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  1. francesco77

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/01/14 in tutte le aree

  1. Si propio così il 24 gennaio 2015 saranno trascorsi 10 anni, dalla perquisizione con relativo sequestro delle monete. Il 29 ottobre scorso, dopo 8 anni da indagato e 2 da imputato, finalmente si è concluso il processo con l'assoluzione perchè il fatto non costituisce reato, con relativa restituzione di quanrto in sequestro. Dovrei essere contento, ma non lo sono, sono stato privato per 10 anni dalla mia serenità, delle mie monete, e da 5 mila euro di spese legali. Lascio perdere il tempo perso da CC. Magistrati con relativi costi che noi contribuenti sosteniano e che potrebbero essere destinati a ben più nobili esigenze nello specifico settore dei beni culturali. P.S. Appena avro in mano copia della sentenza la posterò.
    11 punti
  2. salve a tutti, avete già detto tanto, sottolineando giustamente gli aspetti commerciali che portarono alla fondazione ed allo sviluppo di Livorno. Provo ad aggiungere qualcosa e ci provo partendo da quello che diceva dabbene: Ecco, simbologia e messaggi. Se il tollero con il porto è l'immagine della vocazione commerciale di Livorno, quello con la fortezza rappresenta bene l'altra esigenza che portò alla fondazione della nuova città, ossia la necessità di difesa delle coste dello Stato mediceo. Livorno infatti viene concepita come la chiave di volta di un sistema militare molto più ampio, costituito da decine di torri e da ottantuno località litoranee fortificate. La funzione portuale e quella militare sono connesse, il porto mediceo è la principale base operativa delle galere dell'Ordine di Santo Stefano. La città viene dotata dunque di fortezze, bastioni, torri e all'interno del perimetro urbano viene costruito anche il "Bagno dei forzati" destinato ad ospitare gli schiavi condotti a Livorno come bottino di guerra...(Samuel Fettah in AAVV Firenze e la Toscana) La principale esigenza militare era dunque difendersi dalla incursioni dei pirati turchi, e questo era il compito affidato ai cavalieri di Santo Stefano. L'Ordine, religioso e militare al tempo stesso, era stato fondato da Cosimo I (confermato dal papa nel 1562) e alloggiato nello splendido palazzo della piazza dei Cavalieri di Pisa, appositamente risistemata dal Vasari (@@tommydedo vatti a fida' dell'amici, t'aspettavi di legge' di Livorno e io ti ragiono di Pisa). Il riarmo navale sotto la guida dei cavalieri porterà anche ad azioni militari contro i porti algerini che ospitavano i pirati barbareschi. Importante la presa di Bona del 1607, e qui come non ricordare i Quattro Mori che sono forse l'unico gruppo scultoreo dove i comprimari rubano la scena al protagonista Ferdinando, che sta lì tronfio per aver liberato le coste toscane dai pirati. Quindi nella seconda metà del '500 i Medici fortificano le coste del loro stato, creano un'ordine militare-religioso per combattere per mare e si dotano di una rispettabile forza navale. Ma il '500 è anche il secolo in cui avvengono due grandi battaglie navali: Lepanto e la spedizione dell'Armada spagnola. In entrambe queste occasioni erano presenti navi toscane anche se, a dire il vero, un po' controvoglia. Comunque le memorie dei contemporanei ci possono dare un'idea della consistenza della flotta stanziata a Livorno, che se quantitativamente era piccola (ma non piccolissima), qualitativamente sembra essere stata di tutto rispetto. A Lepanto (1571) la flotta toscana partecipò al completo o quasi aggregandosi alla squadra del papa. Cosimo I probabilmente non era poi così felice ma a Pio V, che gli aveva dato il titolo di granduca nel 1569, non si poteva proprio dire di no. Le navi che parteciparono alla battaglia erano 12, tra i capitani ci sono anche i nomi di nobili fiorentini, tra gli altri un Medici e uno Strozzi, quanto ne capissero di mare poi.... i documenti non lo riportano. La squadra toscana, formata solo di galere di grandi dimensioni, impressionò i contemporanei, le navi furono giudicate "buonissime" o "assai buone" e si comportarono bene contro i turchi. (A. Barbero, Lepanto la battaglia dei tre imperi). Quest'altra storia che vi riporto è probabilmente meno conosciuta, ma conferma i giudizi positivi sulle navi del Granduca. Nel 1586 Francesco I si era accordato con Filippo II di Spagna per partecipare al commercio delle spezie che affluivano a Lisbona dalle indie. Nelle intenzioni del Granduca Livorno avrebbe dovuto diventare il centro di smistamento per il Mediterraneo della preziosa merce. Aveva così inviato la sua nave migliore, il galeone San Francesco, a Lisbona per ritirare il primo carico. Sennonché appena arrivata la nave fu immediatamente ispezionata dal marchese di Santa Cruz, incaricato di allestire la flotta che avrebbe dovuto invadere l'Inghilterra, il quale la trovò "migliore di tutte quelle al suo comando". Temendo che la nave potesse essere requisita il capitano Bartoli cercò di andarsene alla chetichella ma venne prontamente fermato e costretto ad aggregarsi ad una squadra spagnola che stava uscendo dal porto per dare la caccia ai corsari inglesi. Al ritorno Bartoli scrisse a Francesco I con amaro orgoglio che il San Francesco era l'unica nave nella squadra spagnola "che non imbarcava acqua e non aveva avuto avarie" nella missione appena conclusa, e questo rendeva assai improbabile che lo lasciassero ritornare... Il San Francesco, ribattezzato Florencia dagli spagnoli, alla fine fu requisito e costretto ad aggregarsi alla Invincibile Armada, partecipando così alla disastrosa spedizione del 1588. (A. Martelli, la disfatta dell'Invincibile Armada) Ho messo autore e titolo da cui ho preso le notizie, se a qualcuno può interessare l'argomento e vuole approfondire. Adesso, visto che ormai ho la cittadinanza onoraria, vi saluto con un'esclamazione... boia dé che curtura 'he ci s'ha tra tutti.
