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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/17/14 in tutte le aree
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Lista espositori al convegno numismatico partenopeo 26, 27 e 28 settembre Numismatica Salentina di Esposito (Tricase - LE) Numismatica Eugubium (Gubbio - PG) Numismatica Picena (San Benedetto del Tronto - AP) Numismatica Katane (Catania) Trinca Sante (Albano Laziale - RM) Hatria Numismatica di Christian Andreani (Giulianova - TE) Numismatica Moruzzi (Roma) Numismatica Felsinea (Bologna) Inasta (Repubblica di San Marino) Numismatica Pietro Paolo Testa (Pulsano - TA) Sergio Aiello (Napoli) Numismatica Straziota Michele (Casamassima- BA) Numismatica Mazzarino (Villa d'Agri di Marsicovetere PZ) Numismatica Cavaliere (Seregno - MB) Numismatica Lucio Raponi (Maiolati Spontini - AN) Numismatica Giacomo Valente (Varese) Numismatica Bassani (Ravenna) Numismatica Cavedoni MCN (Firenze) Numismatica Pratesi Luca (Siena) Numismatica Montenegro (Torino) Numismatica Rennella (Aversa - CE) Re Mida di Palladino Maria Dafne (Campobasso) Roman Phil (Roma - Napoli) Loris Zanirato (Torino) Nomisma SPA (Repubblica di San Marino) Libreria Classica Editrice Diana (Cassino - FR) Adolfo Modesti e Stefano Bertuzzi (Roma) Numismatica Eugenio De Angelis (Roma) Omnia Arte (Napoli) Vincenzo D'Amico (Nocera Superiore - SA)10 punti
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Infatti, prova a chiedere a chi ha acquistato il "Gronchi rosa" per tre o quattro milioni (lire) e cosa vale adesso. E' la storia, la cultura il vero investimento che aumenta con gli anni, se aumentano anche i soldi ben venga; ma i soldi non sono lo scopo primario del VERO collezionista. Faccio un esempio: un mio carissimo amico possiede il secondo decreto delle 1000 lire con matrice 09/12/1899 (parliamo di banconote) pezzo giudicato unico. Gli sono stati offerti tantissimi soldi, molti di più di quelli spesi per l'acquisto e la sua risposta è stata: "Se vendo la banconota mi rimane un buco vuoto, i soldi che prendo non servirebbero a ricomprarla perché non ce né un'altra, per cui me la tengo." Questo , per me, è lo spirito del VERO collezionista. Per passione non per denaro.5 punti
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Siamo presenti anche sul quotidiano Il Mattino (Napoli) a pag. 44. Ecco alcuni articoli a firma Cicatelli F., vabbè, hanno evidenziato il solito luogo comune del valore delle vecchie lire ................ l'importante è esserci! :rofl:4 punti
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Lunga ed interessante è la storia di questa piccola zecca gestita dai fratelli Mazzetti. Il Bobba & Vergano dedica varie pagine (p.66-90): I fratelli Mazzetti ebbero il diritto di battere moneta nel 1487 per concessione imperiale (secondo quanto risulta da un inventario citato dal Promis in Monete dei Radicati e dei Mazzetti, Torino, 1860, p. 26): "li Massetti signori di Frinco dalle investiture del 1487 ottennerro da Cesare il privilegio di batter monete d'oro e d'argento colla impressione e marche d'essi signori...". Pare che solo nella seconda metà del secolo XVI i Mazzetti abbiano usufruito dell'importante privilegio. Ma in lettere del 13 maggio 1581 il Duca di Savoia proibiva il corso e transito per il Piemonte delle monete basse di Frinco, con minaccia di confisca e di multa di duecento scudi a chi ne portasse. Il commercio e il traffico di monete false doveva infatti essere molto lucroso, tant'è che queste attraversano spesso i confini Lombardi e della Serenissima. Fu proprio quest'ultima ad intraprendere una vera e proprio indagine, inviando un certo Priuli in quei di Asti, per indagare sull'operato dei Mazzetti. Il Vergano Bobba riporta parecchie delle lettere del Priuli dove si dimostrava l'attività di falsari dei Mazzetti, che gli costò la condanna a morte per decapitazione da parte della Serenissima, ai due fratelli così come agli zecchieri che operavano nel castello di Frinco. Presso l'Archivio Storico di Asti ho trovato una: "Givstificatione del Sig.Giulio Cesare di Frinco al Sereniss. Senato Veneto", conservata in duplice copia, dove i Mazzetti cercano di negare l'evidenza e di dimostrare la propria innocenza. Al di là di questo, ancora il Vergano Bobba scrive che le monete uscite dalla zecca di Frinco sono ora considerate di altissimo valore dai numismatici per la loro rarità e riporta 63 tipi di monete uscite da quella zecca, di cui almeno 52 sono delle contraffazioni! Spero di fare cosa gradita proponendo di seguito sei di queste monete, trovate sul catalogo d'Asta Varesi n. 64, del 29 aprile 2014. 1) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Bianco al tipo di quello di Casale. D/ Croce ornata R/ Stemma coronato. CNI 7/10 MIR 609 Mi g 4,03 Rarissima q.BB 2) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Giulio s.d. al tipo di quello papale per Bologna. D/ Leone con vessillo R/ Busto barbuto di Pontefice. CNI 3/6 MIR 608 Ag g 4,41 Rarissima MB 3) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Grosso 1585 ai tipo di quello di Francia. D/ Grande H coronata e accantonata da gigli R/ Croce con gigli alle estremità. CNI 18/19 MIR 612/3 Mi g 3,14 Rarissima SPL 4) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Grosso Dozzeno s.d. al tipo di quello francese. D/ Stemma coronato affiancato da iniziali C coronate R/ Croce con due corone e due delfini a guisa di C nei quarti. CNI 24/26 MIR 620 Mi g 2,44 Rarissima BB 5) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Parpagliola al tipo di Parma. D/ Testa galeata di Pallade R/ Busto di Alessandro Farnese. CNI 42 MIR 623 Mi g 1,42 Estremamente rara q.SPL 6) FRINCO ANONIME CONSORTILI (1581-1601) Parpagliola al tipo di Piacenza. D/ Busti accollati di Ottavio ed Antonio Farnese R/ Minerva seduta. CNI 37/41 MIR 622 Mi g 2,11 Molto rara BB3 punti
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Un saluto a tutti gli utenti del forum, colgo l'occasione per salutare e ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, ascoltato, e tanto ancora, sperando doi essere stato utile a qualcuno pure io. 10 anni, sembra ieri che mi sono imbattuto nel forum e mi sono iscritto. Ho conosciuto nuovi amici e ho scambiato opinioni, ho fatto molti scambi, ho partecipato a una "razzia" e ho imparato molto. Pochi sono i miei interventi, preferisco ascoltare ( o leggere in questo caso) al contrario di altri, e se scrivo cercò di essere sicuro di ciò che dico. Spero di poter riesumare questo post tra 10 anni e auguro un buon forum abtutti. GRAZIE Alberto3 punti
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Caro fofo, gran belle monete quelle mostrate ma attento a non dire "inesattezze". Nonostante ogni zecca in ogni tempo abbia presentato peculiarità, alcune cose possono essere assodate nel periodo Seicento-Ottocento. 1) Tutte le monete d'argento nascevano bianche, anzi il "bianchimento" era una tecnica per aumentare la lucentezza superficiale degli esemplari appena coniati. 2) Qualsiasi patina è una reazione chimica tra argento e composti di idoneo potenziale redox (ossido-riduttivo): in genere ossigeno e zolfo (da non confondere con le concrezioni, mineralizzazioni superficiali dovute al rame presente in lega con l'argento, che forma composti con ossigeno, cloro, bicarbonati, solfuri ...). 3) E' bensì vero che un metallo caldo reagisce più rapidamente con l'ossigeno o lo zolfo ed è esperienza comune che riscaldando l'argento diventa scuro o "arc-en-ciel", in genere a causa delle impurità che ossidano (vedi sopra). Tuttavia i tondelli nell'epoca di cui parliamo non venivano preventivamente scaldati (come invece per parte della monetazione greca classica) ma erano battuti a freddo (!). Oltretutto monete come le piastre di Cosimo II credo fossero coniate tramite conii rotanti od oscillanti su lamine di metallo poi ritagliate (con appositi taglioli). 4) Non confondiamo conii e punzoni. Il punzone serve ad improntare il conio ed era ricavato da una matrice originaria. Il tondello viene battuto dal conio, non dal punzone. 5) Il termine "fondo specchio" va riservato a tondelli opportunamente lucidati e poi coniati, e riguarda la monetazione di zecche non italiane nel XIX secolo, e italiane molto più tardivamente. Il termine "ghiaccio" caro a vari commercianti, definisce monete a "fondo lucido" e con evidente lustro di conio (come bene ha detto magellano83), in genere brillante (se coperto da patina, dunque non "lavata", la moneta non può essere definita con fondi gergalmente chiamati "ghiaccio", per ovvie ragioni). 