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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/28/14 in tutte le aree

  1. Siamo addolorati per questa tua decisione e non possiamo che prenderne atto. Un caro saluto
    7 punti
  2. Caro @over the top ! A caval donato non si guarda in bocca! Magari ne avessi ricevuti io di regali simili, ricordati una cosa importante: la numismatica non è fatta solo di soldi e monete ma anche di gesti. Questa moneta ti ricorderà sempre un gesto sano fatto per farti felice. Chi te l'ha donato sa bene che sei un amante della numismatica e ti ha voluto farti un regalo mirato. Se un giorno dovesse capitarti un'altra 1856 FDC ad un prezzo da affare ricordati di non sostituirla a questo esemplare ma di affiancarlo. La tua piastra è un BB+, ha piccole tracce di ribattitura nella data (errore di punzonatura molto frequente) ma ha il fascino della circolazione e un valore aggiuntivo molto importante. Per il resto siamo qui a tua disposizione per qualsiasi info o delucidazione. A presto, Francesco
    4 punti
  3. Gentile @@Luca_AT, complimenti per l'entusiasmo e la voglia di approfondire la conoscenza di questa zecca, per la quale manca ancora un lavoro rinnovato e di sintesi (ma forse qualcuno dei lettori del forum ci sta già pensando o lavorando ...). Probabilmente qualche lume ce lo darà l'attesissimo MEC sull'Italia settentrionale, una volta pubblicato. Nel frattempo volevo precisare solo alcune cose che quando si parla di monete, e dunque anche di storia, sono importanti, sperando che ciò possa esserti di qualche utilità: 1) La grida che riporti qui non è del 1310, ma del 7 novembre 1311, come riporta giustamente anche Gianazza, citato in qualche post precedente. Sembrerà banale ma in quel momento e vista la complicata vicenda politica affrontata da Enrico VII in occasione della sua discesa in Italia, un anno di differenza cambia ...quasi tutto. Il 7 novembre 1310 era arrivato da poco in Italia, neppure era stato ancora incoronato Re d'Italia a Milano (gennaio 1311) e soprattutto non aveva già emesso 3 editti sulle monete imperiali e sui monetieri (10 agosto 1311, 17 e 18 ottobre 1311) dei quali questa grida è diretta conseguenza. Scusami (scusatemi) ma sono fresca di un articolo appena concluso sulla politica monetaria di Enrico VII in Italia e davvero per capirci qualcosa bisogna stare attenti alle date ed al contesto generale nel quale questi atti in materia di moneta furono promulgati, altrimenti si rischia di non capirci nulla. 2) Riferito a qualche post prima e sempre a questo discorso: il volume che citi qua http://www.lamoneta.it/topic/128346-doppio-grosso-o-mezzo-tornese-astese/?p=1464055 altro non è che una delle raccolte ottocentesche degli Atti di Enrico VII realizzata da Doenniges nel 1839. Si tratta di una buona edizione ma non critica. Una edizione critica degli stessi documenti, ordinati ovviamente in modo diverso si trova nelle serie dei Monumenta Germaniae Historica, Leges, Constitutiones et acta publica imperatorum et regum,volumi IV/1 e IV/2, editi dallp Schwalm rispettivamente nel 1906 e 1910-1911. Se li volessi leggere sono consultabili in rete e scaricabili dal sito dedicato agli MGH. Nella fattispecie il documento da te linkato sul Doenniges è un altro editto di Enrico VII del 12 gennaio 1312 , nel quale trovi la parola "astensis" riferita ai denari di Asti citati tra le equivalenze delle nuove monete volute da Enrico, ma anche in riferimento al monetiere, Giorgio Alyon o Alione, da quel momento incaricato di coniare moneta "sovrana" (Enrico qui non era ancora formalmente stato incoronato) ad Asti, in società con uno zecchiere genovese, Filippo de Nigro (o de Nigrone). Lo stesso atto lo trovi in edizione critica anche negli MGH, come i precedenti. 3) Ho visto che fai molte domande sui documenti medievali, ed il fatto che tu abbia voglia di leggerli direttamente è assai lodevole (mai fidarsi troppo delle citazioni delle citazioni o delle date riportate senza verifica, come hai visto sopra). Tuttavia, e senza scoraggiarti, è bene avere presente che i documenti medievali vanno imparati a leggere e non solo la singola citazione monetaria, ma tutto il documento, perché il testo, ovvero ancora il contesto nel quale è inserita la citazione monetaria, può cambiarne senso e/o interpretazione. Mi permetto di dirti queste cose perché spesso ho visto usare citazioni documentarie con disinvoltura magari da chi le frequenta da poco tempo o senza la necessaria preparazione per saperle leggere. Quindi ti rinnovo il suggerimento che mi pare in qualche discussione ti abbiano già dato: mentre fai il censimento dei pezzi noti e tutte le osservazioni sui pesi , sui punzoni etc... prima di passare ai documenti, leggi bene la letteratura esistente sulla monetazione di Asti e sul Piemonte nel medioevo, magari a ritroso (dalla più recente andando indietro). Poi se sei ancora interessato a fare le tue giuste e legittime verifiche o ricerche sui documenti, anche solo quelli editi, cerca di avere prima una infarinatura di diplomatica. E vedrai che poi si comprende tutto un poco meglio (o almeno così a me è sempre parso ;)). Un caro saluto e buona prosecuzione :) MB P.S. Per @@aemilianus253: per quanto riguarda la nomenclatura dei grossi io suggerisco sempre di vedere come erano citati nelle fonti scritte coeve, piuttosto che usare termini magari anche più espliciti, ma legati alla nostra cultura. Ma anche qui ognuno può avere la propria opinione...
    4 punti
  4. Ciao Francesco, posto questa foto fatta col mio cellualre a luce naturale.
    4 punti
  5. Io credo che organizzare un asta di quelle monete, con tanto di certificato e cofanetto della zecca, sarebbe un successo internazionale...
    4 punti
  6. Veramente non si tratta di 10, ma di 70 (soldi). E' un peso per il mezzo scudo della croce veneziano. Saluti Gzav
    4 punti
  7. che ne pensate! Secondo me supera il BB!!
