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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/25/14 in tutte le aree

  1. Buonasera, tra le poche monete del regno che mi son restate da quando ho cambiato periodo e monetazione,ci son queste di Umberto I....stasera le ho rifotografate perchè a mio avviso lo meritano....vi piacciono? :) non sono in alta conservazione (son dei bb o poco più) ma poco importa...son da 4 anni nel monetiere e da prive d'anima com'erano quando le presi,adesso hanno assunto un aspetto totalmente diverso. non assumono più valore certo ma alla vista(che per un collezionista è la cosa più importante) guadagnano parecchio.....provate a immaginarle con lustro ecc ecc... :D quindi lasciate le monete nel monetiere e magari periziatele solo quando avrete(forse) voglia di venderle.... un caro saluto alla sezione marco
    3 punti
  2. La moneta proposta non deve essere necessariamente rara o particolare, magari essere un buon riferimento per una monetazione e in questo caso mi rivolgerei su una moneta, che conosciuta è, ma simbolo rimane, parlo del mezzo ambrosino d'oro di Milano. Moneta che racchiude, pur essendo una moneta di un certo prestigio, ma non irraggiungibile, tutto quello che credo uno vorrebbe, simbolo, moneta in oro, essenzialità, ma anche gusto estetico, simbolo dell'identità con quella m gotica, il MEDIOLANVM, l'AMBROSIVS col busto di Sant'Ambrogio, il tutto in un una moneta dal diametro di 15 mm. e un peso dal 1,72 gr. a 1,76 gr., possiamo pure dire un piccolo gioiellino. La moneta ha una particolarità, è anonima, e quindi risulta difficile una sua attribuzione di datazione ; su questa molti numismatici hanno fatto varie proposte ed ipotesi, ora l'ultima attribuzione che rimane quella, a oggi, ritenuta la più credibile è quella riportata nel Crippa di attribuirla al periodo di Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( solo ( 1349 - 1354 ). In proposito non ci sono documenti e le deduzioni che portano il Crippa in questa direzione sono legate più che altro ad aspetti stilistici, sulla rappresentazione della figura del Santo, simile a quella del fiorino d'oro dello stesso periodo, forse opera anche dello stesso incisore, tra l'altro il Santo risulta imberbe e anche questo depone a favore di questa tesi per l'analogia con monete di analogo periodo. Altro aspetto che è stato discusso è cosa rappresenti la m gotica nel campo, la tesi più accreditata porta al MEDIOLANVM, ma Tribolati e Colin Martin propendono per l'affascinante ipotesi di una m come iniziale di Maria, a loro favore ci sarebbe il fatto che il nome della città in leggenda c'è già. L' Arcivescovo Giovanni Visconti poi era molto devoto alla Vergine, tanto che coniò l'unica moneta dove era raffigurata l'immagine della Vergine. E' comunque una moneta sulla quale si potrà ritornarci magari con nuovi studi sulla stessa. Mezzo Ambrosino d'Oro, Luchino e Giovanni Visconti ( 1339 - 1349 ) o Giovanni Visconti ( 1349 - 1354 ), zecca Milano Au, diametro 15, mm. peso 1,72 a 1,76 gr. D/ + MEDIOLANVM , M gotica entro cornice a sei lobi R/ + trifoglio S trifoglio AMBROSIVS trifoglio, Sant'Ambrogio imberbe a mezzo busto rif. Crippa 1/A, MIR MILANO 96/1 Da Asta Bolaffi 24, lotto 425, 15 - 6 - 2014 Per il collezionista e studioso di Milano certamente una di quelle monete da sognare e magari un giorno anche raggiungere.....che in una discussione come questa ci sta secondo me alla grande.....
    3 punti
  3. Concordo con Te @@ARES III, abbiamo una storiografia romana che esalta la figura di Costantino che uccise moglie e figlio, e denigra, invece Nerone, le cui innumerevoli imputazioni di reati, nella maggior parte dei casi, risultano non provati, vedi incendio di Roma.
    3 punti
  4. Buona Domenica Continua il mio “reportage” dall'Alta Val Brembana. Questa volta, sempre prendendo spunto dal Quaderno Brembano nr. 9 2010-2011, edito dal Centro Storico Culturale Valle Brembana, vi porto a conoscenza di alcuni aspetti commerciali e monetari vigenti nella Serenissima alla fine del 1600, che riguardano i “bastagi” (facchini) bergamaschi, che operavano nella Dogana di Mare a Venezia. Pagina 62 del volume che allego in link http://www.valbrembanaweb.it/centroculturale/QUADERNI-BREMBANI-9.pdf Come quasi sempre accade in questi casi, l'estensore del pezzo ha privilegiato gli aspetti storici e quindi, per noi appassionati di monetazione veneziana e che sappiamo quale confusione si può generare quando si parla di valute veneziane, restano tanti dubbi in proposito alla tipologia di monete richiamate nell'articolo. Gli importi citati dovranno intendersi in moneta di conto o in moneta reale in corso in quel periodo? :pardon: Siamo a Venezia al tempo del dogato di Francesco Morosini (1688-1694) e ciò che mi ha colpito maggiormente è il valore che veniva attribuito al posto nella Compagnia o Confraternita dei Bastagi. La Signora Faustina cede il posto ad Antonio Piccoli degli Astorri per 4.030 lire venete, oltre a ciò, richiede 48 ducati all'anno vita natural durante, da frazionarsi in 4 ducati al mese! Inoltre, alla morte della “cedente” Signora Faustina, l'Antonio Piccoli degli Astorri "acquirente" avrebbe dovuto far celebrare due messe di suffragio settimanali in perpetuo. :shok: Ebbene, in questo periodo correva il ducato di nuovo tipo (ducatello) e questo aveva un valore di Lire 6 e Soldi 4, pari a 124 soldi (diventeranno Lire 7 e Soldi 2 nel 1704). Se tralasciamo per praticità i 4 Soldi, vuol dire che Lire 4.030 corrispondono a quasi 672 ducatelli … Kg. 15,72 di monete; non c'è che dire.... posizione molto ambita e ben valutata; certamente era difficile far parte della Corporazione, ma una volta “dentro”, non se la passavano male a retribuzione. Saluti luciano