5) Le monete di cui sopra ("ghiaccio") sono sempre "lavate", perchè l'argento scurisce spontaneamente, specie dopo secoli. Concordo appieno che trattamenti prolungati e ripetuti con liquidi per l'argento sono riconoscibili (ad esempio i particolari divengono meno netti e "taglienti") ma trattamenti ben fatti non lo sono (salvo prendere atto dagli effetti sull'argento divenuto brillante; un'ipotesi alternativa è la conservazione sulla luna o altro ambiente anaerobico). P.S. a proposito di patine iridescenti: se una moneta le presenta consiglio di controllare se vi siano chiari aspetti a tipo "condensazione" (macchie a bordi arrotondati più chiare) che rappresentano un segno evidente di patina ricreata artificialmente (es. patina da "uovo sodo", già richiamata in questa sede!). ;)3 punti
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Non fa parte della mia collezione, ma "Il grido della natura", meglio conosciuto come "l'Urlo" di Edvard Munch è il quadro che rappresenta meglio di qualsiasi altro lo smarrimento che provo davanti alla stupidità e alla crudeltà umana.3 punti
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Ricordo ancora il mio approccio commerciale con la numismatica. Ero a un mercatino... avevo da poco scoperto la bellezza delle monete grazie a una scatolina di monete di vari stati ed epoche che mi aveva dato mio nonno... in questo mercatino vedo una ciotola con dentro uno scintillante "cappellone" di Vittorio Emanuele III... lo compero dando tutto ciò che avevo messo da parte per quel giorno (ben 5.000 lire). Al banchetto dopo vedo un catalogo di monete dell'Alfa... lo sfoglio e vedo la quotazione... incredibile! ho fatto un affare! poi, subito dopo mi sento una strana morsa allo stomaco... e se avessi preso una fregatura? con il viso rosso tiro fuori la moneta e la faccio vedere al venditore del catalogo che fa un bel sorriso e mi dice che quella è una patacca e mi accompagna al banco dove l'avevo presa e dice al venditore: "vergognati! perchè gli hai venduto questa porcheria senza dirgli che era un riconio? ridagli le sue 5.000 lire". Sono tornato a casa, con 5.000 lire in tasca e con in regalo un catalogo di monete. Ero solo un bambino, ma posso dire con certezza che quella è stata la più bella lezione di numismatica a cui abbia mai preso parte.3 punti
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Ricordo che qualche tempo fa è stata posta almeno una volta una domanda perfettamente uguale. Ricordo anche la risposta che diedi, e che riporto qua: il ciclo naturale del collezionismo numismatico è il seguente: il collezionista compra le monete dai commerciante alla cifra X, accumula monete nel tempo e invecchia, poi a un certo punto muore, e gli eredi rivendono al commerciante alla cifra X-60/70/80/90% a seconda dei casi. Quindi le monete tornano sul mercato e il ciclo si ripete più o meno all'infinito. Ci sono anche altre alternative tipo che il collezionista si stufa prima di diventare vecchio, ma anche qui vige inderogabile la regola che rivendendo al commerciante ci perde quel buon x%.2 punti
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Il collezionismo numismatico non si fa per investimento. Se all'atto dell'acquisto pensiamo già al futuro ricavo abbiamo sbagliato settore. Io credo - e sono convinto che in tanti condividano - quando si acquista una moneta lo si fa perché ci piace, l'abbiamo inseguita, ecc.ecc. Per gli investimenti ci sono i lingotti, e altri prodotti finanziari.2 punti
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Mi ricordo quando 20 anni fa dicevano che le pellicce di visone e di non so che cosa, erano un investimento sicurissimo: se vai tra i mercatini ti trovi pellicce di qualunque bestiola a 150€ come max e per acquistarle nuove invece devi spendere migliaia di €. Il valore di mercato sì...ma ci vuole chi è disposto a spendere. Prendiamo la nostra passione per quello che è (cultura, arricchimento personale, passa tempo, ecc..) e tralasciamo il lato economico: non ho ancora sentito un vero collezionista dire "bèh ho comprato oggi questo a x € e non vedo l'ora che fra 5 anni lo rivenderò a 5volte x €".2 punti