    3 punti
  8. Carissimi proseguendo nella carrellata delle rarità del Regno, Vi sottopongo oggi la data più rara dei 100 lire del Re Galantuomo. La moneta possiede un vecchio cartellino della Numismatica Aureli (metà degli anni 70 quindi, circa), con l'indicazione dei riferimenti del Bobba, ma senza conservazione. L'esemplare è ben lontano dal FDC, ma se Vi dico quanto fu pagato all'epoca (aprile 1977, in trattativa privata da un collezionista romano molto famoso, avevo 17 anni ma stavolta me la ricordo bene) potreste davvero sorridere. Vi ringrazio dei Vostri sempre graditi pareri. Un saluto min_ver
    3 punti
  9. Si, guarda, speriamo che a qualche demente di casa nostra non venga in mente di copiare l'iniziativa... ci manca solo che a ogni resto non possiamo stare tranquilli perchè c'è il rischio di vedersi rifilare gettoni in mezzo alle monete.
    3 punti
  10. Allora posto il 1822, una umile ma storica monetina, 5 centesimi del Regno Lombardo Veneto della zecca di Milano.
    3 punti
  11. Giusto un infarinatura...per saperne di piu' o per rinfrescarsi la memoria a chi gia sa .....giusto per ricordare che livorno è nata molto prima !!!! .... ma molto prima....ho scritti del 900 dopo cristo ...ovviamente...che riportano paesotti che hanno dato il nome a quartieri ora esistenti . Il Mastio di Matilde Mastio di Matilde Con l'avvento delle invasioni barbariche il villaggio di Labrone non segue più le sorti di Pisa. Nel 1100 è governato da Matilde di Canossa che ordina la costruzione di una torre di forma rotonda detta poi Mastio di Matilde, all'imboccatura della cala, per difenderla dalle incursioni dei Saraceni. Quadratura dei pisani Allorché le città italiane si ribellarono all'imperatore tedesco, Pisa divenne una florida repubblica marinara e la sua potenza fu accresciuta dal possesso del castello di Livorno donatogli da Matilde di Canossa nel 1103. I pisani, nel 1143, per aumentare il potenziale difensivo del porto, costruirono la Quadratura dei pisani, cittadella quadrata situata sul lato nord della cala, che incorporò il Mastio di Matilde. Torre del fanale Nel 1284 i pisani persero la battaglia della Meloria ad opera dei genovesi che distrussero le torri pisane. Il loro porto, inoltre, cominciava ad interrarsi a causa delle sabbie del fiume Arno. Per queste ragioni, costruirono, nel 1304, ad ovest del villaggio, su una scogliera, la Torre del Fanale, altissima, imponente, costituita da due torri sovrapposte, con un diametro di circa 12 metri e alta oltre 50 metri sul livello del mare. Fanale dei Pisani in stampa antica Una ricostruzione degli antichi arsenali della Repubblica Pisana In questa antica stampa si vedono le antiche strutture di Porto Pisano, le sue maestose Torri e le Mura che racchiudevano anche il Castello di Ligorno, probabilmente già diventato Città di Livorno sotto il volere dei granduchi di Firenze Prima cinta muraria Ultima opera monumentale della decadente repubblica pisana a favore di Livorno fu la costruzione di robustissime mura che cinsero il Castello (1392). Esse partivano dalla Quadratura dei Pisani , giungevano alla Porta a terra, da questa, a semicerchi, si congiungevano alla Rocca Vecchia, da dove partivano altri due tronconi che cingevano la cala naturale. Le succitate mura, lunghe circa 2200 braccia (Km 1320) furono costruite con pietre quadrate di tufo e senza terrapieno, e munite negli angoli di torri simili a quelle che accompagnavano le mura pisane. Il porticciolo dei genovesi Decaduta la potenza pisana, nel XV° secolo il Castello passò attraverso varie dominazioni, una delle quali fu quella dei genovesi. Essi costruirono il cosiddetto porticciolo dei genovesi a forma di ampio canale, a levante della Quadratura dei pisani, terminante verso la Porta a Terra. Si allargava in una darsena che, pur servendo per barche di piccolo pescaggio, contribuì ad incrementare i traffici, al punto che poco distante fu costruita una dogana. La Torre del Marzocco in un dipinto La Torre del Marzocco Il primo luglio 1421 i fiorentini acquistarono Livorno per diecimila fiorini d'oro dai genovesi e presero i primi provvedimenti, senza però tener conto della situazione sanitaria del Castello, che era precaria, in quanto esso si trovava al margine di una zona paludosa sopra un lido sul quale si ammassavano spesso strati di alghe putrefatte. È di questa epoca un importante piano di lavori portuali, solo parzialmente condotto a temine, che costituisce l'ultimo tentativo di rimettere in efficienza l'approdo del porto pisano. Di questo piano faceva parte la Torre del Marzocco, mirabile opera di architettura militare, forse su disegno di Lorenzo Ghiberti. Di marmo bianco, in forma ottagonale, con le pareti rivolte ai venti principali, si erge con un'altezza di 29 braccia dal pelo dell'acqua. Sotto i ponti erano scolpite le quattro armi di Firenze e nelle facce ottagonali i nomi degli otto venti principali. La Fortezza Vecchia Dopo la lunga guerra fra pisani e fiorentini, che terminò nel 1509, si ebbe la restaurazione della dinastia dei Medici a Firenze nel 1512 per volere degli spagnoli. Il cardinale Giulio dei Medici, uomo versatissimo nell'arte militare, comprese la necessità di trasformare Livorno in una vera e propria piazzaforte e a tal fine incaricò l'architetto Antonio da San Gallo. Il progetto prevedeva la costruzione di una Fortezza, detta poi Vecchia, capace di contenere 5000 soldati, fornita di bastioni e circondata dal mare, da erigersi nel punto militarmente più debole e più pericoloso del Castello, vale a dire all'ingresso del suo porto. La Fortezza Vecchia Questa costruzione, armoniosa di linee, potente di difesa, è una delle più belle progettata dall'architetto che fece delle sue fortezze capolavori di architettura del rinascimento e, insieme, di arte militare. Così nel 1518 iniziò la sua costruzione, per la quale fu necessario abbattere gli edifici fatti costruire da Lorenzo il Magnifico alla fine del 1400. La fortezza chiude nelle sue mura il Mastio di Matilde, la Quadratura dei Pisani, raccogliendo quindi in sé tutti i monumenti della più vecchia tradizione marinara e guerriera di Livorno. Fu completata nel 1530 dal duca Alessandro dei Medici, dopo un periodo d'interruzione dovuto all'allontanamento dei Medici da Firenze. Il canale dei Navicelli Fino a questo punto la storia del porto di Livorno è prettamente militare e il luogo è considerato una fortezza. Il duca Cosimo I°, succeduto al duca