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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/05/15 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, questo post credo sarà abbastanza lungo, visto che non ho sonno e visto che stasera ho una certa voglia di scrivere. Si tratta di una riflessione personale che parla di me, della mia vita e del collezionismo... alternando una breve autobiografia ad alcune riflessioni sul calo del numero di collezionisti. Ringrazio quindi fin da ora chi avrà la pazienza di leggere fino in fondo e, ovviamente, chiunque vorrà dare il proprio contributo. :) PARTE 1 - LA TRADIZIONE DEL MARTEDI' La mia storia di collezionista inizia nei primi anni delle scuole elementari, quando con la mia famiglia, il martedì sera, andavamo nel paese vicino a trovare mia nonna. Mio padre era il responsabile di un ristorante piuttosto grande e aveva sempre molto da fare. Il martedì era il giorno di chiusura. La mattina andavo a scuola e quando rincasavo, sebbene fosse l'unico giorno che potevo trascorrere interamente con lui, l'unico giorno in cui la famiglia poteva riunirsi, ricordo che non ero particolarmente contento di quella trasferta che mi avrebbe tenuto per tutto il giorno lontano dai miei amichetti e dalle interminabili partite di pallone nel campo di fronte a casa mia. Mio zio, fratello di mio padre, abitava con mia nonna, e collezionava monete e francobolli come mio nonno, che non ho mai conosciuto, prima di lui. Credo sia stato quella la mia introduzione al mondo del collezionismo. In quel periodo che ora mi appare così distante, mio padre ha notato la curiosità con cui guardavo le monete e i francobolli di mio zio e, in breve tempo, mi sono ritrovato con una piccola collezione fatta di pezzi doppi comuni e valuta circolata rimasta nelle tasche di qualche amico che aveva fatto un viaggio all'estero. Il 13 dicembre a Verona si festeggia Santa Lucia, ed è tradizione svegliarsi la mattina per trovare i regali, un po' come accade in altre zone per Babbo Natale. Non provengo da una famiglia ricca, non dal punto di vista economico, e quindi non ho mai avuto monete di grande pregio o valore, ma ricordo ancora un anno in cui, tra i vari regali, c'era un'ampia ciotola di monete mondiali. Così come ricordo, qualche anno dopo, correva il 1990, quando il martedì mio zio mi accompagnava in edicola e tornavo a casa con il numero settimanale di "Monete del mondo". RIFLESSIONE 1 - NUMISMATICA E FANTASIA Ci sono moltissimi collezionisti di monete che portano avanti le proprie raccolte per amore della storia, beh, io a quei tempi lo facevo per spirito di avventura e amore per la geografia. All'epoca leggevo libri di avventura, fantasy e di fantascienza e un comunissimo tondello di Hong Kong, del Perù o della Nuova Zelanda, nella mia fantasia di bimbo, diventava un artefatto luccicante proveniente da un mondo esotico e lontano che, forse, non avrei mai potuto visitare davvero, ma che mi trasmetteva tutto il suo incanto attraverso l'immaginazione e una piccola moneta. Oggi sono un uomo adulto in procinto di sposarsi eppure un'eco di questo senso di meraviglia di fronte a una moneta proveniente da un paese lontano ancora mi pervade. Eppure sono convinto che molti ragazzini di 10 o 12 anni, oppressi da un mondo sempre più cinico, pragmatico e consumistico, abbiano meno propensione a viaggiare con la fantasia di quanta ne ho io che vado per i 37. In parte, credo, questo è un motivo di disaffezione per la numismatica che, a mio modo di vedere, non stimola più l'immaginazione come capitava un tempo e che, a prescindere da questo aspetto, non viene più percepita dalla società come qualcosa di pratico e utile, ma unicamente come un hobby addirittura dannoso che distrae dalle cose "davvero importanti". PARTE 2 - SI CRESCE, SI CAMBIA, SI SALUTANO PERSONE CARE Quando avevo 16 anni portavo un 45 di scarpe, giocavo a pallacanestro e tutti i pomeriggi mi trovavo con gli amici per parlare di fumetti, giochi di ruolo e ragazze. Ciascuna di queste tre passioni, che avevano velocemente soppiantato il collezionismo di monete, in un certo senso, l'aveva fatto perché mi permetteva di viaggiare con la fantasia in un modo tale per cui potevo anche relazionarmi con le persone della mia età. I fumetti ce li scambiavamo e si facevano infinite discussioni, citando i passi più coinvolgenti e discutendo di trame e personaggi. I giochi di ruolo sono giochi di società che ci permettevano di giocare attorno a un tavolo a essere gli eroi di un mondo di fantasia. Le ragazze... beh... mi chiedo quanti di voi a quell'età preferivano stare con le monete piuttosto che con le ragazze. :) Quando avevo 16 anni mio zio ci ha lasciati, travolto da un automobilista distratto mentre si recava in bici a casa di mia zia. E' stato un brutto colpo per tutti. Per mia nonna che l'aveva già visto quasi morire una volta, molti anni prima, e che viveva con lui. Per mio padre con cui era legatissimo. Per me, che perdevo un amico con cui avevo trascorso i martedì dei dieci anni precedenti. Ereditai le monete e i francobolli ma ormai il collezionismo non faceva più parte dei miei interessi, sebbene mio padre continuasse a portarmi tutte le monete estere che gli portavano i clienti più affezionati o le varie commemorative sammarinesi e vaticane che riusciva a raccogliere. Io le prendevo e le accumulavo in una scatola di scarpe, "le guarderò quando avrò un attimo", spesso senza neppure degnarle di un'occhiata. RIFLESSIONE 2 - NUMISMATICA E SOCIETA' C'è un buco, che è quello che ai miei tempi andava dai 14 a 25 anni, in cui un individuo costruisce la propria vita in società, imparando a stare con le persone e a relazionarsi con l'altro sesso. E' il periodo in cui la scuola inizia a farsi impegnativa, in cui l'amore inizia a farsi serio e in cui la società impone le prime sfide e scelte difficili. In questo periodo, diciamocelo chiaro, non c'è tempo per la numismatica o, se c'è, è molto ridotto. In questo periodo si è talmente pieni d'energia che l'idea di sedersi a spulciare monete sparisce o, quantomeno, diventa meno allettante rispetto ad altre possibili occupazioni. Un buco di mercato di circa 10 anni, ai miei tempi. Un buco di mercato che ai tempi di mio padre era forse più piccolo perché c'erano meno svaghi, divertimenti e distrazioni. E si diventava adulti prima. Un buco di mercato che oggi si sta invece, credo, allargando. PARTE 3 - GIOVANE ADULTO Raggiunta la maggiore età, e completati gli studi superiori, ho iniziato a costruire la mia strada da adulto. Ero un ragazzo con una mente brillante e un carattere vivace. Molto vivace. Troppo vivace. Non ero uno sbandato, un drogato, un delinquente o un tipo pericoloso. Ero a posto però ero decisamente eccentrico... dormivo quattro ore a notte perché uscivo tutte le sere, mi ossigenavo i capelli (quando non li coloravo di verde o blu) e mi vestivo in modo appariscente. Mi piaceva stare al centro dell'attenzione e ci sapevo fare con gli amici e con le ragazze. Ero stravagante ed eccessivo e spendevo un sacco di soldi per divertirmi, ma non durò a lungo. A 20 anni arrivò la chiamata di leva e quando tornai nel mio piccolo paese mi ero decisamente calmato. Mio padre nel frattempo, un paio d'anni prima, aveva rilevato il ristorante in cui lavorava ma non stava andando bene e presto fummo costretti a chiudere, rimanendo con un bel po' di debiti da pagare e un pesante mutuo mensile sulla casa. Era solo una casa a schiera, non certo una reggia, ma era il sogno che i miei genitori avevano coltivato per trent'anni, e ora rischiava