Vai al contenuto

Classifica

  1. Reficul

    Reficul

    ADMIN


    • Punti

      20

    • Numero contenuti

      11837


  2. nando12

    nando12

    Utente Storico


    • Punti

      13

    • Numero contenuti

      14636


  3. francesco77

    francesco77

    Utente Storico


    • Punti

      12

    • Numero contenuti

      10739


  4. Legio II Italica

    Legio II Italica

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      5275


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/19/14 in tutte le aree

  1. Oggi desidero riaprire questa discussione a parer mio molto interessante, chiedo scusa se a volte non intervengo nelle discussioni di Mario ma sapete .......... siamo in piena estate, fa caldo, il mare, le donne che mi passano davanti di continuo, e sinceramente la numismatica viene messa un po' da parte nella calda stagione. Mario @@dabbene devi avere un poì di pazienza, ecco perchè molti non partecipano al forum in questo periodo, son ragazzi! Almeno questo è ciò che accade al sottoscritto, vedrai che a ottobre scriveranno in molti............ Ma cosa significa avere un pezzo di storia tra le mani? Beh, spero di non annoiarvi esprimendo il mio pensiero, d'altronde l'esempio che sto per fare è inerente all'argomento e quindi ci potrebbe stare, esso dimostra che senza alcun dubbio una moneta, o meglio, una medaglia può trasmettere ad ogni appassionato la storia in diretta (occhio! Mi riferisco agli appassionati e non a coloro che trattano la numismatica per mero lucro) e quell'emozione che non si ha nello sfogliare un libro o un'enciclopedia o navigando in rete, ma quale storia mi direte? Quella dei potenti? Quella delle persone umili e quindi l'emozione di aver tra le mani una moneta passata nelle mani di migliaia di comuni mortali? No, quelle storie di uomini poco noti che con la loro genialità artistica hanno contribuito indiscutibilmente al progresso e alla ricchezza di una società, specie se quella società è ambientata in uno stato pre-unitario, a quei tempi con una forza lavoro del 51% di occupati nell'industria, detentore di diversi primati economici e sociali, terza potenza mondiale dopo Francia e Inghilterra, denigrato e svalorizzato dalla retorica risorgimentale, la mia terra! Le Due Sicilie! Avere tra le mani una moneta di un sovrano spesso ci porta indietro nel tempo e grazie ad essa è possibile fantasticare con la mente, rivivere un determinato periodo storico, avere poi tra le mani una medaglia commemorativa è a parer mio ancor più emozionante perchè si è in contatto diretto con un preciso avvenimento storico o militare o vario, …...... ma avere tra le mani un tondello del genere, o una serie di tondelli nominativi simili, si ha la possibilità di indagare la storia e i fatti di determinate persone e rivivere quelle emozioni, gioie e dolori che hanno portato un determinato personaggio ad una simile premiazione. Alla fine degli anni '80 collezionavo solo monete del Regno d'Italia e cartamoneta, poi agli inizi degli anni '90 passai alle Napoletane, ero attratto molto dal fascino delle monete ma il salto di qualità ci fu quando acquistai una bella medaglia d'argento borbonica per premio industriale del 1853 (questa in oggetto del diametro da mm. 52). Come qualcuno saprà colleziono anche dipinti antichi, antiquariato vario, maioliche e terraglie antiche e quando mi saltò all'occhio questa medaglia capii una serie di collegamenti tra storia, arte e numismatica, apprezzai questo esemplare non solo per la bellezza del busto del re e per i rilievi, ma il cognome del premiato, un cognome familiare per me che colleziono terraglie. Dopo avervi raccontato molto brevemente qualche mia piccola passione spero possiate immaginare l'emozione di aver tra le mani una medaglia simile donata agli autori di così tante bellezze artistiche (con tanto di documentazione che ne testimonia il conferimento). Per me che considero le terraglie napoletane dei Del Vecchio vere e proprie opere d'arte è stato un vero colpo, forse qualcuno potrebbe anche rispondere che nei musei non mancano medaglie più importanti, ok, ma, per rimanere in tema, questo è un pezzo di storia tra le mie mani! Un tondello che nelle mani di un commerciante vale X ma nelle mani di uno che ne apprezza la storia vale X moltiplicato per tantissimi altri fattori. Spero di farvi cosa gradita riportando a titolo informativo, senza alcuna intenzione di far pubblicità, alcuni siti internet che riportano notizie storiche sull'argomento ed alcune immagini dei manufatti in oggetto. La terraglia è da considerarsi una ceramica di creazione inglese del XVII secolo. Il termine 'terraglia' indica un prodotto realizzato con vari tipi di argille bianche, mescolate a terre silicee calcinate e rivestite di vernice piombifera la quale, dopo la cottura, dona il caratteristico colore bianco avorio della terraglia ed una notevole resistenza. In Italia molte manifatture adottarono nel Settecento l'uso della terraglia, fra le quali quella di del Vecchio a Napoli. La manifattura della famiglia del Vecchio iniziò la produzione di maiolica e terraglia a partire dal settecento riscuotendo alla fine del secolo l'apprezzamento della corte borbonica, mentre agli inizi del XIX secolo partecipò con successo alle Esposizioni dei prodotti dell'industria ceramica. http://www.galleriaverde.com/info.php?IID=259&CA=Ceramiche&SubCA=1800&UID=2008123004221166.249.65.7 http://www.christies.com/lotfinder/LotDetailsPrintable.aspx?intObjectID=3925902 http://www.antiquariolanfrancodonatone.com/chi-siamo/oggetti-di-antiquariato Nelle immagini allegate osserverete la medaglia conferita a Gennaro Del Vecchio pei lavori di terraglia alla mostra industriale di Napoli del 30 maggio del 1853, le sorprese per me non finiscono qui! Proprio alcuni mesi fa mi capitò, quasi come se fosse segno del destino, una medaglia del 1844 intitolata a Cherinto Del Vecchio in buono stato ma con diversi colpetti al bordo, ma nonostante il prezzo fu altissimo ritenni opportuno prenderla ugualmente. L'obbiettivo di questa mio post non è quello di parlarvi della mia storia personale ma ha un altro scopo molto importante, un valore che oggigiorno molti giovani hanno perso di vista, specie quando si valuta numismaticamente e commercialmente una moneta con lenti d'ingrandimento alla mano e scandagliano pelo per pelo una moneta alla ricerca di certe futilità come ad esempio l'esasperazione della conservazione eccezionale. Certe monete o medaglie hanno un valore incommensurabile quando hanno alle spalle storie di vita quotidiana o di grandi avvenimenti, la mia esperienza personale, per quanto piccola ed umile possa sembrare, dimostra che in presenza di alcuni fattori storici, tutti gli altri elementi valutativi passano in secondo piano, conservazione compresa. Concludo questo mio tediante post segnalandovi che a supporto di quanto scritto si sta portando avanti una ricerca molto dettagliata sulle medaglie premio, perchè queste ultime, a differenza di altre, sono tutte uniche …............ perchè unici sono i personaggi premiati. http://www.lamoneta.it/topic/126318-medaglie-premio-borboniche-dati-interessanti/ Grazie a tutti per l'attenzione …............ vi invito a partecipare in tanti, scommetto che ognuno di voi ha un pezzo nella propria collezione al quale è particolarmente legato per la sua storia. Francesco Di Rauso P.s. Un po' di storia: DEL VECCHIO Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 38 (1990) Di Gennaro Borrelli DEL VECCHIO. - Famiglia napoletana di ceramisti operante tra i secc. XVII e XIX, la cui attività si colloca nel perpetuarsi della tradizione di arti e mestieri in seno al medesimo clan. Durante il '700 e fino al 1826 la fabbrica ebbe sede a Napoli al Borgo Loreto (al limite con ponte della Maddalena) ove, sin dai primi del Seicento, erano state aperte alcune "faenzere" (fabbriche) per la produzione di oggetti in maiolica e "riggiole" (mattonelle maiolicate per pavimenti e rivestimenti; poi passerà nella vicina via della Marinella). La prima testimonianza dei D. è costituita dalla presenza del "riggiolaro" Stefano (nato nel 1692: Napoli, Arch. stor. diocesano, Processetto matrimoniale n.2409), la cui ultima opera è il pavimento con mattoni "molto fini e faticati" per la chiesa dei gesuiti di Catania, del 1765 (Ibid., Arch. stor. d. Banco di Napoli, Banco Pietà, Matr. 2253, 2255, 1765). Gli successe il figlio Domenico (nato nel 1732: Ibid., Arch. stor. diocesano, Lettera D.) di cui si hanno molte notizie fino al 1785. Contemporaneamente altri D. risultano presenti presso la R. Fabbrica di maioliche di Caserta, voluta da Carlo VII di Borbone nel 1753: Angelo (dalla fondazione alla chiusura nel 1756), Gennaro dal 1754 e Nicola dal 1755, tutti operanti nel settore della pittura (Donatone, 1973). Gli oggetti decorati da Angelo (siglati o datati dal 1754 al 1764: Donatone, 1981, fig. 64) dimostrano un raffinato gusto pittorico rococò derivante dalla cromia dei pavimenti settecenteschi dell'inizio del secolo. Dal 1774 al 1789 Gennaro è indicato come "riggiolaro" (Arch. di Stato di Napoli, Mon. soppr. 