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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/14 in tutte le aree
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Ringrazio Amedeo per la fiducia ma sinceramente, pur trovando estremamente affascinante questa monetazione, non credo di essere in grado di poter affermare nulla di più di quanto finora detto. Magari posso cercare di riportare quanto finora scritto su questa particolare moneta, sperando di non dimenticare nulla e con la speranza possa essere di spunto per qualche nuova ipotesi a riguardo una sua corretta lettura. Iniziamo con indicare chi per primo credo scrisse su questa moneta. Si tratta di A. Engel che in suo articolo “Monnaie inedite d’Anfuse” in Mélange de Numismatique (1878) riportò questa moneta attribuendola ad Anfuso. Questo il disegno della stessa e la lettura dell’autore che doveva essere anche il possessore della moneta (cosa che conferma che anche con il tondello in mano la lettura non appare scontata). L’autore esordisce affermando che la moneta è frutto di un suo soggiorno a Napoli (sic!) quindi indicandone indirettamente anche la provenienza e descrivendola in questa maniera (traduco dal francese) D/ AN (le due lettere legate) P – Anfusus Princeps, busto frontale ornato di mantello R/ CAPVA, vessillo frontale sul quale si distingue un piccolo personaggio in posizione orizzontale. Bronzo – 12 mm – 2 grammi. Sempre l’Engel poi nel suo Recherches sur la Numismatique et la Sigillographie des Normandes de Sicile et d’Italie (1882) descrive al n°175 p. 59 nuovamente la moneta aggiungendo che il vessillo al R/ probabilmente rappresenta l’investitura di Anfuso come principe di Capua nell'ottobre del 1135. Sarà Sambon a mettere per primo in discussione l’attribuzione dell’Engel. Infatti nel suo Repertorio generale delle monete… n°834 pp. 146-147 da una lettura diversa della moneta attribuendola, seppur dubitativamente, a Roberto II. Questa la sua descrizione: D/ RO(?) P ; busto del principe di prospetto R/ Vessillo e figura in piedi (Engel vi lesse AN-P ma la seconda lettera è chiaramente una O) Quanto scritto dal Sambon viene poi condiviso dagli autori del CNI. Saltiamo ora a quanto scritto dalla Travaini nel suo La monetazione nell'Italia normanna, p. 330. Cito testualmente: Questa moneta è nota in due esemplari, uno nella collezione di Vittorio Emanuele III (probabile refuso come appurato in questa discussione), ed un altro al Cabinet des Médailles di Parigi, proveniente dalla collezione Engel. Engel vi lesse AN P, e la attribuì ad Anfuso, ma Sambon vi lesse, con buone ragioni ()O P, per Roberto. Potrebbe essere datata ipoteticamente al 1128, per l'investitura di Roberto da parte di Onorio II, come ha suggerito Deér; non può essere però escluso un riferimento alla reinvestitura che Roberto II ottenne da papa Innocenzo II nel 1137: in entrambi i casi il rovescio rappresenterebbe il vexillum dell'investitura. La manus dei, così identificata da Philip Grierson, è stata finora descritta come <figura sdraiata>. Quindi novità rispetto alle precedenti classificazioni è l'individuazione nella rappresentazione al R/ della manus dei. Tesi sostanzialmente sostenuta poi nel MEC ed in D'Andrea-Contreras 2013. Alla luce di quanto credo sia difficile giungere ad una univoca lettura della moneta, specialmente se si tiene conto che anche chi ha avuto il tondello in mano non è riuscito a darne un'interpretazione convincente. Riguardo l'altro quesito cioè se si tratta di Rv o Rx, credo sia da approfondire quanto suggerito da @@carlino al post n°248. Mi permetto poi di complimentarmi con @@oedema per la sua ricerca e per essere riuscito a far vedere a tutti questo particolare tondello, ora forse meno misterioso. Buon proseguimento.5 punti
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Se mi offri anche una normativa che protegga dagli assegni a vuoto e dalle truffe varie, mi sta bene anche a me. Essendo così come è la legislazione relativa, viva il contante e aboliamo il limite dei 1000 euro. Almeno sono sicuro che quando riscuoto ,riscuoto sul serio, altro che assegni cabriolet, chargeback e giochetti vari!4 punti
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Mi inserisco nuovamente per un aneddoto che riguarda il Toson d’oro di Andrea Doria. Riguarda il più celebre ritratto di Andrea Doria, alcuni dissero che non fosse lui (infatti sul quadro a Palazzo Bianco cambiarono addirittura la targhetta scrivendo “Anziano gentiluomo”) questa la nota di stampa: Alla base dell'attuale non identificazione in Andrea Doria, viene indicato un piccolo ma rilevante particolare storico. "Un dato storico incontrovertibile": Andrea Doria apparteneva, per concessione di Carlo V°, all'Ordine Cavalleresco del Toson d'Oro e perciò era obbligatoriamente vincolato ad esporre l'insegna dell'Ordine in tutti i propri ritratti. Il fatto rilevante è proprio che il Toson d'Oro non compare. Il Direttore (ndr di Palazzo Bianco) sottolinea anche: "questo dettaglio compare in tutte le altre immagini note di Andrea Doria, anche se di modestissima qualità pittorica, ma non nel ritratto in questione e questo fatto, dunque, esclude che il personaggio effigiato sia il grande ammiraglio". A mio modesto parere, molto banale, è che il ritratto sia stato eseguito prima di ottenere l’ambita insegna (la ricevette a 65 anni) e quindi è ovvio, secondo me, che il collare non ci fosse. Andrea Doria nacque nel 1466 e nel 1531 ricevette il titolo di principe del feudo di Melfi in Basilicata, che rendeva 40.000 scudi d’oro annui, nonché altri 25.000 scudi d’oro quale speciale ricompensa ed il conferimento dell’ambita onorificenza del Toson d’oro, la più alta del tempo. Stessa cosa accadde alla famosissima medaglia, gli esemplari coniati prima del 1531 non avevano il collare mentre in quelli successivi il collare è stato aggiunto.4 punti