    2 punti
  5. Aggiungo anche questa tra le mie preferite...
    2 punti
  6. Buongiorno Andreas, capisco il tuo punto di vista e anche in questo caso concordo con te sulla complessità della questione. Però ancora una volta non mi trovo del tutto d’accordo. Premetto che il testo da te citato non lo conosco (ma cercherò di rimediare al più presto perché deve essere molto interessante) e dunque potrei dire grosse corbellerie. Sì, io credo che la scelta del nominale da battere a Cremona in realtà sia stata decisa dall’imperatore, il quale in effetti avrebbe potuto ordinare per il cremonese un corso differente rispetto al denaro imperiale. In quel momento - siamo a cavallo del 1162-63 e Federico I aveva appena distrutto Milano - egli avrebbe avuto tutta la forza e l’autorità per farlo, tanto che riuscì ad imporre la sua nuova moneta in totam Italiam, complice però probabilmente anche la crescente necessità dei mercati di avere una moneta ‘forte’ su cui fare affidamento. Tuttavia, a parità di contenuto di fino delle due monete - cremonese e imperiale -, se egli avesse deciso per quella di Cremona un cambio non corrispondente al suo reale valore di intrinseco o che fosse molto distante da esso, probabilmente ad un certo punto quello stesso mercato ne avrebbe riallineato il corso automaticamente. Un po’ quello che credo sia successo al tempo di Enrico VII di Lussemburgo quando il re cercò di imporre la sua moneta sopravalutandola rispetto a quella emessa in precedenza dalle altre zecche del Regnum. Allontanatosi Enrico dalla Lombardia, i corsi delle monete si riallinearono immediatamente, riportando i tassi di cambio al loro reale valore (a proposito, ne approfitto per farmi un po’ di pubblicità: le prime bozze corrette del BdN-on line sulle monete ‘repubblicane’ e di Enrico VII della zecca di Milano sono state già riconsegnate e dunque chiedo agli amici milanesi di pazientare ancora un poco). Cosa che invece non accadde con il cremonese il quale rispetto all’imperiale continuò sempre ad essere scambiato nello stesso modo anche dopo il 1167: un indizio che, sempre secondo me, indica come i due nominali fossero ‘agganciati’ tra loro in un reale rapporto di 4 a 1. Si tenga infine presente come l’area di circolazione del cremonese, salvo alcuni ritrovamenti sporadici dei quali alcuni anche all’estero (v. http://www.numismaticom.com/t6658-cremone-petit-denier-medaglia) in pratica si sovrapponga a quella dell’imperiale e del denaro di Milano. In buona sostanza credo pertanto che, a differenza del quartarolo di Venezia il quale, come tu giustamente ricordi nel post #8, tecnicamente non si può definire un quarto di denaro nonostante avesse realmente quel valore, nei confronti del denaro imperiale il cremonese lo fosse sia realmente sia tecnicamente. Naturalmente è un mio punto di vista e dunque ben vengano critiche e puntualizzazioni come le tue e, come spero accada, anche di altri che invito ad intervenire. Non foss'altro che per segnalare, come ha fatto con me G-I-U-S-T-A-M-E-N-T-E @@dizzeta per lamentarsi (sempre G-I-U-S-T-A-M-E-N-T-E!!!) della forma del mio post precedente: praticamente illeggibile!!! Un caro saluto, Teofrasto PS ringrazio @@mariov60 per avermi segnalato la discussione sul forum francese. Mario, per motivi di lavoro non ho ancora avuto il tempo di intervenire, ma il tuo ultimo post del 23 agosto individua correttamente l’esemplare della discussione in esame. Si tratta di un esemplare di cremonese tardo, della seconda metà del Duecento e piuttosto comune. Non è quello del concordato monetario del 1254, che è invece scodellato. Ti sarei molto grato se potessi segnalare questa stessa discussione agli amici del forum francese, perché io non so quando avrò il tempo di farlo. Un caro saluto e a rivederti presto a Parma.
