo spirito aggregativo, puo' consolidare ulteriormente i valori che ci hanno contraddistinto per anni, stimolandoci a continuare questo splendido cammino verso il sapere.. Eros
    2 punti
  8. @@stuyvesant buona sera La moneta è di Velia come da te già indicato L'etnico IELETON doveva essere sotto la linea d'esergo come puoi vedere dagli allegati Le immagini sono ricavate dal libro: Garrucci, Le monete dell'Italia antica tav. CXIX dalla n. 7 alla n. 21 La prima immagine mostra i vari tipi del nomos di Velia; e qui non ci sono tutti. La seconda immagine è di una moneta fronte e retro che pare come la Tua; e di un altro retro che pure è più indicativo/vicino alla tua . tanti saluti Pietro
    2 punti
  9. L'etimologia della parola "labirinto" è abbastanza complessa e l'opinione di Plutarco riferisce solo una delle interpretazioni possibili (anche se fra le più probabili) è può essere meglio spiegata nel seguente link: http://etimoitaliano.blogspot.it/2014/01/etimologia-della-parola-labirinto.html LABIRINTO L'etimologia della parola labirinto rimane tuttora incerta e controversa. Riportiamo qui alcune interpretazioni più accreditate: Una prima interpretazione etimologica sembra ricondurre la parola labirinto al greco λαβύρινθος (labýrinthos), usato nella mitologia per indicare il labirinto di Cnosso. La parola di origine pre-greca, trae la sua derivazione dal lidio labrys = bipenne, l'ascia a due lame, simbolo del potere reale a Creta. La parola "labirinto" significherebbe, quindi, "palazzo dell'ascia labrys" con il suffisso -into a significare "luogo" cioè il palazzo del re Minosse a Cnosso, caratterizzato dalla pianta intricata all'interno del quale sono state rinvenute diverse raffigurazioni dell'ascia bipenne; Dalla radice greca laf- di làas -> làfas da cui il latino lapis = pietra, per indicare le caverne e le cave di metalli il cui intricato percorso fa perdere il senso dell'orientamento. Dal greco λαβιριον (làbirion) cioè cunicolo scavato nel sottosuolo, che si dirama in varie direzioni o da λαβιρος (làbiros) = cavità; Dal greco λαμβάνω (lambàno) = prendo e ρινάω (rinào) = inganno, cioè "cado in inganno", appunto per la conformazione inestricabile ed ingannevole propria del labirinto; Dalla lingua egeo-anatolica e precisamente (pre)greco leberhís,-ídos = coniglio da cui successivamente il latino lepus,-oris = lepre, per indicate, appunto la tana di questo animale che scava intricati cunicoli sotterranei.
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  10. Una risposta esatta è pressochè impossibile poichè allora - come oggi - erano presenti, col passare degli anni, fenomeni inflattivi (più frequenti) e deflattivi (rari) che modificavano il potere d'acquisto della moneta. Faccio un esempio relativo alla realtà che studio e che meglio conosco: il Principato di Piombino. Nel 1449 una libbra di acerti (sgombri) costava 8 denari e una libbra di palamite ne costava 10, ma nel 1530 gli stessi pesci costavano entrambi 1 soldo (= 3 quattrini = 12 denari). Sempre nel 1449 una libbra di fagioli costava 2 soldi e 8 denari (= 32 denari) mentre nel 1695 il prezzo era salito a 3 soldi e 4 denari (= 40 denari). Nel 1635 il compenso per il Bargello che accompagnava un condannato all'esecuzione capitale era di 30 lire (1 lira = 20 soldi = 60 quattrini = 240 denari), invece per una foratura di lingua o per la gogna, lire 15. Testoni e ducati erano per le transazioni più importanti, visto che mediamente tra il XVI e il XVII sec. un ducato d'oro valeva intorno alle 7 lire e 4 soldi mentre un testone attorno alle due lire. Di fatto circolavano solo tra i nobili e i grandi mercanti. Il grosso aveva un valore di circa 25 quattrini ed era il massimo che girasse nelle borse o scarselle di operai, contadini, pescatori, muratori, ecc. So di non essere stato esauriente ma spero di aver dato almeno l'idea.