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Per concludere allego il confronto tra D/ e R/ dell'originale e dei disegni riportati rispettivamente dall'Engel e dal Sambon.3 punti
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Questa sera vi vorrei presentare una moneta piuttosto particolare da poco entrata in collezione: si tratta del 2 e 1/2 centesimi coniato negli Stati Uniti per la Repubblica di Panama nel 1904. Emessa in soltanto 400.000 esemplari esclusivamente nel 1904, tale moneta è famosa fra i collezionisti di tutto il mondo per le sue ridottissime dimensioni: soltanto 10 millimetri di diametro per 1,25 grammi in argento '900...quanto basta per farne la moneta più piccola mai emessa dalle varie zecche degli Stati Uniti ed una delle più piccole al mondo. Soprannominata "Panama Pill" o "Panama Pearl" proprio per le sue lillipuziane dimensioni, questa monetina presenta al diritto un ritratto di Vasco Nunez de Balboa, esploratore noto per essere stato il primo ad attraversare l'istmo di Panama ed avvistare l'Oceano Pacifico. Al rovescio è invece raffigurato lo stemma nazionale della Repubblica di Panama con l'indicazione del valore, del peso e della finezza del metallo. Questa foto rende molto bene l'idea...;) Cosa ne dite? Qualunque commento sulla moneta o sullo stato di conservazione è ovviamente molto gradito.2 punti
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prezzi conservazione, conservazione prezzi... cambiamo argomento parliamo del PISIS che compare sui cinque paoli e sui francesconi da Francesco Stefano in poi spesso trae in inganno, si pensa che la moneta sia coniata a Pisa ma non è così. le ragioni vanno cercate nell'aumentato prezzo dell'argento che non permetteva di battere moneta con il consueto titolo della zecca fiorentina. Galeotti ci dice che: " ...il titolo antico d'argento popolino venne ridotto a once 11 di fino per libbra, il che determinò l'indicazione della parola PISIS sulle monete a denotarne l'inferiorità" si scelse così di distinguere le nuove emissioni con il riferimento a Pisa per: "..ragioni soltanto di convenienza, e ad evitare dannose confusioni avevano determinato [la zecca di Firenze] ad adottare uno stampo diverso per le monete a titolo inferiore a quello consueto, e venne prescelto quello di Pisa semplicemente per il particolare carattere delle nuove monete istituite"..2 punti
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Qui però intervengo più da moderatore che curatore, un po' le ho seguite queste diatribe su conservazioni, stime, prezzi, ma poi bisogna veramente darci un taglio, credo interessino veramente poco....anche perché poi si va sul personale e ognuno ritiene di avere ragione. io inviterei a spostare l'attenzione sempre su altri aspetti delle monete, abbiamo una bella discussione su iconografie, sui simboli, sull'arte nelle monete......parliamo di questi aspetti, le conservazioni, non parliamo le stime sono elementi troppo soggettivi, lo dicono gli stessi autori dei MIR, io credo che se vi piace una moneta e la avete comprata va bene, l''importante e' che vi appaghi e vi gratifichino, questo e' quello che conta, il resto sono solo opinioni.....la bellezza di una moneta rimane . Intervengo in questa discussione ma potrei replicare sulle altre, vi pregherei di auto moderarvi un attimo e puntare su considerazioni di altro tipo.....oggi e domani per motivi di lavoro non posso seguirvi, non fatemi ricevere altri MP domani.......mi raccomando e buona serata, Mario2 punti
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Buona serata Già ... il Toson d'oro; non credo ci sia una onorificenza più "trasversale" di questa; ha accompagnato tante Case regnanti europee, da est ad ovest, da nord a sud e chi ne era insignito, spessissimo, lo ritroviamo anche sulle monete. Altre onorificenze sono più "casalinghe" (scusate il termine) legate alle persone appartenenti ad una sola Casa regnante ed ai pochi altri beneficiati da quest'ultima. Penso al Collare dell'Annunziata e all'ordine dei SS Maurizio e Lazzaro dei Savoia; oppure all'Ordine della Giarrettiera del Regno Unito. Per non parlare dei tanti ordini equestri/ospitalieri e delle loro insegne delle quali si potevano fregiare tanti nobili che parteciparono alle crociate e che, spesso, accompagnavano sulle monete le proprie insegne "familiari". Assolutamente a digiuno di tutto ciò (e abbastanza ignorante), trovo però che l'onorificenza coniata sulle monete, potrebbe essere un bel "fil rouge" che potrebbe riservare qualche sorpresa. Saluti luciano2 punti