    2 punti
  7. Foto scattata settimana scorsa a Roma Inviato da Iphone
    2 punti
  8. @@ihuru3 la perlinatura è irregolare su molti '28 ... lo ribadisce Fabio Gigante nel suo catalogo e lo scrisse anzitempo anche Emilio Tevere in un articolo di panorama numismatico.. nei falsi risulta tagliata non evanescente.. qui è consumata perche la moneta è un MB scarso.. I falsi sono bombati, hanno le lettere più sottili rispetto all'originale ed i rilievi impastati. Generalmente i falsi d'epoca appaiono in conservazione infima, ma sono in una lega di piombo, più scuri e porosi I falsi moderni appaiono di conservazione eccellente, con i difetti sopracitati questo è un falso moderno e questo un falso d'epoca in piombo http://numismatica-italiana.lamoneta.it/immagine.moneta.php/c18019
    2 punti
  9. La moneta è di Cirene. Il D è una pianta di silphium, una specie di sedano selvatico estinto all'epoca dell'imperatore Nerone perché molto ricercato presso gli antichi che ritenevano avesse molte proprietà benefiche (afrodisiaco, abortivo.....). Il R è invece una gazzella.
    2 punti
  10. Taglio : 50 centesimi Nazione : Olanda Anno: 2007 Tiratura : 200.000 Condizioni : BB+ Regione : Puglia
    2 punti
  11. Sono d'accordo col 1666 che mi sembra più NC che C, è una moneta poi da decriptare per le conservazioni perché raramente sono accettabili e quindi la tradizionale scaletta delle stesse va presa con le molle. Sono comunque tutte monete battute a martello, spesso tosate, di modulo irregolare, difficile trovare tutto insieme le leggende ben leggibili, il buon ritratto, un modulo largo, e allora bisogna fare delle scelte e poi come sempre tutto è soggettivo e dipende poi se piace o affascina la moneta in mano.
    2 punti
  12. buonasera@@grosso la moneta da te postata è della città di Erice di Sicilia; è identica a quella che ti allego in scansione qui sotto dal mio archivio. quest'altra che ti allego, è ricavata dalle monografie del Dott. Campana; noto studioso. come noterai anche questa e identica alla tua. ciao Pietro
    2 punti
  13. Nella fretta, ho fatto male il disegnino e quindi lo rettifico. Ovviamente il conio bascula (ruota) intorno al fulcro (f). La forma leggermente trapezoidale non è indispensabile, ma favorisce un'impronta migliore. Ma si tratta solo di un'ipotesi. Ciò che è certezza è che la tecnica di coniazione implicaba la basculazione del conio di martello che dunque aveva un raggio di curvatura signbificativamente minore di quello d'incudine. Senza basculazione (come avviene nei trachy latini), Nel disegno sottostante l'aspetto che avrebbe la coniatura senza basculazione. Se il conio d'incudine fosse convesso, come dice Bendall, sarebbe complicato o impossibile posizionarci sopra il tondello piano, poiché cadrebbe. Ciò che non succede con il conio d'incudine convesso, come dico io. Se il tondello anziché piano fosse già previamente scifato (ciò che però implica una fase in più di lavoro), non ci sarebbe nessuna difficoltà a posizionare il tondello scifato sul conio d'incudine convesso. Però se per dimenticanza rstasse appoggiato sul conio d'incudine il trachy coniato precedentemente, sarebbe impossibile posizionare un nuovo tondello, poiché conio+trachy dimenticato avrebbero un diametro maggiore di quello del tondello. L'esistenza di una doppia impronta, quindi, dimostra che il tondello è piano e non scifato. Spero ora di essere stato più chiaro di prima, ma mi rendo conto che senza avere conii e tondelli in mano non è facile spiegarlo.... Inizialmente anch'io ero dell'idea che il tondello fosse già scifato prima della coniatura, ma l'esistenza di caso con doppia impronta, per rari che siano, mi ha obbligato a mutare parere.
    2 punti
  14. E stata la prima moneta ad entrare a far parte della mia collezione, è un po' come la "numero uno" di Paperon de Paperoni, una sorta di portafortuna. E in assoluto, a mio avviso la più bella realizzazione del Regno. Renato
    2 punti
  15. Salve gente! è da una vita che non apro una discussione :D Sono tornato da pochi giorni dalla Turchia e purtroppo ho trovato poco o nulla di monete. Però un giorno ad una bancarella, che vendeva un po' di tutto, mi è saltato all'occhio questo set di vecchie lire turche. Mi è piaciuto subito e l'ho comprato (visto anche il prezzo contrattato: 6 lire turche. Poco più di 2 euro). Ora però non so se togliere le monete dal set e metterle nell'album o tenere la "divisionale" così com'è (devo dire che non è male esteticamente). Però c'è anche da dire che rimanendo nella plastica le monete rischiano di rovinarsi. Pareri?