di volatilizzarsi tra le loro mani. Fu un periodo davvero difficile dove mi resi conto che, al di là del mio egocentrismo, ero probabilmente più maturo della maggior parte dei miei coetanei. Trovai quasi subito un lavoro e contribuii concretamente ad aiutare la mia famiglia ad uscire da quello che sembrava un tunnel senza fine. Ci vollero 5 anni, ma alla fine tutto si sistemò, il mutuo fu estinto e tutto sembrò finalmente tornare alla normalità. In quel periodo di crisi non potevo permettermi spese inutili e ripresi in mano le collezioni, sistemando monete e francobolli, ma unicamente allo scopo di verificare se ci ci potesse essere qualche pezzo di valore (mai 'na gioia...), salvo poi mollare tutto di nuovo nel dimenticatoio quando una ragazza di nome Beatrice, mia futura sposa, nel 2003, mi costrinse a rivedere un po' le mie priorità e a tagliare qualche hobby. All'epoca le monete non erano neppure sul podio dei miei interessi principali quindi accantonarle fu immediato e automatico. Mio padre nel frattempo aveva trovato un lavoro come cuoco e faceva degli orari praticamente complementari ai miei. Ci vedevamo poco e avevamo poco da dirci, appartenendo a generazioni diverse e non avendo interessi. Il tempo passava, la relazione si consolidava, i tempi cambiavano e i miei ritmi diventavano sempre più tranquilli. Poi, circa 7 anni fa, mia nonna, l'unica tra i miei nonni che abbia conosciuto, si è spenta. Fu un altro colpo duro, visto che dopo la morte di mio zio era venuta a vivere con noi e, sull'onda dei ricordi ripresi in mano le monete, dapprima timidamente, poi con maggiore passione. Presi ad acquistare qualche lotto di monete mondiali circolate al kg e, poco alla volta, posi una base concreta su cui costruire la collezione che da piccolo avevo solo potuto sognare. Era diverso, però. La fantasia e l'immaginazione rappresentavano ancora una parte dell'amore per il collezionismo, ma ora anche una forma di ricordo e comunione con la mia famiglia facevano parte di questa collezione. E, come se non bastassero queste ragioni, un neonato amore per la storia che in precedenza non avevo mai avuto faceva da ulteriore spinta motrice a questa passione che tornava a farsi sempre più importante. RIFLESSIONE 3 - NUMISMATICA E SNOBISMO Il fatto che molti collezionisti di monete abbiano una predilezione per il Regno e una grande passione per la storia tende, già di per sé, forse, a farli apparire come "una manica fascistoni e nostalgici della monarchia". Non certo un'etichetta piacevole da portare, eppure mi è capitato di sentire definizioni simili in più circostanze. Così come, per non lasciare scontento nessuno, mi è capitato di sentire definizioni tipo "uno di quegli invasati che spende 3 euro per avere una moneta da 2 euro". Al di là del fatto che per il profano avulso alla numismatica queste definizioni, pur offensive, potrebbero effettivamente avere un senso, già il fatto che io parli di "profani" fa capire come ci sia un distacco netto tra chi colleziona monete e chi non lo fa. Rendiamocene conto, quando va bene appariamo almeno come strani. Quando facciamo notare alla persona digiuna di numismatica che una determinata moneta non è cinese ma giapponese, rischiamo quantomeno di apparire spocchiosi. E quando parliamo di monete catechizzando come Gesù tra la folla, anche i meno esperti tra noi, appaiono snob. Ma dopotutto questo è un problema che si ha anche se si parla con cognizione di causa e linguaggio appropriato di storia, geografia, scienze, medicina o politica. La media è rappresentata dall'ignoranza, non dalla cultura. E la cultura è snob. Tuttavia, se uniamo tutto ciò alle riflessioni precedenti è facile capire, secondo il mio modestissimo parere, il motivo per cui ci sia una contrazione nel numero di collezionisti e una diffusa volontà a mantenersi a distanza da "quella gente strana". PARTE 4 - CONCLUSIONE DEL VIAGGIO Tredici mesi fa, dopo un anno di sofferenza, anche mio padre se n'è andato. E' dannatamente difficile vedere spegnersi tra le tue braccia qualcuno che ti ha preso tra le sue quando sei nato. Che ti ha tenuto quella stessa mano e ti ha sorretto finché non sei stato in grado di camminare con le tue gambe. Che ha sacrificato davvero tanto ed è stato per tutta la vita il tuo eroe. Che ti ha insegnato l'importanza dei valori tradizionali e della famiglia. Che magari aveva potuto frequentare solo la scuola media e non ti aveva potuto insegnare la storia o la matematica, ma che ti aveva insegnato ad essere curioso perché tu imparassi da solo e cercassi da te le risposte. "Cresciamo i nostri figli in modo che possano fare a meno di noi" ha detto qualcuno. La numismatica, da un anno a questa parte, per me è anche questo. E' il ricordo di mio padre, di quei martedì da bambino che mi parevano così poco importanti, di quelle commemorative sammarinesi che ha continuato a tenermi da parte per anni, di quel periodo in cui non avevamo più nulla di cui parlare. “Se queste ombre vi hanno offeso, pensate, E cada ogni malinteso, Di aver soltanto sonnecchiato Mentre queste visioni vi hanno allietato. E questo tema ozioso e futile Non più di un sogno vi sarà utile. Gentili amici, non rimproverate; Miglioreremo se perdonate.”
    13 punti
  2. Buongiorno a tutti, sull'onda delle numerose discussioni che stanno uscendo negli ultimi giorni sulle emozioni regalate dalla passione per la numismatica, vorrei condividere con voi la piccola-grande soddisfazione nell'aver acquistato il mio primo Littore. So che non è un esemplare da urlo come quelli che alcuni amici hanno condiviso in questa sezione, ma a me è piaciuto molto, soprattutto per le tonalità che la patina conferisce ai campi della moneta, e quindi ho deciso di acquistarlo. Forte della guida fotografica dell'ottimo @@Il*Numismatico, ho provato a rendere i colori della patina ma non sono riuscito ad esaltarne tutte le tonalità, in particolare il prugna. Sperando di aver fatto cosa gradita. Un saluto a tutti. Luca
    6 punti
  3. Quando la Provincia del Canada ha lanciato la sua nuova monetazione nel 1858, alto valore della serie quattro membri era questo pezzo di 20-cents di argento: Confusione con il quarto-dollari americani, tuttavia, era uno dei motivi per che questo pezzo di 20-cents 1858 canadese si è trasformato in un tipo di un anno. (American 25-cents sono stati poi ampiamente circolanti in Canada.) La maggior parte di questi pezzi 20-cents presto sono stata ritirata e fuso. Le autorità erano più diligente in questa attività--ho letto che solo circa 35.000 pezzi rimasero non riscosse fuori i 750.000 pezzi coniati. Canada emise le monete di argento successiva nel 1870—questa volta come una Confederazione—ma quando lo ha fatto, un quarto-dollaro canadese aveva preso il posto di questo pezzo di 20-cents. :) v. --------------------------------------------------------------- When the Province of Canada launched its new coinage in 1858, high-value of the four-member series was this sterling silver 20-cent piece: Confusion with the American quarter-dollars, however, was one of the reasons this 1858 Canadian 20-cent piece became a one-year type. (American 25-cent pieces were then widely circulating in Canada.) Most of these 20-cent pieces were soon withdrawn and melted. The authorities were most diligent in this activity—I have read that only about 35,000 pieces remained unrecovered out of the 750,000 pieces minted. Canada issued its next silver coins in 1870—this time as a Confederation—but when it did so, a Canadian quarter-dollar had taken the place of this 20-cent piece. :) v.