    2 punti
  11. Non era questione di dimostrazione generica di forza ma un di affrettare la conclusione del conflitto perchè i sovietici stavano pensando d'invadere l'Hokkaido. Non era ancora tempo di guerra fredda ma già da allora cominciava a farsi strada la sensazione che il prossimo nemico sarebbe stato l'URSS, quindi era meglio tenere sotto controllo tutto il Giappone senza avere i sovietici in Hokkaido (che in quel caso è facile immaginare sarebbe diventato la "Repubblica Popolare Giapponese" comunista e alleata dell'URSS).
    2 punti
  12. Dopo otto anni, tanti ne sono trascorsi da "Gentile da Fabriano e l'altro Rinascimento", la grande arte torna a Fabriano con la mostra-evento dell'estate 2014. DA GIOTTO A GENTILE Pittura e scutura a Fabriano tra Due e Trecento, curata da Vittorio Sgarbi, mette in mostra oltre 100 opere tra dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, sculture, oreficerie rarissime, miniature, manoscritti, codici. Non ci sono, lo dico subito, monete, ma sono certo che la mostra saprà attrarre gli appassionati d'arte, e sono tanti come dimostra il successo di alcune discussioni dedicate, che frequentano il forum. Per saperne di più, oltre al sito ufficiale linkato sopra, dove troverete tutte le informazioni pratiche, ecco alcune recensioni: Dalla Gazzetta di Parma Da Panorama e da un magazine marchigiano, con un'intervista a Vittorio Sgarbi, che parla della scoperta della "...Scuola di Fabriano, che conta molti artisti anonimi. La mostra mette in rapporto questi ultimi con i grandi nomi di altre Scuole più conosciute, come quelle di Assisi e di Rimini, formate da personalità note. L’esposizione permette di vedere nei pittori anonimi i compagni di Giotto che con il maestro hanno condiviso momenti di vita, scambiandosi esperienze e suggestioni. La Scuola di Fabriano esiste dal Duecento e la mostra è riuscita a riunire opere provenienti da diversi musei, offrendo una panoramica suggestiva del loro percorso artistico”. Io l'ho visitata ieri, voi avete tempo fino al 30 novembre :D petronius :)
    1 punto
  13. Questa mattina al circolo numismatico di Torino , il dott.E. Montenegro , come da tradizione , ha consegnato ai partecipanti alcune copie del nuovo Catalogo Montenegro 2015 Nel 2015 si festeggiano i XXX anni del catalogo passato nel 1984 dalla gestione del comm. Cesare Bobba a quella del dott. Eupremio Montenegro. I miei complimenti all' autore ed editore per il traguardo raggiunto .
    1 punto
  14. Ciao Cobiniano : approfitto della tua competenza e disponibilità per cercare di capire il perché di una definizione relativa ad una pezza araldica. Quando venne creato lo stemma del Comune di Calderara di Reno, in provincia di Bologna, furono tenuti presenti i blasoni di famiglie storiche che nel medioevo furono importanti per la storia del luogo, come gli Ubaldini, Signori del Mugello, a cui appartiene la testa di cervo che vi campeggia e che in antichi documenti araldici viene definita come "massacro di cervo". Questa definizione mi ha incuriosito. Ho pensato che forse era stata definita così in quanto spiccata dal busto dell'animale che di fatto non è ritratto per intero, di qui il termine "massacro", ma non ne sono affatto sicuro. Forse ti è già capitato di riscontrate tale definizione ? Grazie, saluti cordiali.