Alessandro, aveva in mente la costruzione di un nuovo porto e di un canale navigabile. Il canale dei Navicelli abbreviava notevolmente il tragitto fra Livorno e Pisa evitando il traffico via mare. La pericolosa e non facile entrata dei navicelli a Bocca d'Arno univa veramente Pisa, sede di case commerciali, col porto di Livorno. Cosimo I°, per dare incremento alla città, promulgò alcuni bandi, in funzione dei quali prometteva l'incolumità a tutti coloro che erano ricercati dalla giustizia, con la condizione di trasferirsi definitivamente a Livorno. I lavori di scavo del canale ebbero inizio nel 1541 e segnarono il principio della funzione economica di Livorno. L'opera, infatti, non era importante dal punto di vista militare ma serviva per l'unione commerciale, non solo di Livorno con Pisa, ma anche con l'entroterra toscano, cosa problematica per quel tempo, dato che non esisteva alcuna strada veramente carrozzabile. Il funzionamento regolare del canale si ebbe, come vedremo, sotto Ferdinando I°. Il progetto prevedeva d'impedire alle maree di penetrare nel canale che doveva mantenersi pieno con l'acqua presa per mezzo di una cateratta dall'Arno a Porta a Mare.
    3 punti
  12. Visto che il 1818 è stato poco rappresentato, ci torno sopra, avendo visto solo ora la discussione, con questo tallero "della costituzione" della Baviera, coniato il per il re Massimiliano Giuseppe.
    3 punti
  13. Io linee di espansione non ne vedo....vedo linee di flusso, rugosità dove non ce ne dovrebbe essere e qualche segno globulare in negativo......nel complesso non da una bella impressione......orecchie comprese.
    3 punti
  14. caro @@scacchi, i motivi di una partecipazione meno attiva da parte di tanti in questa sezione, come in altre del forum del resto, possono essere diversi e concorrenti, come hanno già detto diverse persone che mi hanno preceduto. Senz'altro tra queste ve ne sono di "strutturali" (ad esempio, anche io penso che il distaccamento in sezioni separate di varie zecche attive nel medioevo non abbia aiutato, oltre a non essere particolarmente lungimirante dal punto di vista "scientifico" come ha detto anche @@Arka ...che sono contenta si sia ricreduto ;)) e altre congiunturali, come il fatto che magari diversi utenti molto attivi che vivacizzavano le discussioni lo siano un poco meno, o addirittura non intervengano più. Questo può essere causato da più motivi, che però possono anche essere personali, e dunque di poco aiuto per capire se e come migliorare la situazione. Io ti posso dire di me che negli ultimi mesi ho rallentato parecchio la mia partecipazione, ma in generale al forum e non solo in questa sezione. Da un lato e principalmente hanno pesato e pesano tutt'ora miei problemi personali di salute (si invecchia... :() ed anche di tipo professionale (noi "precari" dell'università ed enti pubblici siamo messi proprio male adesso e per sopravvivere bisogna lavorare su progetti con mille scadenze che tolgono il tempo ad altro). Tuttavia a questi si sono accompagnati altri fattori che hanno fatto un poco da deterrente, se vuoi. Il primo è che dopo un primo momento nel quale gli "esperti", cioè chi si occupa di numismatica per professione facendone oggetto di ricerca scientifica come me ormai da una vita, erano stati accolti a braccia aperte, è stato insinuato e poi detto da più utenti che la nostra presenza e/o in generale gli interventi troppo tecnici inibivano la partecipazione di altri utenti. Quindi onde non togliere il piacere ad altri di contribuire e viste anche le mie difficoltà nel trovare tempo adeguato per fare gli interventi tecnici (che costavano comunque tempo e anche fatica, visto che io quando l'ho fatto ho sempre cercato di dare tutte le informazioni possibili per questo tipo contesto) mi è parso opportuno diradare. A questo si è aggiunta un poco di delusione derivata di fatto dalla poca sensibilità o interesse dimostrati - e non solo e non tanto in questa sezione, ma in generale - al tema dei ritrovamenti e dell'importanza di un certo "consumo critico" da parte dei collezionisti (vedi discussioni varie anche nella sezione di legislazione), che era invece una delle molle che mi spingeva a confrontarmi con i collezionisti e gli appassionati su una piattaforma così ampia come questa. Se a questo si aggiungono tutte le volte, come è capitato un poco a tutti, che ci si sente dare indirettamente dello stupido da chi probabilmente sa appena di cosa sta parlando ma pensa di avere la scienza in tasca, o c'è chi equivoca quello che hai postato alle 3,00 di notte pur di rispondere e se la prende e così via, capisci che la voglia di scrivere su una piattaforma pubblica come questa alla fine venga meno. Ovviamente vi sono per fortuna molte eccezioni ed anche nuovi utenti che spingono, quando si può, ad intervenire sempre e a non abbandonare mai del tutto il forum, che comunque ritengo uno strumento importante di comunicazione per la comunità di persone che ruota intorno alla numismatica nel nostro paese, ma anche all'estero, senz'altro anche con grandi potenzialità di ulteriori sviluppi. Grazie al forum e soprattutto a questa sezione, che per me era e rimane una delle migliori (eh beh...si sa: ogni scarrafone...), ho poi incontrato diversi cultori e collezionisti che sono diventati cari amici, con i quali ho fatto studi e pubblicazioni (alcune in corso) o che mi hanno aperto le loro case e le loro raccolte (thanks to all !). Chiaramente questo è importante e va riconosciuto, anche se poi ad esempio il rapporto diretto che si è creato con queste persone fa sì che magari ci sentiamo e ci mettiamo a discutere di monete più al di fuori dal forum che dentro alle varie sezioni per ovvi motivi di comodità. Quindi: che dire ...? Vediamo la prossima ristrutturazione del forum e come procede la partecipazione di vecchi e nuovi utenti volenterosi. Io continuerò a partecipare in questo modo saltuario e a dare una mano come posso e quando posso, a meno che non cambi soprattutto la mia situazione professionale. Mi fa anche molto piacere leggervi, però: quindi avanti con discussioni interessanti! Un caro saluto e ...ad maiora! :) MB
    3 punti
  15. Salve signore ecco l'ultima della serie 1851 1859 finalmente ho completato questa serie,avanti con le prossime ahhahahaha :hi:
    2 punti
  16. Questo piccolo vasetto é stato un esperimento per controllare, in cottura, i colori ceramici. Non è un granché, ma il risultato è accettabile. ;)