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Forse sarà più comodo riesaminare accostando vicini i due esemplari noti: Si vede chiaramente che provengono da una stessa coppia di conii e che uno non è clone dell'altro…. Il pezzo NAC sembra autentico, mentre il secondo, di conservazione più modesta e un poco usurato, potrebbe sembrare a prima vista un fuso e quindi un falso (non recente), ma potrebbe anche essere semplicemente un pezzo spatinato e usurato in oricalco. Ma servirebbe un esame diretto delle monete per un giudizio più sicuro. Al momento questi due semplari sono gli unici finora noti, ma non mi stupirei che col tempo possano saltare fuori altri dupondi con MACELLVS AVGVSTI. Confermo che non è la prima volta che ricompaiano a distanza di tempo (anche due secoli) esemplari che sembravano perduti se non addirittura inventati….2 punti
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2 € Città del Vaticano Sede vacante 2013 TAGLIO : 2 euro STATO : Città del Vaticano ANNO : 2013 AUTORE : Scultore Patrizio Daniele e incisore Maria Carmela Colaneri indicati con le sigle “P. DANIELE” “M.C.C. INC” intervallate da una croce e poste sotto lo stemma del Camerlengo ad arco al bordo interno del cerchio interno TEMA : Stemma del Cardinale Camerlengo sormontato dallo stemma della Camera Apostolica (chiavi decussate sormontate da un padiglione) DATA DI EMISSIONE : 3 Giugno 2013 MATERIALE : Bimetallica: corona esterna: rame-nichel (rame 75% - nichel 25%); cerchio interno: tre strati, dal più esterno all’interno: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone DIAMETRO : 25,75 mm SPESSORE : 2,20 mm PESO : 8,5 g. CONTORNO : Finemente zigrinato in verticale rispetto allo spessore con inciso una successione che si ripete 6 volte di stelle a cinque punte alternate al numero 2 che rispetto alla stella frapposta si trova una nel verso giusto e poi capovolto: NOTE : La tiratura è 125000, così ripartita 6000 per la circolazione, 111000 in folder blu e 8000 in busta filatelico-numismatica Nella faccia nazionale, nel cerchio interno è raffigurato lo stemma del Cardinale camerlengo, Tarcisio Bertone, e il Gonfalone della Camera Apostolica (chiavi decussate sormontate da un padiglione); a destra sotto la chiave il segno di zecca “R” ad indicare Roma; ponendosi di fronte alla moneta, ad arco a sinistra vi è la scritta "CITTA’ DEL VATICANO” e sempre ad arco a destra la scritta “SEDE VACANTE MMXIII"; le due scritte ad ore 12 sono interrotte da una croce; sotto lo stemma del Camerlengo le sigle “P.DANIELE” e “M.C.C. INC” separate ad ore 6 da una croce. Le sigle indicano rispettivamente lo scultore Patrizio Daniele e l’incisore Maria Carmela Colaneri. Nella corona esterna sono riprodotte 12 stelle a cinque punte per rappresentare l'Unione Europea. Le armi sono composte dallo stemma proprio del Cardinale Tarcisio Bertone: scudo a mò di rettangolo nella parte superiore, in cui si aprono a mò di tenda due pezzi semicircolari di colore rosso con nelle rispettive parti centrali un Chrismon (in quello di sinistra rispetto all’osservatore) e una M sormontata da una stella a otto raggi (in quello di destra rispetto all’osservatore) e semicircolare nella parte inferiore; nella parte centrale vi è una torre a tronco di cono leggermente più largo alla base, con portone nella parte centrale e cinque finestre disposte due al primo livello e tre al secondo livello; la parte alta della torre è costituita da un tronco di cono molto schiacciato e con la base stretta verso il basso e la base larga verso l’alto e sui cui poggia una struttura cilindrica merlata; La torre, il Chrismon, la M e la stella sono color oro; la torre poggia su un colle mentre lo sfondo della scena è azzurro. Accollato alla croce doppia della dignità di arcivescovo di color oro e sovrastato dal galero rosso dal cui interno partono due corde rosse, variamente annodate, ma simmetricamente rispetto alla mediana, e terminanti con quindici fiocchi rossi sia a destra che a sinistra dello scudo. Il motto in latino è “Fidem custodire” a sinistra e “concordiam servare” a destra che si traduce: “custodire la fede e conservare la concordia”. La torre simboleggia la Vergine come “Turris Eburnea” e la saldezza della fede. Il “Chrismon” è il termine greco che indica il monogramma formato dalle lettere X (chi) e P (ro), con la X accollata al piede della P, ritenuto monogramma di Cristo. La M sovrastata dalla stella a otto punte è un altro simbolo mariano, e simboleggia le “stella maris” ossia la Madonna, che venne designata formalmente come “regina” dalla Repubblica di Genova, città della quale Bertone è stato arcivescovo. Il disegno “mantellato” è stato adottato dal cardinale come omaggio a Papa Benedetto XVI, il cui stemma appare appunto in quella foggia, del quale Bertone è stato Segretario di Stato. Sopra lo stemma cardinalizio sta l’insegna propria della dignità di Camerlengo ossia il Gonfalone papale, un ombrello parasole decorato a gheroni alternati rossi e oro, coi pendenti tagliati a vaio; con l’asta d’oro in forma di lancia e con l’arresto attraversato dalle chiavi pontificie. Lo stemma compare anche sulle monete emesse durante la Sede Vacante dallo Stato della Città del Vaticano; sui