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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/24/14 in tutte le aree
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Un caro augurio di buon Natale a tutti gli amici del forum da Francesco Di Rauso! Che il Signore benedica tutti indistintamente al di là del credo e che vi doni pace e serenità, che il Natale sia un momento di riflessione nel quale fermarsi, tirare un sospiro di sollievo e poter pensare e meditare al meglio su come essere autori di gesti caritatevoli nei confronti del prossimo. In allegato san Nicola di Bari ---- sanctus Nicolaus ----- Santa Claus ------ in una medaglia del 1787 circa.7 punti
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ecco l'ultima tipologia di falso che sta spopolando su ebay. Le caratteristiche di questo falso sono: frattura di conio sull'anno fascista MCMXVIII dentellatura sul bordo del rovescio I al posto di L nella firma ROMAGNOLI, e manca il punto dopo la G di Giuseppe due escrescenze di conio sul viso la M è ancora una volta tagliata mancanza/avvallamento sotto la N di il ANNI nel motto, e sul manico del fascio (evidenziato in azzurro) allego immagini/scansioni di due monete diverse5 punti
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altro bel ritrovamento dicembrino, c'è un detto che fa "non c'è 2 senza il 3", per adesso siamo a 2 Taglio: 10 cent Nazione: Belgio Anno: 2003 Tiratura: 190.100 (solo in divisionale) Conservazione: BB Località: Piea Note: è una news? Ps: ha anche un accenno di doppio bordo :D4 punti
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Salve amici del forum! Ecco cosa mi ha portato Babbo Natale ditemi come vi sembra Auguroni di buone feste a tutto il forum Alessandro3 punti
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Russia. Zar Nicola I° (1825-1855). Non vorrei mostrare questa moneta. Si è mal conservato e scansione male.3 punti
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Tanti auguri di un Natale sereno e felice a voi amici. :good: Amedeo3 punti
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Ho sempre fatto gli auguri nella sezione dove sono curatore, ma anche in altre dove leggo o scrivo, quest'anno mi sono detto, ma è giusto in un forum ? Forse no o forse anche.....che gli auguri siano per tutto e per tutti mi sono detto, un forum è condivisione, unione, essere uniti, e quindi quest'anno li faccio qui in piazzetta, auguri ai classicisti, ai medievalisti, ai modernisti, alle sezioni speciali, agli appassionati di medaglie, cartamoneta ecc., auguri allo staff, a @@Reficul, auguri a chi è iscritto, a chi legge soltanto, auguri a chi scrive poco, auguri a chi scrive molto incitandoli a continuare così', auguri ai giovani, a chi si affaccia in questo mondo, auguri a chi ne ha bisogno, a chi non sta bene in particolare, auguri a tutta la numismatica italiana.... L'anno scorso in questi giorni eravamo affaccendati qui col concorso " della moneta più bella ", concorso difficile da portare avanti, complesso, durò circa un mese e mezzo, praticamente una maratona, con tanti protagonisti con le loro monete, quello fu un momento di condivisione totale, oggi personalmente mi accontento di meno, molto meno, faccio semplicemente gli auguri, ma a tutti e qui, confidando in tempi migliori per tutti....anche questo alla fine è condividere .... buone feste, Mario2 punti
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Beh, grazie @@profausto detto poi da una colonna incredibile e insostituibile secondo me del forum fa piacere.... Ho passato tre anni nel medievale e ora due pieni nel moderno, è stato bello, perchè estremamente differenti, ma anche il cambiare periodo storico mi ha dato l'opportunità di approfondire insieme agli altri una monetazione profondamente diversa, quindi ne esco sicuramente arricchito. Credo nella trasversalità della numismatica e si mi offrissero una possibilità diversa magari accetterei per un ulteriore accrescimento. Ho fatto questo per non dimenticare l'enorme lavoro fatto in questi anni, lamoneta è una miniera di informazioni, schede, approfondimenti, solo nelle ultimissime due discussioni sono uscite due monete sul R5 da 4 / 5 pezzi conosciuti o poco più, probabilmente senza il forum queste monete non sarebbero mai uscite.... E quindi questo forum, qualche volta snobbato da alcuni, ha avuto invece il pregio di portare la numismatica in casa di tutti, di averla resa per tutti, ma veramente tutti ed è riuscito a incuriosire e attirare molti, quindi questa mole enorme di lavoro è giusto cercare di preservarla e ricordarla per noi intanto, ma anche per chi inizia e per chi arriverà.....2 punti
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Tanti Auguri di un sereno Natale a voi e ai vostri cari... E che questi giorni di feste e quelli che li anticipano possano essere di stimolo per ognuno di noi, a metterci quel poco di impegno e volonta' in piu' quotidianamente, da far si che in un certo senso ogni giorno dell'anno, per tutti coloro che ci stanno vicino possiamo regalargli un piccolo Natale... e non solo il 25 Dicembre... Rocco2 punti
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@@ilcollezionista90 ... una limatina al bordo al rovescio per cancellare i dentelli e una bella grattata nei campi, il tutto condito da una patina "inventata" dall'oggi al domani... ci cadrebbero parecchi novizi... la pericolosità di questa moneta è il fatto che i rilievi non siano così piatti da essere scoperti anche da un bambino... il Re non ha il classico occhio da "pesce palla", non ha il bordo sottilissimo quasi a scomparire. Certo chi ha tanta esperienza lo riconosce subito.. un pò come le 5 lire del 56 false da quelle originali2 punti
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@@refero1980 scusami ma non riesco a capire, secondo te è possibile ricreare la bava di conio? Perché se intendi questo allora siamo veramente alla caccia alle streghe. In generale vedo che oltre a fare il conto dei segni su foto formato pizza ora si comincia a cercare la manomissione a tutti i costi e poi magari non si riconoscono i colpi ripresi e le patine artificiali. Rilassiamoci e godiamoci le nostre monete senza dover sempre cercare il pelo nell'uovo, d'altronde hanno circolato per quasi un secolo, potranno avere qualche piccola ruga o no?2 punti