    2 punti
  17. Questo l'ho inciso 20 anni fa. Che te ne pare? Scusa i riflessi ma l'ho fatta al volo!
    2 punti
  18. si, ma anche avendo 11k, e dovendo fare una scelta, avrei comprato questo 100 lire ... il 100 del ' '37 è ancor più raro, ma vuoi mettere l'interesse storico di questo primo 100 lire dell'Italia unitaria ? .. non c'è confronto ... :D
    2 punti
  19. ....e te a 17 anni c'avevi 2450000 in tasca ????? ah ah ah....io giravo sul PIAGGIO SI usato ....1500 lire di miscela ...e 5000 lire nel portafoglio per il fine settimana !!!! ah ah ah.... Grande !!!! .......CHI UN HA SOLDI UN ABBIA VOGLIE !!!!! saluti a tutti.
    2 punti
  20. Pezza della Rosa di Cosimo III 1684, dopo l'unica data di Ferdinando II della serie di questa moneta vengono perfezionate e battute sotto questo nuovo Granduca, la prima data è il 1670 sino al 1718 con questo Granduca che rimarrà conosciuto da tutti per i suoi 50 anni di Governo. Sicuramente moneta che racchiudeva il messaggio del Granduca e delle sue leggi la scritta al rovescio: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA LIBURNI va interpretata come un ammonimento del Granduca che concedeva la grazia a molti condannati e dava molta libertà a Livorno con le sue leggi, ma come una bella pianta di rose, che mostrava la sua bellezza, allo stesso tempo aveva e presentava le spine e sarebbe stata o stato in in grado di pungere o togliere la libertà concessa.
    2 punti
  21. Per quel poco che sò circa queste piastre mi sembra una bella moneta, il conio del D/ è un conio particolare che al momento ho verificato solo abbinato ad un conio del R/ tipo AGA lineare, come la tua, tipologia più rara da quanto mi risulta rispetto al tipo AG/A su due righe (il tipo del R/ AGA lineare però si trova anche con altri D/) e che per quel che ho censito come abbinamento di coni per gli esemplari che ho visto si trova in genere in conservazione peggiore della tua. Ovviamnete non è un FdC :nea: ma la valuto molto buona, specie in considerazione di quanto dicevo sopra :good:
    2 punti
  22. Ed ora il pezzo forte della giornata. Tornerò sicuramente a questo cambia monete nelle prossime settimane, carico di banconote da cambiare. Oggi con me avevo poco e poco tempo, eppure ho fatto dei buoni ritrovamenti. Taglio: 2 euro CC Nazione: Grecia Anno: 2013 Tiratura: 754.000 Condizioni: BB Città: Monaco Note: News
    2 punti
  23. Mentre vedo con piacere intervenire in discussione e @@fofo dilettarci anche con le monete relative, volevo fermarmi su un altro punto, certamente Livorno ha una grossa espansione demografica, commerciale, diventa un riferimento europeo, ma non dobbiamo dimenticare i vari provvedimenti tesi a creare tutto questo. E qui dobbiamo ricordare " la prima livornina " che è un documento fondamentale per la storia economica ma anche nei confronti della tolleranza religiosa. Viene sancito l'invito a tutti di mercanti di ogni nazione, Levantini, Ponentini, Spagnoli,Portoghesi, Greci, Tedeschi, Italiani, Ebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani di poter accedere, commerciare con le loro famiglie, se volevano, senza impedimenti alcuni o molestie reali. Era un pò una liberalizzazione commerciale geografica e religiosa, si creavano dei salvo - condotto per i mercanti e si garantivano anche agli ebrei diritti e libertà personali. Tutto questo attrasse a Livorno artigiani e commercianti onesti ma anche quelli di ogni tipo, avventurieri compresi. Anche 22 corsari inglesi trattarono per stabilirsi in Livorno, la trattativa pare andò a buon fine, il Granduca era sensibile alla pecunia e non andava troppo per il sottile su questi aspetti. D'altronde era diventato ormai un affare per tutti, i Granduchi avevano visto bene e finchè si potè si spinse sul guadagno per tutti, Livorno città compresa, in molti ne trassero buoni vantaggi e guadagni.
    2 punti
  24. Mario citava l anno 1665 per la guerra tra Inglesi e Olandesi. A Livorno invece sotto Ferdinando II veniva coniata la prima pezza della rosa 1665 da 8 reali o da 5 lire. :blum: :blum: :blum:
    2 punti
  25. Noto spesso che spari una botta e vai via. Gradirei invece di una sparata....... un commento accompagnato da argomenti convincenti, che abbiano un senso , che sia un parere o una opinione , dovresti sforzarti al dialogo . Cosi facendo influenzi chi legge a discapito di una ricerca della chiarezza . Qualcuno lamentava che non si intravvedevano linee di espansioni...... a mia modesta competenza ,io li vedo e li evidenzio. Un altro nota che le retini fanno scoprire tutto e allora serve un confronto , che ho postato e che va commendato. Questo non vuol dire che sto affermando che il tetra e genuino o falso, come al solito cerco di trovare il modo , con l'aiuto di altri , di conoscere la verità. La discussione è al fine della ricerca di una e sola verità, senza sarcasmi e senza arroganza. A volte la facilità di postare opinioni tirando al caso , con monete di questo livello ,penso che un po di cautela non fa male.
