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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/14 in tutte le aree
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Grazie a tutti per i complimenti, il convegno è riuscito senza alcun intoppo, era il minimo che si poteva fare per un pubblico speciale come voi. Confesso che già sabato pomeriggio verso le 17 sono andati via 3 o 4 commercianti e che stamane ne sono andati via un terzo, il boom dei visitatori c'è stato il sabato mattina e a dire dei commercianti non ho alcun problema a scrivere che c'è stata un'ottima attività di compra-vendita e scambi vari, il materiale esposto era davvero tanto (oltre le mie aspettative) ............ ieri sera poi, parlando con alcuni di loro abbiamo appreso quanto fosse comunque importante la tratta autostradale da percorrere per il ritorno, questo uno dei motivi che hanno spinto alcuni al ritorno domenicale. A breve ringrazierò singolarmente ognuno di voi, le attività culturali che abbiamo organizzato sono state molteplici: dalla visita alla sezione numismatica del MNN, alla piccola mostra sulle medaglie napoletane all'interno della sala dei commercianti, e dalla pubblicazione del nostro primo bollettino (229 pagine) allo speciale di Panorama Numismatico di settembre, senza poi citare le stupende tre ore passate in compagnia dei membri dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici sulla conferenza dei grandi numismatici del passato, la loro bibliografia e le loro collezioni. Ringrazio davvero tutti e in particolar modo tutti coloro che grazie ad una critica costruttiva vorranno aiutarci a migliorare e a farci avvicinare alla perfezione per la prossima edizione. Ringrazio tutti gli operatori commerciali che ci hanno dato fiducia e che hanno ricambiato con una netta conferma all'attività espositiva del nostro secondo convegno partenopeo, molto probabilmente ci organizzeremo in una struttura più ampia perchè oltre ai commercianti di questa prima edizione abbiamo avuto contatti da molti altri nuovi. In settimana poteremo altre foto scattate al convegno. A presto, Francesco Di Rauso e tutto lo staff del Circolo Numismatico Partenopeo. :good:9 punti
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Appena rientrato a casa, credo di poter lasciare un breve commento, sintetico, ma per chi è stato lì ...... molto ben compreso; Convegno "eccezionale" sotto tutti gli aspetti .... che ha avuto alla base la Numismatica in primis ..... e culminante con la Sicurezza..........ma nel mezzo, tanta...tanta e tanta professionalità, affabilità, competenza, cordialità, disponibilità da parte di tutti i presenti, Staff, Commercianti, Amici, Compratori, Personale della Struttura .....potrei inserire tantissimi altri aggettivi, ma il termine giusto è: TOTALE Vorrei rivolgere un ringraziamento particolareggiato a tutte le persone con le quali ho condiviso questi momenti, dalle prime ore dell'apertura fino alle ultime della chiusura di oggi ...... sono state moltissime, cioè quasi tutte, ed elencarle sarebbe come stendere una lista dei presenti al Convegno......."missione impossibile" di conseguenza lascio a loro stessi ricordare alcuni momenti indimenticabili che sicuramente non andranno via come un soffio di vento. L'unica persona che mi sento di fare un eccezione e quindi "nominarla" è sicuramente @@Giovanna ... lei capisce del perchè......ahah...ah...ah.....sopportare Rex Neap, non è affatto un compito agevole.7 punti
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Le monete del nostro ultimo re, sono altamente significative. Sono monete in movimento. Esprimono forza di un re', di una nazione, di un sistema che credeva in se'. Implacabile e spietato con i nemici. Le idee che alcune monete volevano dare a significare, sono potenza pura. Il significato delle monete e' sempre stato molto importante. Sin dall'antichita' le monete sono state usate come mezzo si divulgazione, venivano usate per far conoscere il potere, la forza, il coraggio di un re, la forza di una nazione. Di un regno. Immaginate Alessandro Magno che si faceva ritrarre sulle monete con una faccia giovanile, fiera e tosta, indossando nientemeno che la testa di un leone come copricapo. La forza ed il coraggio di un re' che nemmeno un leone puo' fermare. Gli imperatori romani, con la testa laureata. Si comparavano a degli dei. A delle figure che nessuno poteva eguagliare, a delle stature cosi' alte da potersi solo guardare dal basso, come inferiori esseri che, adoratori e penitenti, guardavano il suo dio. Le monete del regno di italia sono belle, ma solo il nostro ultimo re riprende questa metodologia, legando un significato ancora piu' profondo alla monetazione. Alla storia. Prendiamo in esame la serie della quadriga briosa, la mia preferita. Guardate il re. Fiero, gagliardo. Raffigurato con linee cosi' decise, da sembrare quasi roccioso. Duro. Un re giusto e severo. Il re che tutti avrebbero voluto. Dall'altro lato una quadriga di cavalli. Ci sono i simboli della guerra, della potenza, della forza militare. Da' l'idea dell'inarrestabile, dell'arrivare alla meta ed anche della protezione. Ti fa' sentire fiero e possente di far parte di cotanta forza. Immaginatevi di essere in quegli anni. Vedere il re in persona, ti avrebbe messo in imbarazzo, in secondo piano rispetto a lui, seppur molto minuto di corporatura. Questa monetazione ha tanto da poter dire se si prova a dare una personale lettura fra le righe. Se si riesce ad andare oltre alla moneta con bava o graffiata o patinata. Questa moneta esprime storia, e' la nostra storia, da dove si viene ed ha segnato anche dove andremo. Spesso parlare solo di conservazione, e' molto riduttivo. E' come se, davanti ad un ''Monet'' vedi solo un tramonto. E' limitante non trovate?5 punti
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Rileggevo attentamente questa discussione e per dare una mano all'amico @@Il*Numismatico volevo fare un passettino indietro per porvi all'attenzione un quesito: Secondo Voi la Reimpressa del 1818 venne battuta prima o dopo la 1818 non. Grazie4 punti
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Rileggendo questa discussione mi viene una riflessione subito, spesso sul forum è difficile, a volte quasi impossibile, unire su argomenti numismatici, ecco devo dire che gli animali, in questo caso i cani, i cani che hanno sofferto e che soffrono, l'amore, l'affetto che ci danno e trasmettono, invece ci hanno unito tutti e questo mi fa enormemente piacere perchè i nostri migliori amici meritano anche belle parole e bei ricordi..... Per quanto mi riguarda la vita continua, ho provato a resistere....non ce l'ho fatta, il vuoto era enorme l'esigenza fortissima, quasi fisica.....e allora mi sono rimesso a sognare.....sognare......vedere, guardare se c'erano situazioni di bisogno, di aiuto, ce n'erano tante.....era difficile scegliere.... E alla fine un annuncio pubblicato di una piccola cagnolina, femmina questa volta, che avrà il nome di Sissi come la principessina, ha prevalso su di me. Era stata abbandonata e girava sperduta nella campagna vicino a Cassino,una volontaria con già tanti cani in stallo l'ha salvata, forse senza questo provvidenziale gesto sarebbe morta, ma Sissi soffriva e soffre, quegli occhi che parlano, tristi, sperano in qualcuno e qualcosa.... Martedì per me sarà un gran giorno.....Sissi arriverà a Milano accompagnata dai volontari da Cassino e per me e lei sarà un gran giorno....la ruota continua finchè potremo.... Ovviamente questo post non finisce qui, continuera'......per il momento un saluto a tutti gli amici dei nostri cari e amati trovatelli....che tanto ci possono insegnare ve lo assicuro.... Mario3 punti