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Molto probabilmente, il giornalista che ha scritto l'articolo, potrà essere ferrato su molti argomenti di economia ma sicuramente non è un collezionista di monete. Sembra di leggere quegli articoli che ogni tanto appaiono sul web dove tirando un cassetto in casa puoi trovare la moneta da 1000 euro. Sicuramente il collezionismo numismatico ha un suo ritorno economico. Io ho questa opinione sul valore della mia collezione e faccio un esempio: se avessi una moneta/banconota di cui il valore attuale, riportato da cataloghi e quant'altro, fosse 1000,00 euro, sarei contento; ma fintanto che non l'ho venduta, fintanto che non trovo qualcuno che mi dà 1000,00 euro, la mia moneta/banconota ha solo un valore virtuale-teorico. Quando ho in mano i soldi, fisicamente, posso dire con certezza il valore di quella moneta/banconota. Questa è la risposta che do ai vari interlocutori quando mi chiedono: "Quanto vale ?".2 punti
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E' sempre difficile avere certezze in merito alla circolazione monetaria di quasi un secolo fa, ma facendo un raffronto con quanto accade oggi possiamo immaginare che i tagli più piccoli (come il 5 cent, che può essere paragonabile agli spicciolini da 1 e 2 Eurocent di oggi) fossero maggiormente tesaurizzati proprio perchè di scarso valore. Anche oggi capita di ricevere di resto di resto fiammanti monetine da 1 e 2 cent e poi accantonarle in un cassetto. Chiaro che più aumenta il valore facciale della moneta più questo fenomeno si attenua. A questo vanno aggiunte le politiche di immissione in circolazione della moneta che possono cambiare di anno in anno. E' solo una supposizione, ma posso immaginare che delle apette dei primi anni sia stato mandato in circolazione il necessario e il resto immagazzinato nei caveau bancari e tenuto di scorta, mentre negli anni successivi quasi tutto il coniato venisse mandato in circolazione. Questo fa sì che le monete di certi anni si trovano per lo più circolate mentre quelle tesaurizzate sono rimaste in FDC. Sono solo ipotesi, ma non credo di andar troppo lontano dalla realtà dei fatti....2 punti
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Esatto. A questo punto occorrerebbe chiarire cosa si intende per collezionista. Se vogliamo definire collezionista ogni persona che conserva qualche moneta che gli pare "curiosa", allora credo che saremo anche largamente più di un milione, se invece si riduce il campo a coloro che hanno una logica collezionistica diventa estremamente complicato quantificare un numero. In questo caso, infatti, subentrano mille variabili, anche solamente soffermando l'analisi ai 2 Euro commemorativi. C'è chi colleziona tutto, chi per anno, chi per nazione, chi solo il circolato e chi un mix tra circolato e acquistato in Fdc, chi da rotolino e chi in folder... E spesso e volentieri, col passare degli anni, queste tipologie mutano, soprattutto nei neofiti che magari iniziano col circolato per poi passare al Fdc. Insomma, analizzare quanti siano coloro ai quali interessa una determinata tipologia di monetazione credo sia pressochè impossibile e senz'altro mutevole nel tempo.2 punti
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....apprezzare più la bellezza del conio.... Intorno a questo semplice pensiero si è sviluppata tutta la mia modesta collezione! Diamo al denaro l'importanza che merita, perché, a meno di non esser ricchi, ci costa fatica averne, quindi dovendo e potendo spendere 1500 euro con la testa e col cuore dovremmo portare a casa un piccolo capolavoro che esprima al massimo la bellezza che modellista e incisore hanno voluto rappresentare e trasmettere a chi quel tondello era destinato.2 punti