4144, f.n.n.): nel 1789 appare con Nicola, forse suo figlio, come titolare di una "faenzera" che produce "piatti, piattini, zuppiere, insalatiere, bacili, rinfrescatoi ed ogni altro oggetto in tinta verde" (ibid. 4146, ff. n.n.). A questa tipologia appartiene il servito di maiolica per 32 coperti (Napoli, coll. Garzilli), decorato con eleganti piccoli fiori in ramina tra un sottile disegno in manganese su ampio fondo bianco: fondo bianco e ramina saranno elementi distintivi della futura produzione del tardo Settecento (Borrelli, 1961, vetrina 7). Secondo Novi (1865), nel 1785 Gennaro e Nicola avrebbero ricevuto una sovvenzione di 18.000 ducati dal re Ferdinando IV di Borbone, per dare inizio ad una produzione sperimentale di vasellame di terraglia secondo il tipo inglese, onde evitare la considerevole importazione di tali oggetti; ma la notizia risulta inesatta (Borrelli, 1985, p. 36). Esiste però un inedito servizio di terraglia con le vedute di Napoli, siglato "F.D.V." - Fabbrica Del Vecchio - (Napoli, coll. privata) che evidenzia la ripresa semplificata dal celebre servizio "dell'Oca" prodotto nella R. Fabbrica dal 1792 al 1797 e che dimostrerebbe la più antica attività della fabbrica. Una nota di pagamento del 1815 (Arch. stor. del Banco di Napoli, Banco Pietà.Cassa, ff. n.n.) attesta la vendita di oggetti di porcellana, "vasi e candelieri", da parte di Nicola; ciò molto prima dell'antagonista fabbrica Giustiniani, con la quale suo nipote Cherinto risulta associato nel 1836 (Carola Perotti, 1972, p. 852) dopo una vivace contesa. Nel 1818 la fabbrica appare gestita da Gaetano, il quale fino al 1822 ricevette premi nelle esposizioni delle industrie napoletane per i suoi ottimi prodotti di terraglia "venduti anche all'estero". Nella successiva edizione del 1826 era presente per la prima volta Cherinto con un suo dichiarato campionario di oggetti in terraglia realizzato nella nuova sede alla "strada della Marinella 4", nella quale produceva le originali mattonelle con fiori (firmate, 1820 circa); oppure il pavimento del 1829 per la chiesa di S. Maria de Commendatis di Maddaloni (Caserta), con marca "Del Vecchio" in una ghirlanda di alloro sormontata da una corona regia, a ricordo dell'antica concessione reale. Nel 1830 Cherinto ricevette una medaglia d'oro per le sue porcellane prodotte con "materiali indigeni", distinguendosi anche nelle esposizioni del 1832 e del 1834; nel 1836 ricevette il premio congiuntamente ai Giustinani, con i quali era in società (Liberatore, 1834).Nel 1840 Cherinto fu ancora premiato per gli oggetti di "terraglia all'uso inglese", ma quando la direzione fu assunta dal figlio Gennaro, questi, nell'incapacità di reggere alla concorrenza delle nuove fabbriche, prima scadde in una produzione di serie e poi, nel 1855, chiuse la fabbrica (Mosca, 1908, p. 126), che fu poi rilevata, nel 1870, dall'ultimo dei Giustiniani, Michele. Non è possibile integrare la storia della fabbrica Del Vecchio con la vasta produzione mai datata, anche se spesso siglata. Alcuni elementi distintivi aiutano solo ad isolare i prodotti da quelli della coeva e più nota fabbrica Giustiniani e dalle ripetizioni. I D., come le altre fabbriche, produssero, contemporaneamente, due o tre campionature differenziate per gusto, rifinitura, soggetto e colore, i cui modelli, spesso, furono riutilizzati a distanza di tempo. Ad una produzione raffinata ne accoppiarono una popolareggiante onde soddisfare le richieste di diverse fasce della clientela, costituita dalla ricca, media e piccola borghesia: la nobiltà acquistava le porcellane. Uno degli elementi distintivi è la prevalenza del senso plastico, fuso ad una sintesi cromatica ridotta a pochi ornati su un ampio fondo bianco, anche quando la composizione è costituita da fiori, animali e paesaggi; abbondante è la produzione della terraglia bianca e di quella marmorizzata. La decorazione "all'estrusca ed all'egizia" si presenta più geometrizzata e semplificata rispetto ai coevi campioni della Giustiniani. Il gruppo dei modellati, particolarmente coppie in costumi del sec. XVIII, o i più noti "Pulcinella" e gli animali, riflettono la ricerca di sintesi plastica e cromatica dei serviti. Per la produzione più corrente la cromia è data per campiture secondo le esperienze settecentesche, e ciò fino al 1826 quando Cherinto propone una tipologia più raffinata d'impronta neoclassica, tentando di trasferire sulle terraglie le delicatezze del decoro delle porcellane. Delle porcellane non è stato possibile reperire pezzi siglati, certo confusi con quelli dei soci Giustiniani, o addirittura con quelli non segnati della R. Fabbrica; infatti il Carafa, duca di Noia (1877, pp. 311, 315, 342, 358), precisa che i D. ripeterono i modelli della R. Fabbrica, ed a tal proposito indica un gruppo di biscuit antico, raffigurante una Coppia in costume del secolo XVIII, montato su una base in terraglia dai D., oltre ad un vaso, un candeliere ed un pomo di bastone derivanti da modelli della R. Fabbrica. È al periodo più antico, verso il 1815, quando producevano una terraglia molto bianca coperta da spessa vernice porcellanata, che sono da assegnare due gruppi modellati da scultori che operarono anche nell'ambito della plastica da presepe napoletana: S.Michele arcangelo (Napoli, Museo S. Martino: Causa-Bonucci, 1964, fig. 19) eTobiolo e l'angelo (ibid., coll. private: Borrelli, 1985, p. 37). Al settore della "mezza porcellana" sono da assegnare il gruppo del Genio di Napoli che indica l'abbondanza della terra (Carafa Noia, 1877, p. 308) e Bacco e Cupido (ibid., p. 342). Di non facile soluzione è il problema degli oggetti prodotti nell'ambito delle rappresentazioni plastiche d'impostazione ottocentesca ma riflettenti canoni settecenteschi, come la serie dei calamai la cui funzionalità era mascherata in una mossa base rococò con reticella (motivo tipico dei D.), derivante dalle decorazioni dei pavimenti e vasi del '700, sovrastata da un Ragazzino in ginocchio (Napoli, coll. Pisani) o da un Pulcinella gobbo (ibid., coll. privata). Questa serie, erroneamente attribuita ai Giustiniani (Putaturo Murano, 1981, tav. XV), fu realizzata nelle versioni della terraglia bianca e colorata (Borrelli, 1961). 1 gruppi di figure in costume del sec. XVIII, o quelli dell'inizio dell'800, come quelli del Museo Correale di Sorrento (erroneamente attribuite alla fabbrica Giustiniani: Morazzone, 1938, p. 8) sono ripetizioni eseguite verso il 1840 di modelli della prima produzione dei D. (1815 circa). Non diversamente la Coppia di borghesi a passeggio (Napoli, coll. Novelli) certo dei D. sia per la tipica base marmorizzata sia per la funzionalità del tronco di albero porta penna, elemento che mostra l'idea "dell'oggetto-regalo". Ripetizione di modelli ottocenteschi, verso il 1840, è, la serie dei Pulcinella con le scimmie (Carafa Noia, 1877, p. 353; Museo Correale, Sorrento; Napoli, coll. Di Donato), alcuni con la tipica spessissima patina d'invetriatura dei D. che determinava, nel giro di pochi anni, lo spellamento detto "del saltar via". Il "presepe" napoletano, tra Settecento ed Ottocento, costituì un avvenimento artistico di - notevole rilievo nel quale la scena della "taverna" era arricchita da numerosi esemplari, in minute proporzioni, dei medesimi oggetti in maiolica che allietavano le tavole del tempo: una straordinaria serie di queste zuppiere, vassoi, piatti "alla reale", fiasche, lucerne, "giarre", "scafaree", ed altri oggetti dei D., era presente alla mostra del 1961 (Borrelli, vetrina 5). Nella medesima mostra erano presenti gli esemplari per serviti in terraglia bianca (Napoli, coll. Di Donato), una particozlarità della produzione dei D.: fioriere, rinfrescatoi da bicchieri, tazze, fondine, brocche, canestrelle per frutta, candelieri, burriere, zuppiere, acquamanili, stufette per gelati, tazze per brodo, salsiere, vassoi, serviti per déjeuner, per tête-à-tête, lattiere, teiere, bacili e brocche per barba, fornelli per pipe, tabacchiere, oliere, portaprofumi. A tale genere appartengono le zuppiere "a tripode", con le protomi leonine o di Medusa, nelle varianti policrome o bianche di piccole rose (Napoli, coll. privata) siglate "F.D.V.N." (Fabbrica Del Vecchio, Napoli). Le marche non sono sempre decifrabili e databili: la "F.D.V." va riferita alla produzione più antica, presumibilmente fino al 1818, nella gestione di Gaetano e prima delle larghe esportazioni all'estero; mentre l'aggiunta di "N" (Napoli) può giustificarsi proprio con la diffusione fuori dell'Itafia. La marca "Del Vecchio" e quella "Del Vecchio, N.", in corsivo, possono riferirsi al più noto periodo della gestione di Cherinto, sia per la