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Certo che questo fatto che gli espositori lascino il convegno a metà manifestazione, non è un buon comportamento etico. Io espongo ad un convegno di mineralogia e gemmologia qui a Roma, ma abbiamo l'OBBLIGO di dare la presenza fino all'ultimo, rispettando gli orari di accesso del pubblico, indipendentemente dall'affluenza dello stesso. Questa e' una norma esistente in tutte le Fiere nazionali ed internazionali di qualsiasi settore.3 punti
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Eccome se esiste il disprezzo. Io cammino sempre con gli occhi a terra e trovo frequentemente centesimi, spesso in mezzo alla gente che li ha egualmente notati ma non si degna di raccoglierli. Anche mie conoscenze mi hanno detto di vergognarsi a raccogliere la moneta per terra "perché fan la figura delle accattone". Ma la migliore mi è capitata proprio stamani, all'aeroporto di Orio al Serio, con il solito tizio accanto alla macchinetta per pagare il parcheggio che chiede di lasciargli il resto. Mentre pago vedo proprio accanto alla colonnina una moneta da 1 centesimo e gli dico "guardi, lì a terra ce n'è una", il tizio la guarda, poi torna a guardare me e chiede nuovamente di avere il mio resto. Ovviamente ho preso il mio resto, ho raccolto il centesimo, ho messo tutto nel portafogli e me ne sono andato.3 punti
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Potenza, eleganza, si muovono con leggerezza nella brezza che irza le crine. La brigia di comando schiocca dirompente, la partenza e' in atto. Il comando. Il movimento. Che spettacolo di monete, che spettacolo di monetazione. Di arte, di storia.3 punti
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... segue dal post 32, ultima parte. Ero certo che ci fosse qualcuno tra voi che potesse apprezzare questo scritto, che io non ho fatto altro che copiare pedissequamente, anche per rendere omaggio al compianto autore, vero grande studioso erudito e storico genovese che ci ha lasciati prematuramente nel 2001. "Alla fine di luglio la notizia della vittoria spagnola a Genova giunse a Madrid. Dopo la resa di Breda e la liberazione del Brasile parve a Olivares un altro segno dell’assistenza celeste alla monarchia di Spagna. Genova non era stata tuttavia quel gran successso che vantava. La città –è vero- fu salvata; e l’affluire dei rinforzi spagnoli ebbe una parte del merito. Ma l’esercito spagnolo, guidato congiuntamente dal Feria e dal Cordoba, fece misera figura nel vano assedio di Vorrua e dovette lasciare poco più di tre mesi dopo il paese. All’entrare dell’inverno intanto il Lesdiguières e il Crèqui avevano ripassato le Alpi, coprendo quella onorevole ritirata con la promessa di una ripresa in febbraio della guerra. Deciso a dar compimento all’impresa era in realtà solo il duca, che intanto aveva ottenuto dal nuovo re d’Inghilterra Carlo I un considerevole aiuto navale. Ma il 20 marzo (in realtà il 5) Spagna e Francia, all’insaputa degli alleati, avevano stipulato a Monzòn in Aragona una pace che, tra l’altro, ordinava che cessassero le ostilità verso il genovesato e che si obbligassero i confederati, all’occorrenza con la forza, a ritornare in pace entro quattro mesi. Si può capire il dispetto di Carlo Emanuele. Disposto alla tregua, il duca non lo fu altrettanto alla pace (sarà conclusa, lui morto, soltanto nel 1634). La tregua fu infine stipulata il 27 febbraio e il 17 marzo 1628. Dal perdurare dello stato di guerra Carlo Emanuele si sentì autorizzato ai congiurati riuniti attorno al Vachero, in caso di successo, qualche appoggio militare: non che volesse disporre della città, ma mettere il governo in difficoltà sì. Se poi la mutazione di governo fosse riuscita tanto meglio. Poiché la congiura era stata scoperta prima della conclusione della tregua, pretese che gli oligarchi trattassero i quattro congiurati come prigionieri di guerra. Se la Repubblica si fosse ostinata a mandarli a morte, minacciò di far decapitare quattro dei prigionieri di guerra che ancora teneva presso di sé. Ma a nulla servirono né i ricatti del duca né i consigli di clemenza della Spagna (divenuta frattanto alleata del duca) che spedì addirittura un suo agente, Alvaro de Losada, per ammorbidire quei feroci repubblicani. Il minor Consiglio, senza tener conto di quelle minacce e di quelle lusinghe, votò unanime a scrutinio segreto per l’esecuzione dei colpevoli: esempio insigne di romana fermezza. Lo stesso duca ne rimase colpito; e revocò all’ultimo momento l’ordine che aveva impartito di eseguire quella feroce rappresaglia. L’aristocrazia genovese aveva rinsaldato, a prezzo del sacrificio degli affetti e a rischio di compromettere un’alleanza ancora tento necessaria, la propria interna unità e lo spirito d’indipendenza. Il rovescio finanziario del 1627 (la sospensione dei pagamenti da parte della Spagna, questa amica-nemica) non riuscì a spezzare il nuovo impegno nel quale era entrata di avviare a realizzazione una imponente serie di opere pubbliche. Prima fra tutte la costruzione, ripresa con nuovi e più qualificati progetti, tra il 1626 e il 1632, delle mura esterne –le “Mura Nuove”- che riuscì opera stupenda, eseguita tra l’altro, malgrado la mole ciclopica, in un breve arco d’anni. E poi la costruzione del “molo nuovo” per migliorare se non la capienza almeno la sicurezza del porto, uno dei porti artificiali peggiori d’Italia. E prima tra il 1632 e il 1639, era stata portata a compimento la costruzione dell’acquedotto. Più tardi, nel 1655, Emanuele Brignole, con inusitata larghezza, aveva intrapreso la fabbrica del monumentale Albergo dei poveri. Lo choc provocato dalla guerra –quella guerra che dal punto di vista militare aveva offerto spunti alla satira piuttosto che all’ammirazione- si rivelò, a conti fatti, benefico. Essa aveva senza dubbio moltiplicato le energie dei plutocrati, e visibilmente eccitato la loro volontà di trovare per la Repubblica una migliore collocazione sul piano delle relazioni internazionali. La pace di Monzòn aveva restituito alla Repubblica intero il suo territorio, non solo: ne aveva sancito l’intangibilità. E sin dal 1581 le era stato riconosciuto il titolo di “Serenissima” per sé e quello di “Serenissimi” per i membri del governo. Ma l’oligarchia non si accontentò di questi pur importanti riconoscimenti. Sempre più fiera del suo grande passato, che si mise a magnificare non per nostalgia ma per dar fondamento alla decisa volontà di “risveglio”, si mise attivamente all’opera per essere considerata internazionalmente stato pienamente sovrano, cancellando anche l’apparenza di vassallaggio dall’imperatore. Quel legame di dipendenza , se in passato le era servito a tenere in iscacco le pretese francesi, ora le riusciva stretto e umiliante. Si mise quindi a pretendere, più insistente che mai, le onoranze regie. I suoi giuristi le diedero