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Vorrei ritornare alla moneta principale oggetto di questa discussione: la piastra di Urbano VIII per Ferrara. Ho riguardato con attenzione le (non ottimali) immagini postate da ateniese e mi sono convinto, forse sbagliando, che la moneta sia autentica ma ritoccata. I fondi sembrano ripassati (pietra d'agata) e l'aspetto è più evidente nel campo di fronte alla testa del cavallo al R/, e davanti al profilo anteriore del volto papale al D/ (soprattutto davanti al profilo fronte-naso). Non si può escludere che alcuni particolari abbiano conosciuto il bulino! Resta una gran bella moneta ma, come ho detto sopra (e non tanto per diplomazia) è necessario un esame diretto e, senza voler entrare nello specifico, una perizia da parte di chi conosca bene la monetazione papale (non tutti i periti sanno tutto di tutto). Capisco le perplessità di ateniese: non vi è niente di peggio che il dubbio su una bella moneta (ed anche il mio non è che un parere) Per quanto riguarda i pedigree, il discorso porta lontano. Non infrequentemente compaiono in commercio collezioni che hanno una storia anche secolare o monete in passato vendute con trattativa privata: in quel caso è difficile la rintracciabilità degli esemplari stessi!2 punti
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Sempre Vermeule, nel 1971 avanzò l'ipotesi che quello dell'aquila non fosse un disegno orignale di Reich, e non fosse nemmeno americano, ma derivasse da un gettone prodotto in Inghilterra per la ditta di gioiellieri Mott di New York, e noto come Mott token. Il gettone, datato 1789, porta al dritto (ma quale sia davvero il dritto è questione anch'essa controversa) un orologio da tavolo, e al rovescio un'aquila che somiglia tremendamente a quella di Reich. Le iscrizioni, sia al dritto che al rovescio, parlano dei Mott come importatori, commercianti e produttori di articoli in oro e argento, in particolare orologi e gioielli. Ma la teoria di Vermeule venne successivamente contestata, sulla base di un ritrovamento di un Mott token riconiato su un Large cent del 1837-1839. Il gettone sarebbe dunque stato retrodatato, e in questo caso sarebbe stato l'ignoto autore dello stesso a copiare l'aquila sulla moneta, e non il contrario. Ma poi, altri misero in discussione l'autenticità del pezzo riconiato sul centesimo, altri ancora, facendo ricerche sulla ditta Mott, datarono il gettone agli anni 1820, ma qualcuno tornò a dar ragione a Vermeule, sostenendo che il token risalisse alla fine del '700. Insomma, un maledetto intreccio di ipotesi e opinioni che, se volete, potete provare a districare leggendo questo link http://www.coins.nd.edu/ColCoin/ColCoinIntros/Mott.intro.html che racconta nel dettaglio la storia del Mott token...io, per stasera, mi fermo qui petronius2 punti
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a me sembra un Obolo di Asti coniato da Carlo duca d'Orleans nel secondo periodo (1447-1465), questi i dati: D) crocetta e KAROLUS DUX ET C, croce fiorata accantonata da 4 punti R) corcetta e ARELIAN ET MEDI D, in centro AST fra due rette diametro mm16, gr.0,85-0,50 esistono varietà la legenda al dritto può essere KAROLUS DUX e al rovescio AURELIAN ET MLI D la N di AURELIAN può essere in caratteri gotici minuscoli o maiuscoli fonte ANTICHE ZECCHE DELLA PROVINCIA DI ASTI, Bobba-Vergano pag 312 punti
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durante il loro anno di conio, in tutti tre le nazioni, vi furono tre diversi capi di stato. i 3 imperatori in Germania (Guglielmo I, federico III, Guglielmo II), 3 re in Gran bretagna (George V, Edwaurd VIII, George VI), e 3 presidenti in USA (Hayes, garfield & anthur)2 punti
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Salve a tutti. Inizio questa discussione per parlare della cosiddetta "patina ghiacciata", ovvero quella patina chiara e fredda (a volte quasi bianca) che troviamo su alcune monete (poche in realtà). Qualcuno sa quale reazione chimica avvenga in superficie e cosa sia quel "bianco"? Non tanto per riprodurla quanto per conoscerla e saperla conservare al meglio. Posto la foto di una mio scudo ( la prima immagine) che presenta una piccola porzione di questa patina in basso e di un testone (non mio, ma in vendita sul noto sito) che è completamente "ghiacciato". E' come se questa tonalità sia un lustro di conio elevato alla decima. Sbizzarriamoci e postiamo foto di monete ghiacciate!1 punto
