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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/25/14 in tutte le aree
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Interessandomi di monetazione del Regno di Sicilia, frequentando il Forum, sono stato attratto dai vari interventi di @@francesco77 e @@Rex Neap, ma soprattutto dalle immagini relative alle piastre napoletane, ed in questi giorni mi sono reso conto di essere stato contagiato dalla .....PIASTRITE BORBONICA!! Ed ecco il risultato!! Ho iniziato con queste, che ve ne pare? Credo che una volta infettati non si guarisce più, o .........sbaglio?5 punti
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Ringrazio #Gigetto 13 per la considerazione, ma ha fatto tutto Grierson ...ubi maior..... Io mi sono limitato ad attribuire gli stessi criteri a monete più tarde rispetto a quelle illustrate nel MEC1 (come tra l'altro aveva già suggerito Murari) e poi a documentare con i ritrovamenti veneti quanto l'ipotesi di Grierson fosse corretta. Piuttosto su quella moneta di Berengario io ho effettivamente detto una cosa nuova, cioè che si tratta di Berengario II (950-961) e non di Berengario I, come è a mio avviso è dimostrato da un importante ripostiglio da Feltre. Se vi interessa trovate la mia ipotesi sintetizzata in una nota dell articolo sul denaro veneziano di Ottone da Cividale, disponibile in rete. Notte, Andrea3 punti
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Beh non voletemene, ma una sezione di monete medievali zecche italiane che col tempo ha subito il distacco della zecca di Venezia e delle zecche meridionali, senza dimenticare la Savoia... a mio modesto parere potrebbe aver influito un poco a raffreddare gli entusiasmi. Poi magari mi sbaglio.3 punti
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Le somme sono relative. Se tutti i collezionisti fossero come me il 5 lire del 1901 costerebbe 10mila euro anziché 100mila, per semplici motivi di disponibilità economica. Di una moneta esistono 4 esemplari? Il prezzo lo fanno il portafogli di quei collezionisti. Per me 10mila euro sono lo stipendio di un anno, per qualcun altro di un mese, per qualcun altro di un giorno. Tutto è relativo insomma :)2 punti
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Preso dallo sconforto di non riuscire a fare foto decenti ho provato a dedicare alla moneta un video :p 10 Lire 1936.: Grazie per i pareri ;)....poi vi dirò come la valuto io avendola in mano. Enrico se riuscirò a venire la porterò sicuramente :).2 punti
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@@Gallienus sono buonissime.... purtroppo malpulite (foto poco chiare, potrebbero essere addirittura lucidate). Prendile se il prezzo è molto molto allettante (50 euro cadauna al massimo)2 punti
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@@friggillo Caro frigillo (penso che sia più corretto una sola g), con questi richiami ,mi sa che hai qualche ROSPO che non puoi digerire. Poiché e facile dietro un PC esternare qualcosa su qualcuno , io non so che farci . Sicuramente avrai dei problemi di INFERIORITA' e pensi di volermi portare ad uno scontro per qualcosa che non so.Il tuo comportamento (penso) che non ti faccia onore , se fai riferimenti a discussioni di qualche anno fa. Probabilmente ti avrò toccato , senza accorgermi , se e cosi posso sempre scusarmi (se ho sbagliato) . Magari dietro al PC potresti essere uno di quelli che mi hanno danneggiato la mia campagna ? O magari potresti essere uno di quelli che hanno tentato (con minacce) di farmi smettere di commentare nel FORUM , perché sto danneggiando qualcuno? . So aspettare........ e so che il tempo e galantumo , sappi che ad ogni azione , c'è sempre una reazione. Da quel che ho percepito tu sai BENE chi sono e dove sto , cosa diversa e che io non so chi sei e dove stai e non lo trovo ONESTO. Quanto vuoi sono a tua completa disposizione , cosi se hai qualcosa di personale su di me , me lo dici in faccia coraggiosamente SE SEI NEL GIUSTO. Pertanto chiedo scusa ai moderatori per i miei toni e prego che sul Forum si prendano provvedimenti . Se il frigillo ha volontà di comunicare privatamente ed esternare le sue motivazioni per questo comportamento su di me , questa e la mia I-mail [email protected]2 punti