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Come indicato correttamente da profausto, si tratta di un follis anonimo di classe J attribuito al regno di Alessio I e datato dal Grierson entro il 1085. La foto del rovescio andrebbe capovolta di 180°. Per un confronto ed un paio di riferimenti bibliografici: http://www.acsearch.info/search.html?id=1530836 Buon Natale!2 punti
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carissim* ancora non ho avuto il tempo per gustarmi tutti i bei provisini postati, in modo da poterli commentare in modo adeguato. Poi nonostante quello che scrive @@adolfos (adulatore!), il vero esperto e primo titolare della "università delle monete di Roma" è lui ed io ho cominciato solo di recente ad occuparmi di queste emissioni piccole, che davvero meriterebbero uno studio più approfondito (anche se come già anticipato qualcosa si sta muovendo ;)). E' bello comunque vedere che ci sono altri utenti come @@anto_R e @@Fufluns che sono appassionati di questa monetazione, e che hanno voglia di intervenire sia con le immagini dei loro pezzi, sia con le loro interessanti letture ed ipotesi. Vedrò per ciò se riesco a formulare anche qualche osservazione che vi potrebbe essere utile nei prossimi giorni, approfittando un poco della relativa calma di questo periodo di vacanza degli altri, anche se forse scriverò cose ovvie per voi. Detto questo, per sdrammatizzare un poco anche rispetto agli ultimi post (peccato sprecare l'occasione di pubblicare un nuovo articolo solo per parafrasare uno già edito...), mando a voi e agli utenti di tutta la sezione i miei più sinceri auguri per un sereno periodo di festività, insieme alle immagini di un provisino inedito :). Un caro saluto MB P.S. Spero che non me ne vogliate, soprattutto gli utenti che magari non mi conoscono: è mio uso "addobbare" le monete per Natale, e dopo i denari ed i quartari di Genova e i denari di Lucca, ora è toccato a queste serie qua...2 punti
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L'errore spesso è voluto. Si rende interessante una moneta che altrimenti non lo sarebbe o lo sarebbe molto meno... ;) Arka2 punti
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Se i sogni potessero diventare realtà in questo momento, sognerei di riavere i miei genitori.2 punti
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Ciao Eliodoro, una caratteristica immancabile nelle vittorie protovandale del tempo di Hunnerico è la presenza di lineette orizzontali (di solito 4) accompagnate da una barretta semicurva verticale nella parte anteriore della vittoria mentre nella parte posteriore sono presenti altre lineette o rombetti come si può vedere dalla foto che allego. Quella postata da te sembra così a prima vista un'imitativa del tempo di Valentiniano I o II, la vittoria mi ricorda quelle . Ciao Maurizio2 punti
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Infiniti auguri a tutti, per un felice Natale 2014 e per un prospero 2015 (Custodia francescana di Terrasanta a Betlemme, vetrata della chiesa di Santa Caterina) (da: http://www.betlemme.custodia.org/default.asp?id=85)2 punti
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La corruzione è stata negli anni, la vera piaga che ha colpito la nostra cara terra. Ha prodotto povertà ed emigrazione. In pochi anni quasi 4 milioni di giovani italiani, tra cui i miei due figli maschi, (e che non potranno essere qui, con la loro famiglia, in questi santi giorni) sono dovuti partire alla ricerca di un lavoro. La mia speranza è che questa ignobile parola, possa essere un giorno solamente un ricordo scritto sul vocabolario. Un pensiero va anche a tutti i migranti fuggiti dalla loro terra a causa di guerre e carestie, nella speranza che un giorno possano tornare tutti nella loro terra d'origine. Non dimentichiamoci che anche Giuseppe e Maria, sono dovuti scappare a causa della tirannia di Erode. Mi scuso con tutti di questo sfogo e auguro a tutti gli amici del forum, di passare un sereno Natale in compagnia della loro cara famiglia. Non c'è niente di più caro di questo. Di seguito, dalla mia collezione privata, una bella immagine di fine 800.2 punti
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buonaserra a tutti...e buone feste di natale e capo d'anno.... :) per piaccere,regalo di babbo natale...una moneta d'argento di 3.96 grammi...per 29mm.....una bella moneta,che mi piacce molto....a convidere con tutti gli amorosi del medievo...per il nostro piaccere....1 punto
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Cari Amici, con la seguente comunicazione, :offtopic: rispetto ai contenuti istituzionali ma non per questo meno importate, invio a nome mio, di @@Exergus , @@grigioviola i nostri più Cordiali Auguri di Buon Natale a tutti i frequentatori della Sezione Monete Imperiali. Ciao Illyricum :friends: :drinks:1 punto
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Volevo approfittare di questo spazio per fare gli auguri di Natale a tutti gli amici del Forum ed in maniera particolare ai frequentatori di questa sezione...che possiate trovare sotto l'albero tante belle monete: dollari, sterline, rubli e dobloni...:D1 punto
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Mi ci ero messo a giocare un po... e visto che il risultato non è proprio da cestinare lo posto. Non so se mi sono allontanato dalla realtà, la foto aveva un'accesa tonalità gialla (che è rimasta), ed il jpg non offre tanta (per la verità nessuna) possibilità di gioco... almeno adesso c'è più luce e meno riflessi "bananosi" :D Certo che monete di questo livello meriterebbero un book come si deve ;)1 punto
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un esempio di 5 lire falsa, con inserzione ingannevole .. la foto sfocata maschera le solite "tacche" di riconoscimento http://www.ebay.it/itm/5-lire-1956-da-periziare-/121475951947 ecco di cosa vi stavo parlando.. guardate questo elmetto.. per quanti di voi sarebbe stata buona ad un'analisi frettolosa? la patina sembra genuina... ma guardando attentamente la moneta qualcosa non torna..! bordo stondato, sottile, la patina che va a finire per un caso proprio sulla firma... e l'acquirente butta 90 euro nel cassonetto!! http://www.ebay.it/itm/Italia-20-liras-1928-ITALY-20-lire-1928-10th-anniversary-of-end-of-world-war-1-/2313787538391 punto