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Ciao @@GiovannaBellissima presentazione di Tagliacozzo e di come questi comuni grazie alla conservazione architettonica possano diventare ambite mete turistiche soprattutto in occasioni di feste e rievocazioni storiche. Ne approfitto per chiederti se puoi postare un filmato più lungo e dettagliato del grande Magister Monetae della Zecca di Viterbo, Marco Guglielmi; mi ha molto colpito la rievocazione della coniatura a martello1 punto
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Facciamo un esempio: Per quale motivo è stata coniata questa .... in che data.....e a quale biennale si riferisce ? .... non credo che è un compito facile.1 punto
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Ciao @@rada Dai uno sguardo alla pagina 3 dell'asta numismatica Canusina 7 vendita elettronica del 25/09/2014 - Asta attiva disponibile al seguente indirizzo www.deamoneta.com/auctions/index A fine asta puoi verificare il prezzo raggiunto o se sono rimaste invendute.1 punto
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Io uso una 6x per avere un quadro completo della moneta e un monocolo 10x (tipo quello dei gioiellieri) per studiarne i particolari. In realtà ne ho tante altre (2x, 3x, 3x con led, 5x, 20x, ecc.) anche se le mie preferite rimangono le prime due. Inoltre, quando ho la necessità di vedere i dettagli preferisco fotografare la moneta con la mia macchina digitale (16 Mega pixel) e ingrandire al computer la foto. Le lenti di ingrandimento le puoi trovare su ebay, dagli ottici, nei negozi di numismatica. Io consiglio di evitare internet e andare dritti presso un negozio così si ha la possibilità di provarla. A Veronafil ci sono parecchie bancarelle che offrono una vasta gamma di lenti. Le prime due le ho prese lì.1 punto
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Un puzzle aperto per chiunque di indovinare... qual è la connessione tra questi tre monete? ------------------------------------------------------------------------------- A puzzle open for anyone’s guess…what is the connection between these three coins? :D v.1 punto
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Beh....Fofo però ogni idea, ogni opinione deve essere sempre espressa con rispetto verso gli altri, mi raccomando....a volte capita che ognuno rimanga della propria idea, non è detto che uno deve convincere l'altro, l'importante è esprimere le proprie tesi sempre con pacatezza, poi ogni utente si farà la propria idea....il forum fornisce spunti per riflessioni che ognuno si farà....stasera esco e quindi occhio non posso intervenire :nea:, Mario1 punto
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immagine reale 2 euro croce rossa qui anche la cc BU http://collezionieuro.altervista.org/blog/belgio-coincard-2-euro-commemorativo-150-anniversario-croce-rossa-belga-2014/ qui la proof http://collezionieuro.altervista.org/blog/belgio-box-proof-2-euro-commemorativo-150-anniversario-croce-rossa-belga-2014/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook1 punto
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La mia era una classificazione veloce e quindi sicuramente quella di Follis Anonimo è più accurata e più corretta. Arka1 punto
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A Giovanna devo dire grazie per questo bel reportage e devo anche scusarmi per non essere stato molto "di compagnia" durate la sua presenza a Tagliacozzo. Chiaramente gli amici del forum sono sempre i benvenuti!1 punto
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si se nn arriva al BB son d accordo che piu di 30 nn vadano spesi, il problema e' poi concretamente trovarla a quell prezzo. Io per gli scudi mi sento sempre e dico SEMPRE chiedere 30-35 (parlo di conservazioni mediocri e annate comuni) ciao A.1 punto
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Se fossimo un milione, non ci sarebbero migliaia di monete invendute a 3 euro con tiratura 500.000 pezzi. Collezionisti seri che prendono tutte le emissioni non sono più di 60.000.1 punto
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Buon settembre a tutti! Concordo con Matteo è un simpaticissimo Carlo VII, quella che sembrerebbe una I è la C chiusa e il giglio a inizio legenda ...a sforzarsi un po' ... direi che si riesce a vedere ...direi ... Saluti a tutti1 punto