    5 punti
  4. Salve a tutti, discussioni di questo tipo saranno già esistite in passato, ma è bello rinnovarle ogni tanto con tutti i nuovi iscritti che ci sono. Quale è la moneta che avete in collezione da più tempo e da quanto? Non quella più antica, ma quella che è nella vostra collezione da più tempo :) Inizio io: Ferdinando II di Borbone, 120 grana 1857, moneta in collezione da 13 anni. E' stata la prima "seria" e anche la prima che ho acquistato in assoluto. Risale ai tempi in cui non avevo le idee chiare e compravo indiscriminatamente grandi moduli (ero ancora alle superiori). E' una moneta "sciolta" che non appartiene a una particolare collezione, ma non uscirà mai dalla mia collezione. Troppi ricordi ad essa legati :)
    4 punti
  5. Non essendo scritta al forum la Moneta, pubblico la lettera che la sua cara figlia Giuliana, ha scritto al suo caro papà. 05/01/2015 Sono qui, in camera tua, di fronte al tuo letto, come al solito, ma non ci sei tu a dettarmi quello che devo scrivere. Lo sai che non sono brava con le parole, soprattutto non sono brava ad esternare quello che penso, proprio come te e il nostro rapporto ne è la testimonianza: niente carezze,poche parole, nessuna smanceria, non ci sono mai piaciute. A noi bastava guardarci, non avevamo bisogno d’altro. Ci legava un amore immenso, ma non avevamo la necessità di dircelo. Sapevamo di non poter stare l’uno senza l’altro ma non occorreva dimostrarselo. Un rapporto come pochi, unico, fatto di piccoli cenni, tanti sguardi, poche parole. Lo sai erano tantissime le cose che non sopportavo di te ed altrettante tu di me, insieme per più di un po’ di tempo non resistevamo senza litigare, ma non riuscivamo neppure a farne a meno. Onestamente, ma questo credo lo sappia anche tu, non sei stato un padre esemplare, ma di sicuro sei stato un padre speciale, ed io sono davvero orgogliosa di essere tua figlia, il tuo “fangotto”. Non avrei potuto chiedere e desiderare di meglio. Ora mi avresti cacciata dalla stanza, era scaduto il nostro tempo limite, già fin troppe parole, troppe chiacchiere, sufficienti almeno per un bel po’. Adesso se tu potessi vederci penseresti che ti abbiamo stufato abbastanza, per non dirlo a parole tue, e probabilmente andresti a metterti a letto con la scusa di voler riposare per non averci tra i piedi. PA’ un’ultima cosa: mi manchi in maniera inimmaginabile e so che mancherai anche a tante altre persone, perché persone come te non esistono. Hai lasciato un vuoto immenso, ma tu di questo ne eri ben consapevole. TI VOGLIO BENE PA’ La tua bimba
    4 punti
  6. Ciao a tutti, si sa, tutti siamo influenzati dai posti in cui viviamo...da giovani, c'è una sana ribellione e si sogna di andare via...col tempo, però, si recupera un rapporto con la propria terra.. Bene, dopo questo preambolo, vorrei parlarvi di una mia moneta, un Dupondio di Traiano ( brutto ma buono) regolarmente acquistato anni fa, nonchè della storia della via Traiana. Riguardo il dupondio, i dati ponderali sono 13,5 g e 27 mm di diametro, classificato al RIC 641, da tempo ne cerco un altro nelle aste, ma non se ne trovano. Penso, quindi che sia non comune se non raro. La via Traiana è rappresentata come una donna sdraiata a sinistra ed adagiata su di una roccia che tiene, con la mano destra, una ruota appoggiata sulle sue ginocchia.. Ecco la moneta:
    3 punti
  7. Apprendo stamani della morte del cantautore Pino Daniele Con chi sapeva suonare la chitarra ne abbiamo cantati di brani suoi. è andato a raggiungere in cielo il suo amicone Massimo Triosi Che riposi in pace. Diciamo una preghiera per lui posto un suo brano poco conosciuto ma molto bello
    3 punti
  8. @@claudioc47 Ti posto questa cosi ti passa la voglia,vediamo se ci riesco jajajajahahahahhaa
    3 punti
  9. Davvero ??????????? :crazy: Io invece la penso esattamente al contrario. Nei mercatini e convegni tradizionali (per non parlare dei negozi di numismatica) non ho mai fatto un acquisto buono. Ho sempre portato a casa monete pagate 3-4 volte in più rispetto a monete che poi ho rivisto su ebay (a volte anche in qualità migliore) ad un prezzo nettamente inferiore. Posso portarti tantissimi esempi, eccone uno (quello più recente) Moneta acquistata su ebay 34,00 € Moneta acquistata ad un convegno 80,00 € Se la moneta acquistata su ebay fosse andata a finire nelle mani del commerciante, come minimo l'avrebbe rivenduta a 150 € (.....pazzo) Il discorso ovviamente lo estendo anche alle case d'asta. Diritti d'asta che raggiungono anche il 25%...... :crazy: Per cui per me ebay rimane ancora, nonostante tutti i rischi, il luogo dove è possibile spuntare ottimi prezzi e fare acquisti a prezzi più vantaggiosi. E' vero che poi si relizzano certe cifre anche su ebay poichè come nel caso della discussione, molti preferiscono acquistare presso venditori affidabili e super noti, sia xchè effettivamente dispongono di una grandissima vastità di monete e di scelte e sia per tutelare i propri acquisti azzerando di fatto il rischio di comprare falsi. In ultimo, per monete greche, romane e medioevali è obbligatorio acquistare presso questi venditori se non si vogliono avere problemi di natura giuridica. Ovviamente le loro aste sono pìù affollate ed ecco perchè a volte raggiungono cifre sbalorditive. Buon per loro (commercianti) ed io proprio per questo cerco di tenermi alla larga, almeno fino a quando posso :blum: Sempre e cmq VIVA EBAY :good:
    3 punti
  10. Penso sia questa che posto di seguito, è anche l'unica moneta d'oro che posseggo. 1140 c.a. - Ruggero II (1105-1154) - 1 Tarì (gr. 1,32)
    3 punti
  11. Salve a tutti, vi vorrei chiedere qual è la moneta più antica che avete in collezione La mia è un bronzo punico per la Zeugitana,circa 400 A.C., con la palma ed il cavallo. E la vostra? Saluti.
    2 punti
  12. Salve a tutti. Inizio dell'anno ottimo per la mia collezione. Oggi mi è stato finalmente consegnato questo buon bronzetto di Alessandro, piuttosto raro. E' un Price 371 A Peso 8,05 grammi, spessore 18 mm. Sì è vero che è stato un po' lucidato con il nero, ma in fin dei conti la conservazione è discreta e non l'ho pagato tanto, visto anche il prezzo raggiunto in questi ultimi tempi da questi rari esemplari, anzi....
    2 punti
  13. Un altro pezzo della mia gioventù che se ne va... Ricordo ancora l'ultimo concerto a cui ho assistito più di 30 anni fa. Addio Pino.
    2 punti
  14. La prima moneta è dell'imperatore Jiaqing (1796-1820), emessa dalla zecca di Pechino gestita dal Ministero del Lavoro (Board of Works). La seconda è del suo successore -nonché suo figlio- Daoguang (1821-1850), emessa dalla zecca di Pechino gestita dal Ministero delle Finanze (Board of Revenue). Questa era la zecca più grande della capitale ed operava in quattro diverse officine sparseper la città.