    1 punto
  16. La patinatura di questa moneta mi affascina, con toni irridescenti al rovescio. Una buona serata a tutti
    1 punto
  17. altro che monetiere, secondo me le hai ricoperte di Crudo di Parma e inserite in una tigella per 4 anni Sergio
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  18. Consiglio di proseguire sul thread apposito "ORRORI DI CONIO" , come consigliato da Luca 1984 , e di inserire li ogni moneta dubbia o con errori accertati, grazie :good:
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  19. @@Savste86 Non tantissimi gradi ma sicuramente interessante, complimenti.................... :good: Per comodità allego io l'immagine dal download
    1 punto
  20. Ciao. "Lo sbaglio che io ritengo sia stato fatto con il GdN è stato propio il fatto che una ditta che commercia nel settore abbia voluto intraprendere questa avventura e quindi non avere le spalle coperte e purtroppo doverci rimettere, quindi chiudendo la rivista." Sarà. Anche se l'editore del GdN è tutt'altro che un operatore sprovveduto o alle prime armi o con pochi mezzi. Francamente, non vedo però il motivo per il quale una testata in perdita dovrebbe essere sostenuta dall'attivo di altre testate dello stesso editore che invece vanno bene. In buona sostanza, occorrerebbe capire se ci sono i numeri per sostenere, in autonomia, una Rivista del nostro settore, senza sperare che lo facciano altre riviste di uno stesso gruppo, che trattano di uncinetto piuttosto che di pesca sportiva o di gossip; ultimamente, la perdita di circa 2/3 dei lettori paganti del GdN sembrerebbe dimostrare che i numeri non ci sono, e bene ha fatto l'Editore, che non si capisce per quale motivo dovrebbe lavorare in perdita o perchè dovrebbe sovvenzionare la Rivista con i profitti provenenti da altri settori, a chiudere la testata cartacea. Se poi la Rivista, così come veniva pubblicata, non piace più o non interessa più, se ne discuta e si propongano dei correttivi, che siano però realizzabili, sostenibili e compatibili con un prodotto editoriale di mercato, e non si propongano correttivi (tipo ad esempio la spedizione dei fascicoli con corriere o con raccomandata agli abbonati), che la porrebbero inevitabilmente al di fuori di abituali logiche di prezzo e di mercato. Apportate le eventuali correzioni ritenute utii, bisognerà però poi comprarla questa benedetta Rivista. Altrimenti possiamo anche essere dispiaciuti che non ci sia più (è ovvio che sia lecito dispiacersi...), ma la situazione non potrà cambiare, perchè nessun imprenditore avvia un progetto editoriale per perderci o con l'intento di ripianare i debiti che accumula con questa iniziativa attingendo alle risorse che gli provengono da altri assets. Una modalità gestionale sifatta mi pare evidente che non sia "sana" e che, in breve, sarebbe destinata alla chiusura. Quanto ai contributi pubblici all'editoria, non credo che questa tipologia di periodici goda di sovvenzioni. Per quanto, anche solo pensare che una Rivista di numismatica debba sostentarsi con i contributi pubblici, dovrebbe come minimo provocare un certo "imbarazzo" a noi lettori. Per concludere, la mia sensazione è che se mai rivedremo una Rivista cartacea nazionale, ciò dipenderà esclusivamente dal numero di lettori disposti a pagare per abbonarsi o per acquistarla in edicola. Finchè questo numero non sarà sufficente a remunerare l'investimento, non si capisce perchè dovrebbe esserci qualcuno tanto pazzo da rimetterci, per permettere a pochi di noi appassionati di numismatica (e disposti a pagare), di leggere una Rivista di settore. Saluti. M.
    1 punto
  21. questa è la mia piccola preferita.
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  22. @@grosso di libri ve ne sono parecchi, qui elenco quelli a me noti e di mia abituale consultazione. In lingua italiana per le monete delle città della sicilia; sono un po datati ma ancora abbastanza citati: ( limitati nel presentare monete che al tempo risultavano di incerta attribuzione o errata.) Cirami; " La monetazione Greca della Sicilia antica" 1959 Gabrici " La monetazione di Bronzo della Sicilia antica" 1927 Salinas " Le monete delle antiche città di Sicilia" 1867 Sambon" Recherches sur les Monnaies de la Presqu'ile Italique depui leur origine Jasqu'a la Bataille d'Actium "1870 (in francese) Garrucci" Le monete dell'Italia antica "1885 Ve ne sono molte altre in lingua straniera Per restare in casa, cito in ordine di tempo gli studiosi: Dott. Calciati ed il Dott.Campana, . Dott. Calciati è l'autore del "Corpus Nummorum Italicorum" Milano 1983/87. Ha prodotto i tre corposi volumi citati. In questi trovi tutte le monete di bronzo coniate dalle città, dai mercenari e dalle isole ed altro, e le monete contromarcate ecc. della Sicilia antica. Dott. Campana è l' autore del" Corpus Nummorum Antiquae Italiae (zecche minori)" monografie che narrano/descrivano/elencano la storia delle città e delle monete coniate non solo della Sicilia., ma anche dalle citta dell'italia antica. Vennero pubblicate, e allegate come inserti mensilmente nella rivista Panorama Numismatico. Le Monografie riguardano tutte le piccole città; non le grandi; Notizie utilissime, per la storia delle città e le immagini delle monete, al neo collezionista. Le monografie del Dott. Campana come inserti della rivista terminariono nel 1999 se non vado errato. ( non vorrei sbagliarmi con le date? e il Dott. Campana mi perdonerà se ho detto inesattezze) ora le monografie le potresti trovare comperando i numeri arretrati della rivista citata. altri: Mini " Monete di bronzo della Sicilia antica" 1979 Catalli " Monete Etrusche" 1998 mi scuso per chi non conosco e meriterebbe essere citato. Della monetazione Siculo Punica appassionante è la ricerca. Non tutti gli studiosi concordano nelle attribuzioni date. Le mie fonti sono: 1) Ministero dei Beni Culturalie Ambientali-- Bollettino di Numismatica --Monografia-- Monete Puniche Nelle collezioni Italiane "Parte I" Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Di Enrico Aquaro " Studi e ricerche di numismatica Punica" Roma, Museo Nazionale Romano Siracusa, Museo Archeologico Nazionale. 