volontariamente una mano per rifornirla di buone ragioni. Era una questione di rango, di cerimoniale, tipica di quel secolo puntiglioso. In breve: Genova pretendeva che i suoi ambasciatori venissero ricevuti nella sala regia delle corti; che fossero salutati al loro arrivo con un certo numero di salve di cannoni; che i suoi rappresentanti avessero la precedenza sui rappresentanti di questo o di quello stato, e via dicendo. Ma le questioni di etichetta nascondevano appena il desiderio d’imporre non soltanto un’immagine alta di sé, ma il riconoscimento dell’eguale dignità di forme collegiali di potere nei confronti di stati che andavano quasi tutti riducendosi alle più rigorose forme monocratiche. Il contrasto di fondo verrà alla luce più tardi, come si vedrà. Per ora si trattava di ottenere quel riconoscimento e, senza rinunciare agli ordinamenti repubblicani, fregiarsi del titolo di testa coronata. Non c’era altra via che quella di proclamare una monarchia mistica, che tra l’altro rispettava l’opinione comune dell’origine divina del potere politico. Finzione ardita, favorita tuttavia da certe manifestazioni della devozione dell’epoca. I gesuiti, una volta stesa attraverso tutta l’Europa cattolica la grande rete delle congregazioni mariane, avevano introdotto l’uso di mettere città, regni, l’impero stesso sotto l’alta protezione della Vergine. Tra i voti più famosi: quello pronunciato nel 1637 da Luigi XIII re di Francia, e quello pronunciato dal giovane imperatore Federico III nel 1640: “Sarete –disse quest’ultimo apostrofando la Madonna- la signora dei miei stati, dei miei regni e del mio impero … regnate su di loro e siate la loro imperatrice”. In apparenza l’atto di dedizione della Repubblica di Genova non si discostava da questo clichè. Però nella solennissima cerimonia svoltasi in Duomo il 25 marzo 1637 che proclamava la Vergine patrona e regina di tutti i suoi domini –un atto di devozione- insospettisce la presenza attiva di un notaio. Il fatto è che gli altri atti di dedizione non comportavano metamorfosi politiche. Ciascuno restava ciò che era: imperatore, re borgomastro. A Genova si assiste invece, per effetto di quella dedizione, a un vistoso mutamento. Il doge smette il manto di paonazzo e adotta d’ora in avanti quello di porpora, e cinge il diadema; i senatori, i governatori di Corsica, gli ambasciatori, i generali comandanti delle galee assumono il titolo di Eccellenza; il Palazzo Ducale diviene Reale. E sùbito la zecca si mette a coniare la nuova moneta. Al posto del “castello” e della scritta “Conradus II rex Romanorum” viene impressa l’immagine di Maria coronata di stelle con scettro regale e il motto: “Et rege eos”. Sia pure con fatica quella ruse funzionò. Il primo a cedere fu proprio, dopo molte proteste, l’imperatore nel 1641, seguito da Carlo I d’Inghilterra, da Ladislao re di Polonia, dal Sultano. Cromwell superò tutti accogliendo nel 1655 il rappresentante della Repubblica con cinquecento salve di cannone. La soggezione feudale tuttavia sussistette; e sarà Maria Teresa nel 1746 a farla valere con aspri modi. I Serenissimi questa volta si piegarono. A non piegarsi invece furono, ognun sa, i popolani e i borghesi. " ……(Salvatore Rotta -1999)3 punti
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L'araldica è specchio dei tempi, dicevamo. Qualsiasi mutamento di status che il titolare intenda evidenziare è degno di avere riflessi araldici. La domanda allora diventa: qual è la motivazione ufficiale di questo cambiamento di stemma?2 punti
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Visti gli apprezzamenti arrivati, che ovviamente non merito …vi ringrazio e vi concedo il bis. Perché in fondo sono un “romantico” e mi piacciono le storie d’amore ….in questo caso sono in argomento perché questa storia riguarda il re di Francia Luigi XII d’Orleans (o Ludovico XII che dir si voglia). Dietro ad una finestra nel nugolo di case dei carruggi genovesi, in Piazza dell’Amor Perfetto, una bellissima e giovane donna del casato degli Spinola si strugge d’amore, il suo nome è Tommasina e siamo nel 1502. In quei giorni il re di Francia, Luigi XII, è a Genova in visita e la città lo accoglie con tutti gli onori. Durante una festa organizzata in suo onore, nella villa Cattaneo nel quartiere di Albaro, Tommasina, già sposa di Luca Battista Spinola, ha l’occasione di incontrare il re e la bella nobildonna elegge il sovrano di Francia a suo “intendio”, che nel linguaggio dell’amor cortese significa amor puro, perfetto, casto e virtuoso. Poi, il giorno successivo Luigi XII lascia la città e Tommasina rimane nel suo palazzo, nella piazza citata, a cullarsi con il suo sentimento, vero, platonico e sincero, si estranea dal mondo e si mette alla finestra per aspettare il ritorno del suo amato. Il tempo trascorre e arriviamo al 23 aprile 1503. In città arriva un cavaliere dei Doria che porta una cupa notizia: Luigi XII è caduto durante la battaglia di Cerignola. La notizia è falsa, ma Tommasina non lo sa, si dispera e piange straziata dal dolore, si strugge per il suo amore perduto, si perde nella sua sofferenza e muore nella sua stanza in quella piazza. Intanto, dalla Francia, re Luigi invia a Genova Jean D’Auton, scrittore di Corte e Cavaliere che, appresa la notizia della storia e della prematura fine di Tommasina, la riferisce al re e la tramanda ai posteri. L’originale dello scritto, si dice, venne riposto nella tomba di Tommasina. Anni dopo, narra la leggenda, che re Luigi tornò a Genova e volle vedere la casa nella quale Tommasina aveva esalato l’ultimo respiro. Si affacciò alla finestra del palazzo Spinola dove Tommasina aspettava, seduta giorno e notte, e disse: “Avrebbe potuto essere un amor perfetto!” Oggi possiamo ammirare nella Pala di Ognissanti, nella Chiesa di Santa maria di Castello, eseguita da Ludovico Brea, il bel volto di Tommasina con sua madre, fra i 215 personaggi raffigurati c'è una giovane donna che che spicca con l’abito verde, carnagione chiara, ed è l’unica che volge lo sguardo indietro e i suoi occhi incontrano l’osservatore, è proprio lei che ci guarda con infinita dolcezza, Tommasina, che s’è lasciata morire d’amore.2 punti
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@@rongom, @@andyscudo, @@Alberto Varesi, @@fedafa, @@picchio, @@darman1983, e a chi possa interessare Rispolvero questa interessante discussione, in quanto dopo aver visto molte monete con patina a bersaglio (anche dell'Ottocento), aver considerato varie possibilità ed aver approfondito alcuni aspetti sulla coniazione mi sono convinto esistere una sola possibilità che spieghi la formazione di questa, ed è quella dell'aggiustamento di peso dei tondelli. Lo aveva proposto (ma non me lo ricordavo) anche andyscudo, immagino dopo esame del testo postato da rongom. Già nell'Ottocento alcune Zecche, tra cui quella Pontificia (e poi del Regno d'Italia) di Roma e quella di Venezia nel Regno Lombardo Veneto, abbandonarono l'usuale strumento della lima per portare a peso i tondelli eccedenti, utilizzazndo dei "tornietti" in grado di asportare circolarmente una minima quantità di metallo dalle facce della moneta (si repertano monete con evidenti tracce di questi trattamenti). Sono quindi convinto che il perfezionamento dei torni stessi nel '900 non lasciasse intravvedere alcuna alterazione macroscopica del tondello stesso, specie dopo la sua coniazione, ma che il metallo mantenesse un'alterazione microscopica "circolare" della sua struttura superficiale, in grado di condizionare in modo analogo i fenomeni di ossidazione che stanno alla base della patina. L'alternanza di bande circolari scure e chiare potrebbe essere dovuta alla forma del tondello che non sarebbe stata quella di un perfetto cilindretto, ma di un dischetto; la successiva operazione di orlettatura avrebbe creato ulteriori ondulature del tondello stesso che in sezione avrebbe potuto apparire come nel disegno sottostante. Poi il tornio, asportando circolarmente un po' di metallo avrebbe contribuito a creare asimmetrie circolari di superficie a diversa propensione ad ossidarsi. (Scusate la pedanteria della possibile spiegazione!) ;)2 punti