    7 punti
  3. Secondo voi una moneta comune di questa conservazione diventa mooolto rara?
    6 punti
  4. Volevo approfittare della discussione riesumata da @@picchio per augurare al caro amico Fabio Gigante una pronta guarigione a seguito di un intervento chirurgico molto delicato di tre settimane fa. Massima vicinanza e solidarietà da parte mia e di tutti coloro che in questi anni hanno avuto in lui grande fiducia e stima per il lavoro professionale che porta avanti da oltre vent'anni. Forza Fabio! La numismatica è con te!
    3 punti
  5. Ecco l'ultima che è entrata in collezione, che ve ne pare?
    2 punti
  6. Presento un recente acquisto, uno Scudo Au di Carlo V; proviene da un'asta da poco terminata ma era apparso anche in altre aste in precedenza, sembra riscuotendo comunque poco interesse. Mi sono lasciato tentare e l'ho presa, visto che anche questa volta non interessava. Mi direte poi voi se ho fatto bene ... Si tratta di un comune scudo di Carlo V con la R nel 4° quarto, comune, PR 11c; l'ho preso un pò perchè mi mancava come tipologia un pò perchè presenta quella che mi sembra una particolarità non comune nella scritta al D/ (stemma) e cioè l'uso di caratteri molto più piccoli rispetto al resto per la S di CAROLUS e la V che stà per 5°. A voi i commenti :rolleyes:
    2 punti
  7. Ciao Claudio, concordo, ti dirò di più: il forum è un luogo creato appositamente per il confronto e lo scambio di idee e immagini, lo scontro numismatico ci può anche stare (meglio se ci si limita al semplice confronto ovviamente) ed è spesso utile per animare certi argomenti, ma sempre nel limite del decoro, del rispetto e dell'educazione. Questa discussione è il classico esempio di come ci si confronta e si argomentano le idee supportandole con immagini ed esempi validi.
    2 punti
  8. @@francesco77 credo che il Forum sia nato e finalizzato a questo.............o sbaglio?
    2 punti
  9. Ciao @@Silver70 , ti rispondo molto volentieri, se permetti gradirei farti degli esempi pratici: queste piastre provengono dall'asta varesi 42 Civitas Neapolis del novembre 2003, considerando il tuo discorso sui graffi, come le giudicheresti? Ci tengo a sapere una tua gentile risposta così da poterti esporre il mio parere personale. :good:
    2 punti
  10. Dipende da altri fattori, soprattutto stato dei campi e freschezza generale del metallo. Come scrivevo poco sopra, i rilievi in questa monetazione soffrono di difetti congeniti. Ciò significa che stare a puntualizzare l'altezza del rilievo non è la chiave di lettura. Una moneta può essere qFDC ed avere la schiacciatura sui tre gigli, mentre un'altra può essere Spl aver circolato, e presentare i tre gigli nella palla medicea con un rilievo più alto. La chiave di lettura sono altri dettagli: stato dei campi, colore e freschezza del metallo
    2 punti
  11. Non si possono fare paragoni sui rilievi. E' risaputo che la monetazione Borbonica soffre di difetti congeniti da conio, dove è molto molto difficile che tutti i rilievi siano scevri da difetti tecnici (ad es. debolezze, schiacciature, salti di conio e via dicendo...) @ ha fatto un ottimo intervento, ma vedo che è stato preso in scarsa considerazione. I canoni di valutazione delle Borboniche sono differenti dalla monetazione decimale. Se c'è una cosa che vedo accomunare invece molti pareri, è la facilità con cui vengono chiamate in causa le alte conservazioni, molte volte in modo inappropriato
    2 punti
  12. I graffi sono da conio, mentre il dettaglio che potrebbe sembrare usura sui capelli è come un difetto, come è stato giustamente osservato dai bravi @ e @@Rex Neap, che hanno dato i pareri più pertinenti. Potrebbe starci anche il qFdC, il metallo sembra molto fresco, ovviamente, come stato più volte detto e ridetto fino alla nausea, i difetti di conio non influiscono sulla conservazione ma sul prezzo (o valore della moneta). Anche l'accentuata decentratura, cui nessuno ha fatto riferimento, è uno dei consueti e ricorrenti difetti di conio. Se non c'era, ovviamente valeva di più, ma ciò non significa che ora per la decentratura, ed il bordo debole, le togliamo mezzo punto di conservazione
    2 punti
  13. Altro consiglio... allontanati il più possibile dalla moneta quando scatti, contrariamente a quanto si può pensare le foto macro si scattano stando il più lontano possibile dall'oggetto (ovviamente garantendo un rapporto di riproduzione 1:1), questo al fine di rendere uniforme l'illuminazione Come sfondo ti consiglio di costruirti una scatoletta di compensato (alta una decina di centrimetri) con vetro trasparente sopra (vetro da finestre, niente di speciale) Sotto alla scatoletta metterai un foglio bianco Questo consente di avere un fondo sfumato (perchè fuori fuoco rispetto alla moneta) e potrai scontornarlo facilmente con un programma di fotorittocco Questo è il mio sistema (costruito in casa, i neon sono ad altra frequenza per evitare l'effetto flickering). Spesa circa 100€ e qualche ora di bricolage Per lo stativo a colonna sono poi passato a uno stabilissimo Kaiser con due luci alogene, preso su ebay.de usato per una frazione del suo valore Sistema originale, con la mia prima macchinetta, una panasonic Sistema attuale Questo un risultato (volutamente 1600*1600pixel), scattato con una 6D e lente da 100mm macro... si percepiscono anche le rugosità della lingua dell'acquila