2)Ministero dei Beni Culturalie Ambientali--Bollettino di Numismatica --Monografia--Monete Puniche Nelle collezioni Italiane "Parte II " Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Di Enrico Aquaro " Monete Puniche nelle collezioni Italiane" Parte Seconda Enna, Museo Comunale "G. Alessi" Roma, Collezione Viola. (monete puniche) 3)Comune di Milano. Ripartizione spettacolo e cultura. 1979 La Monetazione Punica Civiche raccolte Numismatiche Vi sono altre pubblicazioni sul tema che al momento non mi sovvengono... mi viene in mente un nome ..Piras per la monetazione Sardo/Punica. ( il Calciati parla di monete Cartaginesi nel terzo volume da pag. 371 a pag. 399); ed il Mini da pag. 453 a pag. 463 molto succintamente. altri amici potranno aggiungere altri autori. Ciao Pietro
    1 punto
  23. grazie mille @vaio4ever. Attendo allora il secondo modulo con la seconda parte della programmazione. :)
    1 punto
  24. @@vaio4ever Le tirature dei commemorativi sono nelle pagine specifiche . Spero sia solo temporanea come cosa, perchè lasciarli in tabella insieme agli altri sarebbe stato l'ideale .
    1 punto
  25. perche quello e un sito fatto coi piedi :blum: guarda qui, questo e la bibbia per gli affamati sterlinomani come me... www.goldsovereigns.co.uk
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  26. 1 punto
  27. Bingo ! Confermo l'identificazione : è il fregio da berretto della Regia aeronautica. Saluti. @@vwgolf
    1 punto
  28. Tutte le monete in rame della Repubblica Napoletana senza sigle sono indiscutibilmente dei falsi d'epoca. Questo posso garantirtelo. Appena Angel avrà la possibilità di postare immagini più dettagliate potremo verificare con certezza. In passato mi sono capitati anche falsi d'epoca con sigle inventate e non corrispondenti ad alcun ufficiale di zecca.
    1 punto
  29. Una medaglia-omnibus, predisposta per essere assegnata in varie occasioni, bastava incidere il nome dell'evento al verso, oltre alla data ed eventualmente il nome del premiato. Esistono anche oggi, soprattutto nel campo dello sport. Può sorprendere il volto del Sovrano posto al recto, ma la monarchia sabauda era da poco tempo alla guida del Paese ed era un modo per veicolare il volto dei regnanti. Le fronde che si intrecciano e compongono una corona potevano variare, a seconda del tipo di avvenimento da commemorare : ulivo, alloro, quercia e più raramente quelle di palma. Quelle di quercia erano in genere destinate alle medaglie militari (come tuttora avviene) @@pottone1991 1991
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  30. Questo è il più bel Testone di Cosimo III del 1676 variante busto grande (capelli diversi) con i due punti in legenda uscito su aste. discreto, ma non con i fondi lucenti e rilievi nitidi, direì uno splendido+. non per farmi gli elogi, ma modestamente a quel che vedo ho il più bello!!!!!!!!!!!!!!!!! (che gasatooo) ehheee mi diverto male così saluti agli amici
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  31. Ciao @@MicheleTN, prova questo sito: www.acsearch.info Saluti
    1 punto
  32. Anch'io ho pensato subito alla fontana... Considerando anche che è tedesca, è molto probabile l'ipotesi di un turista che l'ha lanciata in una fontana.
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  33. con un po' di sconticino si chiuderebbe un bel affare, la moneta è messa abbastanza bene, SPL per me.
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  34. Io ho invece a casa ho trovato quelle che davano con la cioccolata :rofl:
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  35. E' la prima volta che vedo una cosa del genere, devo dire che sono rimasto affascinato da questo singolare oggetto. Ho anche stampato la pagina di Wikipedia :D Quindi possiamo definire questo bracciale una sorta di moneta, ma veniva utilizzata in forma di baratto? Premetto che ho cercato qualcosa a riguardo anche sull'enciclopedia cartacea della Rizzoli senza aver trovato nulla. La pagina di Wikipedia non attribuisce un valore fisso a questo bracciale , ma dice solo che con esso hanno iniziato ad acquistare schiavi nelle Americhe Il console britannico Fernando Po Afferma che c'erano 5 diversi bracciali in uso in Nigeria, ovvero L' Antony Manilla era buona in tutti i mercati interni, il Congo Simgolo era buono solo a mercato Opungo, Onadoo era il migliore per Old Calabar, Igbo era utilizzabile tra Bonny New Kalabari e il regno di Okrika, il Finniman Fawfinna era in uso in Juju Town e mercato Qua ma aveva solo la metà del valore della Antony e la Cutta Antony era valutata dal popolo a Umballa . Quindi possiamo dire che ogni bracciale aveva un suo valore in base al luogo dove veniva utilizzato giusto? Quindi facendo un piccolo esempio se io possedevo l'Onadoo veniva usufruito al meglio solo per Old Calabar, e se possedevo Il Congo Simgolo potevo spendere solo al mercato Opungo. Una sorta di buono sconto dei mercati insomma :rolleyes:
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  36. occorrerebbero più indicazioni tipo peso e diametro le monete romane più "simili" ma con dubbio potrebbero essere della monetazione romano campana...