    2 punti
  26. Ecco qui la mia 1821!! Lippe-Detmold 1 1/2 Pfennig 1821 T Paul Alexander Leopold II Rame 3,36 g. 20 mm.
    2 punti
  27. ... non asporta ... rimodella parte della X con il panneggio: infatti, se ingrandisci molto l'immagine, si riesce a vedere, anche se leggermente, il proseguimento di una piccola parte della X. ;)
    2 punti
  28. Butto un altro amo non indifferente sulla Livorno di quegli anni, poi spero in tanti altri appassionati di questa monetazione e in @@fofo anche per le monete, anche di aste, non necessariamente sue.... Altro binomio fu Livorno e gli inglesi....dal 1750 in avanti il Mediterraneo diventa l'area di riferimento per navi e mercanti inglesi, poco alla volta diventa la potenza commerciale e marinara più importante dell'area. Gli olandesi si affiancarono più tardi dal 1590 e in modo importante verso la fine del 1500, tramontava così il predominio dei mercanti italiani nei nostri mari, " un ribaltamento di posizioni drammatico " così lo definisce il Cipolla. Cosa era successo ? Gli inglesi e gli olandesi seppero cogliere subito le nuove tecniche e le novità sia negli affari, nei commerci, che nelle tecniche di navigazione, l'Italia rimase imprigionata dal tradizionalismo,non seppe innovare. Il Mediterraneo era considerato un mare pericoloso, assalti, i pirati, navi di varie nazionalità sempre in guerra tra di loro.... Nel 1628 nel porto di Livorno si trovavano già 40 navi, dieci delle quali di una stazza di circa 450 tonnellate, molte di queste erano inglesi. Ma non c'erano solo grandi navi, c'erano anche tanti piccoli velieri, di piccola stazza e di equipagggio ridotto, queste spesse formavano il convoglio e ritornavano poi per essere più sicure insieme in Inghliterra. Nel tollero del porto le raffigurazioni sembrano richiamare questo tipo di vascello estremamente più diffuso e presente. I vascelli inglesi arrivavano con stagno, piombo, pesce salato e pannilana di vario tipo, tornavano in Inghilterra con seta grezza, spezie dell'Oriente, uva passa, malvasia greca, vino campano, olio anche della Puglia. Gli inglesi si appoggiarono essenzialmente al porto di Livorno che divenne un grande centro di raccolta e smistamento merci favorito in questo dalla lungimiranza dei Granduchi di Toscana. Gli inglesi andavano anche in altri porti però Marsiglia faceva parte del Regno di Francia e gli inglesi non amavano i francesi..., a Napoli c'erano gli spagnoli e anche con questi i rapporti non erano entusiasmanti..., Genova era indipendente ma legata alla Spagna.... Livorno diventò così la base permanente dei commerci marittimi inglesi e da Livorno gli inglesi si potevano muovere nel Mediterraneo e nel Medio - Oriente. L'ordine era che la Royal Navy nel Mediterraneo facesse rifornimenti di vettovaglie a Livorno, poi spesso la meta era l'Oriente. Livorno grazie ai commerci diventa una città bella e forte, famoso centro commerciale della Cristianità così viene descritta nel 1630 da Thomas Mun in un suo trattato " England's Treasure by Forraign Trade ", da luogo poco conosciuto diventa strategico e cruciale nello scacchiere del Mediterraneo, è il momento di Livorno come città, come porto, come centro di smistamento commerciale, tutto questo lo ritroveremo poi anche nelle sue monete....monete, storia, vascelli, navi, porto e poi le rotte che fanno sognare......un bel mix indubbiamente....
    2 punti
  29. Quando ne ho la possibilità, la domenica amo girare per i mercatini dell'antiquariato della mia zona alla ricerca di qualche pezzo da aggiungere alla mia collezione. Oggi è stata una giornata particolarmente istruttiva. Primo banco di numismatica, ci sono delle ciotole dove frugo per un po', poi rivolgo la mia attenzione ai vassoi. Do un'occhiata, poi ne vedo uno coperto e praticamente inchiodato al tavolo. Chiedo al venditore se sia possibile vederlo, e mi risponde: "Eh, ma lì ci sono monete care". "Va bene, posso vederle?"... Al che lui: "Ma tanto non trovi niente adatto a te lì". Ora, io sono vicino ai 35 anni, non sono un marmocchio rompipalle di 12, e mi vesto in maniera molto classica, non mi sembra di avere l'aspetto di un barbone. Quindi mi spiazza doppiamente, per il contenuto della risposta e per il passaggio al "tu" che par essere più di disprezzo che amichevole. Alla mia insistenza me lo mostra, continuando a borbottare che non è roba per me. La metà delle monete di questo mistico vassoio già le possiedo, e il pezzo più pregiato non supera i 300 euro. Alla fine non acquisto nulla, e me ne vado davvero perplesso per il comportamento del venditore. Secondo banco di monete, vedo un 20 lire Elmetto malamente lucidato e generosamente periziato BB. La moneta mi manca e da un po' ne cerco una economica da mettere in collezione: visto che il regno non è la mia priorità voglio un pezzo con rilievi ancora godibili ma sotto i 100 euro, questo potrebbe fare al caso mio. Chiedo, e il venditore mi dice che costa 300 euro: sostiene che sia un ottimo prezzo e che in giro a meno di 350 non se ne trovano. Faccio il finto tonto e il venditore comincia a raccontarmi un mucchio di fandonie e prova a rifilarmi della cianfrusaglia a prezzi abominevoli. Alla fine ringrazio per "gli insegnamenti" e me ne vado, ovviamente senza comprare nulla. Va bene che non sono i commercianti a dover educare i nuovi collezionisti, ma anche cercare di fregare il primo inesperto che passa non è una bella cosa. Me ne vado sempre più convinto che la concorrenza del mercato online stia seriamente minando queste fonti tradizionali di acquisto, e arrivo al terzo banco. Mentre guardo le monete arriva una signora che dice al venditore che la vecchia mamma ha in casa molte monete e banconote e lei vorrebbe disfarsene. Chiede così se sia disposto a "ritirarle" (questo il verbo da lei utilizzato, che giustifica il successivo comportamento del venditore). La donna tira fuori una ventina di Caravelle più un album con molte banconote di regno e repubblica. Il venditore sfoglia il materiale e fa una cosa spettacolare: calcola il valore facciale (contando che c'erano varie banconote da 1, 2, 5, 10 lire capite quanto sia ridicola la cosa) e il loro cambio in euro: risultano 35 euro, ne offre generosamente altrettanti per le caravelle (con l'aria di chi magnanimo sta offrendo un servizio), insomma 70 euro per tutto quanto. La signora ovviamente accetta contenta di essersi liberata di quella cartaccia fuori corso e se ne va. Avevo la tentazione di intervenire, ma non per aiutare la signora, che non credo proprio lo meritasse: semplicemente per dire "guardi, le do il doppio, dia tutto a me"... però un po' per lo stupore e un po' temendo la reazione del venditore ho preferito lasciar perdere. Alla fine in un altro banco ho acquistato qualche monetina per completare la mia collezione di Pio XI e XII (gli anni che mi mancavano dei centesimini), per un paio di euro l'uno, e son tornato a casa soddisfatto: delle monete acquistate ma soprattutto delle scene cui avevo assistito.