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Ti ringrazio. Il link allegato mostra una moneta assai più bella della mia. Pertanto il valore sarà dimezzato, dimezzato ... Ciò che mi mi interessa nel postare le monete, oltre alla corretta identificazione, sono la didascalia e la classificazione della rarità. Poi vado alla ricerca della storia della moneta e di chi l'ha emessa. Il valore in soldi è un'ulteriore soddisfazione ma non la primaria. Grazie mille Antonio (il mille è solo un'espressione verbale e non in euro). Ciao. PizzaMargherita1 punto
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Ciao Luciano Ho trovato in http://www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=418 la citazione del doge Enrico Dandolo in questo 'Volo' di Alessandro Magno che posto come augurio per il 2015. Il volo di Alessandro a Venezia A proposito della lastra con il Volo di Alessandro a San Marco, resta dunque aperta la questione a cui Cicognara negava dignità e rifiutava risposte: perché Alessandro e il suo volo leggendario approdano sulla facciata settentrionale della basilica marciana? Perché quella figura va a combinarsi con altre figure,‘gentili’ e cristiane? In quale sintassi si ordina il suo significato? La traccia, scartata sprezzantemente da Cicognara, di chi rinveniva nell'immagine una "allegoria della forza della Repubblica" ha un senso che trascende l'evocazione della leggenda di Alessandro, pure nel Medioevo fortunatissima. Quella figura è certo Alessandro, quel carro è il magico carro con cui arriva ai confini del cielo. Ma non semplicemente. Non solo. Nel 1204, con la quarta crociata, Venezia risolve traumaticamente il rapporto istituzionale con l’impero bizantino: nello scempio compiuto dai Crociati a Costantinopoli, di cui come noto Niceta Coniate ci ha lasciato la più impressionante testimonianza, oltre alle molte opere d’arte distrutte o fuse per il valore venale dei metalli, il bottino che il Doge Enrico Dandolo riporta non consiste, soltanto, negli innumerevoli spolia costantinopolitani che andranno a ornare la nuova Venezia e la stessa Capella Dogale, ma è un bottino simbolico di portata ben più fondativa. Con il sacco di Costantinopoli, Venezia strappa a forza agli imperatori bizantini il riconoscimento della autonomia del suo potere e, di più, da quella impresa, riporta come bottino una parte consistente dell’eredità istituzionale bizantina: il doge assume il titolo di Dominus quartae partis et dimidiae totius Imperii Romaniae, ‘Signore di un quarto e mezzo dell’intero Impero Romano’ (Nicol [1988] 1990, Ravegnani 2006). È in questo contesto che si colloca la traslazione a Venezia e la collocazione nella facciata settentrionale della Basilica della lastra con il Volo di Alessandro. Volo di Alessandro, lastra lapidea, XII secolo, Venezia, Basilica di San Marco, facciata nord (da Costantinopoli), apollonia1 punto
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Il fatto che rischi il licenziamento è un grosso male. Dovrebbe passare il natale già sotto un ponte, per capire che avere un lavoro è una fortuna non una scocciatura.1 punto
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Qui si va in un campo molto controverso. Sono d'accordo con Maurizio e Poemenius che non si tratta di una vittoria vandala regia del periodo di Unerico: manca la tipica barretta curva con i quattro trattini orizzontali, nel campo del rovescio, a sinistra. Ma le vittorie regie hanno una pseudolegenda che non è costituita da trattini disposti più o meno casualmente, ma a seconda delle emissioni sono 4+4, 5+5 o 6+6. La tua vittoria eliodoro, non rientra la le vandale regie, ma è un'emissione comunque di area vandala che precede quelle regie e rientra genericamente nell'ambito delle proto-vandale. Per arka: qui non c'è nussuna volontà di inganno, né è un "errore voluto": semplicemente disttinguere tra vittorie proto-vandale e vandale regie richiede una conoscenza specifica della monetazione vandala. Da un punto di vista commerciale, sono equivalenti.1 punto
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Grazie mille Andrea. Ho aperto nella altra sezione per gli auguri... Buone feste a te e famiglia Skuby1 punto
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Taglio: 2€ Nazione: San Marino Anno: 2013 Tiratura: 642.624 Conservazione: qFDC Località: Alliste1 punto
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allora Fabrizio affrettati, ho nostalgia di rivederla. :good: Un augurio personale a te e al tuo fantastico 2 lire.............non farlo cadere :rofl:1 punto
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Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti ed auguro a tutti gli utenti del forum, un Buon Natale :)1 punto
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Buone feste a tutti , che il nuovo anno in arrivo .......... tutti i desideri si possano avverare.1 punto
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@@leonumi67 con tutto il rispetto per gli utenti che hai menzionato, ma non ti sembra riduttivo nei confronti di altri utenti...? .. o meglio, non devi essere tu a indicare chi deve o puo' rispondere..... :nea:1 punto
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Dal momento che mi è giunta voce che qualcuno va dicendo cose non veritiere, ci tengo a precisare che il due lire che ho postato precedentemente, NON è quello eccezionale che aveva a Verona un noto commerciante, ma UN ALTRO esemplare, sempre periziato FDC da altro perito. L'esemplare eccezionale devo ancora fotografarlo, mentre l'esemplare che ho postato, anche se periziato FdC NON lo è, ma rimane comunque qualitativamente superiore alla media di mercato, diciamo che è un qFdC reale, che in mano ad alcuni non sarebbe strano vederlo etichettato come eccezionale...1 punto