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Depression Scrip Prima di concludere il discorso sull'insediamento di Roosevelt e sulle prime misure prese per combattere la Depressione (tranquilli, non intendo raccontarvi tutto il New Deal :D) soffermiamoci un attimo su un interessante fenomeno, niente affatto nuovo, ma forse meno conosciuto di quelli, analoghi, verificatisi in altre epoche o altri paesi. Mi riferisco al proliferare di una monetazione d'emergenza, emessa dai soggetti più svariati, per fare fronte alla penuria di circolante, perché la crisi, oltre ad avere, come abbiamo visto, portato a una riduzione della produzione della Zecca, aveva anche provocato, come sempre in periodi simili, la sparizione delle monete, soprattutto gli spiccioli, sia d'argento che di altri metalli (gli alti valori in oro spariranno a breve per decreto). Niente di nuovo si diceva, ne abbiamo già visto un esempio con gli hard times tokens (post #27 pag. 2), e anche in altri periodi gli americani avevano fatto ricorso a una monetazione d'emergenza, ma a quella che inizia a circolare nel 1931, raggiungendo il suo massimo nei due anni successivi (ma continuando poi a essere utilizzata, anche se in misura molto minore, fino al 1939) danno una vitalità e una varietà che si erano viste di rado prima, e non si vedranno più dopo. Il paragone più vicino, anche nel tempo, è con i notgeld austro-tedeschi del decennio precedente, per il numero degli emittenti e la varietà dei materiali usati: carta, legno, pelli di animali (perfino di pesci), metalli poveri, vulcanite e, meraviglioso esempio di storia che ripete se stessa, conchiglie. I collezionisti chiameranno queste emissioni Depression Scrip, Ralph A. Mitchell e Neil Shafer nel loro Standard catalog of Depression Scrip of the United States, conteranno circa 1.100 soggetti emittenti, molti con diverse tipologie...un numero, comunque, quasi sicuramente in difetto. Nessuno dei 48 Stati (tanti erano all'epoca) è esente dal fenomeno, che contagia anche i Territori dell'Alaska e delle Hawaii...vediamo alcuni esempi. A Tenino, nello stato di Washington, estremo nordovest, il materiale usato è il legno...non per niente siamo in un territorio ricco di foreste Un po' più a sud, i business men della cittadina di Heppner, nell'Oregon, trovano un uso alternativo delle pelli di pecora Ancora più a sud, Crescent City e Pismo Beach, bagnate dal mare della California, rinnovano l'antichissimo uso delle conchiglie...opportunamente manoscritte Venendo infine al materiale più usato, la carta, alcuni scrip sono semplici foglietti che indicano l'emittente e il valore, ma molti, come accadeva già per i notgeld austro-tedeschi, illustrano con belle e colorate vignette le attrattive del luogo, quasi un manifesto turistico, come questo biglietto da 1 dollaro della Contea di Mecosta, Michigan, luogo ideale per la pesca, il golf e il pattinaggio su ghiaccio petronius2 punti
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Ciao mirco,ciao à tutti, non possible rispondere Côme si déve,perché dal Telefonino,quando non sono gli occi troppo piccoli,son i ditti troppi grossi. E vero che certe volte ci troviamo ben soli noi quelli che postiamo per fare védere e fare piaccere a i nostri uguali. Portante molti anonimi vengono godarssi del lavoro fotografico e testuale. Vale piu un saluto e complimenti graditi Che passaggio fantomatique. E quello che da corragio a sempre andare in avanti. I miei amici li tengo sempre tutti cari,e quando posto e sempre con la stessa emozione Di essere sicuro Di fare quello piaccere che intretene quella fiara de la nostra passione. Ma son sicuro che quel amore Di storia su le monete non si spegnera cosi... Chi ne sara sempre una a admirare, analisare, e comentare.. Su que.. Un gran salute a tutti e figlie e figli Di questa grande famiglia...2 punti
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Sono stato a Heraklion (Creta) al museo archeologico, che consiglio di visitare se passate di li. Le foto sono fatte con il cellulare quindi non sono un gran che. Questa è la piccola sezione dedicata alla Numismatica, in cui ci sono anche le monete di Cnosso.1 punto
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Per obliqua intendi con inquadratura a 45 gradi, con la luce solare che illumina il fondo?1 punto