similitudine con le marche recuperate a tergo di mattonelle databili, sia per quel raffinato gusto, che fu proprio di Cherinto, di trasferire le tecniche delle porcellane sulle terraglie. A tale genere appartengono gli eccezionali inediti oggetti, dalla raffinata decorazione (Napoli, coll. G. Donatone), fino ad ora erroneamente attribuiti alla fabbrica Giustiniani per la cromia elegante e miniaturata nelle scene di soggetto popolare (il ritorno dalla festa della Madonna dell'Arco e una vendita di pesci), raffigurate su un grande "cratere", e della Galateasu un piccolo vassoio, ambedue siglati "F.D.V.N. (Borrelli, 1985, p. 34). Risultano marcati "Dei Vecchio N." oggetti in stile "etrusco" ed in terraglia bianca del Museo S. Martino, Napoli; mentre non sono stati recuperati quelli che il Mosca (1908) indica segnati dalla marca "Del Vecchio" preceduta e seguita da un rombo. Fonti e Bibl.: R. Liberatore, Dei saggi delle manifatture napoletane esposti nella solenne Mostra del Regno delle Due Sicilie, in Annali civili, IV (1834), pp. XXVII s.; G. Novi, Dell'industria ceramica nel Napoletano, in Atti d. Ist. di incoraggiamento, Napoli 1865, p. 36; Esposizione naz. di belle arti, a cura di P. Carafa Noia, Napoli 1877, pp. 308-342, 353, 358; G. Novi, Ifabbricanti di maioliche e di terraglie in Napoli, in Atti dell'Acc. Pontanzana, XIV (1881), p. 171; L. Mosca, Napoli e l'arte ceramica, Napoli 1908, p. 126; G. Morazzone, Il Museo Correale di Sorrento, Roma 1938, p. 8; I Mostra storica dell'arte della maiolica a Napoli, a cura di G. Borrelli, Napoli 1961, pp. n.n.; M. Causa Picone-A. M. Bonucci, Mostra di oggetti e di documenti storici nelle raccolte dei depositi del Museo di S. Martino, Napoli 1964, p. 59; A. Carola Perrotti, Porcellane e terraglie napoletane dell'Ottocento, inStoria di Napoli, IX, Napoli 1972, pp. 851-856, 865 s., 876 s.; G. Donatone, La Reale Fabbrica di maioliche di Caserta, Napoli 1973, pp. 49 s.; Id., La maiolica napoletana del Settecento, Napoli 1981, fig. 64; M. Rotili, La manifattura Giustiniani, aggiornamento a cura di A. Putaturo Murano, Napoli 1981, pp. 103-119; G. Borrelli, Inediti e rivalutazioni della ceramica Del Vecchio, in Napoli nobilissima, XXIV (1985), pp. 30-44; Id., La maiolica e la terraglia tra arte e artigianato, in Lo Spazio (Napoli), I (1986), pp. 140-144.
    6 punti
  2. Saggi e Progetti di monete di ferro nell'ultimo anno di guerra. In un rapporto al Ministero del Tesoro, il Direttore della Regia Zecca nel gennaio 1918 dichiara di comprendere le preoccupazioni del Ministero, in quanto le monete in bronzo veniva incettata e esportata su vasta scala, tanto che ormai la minuta circolazione era diventata difficile e stentata. Nel 1918 circolavano 75 milioni di lire in monetine in bronzo, pari a 7500 tonnellate di metallo, bronzo appunto, che veniva usato ai fini bellici. Questa monetina è un esempio di un saggio prodotto nel 1918. Non ha nulla di artisticamente rilevante, è poco più di un tondello.....
    3 punti
  3. Grazie a tutti per gli immeritati complimenti. Cerco solo di far del mio meglio senza pretendere di essere infallibile. Alla fine è la partecipazione quella che conta, ho ben capito lo spirito di questa discussione e sono d'accordo con voi, ecco perchè ci tenevo ad impegnarmi, lo spirito d'unione del forum deve prevalere su tutto. Perdonate se a volte accolgo con molto ritardo l'invito a partecipare o se mi sfugge qualcosa, purtroppo tra famiglia, lavoro, organizzazione convegno partenopeo, risposte alle continue e-mail ed altro ........... non riesco ad accontentare tutte le richieste. E se a tutto questo aggiungiamo la calura e l'umidità allora diventa tutto più difficile. Quello che posso raccomandare a Mario @@dabbene , è di continuare incessantemente ad invitare altri giovani a partecipare. Bisogna spronare i numismatici e cercare di fare emergere la vena pubblicistica che c'è in ognuno di noi, divulgare la passione per la numismatica e non confondere questa nobile disciplina con i soliti discorsi commerciali o peggio ancora sulle conservazioni ........."è FDC o q.FDC?" "La presenza o meno del pelo in superficie influisce sul valore commerciale o no?", "quanto vale?", eccetera. Guardare al lato commerciale di una moneta/medaglia è importantissimo ma non fondamentale, il giusto equilibrio è d'obbligo, "allegate sempre un documento storico alla fattura d'acquisto", cercate di non perdervi nei meandri delle conservazioni e quotazioni. La numismatica è importante perchè non è un surrogato o una sotto-materia della storia ma la storia tra le mani, quindi forza amici, scrivete, scrivete e scrivete! .......... e se possibile scrivete articoli da pubblicare nelle nostre riviste numismatiche perchè è grazie a loro che resterà un ricordo incancellabile della vostra passione ............. @@odjob dico bene?
    3 punti
  4. Ciao un saluto da amasya silvio Sent from my GT-I9505 using Lamoneta.it Forum mobile app
    2 punti
  5. E' una moneta finlandese e la tiratura supera i 10.000.000
    2 punti
  6. Taglio: 1 centesimo Nazione: san marino Anno: 2006 Tiratura: 2.601.000 Condizioni: BB+ Regione: Puglia
    2 punti
  7. Vanno bene, tranne l'austriaca . Puoi seguire le tirature qui, sono le più aggiornate al momento . Ti do il link :good: http://eurocollezione.altervista.org/_Tiratura_Euromonete.htm
    2 punti
  8. di questa la tiratura è n.d. la posto comunque, se non rientra nell'osservatorio ditemelo. Taglio: 2 euro Nazione: san marino Anno: 2013 Tiratura: n.d. Condizioni: BB Regione: Puglia
    2 punti
  9. Buongiorno, vi posto questo medaglione del XVII sinodo diocesi di Piacenza Bobbio del 1991, vescovo ANTONIO MAZZA. Materiale bronzo Diametro mm. 60 Peso gr. 164,3 Reca una sigla della fonderia D.COLOMBO e figli S.P.A. sarà l'incisore?? Grazie
    2 punti
  10. Eccomi qui , come promesso ieri , questa mattina sono andato al Mausoleo di Augusto per rendermi conto della situazione in occasione del bimillenario della sua morte ; sotto il mio personale commento , spero pero' in altri pareri , specialmente da chi del Forum risiede a Roma e forse trovera' nei prossimi giorni un po' di tempo per andare a vedere : Dopo vari decenni di immobilismo , finalmente , ma recentemente , sono iniziati i lavori di sistemazione del Mausoleo di Augusto , non solo archeologica ma anche di decoro del luogo . Purtroppo i lavori in Italia durano come sappiamo , come le calende greche e nonostante oggi ricorra il II millennio dalla morte di Augusto i lavori sono lontani dal termine , peccato una occasione persa . Attualmente la zona e’ tutta recintata e non e’ possibile l’accesso , almeno esterno , al grande Sepolcro , anche per il motivo che tutta la parte destra del grande tamburo , guardando l’ ingresso dal davanti , e’ allagata da circa 30 cm. di acqua , non piovana ma di falda . Sono stati eseguiti degli scavi intorno al Mausoleo e stranamente sono emersi ruderi antichi tutti intorno al Sepolcro , ma potrebbero essere medievali , questo fatto contrasta con le fonti storiche dell’ epoca di Augusto , infatti queste ci hanno tramandato che tutta la zona intorno al Mausoleo era circondata da odorosi boschi e nelle immediate vicinanze del Mausoleo immersi nel bosco , erano presenti soltanto l’ Ara Pacis , l’ Ustrinum e la grande platea dell’ Orologio solare ; evidentemente , come avviene anche ai giorni nostri , gia' nei secoli successivi alla morte di Augusto , il bosco venne urbanizzato con nuove costruzioni e i ruderi che sono usciti fuori , intorno al Sepolcro , ne sono la prova evidente . Questa la descrizione visiva del Mausoleo che fece Strabone al suo tempo contemporaneo di Augusto , quando il Sepolcro era appena costruito , nella sua opera “Geografia” , libro V , tomo 3,8 : “Il più notevole (monumento) è il cosiddetto Mausoleo , grande tumulo che sorge su un'alta base di marmo bianco nei pressi del fiume (Tevere) coperto ovunque , dalla sommità , di alberi sempreverdi . Sulla sommità si trova una statua in bronzo di Cesare Augusto , mentre sotto il tumulo ci sono le tombe dello stesso imperatore , dei suoi parenti e degli amici più intimi . Dietro c'è un grande bosco sacro che offre splendide passeggiate . Nel mezzo del campo c'è un recinto , sempre di marmo bianco , costruito intorno al crematorio di Augusto (Ustrinum) che ha una balaustra circolare in ferro ed all'interno ci sono dei pioppi” Per concludere , alcune notizie generali del Mausoleo prese dalla rete : il monumento , devastato da secoli di saccheggi e definitivamente liberato dagli scavi solo nel 1936 , non ha tuttora una pianta ben definita . La complessa struttura a piani sovrapposti è determinata da un basamento in travertino alto 12 metri e forse terminato in alto da un fregio dorico a metope e triglifi , sul quale poggia l'edificio circolare composto da sette anelli concentrici , collegati tra loro da muri radiali . Altre