    2 punti
  15. Scusami ma non perchè cantasse in napoletano fosse limitato ad essere cantante napoletano . E' considerato uno dei maggiori cantautori Italiani (gli stessi patiti della canzone napoletana hanno fatto fatica per inserirlo tra gli artisti di quella tradizione ) . I suoi riferimenti musicali erano internazionali venati da quell'anima allegra ,ma anche malinconica della sua terra di origine . E' come dire che Eduardo De Filippo fosse un'autore teatrale naopoletano . Il napoletano fu solo il mezzo ,l'anima per dire delle cose universali e non solo localistiche come qualcuno anni fa ebbe a dire di Alberto Sordi. Addio Guagliò , oggi il tuo cuore generoso ti ha tradito ,ma quello sincero che hai messo nelle tue canzoni non ci abbandonerà mai. Oggi siamo tutti più tristi.
    2 punti
  16. Di seguito, il ricordo dell'amico Emilio In memoria dell'Amico Lucio. Caro Amico, Ci manchi ormai da un anno, direi che manchi alla nostra città, al nostro mondo. La Tua mancanza si sente immensamente, .... più trascorre il tempo più si sente. In passato , ancor prima di avere l'onore di conoscerTi e frequentarTi, ho letto qualcosa del filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche circa la teoria del “Superuomo” od “Oltreuomo”, in verità con iniziale scetticismo sulla plausibilità di certe affermazioni da parte del grande pensatore; ovviamente, per quel poco che ero riuscito a leggere, e per la mia insignificante statura cultural-intellettuale nei confronti del grande Maestro di pensiero, non avrei comunque avuto alcun titolo di giudizio in proposito. Comunque ritenevo, nella mia limitatezza di comune essere umano, che al mondo non potesse esserci mai possibilità di confrontarsi con cosiddetti “Superuomini”; non era facile credere alle teorie del Nietsche, secondo cui “l'uomo è una corda tesa tra l'animale ed il superuomo, ...una corda sospesa su un baratro”. Non potevo credere che al mondo esistessero esseri di tale superiore spiritualità. Poi, nel 1997 conobbi Te, Amico mio. Mi affascinasti immediatamente, fu un vero “colpo di fulmine”, rafforzato dall'immediata percezione, divenuta poi consapevolezza, della nostra affinità ideologica. Con fame di sapere, cominciai a frequentare Te, dispensatore di sapienza, con assiduità. Piano piano, frequentandoTi, discutendo con Te quotidianamente, capii che l'essere superiore Nietzschiano esisteva. L'Essere Superiore è Colui che riesce a scherzare su un argomento tremendamente serio come la morte - attesa con terrore dai normali esseri umani - irridendola fino alla dissacrazione esorcizzante, cosa che il resto dell'umanità non osa fare. Questo eri Tu! L'Essere Superiore è Colui che riesce, con inimitabile nobiltà d'animo, a donare oggetti di grande valore storico e, perchè no, anche materiale, al prossimo, seppur in non rari momenti di effettiva Sua difficoltà economica. Questo eri Tu! L'Essere Superiore è Colui che riesce a farti apprezzare il “bello” di quello che ti circonda, dell'arte, dei monumenti e di quant'altro di mirabile l'uomo ha creato nei secoli, accompagnandoti a modificare i tuoi gusti, inducendoti ad arricchirti culturalmente, accettando l'idea di “capire” ed apprezzare manufatti anche inusuali od indifferenti al gusto comune, ma incredibilmente interessanti per storia ed origine. Questo eri Tu, Lucio! Alla fine sei stato Tu a farmi realizzare in concreto che quella del Superuomo, teorizzata dal Grande Pensatore tedesco, era una figura di grande spessore spirituale, rara su questa terra, ma possibile! Nietzsche aveva ragione: l'Essere Superiore esiste! Il solo averTi conosciuto è valsa questa mia vita terrena. Ci vediamo Lucio! Il Tuo Amico Emilio.
    2 punti
  17. 2 punti
  18. Le monete che ho da piu' tempo in collezione sono quelle da cui ho iniziato il mio viaggio Numismatico, erano di mio padre che le teneva nel portafoglio come portafortuna da tempo... sono gli anni di nascita sua, mia e di mia sorella.. il 5 lire perche' e' presente il Delfino, gli rappresentava il mare, dove fino a quando era autonomo non perdeva tempo a recarsi per rifornirsi di energia positiva... Diceva sempre che bastava osservarlo per capire quanto fosse magico l'esistere e che forse i sogni poi non sono cosi irrealizzabili visto i miracoli che ci circondano... Da li iniziai assieme a lui a raccogliere piu' delfini possibili cosi da avere piu' forza nel credere alla realizzazione dei sogni...
    2 punti
  19. Ciao, la mia moneta più vecchia: Obolo di Phistelia 375 -275 a.c.
    2 punti
  20. Ora le serie monetale dedicata alla via Traiana: Spero che sia una discussione interessante..
    2 punti
  21. ribattuta, si certo. Secondo me il segno non identificabile che indichi è la "P" di PASC della seconda battitura, che però sembrerebbe più fuori tondello della prima (altrimenti sarebbe stata coperta) curiosa!
    2 punti
  22. @@sulinus questa è la mia, arrivata da poco, è uguale alla tua, aquile capovolte comprese. L'aquila di destra è ribattuta.
    2 punti
  23. Buonasera a tutti, è un po' che volevo mostrare le immagini di questo grano alquanto particolare.... spero mi perdoniate le fotografie che prometto di rifare.... sarebbe bello che si postasse qualche altro grano e... ringrazio chi interverrà e vorrà esprimersi in merito....
    1 punto
  24. Denario console Furio Purpureo 196 a.c
    1 punto
  25. Siete fantastici!! Grazie di cuore e un abbraccio a tutti Adolfo
    1 punto
  26. Anche a me sembra buona.
    1 punto
  27. Un bronzetto ostrogoto, credo di Teodato. Altri più esperti saranno più precisi.
    1 punto
  28. L'Istituto delle Belle Arti venne istituito solo nel 1822 con decreto del 2 marzo, a Napoli, dove grazie all'architetto della Real Casa, Antonio Niccolini, venne attuata una riforma degli ordinamenti didattici delle "Regie" scuole del disegno, con varie denominazioni nel passato. L'Istituto ebbe il compito di formare giovani artisti di diversi ceti sociali provenienti da tutto il Regno e di età compresa tra i 12 ed i 20 anni.....ecc...ecc.... Ma chi fu che pose in mente a pubbliche mostre ? dove poi questi alunni e artisti potessero esporre le loro opere ? Francesco I di Borbone con decreto del 14 settembre 1825; la prima mostra di Belle Arti (e per la prima volta) si ebbe il 4 ottobre 1826 ecc.ecc.ecc....... Quindi ritornando alla medaglia di cui sopra "esposizioni di Belle Arti" mi pare logico che non calza e se aggiungiamo delle manifatture, non calza 2 volte....perchè li siamo nel 1809/10/11/12/13.