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  37. Eccola la mia!! non vale nulla, inoltre a confronto con le vostre viene da ridere.. ma è stata la prima è per me ha un valore altissimo ^_^
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  38. Non puoi postare monete trovate nello stato di emissione con tiratura superiore a 4.000.000 a meno che esse non siano news ;)
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  39. Caro @@dizzeta ehm, non credo che ti riferissi solo a Teofrasto, vero? Lo so e me ne rendo conto, ma è molto difficile dire in poche parole (forse sempre troppe per un post) cose su cui si sono lette (e qualche volta scritte) innumerevoli pagine. E quasi sempre si finisce col rimanere oscuri. Posso solo scusarmi dicendo che io ci provo ad evitarlo, in tutta sincerità, anche se in genere non ci riesco. Caro @@teofrasto, intanto scusami per non averti quasi neppure salutato dopo tanto tempo, ma quando leggo qualcosa che mi interessa parto in tromba, dimenticandomi perfino dell'educazione. Venendo al punto, non ho nessuna ragione di mettere in dubbio quanto dici, anzi mi sembra ovvio, da quanto hai scritto, che la prima moneta cremonese valesse un quarto dell'imperiale. Non è questo l'aspetto su cui eccepivo, quello su cui eccepivo è che questa moneta potesse essere considerata un sottomultiplo 'fisso' dell'imperiale. Si trattava pur sempre di due valute diverse, e lo stesso imperatore, se come dici fu probabilmente lui ad imporlo, avrebbe potuto cambiarlo di punto in bianco, portandolo a 1:6 e così fregando, ad esempio, tutti quanti avevano cambiato imperiali in cremonesi. Questo è quanto volevo dire. Il motivo per cui ho sollevato la questione è che non si tratta di una differenza di poco conto. La produzione da parte di una zecca di nominali diversi in rapporto fisso fra di loro e quindi realmente interscambiabili nei pagamenti, senza che uno dei due si svalutasse immediatamente rispetto all'altro, è un problema tutt'altro che semplice, e richiede conoscenze monetarie piuttosto avanzate, tanto che due economisti, uno dei quali premio Nobel, ci hanno scritto sopra un'intero libro: Sargent & Velde, The big probem of small change, Princeton 2003. Pensando che la domanda iniziale volesse alludere al l'elevato livello di conoscenze necessarie per far circolare tali sottomultipli, e quindi al merito di chi lo ha fatto per primo, ho pensato di puntualizzare che a mio avviso il cremonese, così come il piacentino ma anche il veronese etc. non potevano considerarsi sottomultipli fissi, tutto lì. Ma si tratta comunque di una questione marginale, rispetto ad altri aspetti che mi pare si stiano discutendo, Andreas
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  40. Salve, sono stato all'isola dei musei di Berlino ed ho fotografato delle bellissime monete antiche. Sono davvero tante, in alta risoluzione e quindi ho deciso di fare un archivio zip che potete facilmente decomprimere Ogni immagine contiene più monete. Le foto sono ad alta definizione, quindi è possibile ingrandire la foto per vedere i dettagli delle singole monete. In alcuni casi, pochissimi, le immagini sono venute un pò mosse o sovraesposte, pertanto la qualità non è buona, ma si è deciso di inserirle lo stesso per completezza. Sono le monete presenti in tutti i musei dell'isola dei musei che le espongono, le prime 6 sono del museo egizio Neues, dalla settima (DSCN6126.JPG) al sarcofago di monete d'argento (DSCN6233.JPG) è l'enorme collezione del Bode Museum, dall'immagine successiva (DSCN6255.JPG) alla fine ci sono le monete dell'Altes museum. La collezione è completa, cioè dovrebbero esserci tutti i pezzi espostiil 15 agosto 2014, per questo motivo non ho voluto cancellare quelle poche immagini venute mosse o sovraesposte, perchè così ci sono tutte Il file sarà disponibile solo per un periodo limitato. Si raccomanda di caricarlo in piattaforme di condivisione, dove è possibile caricare file di grandi dimensioni e poi rilasciare link per scaricarli. Il file è grande 766,38 MB Per scaricarlo: http://monetebanconote.altervista.org/monete.zip vi chiedo solo di caricarlo anche in altre piattaforme di condivisione, perchè altervista ha una banda limitata e quindi dopo una ventina di download potrebbe esaurire la banda mensile di traffico e bloccare temporanemente il download TUTTE LE FOTO, ed il file stesso, SONO DI PUBBLICO DOMINIO, usatele come meglio vi pare, in qualsiasi modo ed in qualsiasi modifica nota: l'utente INCUSO ha messo una copia qui casomai ci fossero problemi a scaricare il file: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/tmp/monete.zip