due linee di muri formavano una seconda serie di concamerazioni . Vi era infine il primo ambiente praticabile , al termine del lungo corridoio d'ingresso : un settore ad arco di cerchio , fronteggiato in origine da un muro di grande altezza e spessore rivestito di travertino , nel quale si aprivano due ingressi . Questo muro , conservato in piccola parte , costituisce certamente la sostruzione di un tamburo che doveva emergere dal tumulo , creando un secondo ripiano : siamo quindi di fronte ad una struttura complessa , a piani sovrapposti . Al di là del muro un corridoio anulare praticabile reggeva la cella anch'essa circolare , munita di un ingresso assiale e di tre nicchie simmetriche , in corrispondenza degli assi . Al centro un grande pilastro conteneva una stanzetta quadrata , che dovrebbe corrispondere alla tomba di Augusto , in significativa corrispondenza con la statua bronzea dell'imperatore che sorgeva alla sommità del pilastro . Davanti all'ingresso furono posti i due pilastri con affisse le tavole bronzee sulle quali era incisa l'autobiografia ufficiale dell'imperatore (Res gestae Divi Augusti) la cui copia , incisa sul tempio di Augusto e di Roma ad Ankara e in edifici di altre province , è giunta fino a noi . I due obelischi in granito , portati dall'Egitto per ornare l'ingresso del mausoleo , sono stati successivamente riutilizzati e si trovano tuttora nella Piazza del Quirinale al centro dei Dioscuri e in quella dell'Esquilino , nella Piazza , dietro l' ingresso principale della Basilica di Santa Maria Maggiore . Sotto la probabile ricostruzione del Mausoleo in base alla testimonianza di Strabone , i due obelischi che in antico ornavano l’ ingresso del Mausoleo . Seguono le foto prese questa mattina dove si intravedono tra l' altro anche l’ Ara Pacis dentro l’ “orribile” , parere oersonale , costruzione moderna e sotto la costruzione l’ Iscrizione delle Res Gestae , poi la vicina Chiesa di San Lorenzo in Lucina sotto la quale sono presenti i resti della Platea dell’ Orologio Solare di Augusto , infine l’ Obelisco di Augusto meridiana dell’ Orologio , come gia’ postati nel mio precedente post sull’ Orologio di Augusto . Divido le foto perché non entrano nello stesso post . Spero di aver fatto cosa gradita .
    2 punti
  11. Capisco tutto, però sinceramente non trovo divertente un gioco che l'ideatore ed arbitro non riesce a seguire... Ok, gli impegni personali, ma allora nemmeno cominciare, oppure delegare. Se entro il 10 settembre non ci saranno i risultati aggiornati al 30 agosto, mi ritiro. Scusa @@Atletica, niente di personale, però se non mi diverto, smetto...
    2 punti
  12. Concordo con quanto già espresso ...aggiungo le seguenti precisazioni: la medaglia postuma, di emissione privata, commemorativa del pontificato di Giovanni XXIII è pubblicata sul CNORP relativo alle medaglie di Papa Roncalli al N° 284 e schedata nel catalogo on-line a link seguente: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F19P/29 se vuoi puoi inserirla in catalogo o autorizzarmi ad inserirla a Tuo nome @@CalleaRicci il valore economico è molto contenuto e la conservazione è medio-bassa (l'argentatura è praticamente inesistente). Resta il valore storico ed affettivo: l'effigie del "Papa Buono".
    2 punti
  13. Allora mi lancio anch'io: la moneta di cui vorrei parlare è il 50 Franchi Francesi "Hercules" coniato dal 1974 al 1980 anche se nell'ultimo anno era destinata solo alle serie divisionali confezionate. Il disegno riprende i 5 franchi del milleottocento. peso 30 grammi diametro 41 mm argento 900 da ragazzo mi ricordo che mia nonna ne aveva: gliele avevano date quando ritirava la pensione ed avevano corso legale, finché l'argento contenuto non ha superato il facciale... ( ad inizio 1980 c'è stata una esplosione del prezzo dell'argento) è curioso come anche prima di questo recente scoppio del prezzo dell'argento in Francia davano parte del resto in posta con monete da 5 euro d'argento (ma stavolta con la seminatrice ;) buona serata :)
    2 punti
  14. Tutto poi ruota intorno a questa semplice frase, la moneta, un pezzo di storia e non solo, in mano a un ragazzo o anche a una persona adulta cosa provoca ? Un giorno un ragazzo a Verona mi fece una riflessione banale, ora che ho in mano questa moneta, che è un documento storico, scientifico, economico, che ha circa mille anni di vita, che ha girato migliaia di mani e che è arrivata ora a noi, anzi a me in questo caso, ecco questo tondello mi ha provocato un forte brivido. Il ragazzo quando parlava di brivido, si riferiva all'emozione dell'aver tra le mani un pezzo di storia e ora aveva la possibilità, di studiarlo, capirlo, di andare oltre al puro possesso materiale. Il ragazzo aveva capito.....ed è diventato poi un collezionista numismatico, un collezionista che vuole conoscere, sapere in che periodo è stato coniata, il come è stato coniata, il perché è stata fatta così e cosa rappresentava questo documento in numeri multipli enormi e che permette di apprezzare l'ingegno, il gusto estetico, il gusto artistico, strumento economico ma anche termometro del circolante del contesto storico e geografico da cui proviene. Il ragazzo aveva capito....e aveva avuto la stessa emozione che avevo avuto io quando non giovane come lui presi in mano una moneta ed ebbi lo stesso brivido. Capii che quel brivido mi poteva portare a riscoprire la mia identità, la mia storia, a studiarla e conoscerla ed è stato poi così in realtà. Sicuramente ebbe lo stesso brivido il ragazzino che incontrai nello studio di un noto commerciante, collezionava i denari degli Imperatori romani, sapeva tutto di questi, conosceva la storia come pochi, la sua storia..... E quindi torniamo al pezzo di storia in mano a una persona, e mi rivolgo in particolare ai giovani essendo il forum con una presenza di circa un terzo di utenti sotto i 35 anni di età, il pezzo di storia che è la moneta può portare in tutti ma in particolare nelle nuove generazioni a una crescita culturale, didattica, ad avere una società più consapevole delle proprie radici, della storia che è poi la loro storia, che comprenda meglio tramite una collezione numismatica, la storia, l'arte, l'economia, un collezionismo che diventi per i giovani uno strumento di approfondimento, di studio, un ruolo civico sociale che non può che far bene a tutti quanti.....in due parole che forse sintetizzano bene il tutto un fattore culturale, il collezionismo numismatico è anche questo....
    1 punto
  15. L'uso delle capsule per preservare i colori e i toni di alcune tipologie, non è sicuramente il massimo. A livello estetico è decisamente orrendo....però devo ammettere che dopo anni, i colori non hanno subito nessuna modifica. Chi di voi le usa? Pro e contro di questo metodo.....
    1 punto
  16. 1 punto
  17. @@ak72 Sinceramente ho guardato le immagini per diversi minuti e, scritta S.PETR a parte, non riuscivo a percepire nulla che ne permettesse un'identificazione più accurata...temo che la qualità delle immagini non abbia aiutato nessuno.....ma fortunamente ci sei arrivato da solo. Il volume della Bellocchi da te segnalato purtroppo pecca di qualità delle immagini (difetto dovuto all'epoca della pubblicazione); per una migliore visione di esemplari di confronto e per riferimenti più recenti mi permetto di consigliarti la visione del volume n°9 del Bollettino di Numismatica on line (curato da Stefano di Virgilio) e dedicato alla monetazione bolognese dal 1401 al 1484. Troverai la tua moneta da pag.104 a pag.107 http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=141 ciao Mario
    1 punto
  18. Ne esistono anche di molto, molto più grandi. Il Krause per questo 1000 cash riporta un diametro di 74 mm, anche quel carattere sul bordo è citato dagli autori del catalogo. Potrebbe essere autentica? Forse...sono monete molto riprodotte per vari scopi, il fatto che siano fuse invece che coniate rende tutto molto difficile.
    1 punto
  19. 1 punto
  20. Taglio: 20 centesimi Nazione: italia Anno: 2012 Tiratura: 4.971.010 Condizioni: BB Regione: Puglia
    1 punto
  21. io ho trovato questa immagine...questo ciondolo nella foto ovviamente sembra nuovo, ma potrebbe essere paragonato al tuo...
    1 punto