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Stamattina ci siamo ritrovati in tanti , preferisco non nominare dove credo sia irrelevante tutto sommato, abbiamo pensato a cosa portare come monete da illustrare e commentare martedì sera. C'è stata la massima disponibilità da parte di diversi collezionisti, alcuni importanti, certamente si prospetta un gran vedere per gli occhi di chi verrà, sottolineo ancora che tutto questo viene organizzato e reso possibile da collezionisti e studiosi privati, meglio ribadirlo ancora una volta, in una sede di un Circolo storico di Milano. Non è escluso che si provi anche, monete alla mano, a fare anche quello che proponevo prima, un raffronto di pezzi tra zecche diverse dello stesso regnante, sarà bello confrontare l'iconografia, la tecnica, lo stile e indubbiamente differenze possiamo già dirlo ci sono....e tanto si potrà dire certamente in merito....2 punti
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Ciao! Dovreebbe trattarsi di un esemplare da 8 soldi di Mantova, emesso da Carlo I Gonzaga. Al dritto stemma e legenda CAROLVS I D G DUX M ET M F ET C Al rovescio Immacolata Concezione e legenda MARIA MATER MISERICORDIE2 punti
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Possiamo discutere sui particolari del vostro battesimo quando abbiamo finito il disegno della moneta.2 punti
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Grandissima e intensa giornata oggi al convegno, una quantità sorprendente di eccezionali monete, soprattutto per conservazione, ottima organizzazione e livello dei commercianti..sono stato felice di vedere o rivedere grandi di questo mondo che stimo sinceramente! Un complimento sentito, poi, per la qualità della pubblicazione del Bollettino del Circolo che in gran parte ho solo iniziato a sfogliare, mentre ho già divorato il secondo articolo su una particolare emissione della zecca di Salerno, che seguo con particolare attenzione e interesse da tempo. Complimenti al (giovane, cosa importante) autore, innanzitutto per lo spirito dimostrato, oltre che per la bravura nei disegni ;) non so se sia presente sul forum ma, in ogni caso, prego i responsabili del circolo che dovessero leggere questo mio commento (in attesa che legga anche gli altri contenuti del bel bollettino) di iniziare a riferire a lui i miei complimenti!2 punti
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.Sull'archivolto sud, le figure scolpite dell'Angelo Gabriele da un lato, della Vergine dall'altro nell'atto di ricevere il celeste messaggio, con la Colomba tra i due, ricordano la leggendaria data di fondazione di Venezia, avvenuta, secondo antica tradizione, il 25 marzo, festa dell'Annunciazione, dell'anno 421. La data è richiamata, insieme a quella di costruzione del ponte, nell'epigrafe scolpita sui quattro piedritti. «Pascale Ciconia Vene tiarum Duce - anno Cristi MDXCI Vrbis conditae MCLXX - curantibus Aloysio Georgio Proc. - M. Barbaro Eq. et Proc. - Jacobo Foscareno Eq. et Proc.» Sono tante le leggende che circolano , legate al Ponte... questa è una variante , il dialetto colorito veneziano ne attenua in parte il contenuto scabroso.. Narra la leggenda che due anziani menagramo scuotessero la testa vedendo il nuovo ponte. La vecchia avrebbe detto: «Che me se brusa la mona se el ponte no casca» (che mi prenda fuoco la ..... se il ponte non crolla). L'uomo avrebbe invece affermato: «Che me cressa un'ongia su l'oseo se el ponte no casca» (che mi cresca un'unghia sul ...... se il ponte non crolla). Nulla di tutto ciò è accaduto, così in due capitelli del palazzo dei Camerlenghi (costruito ai piedi del ponte per impedire che il peso allontanasse le rive del Canal Grande) sono stati raffigurati un uomo con una specie di terza gamba unghiuta e una donna con un fuoco in mezzo alle gambe. Dopo il crollo della colonnina (è la quarta che cade) la profezia potrebbe avverarsi. Qua sotto, un'immagine dei due capitelli.2 punti
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Caro @@numa numa io posso provare a chiedere magari per scritto e poi postarvi la risposta, ma secondo me il fatto che per questo tipo abbiano usato l'ottone e soprattutto una lamina di spessore maggiore, può aiutare fino ad un certo punto. Comunque ho visto i conii ed i cerchi si trovano già incisi là sopra, a meno che non mi tradisca la memoria (e come potete ben vedere riproducono tutte le tipologie, pare con alcuni esemplarian che in oro, anche se io ho visto sempre i tipi in ottone dei quali possiedo anche un paio di pezzi): http://www.zeccadilucca.it/shop/scheda_prodotto.php?ID1=3&ID2=5&ID=17&pag=categoria&pageNum_prodotti=.). Sul resto non commento ulteriormente, tanto le argomentazioni mi paiono le solite dell'altra discussione, dove ho espresso già la mia opinione in merito. Vi lascio solo con un paio di riflessioni alle quali ognuno può dare le proprie risposte: se avessero impresso i cerchi dopo la coniazione dei motivi nel campo e delle iscrizioni lungo il bordo, come mai le legende si "incastrano" perfettamente tra cerchio e figura centrale, riducendosi molto verso il basso, ad esempio (vedete soprattutto sia la moneta che ha originato questa discussione che gli altri tipi con il San Michele di profilo)?. Eppoi: ma perché avrebbero dovuto fare delle monete già pronte e leggibili con una battitura, per poi "cancellarne" volutamente parte della legenda per fare i cerchioni con una seconda battitura? Il motivo davvero mi sfugge, ma se qualcuno ha delle idee poi le leggerò volentieri. Nei prossimi giorni infatti sarò di nuovo abbastanza impegnata con altre scadenze urgenti di lavoro, per ciò tornerò a leggervi o ad intervenire solo quando avrò la risposta dei lucchesi o comunque immagino non prestissimo. Un cordiale saluto e buona serata, MB2 punti
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@@leonumi67.. è encomiabile la tua presenza e la tua volontà, ma accetta un piccolo suggerimento.... alle tue risposte devi considerare l'eventualità di errore, pertanto aggiungi sempre un ... potrebbe essere...., forse , ..... per me è ..... mi sembra che ..... ecc . ecc.. ............................ e poi.... cerca di azzeccarne qualcuna..! :pardon:2 punti
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... e per finire.... avuta come resto in un negozio di souvenir :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo: Taglio: 2 Euro CC Nazione: Belgio Anno: 2014 Tiratura: 50.000 Condizioni: SPL Città: Bruxelles2 punti