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  41. Buona Domenica Una moneta, soprattutto per noi italiani, è stata la moneta per antonomasia: la LIRA. Ebbene la lira, retaggio della libbra, venne adottata come moneta di conto da tanti stati; era però una moneta "fantasma", cioè una moneta che non esisteva se non sulla carta, serviva giusto come unità di conto. Venezia per prima, sotto il dogato di Nicolò Tron (1471 -1473) finalmente la coniò (Lira Tron). Da ora in poi la lira non sarebbe più stata, per tanti stati e tante monetazioni, una moneta "fantasma". Peso medio = gr.6,52 Argento titolo = 0,948 Altra particolarità è che la moneta riporta il ritratto del doge, unico caso conclamato nella monetazione veneziana, unitamente al bagattino coniato sotto lo stesso doge. (Sappiamo però che qualche altra moneta, sebbene non ufficialmente, riporta il ritratto del doge sotto la quale fu coniata). Alla morte del doge Tron la lira cambia aspetto; non é tollerabile che un doge abbia la propria effige su una moneta.... "non è cosa degna di una repubblica", disse il senato veneziano; "i monarchi ed i signori si fanno ritrarre su una moneta, non il doge di Venezia, che rappresenta il potere dello stato e non il suo personale". Quindi, ecco che la lira cambia aspetto; siamo sotto il dogato di Pietro Mocenigo (1474 - 1476) ed a lui il ritratto non lo mettono sulla moneta! Peso medio = gr.6,52 Argento titolo = 0,948 La Lira mantenne naturalmente la parità fissata di 20 soldi, come lo era la Lira virtuale di conto e tale resterà fino al dogato di Andrea Gritti (1523 - 1538), ma dal suo successore, Pietro Lando (1539 - 1545), per via della svalutazione, di soldi ce ne volevano 24 per fare una lira. saluti luciano
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  42. @@acraf come ben detto da Alberto nel post precedente,la decentratura che si può notare in questo caso nelle due monete del post # 93 è dovuta alla rottura del conio; difatti nello specifico il metallo tende a riempire gli spazi vuoti della rottura assorbendo più metallo che naturalmente viene a mancare dall'altro lato e non fa espandere bene il tondello causando proprio la decentratura,esiste poi la decentratura da cattiva posizionatura del tondello o dei coni Saluti Babelone
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  43. @@picchio una volta scrisse che le monete per Lui si dividono in due categorie: Quelle che gli piacciono, e quelle che non gli piacciono. Una moneta può essere bella e accattivante anche in bassa conservazione. Diverse volte ho definito dei BB così belli ed affascinanti che "trafiggono il cuore". Guardatevi la corrente asta Varesi 65; Monete davvero affascinanti, ad esempio per Napoli, che seppur in bassa conservazione valgono ampiamente l'acquisto. Tra 80€ per questo esemplare (ma chieda lo sconto, di questi tempi non si rifiuta quasi mai ;) ) e orientativamente intorno ai 400€ (a patto di incontrare il buon samaritano numismatico) per una moneta non circolata (il FdC su di uno scudo è arduo davvero, ed inflazionato dai "fdc commerciali" che sciorinano a bizzeffe oggi) ce ne passa... Quanto al "colpo", mi sembra più un difetto del tondello che ha intaccato la superficie del ciglio che un colpetto. Non si nota alcun rialzo del metallo ma invece è chiaramente visibile una incisione netta e secca, quasi fosse un tipico "strappo" tanto comune in altre monetazioni. In ogni caso, non mi sembra così deturpante da sminuirne la gradevolezza finale. Son monete che quasi regolarmente presentano problemi al bordo. per cui, se le piace, contatti il venditore ;)
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  44. Partecipo anch'io con una monetina molto comune.
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  45. E' da qualche tempo che ho in mente di scrivere qualcosa di più su questo tema, ma con quattro collezioni/ripostigli da studiare, per un totale ormai di 2500 monete, non mi resta più neppure il tempo di pisciare..... Ma prima o poi voglio farlo! Solo che mi piacerebbe trovare anche un esempio ufficiale. Il Manuele postato è di Turnovo. Ci vogliono dei disegnini, sezioni del conio con inserita la sezione della moneta, in modo da far vedere le posizioni necessarie e quelle possibili: insomma, il Kamasutra della coniazione del trachy.... Se il conio d'incudine fosse convesso, sarebbe inevitabile con una prima operazione produrre il tondello scifato e con la seconda (doppia in quanto basculata) l'impronta. Vorrei proprio sapere Bendall a collocare su un conio convesso un tondello piano facendo sì che se ne stia buono in equilibrio! Dunque un conio convesso implica un tondello già conico: ma se per dimenticanza resta sul conio la moneta precedente, lo spessore che crea impedirebbe di posizionare il tondello successivo e quindi non si produrrebbe una moneta con una faccia incusa. I due esempi postati implicano tre cose: 1) il conio d'incudine è concavo 2) il flan è piano e non scifato, come avevo supposto inizialmente 3) la battitura del trachy avviene con un'unica operazione fatta con due botte (senza spaventare nessun gatto :blum: ) su un conio di martello basculante. La forma migliore è con un conio di martello con il corpo di battitura pentagonale o trapezoidale, ma senza fare dei disegni diventa difficile spiegarlo. Un conio di martello siffatto permette una doppia coniatura velocissima, ma a scapito di un certo slittamento della parte destra dell'impronta su quella sinistra, che è esattamente ciò che avviene nel trachy di mistura (ma non nella moneta d'oro, dimostrazione che la tecnica di produzione era diversa).... Alla fine l'ho fatto il disegnino.....