    1 punto
  15. Allora mi lancio anch'io: la moneta di cui vorrei parlare è il 50 Franchi Francesi "Hercules" coniato dal 1974 al 1980 anche se nell'ultimo anno era destinata solo alle serie divisionali confezionate. Il disegno riprende i 5 franchi del milleottocento. peso 30 grammi diametro 41 mm argento 900 da ragazzo mi ricordo che mia nonna ne aveva: gliele avevano date quando ritirava la pensione ed avevano corso legale, finché l'argento contenuto non ha superato il facciale... ( ad inizio 1980 c'è stata una esplosione del prezzo dell'argento) è curioso come anche prima di questo recente scoppio del prezzo dell'argento in Francia davano parte del resto in posta con monete da 5 euro d'argento (ma stavolta con la seminatrice ;) buona serata :)
    1 punto
  16. @@ak72 e @@francesco2002 In effetti ritengo che questa sia una delle imitazioni del tirolino di Merano, moneta di grande successo e per questo oggi ancora abbastanza comune. In base a quanto riesco a leggere delle legende (tra parentesi le lettere che mi risultano illeggibili) dritto: MO(NETANOV)AG(OSL)ARIE / aquila ad ali spiegate. verso: O.CR VX.G (LORI) OSA / doppia croce di cui una intersecante la legenda. penso si tratti di un grosso tirolino prodotto dalla città sassone di Goslar fra il 1552 e il 1555, moneta sicuramente più rara dell'originale che imitava. Di seguito allego un'immagine per confronto... tratta dal seguente sito https://www.gmcoinart.de/auction/GOSLAR_Stadt.aspx?los=4367&lager=00103&ActiveID=1511〈=en ciao Mario
    1 punto
  17. Beh io veramente sto scrivendo ed è per questo che non sono molto assiduo nel forum.Vorrei ,questa volta,pubblicare un libro attinente,ovviamente ,a storia e numismatica. Sono a buon punto --Salutoni -odjob ovviamente non mi sono segregato in casa,proprio ora esco e vado a caccia....... .........di fica
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  18. Cia GG, se vedo bene epsilon SIS crescente con punto sopra in esergo, Chi-Ro nello stendardo, legenda CONSTANTI-VSPFAVG (tipo Cs3), busto con drappeggio e corazza con diadema di alloro e rosette (tipo D5). Direi RIC VIII Siscia 98, settembre 337 - primavera 340. Bella monetina, le GE con Chi-Ro sono le più interessanti :)
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  19. Bella domanda, caro @@sandokan, ottima conseguenza di un'intelligente e attenta osservazione. :good: La terminologia araldica, a volte, è una forma letteraria sui generis. Come nel caso del massacro di cervo. Non so se esistano studi specifici sul perchè di questa terminologia. Di certo, è una locuzione di uso antico ormai entrata nei dizionari araldici. Che non sempre la spiegano, se non descrivendo la figura ---> una testa di cervo posta in maestà, ossia vista di fronte ---> tieni presente che di norma le figure araldiche sono invece mostrate di profilo. Mentre scrivo, mi viene da pensare che il concetto di "massacro" potrebbe derivare dai trofei di caccia che non di rado campeggiano nei salotti dei castelli. Quelli dove la testa recisa di un cervo, o di altro animale simile, sembra "spuntare" dalla parete. Una testa che, per trovarsi lì, dev'essere per forza conseguente al massacro compiuto sul povero animale... Non mi sembra improbabile che il termine blasonico possa aver avuto un'origine di questo tipo. In fondo, nel medioevo, per blasonare (---> descrivere verbalmente uno stemma) si usava la lingua corrente, perchè il "gergo" araldico è venuto molto tempo dopo. Un massacro di cervo è anche la componente basilare dello stemma civico di Brindisi. A volte, del massacro si vede solo la sommità, come nel caso dello stemma dei Soderini: (Modena, Biblioteca Estense, ms. gamma.i.2.23; da: http://bibliotecaestense.beniculturali.it/info/img/stemmihtml/soderini.html) Queste figure (gli "scalpi" del povero animale) sno ancora più rari dei massacri "interi" e non hanno, che io sappia, una terminologia specifica. Per questo mi piace blasonarli sommità di massacri di cervo.
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  20. Perchè se una moneta non ha valore venale tu la butti nella pattumiera? Anche se di scarso valore commerciale, il valore storico rimane altissimo. La frase della pattumiera non dovresti scriverla nemmeno per scherzo....