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TO. MO. DVX? tommaso Mocenigo... boh... ora vedo sul Montenegro se ancora si facevano piccoli al suo tempo. se no potrebbe starci un FO per foscari?... navigo a vista. Perché non posti anche l'altro lato?1 punto
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Le monete da Creta sono datate 1900, quindi sono nel volume 1801-1900. Solo hanno una vecchia edizione (2006) di quel volume, ma sarà felice di darvi qualsiasi informazione che è possibile da esso. :) v. -------------------------------------------------- The coins from Crete are dated 1900, so they’re in the 1801-1900 volume. I only have an old (2006) edition of that volume, but will be happy to give you any information you might want from it. :) v.1 punto
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@@enricotp Perdonami se ho editato il tuo messaggio. capisco la tua amarezza, ma ci sono altre sezioni per quello che proponi. Ho anche cancellato al tua e-mail per evitare di essere inondato di spam...1 punto
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e per carità :D farò nuove foto, se non c'arriva non c'arriva...:D così è bello! interventi giustificati e corposi...io dico solo che la foto del diritto è penalizzante...il rovescio è ben rappresentato ;)1 punto
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Effettivamente spettacolare, sembra veramente una scultura.....ma anche le altre si difendono mi sembra....per fortuna che non ho dimestichezza col franco svizzero.... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App1 punto
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L'e' propri l - var RIC 349 var (3) Aurelian, Cyzicus, AE Antoninianus. IMP C AVRELIANVS AVG, Radiate and cuirassed bust facing right / RESTITVTOR ORBIS, Woman standing right, presenting wreath to Aurelian facing left with spear, suppliant captive between them. Mintmark: star gamma. RIC V-1 Cyzicus 349 variation (obverse legend). Text1 punto
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Prova, come mi consigliò Francesco, a immergerla in un bicchiere con alcool puro, per qualche settimana, tappandolo con pellicola Kuki e in seguito pulirla con un bastoncino cotonato. ;) Buon BB1 punto
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Le monete hanno due facce e andrebbero mostrate entrambe unitamente a misure e peso....ma questa è abbastanza facile: si tratta di un sesino di Mirandola per Ludovico II Pico (MIR 513, CNI 57-59). Nel verso dovresti vedere un gallo appoggiato su caduceo alato. ciao Mario1 punto
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Scusate, volevo aggiungere una cosa ma non ho fatto in tempo prima: credo che come metodo di lavoro su una specifica zecca sia importante cercare di andare a ritroso, cioè partire dall'articolo - scientifico - più recente e poi cercare la bibliografia precedente. Da questo punto di vista la Guida delle zecche può offrire una buona base di partenza, sebbene naturalmente non sia e non voglia essere la Summa Theologiae della numismatica. Inoltre, secondo il mio modesto parere bisogna distinguere molto bene cosa si intende per "divulgazione" e cosa per "Ricerca". Ovviamente le due cose non sono affatto inconciliabili, ma sicuramente hanno tempi, metodi e finalità differenti; sovente anche utenti diversi. Cordialmente, Teofrasto1 punto
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io sul modulo d'ordine ho sempre aggiunto anche l'indirizzo mail , ma non ho mai ricevuto mail di sorta ..1 punto
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Buonasera a voi, sperando di fare cosa gradita, trascrivo qui di seguito alcune parti della scheda "Cortemilia" firmata da Giorgio Fea, presente sulla Guida delle zecche, e che vi invito a leggere per intero. Collezioni Roma, MNR, coll. Reale [CNI II, pp. 214-217]; Como, M. Civ. [Zecchinelli 1957]; Milano, Civ. R. Num. [belloni 1977; Martini et alii 1987]; Padova, M. Bottacin [Kunz 1968]; Torino, M. Civ. [Fava et alii 1964]; Venezia, M. Correr [Castellani 1925]. Un esemplare del rarissimo grosso tornese si trova aParma, MAN [Canonica 1914, p. 76]. Sede Il Canonica [1914, p. 46] afferma che «i marchesi del Carretto avevano assegnato allo