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  46. Ciao a tutti..ecco una porta ..senza archetti ...... :pleasantry: .peso 0.48g
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  47. Taglio: 2 euro cc Nazione: germania f Anno: 2010 Tiratura: 7.200.000 Condizioni: BB Regione: Puglia
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  48. In questo ferragosto per me piovoso occorre in qualche modo occupare il tempo, no? E allora in attesa di leggere ...ho viaggiato un po' con la fantasia ... Sono secoli che si discute sul significato del simbolo dei denari di cui stiamo parlando:castello a tre torri, porta urbica, imago civitas, archi del palazzo vescovile dove si tenevano le assemblee pubbliche, io ne voglio aggiungere un altro: una M rovesciata in alto e una B coricata in basso unite a formare un monogramma che per me rappresenta gioie e dolori (gioia nel leggere i post di MB e dolori quando mi fa venire in mente la conservazione delle mie monetine). E allora in questo delirio forse provocato dall'alcool ho cercato di vedere cosa c'è dietro ...sì! S'è aperta! Ne è subito uscito uno che si è messo a cambiare le monete antiche in euro, un altro che cercava un'imbarcazione per andare a Chios dov'era sepolto il suo tesoro, un altro ancora voleva terminare i suoi "annali" perché stufo degli improperi che i moderni gli lanciavano per non aver scritto niente sulla nascita del genovino d'oro , un altro ancora che insisteva che le indie erano sue ...insomma una folla di genovesi che gridavano ognuno il proprio mugugno ....ho richiuso subito ...finalmente un po' di pace.....
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  49. Allora questa è la sigla CA sui coronati: Io vedo una C gotica (o se volete CI in legatura (?) ) intrecciata con una A. Bellissimo monogramma.
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  50. Non è la più rara, non è la più costosa ma è una delle monete cui sono più affezionato. Regno d'Italia Napoleone I Assedio Austriaco a Zara (Ottobre - Dicembre 1813) 4 Once 1813 Zara Arg. Grammi 118,915 diametro 53,99 mm D/ in losanga grande (29,35 mm) ZARA // 1813 ai lati di aquila imperiale coronata a destra con ali spiegate Rv: nel campo in quadrato (19,43 mm) al centro 4. 0. - ___ - 18.F 40.C, intorno all'incavo della battitura escrescenza circolare, si conosce solo per questo tipo. Contorno : contromarche in incuso SP MF (capovolto) SB Moneta splendida e molto rara Provenienza: ex Notaio Giovanni Battista Bolgeri Milano ex Asta Santamaria Monete e Medaglie Napoleoniche, Roma 27 maggio 1926; lotto 117 per £. 1.500 (C1) Pagani 311a, VG 2319b, CNI 2, DP 869, Davenport 47. note: tondello di forte spessore 5,08mm E' una storia un pò particolare, intima che condivido volentieri con i miei amici del forum. Questa moneta fu acquistata dal mio avo; stava già molto male e sarebbe mancato da li a pochi mesi. Tutti i giorni redigeva un diario della sua malattia (una forma di malaria contratta andando a caccia in Africa) con piccole note - tipico dei notai - e quando riusci ad aggiudicarsi la moneta a £. 1.500 + 10% di diritti, (sapeva che non avrebbe più avuto molto da vivere) scrisse: "oggi sono felice, finalmente" - fece uno schizzo della moneta sul libricino nero della malattia. "Ravanando" (non credo sia italiano ma dialetto casalingo) nella casa in campagna trovai il diario, lo lessi e quando trovai la nota mi prese una sensazione strana, irripetibile; tra la felicità e lo sconforto. Pensai ai 40 anni che lo "zio Bista", come lo chiamiamo in casa, dette la caccia a questa moneta ... sempre troppo cara per essere una moneta (così scriveva tutte le volte che non si aggiudicava un lotto !), e solo al tramonto della sua vita si decise a far si che non fosse più troppo cara. Su questa moneta scrisse un'accorata lettera alla Domenica del Corriere (mai pubblicata) per rivendicare l'italianità della Dalmazia. Scritta assai bene ed, in bella calligrafia ma i contenuti erano probabilmente eccessivi per essere pubblicati. Per farvela breve, quando 35 anni fa rimisi in ordine la collezione dello "zio Bista" ... fu la prima moneta che vidi e ... (perdonatemi, mi vengono le lacrime agli occhi), e cercai al meglio di meritarmi i libri, gli scritti e le ultime monete scampate alle seconda guerra mondiale. Un giorno venderò collezione, è inevitabile per un collezionista prima che sia buttata al vento da eredi insapienti, ma non questa, questa no; come dico gli anglosassoni : "everything but ..." questo è il mio but.
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