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  21. L'argomento è comunque estremamente interessante, cosa costasse una merce, lo stipendio....in un certo periodo è una delle domande che giustamente molti si fanno..... Riporto un altro link un pò datato sempre del forum in cui però ci sono spunti molto interessanti anche per appprofondimenti eventuali sul tema http://www.lamoneta.it/topic/25575-costo-del-denaro-antico/ Certamente i libri di Carlo Maria Cipolla sono una delle fonti principali di economia monetaria che consiglierei di leggere ed essendoci stati altri spunti di questo tipo oltre a quelli già postati sul forum non sarebbe male, se qualcuno ne ritrova altri, riunirli qui come lettura e studio per tutti.....
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  22. Beh, che dire ? Complimenti.....grande pagina divulgativa.....se il risultato è questo, allora continuo a spronarvi :blum: :blum:.....la tattica funziona :blum: ,ovviamente per chi volesse cimentarsi a sua volta ora basta anche molto, molto meno, anche una sola moneta con la sua descrizione che possa insegnare e incuriosire.....il PROGETTO comunque continua per chi vorrà e potrà, certamente, viste le letture, credo che valga la pena con obiettivo far poi dire a qualcuno che sta leggendo.....tutto sommato perché no ?
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  23. Ho ricevuto anche io il modulo per la divisionale, finalmente avrò la serie di Monaco dopo tanti anni. Sent from my Galaxy Nexus using Lamoneta.it Forum mobile app
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  24. France', ti sei fatto desiderare, ma alla fine ci hai stupito con effetti speciali e monete irresistibili...grande post :D petronius oo)
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  25. Grazie a tutti, ma non capisco quella lunga striscia in basso al dritto....doppia battitura???
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  26. lo so mi dispiaceva essere "lapidario"..... :)
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  27. a naso direi di si.... ma dato che queste sono monete che non appartengono al Regno d'Italia dovresti posterle nella categoria più appropriata del forum.
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  28. concordo, riproduzione.
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  29. Dovresti inserire peso e diametro. Per me si tratta di un asse di Tito, il ric 215.
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  30. Ti posso fornire solo una immagine "ripulita" del fondo nero. Proviene dall'asta Heritage n. 378/2005, n. 12094, peso g. 14,88 e diam. 31 mm L'opera di Ntantalia si trova nella biblioteca Germanica qui a Roma. Se ti interessano le pagine che riguardano i medaglioni con URBS ROMA, posso scovarle, ma dovrai attendere un paio di settimane (la biblioteca riapre solo a settembre)
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  31. Ciao, non hanno un valore numismatico ma solo quello intrinseco per l'oro e l'argento, a meno che non trovi qualcuno che colleziona Bergamo e il Papa e allora può pagarti qualcosa di più.
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  32. Leggi con calma le istruzioni, comunque come già ti hanno detto, visto anche il peso, è sicuramente un riconio.
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  33. Ciao @@eliodoro , no purtroppo quella in foto non e' una statua originale , e' una copia dell' "Augusto di Prima Porta" trovata nella Villa di Livia , a Prima Porta a Roma , nel 1863 , rappresenta Augusto con la corazza da parata , riccamente adornata ; l' originale e' alta metri 2,04 ed ora arricchisce i Musei Vaticani . Comunque iniziativa veramente notevole quella del Comune di Nola , immagino che domani ci saranno congressi e iniziative atte a ricordare l' evento . Ciao Claudio Sotto un incisione dell' epoca a ricordo della scoperta e la statua originale di Augusto di Prima Porta
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  34. Concordo R3 non di piu ' Moneta non bella e non stupisce il pasticcio delle valutazioni Probabilmente acquisita troppo cara e ora si tenta di recuperare il recuperabile passando ad altri la patata Consiglio le vendite 1996 e1998 se si vuole ammirare qualche bella moneta di Urbino e avere qualche nota storica che u tegra. Alidamente il Cavicchi
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  35. ma avete 500 kb a disposizione per ogni risposta, perchè ostinarsi a mettere foto così minuscole e per giunta appoggiate a siti di hosting esterni? provare a metterle belle grosse direttamente sul forum no? secondo me non le volete realmente far identificare se no mettereste foto migliori o quanto meno ci provereste saluti e auguri per l'identificazione