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Buon giorno George; il cielo oggi è limpido, le nubi caracollano lontano, sulle montagne, il terreno, per quanto bagnato è ancora solido ed il fresco del mattino è reso tiepido dai primi raggi del sole, quando incontreremo Mitridate 2°?…Presto Caesar già intravedo in lontananza il luccichio delle corazze dei “Catafratti”la guardia che Mitridate ci ha mandato incontro e che ci scorterà sino al suo cospetto… dai di sprone al tuo cavallo e… avanti che il nostro ospite è impaziente di raccontarci come è riuscito a risollevare le sorti del suo popolo. Mitridate 2° nel 124 A.Ch. successe, sul trono della Partia, al padre Artabano; le sue imprese militari furono tanto notevoli da fargli guadagnare l’epiteto di “Grande” nonostante il titolo sarebbe forse da riservare con più appropriatezza allo zio: Mitridate 1° ad ogni buon conto il regno di Mitridate 2° fu indubbiamente eminente anche se dobbiamo dire meno fortunato, per le condizioni miserande che in quel periodo caratterizzavano il paese che aveva ereditato. (Dracma d’Argento di Mitridate 2°) La storia della Partia, sotto il suo regno, è tracciabile solo a grandi linee giacchè scarsi sono i documenti giunti sino a noi e quelli in nostro possesso non sempre sono affidabili, non abbiamo tuttavia dubbi sul fatto che la sua attenzione, appena salito al trono, si sia rivolta al settore dove più imminente si presentava il pericolo di sopraffazione, pericolo che era stato fatale ai suoi due predecessori e che più che porlo di fronte ad una scelta lo costrinse ad intervenire decisamente. Gli Scizi, dopo la duplice vittoria sui Parti desondavano a piacere nelle terre del paese depredando e distruggendo quel po’ che era rimasto del grande impero di Mitridate 1° facevano scorrerie per poi ritirarsi nei loro territori dopo aver razziato e distrutto qualunque cosa avessero incontrato nel loro passaggio. Il giovane Mitridate 2° dovette fare ogni sforzo possibile per rintuzzare le scorribande degli Scizi, inviò l’intero esercito o ciò che era rimasto, alla frontiera nord orientale e con una serie ripetuta di attacchi bloccò le scorrerie dei barbari i quali ben presto si convinsero dell’inutilità di insistere sul territorio partico e rivolsero le loro inquiete energie verso altri orizzonti, cercando sfogo al loro sovraffollamento, nei territori dell’Agfanistan ed in India dove per altro già risiedevano tribù Scizie e quivi formarono governi stabili. La Partia finalmente sollevata dalla paura Scizia prese sempre più animo ed aggressività tanto da estendere il suo potere alle regioni confinanti. Secondo Strabone la conquista della Bactria, tolta agli Scizi, ebbe inizio proprio nel tempo di Mitridate 2° ed è probabile che in questo periodo siano entrate a far parte delle conquiste effettuate dai Parti anche Sacastanè e Seistan; in linea di massima si può affermare che sotto il regno di Mitridate 2° molte nazioni siano confluite nell’Impero Partico. Tutte le conquiste interessarono il territorio posto ad Oriente dell’Impero ed è probabile che si trattasse di tribù di recente immigrazione, venute ad istallarsi in questi luoghi. Ripristinati i confini, ridimensionato il pericolo Scizio, l’attenzione di Mitridate 2° si spostò ora ad Occidente dove, sebbene la Siria non rappresentasse più un serio pericolo, tuttavia alcuni Re locali fomentavano rivolte che non potevano essere trascurate. Himero od Eumero, il vicerè preposto a Babilonia da Phraate 2° alla guida dei territori d’Occidente quando si accinse a marciare contro gli Scizi, aveva governato ritenendosi libero, senza legami di sorta, con i Parti e si era proclamato Re indipendente; con crudeltà aveva condannando molti abitanti di Babilonia alla schiavitù relegandoli nella Media; aveva distrutto le sedi commerciali, incendiato i templi ed i palazzi più importanti della città eccetto ovviamente quello in cui risiedeva; aveva favorito la lussuria e sperperato le risorse del paese imponendo tasse e balzelli insopportabili. Mitridate 2° domò la ribellione di Himero, riconquistò il paese e le terre dell’Ovest e da queste si spinse oltre per una campagna militare contro l’Armenia. Era l’Armenia territorio strategico e di considerevole importanza che da allora sempre restò unita, nonostante varie traversie, alla Partia per questo si rendono necessarie alcune precisazioni sulla sua storia, sia come popolo che come entità geografica. A detta di Giustino l’Armenia era costituita da una striscia di terra lunga 1.100 miglia e larga 700 miglia; ma la stima appare approssimativa infatti se ammettiamo che essa si sia estesa dal Caucaso al monte Masio e da lì al lago Uromiyeh ci rendiamo conto che la sua ampiezza non doveva superare le 400 miglia; ma questa misura nella realtà deve considerarsi ancor più ridotta se consideriamo che Iberia ed Albania erano paesi indipendenti ed occupavano l’area dell’attuale Georgia ponendosi tra l’Armenia ed il Caucaso; ad Ovest il confine naturale dell’Armenia era rappresentato dall’Eufrate mentre a Sud il limite doveva essere segnato dal Nifate piuttosto che dal monte Masio. Se accettiamo come validi questi confini l’estensione del territorio Armeno può essere stimata in 600 miglia di lunghezza e poco più di 200 miglia di larghezza mentre l’areale doveva essere compreso tra le 16.000 e le 17.000 miglia quadrate e questo dovette essere durante il periodo di dominazione dei Parti, eccetto nei quattordici anni che intercorrono tra l’83 A.Ch. ed il 69 A.Ch. in cui Tigrane 1° conquistò il regno Seleucide. L’Armenia è un paese caratterizzato da rilievi montagnosi elevati, valli strette e profonde solcate da abbondati corsi d’acqua, rare ma estese pianure ricche in pascoli e frutteti, ubertose e produttrici di abbondanti messi; occupa la posizione più elevata dell’Asia e nel suo territorio sono le sorgenti dei più grandi corsi d’acqua che solcano il territorio Asiatico: l’Eufrate, il Tigri, l’Alis, l’Araxes ed il Cyrus che scorrendo in quattro diverse direzioni irrigano un tratto di 250 miglia di lunghezza per 100 miglia di larghezza prima di gettarsi in tre distinti mari. Ciò che la Svizzera è per l’Europa Occidentale così questa regione rappresentava per l’Asia il territorio che con