francobolli è rappresentato solo il Gonfalone con le chiavi pontificie sorrette da un angelo. Per approfondire il ruolo e i compiti del Cardinale Camerlengo si veda il post 50 o 1€ serie 2005 SV Il Papa Benedetto XVI, “Papa abdicante”, alle ore 17:00 del 28 febbraio 2013 lasciò il Vaticano in elicottero e giunse a Castel Gandolfo alle 17,30, dove salutò per l'ultima volta la folla con un breve intervento, parlando a braccio. Allo scoccare delle ore 20.00 del 28 febbraio 2013 aveva inizio la Sede Vacante: gli atti che hanno formalmente segnato l'avvio della sede vacante sono stati la chiusura del portone di accesso al Palazzo Pontificio, il passaggio di consegne tra la Guardia svizzera pontificia e la Gendarmeria Vaticana che ha assunto i compiti di protezione dell'ormai pontefice emerito, l'ammainabandiera al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, la sigillatura dell'appartamento papale del Palazzo Apostolico, la dismissione degli abiti pontifici da parte del “Papa abdicante”. L'annullamento dell'anello piscatorio è avvenuto il 5 marzo tramite rigatura. Questa Sede Vacante durò 13 giorni, dal 28 febbraio al 13 marzo 2013, e si concluse con la salita al “Trono petrino” di Papa Francesco. Durante questo periodo si alzano nello Stato le insegne del Cardinale Camerlengo in carica, in luogo di quelle del pontefice. Il 1º marzo 2013 la Camera apostolica si è riunita al completo a seguito della rinuncia al ministero petrino di Papa Benedetto XVI. Dall’abdicazione di Papa Benedetto XVI, avvenuta il 28 febbraio 2013 e fino all'elezione di Papa Francesco, proclamata il 13 marzo 2013, ha presieduto la sede vacante, nella veste di Camerlengo, il Cardinale Tarcisio Bertone. Il Cardinale Tarcisio Bertone è nato il 2 dicembre 1934 a Romano Canavese, provincia di Torino. Ha frequentato gli studi medi nell'oratorio di Valdocco a Torino, poi il Liceo Salesiano Valsalice, nel frattempo gioca a calcio nel ruolo di terzino, e poi ha frequentato il noviziato presso la Società salesiana di San Giovanni Bosco a Monte Oliveto (Pinerolo). Ha emesso la prima professione religiosa il 3 dicembre 1950, ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale, dalle mani di Monsignor Albino Mensa, Vescovo di Ivrea, il 1° luglio 1960. Ha perfezionato gli studi teologici alla Facoltà Teologica Salesiana di Torino, dove ottiene la licenza in teologia con una dissertazione sulla tolleranza e la libertà religiosa, per continuare gli studi a Roma, dove ottiene la licenza e il dottorato in diritto canonico con una ricerca su “Il governo della Chiesa nel pensiero di Benedetto XIV - Papa Lambertini (1740-1758)”. A partire dal 1967 insegna teologia morale speciale all'ateneo salesiano di Roma, che nel 1973 diventa Università Pontificia Salesiana; insegna anche diritto internazionale e diritto dei minori. Nel 1976 è stato chiamato a dirigere la Facoltà di Diritto Canonico, ove ha insegnato fino al 1991 «Diritto Pubblico Ecclesiastico», diventando Professore Ordinario di cattedra ed è stato dal 1978 Docente di «Diritto Pubblico Ecclesiastico» presso l'Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. È stato Direttore dei Teologi (1974-1976), Decano della Facoltà di Diritto Canonico (1979-1985), Vice Rettore (1987-1989) e poi Rettore Magnifico (1989-1991) dell'Università Salesiana, ha collaborato a Roma anche con diverse parrocchie ed ha contribuito alla promozione dei laici (Centri di Formazione teologica e apostolica). Ha collaborato all'ultima fase della revisione del Codice di Diritto Canonico. Ha diretto il gruppo di lavoro che ha tradotto il Codice in italiano, con l'approvazione della Conferenza Episcopale Italiana. Dagli anni '80 ha esercitato un qualificato servizio alla Santa Sede, come Consultore in diversi Dicasteri della Curia Romana, collaborando attivamente soprattutto con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 1988 fa parte del gruppo di sacerdoti che accompagnano l'allora cardinale Joseph Ratzinger nelle trattative per la riconciliazione con monsignor Marcel Lefebvre. Il 4 giugno 1991 papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo metropolita di Vercelli, la più antica diocesi del Piemonte e il 28 gennaio 1993 è nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana presidente della Commissione ecclesiale giustizia e pace. Il 13 giugno 1995 Papa Giovanni Paolo II lo nomina Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel 1997 controfirma la notificazione con la quale veniva annunciata la scomunica "latae sententiae" per il teologo cingalese Tissa Balasuriya, scomunica decaduta l'anno successivo a seguito della ritrattazione del teologo, e successivamente collabora alla stesura della dichiarazione Dominus Iesus; durante il Giubileo del 2000 è incaricato da papa Giovanni Paolo II di curare la pubblicazione della terza parte del "segreto" di Fatima; da allora ha avuto modo di parlare direttamente con la veggente Suor Lucia di Fatima diverse volte. Nel 2001 gli viene affidato il caso del ritorno alla Chiesa cattolica dell'arcivescovo Emmanuel Milingo, che si era sposato con Maria Sung, un'adepta della Chiesa dell'unificazione del reverendo Sun Myung Moon. Il 10 dicembre 2002 