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  30. A terra ho trovato più volte centesimini che mi mancavano... A proposito di confessioni, ne ho una nuova.... In una strada dove passo spesso ci sono i posteggi a pagamento e le colonnine per i ticket: seduti a terra vicino alle colonnine ci sono spesso dei mendicanti; ebbene ho scoperto che questi signori, o signore ( a seconda di come si spartiscono i turni di lavoro), spiluccano il conetnuto dei loro bicchieri di plastica, gettando dietro alla colonnina le monetine da 1 e 2 cent. Ed ora ogni tanto passo armato di scopino e faccio pulizia! :rofl:
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  31. moneta spatinata, da capire se con pulizia o lucidatura (dalle foto non si capisce). Il dritto dice questo il rovescio, ha la solita patinina grigio fuliggine, artificiale, delle monete che hanno qualcosa da nascondere... come questa: come dice @@rickkk il nichel non patina ( o per meglio dire, la sua patina non è quella .. è molto leggera: un gigio chiaro chiaro cenerino) i rilievi sono comunque buoni la stessa moneta con patina naturale la trovi qui:
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  32. La luce del sole, da queste parti, è offuscata dal buio e dalla disperazione, nonostante le ricchezze naturali. ... depistaggio! :P
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  33. Buona serata Con Venezia gli inglesi stabilirono da subito importanti rapporti commerciali; non dimentichiamo che la corte inglese fu tra le prime ad ospitare un ambasciatore veneziano residente. Gli inglesi portavano nella piazza veneziana soprattutto pesce salato e caricavano uva passita e vini; buona parte del pesce salato, riposto in botti, prendeva la via della pianura padana e soprattutto in Lombardia. Per rifornire queste aree, Venezia era l'ideale, stante il fatto che la merce, attraverso il Po ed i suoi affluenti, in maniera capillare, poteva essere veicolata con facilità e poca spesa, grazie all'uso di barche e chiatte, che partivano da Venezia. Se si scaricava il pesce a Livorno per trasportarlo in Lombardia, occorreva valicare l'Appennino e ciò rappresentava un'impresa, soprattutto nella cattiva stagione; questo poteva avvenire solamente a dorso di mulo e a costi (e rischi) elevati. Basti pensare che da Livorno a Bologna il costo per il trasporto di un barile era di 12 lire. Livorno partì quindi molto svantaggiata; come mai venne, alla fine, preferita a Venezia? Venezia era abituata "bene", da secoli era abituata a trarre il maggior profitto dalla sua posizione egemone, direi monopolistica, del commercio e, soprattutto, era uso concedere ai suoi commercianti facenti parte delle corporazioni delle esclusive. Così accadde anche per il pesce salato inglese e questo, alla fine, alienò Venezia dai commerci inglesi a favore di Livorno. Venezia imponeva sul pesce salato inglese in entrata e per il consumo "domestico", un dazio di 9 lire, ma se il pesce usciva da Venezia destinato alla Val Padana, il dazio aumentava a 18 lire; oltre a ciò, Venezia concesse il monopolio della compravendita del pesce, alla corporazione dei pescivendoli; con siffatto sistema gli inglesi si trovavano a fronteggiare una concorrenza che li obbligava a vendere il loro pesce a prezzi stracciati. Fatto sta che nel 1668 gli inglesi sbarcarono a Venezia 4.000 barili di pesce salato, contro i 24.000 barili sbarcati a Livorno. Nel 1671 Pietro Mocenigo, ambasciatore veneto a Livorno, informava il Doge ed il Senato che il pesce salato condotto dagli inglesi a Venezia era la sola quantità consumata in città, quello destinato alla Lombardia prendeva la via di Livorno per il trasporto via terra. E di quel tempo che gli inglesi coniarono il nuovo termine per definire l'unità di misura per il commercio del pesce salato: "the Legorne barrel", cioè il barile livornese. saluti luciano
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  34. Ciao Francesco, posso solo riportare alcune osservazioni fatte ma considera che è una monetazione che seguo da relativamente poco tempo ed i miei dati sono ancora molto incompleti per cui prendi le mie note come ampiamente suscettibili di aggiornamento e correzioni. Ducato 1684: D/ - Al momento i coni che conosco direi che derivano dagli stessi punzoni-madre per quanto riguarda l'immagine; per questa sembrano cambiare al più alcuni dettagli minori, questo presumo dovuto alle solite correzioni che in genere si apportavano in seguito direttamente sul conio ma veramente poca cosa. Si notano maggiormente differenze relativamente alle scritte, in particolare HISPNIAR al posto di HISPANIAR, variante riportata anche dal MIR, oppure ad esempio la X che finisce abbondantemente sotto il busto e la contemporanea mancanza del punto prima di CAROLUS come nell'esemplare di Jacopo. Direi però che sono tutte varianti che rientrano "nella norma" per le coniazioni napoletane ma anche per altre dell'epoca, più che parlare di varianti preferisco in questi casi definirli "coni diversi" di uno stesso tipo. R/ - Circa le figure anche per il R/ direi che derivano da uno stesso punzone madre salvo rifiniture; le scritte cambiano soprattutto per il posizionamento delle sigle AGA che può essere su una solo riga oppure