  22. Chi ne ha voglia ed interesse a leggerle ecco le Res Gestae , il testamento di Augusto , un addio alla vita in pompa magna con la descrizione delle opere da lui compiute nei quarantaquattro anni di governo . Il testo delle Res Gestae doveva essere inciso su tavole di bronzo da porre davanti al suo Mausoleo , mentre l'originale manoscritto era stato consegnato alle Vestali un anno prima della morte . A conclusione della Giornata . « Narrazione dei fatti del divino Augusto attraverso i quali sottomise tutto il mondo al potere del popolo romano, e del denaro che spese per la Repubblica e per il popolo romano, come sta scritto in due stele di bronzo a Roma » « 1. A 19 anni[7], di mia iniziativa e con spesa privata, misi insieme un esercito, con il quale vendicai la Repubblica oppressa nella libertà dalla dominazione di una fazione. In quel nome, essendo consoli Gaio Vibio Pansa e Aulo Irzio (43 a.C.), il Senato mi incluse nel suo ordine per decreto onorifico, dandomi assieme il rango consolare e l'imperium militare. La Repubblica mi ordinò di provvedere, essendo io propretore, insieme ai consoli che nessuno potesse portare danno. Nello stesso anno il Popolo romano mi elesse console[8] e triumviro per riordinare la Repubblica, poiché entrambi i consoli erano stati uccisi in guerra. » « 2. Mandai in esilio quelli che trucidarono mio padre punendo il loro delitto con procedimenti legali[9]; e muovendo poi essi guerra alla repubblica li vinsi due volte in battaglia.[10] » « 3. Combattei spesso guerre civili ed esterne in tutto il mondo per terra e per mare; e da vincitore lasciai in vita tutti quei cittadini che implorarono grazia. Preferii conservare i popoli esterni, ai quali si poté perdonare senza pericolo, piuttosto che sterminarli. Quasi cinquecentomila cittadini romani in armi sotto le mie insegne; dei quali inviai più di trecentomila in colonie o rimandai nei loro municipi, compiuto il servizio militare; e a essi (tutti) assegnai terre o donai denaro in premio del servizio. Catturai 600 navi oltre a quelle minori per capacità alle triremi. » « 4. Due volte ebbi un'ovazione trionfale e tre volte celebrai trionfi curuli e fui acclamato ventun volte imperator, sebbene il senato deliberasse un maggior numero di trionfi, che tutti declinai. Deposi l'alloro dai fasci in Campidoglio, sciogliendo così i voti solenni che avevo pronunciato per ciascuna guerra. Per le imprese per terra e per mare compiute da me o dai miei legati, sotto i miei auspici, cinquantacinque volte il senato decretò solenni ringraziamenti agli dèi immortali. I giorni poi durante i quali per decreto del senato furono innalzate pubbliche preghiere furono ottocentonovanta. Nei miei trionfi furono condotti davanti al mio carro nove re o figli di re. Ero stato console tredici volte quando scrivevo queste memorie ed ero per la trentasettesima volta rivestito della podestà tribunizia. » « 5. Non accettai la dittatura che sotto il consolato di Marco Lello e Lucio Arrunzio mi era stata offerta, sia mentre ero assente sia mentre ero presente nell'Urbe, e dal popolo e dal senato. Non mi sottrassi invece, in una estrema carestia ad accettare la sovrintendenza dell'annona, che ressi in modo tale da liberare in pochi giorni dal timore e dal pericolo l'intera Urbe, a mie spese e con la mia solerzia. Anche il consolato, offertomi allora annuo e a vita, non accettai. » « 6. Sotto il consolato di Vinicio e Lucrezio e poi di Publio Lentulo e Gneo Lentulo e ancora di Fabio Massimo e Tuberone nonostante l'unanime consenso del senato e del popolo romano affinché io fossi designato unico sovrintendente delle leggi e dei costumi con sommi poteri, non accettai alcuna magistratura conferitami contro il costume degli antenati. E allora ciò che il senato volle che fosse da me gestito, lo portai a compimento tramite il potere tribunizio, di cui chiesi ed ottenni dal senato per più di cinque volte consecutive un collega. » « 7. Fui triumviro per riordinare la Repubblica per dieci anni consecutivi. Fui Princeps senatus fino al giorno in cui scrissi queste memorie per 40 anni. E fui pontefice massimo, augure, quindecemviro alle sacre cerimonie, settemviro degli epuloni, fratello arvale, sodale Tizio, feziale. » « 8. Durante il mio quinto consolato accrebbi il numero dei patrizi per ordine del popolo e del senato. Tre volte procedetti a un'epurazione del senato. E durante il sesto consolato feci il censimento della popolazione,[11] avendo come collega Marco Agrippa. Celebrai la cerimonia lustrale dopo quarantadue anni. In questo censimento furono registrati quattromilionisessantatremila cittadini romani. Poi feci un secondo censimento[12] con potere consolare, senza collega, sotto il consolato di Gaio Censorio e Gaio Asinio, e in questo censimento furono registrati quattromilioni e duecentotrentamila cittadini romani. E feci un terzo censimento[13] con potere consolare, avendo come collega mio figlio Tiberio Cesare, sotto il consolato di Sesto Pompeio e Sesto Apuleio; in questo censimento furono registrati quattromilioni e novecentotrentasettemila cittadini romani. Con nuove leggi, proposte su mia iniziativa, rimisi in vigore molti modelli di comportamento degli avi, che ormai nel nostro tempo erano caduti in disuso, e io stesso consegnai ai posteri esempi di molti costumi da imitare. » « 9. Il senato decretò che venissero fatti voti per la mia salute dai consoli e dai sacerdoti ogni quattro anni. Il seguito a questi voti spesso, durante la mia vita, talvolta i quattro più importanti colleghi sacerdotali, talvolta i consoli allestirono giochi. Anche i cittadini, tutti quanti, sia a titolo personale, sia municipio per municipio, unanimemente, senza interruzione, innalzarono pubbliche preghiere per la mia salute in tutti i templi. » « 10. Il mio nome per senatoconsulto fu inserito nel carme Saliare e fu sancito per legge che fossi inviolabile per sempre e che avessi la potestà tribunizia a vita. Rifiutai di diventare pontefice massimo al posto di un mio collega ancora in vita, benché fosse il popolo ad offrirmi questo sacerdozio, che mio padre aveva rivestito. E questo sacerdozio accettai, qualche anno dopo, sotto il consolato di Publio Sulpicio e Gaio Valgio, morto colui che ne aveva preso possesso approfittando del disordine politico interno, e confluendo ai miei comizi da tutta l'Italia una moltitudine tanto grande quanta mai a Roma si dice vi fosse stata fino a quel momento. » « 11. Il senato deliberò al mio ritorno la costruzione dell'altare della Fortuna Reduce, davanti ai templi dell'Onore e della Virtù, presso la porta Capena, e ordinò che su di esso i pontefici e le vergini Vestali celebrassero un sacrificio ogni anno nel giorno in cui, sotto il consolato di Quinto Lucrezio e Marco Vinicio, ero tornato a Roma dalla Siria, e designò quel giorno Augustalia, dal mio soprannome. » « 12. Per decisione del senato una parte dei pretori e dei tribuni della plebe con il console Quinto Irzio Lucrezio e con i cittadini più influenti mi fu mandata incontro in Campania, e questo onore non è stato decretato a nessuno tranne che a me[14]. Quando, sotto consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, tornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, dopo aver portato a termine con successo i programmi prestabiliti[15], il senato decretò che per il mio ritorno dovesse essere consacrato l'altare della Pace Augusta vicino al Campo Marzio, e ordinò che su di esso i magistrati, i sacerdoti e le vergini Vestali facessero ogni anno un sacrificio. » « 13. Il tempio di Iano Quirino, che i nostri antenati vollero che venisse chiuso quando fosse stata partorita la pace con la vittoria per tutto l'impero Romano per terra e per il mare, prima che io nascessi, dalla fondazione della città fu chiuso in tutto due volte, sotto il mio principato per tre volte il senato decretò che dovesse essere chiuso.[16] » « 14. I miei figli, che la sorte mi strappò in giovane età, Gaio e Lucio Cesari, in mio onore il senato e il popolo romano designarono consoli all'età di quattordici anni, perché rivestissero tale magistratura dopo cinque anni. E il senato decretò che partecipassero ai dibattiti di interesse pubblico dal giorno in cui furono accompagnati nel Foro. Inoltre i cavalieri romani, tutti quanti, vollero che entrambi avessero il titolo di principi della gioventù e che venissero loro donati scudi e aste d'argento[17]. » « 15. Alla plebe di Roma[18] pagai in contanti a testa trecento sesterzi in conformità alle disposizioni testamentarie di mio padre[19], e a mio nome diedi quattrocento sesterzi a ciascun provenienti dalla vendita del bottino delle guerre, quando ero console per la quinta volta[20]; nuovamente poi, durante il mio decimo consolato[21], con i miei beni pagai quattrocento sesterzi di congiario a testa, e console per l'undicesima volta[22] calcolai e assegnai dodici distribuzioni di grano, avendo acquistato a mie spese il grano in grande quantità e, quando rivestivo la potestà tribunizia per la dodicesima volta[23], diedi per la terza volta quattrocento nummi a testa. Questi miei congiari non pervennero mai a meno di duecentocinquantamila uomini. Quando rivestivo la potestà tribunizia per la diciottesima volta ed ero console per la dodicesima volta[24]diedi sessanta denari a testa a trecentoventimila appartenenti alla plebe urbana. E ai coloni che erano stati miei soldati, quando ero console per la quinta volta, distribuii a testa mille nummi dalla vendita del bottino di guerra; nelle colonie ricevettero questo congiario del