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Arcivescovo di Genova. È stato anche Presidente della Conferenza Episcopale Ligure. Il 21 ottobre 2003 Papa Giovanni Paolo II lo nomina cardinale presbitero di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana, diaconia elevata pro hac vice a titolo presbiterale. Il 22 giugno 2006 Papa Benedetto XVI lo nomina Segretario di Stato (così il Cardinale Tarcisio Bertone succede al Cardinale Angelo Sodano, dimissionario per raggiunti limiti d'età come prescritto dal canone 354 del Codice di Diritto Canonico) e il 4 aprile 2007 lo nomina anche Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Il 10 maggio 2008 papa Benedetto XVI lo promuove all'ordine dei cardinali vescovi con il titolo della sede suburbicaria di Frascati; succede così a Alfonso López Trujillo, deceduto 20 giorni prima. Al compimento del settantacinquesimo anno di età presenta le sue dimissioni per raggiunti limiti d'età al papa, il quale il 15 gennaio 2010 gli comunica per iscritto di non voler rinunciare alla sua "preziosa collaborazione". Il 28 febbraio 2013, a seguito della rinuncia all'ufficio di romano pontefice di papa Benedetto XVI[1], cessa dall'ufficio di Segretario di Stato, in conformità ai canoni del Codice di Diritto Canonico ma assume, in qualità di Camerlengo, la funzione di governo ordinario della Chiesa fino all'elezione del nuovo papa, avvenuta il 13 marzo. Il 16 marzo papa Francesco lo conferma nell'ufficio di segretario di Stato donec aliter provideatur, cioè: "fino a che non venga disposto diversamente", ovvero fino alla nomina di un successore. Il 31 agosto 2013 Papa Francesco ha accettato la sua rinuncia a Segretario di Stato per raggiunti limiti di età, secondo il canone 354 del Codice di Diritto Canonico, ma gli chiede di rimanere fino al 15 ottobre, giorno in cui gli succede il Cardinale Pietro Parolin. Il 2 dicembre 2014, il Cardinale Tarcisio Bertone, compiendo ottant'anni, ha perso il diritto di entrare in conclave.2 punti
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1O minuti se parcheggi nel parcheggio preposto, io la macchina l ho lasciata 20 minuti prima del parcheggio.... Poi dopo 3 ore sotto uno splendido sole fa 40 gradi, ti assicuro che farti la salita è stata molto dura....e te lo dico io che la montagna la vivo anche per lavoro.... Cmq ne vale Tremendamente la pena!!! Ciao Skuby2 punti
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ultima arrivata! Carlo V Carlino: D/ CALOLVS ° IIIII ° RO ° IM Busto dell'imperatore a destra R/ °REX °/ ° ARAGO° / °VTRIVS° / °SI ° ET ° Nel campo una corona di quercia Che ne pensate? Ciao Mauro2 punti
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Ciao Pino Grazie per le tue canzoni che hanno accompagnato la mia gioventù. Che la terra ti sia lieve...e che tu possa finalmente cantare libero tra gli angeli!2 punti
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Costantino fu avvertito durante il sonno, affinché marchiasse sugli scudi il celeste segno di Dio, e che attaccasse battaglia. Fece come era stato ordinato, e iscrive sugli scudi Cristo, una X attraversata da un lettera, con una curva in cima.2 punti
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Una lettera del Direttore Generale dell’Amministrazione delle Monete al Ministro delle Finanze del 15 luglio 1859 ci fa sapere che l’incisore D. Luigi Arnaud ha già presentato al Ministro il “modello” in cera del ritratto del Re la cui effige al contrario dei due sovrani precedenti è rivolta verso sinistra; questo cambiamento non è stato fatto per un capriccio dell’incisore, ma .......... :whome: :lollarge: perché l’artista ha tenuto presente come originale un ritratto in fotografia eseguito da S.A.R. il D. Sebastiano che l’aveva dato all’incisore (Infante Sebastiano Gabriele Maria di Borbone che aveva sposato la principessa Maria Amalia figlia di Francesco I). D’altra parte l’Arnaud (Luigi) trova che artisticamente la situazione dell’effige sia consona alle prescrizioni dell’arte che, dice il Direttore Generale, la legge del 1818 (fondamento del nostro sistema monetario) non prende in considerazione la direzione della testa del Sovrano sulle monete, quindi non ha grande importanza detta direzione ed il Re potrà decidere in proposito; se il Re però volesse l’effige verso destra occorrerebbe che il nuovo modello venisse fatto direttamente dall’originale e quindi sua Maestà dovrebbe concedere una seduta di posa che sarebbe utile anche se il Re accettasse il modello precedente.2 punti
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Bello anche questo post, Eros parla di codici universali che ci sono nelle monete, e' così, certamente adesso scherzo ......vedo nei ritratti folte capigliature, giovani già con la gotta e malaticci, ma poi ci sono i riferimenti universali delle monete, pensate in quanti ritratti di regnanti si vede l'onorificienza del collare del Toson d'oro, già questo unisce tante monete, e cosa potrebbe uscire su una discussione di condivisione sotto il Toson d'oro, ovviamente sempre disponibile se ci fosse la volontà comune...... Inviato da un device_name utilizzando your_app_name App2 punti