    2 punti
  14. Secondo me è anche più di SPL..."l'usura" che c'è tra i capelli mi sembra più una debolezza dovuta ai graffi di conio al rovescio, i quali si trovano proprio in corrispondenza di quella parte più debole del dritto...basta guardare la corona per accorgersi che l'usura è praticamente assente... @@claudioc47 confermi? Gaetano
    2 punti
  15. Volevo fare una proposta, un po' per un principio di sana alternanza e per dare poi un giusto riconoscimento a chi si è offerto, ha anche preso un onere e un impegno, cioè Tinianumismatica, di comprare, distribuire, vendere il nuovo prodotto cartaceo di Lamoneta, cioè il Quaderno 1, di fare questa volta il meeting - point lamonetiano per saluti e poi per il raduno per il pranzo davanti al loro banco, mi sembra un gesto di giusta riconoscenza da parte nostra e del forum tutto e poi una buona opportunità per il forum di vendere qualche quaderno in più, come si dice stazionare lì per un po' vederseli lì a quel prezzo....credo che possa invogliare, tra l'altro hanno avuto buoni apprezzamenti anche al di fuori del forum da quello che ho avuto modo di sentire.... Magari col grande R -R si potrebbe fare un meeting-point per il primo pomeriggio per chi arriva dopo ....con un buon digestivo col mirto, è una proposta ovviamente, che ne pensate ? Mario
    2 punti
  16. Coi polpastrelli ho presa... coi guanti mica tanto :) Sono per il contatto diretto :) Peraltro la moneta viene da una vendita NAC (30 se non ricordo male) in cui tutte le monete erano 'libere' di respirare e potevano essere liberamente osservate . E' stata l'unica volta che ho avuto il piacere di toccare un 5l 1901 (su cui peraltro feci un pensierino)
    2 punti
  17. Bellissimi pezzi Veridio, complimenti! Mi piacciono molto anche a me gli orologi antichi, specialmente quelli da taschino che letteralmente mi fanno impazzire. Sulle medaglie hai ragione, sono molto spesso più belle e curate delle monete, ma hanno a mio parere un difetto: non hanno circolato, non hanno visto la gente e la gente non le ha viste. Per questo a me piacciono anche le monete consumate o appiccagnolate, sono l'espressione di ciò che la gente comune faceva e comprava con quei dischetti di metallo. E per fortuna questa caratteristiche è propria dei pezzi in medio/bassa conservazione, che grazie al signore non sono appannaggio di "persone molto abbienti", ma sono alla portata anche di noi semplici uomini di popolo. Concludo dicendoti che questa piastra l'ho comprata con i fondi ricavati dalla vendita di parte della mia collezione del Regno. Tutti pezzi comuni, in conservazioni tutto sommato non eccezionali, che però hanno trovato per l'80% un acquirente in 2 settimane ad un prezzo onesto ed equo. Se le avessi proposte a qualche commerciante mi avrebbe riso in faccia, mentre con i giusti canali sono riuscito a ricapitalizzare ciò che avevo speso.. e a soddisfare un piccolo desiderio che altrimenti difficilmente avrei realizzato. Ti ringrazio per il confronto, piacevole e costruttivo.. pur avendo un pensiero diametralmente opposto al tuo apprezzo le argomentazioni che hai portato ed il tuo modo pacato e ragionato di esporre le idee (cosa non sempre scontata al giorno d'oggi, quando molto spesso le persone si credono invincibili barricate dietro una tastiera...) Un saluto cordiale, Marco
    2 punti
  18. Buona giornata E' sempre difficile trovare dei sottomultipli in condizioni accettabili; alcuni sono proprio rari e introvabili. Non è il caso del Quarto di Ducato a nome del doge Alvise Mocenigo IV, che posto di seguito e che ho acquistato in occasione dell'ultimo Convegno numismatico avvenuto a Bergamo; è considerato comune, ed è un peccato che presenti una piccola scalfittura sull'ala del leone nel conio di R che lo penalizza, però il rilievo è buono, anche se la scannerizzazione non lo favorisce ed il conio ben centrato. D: San Marco in trono porge lo stendardo al doge genuflesso, che lo prende con la mano sinistri, in un cerchio di perline * S * M * V * ALOY : MOCENI ° * D ° in esergo * D ° G * R: Leone stante verso sinistra con le zampe posteriori sul mare, e quelle anteriori sulla terra; la zampa destra sul libro apero e davanti a se un monte con il castello in cima, in un cerchio di perline. QVAR * DVCAT * VENET * Peso gr. 5,69 - Diam. mm. 28,50 circa Papadopoli 75 Si potrebbe pensare, a logica, che i sottomultipli del ducato fossero coniati in maggior misura, rispetto al ducato, eppure è generalmente più facile trovare quest'ultimo, rispetto agli altri. Nell'elenco delle monete gettate al popolo in occasione dell'incoronazione del doge Manin, leggiamo che furono coniati 250 ducati, 200 pezzi da mezzo ducato e 1200 pezzi da un quarto di ducato. Credo che una moneta di minor valore, fosse anche più usata dal popolo; perchè allora si trovano in commercio in minor misura? Qualche informazione o idea in proposito? saluti luciano
    1 punto