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  36. Tommaso Mocenigo (Doge 1413-1423). +TOMOCDVX
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  37. Infatti senza foto non si capisce molto, conta moltissimo lo stato di una moneta per poter capire il suo reale valore. Ma comunque non esiste il 10 centesimi del 1865, quindi con le foto si può capire se è un falso, un possibile errore di coniatura o addirittura la moneta è messa così male che non hai letto bene l'anno
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  38. Naturalmente, per capire bene la moneta che si vuole esaminare, è sempre opportuno partire dalla conoscenza bibliografica a disposizione su questa emisslone di monete ddi Siracusa da 50 litre in elettro emesse al tempo del tiranno Agatocle. Per fortuna esiste un vecchio studio del grande Jenkins, del 1968: Jenkins G. K. – Electrum coinage at Syracuse. Essays in Greek Coinage presented to Stanley Robinson (ed. C. M. Kraay e G. K. Jenkins), p. 145-162 + 2 plates. Lo studioso inglese ha riordinato la vasta produzione delle monete in elettro di Siracusa e per i tipi Testa di Apollo/Tripode ha potuto raggrupparli in tre principali gruppi: A - B - C, in base soprattutto allo stile e contenuto di oro nella lega di elettro. Per il gruppo A esiste una sola coppia di conii, senza simboli, ed è caratterizzato da un buon titolo in oro, intorno al 70%. Per il gruppo B esistono diversi simboli e conii e il titolo in oro è assai variabile, da un minimo di 43 a un massimo di 62% (mediamente circa 50-55%) di oro. Secondo il Jenkins, col simbolo "astro" esiste un solo conio del diritto, O7, combinato con almeno 5 conii del rovescio, piuttosto simili fra loro (i più comuni sono R7 e R8). Pet il gruppo C, in genere con stile più raffinato, ci sono ancora diversi simboli e il titolo in oro della lega sembra scendere ancora, da 22 a 47% (mediamente intorno a 35%). Anche in questo gruppo si ritrova il simbolo "astro", con due coppie di conii: O29/R40 e O30/R47. Al rovescio, all'interno del tripode, è possibile riconoscere una lettera gamma. Per cominciare, mostro due autentici esemplari di quest'ultimo gruppo: O29/R40 Gorny&Mosch 141/2005, 58 g. 3,59 O30/R47 Ira & Larry 14/2002, 4286 = Lockett SNG 994 g. 3,60 (quindi con ottimo pedigree) Nel caso particolare dell'esemplare che ha introdotto la presente discussione, c'è da notare innanzi tutto che la scheda della NGC si limita a definire con la pedanteria tutta americana il grado di conservazione della moneta e riporta l'interessante dato ponderale, 3,78 grammi. E' un dato interessante in quanto già il peso dovrebbe indurre sospetti in quanto è troppo altro per una moneta da 50 litre in elettro, che ha un peso medio intorno a 3,50-3,60 g. Il catalogo del Jenkins riporta, come peso massimo noto fra i vari esemplari censiti il peso di 3,69 grammi….! La scheda di NGC non riporta alcun riferimento bibliografico per la classificazione e non stabilisce in particolare l'autenticità (non è una scheda peritale). La moneta dovrebbe avere in teoria il conio dl diritto O7 del gruppo B di Jenkins. Per comodità riprendo le relative immagini, un pò ritagliate e ruotando il rovescio, per le opportune comparazioni: Proviamo a ripassare alcuni esemplari del gruppo B e conio O7 col simbolo "astro" che dovrebbero essere passati sul mercato, avvertendo però che esistono diversi (almeno 5) conii per il rovescio, che non sono tutti illustrati dal Jenkins (e infatti i catalogatori spesso danno R7 anche con conii diversi)… e che è una emissione ampiamente falsificata da tempo e anche per questa ragione molto spesso invenduta in asta (la fotografia digitale poi spesso non riesce a dare il giusto colore naturale della relativa moneta): CNG 97/2014, 47 g. 3,60 Palombo 12/2013, 12 g. 3,58 Baldwin 47/2006, 20 g. 3,69 Stacks 31.iii.2008, 2029 g. 3,58 Heritage 3024/2013, 24577 g. 3,50 Stack's & Ponterio 168/2012, 20387 g. 3,50 Stack's & Ponterio 164/2012, 119 g. 3,54 Peus 384/2005, 134 g. 3,50 Peus 384/2005, 133 g. 3,55 Stack's & Ponterio 168/2012, 20388 g. 3,59 Stack's & Ponterio 173/2013, 5534 g. 3,58 Si notano delle discrepanze con il pezzo NGC, soprattutto per il bordo e per la presenza di dettagli che fanno pensare a una fusione, come giustamente rilevato da Babelone. Aggiungo che sono particolarmente sgradevoli i tre ultimi pezzi, con un caratteristico trattamento delle gote e degli occhi (e nel caso dei due pezzi Stacks e Ponterio, con strano tondello molto irregolare….). Sarebbe da verificare se si tratta di un diverso conio del diritto o piuttosto di un conio moderno, che non ha saputo "tradurre" con efficacia il vecchio conio O7…..