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Mi capita spesso, ultimamente, che quando osservo delle monete in Sezione mi rivolgo delle domande del perchè ....... qualcuna trova risposta ed altre no, comunque sia cerco sempre di condividere con Voi :friends: tutto quello che mi riesce di scoprire sia in tutto che in parte, quello che intendo in parte significherebbe aprire un dibattito costruttivo per arrivare ad una soluzione o a portarci a scoprire, mediante nuove ricerche, quello che poi mancherebbe per giungere alla conclusione della problematica e/o dell'argomento trattato. Avevo scritto ... così, casualmente in altra discussione del perchè Francesco II avesse nella sua monetazione il ritratto rivolto verso sinistra. Bene spero che l'argomento, che se non sbaglio, non è mai stato trattato, possa destare la curiosità di qualcuno. @@gennydbmoney @@ggpp The Top The To e @@nando12 hanno mostrato interesse e quindi ho deciso di aprire questa discussione. L'ipotesi di Genny non fu un motivo......ma tutto è iniziato dal decreto della coniazione delle monete sotto Francesco II di Borbone. La morte di Ferdinando II di Borbone, avvenuta il 22 maggio 1859 e la successione di Francesco II al trono rendevano necessari cambiamenti del tipo delle monete che dovevano portare il ritratto del nuovo sovrano; un Decreto del nuovo Re del 16 giugno 1859 prescriveva che al dritto di ogni moneta fosse scritto: FRANCISCVS II DEI GRATIA REX intorno alla propria effigie, stabiliva inoltre che la legenda PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS precedentemente “incuse” sul taglio delle monete, fosse scritta a lettere “rilevate” sulle monete d’oro (Declupe da 30 Ducati e Quintuple da 15 Ducati) e sulle monete d’argento (Piastre da 12 Carlini e Mezze Piastre da 6 Carlini) mentre le altre avrebbero avuto il contorno riccio (rigato). Già prima del decreto del 16 giugno il Direttore del Gabinetto d’Incisione (Arnaud) aveva preparato quattro disegni di rovesci, due per la Declupa, uno per la Piastra ed uno per la moenta da 10 Tornesi di rame. Nelle Declupe e nelle altre monete d’oro dei sovrani precedenti nel rovescio era effigiato il Genio Borbonico cioè una figura maschile in piedi, presso una colonna, con la mano sinistra appoggiata ad uno stemma con tre gigli; dei due disegni sottoposti all’approvazione, in uno il Genio era vestito con una tunica, un pilastrino sostituiva la colonna ed il giglio era unico, nell’altro vi era Partenope con una ghirlanda ed il corno dell’abbondanza. Per le monete da Dodici Carlini (Piastre) si proponeva lo stemma uguale a quello usato da Ferdinando II, per la parte araldica, con l’aggiunta di qualche ornamento. La moneta da 10 Tornesi doveva avere il valore espresso in numeri “arabi” e un giglio al posto della corona usata nelle monete di rame precedentemente in uso. Una lettera del Direttore Generale dell’Amministrazione delle Monete al Ministro delle Finanze del 15 luglio 1859 ci fa sapere che l’incisore D. Luigi Arnaud ha già presentato al Ministro il “modello” in cera del ritratto del Re la cui effige al contrario dei due sovrani precedenti è rivolta verso sinistra; questo cambiamento non è stato fatto per un capriccio dell’incisore, :nea:ma .......... Proviamo.........1 punto
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Buona serata Prima di tutto, vi confesso che ho provato non poca emozione rileggere i commenti di daven_07, un Amico che ci ha lasciato dopo pochi mesi da questi scritti. Riguardo alla moneta postata da @@Doge92, sono d'accordo con @@picchio ... e alla eventuale emissione fraudolenta di zecca ... forse autorizzata, aggiungo che non sarebbe l'unica moneta emessa a Repubblica già sepolta. Abbiamo letto di mercanti che si facevano coniare (proprio per il commercio in Levante) zecchini e talleri con le impronte veneziane (passi del diario scritto da Ludovico Manin, ormai "pensionato", postate da @@gigetto13), quando già la zecca era in mano di altri; perchè non avrebbero potuto farsi coniare lirazze, magari calanti di fino (tanto venivano argentate) per guadagnare ancora di più? saluti luciano1 punto
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@@sulinus Anche per me è un BB. La foto non dice la verità. Se la rifai con luce artificiale ci vuole una luce fredda (che è quella che riproduce la luce naturale da nord) con inclinazione a 45° in maniera da evitare i riflessi che falsano la lettura dei fondi. Prova e vedrai che il risultato è diverso, e fai attenzione alla messa a fuoco, quelle che hai postato sono sfocate.1 punto
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Una pagina estratta da Sebastiano Erizzo, Sopra le Medaglie degli Antichi, uno dei primi grandi testi di numismatica imperiale, pubblicato a Venezia nel 1571:1 punto
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@@sulinus, purtroppo non si può fare, mi sa che dobbiamo tenercele così, :lol: però ti dico che ne inseguo già una migliore e questa la scambio. Adesso sono impegnato con dei filippo, che sto per sferrare il colpo, speriamo di affondare, le inseguo già da un paio di mesi.1 punto
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Non mi stancherò mai di ricordarlo: le foto non vanno scattate alla luce artificiale, in questo caso non sarà possibile essere precisi. E' preferibile valutare una foto scattata alla luce naturale o una buona scansione luminosa.1 punto