le sue elevate montagne dava sicurezza e prosperità alle zone pedemontane attraverso il fluire dei suo fiumi. Due grandi bacini lacustri ( lago di Van e Urumryed), ciascuno fornito da un proprio areale fluviale, non avendo connessione con il mare presentano la peculiarità di avere acque salse. Dalle montagne si estraggono: Oro, Argento, Rame, Piombo ed altri metalli compreso il Silicio e l’Antimonio. Nelle vallate, come già si è detto il suolo era fertile e disponibile ad ospitare culture cereagricole diversificate; i declivi montani erano coltivati a vigneto e dai pascoli traevano sussistenza cavalli e muli di ottima qualità. Gli Armeni che nell’antichità occupavano questo paese appartenevano, con ogni probabilità, alla stessa razza da cui derivavano i Parti e che era caratteristica della maggior parte degli abitanti dell’Asia Occidentale. La razza era bianca, tendente talvolta al giallo con lineamenti marcati, occhi e capelli scuri. Dalla lingua parlata, che conosciamo a partire dal 4° secolo della nostra era, se ne deduce che erano un popolo appartenente alla razza Ariana; ma che presentava caratteristiche che riportavano alla Turanica. Nelle relazioni con le altre genti favorivano il contatto con i Persiani anche se con molti punti di diversità. Il fisico degli Ariani era costituzionalmente più snello e rispetto a quello dei Persiani ed erano meno muscolosi e robusti. Di intelligenza sottile ed astuta possedevano gran talento per il commercio; ma erano pressochè privi di incisività, resistenza e pazienza e se vogliamo di sopportazione. Nel passato fu un popolo che molto attenne al senso di indipendenza ed a lungo riuscirono a mantenerla ne mai mancarono di riaffermarla, non appena se ne fosse presentata l’opportunità; oggi sono quiescenti sotto il peso di tre popoli che da molti, ormai troppi secoli, li tengono in soggezione: Russi, Persiani e Turchi. La presenza degli Armeni sul palcoscenico della storia non va oltre il sesto secolo A.Ch. quando per la prima volta li troviamo attestati sul territorio che da loro prese poi il nome e che in precedenza aveva visto la presenza di tre potenti e bellicose tribù di razza Turanica che sin dal lontano ottavo secolo A.Ch. e per tutto il settimo secolo A.Ch erano stati in continua lotta con l’impero degli Assiri. Nairi; Urarda e Mannai o Minni, questi i nomi che ricorrono costantemente nelle iscrizioni in caratteri cuneiformi. I Nairi occupavano il territorio che si estende dalle montagne dell’Ovest sino al lago Van, su entrambe le sponde del Tigri, sino a Bir sull’Eufrate ed anche oltre. Gli Urarda, o popolo di Ararat, con tutta probabilità quelli che Herodoto chiama: Alarodii, abitavano le terre del Nord, ad Est del territorio occupato dai Nairi, nel corso superiore dell’Eufrate, vicino al lago Van e probabilmente sull’Araxes mentre i Mannai o Minni, il cui territorio si collocava a Sud – Est di Hararda, occupavano il bacino dell’Urumiyeh ed il vicino Zagros. Il più potente e bellicoso dei tre popoli era quello di Urarda ed era stato contro di loro che gli Assiri avevano combattute le più cruente e sanguinose battaglie. Capitale dell’Urarda era Van, sulla sponda Est del lago ed è appunto in questo sito che sono tornate alla luce le iscrizioni più significative che i loro Re ci hanno lasciato. La lingua in cui questi scritti furono confezionati è del tipo Turanico ed anche se possono aver fornito alla successiva scrittura degli Armeni un qualche elemento non Ariano, non possiamo tuttavia considerarla come lingua progenitrice. Tra la fine del periodo Assiro e l’inizio di quello Persiano nel territorio in questione ebbe luogo una immigrazione massiccia di popolazioni Ariane che alterò profondamente il carattere della popolazione autoctona della regione montagnosa e la prima testimonianza di questa nuova popolazione ci viene data proprio da Dario Hystapsis che dopo aver menzionato l’Armenia: “Armina” tra le ventitre province del suo vasto impero, ci informa che nel secondo anno del suo regno (530 A.Ch.) mentre era in Babilonia, ebbe luogo una sollevazione cui partecipò assieme ad altre otto province, anche l’Armenia. La rivolta fu domata solo nell’anno successivo dato che gli Armeni in particolare, così come gli altri confederati, avevano opposto una vigorosa resistenza. I nomi dei siti e delle persone riportate nei resoconti della campagna sono Ariani così come lo sono i nomi degli Armeni coinvolti. Dopo che la rivolta fu sedata e ristabilita l’autorità di Dario, l’Armenia assieme ai territori ad essa adiacenti andò a costituire, secondo Herodoto, la trentesima satrapia dell’impero Persiano e venne iscritta nel libro reale come tributaria annuale per 400 talenti; da allora la sua fedeltà all’impero Persiano divenne indiscutibile, non solo il tributo economico veniva pagato con regolarità; ma ogni anno venivano donati “Gratia ed amoris Dei” alle scuderie reali 20.000 puledri ed ogni qual volta il Re Persiano lo richiedeva venivano inviati anche cospicui contingenti di truppa. Non solo durante il periodo del regno di Dario; ma anche durante tutto il periodo in cui governarono gli Achemenidi l’Armenia rimase tranquilla senza mai creare ai Persiani motivo di allarme ed ansietà. Dopo Arbela (331 A.Ch.) gli Armeni passarono sotto la tutela di Alessandro Magno senza operare tentativo alcuno di ritornare all’antica indipendenza ed anche successivamente, quando dopo la morte del Grande Macedone ed a seguito della battaglia di Ipso ( 301 A.ch.) l’Armenia venne assegnata al regno di Seleuco gli Armeni acconsentirono al cambiamento senza creare soverchi problemi; ma fu dopo che Antioco il Grande venne sconfitto dalle armate di Roma ( 190 A.Ch.) che tutta l’Asia Occidentale entrò in fibrillazione e gli Ariani dell’Armenia, dopo quattro secoli di quiescenza, proclamarono la loro indipendenza sotto una loro propria monarchia. Più che dal desiderio popolare di libertà il movimento di ribellione fu originato dall’ambizione di un capo popolo: Artaxias che era stato governatore della Grande Armenia all’inizio del regno di Antioco, dopo la disfatta di Magnesia colse l’opportunità per mutare il suo titolo: da Satrapo a Re. Antioco era troppo