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buongiorno, segnalo la mia presenza al convegno per sabato 27 con due amici . pranzo del sabato con tutti voi . michele1 punto
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Senza dimenticare che le monete sono state concepite per essere usate e vissute. Quindi, in quanto collezionisti di MONETE, dovremmo in linea di massima apprezzare più la bellezza del conio o qualche sua particolarità o la semplicemente la sua storia piuttosto che l'oggetto in se (che alla fine è un pezzo di metallo). Per cui io capisco il fascino dell'FDC, vedere monete di 150 anni come appena uscite dalla Zecca... ma oltre al discorso economico (che vorrei tralasciare perchè tanto da studente posso solo dire di capirlo ahimè in pieno) a volte ci sono monete circolate che ti raccontano storie che un FDC non è in grado! Detto questo io 1500€ credo di non averli mai nemmeno visti in vita mia quindi mi prenderei uno-due degli stupendi aurei di VEIII, perchè non ne ho nessuno ad oggi :/1 punto
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Ed infine, eccola qui! Taglio: 2 euro Nazione: Principato di Monaco Anno: 2009 Tiratura: 250.000 Condizioni: BB Città: Varese Note:1 punto
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Mi sembrano prezzi messi lì come fanno in quei programmi di aste e di lotti su Sky (Affari di Famiglia, Affari al Buio, ecc).1 punto
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Chiudo ufficialmente la razzia, ringrazio tutti gli utenti che hanno partecipato contattandomi nel presente topic oppure nella mail dedicata all'acquisto collettivo.1 punto
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Mi sono chiesto infine se mai Cerbero fosse stato impresso nell’oro. Ho trovato risposta affermativa in questo aureo di Probo. Probus. AD 276-282. AV Aureus (22mm, 5.90 g, 5h). Siscia mint. 5th emission, AD 278. IMP C M AVR PROBVS P F A VG, helmeted and cuirassed bust left, holding round shield and spear over shoulder / HERCVLI INMORT ALI, Hercules advancing right, head left, holding lion skin and club, and dragging Cerberus. RIC V 588 var. (obv. legend); Pink VI/1 p. 52, 9; Calicó 4160 var. (obv. legend); Stoll -. VF, flan somewhat wavy, a few light marks. Extremely rare, with no examples illustrated in Calicó. apollonia1 punto
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Prima di passare ad altra tipologia, diamo uno sguardo al Draped Bust Dime dal punto di vista del collezionismo. Come tutte le monete statunitensi dei primi anni, anche questa è da considerare rara, sia nella versione Small Eagle che in quella Heraldic Eagle. Questo vale soprattutto per le conservazioni medio-alte, ma anche monete in bassa o bassissima conservazione possono comportare un impegno significativo per il collezionista. A titolo di esempio, un dime del 1797 in conservazione AG-3 (About Good-3), nella più rara variante con 13 stelle, è stato venduto, in un'asta del settembre 2011, per 2.013 dollari. Per capire meglio, questa è una moneta di quel tipo in conservazione AG-3, certificata tale da NGC...spendereste più di 2.000 dollari, oggi 1.540 euro, per una moneta in queste condizioni? In realtà, si può spendere anche di meno. La moneta in foto, presa solo a titolo di esempio (non ne ho trovate del 1797 in questa conservazione), è un più comune dime del 1796 con 15 stelle, che ha realizzato in un'asta di GoldberG, 805 dollari, poco più di 600 euro...si incomincia a ragionare e si può trovare qualcosa anche a meno, sempre in questa conservazione. All'altro estremo della scala, troviamo un dime del 1796 in conservazione MS-64, venduto nell'aprile 2012 per 40.250 dollari. Cifra comunque ben lontana da quello che dovrebbe essere il record (il condizionale è d'obbligo, potrei non essere al corrente di realizzi recenti) per un Draped Bust Dime. Un esemplare del 1804, nella rara variante con 14 stelle al rovescio, in conservazione AU-58 (niente di eccezionale, quindi) è stato aggiudicato, in asta Heritage del luglio 2008, per la bellezza di 632.500 dollari Nella stessa asta, da segnalare anche un dime del 1797 con 13 stelle, aggiudicato in conservazione MS-65 per 402.500 dollari. petronius1 punto