trionfo circa centoventimila uomini. Console per la tredicesima volta diedi sessanta denari alla plebe che allora riceveva frumento pubblico; furono poco più di duecentomila uomini[25]. » « 16. Pagai ai municipi il risarcimento dei terreni che durante il mio quarto consolato[26] e poi sotto il consolato di Marco Crasso e Gneo Lentulo Augure[27] assegnai ai soldati. E la somma, che pagai in contanti, per le proprietà italiche ammontò a circa seicento milioni di sesterzi e fu di circa duecentosessanta milioni ciò che pagai per i terreni provinciali. E a memoria del mio tempo compii quest'atto per primo e solo fra tutti coloro che fondarono colonie di soldati in Italia o nelle province. E poi sotto il consolato di Tiberio Nerone e Gneo Pisone e nuovamente sotto il consolato di Gaio Antistio e Decimo Lelio e Gneo Calvisio e Lucio Pasieno e di Lucio Lentulo e Marco Messalla e Lucio Caninio e Quinto Fabrizio[28]ai soldati che, terminato il servizio militare, feci ritornare nei loro municipi, pagai premi in denaro contante, e per questa operazione spesi circa quattrocento milioni di sesterzi. » « 17. Quattro volte aiutai l'erario con denaro mio, sicché consegnai centocinquanta milioni di stesterzi a coloro che sovrintendevano l'erario. E sotto il consolato di Marco Lepido e Lucio Arrunzio trasferii l'erario militare[29], che fu costituito su mia proposta perché da esso si prelevassero i premi da dare ai soldati che avessero compiuto venti o più anni di servizio[30], centosettanta milioni di sesterzi prendendoli dal mio patrimonio. » « 18. Dall'anno in cui furono consoli Gneo e Publio Lentulo[31], scarseggiando le risorse dello Stato, feci donazioni in frumento e in denaro ora a centomila persone ora a molte più, attingendo dal mio granaio e dal mio patrimonio. » « 19. Ho fatto la Curia[32] e ciò che contiene il Calcidico e il Tempio di Apollo[33] sul Palatino con i portici, il tempio del divino Giulio, il Lupercale, il portico nei pressi del circo Flaminio che tollerai che venisse chiamato Ottavio con il nome di quello che aveva fatto il precedente in quello stesso luogo, il Pulvinar al Circo Massimo, i templi sul Campidoglio di Giove Feretro e Giove Tonante, il tempio di Quirino, i templi di Minerva e di Giunone Regina e di Giove Liberatore sull'Aventino, il tempio di Lar sulla sommità della via sacra, il tempio dei Penati sulla Velia, il tempio dei giovani e il tempio alla Grande Madre » « 20. Restaurai il Campidoglio e il Teatro di Pompeo, l'una e l'altra opera con grande spesa, senza apporvi alcuna iscrizione del mio nome. Restaurai gli acquedotti cadenti per vetustità in parecchi punti, e raddoppiai il volume dell'acqua detta Marcia con l'immissione nel suo condotto di una nuova sorgente. Terminai il Foro Giulio e la basilica fra il Tempio di Castore e il Tempio di Saturno, opere iniziate e quasi ultimate da mio padre, e dopo averne ampliato il suolo, iniziai a ricostruire la medesima basilica, che era stata divorata da un incendio intitolandola al nome dei miei figli, e stabilii che, se non l'avessi terminata io da vivo, fosse terminata dai miei eredi. Console per la sesta volta[34], restaurai nell'Urbe, per volontà del senato, ottantadue templi degli dèi, e non ne tralasciai nessuno che in quel tempo dovesse essere restaurato. Console per la settima volta[35], rifeci la Via Flaminia dall'Urbe a Rimini e tutti i ponti, tranne il Milvio e il Minucio[36]. » « 21. Su suolo privato costruii il Tempio di Marte Ultore e il Foro di Augusto col bottino di guerra.[37] Presso il Tempio di Apollo su suolo comprato in gran parte da privati costruii un teatro, che volli fosse intitolato a mio genero, Marco Marcello. Consacrai doni ricavati dal bottino di guerra nel Campidoglio, e nel Tempio del Divo Giulio, e nel Tempio di Apollo, e nel tempio di Vesta[38], e nel tempio di Marte Ultore: essi mi costarono circa cento milioni di sesterzi. Console per quinta volta[39], restituii trentacinquemila libbre di oro coronario[40] ai municipi e alle colonie d'Italia che lo donavano per i miei trionfi, e in seguito, tutte le volte che fui proclamato imperator, non accettai l'oro coronario, anche se i municipi e le colonie lo decretavano con la medesima benevolenza con cui lo avevano decretato in precedenza. » « 22. Tre volte allestii uno spettacolo gladiatorio a nome mio e cinque volte a nome dei miei figli o nipoti; e in questi spettacoli combatterono circa diecimila uomini. Due volte a mio nome offrii al popolo spettacolo di atleti fatti venire da ogni parte, e una terza volta a nome di mio nipote[41]. Allestii giochi a mio nome quattro volte, invece al posto di altri magistrati ventitré volte. In nome del collegio dei quindecemviri, come presidente del collegio, avendo per collega Marco Agrippa, durante il consolato di Gaio Furnio e Gaio Silano, celebrai i Ludi Secolari[42]. Durante il mio tredicesimo consolato[43] celebrai per primo i Ludi di Marte che in seguito e di seguito negli anni successivi, per decreto dl senato e per leggi, furono celebrati dai consoli. Allestii per il popolo ventisei volte, a nome mio o dei miei figli e nipoti, cacce di belve africane, nel circo o nel foro o nell'anfiteatro, nelle quali furono ammazzate circa tremilacinquecento belve. » « 23. Allestii per il popolo uno spettacolo di combattimento navale al di là del Tevere, nel luogo in cui ora c'è il bosco dei Cesari[44], scavato il terreno per un lunghezza di milleottocento piedi e per una larghezza di milleduecento; in esso vennero a conflitto trenta navi rostrate triremi o biremi, e, più numerose, di stazza minore; in questa flotta combatterono, a parte i rematori, circa tremila uomini. » « 24. Nei templi di tutte le città della provincia d'Asia ricollocai, vincitore, gli ornamenti che , spogliati i templi, aveva posseduto a titolo privato colui al quale avevo fatto guerra.[45] mie statue pedestri ed equestri e su quadrighe, in argento, furono innalzate nell'Urbe in numero di ottanta circa, ma io spontaneamente le rimossi e dal denaro ottenuto ricavai doni d'oro che collocai nel tempio di Apollo a nome mio e di quelli che mi tributarono l'onore delle statue. » « 25. Stabilii la pace sul mare liberandolo dai pirati[46]. In quella guerra catturai circa trentamila schiavi che erano fuggiti dai loro padroni e avevano impugnato le armi contro lo Stato, e li consegnai ai padroni perché infliggessero una pena. Tutta l'Italia giurò spontaneamente fedeltà a me[47] e chiese me come comandante della guerra in cui (poi) vinsi presso Azio; giurarono parimenti fedeltà le province di Gallia, delle Spagne, di Africa, di Sicilia e di Sardegna. I senatori che militarono allora sotto le mie insegne furono più di settecento , tra essi, o prima o dopo, fino al giorno in cui furono scritte queste memorie, ottantatré furono eletti consoli, e circa centosettanta sacerdoti. » « 26. Allargai i confini di tutte le province del popolo romano, con le quali erano confinanti popolazioni che non erano sottoposte al nostro potere. Pacificai le provincie delle Gallie e delle Spagne[48], come anche la Germania nel tratto che confina con l'Oceano, da Cadice alla foce del fiume Elba[49]. Feci sì che fossero pacificate le Alpi[50], dalla regione che è prossima al mare Adriatico fino al Tirreno, senza aver portato guerra ingiustamente a nessuna popolazione. La mia flotta navigò l'Oceano dalla foce del Reno verso le regioni orientali fino al territorio dei Cimbri, dove né per terra né per mare giunse alcun romano prima di allora[51], e i Cimbri e i Caridi e i Sennoni e altri popoli germani della medesima regione chiesero per mezzo di ambasciatori l'amicizia mia e del popolo romano. Per mio comando e sotto i miei auspici due eserciti furono condotti, all'incirca nel medesimo tempo, in Etiopia e nell'Arabia detta Felice[52], e grandissime schiere nemiche di entrambe le popolazioni furono uccise in battaglia e conquistate parecchie città. In Etiopia arrivò fino alla città di Nabata, di cui è vicinissima Meroe. In Arabia l'esercito avanzò fin nel territorio dei Sabei, raggiungendo la città di Mariba. » « 27. Aggiunsi l'Egitto all'impero del popolo romano.