occupato in Asia Occidentale a ricompattare ciò che restava del suo impero per intervenire nella lontana parte Orientale e lasciò che il nuovo Re costituisse la sua capitale ad Artaxata, in prossimità dell’Araxes e governasse in pace il paese. Dopo venticinque anni (nel 165 A.Ch.) un nuovo Imperatore Siriano: Antioco Epiphane si presentò alle frontiere dell’Armenia con una grande armata, invase il paese e dopo aver costretto Artaxia ad uno scontro campale ne distrusse l’esercito e lo fece prigioniero. L’Armenia ancora una volta fu sottomessa; ma sotto la cenere covava la brace e così quando nel 150 A.Ch. Mitridate 1° dopo aver conquistato: la Media, Babilonia e l’Elymais, invase la Siria una nuova fiammata di indipendenza pervase l’Armenia che in parte con le proprie forze, in parte con l’aiuto dei Parti, per la seconda volta tornò a proclamarsi indipendente, questa volta sotto la guida di un principe Arsacide chiamato: Wang harshang o Val – Arsace che era membro della famiglia reale partica. Questo monarca regnò per trentadue anni su un territorio che si estendeva dal Caucaso a Nisibis e dal Caspio al Mediterraneo. Gli successe il figlio Arshang od Arsace che a sua volta regnò per tredici anni, dal 128 A.Ch. al 115 A.Ch. ed a lui è attribuita una guerra contro il vicino stato del Ponto. Ardashes, l’Ortoadistus di Giustino, fu il terzo Re dell’Armenia ed era ancora saldamente sul trono quando Mitridate 2°, nipote del primo Mitridate, dopo aver riportato con successo la vittoria contro gli Scizi, si propose di aggiungere ai suoi domini anche l’Armenia, correva l’anno 100 A.Ch. Non si ha notizia di un confronto bellico anche se dobbiamo dire che se ci fosse stato le forze dei Parti risultavano favorite ancorchè preponderanti… o probabilmente ci fu, dato che Strabone ci informa che Tigrane, figlio di Ortoadistus, prima di salire a sua volta sul trono dell’Armenia, era stato tenuto dai Parti come ostaggio; questo farebbe presupporre che uno scontro ci sia stato e che Ortoadistus ne sia uscito perdente e costretto ad accettare una pace ignominiosa in cui la garanzia del rispetto dei termini era costituita appunto dalla concessione del figlio come ostaggio al Re dei Parti. Chiaro è che per quanto vinta l’Armenia non venne soggiogata e alla fine del conflitto, potè mantenere sul trono il proprio Re; anche i Parti del resto non debbono aver logorata, nello scontro con l’Armenia, la loro forza militare se nel giro di vent’anni arrivarono a sottomettere lo stato Siriano ampliando i propri domini dal Golfo di Isso alle sponde del Caspio. Pochi anni dopo che il conflitto tra Armenia e Parti aveva avuto fine, a cavallo tra la fine del secondo e l’inizio del primo secolo A.Ch. ancora regnante Mitridate 2° i Parti vennero per la prima volta a contatto con i Romani. Roma fu una presenza, nelle politiche dell’Est, più tangibile di quanto a prima vista ci si potrebbe attendere. Verso la fine del secondo secolo A.Ch. l’ambizione del Grande Antioco trascinò Roma, suo malgrado e di malavoglia, nella querelle asiatica tanto che la città Eterna cercò di sbarazzarsi dei legami sino allora tenuti con l’Asia anzi per oltre mezzo secolo condusse in questo paese una politica di astensione e che altro doveva fare impegnata com’era a mantenere i suoi possessi in Europa? I vari stati dell’Asia svilupparono così autonomamente le proprie strategie di sviluppo e di ingrandimento, sistemando in proprio e senza interferenze le querelle tra di loro. Con il passare del tempo, nel corso degli anni, le ragioni della politica di astensione vennero a mancare, essendo stata la Grecia e la Macedonia conquistate e Cartagine distrutta. I motivi che spinsero Roma ad interessarsi all’Est furono probabilmente legati alla sicurezza per mantenere le conquiste fatte e quando il Senato della Repubblica si rese conto che la dinastia dei Re di Pergamo volgeva al termine fece in modo che la sovranità di questo paese si spostasse su Roma. Attraverso abili accorgimenti Attalo 3° fu indotto a prendere, in riparazione verso i Romani delle obbligazioni contratte dal padre, la straordinaria e senza precedenti risoluzione di lasciare l’intero dominio, come legato, alla Repubblica di Roma. Vani furono i tentativi del fratello mezzano: Aristotilo di invalidare come illegittimo il testamento di Allalo3°; i Romani aiutati da Mitridate 4° Re del Ponto, frustrarono ogni residua resistenza di questo sfortunato principe che fu costretto a cedere a Roma ed la suo alleato quella parte della Phrigia che era appartenuta al Re di Pergamene. Preso possesso del territorio Roma era automaticamente diventata una potenza Asiatica che d’ora in avanti si trovava nella necessità di contrastare movimenti e torbidi che agitavano l’Asia Occidentale e naturalmente la prima azione da compiere fu il rafforzamento della sua posizione nei confronti dei regni asiatici e ad intessere alleanze che fossero in grado di salvaguardare i suoi interessi. Sin qui tra Roma ed i Parti non c’era stato alcun contatto diretto, i territori della loro influenza erano separati da spazi geografici ancora considerevoli in cui esercitavano il loro potere: Siria, Cappadocia ed Armenia. Gli interessi dei due popoli, così separati, non aveva ancora necessità di un rapporto diplomatico, tuttavia il crescente potere delle due potenze le portò lentamente; ma inesorabilmente verso la collisione: l’una di fronte all’altra. Gli eventi della storia avevano fatto sì che i due imperi si trovassero ad avere interessi comuni che portarono naturalmente ad uno scambio di comunicazioni. In rapida evoluzione, Come spesso capita nell’Est, era sorta, per opera di Mitridate 5° Re del Ponto, figlio e successore del vecchio Re alleato dei Romani, una nuova potenza, un impero che tra il 112 A.Ch. ed il 98 A.Ch. aveva raggiunto vaste proporzioni, con una vasta popolazione e pressochè inesauribili risorse. Mitridate 5° aveva imposto la sua autorità sull’Armenia minore, sulla Colchide, sull’intera costa orientale del Mar Nero, sul Chersoneo Taurico o regno del Bosforo ed infine sull’intero tratto che dall’Ovest del Chersonese si spinge sino al monte di Tyras o Dniestr. Mitridate 5° del Ponto Non