    1 punto
  29. Complimenti per l'ottima moneta! Per la foto ci sarebbe qualche cosa da migliorare ( la trovo sottoesposta) alcuni particolari non sono quasi leggibili, come incisore al R/, comunque per essere la prima è un ottimo risultato. saluti TIBERIVS
    1 punto
  30. Fantastica!!! Finirà che arriverà a 10 e anche 11. :D
    1 punto
  31. Lo stemma somiglia molto a quello dell'Uruguay: (da: http://it.wikipedia.org/wiki/Stemma_dell'Uruguay)
    1 punto
  32. Il consiglio di legioprimigenia è giusto....ma leggere qualcosa di ogni imperatore è pressoché impossibile e non si finirebbe mai....per questo ti consiglio la sempreverde opera di Montanelli "Storia Romana",che non è il massimo come attualità ma certamente tocca in maniera intelligente e divertente (come era lui) tutta la storia di Roma,soffermandosi sugli eventi principali....penso per avere una panoramica sia sufficiente... Oppure il bel libro di Michael Grant "Gli imperatori romani"...lo step successivo è,a mio modesto parere,l'opera di Angiolo Forzoni "La moneta nella storia" opera in diversi volumi ma acquistabili separatamente,dove la storia romana viene ben sviscerata nei voll II,III,IV,V..anche sotto l'aspetto numismatico,per questo è,a mio parere,fondamentale....poi anche il bel libro di Gian Guido Belloni "La moneta romana"...penso di potermi fermare perché per un neofita lo trovo sufficiente....poi è chiaro,la bibliografia sull'argomento è sterminata
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  33. Buon giorno Caesar; hai notato che tra i tanti personaggi che ieri Mitridate 2° ci ha presentato, non c’era nessuno dei suoi figli? Francamente non so se ne abbia avuti, quasi sicuramente direi di si; ma certamente nessuno era o fu in grado di ereditare l’impero del padre…Mitridate lo sapeva?...chi lo sa!, certo è che con lui si chiude un’epoca, nella storia della Partia e ne inizia una nuova ” Il Re è morto, viva il Re” esclamavano gli amici francesi. George perché non proviamo a sintetizzare con la genealogia questa prima parte dell’impero Parto? Se questo è tuo desiderio proviamoci…cercare di costruire un albero genealogico è sempre un interessante esercizio di sintesi, noto poi che tra gli appunti che hai tenuto sulla monetazione dei popoli che stiamo visitando, hai privilegiato il lato iconografico dunque: Iniziamo da: Arsace 1° che dette regalità di questa gente Suo fratello: Tiridate, regnò con il nome di Arsace 2° ed ebbe tempo a sufficienza per organizzare un regno forte ed unito. Figlio di Tiridate fu Artabano il quale alla coesione unì l’obbiettivo di espasione oltre i confini…e vi riuscì. A suo figlio: Priapatio toccò il compito di amalgamare in un tutt’uno le conquiste fatte dal padre; ma… Fu con suo figlio Phraate 1° che riprese la politica espansionistica del nonno Artabano e siamo così giunti al sesto arsacide. Mitridate 1°…il Grande l’abbiamo conosciuto due giorni fa…era fratello di Phraate 1° che l’aveva preferito al trono, rispetto ai propri figli ; fu con questo grande condottiero che la Partia raggiunse l’acme della sua potenza…ampliò il regno sino a farlo diventare un impero. Figlio di Mitridate 1° fu Phraate 2° non raggiunse l’altezza del padre ed il suo regnare fu segnato dal tentativo della Siria di riconquistare i territori perduti e dall’impegno inteso a porre argine alle scorrerie delle popolazioni barbariche del nord. Dopo Phraate 2° il regno passò nelle mani di suo zio Artabano 2, fratello di Mitridate 1° che, sempre nel tentativo di arginare l’invasione delle tribù Scizie del nord, cadde in una delle tante battaglie intraprese. Fu il figlio di Artabano 2° a raccoglire il testimone…quel Mitridate 2° che abbiamo appena conosciuto il quale, animato dallo spirito guerriero dello zio come lui riuscì, non solo a bloccare l’invasione dei barbari; ma a riportare la Partia sulla scena internazionale; a lui si deve infatti il primo contatto con la potenza che rappresentava, nel mondo allora conosciuto, l’Occidente: Roma. La morte di Mitridate 2° aveva precipitato la Partia, in un periodo di confusione e di torbidi; alcuni storici lo definiscono come un intervallo di lotte civili, secondo altri fu caratterizzato da una rapida successione di monarchi nell’affannosa ricerca di un sovrano nelle cui vene corresse ancora il sangue degli “Arsacidi” dato che la superstizione indicava fatali conseguenze se al trono fossero ascesi uomini nelle cui vene non corresse più il vecchio sangue dei padri della patria. I Magistrati di turno innalzarono al trono “polloni” attempati della vecchia casa reale; ma la scelta cadde su persone poco adatte a sostenerne il ruolo; si dice che un Re presumibilmente appartenuto a questo periodo storico, morì all’età di 96 anni e di un altro che ascese al trono ad 80 anni. Chiaro è che personalità più giovani, appartenenti sia alla casa reale che a famiglie illustri abbiano, in questa contingenza, scalpitato gettando nello scompiglio l’intero paese, con il loro rivaleggiare nella disputa per la corona reale e contro il decrepito monarca di turno che i Magistrati avevano posto sullo scranno reale; queste querelle avvennero poi in una congiuntura, ancor più sfortunata per la Partia. Come abbiamo avuto modo di vedere, Roma era stata da poco coinvolta in una diatriba con Mitridate, Re del Ponto e lo scontro tra queste due grandi potenze aveva lasciato “mano libera” alle ambizioni dell’Armenia. Tigrane, Re di questo paese, era principe appunto di forti ambizioni e colse al volo l’opportunità vantaggiosa che il conflitto tra Roma e Ponto gli offriva; mentre era in corso la guerra mitridatica ed anche nei successivi undici anni, tra l’85 A.Ch. ed il 74 A.Ch. riuscì a costituire un impero potente ed esteso; recuperò dalla Partia quella porzione di territorio che, come abbiamo visto, era stato costretto a cederle; ma non si fermò qui ed occupò due tra le più importanti province: Gordyene o Mesopotamia Minore, nel Nord ed Adiabene ovvero il tratto che comprende il fiume Zab, inclusa l’Assiria classica ed Arbelitis. Conquistò inoltre Sophene, od Armenia Minore che era indipendente sotto un Re di nome Artanes e pose sotto la sua tutela anche il vasto e prezioso territorio della Media Atropatene che sin dal tempo di Alessandro Magno era riuscita a mantenere la propria indipendenza. Non contento di tanto successo nell’83 A.Ch. raccolse l’invito che gli giungeva dagli abitanti della Siria, stanchi, sfiduciati ed oramai alla disperazione a causa delle continue guerre fratricide intercorsa tra Principi rivali di casa Seleucide che si contendevano il primato; non ebbe difficoltà ad acquisire ciò che oramai restava di quello che era stato il grande Impero Siro-Macedone ed a proporsi come Re della Cilicia, della Siria e della maggior parte della Fenicia. Nell’80 A.Ch. ebbe l’idea di fondare una nuova capitale nella provincia, appena conquistata, della Gordyene e la volle ampia, provvista di tutte le comodità come si addice alla corte orientale e fortificata con mura che richiamassero le antiche città assire. Per popolare: Tigrano – Certa, questo il nome della nuova capitale, venne imposto ai cittadini ellenici di diciotto città Greche di trasferirsi nel nuovo sito e contemporaneamente dalla Cappadocia vennero deportati ca. 300.000 uomini, una guarnigione che fu ulteriormente rinforzata con contingenti fatti giungere dalla Cilicia, dalla Gordyene e dall’Assiria. Nelle immediate vicinanze