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Grande Daniele, grandi lezioni di storia.....lui scrive di notte, io al mattino presto :blum: .....con l'occasione voglio lanciare un appello, sostenete sempre, state vicini a questi grandi " attori " del forum come Daniele, in questi casi abbiamo passione, amore per la divulgazione allo stato puro e nulla d'altro, questo ve lo posso assicurare..... Storia e numismatica.....numismatica e storia.....è giusto così, per capire bene la numismatica bisogna conoscere la storia, ma è anche vero che la numismatica aiuta anche a capire meglio la storia....., un binomio indissolubile..... E nella serata di martedì noi saremo nel pieno della storia, una storia che cambierà Milano, l'indipedenza di Milano finirà, Milano passerà gradualmente in mani straniere per rimanerci, finiscono i fasti sforzeschi. E allora martedì, io invece parlo qui e cerco di tirare la volata ad Alessandro Toffanin, si parlerà di un tale Ludovico XII che dalla Francia si diresse verso Milano, ma le sue ambizioni non si fermarono al solo ducato milanese ma arrivarono fino a Napoli ....dove si dovettero scontrare con gli spagnoli. Quindi Milano sotto la dominazione straniera, ma in questa storia, e gli accadimenti storici sono quelli anche se poi le vedute possono essere anche diverse, si troveranno altri, ho citato Napoli ma non solo..... E allora vediamo anche qualche spunto di cui parleremo martedì, spunti numismatici, ma anche inevitabilmente storici : 1) monetazione fine Sforza e la dominazione francese, qui parleremo e vedremo splendide monete con raffigurate le imprese, mitiche e simboliche, in questo periodo compaiono dei must della monetazione, non solo milanese, direi italiana 2) Periodo di Carlo V, e qui abbiamo un grande Impero, il Ducato di Milano c'è anch'esso ma ci sono dentro quasi tutti.... E qui avremo con Carlo V altri splendidi esempi monetari, un ritorno al classico, ai tipi dell' Impero Romano, l'eccellenza artistica, i grandi incisori, Leone Leoni.... 3) Periodo spagnolo da Filippo II ai successivi regnanti, Filippo II istituisce a Madrid il Consiglio d'Italia per il governo dei possedimenti italiani, quali sono ? Milano, Napoli, Sicilia. E qui abbiamoun cambiamento epocale nella monetazione per modulo, stile, metrica. Abbiamo il fenomeno dell'argento che arriva dalle Americhe che invade la Spagna e l'Europa, i commerci sono floridi, con tutto questo argento nascono i grandi moduli d'argento, scudi, ducatoni e il fenomeno sarà globale, Paesi Bassi, talleri di area germanica, la stessa Venezia con lo scudo della croce. Cambia la monetazione con gli spagnoli anche se l'immobilizzazione del tipo sarà poi una costante. Questi sono alcuni degli spunti che martedì usciranno insieme alle relative monete.....tutto questo per dire che poi la storia riguarda le radici e le identità di molti noi, che le monetazioni sono poi collegate quando ci sono fenomeni di massa e commerciali, che vedere tutto questo da una sola postazione è sbagliato, la visione sia storica che numismatica deve essere sempre globale, il vedere solo un ambito non porta a una completezza di insieme, poi noi tutti italiani siamo un mix di tutto questo, io stesso nel mio piccolo potrei dire sono milanese, chi è nato a Milano per tre generazioni viene definito milanese a Milano ancora con un pò d'orgoglio, ma nel contempo devo ricordarmi bene che le mie radici lontane sono altre e sono collegate a tutto questo, spagnoli che vennero a Milano con un cognome con la S finale che poi si perse nel tempo, le origini lontane sono poi quelle.... Io ho già detto quasi tutto....martedì potrei quasi non venire :blum: , scherzo ovviamente.... :blum: , Gianfranco stai tranquillo.....2 punti
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FATTORE ETA' Io ho 43 anni... Non mi vergogno a chiedere alla cassa di un negozio se può dare un'occhiata alle monete ; ovviamente non lo faccio quando c'è afflusso o quando l'addetto è pieno di cose da sistemare. Il timore di come ci possano percepire gli altri potrebbe al massimo essere un problema per loro : a me è del tutto indifferente, non faccio nulla di male e di cui dovermi vergognare. Per esperienza posso affermare che quasi tutto dipende dal modo in cui si pone la richiesta e ci si presenta; spontaneità, sincerità e rispetto ( sembrano cose ovvie, ma purtroppo oggigiorno nemmeno queste lo sono) hanno sempre trovato accolte queste mie strane richieste. E' vero, talvolta non è andata, ma dipende anche, e lo dico senza cattiveria, dal livello culturale del nostro interlocutore : non tutti capiscono che esistono hobby.... RISCHIO CONTAGIO Mi è già accaduto in due casi di contagiare qualcuno nella ricerca delle monete ; come giustamente riportato qui sopra, ci resta comunque la seconda scelta, che è sempre meglio di zero ; poi, sempre in caso di contagio, restano due favori : 1) con il contagiato si possono avviare scambi ; 2) l'interesse verso il collezionismo di monete, il giro che ruota intorno ad esso e, mettendoci un pochino di venalita', le quotazioni crescono proporzionalmente al numero degli appassionati ed alle loro richieste. PARLO DI ME Da due anni sono senza lavoro e vivo cogliendo e singole occasioni di guadagno che mi si propongono; questo ha bloccato la mia disponibilità alla spesa per acquistare monete ; da qui il mio interesse è stato dirottato sugli euro: soprattutto mia moglie lo vede come una sorta di risparmio, essendo comunque denaro spendibile ( e qui vado in pericolo, perché lei possa spendere gli euro da me raccolti deve prima acquisire lo status di vedova... ). La ricerca di nuove fonti dove poter trovare qualcosa di più è per me diventato un divertimento, una sfida, un pochino come un sportivo ha cerca di migliorare i suoi tempi. Non vi dico da un paio di settimane a questa parte che pubbliche relazioni sto facendo per arrivare in un certo posto dove girano tante, tante, tante monetine...2 punti
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Salve a tutti, non so se esite già una discussione in merito, ma in un centro commerciale c'era un banchetto della BCE dove distribuivano questi depliant dei nuovi 10 euro cartacei che dovrebbero entrare in circolazione dal 23 settembre. Chissà quanto costerà a noi poveri contribuenti... Domanda: avete notato che (presente anche sulla vecchia serie) c'è la ©? Vi sembra normale su una banconota?1 punto