zecchiere una casa in Cortemilia nel luogo stesso ove tuttora sorge l’antico Convento di S. Francesco, colla concessione di speciali facilitazioni, di esenzioni, di privilegi e franchigie solite a concedersi a tutti gli zecchieri». L’autore pare indicare come propria fonte il Roggiero [1901 pp. 195-197], il quale, in realtà, nel suo studio non accenna che marginalmente alla zecca di Cortemilia e, soprattutto, non fa alcun cenno alla sua ubicazione. È impossibile dire se il Canonica abbia tratto queste notizie da uno o più documenti inediti e sconosciuti a quanti si occuparono, prima e dopo di lui, dell’officina monetaria dei marchesi del Carretto, o se abbia inserito, all’interno di un passo profondamente ricalcato su quello del Roggiero, una propria, personale, supposizione; in mancanza di ulteriori conferme, è certo necessario valutare con molta prudenza le sue informazioni. Bibliografia: Canonica 1914; Belloni 1977; Bianchimani, Liste; Castellani 1925; CNI II, pp. 214-217, 495; Day 2006; Fava et alii 1964; Ferro 2007; Gamberini III; Gnecchi 1889, pp. 88-89; Kunz 1968; Martini et alii 1987; Promis 1852, 1868, 1871, 1882; Rizzolli 1991; Zecchinelli 1957. Alvin F. 1907, Le florin d’or de Florent de Hainaut prince d’Achaie, «Revue belge de numismatique», pp. 19-32. Astengo C. 1956, Grosso inedito di Manfredo II del Carretto, detto Manfredino, e considerazioni sulla zecca di Cortemilia, «RIN», 58, pp. 70-93. Bernocchi M. 1985, Le monete della Repubblica fiorentina, V, zecche di imitazioni e ibridi di monete fiorentine, Firenze. Canonica G. 1914, La zecca di Cortemilia dei marchesi del Carretto, Carmagnola. Cerrato G. 1907, Un nuovo segno di zecca sul fiorino attribuito a Cortemiglia, «RIN», 20, pp. 67-68. Chalon R. 1846, Recherches sur les monnajes des comtes de Hainault. Premier supplément, «Revue de la numismatique belge», pp. 215-223. Cordero di S. Quintino G. 1847, Discorsi sopra argomenti spettanti a monete coniate in Italia nei secoli XIV e XVII, «Memorie della Regia Accademia delle Scienze di Torino», Torino, pp. 189-219. Cunietti A. 1909a, Una moneta inedita di Cortemiglia, «RassN», Roma [estratto]. Cunietti A. 1909b, Monete inedite della collezione Cora, «RIN», 22, pp. 469-471. Gavazzi G. 1902, Monete dei marchesi del Carretto, «RIN», 15, pp. 67-83. Gazzera C. 1833, Delle zecche e di alcune rare monete degli antichi marchesi di Ceva, d’Incisa e del Carretto, «Atti della Regia Accademia delle Scienze di Torino», Torino, pp. 1-78. Morel-Fatio A.1865, Monnaies de Cortemiglia et de Ponzone, «Revue de la numismatique belge», pp. 427-442 [riedito il medesimo anno in estratto con il titolo: Cortemiglia et Ponzone monnaies inédites, Bruxelles]. Novati F. 1903, La leggenda del tornese d’Oddone III del Carretto, «RIN», 16, pp. 77-85. Roggiero O. 1901, La zecca dei marchesi di Saluzzo, «Studi Saluzzesi», Pinerolo, pp. 178-242. Roggiero O. 1909, Delle relazioni fra le antiche zecche del Piemonte in rapporto specialmente alle falsificazioni numismatiche, «Bollettino Storico Bibliografico Subalpino», Torino, pp. 313-322.1 punto
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Per ricevere questa email in cui ti forniscono il numero della raccomandata devi comunicare il tuo indirizzo email in modo tale che loro lo registrano e così in futuro UFN ti invia le informazioni1 punto
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Altre 2 foto fatte ieri.....prometto che appena troverò un attimo proverò a farne di nuove.1 punto
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E' la collezione che ti piacerebbe fare? Hai 3.000 euro da destinare solo a questo? Pensi che li avrai in futuro? Quali clausole ci sarebbero se fossi costretto a non proseguire negli acquisti e non trovassi un acquirente? Personalmente, sono refrattario agli obblighi nel mio tempo libero. Ho già il lavoro che è una rogna, ci manca di stressarmi per una passione1 punto
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Ok, ora ho capito, piastra del 1855 anch'essa originale e senza alcun dubbio. Vai tranquillo. Ciao1 punto
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per e' fuso, guarda ad ore 13 del rovescio, sono chiari segni di fusione. Anche il naso ha una fattura molto semplice, Pertinace ha sempre un ritratto molto forte, vero.1 punto