della città sorse un vasto palazzo reale attorniato da grandi parchi e stagni in cui vivevano in gran numero uccelli selvatici di ogni tipo; ovviamente non mancavano i padiglioni di caccia. Le mura della città erano alte quasi venti metri ed erano state costruite di tale ampiezza per incutere timore alle più importanti capitali della Partia occidentale: Seleucia; Ctesifonte e Babilonia. Obbiettivo ultimo di Tigrane era proprio la conquista della Partia da parte della Armenia, chiaramente esplicitato quando sulle sue monete fece incidere il titolo di Basileus Basileyon “ Gran Sovrano dell’Asia” o “Re dei Re” che dir si voglia. L’emergere dell’Armenia, come grande potenza gettò ombra sulla Partia che affidata alle mani incerte di vecchi e deboli monarchi, era ora sotto l’incubo della guerra civile. Per vent’anni, dall’89 A.Ch al 69 A.Ch. raramente troviamo menzionata la Partia tra le vicissitudini dei vari paesi orientali ed è con difficoltà, attraverso uno sforzo di ricerca accurato e perché no? Con un po’ di immaginazione, abbiamo dato risalto, tra le feroci lotte intestine che imperversavano nel paese, a due pallide ombre di Re, da inserite nello intervallo che corre tra la storia iniziale della Partia ed il successivo periodo. La prima figura è rappresentata da Mnasciras che Luciano descrive come un principe Parto che raggiunse la veneranda e rispettabile età di 96 anni e che non ci pare possibile inserire in nessun altro periodo storico del paese, l’altra è un personaggio meglio definito: Sanatroces o Sinatruce o Sintrico il cui nome è riportato su di una serie di monete ed è ricordato anche da diversi autori. Sinatruce Quest’ultimo sovrano sembra aver regnato dal 76 A.Ch. al 69 A.Ch. in contemporanea con Tigrane dell’Armenia, Mitridate del Ponto ed il generale Romano: Lucullo; quando ascese al trono si dice avesse 79 anni e pare che dovesse la sua corona all’aiuto della tribù scizia dei Sacauraci. Nel corso del suo breve regno ebbe l’accortezza di tenersi alla larga dalle beghe dei suoi confinanti e questo gli consentì di non fare la fine della pentola di coccio tra vasi di ferro. Nel 72 A.Ch. non accolse le proposte di alleanza che Mitridate gli aveva offerto e quando, nel 69 A.Ch. la guerra si avvicinò alle frontiere e da entrambe i contendenti gli giunsero le prime serie richieste di collaborazione e di aiuto si trovò nella condizione di non poter più sostenere la linea di astensione sin qui mantenuta, tuttavia continuò a tergiversare allettando con promesse ora uno ora l’altro; ma senza mai offrire alcun aiuto concreto. Plutarco ci informa come Lucullo fosse rimasto tanto irritato da questa ambigua condotta da rimandare a tempi migliori la querelle con Mitridate del Ponto ed il suo alleato Tigrane e come si sia mosso con l’esercito contro la Partia; la resistenza ad oltranza di Nisibis ed i successi riportati nel 67 A.Ch. da Mitridate lo indussero ad un ripensamento sì che riportò il fronte bellico verso il Nord. La Partia che ancora non si era sbilanciata, né aveva preso una decisione definitiva, ebbe così modo di mantenere, ancora per qualche anno la sua neutralità. La chiave di svolta della guerra Mitridatica fu il richiamo a Roma di Lucullo nel 66 A.Ch e la sua sostituzione con uno dei più grandi generali del suo tempo: Cneo Pompeo il quale si rese immediatamente conto che le armi di Roma non avrebbero potuto sostenere a lungo la lotta contro due potenti nemici alleati, del calibro di Tigrane e Mitridate. Pompeo magno I Re del Ponto e dell’Armenia giocavano in casa, avevano il grande vantaggio di conoscere il territorio e la possibilità di avere a loro disposizione un maggior numero di soldati per far fronte repentinamente alle eventuali perdite; possedevano grandi risorse ed avrebbero potuto continuare a combattere all’infinito se non fosse intervenuto un decisivo fatto destabilizzante. Pompeo si guardò attorno alla ricerca di un nuovo fattore che potesse far pendere dalla sua parte l’ago della bilancia e si chiese se la Partia, che aveva rigettato le proposte di Lucullo e sdegnato le sue minacce, ora che sul trono sedeva un nuovo monarca poco esperto, non potesse essere coinvolta, con una più raffinata azione diplomatica. In fondo questo paese, pure vicino al teatro delle operazioni, ancora non aveva preso una posizione decisa e chissà se il nuovo sovrano non ritenesse più opportuno schierarsi, anziché proseguire la politica di astensione del precedente monarca? Poteva Phraate 3° figlio di Sinatruce, appena succeduto al padre sul trono della Partia, poteva essere indotto, con allettanti promesse, ad unire le sue forze a quelle di Roma portando così la superiorità militare nel campo Romano? Phraate 3° Il problema era costituito da cosa poter offrire come contropartita sufficientemente allettante e la trovò Pompeo nella promessa di restituire, dopo la fine della guerra, al Re della Partia, quelle terre che gli erano state tolte dall’Armenia e le province di Gordyene ed Adiabene. L’esca funzionò, Phraate 3° accettò i termini proposti da Pompeo e per la prima ed ultima volta la Partia fu alleata di Roma. In termini generali l’accordo prevedeva che mentre Roma intensificava, senza tregua, il suo impegno militare verso il Ponto, Phraate 3° sarebbe dovuto penetrare in Armenia ed occupare il paese di Tigrane e giacchè Partia ed Armenia erano separate da una lunga linea di confine, Phraate 3° avrebbe potuto scegliere a suo piacimento tempo, luogo e modalità che riteneva più favorevoli alla riuscita dell’impresa. Il Re dei Parti aveva oltretutto la fortuna di avere, rifugiato a corte, un personaggio di alto lignaggio, un pretendente alla corona Armena. Il principe primogenito di Tigrane era entrato in conflitto con il padre e si era ribellato; ma dopo che il suo esercito era stato battuto altro non potè fare che cercare rifugio e protezione in Partia e Phraate 3° non trovò di meglio, come scusa per intervenire, sostenere il suo protetto nella guerra contro il padre. Completato l’accordo con Pompeo, nel 65 A.Ch. si mise egli stesso a capo dell’esercito, con a fianco il principe armeno ed invase il territorio di Tigrane. Tigrane 3° Una volta rientrato in patria il giovane principe trovò intorno a sé grandi consensi, fu accolto con entusiasmo e numerosi furono coloro che si unirono ai suoi sostenitori; l’esercito invasore penetrò profondamente nel territorio senza trovare resistenza avanzando celermente verso la capitale Artaxata dove si era ritirato Tigrane. Ben presto l’esercito di Phraate 3° giunse alle porte della città e le pose l’assedio; ma prima che ciò avvenisse Tigrane aveva abbandonato Artaxata per ritirarsi verso le montagne in luoghi meno facilmente accessibili. L’assedio si protrasse nel tempo e Phraate 3° ritenendo di aver ottemperato agli accordi presi con Pompeo lasciò al giovane principe un contingente di truppa che assieme ai suoi sostenitori riteneva fosse in grado di assicurargli la vittoria contro le forze di Tigrane e si ritirò lasciandolo solo al comando dell’esercito. Quello che avvenne dopo ci dice che Phraate 3° fu precipitoso nelle sue decisioni; non appena questi si fu ritirato il vecchio Re discese improvvisamente dal suo rifugio e piombò come un falco sull’armata del figlio, la mise in rotta e lo ricacciò fuori dal paese. Tornato saldamente alla guida dell’Armenia Tigrane era ancora nella condizione di portare aiuto a Mitridate; ma il tempo aveva