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  39. Caro @@dizzeta, ma sei sicuro che tra i tuoi antenati non ci fosse anche uno di quegli incisori-artisti che lavoravano nelle zecche? Perché devo dire che i tuoi disegni, oltre che con fine ironia, sono realizzati con grande maestria (et voilà: mi ci è venuta anche la rima... ;)). Ma torniamo ai due denari che avevi postato, in odore di "falsità". Il secondo, come hai già detto, secondo la mia ultima classificazione dovrebbe essere del gruppo IVa, e per ciò dovrebbe risalire ad un periodo compreso tra il terzo/quarto decennio e la metà del Duecento circa, e non al 1260/70-1280 come hai scritto tu (vedi anche il catalogo online). Non sappiamo ancora esattamente il tenore di fino che dovevano avere quelle emissioni, ma in base a vari calcoli fatti tra i vari autori ed i miei - ripeto tutti da verificare - dovremmo essere intorno al 25/26 %. Con tale intrinseco sicuramente si era proceduto ad una intensa bianchitura tramite bagni di decapaggio e ripetute battiture, come hai scritto; tale bianchitura (e non argentatura superficiali tipo suberazione) con il tempo e a seconda delle condizioni di giacitura, come ha detto @@jagd, può subire una sorta di processo regressivo assumendo per ciò un aspetto compatibile con quello attuale della tua moneta, dove sulla base in lega di rame si vedono comunque gli effetti argentati e cangianti della bianchitura che un tempo fu. Per tali motivi (probabile fino a tenore abbastanza basso, compatibilità con il processo di bianchitura, tracce della stessa bianchitura), oltre che per la compatibilità del tipo, non mi pare che debba destare particolari sospetti di non genuinità. Per quanto riguarda il primo invece il discorso potrebbe essere diverso, che secondo la mia classificazione è sì del gruppo IIb: quindi è databile alla prima parte del periodo indicato per quelle serie ovvero al 1170/1180-1190/1195 circa. Sempre secondo vari calcoli infatti il suo fino dovrebbe essere intorno tra il 36 ed il 40% (un poco più di quanto calcolato dal buon Desimoni). Inoltre il suo peso medio dovrebbe essere abbastanza più alto, cioè intorno a 0,80 g. Nonostante il tipo monetale anche in questo caso non denunci particolari irregolarità rispetto alla norma, il fatto che non compaia alcuna traccia della bianchitura o del contenuto argenteo ed il peso calante mi porterebbero a pensare invece ad un falso d'epoca, ben fatto (da qualcuno che lavorava nella stessa zecca?) e destinato questo sì ad essere suberato, ovvero ad essere rivestito da un sottile strato di argentatura, che avrebbe elevato il peso senza tuttavia dover raggiungere la quantità di metallo prezioso pari quasi il 40% del peso. Probabilmente con il tempo e sempre la giacitura questo sottile strato è saltato (oppure non era mai stato realizzato?) lasciando vedere soltanto il tondello in lega di rame. Chiaramente si tratta di considerazioni fatte sulla base della vista di queste immagini e poco più, quindi da prendere con estrema cautela, giusto per passare un poco di tempo a leggiucchiare sotto l'ombrellone al mare, o sotto un bell'albero in montagna (per chi c'è). Confesso che un'analisi - che però purtroppo sarebbe parzialmente distruttiva - del primo denaro mi piacerebbe assai. Ma non mi pare proprio il caso... Spero di essere stata sufficientemente chiara, altrimenti fatemi sapere. E sopratutto quando avete voglia e tempo in questo periodo di ferie fatemi sapere cosa ne pensate voi. Un caro saluto e buona prosecuzione di domenica, MB
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  40. Ciao Daniele, mi chiamo Alberto e scrivo da Prato. Sarei interessato ad alcune delle tue monete. Ho pubblicato le mie liste di Regno e repubblica aggiornate. Se sei interessato a qualcosa possiamo mettere su uno scambio e trovarci per effettuare lo scambio a mano. Saluti Alberto 10 centesimi 1903 1 spl + d.dupuis francia 2 franchi 1916 ARG 1 20 cent 1907 1 haiti 5 cent 1949 1 50 centesimi 1937 costarica 1 marco 1950 1 germania 1 marco 1962 1 1 marco 1963 1 1 marco 1969 1 1 marco 1972 2 2 marchi 1969 1 5 marchi 1975 1 5 marchi 1982 1 2 ore 1940 1 danimarca