su due righe, come riportato anche dal PR e MIR, ma anche per la presenza o meno di un punto dopo 1684 cosi come dopo SVFFICIT. Per il bordo è difficile avere dati attendibili anche perchè difficilmente lo si trova riportato nei cataloghi, ecc.. anche se sembrerebbero esserci casi di bordo "decorato" oltre al più comune bordo liscio. In sostanza al momento ho l'impressione che non ci siano particolari differenze nelle immagini nei coni del 1684; qualche conio probabilmente dava monete meglio "definite" di qualche altro ma questo rientra nelle cose... Il discorso cambia se si confrontano i coni di D/ con quello dell'analogo ducato del 1683... ma per ora non mi sembra che nel 1684 abbiano mai utilizzato quelle impronte. Per il ducato 1689 sono un pò perplesso; a volte sembrerebbe che l'immagine di Carlo II sia in alcune un poco più grande che in altre ma si tratterebbe di differenze minime e difficilmente accertabili dalle immagini. Le differenze che noto maggiormente sono come nel caso precedente nella punteggiatura (punti presenti o mancanti, legende spostate) . Ci sarebbe poi un conio apparentemente senza le sigle AGA sennonchè mi è capitato di osservare un esemplare particolarmente ben conservato e sembrerebbe che le sigle, anche se proprio appena accennate, ci fossero .... un minimo di circolazione le avrebbe cetamente fatte sparire come in altri esemplari di cui ho le immagini e provenienti certamente dallo stesso conio. Sul conio senza AGA e senza IM (riportato ma non ricordo dove) non ho evidenze al momento. Ovviamente se puoi/vuoi completare o correggere quanto sopra ti sarei grato; certamente studi questo periodo da molto più tempo di me ed avrai magari avuto modo di annotare osservazioni più complete ed approfondite su questi due tipi :good:
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  35. Medaglia di benemerenza per decreto del Senato al Doge 105° Nicolò Sagaredo apollonia
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  36. Il fatto che solo il R/ sia identico, significa che i "falsari" hanno preso come spunto un'altra moneta, non quella nelle mani del nostro fortunato amico lamonetinano. In particolare la moneta presa a spunto era fatta con un'altra coppia di conii , e guarda la fortuna, proprio col conio con M sotto i piedi del Re :). L'accoppiamento dei conii era un fatto quasi "fortuito" e non seguiva regole "ferree". Ci sono altri falsi, vedi collezione Crusafont, che hanno ulteriori coppie di conii e differenti stili di D/ e R/.
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  37. Illyricum scusa, ma ho l'impressione che non ci siamo capiti. I punzoni venivano impressi nella superficie del conio. Cosa c'entrano tondelli , contromarche ee ribattiture all'altro lato? Non stiamo parlando di azioni svolte "sulla moneta" o sul suo tondello, ma di incisioni realizzate, tramite deformazione plastica, sul piano del conio, e che poi si sarebbero impresse su ogni moneta, né più né meno di quello che si fa anche oggi quando il positivo della raffigurazione ideata viene impresso su quello che diventerà il conio a tutti gli effetti e che potrà essere duplicato a volontà semplicemente re imprimendo il positivo suddetto ( in pratica un punzone che riporta tutta la moneta) su un nuovo fusto di acciaio che verrà poi usato come conio. Suggerisco la lettura del Finetti e un giro sul web per cercare un filmato della zecca, passato anche su Quark, in cui si può osservare l'intera lavorazione, dal gesso modellato in positivo , alla sua riduzione, sempre in positivo, su fusto in acciaio che diventa un punzone in positivo riportante l'intero disegno della moneta , fino alla sua impressione su quello che sarà il conio da usare, in negativo.
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  38. L’ipotesi dei punzoni singoli per la resa della legenda mi pare difficilmente sostenibile per un impiego su larga scala… pensate a che lavoro e quanto tempo sarebbero stati necessari per una legenda al dritto tipo questa: E magari qualche lettera presenterebbe gli avallamenti descritti dal Woodward… oppure tutti i piani delle monete sono stati ribassati in antico?! Quindi la seconda domanda: che ne pensate? Nel caso di Pertinax i tratta forse e più semplicemente di un fenomeno dovuto ad un’impronta di conio della “E” saltuariamente riempita di materiale nei trattini orizzontali della stessa e quindi con dettagli non resi nella coniazione ottenuta? Escluderei l'ipotesi del falso in quanto il particolare è presente anche nel campione viennese... Ciao Illyricum :)
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  39. bellissimo tondello ...moneta con disegno piu' rozzo delle altre...oserei dire piu' tozza...ma affascinante... 1665...LIVORNO sfora i 30000 abitanti....500 nel 1590....3000 nel 1608 !!! ... un incremento pauroso se si pensa agli anni in cui e' avvenuto e non del tutto scontato!!! ...in questo caso va di pari passo con lo sviluppo economico socio culturale , ma non e' sempre cosi. I D'Este fecero uguale ma non ebbero uno sviluppo esagerato come Livorno.
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  40. Guarda i feedback, fatti mandare le monete con un metodo tracciabile poi paga con paypal così sei più tutelato.