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Buon pomeriggio In tutto il mondo è conosciuto come “Ponte di Rialto”. E’ il magnifico ponte in pietra d’Istria ad unica arcata, posto a cavallo del Canal Grande di Venezia e che, su progetto di Antonio da Ponte (Nomen, omen), venne ultimato nel 1591. Da allora è ancora li, al suo posto, a discapito delle “cassandre” che, all'epoca, gli avevano pronosticato una vita molto breve. Le cronache ci dicono che il primo modo per attraversare il Canal Grande, in veneziano “Canalazzo”, fosse di barche, ma l'epoca della sua costruzione è incerta; più notizie si hanno riguardo il primo ponte vero e proprio, edificato in legno su palafitte e di tipo levatoio, perché a metà della campata c’era l’esigenza che le tavole dovessero sollevarsi , affinchè potessero passare le alberature delle imbarcazioni in transito sul canale. Particolare del ponte da un quadro di Vittore Carpaccio Questo primo ponte in legno venne edificato nel periodo a cavallo del dogato di Sebastiano Ziani e di Orio Malipiero (anni 1178-1179) e gli si attribuì il nome di “Ponte de la moneda” poiché si trovava in prossimità dell'area dove una volta doveva essere edificata la vecchia officina monetaria, posta a sua volta tra le chiese di San Bartolomeo e San Salvatore, probabilmente lungo il Canal della Fava. Dalla foto di Paolo Steffan potete vedere il campanile di San Bartolomeo e quanto sia vicino al Ponte di Rialto Taluni affermano che il nome attribuitogli derivi dal fatto che per percorrerlo si doveva pagare una “gabella” pari ad un quartarolo. Quartarolo a nome del doge Iacopo Tiepolo (1229-1249) Personalmente la trovo una “forzatura”; se così fosse stato - ne sono convinto – l'avrebbero chiamato “Ponte del quartarolo”. E' nota l'abitudine dei veneziani di intitolare un fondaco, una riva, una calle della città a ciò che di particolare o di più cospicuo vi stava vicino ed il “Palazzo della moneta” era certamente un sito importante e qualificante del luogo. Non dimentichiamoci che all'epoca l'officina monetaria era chiamata ancora con questo termine, “Palazzo della moneta”; quello di “Zecca” doveva venire adottato successivamente, mutuandolo tall'arabo “Sikka”. Solo in un secondo momento, probabilmente quando il palazzo della moneta stava già in prossimità di San Marco, il nome fu cambiato in Ponte di Rialto, forse considerando che ci volesse un riferimento all'altezza per rimarcare l'importanza dell'area di Rialto, che era già allora deputata al mercato, agli scambi commerciali più importanti, alle transazioni bancarie e finanziarie, alla sottoscrizione dei contratti assicurativi. Il Ponte di Rialto subì, nel tempo, vari rifacimenti dovuti a guasti e crolli e nella prima metà del XV secolo vi vennero costruite, da entrambi i lati della campata, delle botteghe; cosa che venne replicata nel ponte in pietra e che ancora caratterizza questa struttura. saluti luciano1 punto
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Buona domenica al Forum senza tanti fronzoli, oggi andiamo direttamente al "top di gamma" dei marenghi collo lungo e lascio subito agli esperti savoiardi la parola. Poi Vi dico come è stata chiusa da Zaniboni, dove è stata acquistata, nel 2007 Un saluto a tutti M1 punto
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Una delle monete più comuni di Vittorio Emanuele III, ma anche una delle più belle mai realizzate.1 punto
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In data 25 settembre 2014, nella Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha presentato il nuovo stemma araldico che va a sostituire quello in vigore dal 1991(Scudo sannitico di color rosso alla granata d'oro, infiammata al naturale, attraversante i due cannoni di bronzo al naturale, decussati e abbassati, con la culatta all'ingiù. Cannoni e granata attraversano il trofeo d'armi, formato da: due lance nere decussate, con le punte d'argento all'insù e con i puntali dello stesso, munite di banderuola bifida svolazzante azzurra; da due sciabole d'argento con impugnatura nera e con le punte all'ingiù, decussate; da due fucili d'argento, con la cassa nera e con le baionette all'insù, decussati; da due saette d'argento, poste sopra le asce e sotto la volata dei cannoni; da due asce d'argento, con i manici neri, poste orizzontalmente, con le lame all'ingiù. Lo scudo è timbrato dalla corona turrita, d'oro, murata di nero, formata da un cerchio, rosso all'interno, con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri di cui cinque visibili. Le torri hanno foggia rettangolare, munite di barbacane e di dieci merli alla guelfa (quattro dei quali angolari); sono munite di una porta e di una sola finestra e sono riunite da cortine di muro, ogni porzione della cortina finestrata di nero). http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/capo-di-sme/Pagine/Lo-Stemma-Araldico-dell-Esercito.aspx1 punto
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Che soddisfazione leggere i vostri commenti! Grazie per le belle parole. Siete la nostra forza. CNP1 punto
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Caro Picchio questo è il messaggio più bello che ho ricevutoultimamente e credo farà piacere a tutti quelli che stanno leggendo e che verranno, un caro saluto, Mario1 punto
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Penso e rifletto molto su questi ultimi eventi Milanesi, forse come dice Mario alla fine quello che conta è sempre il confronto lo stare insieme uscire dalle tane. La letargia a volte ci spinge all'individualismo trascurando quello che una volta era la consuetudine, il gruppo.. Certo un evento importante per la piazza Milanese, ma non del tutto ai livelli che una città come questa meriterebbe... Ma visto il momento potrebbe essere una sorta di trampolino per nuove e fiorenti iniziative, dove non si ascolta solo, ma si interviene donando le proprie esperienze e le proprie incertezze... Il forum a volte non basta, o forse adesso non basta più.... Eros1 punto
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Grazie @@ggpp The Top , la lista completa mi interessava... e confuta quanto scritto sopra nei confronti delle zecche. Si è trattato probabilmente di una casualitâ. Le galliche sono 5 con altre tre coeve "centrali", presenza scarsa rispetto al numero totale. Il fatto che dei radiati siano presenti in un contesto costantiniano non è un unicum, anzi. Sono assenti le carausiane... Ciao Illyricum :)1 punto
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Ho partecipato nella giornata di venerdì e voglio ringraziare di cuore tutti coloro che, con passione ed entusiasmo, hanno organizzato e reso possibile questo evento, in particolare un vero plauso a @francesco77. La visita alla sezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale, guidata con superba maestrìa dal Dott. Moruzzi e dallo stesso Di Rauso, è stata indimenticabile per bellezza delle monete viste e per le conoscenze acquisite! Inappuntabile la logistica, con il servizio del pullman per il convegno ed il pranzo! Nulla da dire anche sull'esposizione e i commercianti presenti, con bei campionari esposti in una location di tutto rispetto. Una citazione particolare a @giovanna per la simpatia e l'impegno profuso nella regia relazionale fra i membri del CRNL, alcuni dei quali conosciuti di persona nell'occasione! Peccato non poter essere rimasto anche sabato per le conferenze, sarà per la prossima volta! Grazie, grazie ed ancora grazie!1 punto
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Se cortesemente scrivi di cosa si tratta, inserendo anche una foto per identificarla. Grazie1 punto
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Certo che a Bergamo "Quelli del Cordusio" non passano inosservati ! Grazie Luciano per le sempre attentissime documentazioni e l'assidua presenza al nostro convegno. Vi aspetto come sempre per un saluto e un caffè.1 punto
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Diciamo che il successo del convegno è dovuto anche al fatto che ha assunto un carattere regionale, eravamo presenti, infatti, oltre ai padroni di casa, da tutte le province: casertani, beneventani, avellinesi e salernitani..1 punto