  19. Entrare nel Museo , situato proprio all’ interno delle antiche Mura della Porta Ostiense , nel tracciato delle Mura Aureliane , da cui si accede da una porticina posta alla base della Torre di fianco alla Piramide , e’ stata una sensazione bellissima che ti riporta indietro nel tempo di oltre XVII secoli ; la Porta Ostiense e’ l’unico accesso visitabile con annesso Museo delle Mura Aureliane che permette di entrare nell’ antica costruzione . Dal camminamento esterno tra le due Torri si gode di una straordinaria visione della Piramide dall’ alto , finalmente ultimata come manutenzione , altrimenti non godibile dal piano stradale e della zona archeologica immediatamente vicina al monumento funebre di Caio Cestio , si notano poi a destra e sinistra alcuni tratti delle antiche Mura , insomma una sensazione dell’ antico , veramente straordinaria . All’ interno del Museo , piccolo ma ottimamente organizzato ed ordinato , si accede tramite una ripida e stretta scalinata fino al primo livello dove nel corridoio e in due sale corrispondenti alle due Torri , che si ripetono parallele tramite una seconda scalinata , fino al secondo livello , sono conservati reperti archeologici provenienti da Ostia , dal sepolcreto romano adiacente alla Piramide , dalla Via Ostiense e dalla Porta stessa , sono presenti anche due grandi plastici su tavolo , riproducenti Ostia antica e il Porto di Claudio e Traiano , piu’ varie . Un particolare , inaspettato ma piacevole , e’ che l’ ingresso al Museo dallo scorso Luglio , e’ gratuito , il personale del Comune che lo gestisce e’ estremamente gentile e cordiale ed e’ concesso fotografare i reperti . Consiglierei a quanti interessati , una visita al Museo , magari da organizzare in gruppo , oltre che per i reperti conservati , pochi ma selezionati , principalmente per la visione che si gode dalle Mura , nel passetto che unisce le due Torri . Prima di esporre le 41 fotografie eseguite in totale nel Museo , un po’ di Storia locale . Il Museo della Via Ostiense e’ situato all’ interno di Porta San Paolo , l’ antica Porta Ostiense ; in realta’ originariamente , questa non era lo sbocco della Via Ostiense ma lo era del Vicus Portae Raudusculanae ; la Porta Ostiense era infatti una Posterula situata oltre 50 metri dalla Porta , dopo la Piramide seguendo il lato occidentale delle Mura ; successivamente , da Aureliano , la Posterula verra’ chiusa e la Via Ostiense incanalata verso l’ attuale Porta . Nella versione originaria costruita da Aureliano , la Porta si presentava con due archi gemelli in entrata ed uscita , come si vedono attualmente dalla parte interna dentro la cinta della Porta . Dopo il restauro di Massenzio la Porta si presento’ con una controporta sempre a due archi , come l’ esterna , mentre le due torri laterali furono innalzate con un secondo piano . Circa nel 403/404 , Arcadio e Onorio restaurarono in modo massiccio la Porta a causa delle previste invasioni ed assedi di Alarico e in questo periodo la Porta dal lato esterno fu rifatta e ridotta ad un solo arco o fornice per meglio essere difesa e le due torri laterali furono innalzate con un terzo piano , furono anche eseguiti lavori interni ; grosso modo nel complesso la Porta era a quell’ epoca come la vediamo ancora oggi . Gli affreschi religiosi fotografati sulle pareti risalgono tra il XIII e XIV secolo forse perche’ i locali delle due torri erano stati trasformati in cappelle . Non ho voluto di proposito riportare le note allegate con targhette , poste a fianco o sopra i reperti archeologici che ne spiegano il significato e l’ origine , per non togliere il piacere a quanti di voi vogliano un giorno visitare la Porta , altrimenti parte del piacere della visita sarebbe gia’ esaudito . Due cose mi hanno particolarmente colpito tra quanto e’ esposto , la prima e’ il coperchio dell’ Urna funebre che conteneva le ceneri del nucleo familiare composto da marito , moglie e figlio/a , bella la posa degli sposi che si stringono le mani in vita come nella morte , bellissimi i volti , bella la posizione aperta di marito e moglie atta a rendere ben visibile la figura posteriore del figlio/a che tiene in mano , sembra , una colomba . La seconda cosa e’ la ricostruzione di come gli antichi Romani costruivano le loro Strade , il plastico si riferisce alla Via Ostiense , ma e’ uguale per tutte le altre Vie : inizialmente in basso piantavano una serie di grandi e profondi pali in legno nel terreno , poi venivano per cosi’ dire “cementati” da una colata di pietraia di dimensione medio piccola che li ricoprivano , sopra questo blocco di pali e pietraia , veniva gettato uno stato di malta alto circa mezzo metro , sopra al quale venivano cementati i grossi basoli di basalto o di calcare , il tutto veniva in basso , al primo stadio di costruzione della strada , ingabbiato da muri laterali ; si capisce bene che tutto questo rendeva la strada un blocco unico eccezionalmente resistente ed eterno , tanto che ancora oggi la Via Appia , come altre strade romane antiche , e’ perfettamente percorribile ancora a piedi e se i basoli non si fossero leggermente separati l’ uno dall’ altro per incuria degli uomini e del tempo , lo sarebbe anche per i veicoli ; ai nostri tempi una strada dura appena qualche anno , meditiamo . Dentro le fotografie , divise in pagine , come al solito sono presenti alcune note di spiegazione .