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Ciao, Pietro. Molte grazie per i chiarimenti sulla periodicità delle esposizioni borboniche. :good: Durante una mia ricerca sui monumenti solenni dedicati ai sovrani di Napoli, mi sono casualmente e fortuitamente imbattuto in Google Books, nel testo "Cronica delle Due Sicilie" di De Sterlich, annuario degli eventi notabili accaduti nel regno nell'anno 1841 stampato dalla nota tipografia di Gaetano Nobile. Questo, oltre ad essersi rivelato un testo essenziale per le mie ricerche sul tessuto sociale ed urbanistico della Napoli dell'Ottocento, fornisce anche delle preziose quanto inattese informazioni sulle tirature di monete col millesimo 1841 emesse in tre diverse liberate. Forse è la prima volta che emergono dati quasi ufficiali sui quantitativi emessi dalla zecca dei principali tagli monetari come piastre, tarì e monetazione in rame. Dacci un'occhiata e fammi sapere. Sull'Esposizione ti riporto invece quanto emerso dalla lettura del libro segnalato. Il 27 luglio 1841, furono assegnate le medaglie secondo lo schema che segue. grandi oro - 7 piccole oro - 14 argento prima classe - 53 argento seconda classe - 62 argento terza classe - 15 Non mi trovo con i totali indicati nel testo (20 d'oro e 120 d'argento). I totali suindicati dicono invece 21/130. Come si è letto sopra, non troviamo menzione dei due Grandi da te citati (Cariello e Arnaud jr.) a meno che non furono loro assegnate medaglie di rango inferiore, anche se ne dubito. Figurano fra gli insigniti di due aurei, una grande ed una piccola, rispettivamente a: Antonio Niccolini al tempo direttore dell'Istituto di Belle Arti, praticamente il numero uno tra gli architetti attivi nel Regno ed eguagliato a mio parere per importanza delle opere compiute, solo dal contemporaneo Stefano Gasse. Gabriele Smargiassi docente di pittura di paesaggio alle Belle Arti succedendo in questa cattedra addirittura ad un artista del calibro di Pitloo. Scusate se mi sono dilungato rasentando più volte l'OT ma non è facile scindere la numismatica dal contesto storico in cui ci si muove, quindi i riferimenti per me sono d'obbligo. Solo così possiamo capire l'importanza di libri come questi che pensati e scritti con disarmante lucidità, sono un omaggio ai posteri, una testimonianza di assoluto valore storico. A presto.1 punto
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Per ultimo posto le foto, più a fuoco, prese a casa del Bolognino di Tagliacozzo per farvelo ammirare meglio. Vi ringrazio tutti dell'attenzione e della partecipazione. Ciao, Giò http://vivereonline.it/2011/12/05/la-zecca-di-tagliacozzo-storia-del-bolognino/1 punto
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Questa curiosa iscrizione mi mette in forte curiosità circa il suo significato, chiediamo a @@Reficul sue notizie, avverto che dovremo aspettare un po' per le risposte...è in meritata vacanza. Dopo di che finalmente ho incontrato il mio caro amico, del quale ero a conoscenza della presenza a Tagliacozzo...qualcuno tra voi lo conosce già, agli altri lo presento: Marco Guglielmi, Magister Monetae della Zecca di Viterbo, Zecchiere sul Forum, responsabile della riapertura della Antica Zecca di Tagliacozzo. :D1 punto
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il termine patina ghiacciata mi risulta essere stato introdotto da Bazzoni proprio per le monete in alta conservazione ma lavate per esaltare il lustro Personalmente dubito che un qualsiasi littore del 1928 come quello proposto in questa discussione conservi una patina ghiacciata come all' origine all' uscita dal conio. In piu' di 80 anni l' argento presenterebbe ben altra patina , e' impossibile conservarla cosi' Al contrario , secondo me , tutte le patine ghiacciate non sono originali ma ottenute ripeto con lavaggi di monete FDC proprio per dare l' impressione di essere appena state coniate. Mi domando come mai 25-30 anni fa non si vedevano tali patine e improvvisamente sono comparse dal nulla...........1 punto
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