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Scusate la mia ignoranza, cosa significa: per F.SV.6200? Tornando ai grossi di Cortemilia direi che i tre tipi presentati sul CNI si possono facilmente riconoscere al D/, nel primo giro, grazie alla presenza rispettivamente di tre, uno o due pallini sovrapposti, prima della crocetta. La moneta qui presentata direi quindi che appartiene al CNI tipo n. 1 (tav. XVIII, n. 20) che sarebbe poi la stessa moneta degli articoli di Gavazzi 1902 e Novati 1903. Questa stando a quanto riportato nel CNI faceva parte della RT, Collezione Reale di Torino, per cui probabilmente si trova ancora oggi da qualche parte a Torino. A proposito delle diciture usate dal CNI, SM sta per collezione privata di Sua Maestà, e va bene, sapreste invece indicarmi BM e C. Pap. a cosa si riferiscono? Mario, a proposito della E chiusa e lunata, posso dirti che ho notato una maggiore variabilità e quindi forse anche significatività cronologica nella X e nella A. Quelle del grosso tornese di Cortemilia si avvicinano in modo impressionante, stilisticamente parlando, ad un determinato tipo di grosso tornese astigiano. Non hai primissimi, bensì al tipo intermedio, quelli con la N invertita, che dovrebbero però venir prima di quelli con caratteri gotici... ma avremo ancora modo di parlarne... c'è ancora parecchio lavoro da fare e materiale da vedere, rivedere e sistemare!! :D ;)1 punto
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ciao Lorenzo, sono entrambe buone,purtroppo seppur considerate di 1a classe presentano spesso dei difetti sulla perlinatura, quindi leggere schiacciature ed imprecisioni dei pallini non sono sinonimo di falso...Hai chiesto il peso?1 punto
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Una schifezza! Nessuno dei commercianti tedeschi da cui mi rifornisco di solito. Padiglione diverso buio pesto. Parlando con i commercianti che conosco mi dicevano che spostarlo 3 volte in concomitanza con altri convegni e con costi così alti ha scoraggiato il 50 % degli espositori. Qualcosa ho trovato lo stesso, ma proprio poco. Però mi sono tolto qualche sfizio1 punto
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Aggiungo qualche cenno sul fiore rappresentato : Hladnikia pastinacifolia è appunto una specie endemica che vive in Slovenia ( ma molte altre specie si trovano anche in Friuli ), soprattutto come discendente della flora del Terziario ( le piante che esistevano nel periodo Terziario , una divisione iniziale del Cenozoico ) . Appartiene alla famiglia delle ombrellifere , che comprende diverse piante commestibili noti come carote , prezzemolo , levistico e il sedano . Il colore e la lucentezza delle foglie di hladnikia possono ricordare un po ' il più noto sedano , ma hladnikia è molto più delicato , la sua foglia ha steli più corti e il fogliame è più spesso . Cresce naturalmente in una zona molto limitata dell'altopiano della foresta Trnovski . Il suo nome è stato coniato dal botanico tedesco Ludwig Reichenbach in onore di Franc Hladnik , il fondatore del Giardino Botanico di Lubiana .1 punto
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Concorde... Ha un ottimo conio,ma alcuni microsegnetti visionandola a questo ingrandimento; per il conio decentrato al R/ forse un pochino :)1 punto
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Il realizzo fu di 7.500 euro più i diritti, partendo da una stima di 2.000. Partecipai telefonicamente, ma dovetti ben presto mollare. Mi dissero poi che era stata acquistata da un importante commerciante numismatico, sembra per la sua collezione di grossi. Complimenti a lui! Continuo a leggervi. Grazie a Mario per le sue parole. ;)1 punto
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Una bella foto del grosso tornese di Cortemilia è presente in un ottimo articolo di Walter Ferro, Carmelo Prestipino, Gorzegno: L'ultima zecca dei Del Carretto, Estratto da Atti e Memorie Nuova Serie Vol. XLVII, Società Savonese di Storia Patria, 2011, pp. 101-118. La foto del grosso è a pag. 108 Se non è lecito postare la foto, chiedo scusa e ovviamente un moderatore provvederà a toglierla.1 punto