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  20. idea semplice.. bah dite la vostra :-) Milan, Italy.. http://www.friziodesign.it/coins/expo-1.jpg http://www.friziodesign.it/coins20.html :-)
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  21. Ciao Francesco, sono un principiante ed è per questo ragiono in maniera diversa rispetto un vero collezionista, forse con il passare del tempo cambierò opinione.. Per il momento sto collezionando Piastre 120 Grana , Dollari Morgan, Monete del Regno in prevalenza Vitt. Em III e qualche medaglia Papale. Ho iniziato a collezionare questo Luglio 2014. Per il momento mi sto focalizzando solo sulle monete in Argento. Saluti e buona serata! Silver
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  22. MB, calcolando un quarto di punto a graffio :D
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  23. Ciao Pietro, in effetti la piastra 1858 che hai postato si presenta senza difetti e questo è un punto a vantaggio della moneta, ciò non toglie che la moneta sia FDC assoluto, quest'ultimo nonostante abbia i rilievi più nitidi della piastra di Claudioc47 si presenta con i fondi e l'aspetto generale più sciupato e spento rispetto a quello di Claudio. Tanto per intenderci, la piastra di Claudio è di notevole freschezza ma qualche leggero rilievo può sembrare usurato a causa dei leggeri graffietti al lato opposto, non dimentichiamo poi che questi conii hanno lavorato parecchio e spesso l'usura degli stessi faceva sì che le monete coniate si presentassero con una certa stanchezza di conio e piccole debolezze marginali (questo anche per la polvere di metallo che si accumulava nei caratteri punzonati nel conio).
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  24. Scusami @@claudioc47 non riesco a vederli, ma ci sono i pallini nello stemma del Portogallo ?
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  25. ecco cosa ho trovato stamattina ALBANIA 1 lek 1927 UNGHERIA 5 fiorini 1983 FAO COLOMBIA 10 pesos 1981 AUSTRIA 20 scellini 1982 JOSEPH HAYDN FRANCIA 2 franchi 1993 JEAN MOULIN SVEZIA 1 corona 1964 FRANCIA 10 franchi 1985 VICTOR HUGO SPAGNA 50 ptas 1990 EXPO 92 SPAGNA 100 ptas 1999 ANNO INTERNAZIONALE DELLEPERSONE ANZIANE PALESTINA 2 mils 1941 vorrei sapere i vostri pareri e qualche informazione sul valore del lek albanese, della corona svedese e dei mils della palestina grazie anticipatamente ;)
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  26. 1 punto
  27. Come ho detto altre volte,queste cose continueranno fino a che non si farà in modo che chi ha promossa l'azione non sarà obbligato a pagare non solo le spese legali,ma anche tutti i disagi e essere penalizzato dallo Stato per il tempo perso da giudici,forze dell'ordine ecc. invece di essere elogiato per la solerzia e fare magari carriera sulla incompetenza e la stupidità.
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  28. Francè...qui, se non sbaglio, non parliamo del valore, ma se uno deve comprare un libro sul quale deve informarsi a riguardo.....in quel caso io sceglierei la novità........se ho capito male allora chiedo scusa.
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  29. Danieloni ha coprato una famosa collezione provenienza da Canicattì. Blaise
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  30. Mi permetto di esprimere anche la mia opinione, sulla diatriba cordiale tra @@Veridio e @@slapdash84. A mio avviso sono semplicemente due tipi diversi di collezionare ed intendere il collezionismo, sia l'uno che l'altro legittimi e condivisibili. Il primo più ragionato, proteso verso il bello, la perfezione e quindi verso il lato economico del ritorno dell'investimento e il secondo più d'impeto, come si dice di "pancia", soddisfatto nell'aver realizzato un desiderio , come mi pare di capire , a lungo cullato, senza guardare troppo ai particolari, al foro riparato o alla nitidezza dei rilievi. Personalmente sono più vicino a slapdash, anche se ammiro molto veridio. Buona giornata a tutti.
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  31. Altri scans dopo una leggera pulizia e meno di contrasto:
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  32. Beh! Secondo me il discorso è sia economico che di aspettative, a tutti noi piacerebbe avere una collezione in tutti FDC ma non essendo io persona dalle possibilità economiche illimitate (anzi tuttaltro !) mi devo come tanti altri accontentare e fare una scelta, o avere una collezione limitata ma con monete in alta conservazione (possibilmente altissima) o godermi le monete e la loro storia con pezzi che hanno molto vissuto. Nel primo caso appagherò il piacere degli occhi e dello spirito e sarò (quasi) certo di non aver gettato via i miei soldi poichè un giorno i miei figli potranno, se vorranno, recuperarli (quasi) in tutto. Nel secondo caso appagherò solo il mio amore per le monete, l'arte e la loro storia, cosciente che poi le mie monete resteranno economicamente fine a se stesse perchè sarà difficile trovare qualcuno a cui possano un giorno interessare ma, i relativamente pochi soldi spesi, non mi faranno sentire in colpa ne mi rovineranno visto che non ho altre spese voluttuarie (non fumo, non vado allo stadio nè a sciare e i ristoranti/pizzerie mi vedono si e no 5/6 volte l'anno). Come ripeto è pò una questione di scelta e molto una questione di possibilità che, se fossero illimitate, non farebbero nemmenno sorgere la questione :D Per tornare alla moneta all'origine del post a me piace così com'è con tutte le sue cicatrici e la sua storia. Bravo !