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  41. @@davideandreac hai chiesto delle opinioni sulla moneta,motivando anche il fatto che dici che non sei un grande esperto in materia ed adesso affermi che secondo te è buona,tralasciando la mia opinione, oltre a me ti hanno risposto delle persone molto competenti che non si sbilanciano mai in giudizi approssimativi ( odisseo,vitellio,skuby,diodoro ) ma che valutano attentamente le loro affermazioni e puoi stare certo che nello specifico hanno colto nel segno alla grande e personalmente ti aggiungo che non è neanche un falso di alta qualità ma anzi di pessima qualità e chi rilascia certificazioni di autenticità su una moneta come questa e meglio che cambi mestiere a meno che.........!!!!!!! a buon intenditore poche parole. Saluti Babelone
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  42. Mi basterebbe andare nel futuro di pochi giorni per scoprire i prossimi sei numeri del superenalotto ............... :crazy: .... e poi ........ un bel calcio al passato!
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  43. ciao anni fa ne presi una perizia spl a 160 euro (con spedizione), secondo me oggi vale MOLTO meno... quindi io per un BB+ non andrei oltre ai 100 euro vedi qua.. http://www.ebay.it/sch/i.html?clk_rvr_id=679720959542&adpos=1t1&MT_ID=64&crlp=18565486281_2420816&device=c&geo_id=33486&keyword=2+lire+1943&crdt=0&_nkw=2+lire+1943&LH_Complete=1&LH_Sold=1&rt=nc CIAO
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  44. Qui invece alcune cronache dell'epoca estrapolate dal "Diario del soggiorno in Napoli di sua santità Pio IX P.M. del cav. Stanislao d'Aloe" Roma, 1850. Dal Diario di Pio IX: 1 di Aprile 1850. Mentre il Corpo Diplomatico residente presso la Santa Sede, che seguendo il Romano Pontefice nel suo esilio a Gaeta ed a Portici avea dato prove di rispetto e di affezione a Pio IX. dirigevasi a Caserta per ringraziare il Re delle accoglienze e delle cortesie ricevute durante il soggiorno del Santo Padre nei suoi reali dominj. il Corpo Diplomatico accreditato presso la Corte delle Due Sicilie andò a Portici per augurare felice viaggio al Pontefice. Il Santo Padre nella sua instancabile munificenza degnossi in questo giorno di concedere varie decorazioni ai militari del regio esercito napolitano, che più si distinsero nella campagna di Roma, accordando in pari tempo, e indistintamente a tutti i soldati la medaglia concessa ai Francesi, Tedeschi e Spagnuoli, che militarono per restituire il Vicario di Gesù Cristo all’Apostolica Sede. Essa ha da un lato le armi pontificie con la iscrizione circolare SEDES APOSTOLICA ROMANA, e dall’altro PIUS IX PONT. MAX ROMAE RESTITUTUS CATHOLICIS ARMIS COLLATIS AN. MDCCCXLIX. 3 di Aprile Essendosi sparsa la notizia della immediata partenza del santo padre per i suoi Stati le popolazioni correvano a migliaia per domandare la Benedizione a Pio IX. Essi prostrati a terra invocavano le sante indulgenze su loro, sulle proprie famiglie, sul generoso Monarca delle Due Sicilie, e auguravano prosperità al Pontefice che dividevasi dalla Città, che lo aveva accolto, e che ne serberebbe una dolce, e gratissima rimembranza. Fu questa medaglia d'argento inedita una di quelle conferite a Portici? Mah! Forse non lo sapremo mai, anche perchè questa medaglia, sebbene opera dell'incisore napoletano Luigi Arnaud (sigle L.A.), sebbene di conio più alto e dal disegno più pregevole potrebbe anche essere stata battuta a Roma con i conii incisi a Napoli, anche se napoletana non dimentichiamo che al dritto è scritto chiaramente il probabile luogo di coniazione SEDE APOSTOLICA ROMANA (Roma).