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Ciao a tutti, l'opinione largamente maggioritaria che ho rinvenuto, concide con quella già espressa da @@legionario nel precedente post #4 Ad esempio, i curatori dello Scotland National Museum così la descrivono: "The she-wolf of the capital had no original connections to that in the Romulus and Remus legend. It may have been taken as a symbol of Rome after the defeat of rebel Italians who had compared Rome to a predatory wolf." Saluti1 punto
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Ciao @@globsa, è un gigliato di Roberto D'Angiò, per ulteriori notizie Ti consiglio la lettura del seguente link: http://www.ilportaledelsud.org/gigliato.htm L'autore è @@francesco77 Saluti Eliodoro1 punto
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Complimenti per ciò che hai realizzato .. veramente notevole ... grazie1 punto
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Perchè si colleziona Vittorio Emanuele III??? Perchè è più vicino a noi? Perchè molte delle sue monete rispetto ai predecessori non costano molto???? No, è l'unico che ci ha lasciano un immensa eredità, l'unico che abbia amato le sue monete come la patria stessa, l'unico che ha fatto avvicinare e lo farà ancora alla numismatica tante tante persone...e che grazie a lui riscopriranno tante facce e sfumature di questa immensa nazione..... Saluti1 punto
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Spero per te che nella permuta non ci rimetta viste le valutazioni date un po sopra la media...1 punto
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Innanzi tutto non è stata aggiudicata :angel: , evidentemente fu ritenuta cara, se poi qualcuno l'ha acquistata sull'invenduto non lo so ... Ho inoltre l'impressione, ma bada bene è solo un'idea mia probabilmente discutibile, che ultimamente l'interesse per almeno parte della monetazione toscana sia un pò scemato, vedo diversi invenduti ed aggiudicazioni non proprio brillanti eccetto che per l'altissima qualità, forse. Volessi acquistarla io starei più basso ma questo conta poco, in questo caso l'importante è che sia convinto tu :good:1 punto
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@@Jacopo92 visto che hai nella foto quel coronato tutto nero, perche' non me lo regali? anche quello e' irrimediabilmente compromesso :) hahah :)1 punto
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Amici, Vi chiedo di esaminare il dritto della moneta di Ruggero II, Capua, 1135-1154 - Coll.ne reale, gia' postata da @@vox79. @angel, @ appah, @dareios it, @@claudio470, @@dux-sab, @eliodoro, @@fedafa, @Follis Anonimo, @@fra crasellame, @francesco77, @@Giuseppe, @@Layer1986, @Liutprand, @numma numma, @@odjob, @@Rex Neap, @rockjaw, @@santone, @@sforza, @vox79, quali lettere vedete? Desidero sapere solo questo. Non esprimo la mia opinione per non influenzarvi. E' di una importanza fondamentale, come vi spieghero' in base ai vostri pareri. Vi ringrazio tanto.1 punto
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grazie nikita e matteo io ho solo il 25 centesimi della seria turistica http://www.lamoneta.it/topic/113799-le-monete-di-oggi/page-8 al primo post della pagina1 punto
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Sono contento che sia autentica anche perchè è una delle monete che a me piace di più. Stimo Vittorio Emanuele III per aver dedicato tanto tempo e aver messo tanta passione nello scegliere i disegni delle monete..ci ha regalato una collezione (a mio modesto parere)tra le più belle del mondo!1 punto
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Quando andai a Cuba con i miei riuscii a farmi dare da un cubano alcune delle loro monete in cambio di quelle per turisti che loro preferivano per ovvi motivi ... Eccone due ( le altre le devo cercare ) :)1 punto
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...non saprei... ...forse pensavi a :hi: qualcosa del genere? Fonte Cataloghi Online :good: :good: :good:1 punto
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Ho trovato in archivio questo link http://www.coinsweekly.com/en/Archive/8?&id=13&type=a con il contributo di Ursula Kampmann dal titolo 'How to detect forgeries' dove si parla anche del casting. apollonia1 punto
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http://www.lamoneta.it/topic/23436-ultime-categorie-completate/?p=1499958 ;)1 punto
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Ciao Palpi : molto bello il verso, è stato ispirato da qualche affresco ?1 punto