[53] Pur potendo fare dell'Armenia maggiore una provincia dopo l'uccisione del suo re Artasse, preferii, sull'esempio dei nostri antenati, affidare quel regno a Tigrane, figlio del re Artavaside e nipote di re Tigrane, per mezzo di Tiberio Nerone, che allora era mio figliastro[54]. E la medesima popolazione che in seguito cercava di staccarsi e si ribellava, domata per mezzo di mio figlio Gaio, affidai da governare al re Ariobarzane, figlio di Artabazo re dei Medi, e dopo la sua morte a suo figlio Artavaside[55]. E dopo che questi fu ucciso, mandai su quel trono Tigrane, discendente della famiglia reale armena. Riconquistai tutte le province che al di là del mare Adriatico sono volte a Oriente[56], e Cirene, ormai in gran parte possedute da re, precedentemente, la Sicilia e la Sardegna, occupate nel corso della guerra servile[57]. » « 28. Fondai colonie di soldati in Africa, in Sicilia, in Macedonia, in entrambe le Spagne, in Acaia, in Asia, in Siria, nella Gallia Narbonense, in Pisidia. L'Italia poi possiede, fondate per mia volontà, ventotto colonie, che durante la mia vita furono assai prosperose e popolose[58]. » « 29. Recuperai dalla Spagna e dalla Gallia e dai Dalmati, dopo aver vinto i nemici, parecchie insegne militari perdute da altri comandanti. Costrinsi i Parti a restituirmi spoglie e insegne di tre eserciti romani e a chiedere supplici l'amicizia del popolo romano[59]. Quelle insegne, poi, riposi nel penetrale che è nel tempio di Marte Ultore. » « 30. Le popolazioni dei Pannoni, alle quali prima del mio principato l'esercito del popolo romano mai si accostò, sconfitte per mezzo di Tiberio Nerone, che allora era mio figliastro e luogotenente, sottomisi all'impero del popolo romano, estesi i confini dell'Illirico fino alla riva del Danubio. E un esercito di Daci, passati al di qua di esso, sotto i miei auspici fu vinto e sbaragliato, e in seguito il mio esercito, condotto al di là del Danubio, costrinse la popolazione dei Daci a sottostare ai comandi del popolo romano. » « 31. Furono inviate spesso a me ambascerie di re dall'India, non viste prima di allora da alcun comandante romano. Chiesero la nostra amicizia per mezzo di ambasciatori i Basrani, gli Sciti e i re dei Sarmati che abitano al di qua e al di là del fiume Tànai[60], e i re degli Albani, degli Iberi e dei Medi . » « 32. Presso di me si rifugiarono supplici i re dei Parti Tiridate e poi Fraate, figlio del re Fraate, e Artavaside re dei Medi, Artassare degli Adiabeni, Dumnobellauno e Tincommio dei Britanni, Melone dei Sigambri, Segimero dei Marcomanni Svevi. Presso di me in Italia il re dei Parti Fraate, figlio di Orode, mandò tutti i suoi figli e nipoti, non perché fosse stato vinto in guerra, ma perché ricercava la nostra amicizia con il pegno dei suoi figli. E moltissime altre popolazioni sperimentarono, durante il mio principato, la lealtà del popolo romano, esse che in precedenza non avevano avuto nessun rapporto di ambascerie e di amicizia con il, popolo romano. » « 33. Da me le popolazioni dei Parti e dei Medi, che me ne avevano fatto richiesta per mezzo di ambasciatori che erano le persone più ragguardevoli di quelle popolazioni, ricevettero i loro re: i Parti Vonone, figlio del re Fraate e nipote del re Orode; i Medi Ariobarzane, figlio del re Artavasde e nipote del re Ariobarzane. » « 34. Nel mio sesto e settimo consolato, dopo aver sedato l'insorgere delle guerre civili, assunsi per consenso universale il potere supremo, trasferii dalla mia persona al senato e al popolo romano il governo della repubblica[61]. Per questo mio atto, in segno di riconoscenza, mi fu dato il titolo di Augusto per delibera del senato e la porta della mia casa per ordine dello Stato fu ornata con rami d'alloro, e una corona civica fu affissa alla mia porta, e nella Curia Giulia fu posto uno scudo d'oro, la cui iscrizione attestava che il senato e il popolo romano me lo davano a motivo del mio valore e della mia clemenza, della mia giustizia e della mia pietà. Dopo di che, sovrastai tutti per autorità, ma non ebbi potere più ampio di quelli che mi furono colleghi in ogni magistratura. » « 35. Quando rivestivo il tredicesimo consolato, il senato, l'ordine equestre e tutto il popolo Romano, mi chiamò padre della patria[62], decretò che questo titolo dovesse venire iscritto sul vestibolo della mia casa, e sulla Curia Iulia e nel Foro di Augusto sotto la quadriga che fu eretta a decisione del senato, in mio onore. Quando scrissi questo, avevo settantasei anni.
    1 punto
  23. E' una questione piuttosto complessa, a cui secondo me non esiste una risposta oggettiva. E' vero che il mondo bipolare dell'epoca guerra fredda era più stabile, se non altro perchè nonostante le guerre e la conflittualità fisiologica del mondo almeno c'era uno schieramento netto a livello planetario dei paesi più grandi, la confusione generale era molto minore. Ma a che prezzo? Il rischio di saltare tutti in aria da un momento all'altro, e il probabile "onore" per noi europei di fare da campo di battaglia per la terza guerra mondiale erano quelli che ci riguardavano più da vicino. Anch'io in certi aspetti globali sono nostalgico di quell'epoca, ma questo è un modo di sentire strettamente personale su cui fra l'altro può riflettere seriamente solo chi ha vissuto almeno in parte quel periodo storico: ormai i più giovani come riferimento "in prima persona" hanno solo il mondo post-1989. L'Unione europea è una comunità di stati indipendenti concepita come mezzo di transizione verso qualcos'altro: a prescindere da com'è conciata ora per colpa di chi rema contro l'unità europea (quella seria, che è lo scopo del processo d'integrazione europea fin dall'inizio) non avrebbe mai potuto essere molto diversa da così: sta a noi scegliere se farla progredire seriamente o gettare la spugna e tornare ai "bei tempi" di quando non esisteva neanche un minimo di coordinamento in Europa. Ai tempi della guerra fredda però tutto l'est non era libero di decidere se partecipare a questo progetto.
    1 punto
  24. Si può postare ovviamente di tutto, monete, medaglie, cartamoneta, gettoni, tessere, pesi, tutto ciò che è attinente a un forum di numismatica come questo......basta fare un po' di divulgazione.... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App
    1 punto
  25. Albania, 5 franchi 1927 Ahmet Zogu è un noto falso da bancarella
    1 punto
  26. Guarda non voglio creare gialli o misteri... La ricciardi 131 e' di una rarità assoluta... Talmente assoluta che si potrebbe dubitare sulla sua reale esistenza o avvenuta coniazione... @@francesco77 dovevi postare qualche medaglia su del vecchio !!! Il piatto piangeeeee 😭😭😭😭
    1 punto
  27. sono stato invitato a postare comunque i miei ritrovamenti anche se continuo a non vedere la tabella, mi hanno detto di postare le straniere al di sotto dei 5.000.000 di esemplari. se c'è qualcosa che non và ditemelo subito che io mi blocco, ok? Taglio: 50 centesimi Nazione: grecia Anno: 2005 Tiratura: 950.000 Condizioni: BB Regione: Puglia
    1 punto
  28. Dimenticavo , questa mattina alle ore 9,15 circa , davanti il cancello del cantiere al Mausoleo , c'erano gia' tante persone che chiedevano di entrare , oltre a cameramen con cineprese forse di qualche TV e personale del Comune ; se i lavori di restauro fossero iniziati in tempo , oppure conclusi in tempo , oggi sarebbe stata per Augusto una giornata memorabile , almeno davanti al suo Sepolcro . Seguono altre foto :
    1 punto
  29. Probabilmente è un falso, eseguito non tanto per la circolazione, ma per giocare a testa o croce... ed essere sicuri che usciva sempre testa! saluti TIBERIVS
    1 punto
  30. 50/70 per la 2002 mi sembra un po' pochino..no?
    1 punto
  31. E' esattamente la medaglia che hai trovato in scheda sul nostro catalogo: Riproduzione commemorativa realizzata da Spartaco Lizzi nella seconda metà del secolo scorso per ricordare l'emissione del Tallero di Bernardo Clesio. Dal peso che hai rilevato si tratta della versione in Metallo Argentato (o meglio lega).
    1 punto
  32. http://www.ebay.it/itm/2-Prova-Vatikan-Vaticano-2005-Probe-in-Verpackung-/201136908837?pt=M%C3%BCnzen_Medaillen&hash=item2ed4b1aa25&_uhb=1 Hanno iniziato a falsificare anche i cartoncini ... ma che .....
    1 punto
  33. In virtù del giorno ci dovremmo chiedere, o forse meglio rispondere, all'ultimo quesito [naturalmente a quello che riportano le nostre ben amate fonti] se "Lo spettacolo è piaciuto?" Con questa domanda Ottaviano voleva sapere se il suo operato potesse avere una qualche approvazione dei posteri. Secondo me si: 1-non solo ha dato pace e prosperità a Roma dopo decenni di conflitti intestini e guerre civili; 2-non solo ha riordinato l'assetto istituzionale, militare ed economico dello Stato; 3-non solo ha trasformato una città di "mattoni" in una di marmo [cioè ha elaborato e ricostruito l'Urbe, arricchendola con monumenti, templi, aree pubbliche con materiali pregiati]; 4-non solo ha contribuito alle arti e alla letteratura sovvenzionando il circolo di Mecenate; 5-ma anche creato il mito di Cesare, facendo in modo che non fosse dimenticato dai posteri. Cesare, Roma e la Storia, per non dire anche noi oggi, debbono molto ad Augusto.
    1 punto
  34. Questa non è di Cnosso, neppure è cretese e neppure è greca, ma gallo-romana (o anglo-romana) imitativa, e forse l'incisore non voleva neppure disegnare un labirinto.... ma labirinto sembra, eccome che lo sembra! :)
    1 punto
  35. Grazie @@odjob , piu' tardi carichero' le foto eseguite questa mattina presso il Mausoleo di Augusto , corredandole con brevi commenti .
    1 punto