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  41. una sola cosa: il Carlo è il III di Spagna, il VII di Napoli e Sicilia, il I di Parma e Piacenza. Per il resto bella piastra con una "variante" non credo molto importante. ;)
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  42. DE GREGE EPICURI Secondo me, l'idea di iniziare con monete poco costose è ottima. Potresti dedicarti al IV secolo,cominciando da Costantino e figli (su cui trovi molte notizie storiche) e poi pian piano allargandoti, se lo desideri, verso Diocleziano e la Tetrarchia, oppure verso Giuliano e Gioviano. Per approfondire i vari temi, la cosa più semplice è utilizzare anzitutto questo Forum: - qui all'inizio dell'elenco degli argomenti di Romane Imperiali, trovi "ELENCO DEI LINK UTILI", guardali un po' tutti, pianpiano, scegliendo quello che ti interessa. Ad esempio su Costantino: http://constantinethegreatcoins.com/ -sempre all'inizio, fra gli altri argomenti in evidenza, trovi le BIOGRAFIE IMPERIALI e altri temi di base (es. Rovesci Imperiali: i VOTA,ecc.) -dopo un po', un libro magari lo leggerei: o quello di A.Savio (mi pare si chiami MONETE ROMANE) o quello di E.Arslan (forse si chiama MONETE ANTICHE o giù di lì). Sugli acquisti di monete, altri ti hanno dato e ti daranno consigli! Nel IV secolo si trovano monete di bronzo di buona qualità a prezzi accessibili. Ciao.
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  43. Poi ovviamente c'è la rubrica "adotta un sammarinese al giorno", che è sempre a parte... :pardon: taglio: 50 centesimi paese: San Marino anno: 2006 tiratura: 193.880 condizioni: BB+ città: Santhià (TO) colonna sonora di oggi: Il battito animale
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  44. Che ritrovamento! Sarà quello dell'anno? :) Fantastico!!! Per curiosità: già possedevi questa moneta in Folder o altro? :)
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  45. Premesso che l'affare lo fa sempre chi vende, io devo dire che gli unici piccoli "affari" li ho fatti sui mercatini (faccio medaglistica) e non su banchi specializzati per monete o medaglie, ma da venditori di cianfrusaglie varie.
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  46. IMPERO RUSSO Caterina II° La Grande 1 Rublo Sestroretsk in rame del 1771 In quegli anni (1771/1772) si pensò di coniare un Rublo in rame, solitamente era una moneta da 24 grammi d'argento ed equivaleva a ben 20 pezzi da 5 Kopechi (imponente moneta di rame da 51 grammi di peso e 41 mm. di diametro). Ne risultò una moneta da più di un chilo, esattamente da 1018,40 grammi.
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  47. Ringrazio #Gigetto 13 per la considerazione, ma ha fatto tutto Grierson ...ubi maior..... Io mi sono limitato ad attribuire gli stessi criteri a monete più tarde rispetto a quelle illustrate nel MEC1 (come tra l'altro aveva già suggerito Murari) e poi a documentare con i ritrovamenti veneti quanto l'ipotesi di Grierson fosse corretta. Piuttosto su quella moneta di Berengario io ho effettivamente detto una cosa nuova, cioè che si tratta di Berengario II (950-961) e non di Berengario I, come è a mio avviso è dimostrato da un importante ripostiglio da Feltre. Se vi interessa trovate la mia ipotesi sintetizzata in una nota dell articolo sul denaro veneziano di Ottone da Cividale, disponibile in rete. Notte, Andrea
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  48. Grazie @@Rex Neap :good: Il rame è bello, affascinante (soprattutto quando assume quel colore cioccolato) e conferisce alla moneta un tocco di maggiore antichità Inoltre, spesso tali monete sono + abbordabili in linea di massima (salvo casi particolari di una certa rarità) e sono quelle che maggiormente hanno assolto al loro dovere ossia quello di circolare nelle mani della "povera" gente. Ecco xchè amo queste monete, e non sono l'unico a pensarla cosi Ovvio che le piastre in argento sono di un altro pianeta ed hanno dallo loro il fascino, e la bellezza artistica.
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  49. Caro @@aemilianus253, mi unisco anche io al coro dei "ripensaci" in quanto la tua è una presenza gradita. Per quanto riguarda quanto è successo mancano anche a me dei pezzi come al resto dello staff visto che il tutto, mi sembra di capire, sia originato da messaggi privati che vi siete scambiati tu e un membro dello staff. Mi impegno comunque personalmente per cercare di ricomporre per quanto possibile la questione proprio per quanto dicevo sopra. Tuttavia permettimi anche una critica. Il forum è una comunità. Come nel mondo reale non si può andare d'accordo con tutti. Autoescludersi dal forum per il contrasto con qualcuno è fondamentalmente come non uscire di casa perché si ha litigato con il vicino. In prima battuta ti auto-infliggi una punizione ma, allo stesso tempo, la infliggi anche ad altri frequentatori del forum che forse trovano la tua presenza e le tue discussioni di interesse.
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  50. Torna a Indice Regole Regola 3 - (Dalla M alla O) Abbreviazioni di Titoli Onorari e Magistrature M = Marcus, Mater, Moneta, Martia, Marcia M = Messius (per Ostiliano) M, MAVS = Mausaius (per Carausio) M = Minervia (per la Legio) M, MAX = Maxima (riferendosi a Victoria) M = Multis (riferendosi a Votis) MAT = Mater MAT AVGC, MAT SEN, M PATR = Mater Augustorum, Mater Senatus, Mater patriae M C = Mater Caesaris MAC = Macellum MAG, MAGN = Magnus MANL = Manlia MAR VLT = Mars ultor, Marti ultori MAX = Maximus MED = Medicus (vincitore della Media - M. Aurelio e L. Vero) MEM = Memoriae MER, MERIT = Meritorum MES = Messius MET NOR = Metallum noricum (metalli delle miniere di Adriano) MIL = Militum MIN, MINER = Minerva MON = Moneta MON SAC, M S = Moneta Sacra M, MON VRB = Moneta urbica MVL, MVLT = Multis, multiplicatis (con riferimento ai Votis) N = Nostri N C = Nobilissimo Caesari NOB CAES = Nobilissimo Caesari NN = Nostrorum NN CC = Nobilissimi Caesares N F = Nobilissima foemina NAT VRB = Natalis urbis NEP = Nepos NEP RED = Neptuno reduci NER = Nerva NIG = Niger NOR = Noricum N V BIS CONSVL = Nobilissimo viro bis consuli O = Optimo O M = Optimo maximo OB CS = Ob cives servatos OB CIV SER = Ob cives servatos OP, OPT = Optimo OPEL = Opellius ORB TERR = Orbis terrarum
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