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  45. La foto fa il giro del mondo, tutti i giornali giustamente la pubblicano, la pubblicano perché ormai notizie come queste stupiscono, fatichiamo a capire che ci possano essere ancora esempi così..... La foto in questo caso dice tutto...., non si dovrebbe dire nulla in più....ma spieghiamolo per chi non l'ha vista....., due persone molto anziane, su due letti dell'ospedale quasi uniti, marito e moglie, 62 lunghi anni di matrimonio, una lunga vita insieme, una morte che li colpisce straordinariamente nello stesso momento, a sole quattro ore di distanza, e poi quelle due mani....quelle due mani unite nel momento finale che non vogliono staccarsi....mai.... La vita. la morte, il dopo...., l'unione durante la vita e la speranza di rimanere uniti anche dopo, il non volersi staccare comunque, un addio in comune che diventa simbolo positivo, di speranza, di un amore eterno.....oggi più che mai tutto questo colpisce, fa quasi stupore, cerchiamo di cogliere anche da questi gesti positivi, gli esempi, i valori che tutto sommato c'erano e ci sono ancora....basta saperli poi vedere e poi ricordarli.....speriamo....
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  46. Taglio: 20 cent Nazione: belgio Anno: 2005 Tiratura: 10.000.000 Condizioni: BB Regione: Puglia
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  47. Taglio: 50 cent Nazione: italia Anno: 2009 Tiratura: 2.453.900 Condizioni: BB Regine: Puglia
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  48. Ciao darman1983, ho valutato i volumi delle monete misurando le spinte di Archimede in acqua demineralizzata. I risultati in relativo mostrano un buon accordo tra il volume della moneta appena un po' più larga (del tipo di quelle del museo della Zecca di Roma) e di quelle più usuali dotate di bordi più sfuggenti (che chiamammo "prima versione" in accordo con le definizioni del Regoudy). In assoluto, i risultati di entrambe le "versioni" sono in sostanziale accordo, nei limiti delle incertezze di una apparecchiatura casalinga, col valore previsto in base al peso ed alla densità dell'argento 835 per mille: valore di circa 2.7-2.8 cm3. @@incuso Caro Massimo, a questo punto mi chiedo se la contenuta differenza di diametro sia da imputare a tondelli diversi, nel senso di diverse dimensioni, o magari soltanto ad una diversa pressione della pressa sul conio. L'aumento dell'impulso del conio sul tondello provoca infatti un aumento del diametro del tondello coniato fuori virola ... A voler fantasticare: visto l'elevatissimo numero di monete da produrre, non è da escludere che si sia ben presto deciso di ridurre lo stress alle apparecchiature tutte riducendo l'intensità dell'impulso della pressa e passando quindi a produrre monete -di conseguenza- di diametro leggermente più piccolo. Un salutone, Antonio Un salutone, Antonio
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  49. Bellissime monete... mi è sempre piaciuto il tema della Sede Vacante La monetazione settecentesca non è esattamente il mio campo di interesse, perchè sono orientato alle monete più recenti... Vorrei postare due monete della Sede Vacante, una del 1963 e un'altra dell'ultima, quella del 2005 :D In fondo, anche le Lire e gli Euro testimoniano la successione dei periodi di Sede Vacante e, come sottolineato da Luke2004, il design non è che sia cambiato tantissimo :P
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