  36. Ecco la novita' bomba dell'estate :), un INEDITO denaro di Enrico VI con suo figlio Federico II. Rispetto alle varianti conosciute, ed alle nuove individuate da Colucci, questo che vi presento si differenzia in quanto: al D/ non ha i pendagli ai lati della testa di Federico bambino , ma sono presenti le orecchie al R/ ha un anelletto sotto il becco dell'aquila Attendiamo commenti. PS Ovviamente le immagini sono di mia propieta' e vieto a chiunque di poterle utilizzare :)
    1 punto
  37. La caduta del capitalismo e la perdita di ruolo guida degli U.S.A. Sono decenni che lo si dice eppure si è ancora qui. Si è affrontati due crisi economiche gravissime e si è ancora qui per non parlare di tutte le guerre ci sono state negli ultimi 120 anni. Degenerazioni del Capitalismo ne si hanno avute poche e tutte controllabili. Ciò che succede nel nostro paese non è certo colpa del liberismo, liberismo (quello vero, non quello pseudo professato da tanti partitelli qui da noi) che in 150 anni di storia non c'è mai stato nè sotto forma di partito nè sotto forma di governo. I problemi dell'Italia sono ben altri e non certo imputabili ad un liberismo (vero) e ad un liberalismo (vero) totalmente inesistenti da noi. Sicuramente ci sono cose da migliorare e da cambiare, ma buttare tutto nel water beh... c'è ne passa di acqua sotto i ponti. Il benessere che abbiamo oggi ce lo sogniamo con qualunque altra filosofia politica. Ovviamente che non si guardi nel particolare l'Italia che, come detto sopra, ha problemi scaturiti da scelte scellerate e ignoranza collettiva degli ultimi 70 anni (se ci vogliamo fermare al periodo repubblicano). Riguardo alla controparte comunista, beh..., parlando a livello italiano, ha lasciato in eredità quel mostro che oggi sono i sindacati quindi c'è poco da ringraziare... se diamo uno sguardo a livello mondiale beh basta vedere cosa ha lasciato nei paesi dove è stato adottato (o imposto) come filosofia politica.
    1 punto
  38. Bravo Daniele hai fatto un ottimo acquisto! Immagino che non vedevi l'ora di averla a casa per toccarla con mano! Gran monetone... E ancora in buona conservazione!!
    1 punto
  39. Molto interessante. Sapevo solo che san Nicola era considerato il proprio patrono da parte di molte categorie di persone (es. marinai, mercanti, farmacisti, avvocati, detenuti) tra cui le prostitute. Riporto questa nota da Wikipedia. San Nicola è già dal Medioevo uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio. Anche per questo episodio (che forse può aver ispirato il quadro del Nuzii) il Santo è venerato come protettore dei bambini e dei fanciulli. apollonia
    1 punto
  40. Bella domanda, caro @@sandokan, ottima conseguenza di un'intelligente e attenta osservazione. :good: La terminologia araldica, a volte, è una forma letteraria sui generis. Come nel caso del massacro di cervo. Non so se esistano studi specifici sul perchè di questa terminologia. Di certo, è una locuzione di uso antico ormai entrata nei dizionari araldici. Che non sempre la spiegano, se non descrivendo la figura ---> una testa di cervo posta in maestà, ossia vista di fronte ---> tieni presente che di norma le figure araldiche sono invece mostrate di profilo. Mentre scrivo, mi viene da pensare che il concetto di "massacro" potrebbe derivare dai trofei di caccia che non di rado campeggiano nei salotti dei castelli. Quelli dove la testa recisa di un cervo, o di altro animale simile, sembra "spuntare" dalla parete. Una testa che, per trovarsi lì, dev'essere per forza conseguente al massacro compiuto sul povero animale... Non mi sembra improbabile che il termine blasonico possa aver avuto un'origine di questo tipo. In fondo, nel medioevo, per blasonare (---> descrivere verbalmente uno stemma) si usava la lingua corrente, perchè il "gergo" araldico è venuto molto tempo dopo. Un massacro di cervo è anche la componente basilare dello stemma civico di Brindisi. A volte, del massacro si vede solo la sommità, come nel caso dello stemma dei Soderini: (Modena, Biblioteca Estense, ms. gamma.i.2.23; da: http://bibliotecaestense.beniculturali.it/info/img/stemmihtml/soderini.html) Queste figure (gli "scalpi" del povero animale) sno ancora più rari dei massacri "interi" e non hanno, che io sappia, una terminologia specifica. Per questo mi piace blasonarli sommità di massacri di cervo.
    1 punto
  41. ... magari queste invece sono buone.... "mai dire mai" ..... :P
    1 punto
  42. L'etimologia della parola "labirinto" è abbastanza complessa e l'opinione di Plutarco riferisce solo una delle interpretazioni possibili (anche se fra le più probabili) è può essere meglio spiegata nel seguente link: http://etimoitaliano.blogspot.it/2014/01/etimologia-della-parola-labirinto.html LABIRINTO L'etimologia della parola labirinto rimane tuttora incerta e controversa. Riportiamo qui alcune interpretazioni più accreditate: Una prima interpretazione etimologica sembra ricondurre la parola labirinto al greco λαβύρινθος (labýrinthos), usato nella mitologia per indicare il labirinto di Cnosso. La parola di origine pre-greca, trae la sua derivazione dal lidio labrys = bipenne, l'ascia a due lame, simbolo del potere reale a Creta. La parola "labirinto" significherebbe, quindi, "palazzo dell'ascia labrys" con il suffisso -into a significare "luogo" cioè il palazzo del re Minosse a Cnosso, caratterizzato dalla pianta intricata all'interno del quale sono state rinvenute diverse raffigurazioni dell'ascia bipenne; Dalla radice greca laf- di làas -> làfas da cui il latino lapis = pietra, per indicare le caverne e le cave di metalli il cui intricato percorso fa perdere il senso dell'orientamento. Dal greco λαβιριον (làbirion) cioè cunicolo scavato nel sottosuolo, che si dirama in varie direzioni o da λαβιρος (làbiros) = cavità; Dal greco λαμβάνω (lambàno) = prendo e ρινάω (rinào) = inganno, cioè "cado in inganno", appunto per la conformazione inestricabile ed ingannevole propria del labirinto; Dalla lingua egeo-anatolica e precisamente (pre)greco leberhís,-ídos = coniglio da cui successivamente il latino lepus,-oris = lepre, per indicate, appunto la tana di questo animale che scava intricati cunicoli sotterranei.
    1 punto
  43. Taglio: 2€ Nazione: Irlanda Anno: 2011 Tiratura: 1.018.141 Condizioni: BB Città: Arezzo Note: Ringrazio la mia ragazza che l'ha trovato, ottima collaboratrice!
    1 punto
  44. Per andare sul sicuro puoi postare tutte le monete non italiane con tiratura inferiore ai 5.000.000 e le commemorative straniere con qualsiasi tiratura :good:
    1 punto
  45. Ciao, premetto che questa NON è la sezione giusta per postare quest'oggetto. Pare una normalissima placchetta a forma di francobollo, ( penso in metallo non prezioso) che commemora l'anno santo del 1975, eseguita per scopi "turistici". Il valore penso sia puramente "affettivo" saluti TIBERIVS
    1 punto
  46. Ho provato a metterla con successo (manca ancora l'approvazione), ma poi mi sono accorto che quella della scheda è in argento, mentre quella mia è in alluminio. Speriamo che i curatori correggono tutto.
    1 punto
  47. Direi che il mio… asse è derivato da una Tipo II sulla base del ritratto di Ottaviano a capo scoperto. Curiosità: Perché vi mostro i profili delle monete? Perché appena presa in mano ed ispezionata avevo notato dei segni di lima sul bordo della stessa: è assoltamente normale per questa tipologia. Presentano un singolo segno o più comunemente due; serviva a rettificarne i bordi e a dare la misura corretta. In alternativa, i bordi lisci sono quelli delle imitazioni. Sì, perchè esistono imitazioni...
    1 punto
  48. Jan Vermeer, La pesatrice d'oro, circa 1665. Washington, National Gallery of Art Tagliata pressoché obliquamente dal cono di luce che riesce a farsi largo tra la penombra della stanza, il soggetto di questa delicatissima opera di Vermeer sembra apparentemente costituire una scena di genere: in un contesto immutabilmente borghese, dove pare regnare l'esaltazione di quella frugalità e quella operosità tanto care ai mercanti olandesi, una donna dal velo bianco e dalla mantellina con bordi e maniche foderati di candida pelliccia è intenta a pesare con una piccola bilancia pezzetti d'oro e perle. Eppure, osservando la parete di fondo, non si può non notare la presenza di un quadro, vero e proprio dipinto nel dipinto, rappresentante un Giudizio Universale, come si può facilmente comprendere dalla splendente figura di Cristo in mandorla poco al di sopra della testa della donna. Ecco, dunque, che quella che inizialmente era apparsa come una scena di genere assume un'aspirazione didascalica e moralizzante: la bilancia come simbolo di giustizia e verità, e quindi di rettitudine morale, è infatti frequentemente associata nella pittura fiamminga all'arcangelo Michele, colto nell'atto di soppesare le anime dei buoni e dei malvagi. apollonia
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.