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gentilissima persona... @@euro collezionista al mondo d'oggi è un miraggio incontrare persone come lui.. Grazie di cuore.. :rolleyes:1 punto
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Ottimo 20 centesimi esagono ribattuto e in alta conservazione; contorno con tracce residue di rigatura. Per farti vedere la differenza dei contorni posto un mio esagono: Descrizione: 20 Centesimi esagono 1918 ribattuto sul 20 centesimi 1894 zecca di Berlino contorno rigato1 punto
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si in germania si usa così! @@marco91 e se non non dai la mancia ti guardano pure male!! :rofl:1 punto
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Io penso che le argomentazioni di vitelio e babelone siano valide, però le foto molte volte ci ingannano e la conferma viene solo dalla visione diretta accompagnati dai soliti strumenti. Va indagato quelle aree scure che sembrano far parte della patina poi inspiegabilmente mal asportata. Potrebbe invece essere che quella patina sia stata messa li per distogliere l attenzione sui particolari dubbi espressi da babelone e vitelio. A mio parere le bolle incriminate sono un po troppo grandi per essere prodotte da una fusione Non penso che sia un prodotto ricavato da un padovanino come ha fatto notare snam i rilievi sono troppo dissimili e poi la consunzione mi sembra almeno da foto abbastanza credibile. Quindi va rivisto dal vivo. I due punti chiavi a mio parere sono quella presunta crescenza di metallo rilevata da babelone e quella pseudo patina.1 punto
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Ancora cò stì numeri? :crazy: Stì numeri secondo me son buoni solo come ispirazione per il lotto... se proprio chi ci gioca volesse buttare un po di soldi...: 61, 66 e 70... A parte che questa scala è un "rimasticamento" della scala sheldon, con tutti i se ed i ma del caso... CHI è che decide la differenza che corre tra un 61 ed un 62? Cosa ha un 63 in più di un 62 ed in meno di un 64? Risposta: boh... Quanto pesano i segnetti? Ed i bordi ripresi? e le pulizie? e le pulizie parziali (solo un verso, o solo una parte di un verso?) Risposta: boh... Questi numeri sono assegnati pur sempre da una persona, quindi con tutte le soggettività e le variabili del caso (oggi tizio è buono tiè... 64, domani gli potrebbe girare storto, facciamo allora 62!... Caio invece potrebbe avere la lente 30x e fare 60, Sempronio usa solo la lente 6x e fare 68... farà pure sorridere, ma chi garantisce che non sia così? chi garantisce che il giudizio sia COSTANTE E PERFETTAMENTE RAPPORTATO ALLA REALE CONSERVAZIONE che sarà sempre e solo quella?) Almeno gli americani son più obiettivi, riservando l'MS69 e 70 unicamente alle commemorative E, a rigor di logica, mi aspetterei altrettanto per il "rimasticamento italian style"... Invece no! siam italiani, noi creiamo sempre qualcosa... FdC 70, dovrebbe (perchè a questo punto non è così visto che viene fatto, ma secondo un senso logico dovrebbe) essere la massima espressione della precisione di conio e di conservazione che si può trovare unicamente sulle moderne e/o sulle commemorative in FS per i collezionisti; Mi domando: Come fa ad essere affibiata tale gradazione ad una moneta che ha circolato? Come fai @@renato a dare FDC 70 ad una moneta che ha circolato e che vedi attraverso una foto così poco nitida? (la moneta di giov) La moneta (peraltro molto bella non si discute), presenta minimi segnetti (ho cercato di sfoltire un po di nebbia, cercando almeno di rendere più godibile questa bella moneta) Quindi, in base a questo semplicissimo ragionamento, mi aspetterei invece che se un FDC70 proprio vogliamo affibbiarlo, a titolo puramente esemplificativo, glielo affibbiassimo al tuo elmetto prova, indiscutibilmente e assolutamente FDC. Sbaglio? E' vero che ci son FdC e FdC... ma anzichè guardare un numero (che più è alto e più costa NON CE LO DIMENTICHIAMO), io mi affiderei ad un occhio addestrato, all'esperienza ed al senso del gusto... per cui, meglio sviluppare queste qualità a livello personale, che ricercare una "bella perizia" o un "numero alto" Se la moneta è bella, il prezzo se pò fà, si compra, diversamente, rimane la... ... E non ve la prendete con me se non esce la terna :D1 punto
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Un Grazie (la "g" maiuscola è voluta per sottolinearne il valore) a @@francesco77 per averci permesso di trascorrere insieme ore felici, ma allo stesso tempo piene di cultura, @@Giovanna per la sua cordialità e attenzione, agli altri amici Lamonetiani incontrati e con cui subito si è instaurato un buon rapporto come se fossimo amici di famiglia, ai commercianti per la loro attenzione, Grazie1 punto
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:good: ...saluti tutti.....un piccolo up con questa nuova monetina..... :lol: ...niente che per la bellissima corona che e posta su l'aquila....... -_- ....erano opere d'arte! :o buon argento 0.74 grammi....diam.161 punto
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Se non vi dispiace occupo un po' di questo spazio, sperando di fare cosa gradita ...almeno a qualcuno ... per riferire di un articolo che ho letto su un libro su Genova (El siglo de los Genoveses) scritto da Salvatore Rotta dal titolo: Fra Spagna e Francia (1625-1637). E' evidentemente un po' di parte genovese, ma credo si possa perdonare, e comunque propone uno sguardo tutto intorno e parlerà anche di Milano ....Come potete vedere io ce la metto tutta per esserci, intanto mi preparo "mentalmente" ... Io, quando posso, cerco di leggere qualcosa riguardante la storia per inquadrare il periodo in modo che poi, ascoltando quanto si dirà sulla numismatica nella riunione, credo di capirci un po' di più ...ma forse mi illudo, lo so, ma ognuno ha le sue manie. Pertanto mi sono dato il permesso da solo, chi ritenga l'argomento noioso può sempre passare oltre senza leggerlo. L'articolo è un po' lungo, io l'ho diviso in tre parti, questa è la prima, domani seguirò con la seconda e poi la terza. A me è piaciuto, spero tanto che piaccia un po' anche a voi. "Carlo Emanuele I di Savoia salì sul trono ducale non ancora diciannovenne nel 1580. Lo occuperà per 50 anni. E non si può proprio dire che rimanesse inattivo, tante furono le trame che tessé e le guerre che intraprese per allargare il ducato e conquistare per sé il titolo regale: la sua idée fixe. Figlio di Margherita di Valois, figlia di Francesco I, nel 1588 avanzò, tra i tanti competitori, la sua candidatura al trono di Francia. E rifece il suo nome l’anno dopo, profittando del fatto che al nuovo re, Enrico IV, i sudditi cattolici rifiutavano l’obbedienza. Ma questa volta si trattò probabilmente di una mossa per ottenere l’approvazione del colpo di mano sul marchesato di Saluzzo (1588) e la libertà di movimento per ricondurre sotto l’alta sovranità della Savoia la città di Ginevra e spegnere quel covo di eretici: un’impresa alla quale fu sempre determinatissimo e che per condurre a buon fine si adoperò con tutti i mezzi, quelli onesti (che sarebbero la guerra aperta) e quelli disonesti (la sorpresa notturna, l’Escalade, 1602). Qualche