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:offtopic: .....ma da quando tempo non si vede una Medaglia Premio coniata a Napoli e non in Sicilia alle Aste ? @@francesco77....@@Michelangelo2 .....ricordate l'ultima ?1 punto
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Per quanto riguarda i Del Carretto penso che se sapessero quanto è stato speso negli ultimi anni per il restauro dei ruderi del loro castello si rivolterebbero nella tomba... ma a parte questo, il loro castello o quel che ne resta domina ancora oggi l'abitato di Cairo Montenotte (SV) che seppur amministrativamente si trovi in Liguria dal punto di vista ambientale e paesaggistico fa ancora parte delle Langhe, sistema collinare che si estende a sud di Asti e di Alba, a triangolo fin verso il savonese, penetrando per l'appunto anche in Liguria. Il castello dei Del Carretto, insieme alla torre fortificata eretta a poco più di 5 km dall'abitato di Cairo, nella frazione attualmente nota come Carretto, controllavano il transito lungo l'antica via Magistra Langarum, la più importante via del sale o via marenca, lungo la quale dai vigneti della Langa partivano uve e vini, e dalla Riviera arrivavano il pesce, il sale e l'olio. Della Magistra Langarum in territorio cairese, la maggior parte del percorso probabilmente corrisponde oggi allo stesso nastro d'asfalto che attualmente unisce Cairo Montenotte a Carretto, proseguendo poi verso Santa Giulia, con pochi tratti ciottolati riscoperti solo una quindicina di anni fa! Per quanto riguarda la storia: "Pochi anni dopo la morte di Bonifacio del Vasto (morto forse nell’anno 1130) avvenne la divisione del cospicuo territorio: I Contadi marittimi di Savona e Noli e quello montano di Cairo vennero assegnati al figlio Enrico detto il Guercio. Il contado di Cairo abbracciava due castellanie, quella di Cairo stesso e quella di Dego. Erano soggette a quella di Cairo le terre di Rocchetta, Carretto, Vignale e Carcare per una metà. All’epoca di Enrico il Guercio i Comuni di Savona e Noli, già molto emancipati, tendevano alla totale indipendenza dell’egemonia feudale. Enrico, spazientito dalla noia che gli procuravano detti Comuni, si rivolse all’imperatore Federico Barbarossa in cerca di maggior fortuna alla corte imperiale. La sua intelligenza e fedeltà valsero ad elevarlo in breve tempo al rango di Consigliere intimo dell’imperatore stesso che lo tenne in così grande considerazione da designarlo suo delegato alle trattative per la pace di Costanza ( 1183). Ma già nel 1172, per compensare la sua fedeltà, l’imperatore lo aveva investito di tutti i suoi beni che gli erano pervenuti dall’asse paterno. Sotto la Signoria di Enrico, essendo divenuti i contadi delle Langhe più importanti che non quelli marittimi, il feudo di Cairo acquistò fama e potenza. I traffici s’intensificarono, le strade furono rese più transitabili e più sicure, tanto che la "Magistra Langarum", la strada che attraverso il ponte degli Aneti saliva al Castello del Carretto e conduceva nella Valle Uzzone e da qui passando da Cortemilia, fino ad Alba e ad Asti, visse in questo periodo il suo tempo d’oro. Un fatto degno di nota avvenuto in questo periodo è la firma di una convenzione fra l’imperatore Federico Barbarossa ed i rappresentanti del Comune di Genova, nel castello di Rocchetta nell’anno 1171. Intermediario, naturalmente, fu Enrico del Carretto. Egli partecipò con onore alle crociate e si distinse nei maggiori avvenimenti politici del suo tempo. Fu, come il padre, molto liberale verso le istituzioni religiose, fondando nell’anno 1179 in Fornelli una Chiesa con annesso un ospedale capace di ricevere 12 infermi e designando quale rettore un canonico di Ferrania. Alla sua morte (1184?); i figli Ottone ed Enrico si divisero l’asse ereditario: Ambrogio e Bonifacio che rimasero esclusi perchè ecclesiastici, furono nominati successivamente vescovi di Savona. Ottone ebbe la Signoria di Savona e quindi di Cairo e terre vicine. Egli, però, nel 1191 vendette ogni diritto ed autorità che aveva in Savona trasferendo la sua sfera di azione nella valle Bormida e nelle Langhe assumendo il titolo Marchionale di "Del Carretto". Durante la signoria di Ottone, Cairo divenne il luogo più importante della valle Bormida. Il castello del Borgo era la dimora prediletta del marchese, il quale amava circondarsi di musici, poeti e trovatori per allietare i suoi