ancora pago di tante conquiste aveva ottenuto il governo di metà della Paphlagonia attraverso un iniquo patto con Nicomede, il Re della Bithynia; aveva inoltre occupato la Galatia ed era in procinto di portare sotto la sua influenza anche la Cappadocia. Ad assisterlo in quest’ultima impresa c’erano gli Armeni il cui Re: Tigrane, figlio di Ortoadisto, nel 96 A.Ch. aveva stretto alleanza con Mitridate 5° concedendogli contemporaneamente in sposa la figlia Cleopatra. (Tetradracma di Tigrane 2° d’Armenia) Roma non vedeva di buon occhio il progetto e per contrastare l’acquisizione della Cappadocia da parte di Mitridate 5° inviò in Asia, nel 92 A.Ch. Silla con l’ordine di deporre il governo “Fantoccio” che Mitridate 5° e Tigrane quivi avevano costituito e riportare sul trono il legittimo Re: Ariobarzanes che i due asiatici avevano allontanato dal regno. (Dracma in Argento di Ariobarzanes di Cappadocia) Per raggiungere l’obbiettivo Silla entrò naturalmente, in rotta di collisione con gli Armeni, ne disfece l’esercito facendo una carneficina e li cacciò dalla Cappadocia assieme al loro Re “Fantoccio” Fu allora che sia Roma che i Parti si resero conto dell’eccesiva crescita di potenza di Mitridate 5° del Ponto, entrambe ne compresero il pericolo ed entrambe videro in Tigrane l’odiato comune nemico. Tigrane durante il suo soggiorno, come ostaggio nella Partia, si era assunto l’obbligo verso il Monarca di quel paese, di concedere parte del territorio Armeno e fece fede al suo impegno quando Mitridate 2° lo aiutò a riconquistare il trono che era stato del padre, ma una volta raggiunto l’obbiettivo, sentendosi sicuro e saldamente inserito, si rimangiò la promessa; fece guerra al suo benefattore per riconquistare il territorio, “ob torto collo” ceduto ed occupò oltretutto anche ampia striscia di territorio limitrofo al confine con la Partia. Ovviamente Mitridate 2° non fu entusiasta di questo comportamento ed abbiamo buona ragione di credere che sia stata questa la causa scatenante dell’ambasceria mandata dal sovrano Parto a Silla. Denaro diSilla Orobazo, la persona scelta per l’ambasciata, ritenne questo contatto come la proposta di una alleanza: offensiva – difensiva tra i due imperi e forse lo era; ma il generale Romano, pure favorevole all’apertura, ritenne che il concludere una trattativa di quella portata non fosse di sua competenza; ma che dovesse implicare il beneplacito del Senato di Roma tuttavia fu questo il primo contatto amichevole tra i due popoli. Nel frattempo Tigrane rinnovò i suoi attacchi alla Partia e tra il 92 A.Ch. ed l’83 A.Ch. la mortificò privandola dell’intera Mesopotamia superiore, a quel tempo chiamata: Gordiene o paese di Kurds e che era sotto il controllo di un Re tributario dei Parti. Roma in quel periodo si era impegnata contro Mitridate 5° per portare aiuto ai Parti anche se questo non era sancito da alcun trattato perché la Partia stessa era piombata, in quel periodo che tra l’altro aveva visto la morte di Mitridate 2° ( 89 A.Ch.) in uno stato di confusione politica interna; ma abbiamo visto come entrambe i paesi temessero l’espansione del Re del Ponto e dei suoi alleati Armeni. Mitridate 2° nell’immaginario collettivo viene considerato il più grande dei monarchi che la Partia abbia mai avuto, dopo suo zio: Mitridate 1° Sulle monete viene rappresentato con una testa “sottile” l’occhio largo ed il naso prominente e sulla scritta compaiono gli epiteti di “Teopatore” e “Nicatore” sul rovescio delle monete compare la figura del guerriero Parto seduto con arco e frecce, altre volte invece compare il Pegaso o cavallo alato. Mitridate 2° con cavallo alato ? Il comportamento militare di questo principe fu indubbiamente notevole anche se, sfortunatamente per lui, poche sono le testimonianze delle gesta che sono giunte sino a noi. Certo è che alle orde Scizie che avevano martoriato il paese, prima del suo avvento al trono, impose un sacrosanto senso di terrore. Ingrandì considerevolmente i confini dell’impero a spese della Bactria e dell’India; ma nell’insieme la sua fama rimane legata a due eventi particolari, il primo va ricercato nella guerra contro l’Armenia, conflitto che si riproporrà periodicamente per tutto il resto della storia Partica e secondo il fatto di aver preso contatto, per la prima volta con quello che diventerà il più formidabile nemico esterno della Partia: Roma. Fu dunque lui, sebbene con intento diverso, ad aprire la strada a quelle sanguinose lotte con il potere Imperiale della “Città Eterna” che caratterizzeranno, per i successivi tre secoli, dal tempo di Crasso a quello di Caracalla, l’azione di Roma verso l’Oriente.1 punto
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Se ti interessa mi sembra che la banca estone stia cercando un disegno per un prossimo cc Potresti provare a mandargli una tua creazione1 punto
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Si,sono oggetti che affascinano particolarmente e personalmente ho già cercato 2 o 3 volte di portarne uno in casa...senza esito purtroppo :nea: Mai visti invenduti finora,se ricordo bene. @@Antonello(65) Oggi pomeriggio mi è venuto in mente che qualcosa ultimamente è passato all'asta e mi è rimasto impresso per qualcosa. Infatti adesso controllando : http://nomisma.bidinside.com/it/lot/45524/milano-ferdinando-i-1835-1848-5-centesimi-1846-/ realizzo €750 il dagherrotipo di Radetzky purtroppo per tutti non è stato mostrato ma suppongo debba essere stato eccezionale e la vista di persona abbia fatto davvero la differenza in questo caso.1 punto
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Me lo immaginavo,era bello però sentire Homer Simpson spiegare al figlio Bart la storia di questa moneta,da esperto numismatico :) Mi chiedo anche che collezione abbia intrapreso Bart,in quanto il raccoglitorie era abbastanza piccolo,non credo fosse abbastanza grande anche solo per una tipologica. Ho trovato anche questa immagine,un lavoro migliore ma evidentemente passato attraverso photoshop/gimp:1 punto