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Non ho parlato nel dettaglio delle monetazioni tresvirali emesse dai magistrati monetali nel primo periodo augusteo. Si tratta di monete caratterizzate dalla continuità della tradizione repubblicana resa evidente per l’appunto dall’opera del magistrato monetale che era deputato responsabile verso lo Stato della vigilanza sulle emissioni di monete e sulle quali verificava la corretta corrispondenza di peso e lega. Nella monetazione bronzea augustea il loro operato è attestato dalla presenza di rovesci “standardizzati” recanti la sigla S C e legenda TRESVIR AAAFF completata dal nome del magistrato. Augustus. 27 BC-AD 14. Æ As (28mm, 11.48 g, 5h). Rome mint; M. Salvius Otho, moneyer. Struck 7 BC. Bare head left / Large S·C. RIC I 432. VF, attractive chestnut brown patina. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=183409# Classificate cronologicamente in base appunto al nome dell’ufficiale incaricato, le emissioni coprono un lasso temporale che va dal 23-22 a.C. fino al 15-14 a.C., salvo riprendere dopo cinque anni di inattività limitandosi ai quadranti; se ci limitiamo al periodo 23-14 a.C. possiamo seriare le emissioni in quattro fasi e sulla base dei volumi di monete prodotte si nota che le prime due sono più rappresentate per poi calare come quantitativi. Questo dato (e il fatto che alla ripresa dell’attività si siano occupati solo della produzione di quadrans) ha portato a formulare l’ipotesi che questo decremento produttivo sia legato agli effetti della riforma monetale augustea e allo scadimento dei poteri senatoriali in favore di quelli imperiali. Ringrazio quanti hanno avuto la costanza di seguire quanto ho scritto in questa discussione, fatta di molti dati e di poche immagini; sono estremamente curioso di verificare se l’argomento abbia riscontrato un buon riscontro e spero che stimoli la partecipazione di vari forumisti. Invito, oltre agli amici della Sezione Romane Imperiali interessati al periodo, ce ne sono vari ma evito di fare nomi per… evitare di dimenticare qualcuno (mea culpa) e far torto a qualcuno! ;) per alimentare un dibattito e mi permetto di allargare l’invito anche gli amici della Sezione Romane Repubblicane e ai Curatori di sezione @g.Aulisio e @L. Licinio Lucullo che hanno notevoli conoscenze specifiche del periodo a cavallo tra Tardo-Repubblica e Principato e a buon conto ritengo abbiano pieno titolo per poter dire la loro (cosa comunque non esclusa a priori a nessuno). Ciao e grazie Illyricum :) PS: per evitare di allargare troppo il tema da un punto di vista temporale, in seguito posterò una sorta di “addenda” collegata alla presente discussione con alcuni temi ad essa inerenti. II PS: scusate se alcune parti del testo non rispecchiano la formattazione originale ma il copia/incolla del testo in Word inevitabilmente porta a qualche refuso.1 punto
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Buona giornata Sono sicuro che tanti appassionati si stanno scervellando ..... :acute: ma il leone è li, beffardo, che ci sfida. :dirol: luciano1 punto
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Ringrazio anch'io Amedeo...riguardo al follaro...al rovescio quello che dovrebbe essere un vessillo, anche a me pare, come già detto da @dux sab l'anfiteatro di Capua Vetere, con la scritta Capua...stiamo dicendo un'eresia?1 punto
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Come ho detto fino alla noia, si tratta di una lista molto interessante, che per i pezzi indicati (es.le lire 100 del 1940 prova e proof), meritava ben altro che la segnalazione in una anonima nota 56. Anche gli oltre 5.000 pezzi lire 100 Fascio meriterebbero alcune considerazioni. Secondo me qualcuno ha preso troppo sottogamba la nota 56 o non si è avveduto del vespaio che avrebbe suscitato se qualcuno l'avesse letta. Certo, siamo stati un po tardi a leggerla, ma il bello dello studioso numismatico è questo: che legge e rilegge i documenti che ha a disposizione, e ogni volta, trova sempre spunti nuovi.... Questo però...grida giustizia. Sarebbe stata auspicabile una risposta del Ministero o dell'autore della nota che avrebbe dissipato probabilmente ogni dubbio. Invece, come sovente si fa in Italia, per sapere le cose, si deve ricorrere sempre per vie traverse...anche se in questo caso la via traversa è una bella autostrada!1 punto
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Ho tre esemplari della lirazza del 1797 ed un esemplare in rame a mio giudizio falso d'epoca molto simile per stile a quello postato. Questo esemplare ex collezione Gavazzi di Milano era classificato come prova in rame del 1797 pesa 6,112 gr. (ex Santamaria 18.3.1937 lotto 262 data per RRR e mancante al CNI); ma non ci sarebbe ragione di considerarla una prova, non cambia ne il tipo ne è una nuova emissione. Gli esemplari in argento di titolo 0,434 rif. Paolucci 744 (il 1797 non è in elenco) pesano gr. 7,421 (ex Nomisma 36), gr. 7,56 l'esemplare ex G. Morchio del 1900 per £. 1,50 poi Zoppola (CNI 660 questa) ed un terzo esemplare ex collezione Signorelli 1954, lotto 664 del peso di 7,214 in conservazione MB. Il CNI presenta a sua volta per il 1797 da oltre all'esemplare della collezione Zoppola anche il 558 per gr. 7,37, ed il 659 con lo stesso peso. Nella collezione Papadopoli la lirazza 1797, n. 7978 pesa gr. 7,37. Collezione Conte Dino Lucheschi un esemplare del peso di 7,33 grammi . Certo non è il panorama dell'emissione e sarebbe poco serio trarre conclusioni da un numero così esiguo di esemplari ma ... non uno solo di peso inferiore ai 7 grammi se non il falso d'epoca o prova con beneficio d'inventario. I pesi variano da emissione ad emissione ed è per questo che mi sono limitato all'anno 1797.1 punto
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