periodi di riposo, alternando al questi passatempi battute di caccia e giostre. Secondo la tradizione fu sotto la signoria di Ottone che, nell’anno 1213, San Francesco d'Assisi, in viaggio per la Spagna ed il Marocco, transitò per Cairo. Egli percorrendo la litoranea fino a Vado, attraverso il passo di Cadibona discese in Val Bormida, proseguendo per Cortemilia, Asti e Torino e attraverso la via delle Alpi entrò in Francia e proseguì verso la Spagna ed il Marocco. A Cairo lo ricevette una folla plaudente e piena di amore e ammirazione per il serafico poverello. Nel castello viveva la figlia di Ottone del Carretto che era sordomuta fin dall’infanzia. Ottone in uno slancio di fede, invigorito dall’amore che nutriva per la figlia, fece chiamare San Francesco pregandolo di voler operare il miracolo. Il fraticello fra l’ammirazione, lo stupore e il delirio dei presenti esaudì l’accorata preghiera del marchese e la giovinetta riacquistò la favella. La notizia si sparse per il Borgo e le Valli limitrofe come un fulmine. Fu un continuo pellegrinare di folla che si prolungò per tutto il soggiorno del frate in Cairo; ognuno voleva conoscere l’autore del prodigio sovrumano e toccare il misero saio del Santo. Maturò così l’idea di fondare un convento francescano. Ottone riconoscente offrì il terreno in una valle amena sulla "Magistra Langarum", i mezzi per la sua erezione e San Francesco accettò l’offerta. Il convento ebbe vasta rinomanza nei secoli ospitando un numero considerevole di frati, salvo qualche sporadico periodo, in occasione delle distruzioni subite dal Convento. La prima per opera delle soldatesche di Facino Cane e l’altra forse durante la guerra che il duca Carlo Emanuele I condusse nel Monferrato. I religiosi però non si persero d’animo e con grande coraggio riattivarono e ampliarono il convento. Esso fu poi incendiato e distrutto durante le battaglie napoleoniche dal generale Victor nel 1799 e fu definitivamente abbandonato nel 1805, anno in cui Napoleone soppresse gli ordini religiosi e ne incamerò i patrimoni. Ora del vetusto convento non rimangono che i ruderi della Chiesa e il chiostro con le sue colonnine di pietra, le piccole cellette, e i resti di alcuni dipinti che la tradizione attribuisce al famoso Caccia di Montabone, detto "Moncalvo". Anche il misterioso cespuglio, posto al centro dell’orticello, cui per la perenne verzura la tradizione attribuisce qualcosa di mistico e di miracoloso, va appassendo. Ottone del Carretto governò in un periodo difficile per la potestà marchionale, quando cioè i Comuni, forti per la loro crescente indipendenza contrastavano efficacemente l’assolutismo feudale. Egli, per tenersi amica la Repubblica di Genova, donò con atto 25-7-1214 il Castello di Cairo con Carretto, Rocchetta, Vignaroli, metà di Carcare, Ronco di Malo, Montecavilione, Buzile oltre al castello di Dego e le sue pertinenze, al comune di Genova che a sua volta gliene diede investitura. Tali territori, però, la Superba si fece riconsegnare nel 1223 per le noie procuratele dai Marchesi del Carretto in occasione della vendita di Pareto e Pontinvrea, fatta alla, stessa Repubblica dal Marchese Enrico di Ussescio. Seguirono guerre e scaramucce fra i Signor Del Carretto e le città ora di Alba e ora di Asti, durante le quali i poveri abitanti di Cairo furono sottomessi a due imposizioni. Di ciò si rese ben conto il Marchese Ottone che, con atti rispettivamente del 1233 e del 1235, fece concessioni al Comune di Cairo. Morto Ottone gli successe Manfredo, il quale per mantenere la sua signoria, parteggiò un po’ con i Ghibellini e un po’ con i Guelfi. Nel 1243 fu alleato con Genova contro Savona, nel 1244 guidò papa Innocenzo IV che, da Genova attraverso Stella - Pontinvrea- Rocchetta Cairo - Carretto Cortemilia, si recava a Lione per convocare d’urgenza e in gran segreto un concilio e dichiarare la decadenza dell’imperatore. Nei 1245 troviamo Manfredo contro Genova alla difesa, di Savona con gli uomini di Rocchetta e di Dego. Nel 1268 accolse il cugino Corradino di Svevia che con il suo esercito da Pavia muoveva alla riconquista del Regno di Sicilia, perduto dall’impero nel 1266 per opera di Carlo D’Angiò. Corradino fu accolto in Cairo con grandi onori malgrado la scomunica che Clemente IV aveva lanciato