ormai fatto la sua parte. Pompeo aveva fatto buon uso dell’intervallo in cui le truppe del vecchio erano impegnate nella campagna contro i Parti, incalzando Mitridate sempre più strettamente, lo aveva costretto a fuggire da un posto all’altro sino a trovare finalmente rifugio oltre il Phases, a Dioscurias, l’odierna Mingrelia. Tigrane, senza il suo alleato, fu in grado di resistere all’esercito romano solo per poche settimane, poi fu giocoforza sottomettersi a Pompeo che nel 66 A.Ch. poteva così liberamente ed a suo piacimento operare in Oriente. Il comportamento di Pompeo nei confronti del Re dei Parti fu tutt’altro che generoso e non rispettoso degli accordi a suo tempo contratti. Tigrane 2°, il vecchio Re dell’Armenia, aveva rabbonito Pompeo con un donativo di 6.000 talenti in Argento ( un milione e mezzo della nostra divisa) in compenso rimase in possesso della Siria che ancorchè fatta “Provincia Romana” restò tuttavia collegata all’ancestrale Regno di Armenia, assieme alla provincia di Gordyene acquisita durante il periodo di contrasto con i Parti. A Tigrane il giovane, amico e protetto da Phraate 3° venne inizialmente offerto il piccolo principato di Sophene ma quando questi rifiutò ed andò a protestare venne arrestato e confinato in attesa di comparire in Roma al trionfo di Pompeo. Phraate 3° deluso non ottenne alcun guadagno dalla alleanza che aveva contratto con Roma, se si esclude il recupero di Adiabene, del resto già conquistata nel 66 A.Ch. prima ancora dell’invasione dell’Armenia e quando, resosi conto che le promesse di Roma erano solo “carta straccia” cercò di riprendersi con la forza la provincia di Gordyene, senza il consenso di Pompeo; questi non si fece scrupolo di opporsi militarmente mandando il suo legato militare Afranio a contrastare l’esercito di Phraate 3 Fu una solenne sconfessione degli accordi presi a suo tempo e che prevedevano appunto il ritorno di queste province alla Partia, come compenso per l’aiuto militare dato nella guerra contro Mitridate, quella di rimettere in mano agli Armeni la provincia della Gordyene. Da questo comportamento si comprende bene come nel tempo la Partia sia diventata in Oriente, l’acerrima nemica di Roma, così come l’Armenia il suo più fedele alleato. Al di là del non aver rispettato gli accordi presi una ulteriore, più cocente offesa, venne al Re dei Parti quando Pompeo gli fece sapere che rifiutava di riconoscerlo come “Re dei Re” Il generale romano in quel tempo stava sicuramente pensando di dichiarare Phraate 3° nemico di Roma e di inviargli contro l’esercito, ma il corso della sua carriera che sin qui era proceduta senza intoppi e baciata dalla Dea Fortuna trovò, nelle ambizioni del suo rivale:Giulio Cesare, uno stallo che lo costrinse ad un attimo di riflessione. Pompeo desiderava indubbiamente apparire agli occhi dei suoi concittadini come l’uomo del giorno e riteneva che la via giusta fosse quella di confrontarsi con il “nuovo nemico orientale” e per “nuovo nemico orientale” intendeva il successore degli Assiri e dei Persiani colui che aveva raccolto l’eredità del continente asiatico e come Alessandro Magno, voleva portare le armi occidentali sino alla rive dell’oceano che chiude il mondo ad Oriente; questo lo avrebbe innalzato sopra ogni altro rivale del suo tempo e gli avrebbe assicurato quel prestigio e quella distinzione forieri della gloria futura. Purtroppo per lui la guerra non gli era stata formalmente richiesta da Roma ed i suoi nemici e detrattori, se avesse agito senza consultare il Senato, avrebbero potuto porlo sotto accusa, d’altro canto aveva potuto constatare per esperienza diretta che i Parti erano nemico da non sottovalutare e la loro conoscenza come alleato gli diceva che la vittoria contro di loro era tutt’altro che scontata pertanto, temendo di perdere per cupidigia la fama sin qui guadagnata, giudicò cosa migliore godersi il frutto dei buoni risultati già ottenuti piuttosto che imbarcarsi in una impresa che non era certo se gli sarebbe stata favorevole. Pompeo scelse la via della pace e non si lasciò provocare nè da velleità dittatoriali né dalle audaci azioni che il Re dei Parti andava ordendo; quando Phraate 3° reclamò le province perdute replicò che la questione dei confini riguardava non Roma; ma la Partia e l’Armenia e quando Phraate 3° incalzandolo, lo pose dinanzi al fatto che l’Eufrate definiva i confini con il territorio conquistato dall’Impero Romano ed impose pertanto a Pompeo di non oltrepassarlo, quest’ultimo gli rispose che il confine giusto era quello dove si trovavano le armi romane. Anche Tigrane, il vecchio ebbe qualcosa da ridire per il fatto che sebbene fosse legato da alleanza con Roma quando venne attaccato dall’esercito dei Parti Pompeo non era corso in suo aiuto; la replica fu che egli era solo un arbitro chiamato a redimere le controversie tra i due paesi. Queste risposte parlano da sole: esprimevano la filosofia del più forte che desidera evitare il coinvolgimento; dopo averle udite e ponderate i due monarchi si risolsero a risolvere in separata sede le loro querelles od al massimo differirle a quando Roma si fosse allontanata dai loro confini, accettarono quindi di buon grado una proposta di arbitrato da parte di Pompeo; fu trovato un accordo e vennero così ristabilite le relazioni di amicizia tra i due paesi. Quando Pompeo si ritirò dall’Asia, nel 62 A.Ch. l’Oriente era in uno stato di relativa apparente tranquillità, più che necessaria, indispensabile per ricostituire le esauste forze dopo trent’anni di sanguinose lotte continue e nella convinzione che ulteriori contenziosi si sarebbero tutti risolti a vantaggio del comune nemico: Roma Da parte sua la “Città Eterna” poteva adesso guardare ad una linea di confine permanente ben definita che coinvolgeva: Cilicia, Siria e Cappadocia nell’attesa di proiettarsi oltre per intromettersi nelle dispute tra i vari paesi Asiatici. La Partia era quella che più aveva da perdere; ma anche l’Armenia era in pericolo essendo la più esposta ad un eventuale attacco di Roma e la prima quindi ad essere occupata, le altre potenze minori non avevano speranza di sfuggire alla distruzione e rimanevano tranquille cercando di non creare problemi né provocazioni ai più forti paesi confinanti. In questa fase di stallo e di apparente tranquillità si inserisce lo sconvolgimento interno che percorse la Partia; erano passati appena due anni da quando Pompeo aveva abbandonato l’Oriente per rientrare a Roma che una cospirazione, ordita dai figli di Phraate 3°: Mitridate 3° ed Orode portò all’assassinio del vecchio sovrano. Phraate 3° aveva ereditato un trono instabile ed in grande difficoltà; ma aveva governato con saggezza, prudenza e vigore; si era dimostrato comandante attivo e buon stratega oltre che buon negoziatore e quando venne assassinato era ancora nel pieno della sua vigoria. Sembra che il motivo del parricidio vada ricercato nelle ambizioni personali del primogenito: Mitridate 3° che dopo la morte del padre salì al trono; ma non riuscì a stabilircisi saldamente. Mitridate 3° di Partia Mosso da gelosia verso il fratello e cospiratore Orode, appena avuto saldamente in mano lo scettro, lo aveva esiliato trattando nel contempo con durezza e crudeltà molti dei nobili a lui fedeli. Impauriti da questo comportamento i dignitari del paese lo deposero, richiamarono dall’esilio Orode nominandolo Re al posto di Mitridate 3° al quale, come compenso