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@@ihuru3 solo alcuni degli esemplari, per rottura di conio presentano la L coniata incusa per metà. Tutti gli esemplari coniati con lo stesso conio, ma prima che lo stesso si rompesse presentano la L intera (come appunto doveva essere). Il difetto caratteristico (la L mezza incusa) è una testimonianza di autenticità, ma la mancanza non implica la falsità della moneta c'è una caratteristica ancora più lampante che indica che la moneta è autentica: ha ampiamente circolato. Un noto perito -senza fare nomi- 6 anni fa mi disse che c'erano monete con la L perfetta e non mezza incusa, ovviamente autentiche. Ma che lui non periziava per non dare adito a inutili polemiche1 punto
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Ciao @Acqvavitus mi piace questa discussione aperta. Vorrei proporre in merito due analisi. Prima analisi: a partire dal catalogo. Se io fossi un commerciante (non lo sono) direi che lo scudo in questione è praticamente in stato B: c'è una usura pazzesca, ed il foro spiega perché: è una moneta che è stata portata ed a lungo, dunque è consumata come una moneta molto circolata. Si intravedono dei dettagli in più di quello che sarebbe un B; in effetti lo stemma pare un qMB, come già detto da altri; ma il foro declassano - a mio avviso - di una classe : qMB con foro = B Se fosse qMB, partendo dai 150 del Gigante, si arriverebbe a 100/120 facilmente. Col foro, arriviamo verso i 50/60. E tuttavia se io fossi un commerciante non la metterei a questo prezzo, a meno di essere un numismatico in una grande città d'arte turistica dell'Emilia. Seconda analisi: dallo stato del mercato. Qual è un oggetto comune simile? Prendiamo uno scudo di V E II, il mio Gigante (qualche anno fa) lo da in MB a 15 euro. Sul noto sito internet se ne trovano barcate per 15/20 euro in stato MB. Ora se fosse una moneta cosi' comune, in questo stato, varrebbe dunque sugli 8/10 euro. Per inciso, il contenuto in argento di uno scudo è di all'incirca 9 euro al prezzo dell'argento corrente, se i 25 g ci sono tutti (nella moneta in questione non si sa, a priori, se il tappo del foro è di argento) Aggiungiamo adesso il fatto che non si tratta di una moneta di tipologia comune, ma di tipologia assai più rara: se ne vedono nelle aste, ma nei negozi nei mercatini è più difficile. Secondo me aggiungendo la considerazione che si tratta di uno stato preunitario, dunque reperto storico etc. Il valore commerciale puo' facilmente triplicare rispetto ad uno scudo di VEII. Quindi arrivo ai trenta euro. Con spese di spedizione etc possiamo arrivare ai 40 totali messo in negozio, ed a questo prezzo, secondo me, puo' interessare i piccoli collezionisti per tipologia, che non cercano anni rari né conservazioni eccelse. E questa stima coincide con altre espresse da altre. Sul mercato non vi sono solo acquirenti super esperti dal potere d'acquisto infinito. Sul mercato vi sono tante tipologie di acquirenti; dai commercianti più esperti ai più giovani che hanno appena scoperto la loro passione. A me in passato ha fatto piacere acquistare monete danneggiate per potermi deliziare dello stringere una moneta rara in pugno. E senza spendere troppo; perché quando si è giovani, o principianti, o semplicemente senza mezzi economici imponenti, il budget è limitato. In quanto commerciante dovrei domandarmi quanto questa classe di clienti sarebbe disposta a spendere per avere questa moneta. A mio avviso (ma non sono un commerciante; in effetti sarei interessato anch'io a saperne una opinione in merito) se la mettessi a 50 euri, rischierei di perdere questa categoria di clienti; ed allora chi me la comprerebbe? L'unica speranza resterebbe per me il turista danaroso, che di passaggio a Parma volesse comprarsi un reperto storico, per souvenir: per esempio, invece di un set di bicchierini in vero falso cristallo col nome Parma stampato sopra, potrebbe comprarsi una vera, autentica moneta in vero, autentico argento. Ma non siamo più nel campo del valore di mercato numismatico. Cordialmente, L1 punto
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Auguri se fate i bravi vi porto tanti bei regali firmato - Babbo Albino :)1 punto
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Buondì ho preso al mercatino queste 2 monete svizzere, mi dareste un parere sulla conservazione?1 punto
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@g.aulisio De bello Gallico " IV, III Ad alteram partem succedunt Ubii, quorum fuit civitas ampla atque florens, ut est captus germanorum. Hi paulo, quam sunt eiusdem generis ceteri, humaniores sunt, propterea quod Rhenum attingunt multumque ad eos mercatores ventitam et ipsi propter propinquatem Gallicis sunt moribus assuefacti. Hos cum Suebi, multis saepe bellis experti, propter amplitudinem gravitatemque civitatis finibus expellere non potuissent, tamen vectigales sibi fecerunt ac multo humiliores infirmioresque redegerunt" De origine et situ germanorum " 5 ... quamquam proximi ob usum commerciorum aurum et argentum in pretio habent formasque quasdam nostrae pecuniae adgnoscunt atque eligunt; interiores simplicius et atiquius permutationem mercium utuntur. Pecuniam probant veterem et diu notam, serratos et bigatosque ..." "28, 5 ... Ne Ubii quidem, quamquam Romana colonia esse meruerint ac libentius Agrippinenses conditoris sui nomine vocentur, origine erubescunt, transgressi olim et experimento fidei super ipsam Rheni ripam collocati, ut arcerent, non ut custodirentur.". G.Aulisio "qualche dato di rinvenimento é conosciuto, e sembra concentrarsi sulla riva destra del Reno, in Renania-Palatinato. E' stata ipotizzata un'attribuzione agli Ubii, tribù di cui non si sa molto, con una datazione al I sec. a.C." Quindi la moneta dovrebbe precedere il passaggio sul lato sinistro (transgressi olim et experimento fidei super Rheni ripam collocati). Considerato che Tacito scrive la Germania nel 98 d.c.(quando gli Ubi sono già transgressi "olim" sulla riva sinistra), la datazione del I sec. a.c. per i ritrovamenti sulla riva destra non è peregrina. Sarebbe interessante verificare se in quell'epoca si riscontra una maggiore somiglianza alle monete romane per le popolazioni a cavallo del Reno (con particolare riferimento alle monete degli Svevi). Polemarco1 punto
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