anno dopo, nel 1605, fu la volta del trono di Spagna. Non essendo ancora nato a Filippo III un erede propose se stesso per riempire quel vuoto. La nascita del futuro Filippo IV mandò all’aria i suoi disegni. Di lì a poco, nel 1608, quell’ossessione gli fece concepire uno dei suoi progetti più chimerici. Sognò di farsi condottiero di una spedizione contro la Sublime Porta e di strappare al Turco non solo Cipro e Rodi ma anche la Macedonia, l’Albania, la Serbia, la Bulgaria, la Bosnia e di farsi re di quelle terre. Per aprirsi la strada eccitò a Cipro una ribellione di cattolici, presto domata dai turchi dai modi garbati che tutti sanno. Carlo Emanuele tuttavia non disarmò e chiese al pontefice almeno il riconoscimento del puro titolo di re di Cipro, titulus sine re. Ma Paolo V gentilmente ricusò la sua richiesta, anche per le proteste dei veneziani ai quali l’isola era stata tolta nella famosa guerra del 1570-1573. Dieci anni dopo, alla notizia dei primi moti in Boemia, aspirò a farsi re di quel paese; ma gli fu preferito il Palatino. Essendo però nel frattempo scomparso l’imperatore Mattia, si candidò al trono imperiale. Gli fu preferito Ferdinando II. Se non riuscì a farsi re, riuscì almeno a morire da re. Levatosi dal letto, si mise ritto, si fasciò con regale mantello di porpora, indossò il collare dell’Annunziata e, ricevendo il viatico, spirò. Pittore amante dei grandi soggetti storici, Nicolò Barabino, non si lascerà scappare l'occasione di rappresentare sulla tela un così teatrale trapasso" ....(segue)1 punto
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Io non voglio scatenare discussioni a riguardo, ma sponsorizzare un venditore in questo modo non mi pare elegante... e mio parere personalissimo, mi trovo molto spesso non d'accordo con le perizie del Sig. Testa. Chiudo qui...1 punto
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Non abbia fretta, tempo al tempo. Gli acquisti li rimandi quando ha acquisito una certa dimestichezza ed un certo occhio. In questo modo maturerà un Suo gusto proprio, un Suo metro di giudizio, e cosa molto molto molto importante, non si farà influenzare dal giudizio di conservazione delle perizie o degli altri. Quest'ultimo fattore è assolutamente il più importante. Quindi, calma e sangue freddo, per il momento veda tante tante tante monete IN MANO, non compri nulla, e vedrà che l'occhio piano piano farà la sua parte :)1 punto
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buonaserra....si trata di una medaglia americana del WWI....era una medaglia consegnata dalla Commissione Nazionale Luterana ai militari USA impegnati nel Primo Conflitto Mondiale, che ricevevano l'assistenza spirituale dalla Chiesa Luterana... :)1 punto
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Il protagonista della vittoria vestiva gli abiti e portava le insegne di Iupiter Optimo Maximus (tunica palmata, toga picta, scarpe dorate, scettro, ramo e corona d’alloro). Toga picta Indossava al collo la bulla e aveva il volto colorato in rosso. Dietro a lui, un servus publicus teneva sollevato sul capo una corona aurea. Sul carro avevano posto anche i figli e le figlie minori, quelli maggiori e gli adulti cavalcavano a lato. Dietro alla quadriga venivano a piedi o a cavallo i Legati, i Tribuni e gli schiavi liberati. Il corteo era chiuso dalle truppe in ordine militare. Bullae La vigilia il condottiero dormiva nella Villa Publica nel Campo Marzio e la mattina seguente si svolgeva una seduta con il Senato nel portico di Ottavia, mentre dal Circo Flaminio iniziava il corteo trionfale; da qui passava tra il Teatro di Marcello e i Templi di Apollo Sosiano e di Bellona, percorreva la zona tra il Campidoglio e il Foro Olitorio, usciva dal pomerium della Porta Triumphalis ubicata presso l’area sacra di S.Omobono. Passava nel Circo Massimo e quindi si dirigeva verso il Palatino lungo la Via Sacra fino a giungere al Tempio di Giove. Qui, dopo aver riconsegnato al dio la corona e lo scettro, e aver immolato le vittime, la festa finiva in un banchetto per i magistrati ed i senatori. Il cerimoniale prevedeva che nel riconsegnare la corona il generale esclamava la solenne frase "Onorem et Gloria", mentre lo schiavo presente sulla biga a fianco del trionfatore e che per tutto il tragitto gli sorreggeva la corona sulla testa, sussurrava all'orecchio di questi la frase "Memora tu est semper homus" ossia "Ricordati, sei sempre un uomo". Oppure "respice post te", guarda dietro di te. Nel tempio di Ercole Trionfale, il vincitore offriva un banchetto per il popolo ed i soldati che raggiungeva anche i 60.000 invitati. Culmine della cerimonia erano le offerte ai santuari, la celebrazione dei ludi e la distribuzione di doni ai soldati. Costoro venivano dapprima ricompensati con abbondanti porzioni di cibo. Via via che la celebrazione del trionfo accrebbe in prestigio, anche i doni divennero più cospicui. Si iniziò così a premiare le milizie con elargizioni di grosse somme in denaro o anche con appezzamenti di terreno.1 punto
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Il trionfo, di origine etrusca, fu inizialmente una festa religiosa importante, ma priva di fastosità : più che altro era un ingresso solenne in città per ringraziare Giove, supremo artefice della vittoria. Nel tempo prevalse l’aspetto politico: l’aspetto fondamentale non fu più lo scioglimento dei Vota bensì l’esibizione del bottino, dei prigionieri, delle tabulae che descrivevano il resoconto bellico. Non è un caso, ad esempio, che Ottaviano celebrasse nel 29 a. C. un triplice trionfo (per la Dalmazia, per Azio e per Alessandria) e che solo due anni dopo, il Senato gli conferisse il titolo di Augusto, abdicando ai propri poteri. Nel giorno fissato per la celebrazione, tutto il popolo accorreva per vedere il trionfatore sfilare in corteo nella città. La gente era assembrata lungo il tragitto, le trombe del corteo echeggiavano, ovunque si sentiva inneggiare al trionfatore ed intonare canti di gioia. Le strade, le piazze, i monumenti erano adorni di ghirlande, le porte dei templi spalancate e su tutti gli altari bruciava l'incenso. Un clima di forte eccitazione pervadeva lo spirito di questa festa religiosa e pubblica allo stesso tempo. Il percorso del Trionfo La cerimonia era aperta dai Senatori e dai Magistrati in toga accompagnati da squilli di tromba; seguivano gli animali sacrificali, i tori bianchi. La prima parte della processione terminava con le spoglie dei vinti: il bottino trasportato su carri ed esposto su ferculae (trofei) e il suo ammontare veniva annunciato da cartelli (tituli) che li precedevano. Pannelli narravano gli avvenimenti o descrivevano le ragioni sottomesse; assieme a questi sfilavano grandi corone preziose (corona triumphales) offerte al trionfatore dalle città provinciali. Tra i fercula avanzavano a piedi o su carri i prigionieri di alto rango, seguiti dalla massa dei prigionieri. Giunti sul Campidoglio, i prigionieri venivano uccisi o imprigionati a vita. La parte centrale del corteo era occupata dal gruppo del trionfatore, con littori dai mantelli rossi da guerra e fasci avvolti d’alloro, flautisti e citaredi e per ultimo, la quadriga del Trionfatore trainata da quattro cavalli bianchi.1 punto
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