contro tutti gli amici dello Svevo. Egli ebbe l’aiuto per raggiungere Finale, ove, imbarcato il suo esercito su undici galee pisane, andò ad affrontare il nemico nella battaglia campale di Tagliacozzo (23 agosto). Così subì una dura sconfitta che in seguito gli costò la vita. Alla morte dello Svevo (1268) crollarono le speranze di unificare l’Italia sotto l’autorità dell’impero ed i Caretteschi si salvarono per miracolo dall’ira di Carlo D'Angiò per l’aiuto offerto a Corradino. A Manfredo successe il figlio Ugone, il quale il 26-5-1302 fu investito a Genova del luogo di Cairo e pertinenze. Egli il 25-9-1307 confermò in pubblico, nella Chiesa di San Lorenzo di Cairo, gli antichi privilegi concessi dai suoi predecessori al Comune (esenzione del pagamento dei diritti di successione ecc.). Manfredino, suo successore, continuò ad agevolare i cittadini cairesi, esonerandoli il 16-9-1315 dal pagamento di L. 60 genovesi annue, obbligo assunto dalla Comunità nel 1233 verso il marchese Ottone. E' in quest'ultimo periodo (1284-1313) che secondo il CNI vengono coniati i grossi tornesi a Cortemilia... tratto da: Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, Gli Aleramici. di Piero Angelo Tognoli (Lagorio, 1971)1 punto
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Negli anni addietro alcuni studiosi fantasticarono sulla collocazione della zecca che coniò sesquiducati con la P. Qualcuno scrisse che vennero coniati a Palermo. Ricordo che quando lessi questa notizia con Pannuti, quest'ultimo mi rispose "...... Sbagliato! P è l'iniziale di Pannuti e non di Palermo!" ahahahaah :rofl: Comunque in ordine di rarità è possibile stabilire approssimativamente che i sesquiducati siglati più rari sono quelli con la M, poi con la S, poi con la B e infine la P.1 punto
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buonasera @@staterepegaso @@eliodoro giusta la tua identificazione; non è un sole ma una ghirlanda con una stella in centro. è una moneta della città di Neapolis, vedi i dati, al retro non porta il nome della città in esergo. qui sotto riporto le le immagini trovate la prima, ricavata da: BRONZE COINAGE OF THE MAN-FACED BULL- è un disegno che pare copi esattamente la tua moneta . la seconda, ricavata da: ACSEARCH con i dati di riferimento per la catalogazione. mostra il retro com'è in realtà. (toro con sopra una ghirlanda con al centro una stella) le immagini sono fatte con lo scanner, e spero si vedano bene. buona serata Pietro1 punto
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Io invece per alcune monete, come quella in oggetto, sono per averle in una conservazione che permetta di ammirarne la bellezza o preferisco non averle affatto. Tra l'altro nell'acquistare ho sempre avuto presente anche l'appetibilità commerciale dei pezzi da mettere in collezione.1 punto
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Tutto è di passaggio caro @antwala , rimane solo la storia nelle cose e il vuoto intorno. Bastano 2-3 generazioni nel migliore dei casi perché ogni cosa si perda, compreso il ricordo di noi. Quel monetiere ha in se tutta la storia della/delle persona/e proprietaria/e dello stesso. E il nostro amico è il nuovo proprietario che lo riempirà di cosine belle :) Poi un giorno anche le sue cosine belle finiranno chissà dove. E anche lui avrà arricchito la storia del mobiletto, e la sua. La nostra felicità è nel nostro presente, il resto è felicità altrui e malinconia.1 punto
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Già.. Soprattutto se noti il bordo si vede che è tutto ossidato, qualche genio ha aperto la capsula :girl_devil:1 punto
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ciao di nuovo, oggi sono particolarmente attivo perché non c'è mia mamma a dirmi di studiare e quindi posso dedicarmi a postare monete :D :D adesso è il turno delle 10 lire d'argento di Vitt. Em. III sul catalogo che visito di consueto su internet viene detto che di questa moneta esistono due tipi, uno con una rosetta (+ raro) l'altro con due rosette (meno raro) e io non so come classificare il mio pezzo perché in un punto ha due rosette in un altro ne ha solo una :huh: :huh: praticamente fa : FERT * * NODO FERT * NODO * FERT NODO * *1 punto
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