    1 punto
  33. Io quei soldi li ho spesi per la mia copia, anche di più, e sinceramente lo rifarei. Solo chi non ha mai avuto per le mani questo libro può non desiderarlo. Vecchie o nuove edizioni, non parliamo mica di figurine che si aggiornano di anno in anno, i libri si dimostrano sempre il miglior investimento che un collezionista possa compiere nella sua carriera. Non solo perché gli aprono la mente e gli forniscono quella conoscenza che prima non aveva, ma soprattutto perché sono spunti per andare avanti, per costruire piuttosto che demolire. Per andare oltre...
    1 punto
  34. Io quei soldi non li spenderei, visto l'annuncio dell'uscita della versione aggiornata ..... :nea:
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  35. Ho atteso un po' a rispondere all'invito, ma poi capirete il perché .... :blum:, Carlo II, Milano, le sue monete....e in particolare l'iconografia di Carlo II sulle monete milanesi....da raffrontare con le altre monetazioni. Incominciamo col dire che Carlo II morì giovane, a 39 anni, fu sempre cagionevole, non un adone, dal carattere debole, dopo il periodo di reggenza con Maria Anna d'Austria a 14 anni raggiunge la maggiore età, il potere effettivo era però poi in mano ad altri. A Milano le sue monete sono le prestigiose e rarissime doppie in oro, il filippo o carlo coi suoi sottomultipli e poi come spicciola i quattrini che sono senza data. Il riferimento è il filippo comunque, moneta che diventa sempre meno curata rispetto alle monete artistiche e curate di Carlo V, moneta battuta a martello, con tratti nei busti direi approssimati, ma comunque monete che tenute poi in mano emanano un grande fascino. E' un tipo che si è immobilizzato quello del filippo, busto al diritto e stemma al rovescio, monete molto coniate, considerate comuni, con innumerevoli varianti di ritratto per i conii ma probabilmente anche perché gli incisori modificavano nel tempo il ritratto del re. Possiamo distinguere due grosse tipologie per il filippo quello con data del 1676 con busto giovanile e quello del 1694 col busto adulto, adulto poi per modo di dire perché Carlo in quell'anno aveva 33 anni. Da notare che nonostante le date siano solo due la moneta fu coniata in modo copioso in tutti gli altri anni mantenendo però sempre queste due date. Confrontando le due iconografie dei ritratti delle due tipologie le differenze sono ovviamente enormi, nella prima le sembianze giovanili, la lunga capigliatura, i tratti ancora delicati salvano l'immagine del giovane re, che con la seconda rappresentazione diventano impietose coi tratti vicini alla reale sua fisicità. E allora non si può non notare il lungo nasone, il mento sporgente, in alcuni conii tutto questo viene ancor più accentuato rendendo sempre più evidenti i difetti. A seguire i due filippi qui illustrati, il filippo del 1676 e poi quello del 1694 poi un giusto confronto ....e un giusto tributo alla monetazione di Carlo II di Napoli....
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  36. Domanda. Perché capsula e non oblò?
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  37. @@balkan @@Legio II Italica Tempo trovai questa bellissma raccolta relativa ad Alessandro Severo: http://www.dirtyoldbooks.com/CC/CCsev.pdf
    1 punto
  38. Ottimo, speriamo di non rivederle più.......nel caso, le ri-segnaleremo!
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  39. 1 punto
  40. Grazie a tutti. Come diceva un famoso comico anni fa : "ho vinto quaccheccosa ?" :D Sinceramente non me l'aspettavo... Però è un incentivo a proseguire in questa direzione e ne sono felice. Ciao ! :beerchug:
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  41. Pezza della Rosa di Cosimo III 1684, dopo l'unica data di Ferdinando II della serie di questa moneta vengono perfezionate e battute sotto questo nuovo Granduca, la prima data è il 1670 sino al 1718 con questo Granduca che rimarrà conosciuto da tutti per i suoi 50 anni di Governo. Sicuramente moneta che racchiudeva il messaggio del Granduca e delle sue leggi la scritta al rovescio: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA LIBURNI va interpretata come un ammonimento del Granduca che concedeva la grazia a molti condannati e dava molta libertà a Livorno con le sue leggi, ma come una bella pianta di rose, che mostrava la sua bellezza, allo stesso tempo aveva e presentava le spine e sarebbe stata o stato in in grado di pungere o togliere la libertà concessa.
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  42. Ciao e bentrovato 4Mori.Io penso che l'FDC rimanga per sempre eccome.La patina mon inficia l'FDC.Sarebbe come dire che le 100 lire del 1960 adesso non sono piu' FDC solo perche' il tempo le ha modificate.La lucentezza ,secondo la mia opinione,non le inficia.Anche perche' e' naturale che sia molto meno lucente di prima.l'importante e' evitare le ditate.Quelle si che possono intervenire a sfavore dell FDC. Mio personale parere ovviamente;)
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  43. Giusto un infarinatura...per saperne di piu' o per rinfrescarsi la memoria a chi gia sa .....giusto per ricordare che livorno è nata molto prima !!!! .... ma molto prima....ho scritti del 900 dopo cristo ...ovviamente...che riportano paesotti che hanno dato il nome a quartieri ora esistenti . Il Mastio di Matilde Mastio di Matilde Con l'avvento delle invasioni barbariche il villaggio di Labrone non segue più le sorti di Pisa. Nel 1100 è governato da Matilde di Canossa che ordina la costruzione di una torre di forma rotonda detta poi Mastio di Matilde, all'imboccatura della cala, per difenderla dalle incursioni dei Saraceni. Quadratura dei pisani Allorché le città italiane si ribellarono all'imperatore tedesco, Pisa divenne una florida repubblica marinara e la sua potenza fu accresciuta dal possesso del castello di Livorno donatogli da Matilde di Canossa nel 1103. I pisani, nel 1143, per aumentare il potenziale difensivo del porto, costruirono la Quadratura dei pisani, cittadella quadrata situata sul lato nord della cala, che incorporò il Mastio di Matilde. Torre del fanale Nel 1284 i pisani persero la battaglia della Meloria ad opera dei genovesi che distrussero le torri pisane. Il loro porto, inoltre, cominciava ad interrarsi a causa delle sabbie del fiume Arno. Per queste ragioni, costruirono, nel 1304, ad ovest del villaggio, su una scogliera, la Torre del Fanale, altissima, imponente, costituita da due torri sovrapposte, con un diametro di circa 12 metri e alta oltre 50 metri sul livello del mare. Fanale dei Pisani in stampa antica Una ricostruzione degli antichi arsenali della Repubblica Pisana In questa antica stampa si vedono le antiche strutture di Porto Pisano, le sue maestose Torri e le Mura che racchiudevano anche il Castello di Ligorno, probabilmente già diventato Città di Livorno sotto il volere dei granduchi di Firenze Prima cinta muraria Ultima opera monumentale della decadente repubblica pisana a favore di Livorno fu la costruzione di robustissime mura che cinsero il Castello (1392). Esse partivano dalla Quadratura dei Pisani , giungevano alla Porta a terra, da questa, a semicerchi, si congiungevano alla Rocca Vecchia, da dove partivano altri due tronconi che cingevano la cala naturale. Le succitate mura, lunghe circa 2200 braccia (Km 1320) furono costruite con pietre quadrate di tufo e senza terrapieno, e munite negli angoli di torri simili a quelle che accompagnavano le mura pisane. Il porticciolo dei genovesi Decaduta la potenza pisana, nel XV° secolo il Castello passò attraverso varie dominazioni, una delle quali fu quella dei genovesi. Essi costruirono il cosiddetto porticciolo dei genovesi a forma di ampio canale, a levante della Quadratura dei pisani, terminante verso la Porta a Terra. Si allargava in una darsena che, pur servendo per barche di piccolo pescaggio, contribuì ad incrementare i traffici, al punto che poco distante fu costruita una dogana. La Torre del Marzocco in un dipinto La Torre del Marzocco Il primo luglio 1421 i fiorentini acquistarono Livorno per diecimila fiorini d'oro dai genovesi e presero i primi provvedimenti, senza però tener conto della situazione sanitaria del Castello, che era precaria, in quanto esso si trovava al margine di una zona paludosa sopra un lido sul quale si ammassavano spesso strati di alghe putrefatte. È di questa epoca un importante piano di lavori portuali, solo parzialmente condotto a temine, che costituisce l'ultimo tentativo di rimettere in efficienza l'approdo del porto pisano. Di questo piano faceva parte la Torre del Marzocco, mirabile opera di architettura militare, forse su disegno di Lorenzo Ghiberti. Di marmo bianco, in forma ottagonale, con le pareti rivolte ai venti principali, si erge con un'altezza di 29 braccia dal pelo dell'acqua. Sotto i ponti erano scolpite le quattro armi di Firenze e nelle facce ottagonali i nomi degli otto venti principali. La Fortezza Vecchia Dopo la lunga guerra fra pisani e fiorentini, che terminò nel 1509, si ebbe la restaurazione della dinastia dei Medici a Firenze nel 1512 per volere degli spagnoli. Il cardinale Giulio dei Medici, uomo versatissimo nell'arte militare, comprese la necessità di trasformare Livorno in una vera e propria piazzaforte e a tal fine incaricò l'architetto Antonio da San Gallo. Il progetto prevedeva la costruzione di una Fortezza, detta poi Vecchia, capace di contenere 5000 soldati, fornita di bastioni e circondata dal mare, da erigersi nel punto militarmente più debole e più pericoloso del Castello, vale a dire all'ingresso del suo porto. La Fortezza Vecchia Questa costruzione, armoniosa di linee, potente di difesa, è una delle più belle progettata dall'architetto che fece delle sue fortezze capolavori di architettura del rinascimento e, insieme, di arte militare. Così nel 1518 iniziò la sua costruzione, per la quale fu necessario abbattere gli edifici fatti costruire da Lorenzo il Magnifico alla fine del 1400. La fortezza chiude nelle sue mura il Mastio di Matilde, la Quadratura dei Pisani, raccogliendo quindi in sé tutti i monumenti della più vecchia tradizione marinara e guerriera di Livorno. Fu completata nel 1530 dal duca Alessandro dei Medici, dopo un periodo d'interruzione dovuto all'allontanamento dei Medici da Firenze. Il canale dei Navicelli Fino a questo punto la storia del porto di Livorno è prettamente militare e il luogo è considerato una fortezza. Il duca Cosimo I°, succeduto al duca Alessandro, aveva in mente la costruzione di un nuovo porto e di un canale navigabile. Il canale dei Navicelli abbreviava notevolmente il tragitto fra Livorno e Pisa evitando il traffico via mare. La pericolosa e non facile entrata dei navicelli a Bocca d'Arno univa veramente Pisa, sede di case commerciali, col porto di Livorno. Cosimo I°, per dare incremento alla città, promulgò alcuni bandi, in funzione dei quali prometteva l'incolumità a tutti coloro che erano ricercati dalla giustizia, con la condizione di trasferirsi definitivamente a Livorno. I lavori di scavo del canale ebbero inizio nel 1541 e segnarono il principio della funzione economica di Livorno. L'opera, infatti, non era importante dal punto di vista militare ma serviva per l'unione commerciale, non solo di Livorno con Pisa, ma anche con l'entroterra toscano, cosa problematica per quel tempo, dato che non esisteva alcuna strada veramente carrozzabile. Il funzionamento regolare del canale si ebbe, come vedremo, sotto Ferdinando I°. Il progetto prevedeva d'impedire alle maree di penetrare nel canale che doveva mantenersi pieno con l'acqua presa per mezzo di una cateratta dall'Arno a Porta a Mare.
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  44. Taglio: 2€ ommemorativo Paese: Spagna Anno: 2012 Tiratura: 8.000.000 Condizioni: BB/SPL Città: Aereoporto Milano Malpensa Le ultime tre monete Finlandia 2014, Francia 2014 e Spagna 2012 le ho trovate tutte questa sera, forse la fortuna inizia a girare dinuovo :yahoo: :yahoo: :pleasantry: :pleasantry:
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  45. Butto un altro amo non indifferente sulla Livorno di quegli anni, poi spero in tanti altri appassionati di questa monetazione e in @@fofo anche per le monete, anche di aste, non necessariamente sue.... Altro binomio fu Livorno e gli inglesi....dal 1750 in avanti il Mediterraneo diventa l'area di riferimento per navi e mercanti inglesi, poco alla volta diventa la potenza commerciale e marinara più importante dell'area. Gli olandesi si affiancarono più tardi dal 1590 e in modo importante verso la fine del 1500, tramontava così il predominio dei mercanti italiani nei nostri mari, " un ribaltamento di posizioni drammatico " così lo definisce il Cipolla. Cosa era successo ? Gli inglesi e gli olandesi seppero cogliere subito le nuove tecniche e le novità sia negli affari, nei commerci, che nelle tecniche di navigazione, l'Italia rimase imprigionata dal tradizionalismo,non seppe innovare. Il Mediterraneo era considerato un mare pericoloso, assalti, i pirati, navi di varie nazionalità sempre in guerra tra di loro.... Nel 1628 nel porto di Livorno si trovavano già 40 navi, dieci delle quali di una stazza di circa 450 tonnellate, molte di queste erano inglesi. Ma non c'erano solo grandi navi, c'erano anche tanti piccoli velieri, di piccola stazza e di equipagggio ridotto, queste spesse formavano il convoglio e ritornavano poi per essere più sicure insieme in Inghliterra. Nel tollero del porto le raffigurazioni sembrano richiamare questo tipo di vascello estremamente più diffuso e presente. I vascelli inglesi arrivavano con stagno, piombo, pesce salato e pannilana di vario tipo, tornavano in Inghilterra con seta grezza, spezie dell'Oriente, uva passa, malvasia greca, vino campano, olio anche della Puglia. Gli inglesi si appoggiarono essenzialmente al porto di Livorno che divenne un grande centro di raccolta e smistamento merci favorito in questo dalla lungimiranza dei Granduchi di Toscana. Gli inglesi andavano anche in altri porti però Marsiglia faceva parte del Regno di Francia e gli inglesi non amavano i francesi..., a Napoli c'erano gli spagnoli e anche con questi i rapporti non erano entusiasmanti..., Genova era indipendente ma legata alla Spagna.... Livorno diventò così la base permanente dei commerci marittimi inglesi e da Livorno gli inglesi si potevano muovere nel Mediterraneo e nel Medio - Oriente. L'ordine era che la Royal Navy nel Mediterraneo facesse rifornimenti di vettovaglie a Livorno, poi spesso la meta era l'Oriente. Livorno grazie ai commerci diventa una città bella e forte, famoso centro commerciale della Cristianità così viene descritta nel 1630 da Thomas Mun in un suo trattato " England's Treasure by Forraign Trade ", da luogo poco conosciuto diventa strategico e cruciale nello scacchiere del Mediterraneo, è il momento di Livorno come città, come porto, come centro di smistamento commerciale, tutto questo lo ritroveremo poi anche nelle sue monete....monete, storia, vascelli, navi, porto e poi le rotte che fanno sognare......un bel mix indubbiamente....
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  46. Come di consueto saremo a Verona dal Giovedì alla Domenica...con un tavolo ancora più lungo e pieno... :P Scherzi a parte, se ci fate sapere quante copie servono, siamo disposti ad ordinarne tale quantitativo e qualcuna in più per i ritardatari da cedere al prezzo di costo al nostro banco :) Un caro saluto.
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  47. Corretto il titolo, la foto non aiuta molto, prova a postare delle immagini più chiare perpendicolari e di entrambi i lati.
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  48. mille e uno, mille e due, mille e tre, mille e quattro, mille e cique, VAI! zzzzz zoott! bip biiiiiiiiiiiiiiiiii soff soff mille e uno, mille e due, mille e tre, mille e quattro, mille e cique, VAI! zzzzz zoott! bip biiiiiiiiiiiiiiiiii soff soff mille e uno, mille e due, mille e tre, mille e quattro, mille e cique, VAI! zzzzz zoott! bip biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Niente da fare, l'abbiamo perso. Ore 18.33, 9 aprile dichiaro il decesso per infarto fulminante. Qualcuno lo conosceva? no? parenti? nessuno? OK chiudete il sacco.
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