della perduta sovranità, affidarono il governo di una importante provincia della Grande Media. Orode 1° di partia Mitridate 3° dovette far buon viso a cattivo gioco; ma vi sono temperamenti che invece di accontentarsi di una vita semplice, naturale, in quiete ancorchè subordinata, sono portati a primeggiare così Mitridate 3° raccolse attorno a sè un nutrito esercito con lo scopo di marciare contro il fratello e recuperare il trono perduto. Quando Orode se ne rese conto non pose tempo in mezze, gli marciò contro e soffocò la ribellione sul nascere. Mitridate 3° fuggì oltre frontiera e si mise sotto la protezione del proconsole romano: Gambinio, governatore della Siria per volere di Pompeo. Galbinio era uomo di moderata abilità; ma di enormi ambizioni, fu ben felice di ricevere il fuggitivo e per un po’ covò l’idea di invadere il territorio dei Parti e porre nuovamente sul trono Mitridate 3° e la spedizione avrebbe con ogni probabilità avuto luogo se il proconsole non avesse, quasi in contemporanea, ricevuto un invito a procedere più allettante da parte di un altro paese. Era successo che Tolomeo Aulete (Il musico) cacciato dall’Egitto dai suoi esasperati sudditi, ottenuta la protezione di Pompeo, si presentò, nel 55 A.Ch. a Galbinio per implorare un aiuto militare che lo ponesse nuovamente sul trono dell’Egitto. Il prezzo che era disposto a pagare era di tutto rispetto, una somma equivalente agli attuali 12,5 Ml della nostra argentea moneta che sbalordì Galbinio tanto da indurlo ad intervenire; gli ufficiali di più alto grado si mostrarono restii all’impresa e se non fosse stato per il giovane influente Marco Antonio che si pronunciò decisamente a favore, convincendo molti altri ufficiali, l’avventura egiziana non avrebbe mai visto la luce. Mitridate 3° con grande disappunto dovette rinunciare, per il momento, alla speranza di poter risalire sul trono della Partia; ma non si dette per vinto. Le selvagge tribù arabe, di recente assoggettate da Tigrane in Mesopotamia si mostrarono ben felici di abbracciare la sua causa e grandi città come Seleucia e Babilonia si dichiararono in suo favore. Mitridate 3° stesso si portò in Babilonia e qui sopportò un lungo assedio da parte delle forze di Orode; la guarnigione si arrese alla fine per fame e come ultima ratio Mitridate 3° tentò la carta del “Sangue reale” che avrebbe potuto annullare la penalità della ribellione e si consegnò nelle mani di Orode. Tra i Parti l’affezione fraterna non è mai stata molto sviluppata ed Orode, pure passando sopra alle aspirazioni a regnare del fratello, non gli perdonò di essersi posto sotto la grand’ala di Roma; per questo venne giudicato come traditore ed immediatamente passato per le armi in sua stessa presenza. Questa la fine di Mitridate 3° principe debole ed egoista che non raccoglie certo la nostra simpatia.
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  34. Ispirandomi al lavoro proposto da anto R, ho provato a confrontare i campioni presenti sulla BAV e (almeno agli occhi di un ignorante e profano) sembra che per costruire il pettine avessero utilizzato due delle braccia della croce (purtroppo le immagini sono quel che sono e anche i campioni da esaminare pochi). Nell'immagine allegata il prospetto per i primi provisini (quelli che il Serafini definisce "mezzi")
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  35. @@Lafayette non sarà da urlo , ma è comunque di ottima qualità . Stiamo parlando di uno spl/fdc , arricchito di una patina che , senza dubbio lo rende molto più affascinante di molti fdc nudi e crudi . PS : per quanto poco ne capisca di foto , questa presentata , rende appieno la bellezza del tondello in soggetto . Complimenti per la nuova acquisizione :)
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  36. Intanto è interessante anche sciogliere la leggenda del diritto che è : Franciscus Dei Gratia Romanorum Imperator Semper Augustus Germaniae Hierusalem Rex Lotharingiae Bar Magnus Etruriae Dux, diciamo che non si faceva mancare nulla sulla moneta Francesco :blum:..... Il Galeotti poi ci dice altre informazioni sulla moneta, che per esempio dopo anni di interruzione di monete per il Levante era ritornata la necessità di una moneta per quei mercati, dove comunque la Toscana aveva ancora buoni interessi. Si decide così e viene riportato nel Libro di Zecca che il 2 dicembre 1763 venga coniato un Tallero della stessa bontà e dello stesso peso di quelli di Hall in Germania, queste monete dovevano espressamente essere spese solo nel Levante. Il Tallero doveva uniformarsi a quelli battuti nelle zecche austriache, in pratica ne diventava poi una riproduzione di queste. In realtà era difficile distinguerli, il segno di distinzione sarà poi la firma del coniatore l' I. Z. V. apposta sul Tallero. Giovanni Zanobio Weber che non risulta abbia lavorato per la zecca di Vienna, artista che operò a Firenze essenzialmente sulle medaglie ma che in questo caso prestò la sua opera per questa moneta. In questo caso, trattandosi essenzialmente di una riproduzione, la sua vena artistica non ebbe però modo di estrinsecarsi. Il Weber, che era figlio di un Ufficiale tedesco o austriaco della Guardia del Corpo del Granduca, eseguì più che altro medaglie per i Principi di Lorena e per noti personaggi fiorentini e morì a Firenze nel 1805. Questo Tallero fu poi coniato anche negli anni 1764 e 1765 in modo ingente e copioso a dimostrazione che la Toscana aveva in quegli anni ritrovato floridezza commerciale. La moneta fu poi ripresa successivamente come emissione anche con Pietro Leopoldo con date di emissione 1769 , 1773, 1774.
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  37. Ciao visto che si parla di strade vi posto alcune foto di un pezzo di strada romana praticamente intatto, si tratta di un pezzo lungo circa 200 mt. qui si può cogliere la cura con cui venivano costruite le strade a quel tempo. Silvio
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  38. Per noi campani è una giornata di lutto...Musicalmente, sono venti anni che, ormai, non aveva più niente da dire, ma ha fatto moltissimo per Napoli e per il recupero del dialetto o, meglio, della lingua napolitana, ricca di parole tronche e, quindi, facilmente musicabile.. Noi ce lo piangiamo:
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  39. Ciao @@stuyvesant, Valens AE3. Trier, 373 AD. D N VALENS P F AVG, diademed, draped & cuirassed bust right / SECVRITAS REIPVBLICAE, Victory advancing left holding wreath & palm. TRP* in ex. C. 47, L II 82, RIC 7b III a.
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  40. @@Tenebroleso Che bello ogni tanto disintossicarci dal "quanto vale, e' fcd o qfdc, c'e' un colpetto qua' e uno la e la patina e bla, bla.....". Una moneta, qualunque conservazione e valore abbia e' la sua storia e come tu hai scritto, la nostra storia di individuo. Una moneta e' dove l'abbiamo presa, chi ce l'ha venduta, chi ce l'ha regalata, quanto pane avra' comperato, quante citta' e paesi avra' conosciuto, quante tasche ricche e povere avra' visitato, magari e' stata nelle tasche di un alpino in Russia o di un carrista in Libia. Grazie per il tuo racconto che ci fa riflettere su questo fantastico "hobby". Ciao
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  41. l'alternativa è non dire , il che per quanto me ne concerne può anche essere lo stesso . Capisco e spero di venir capito che si possa annoiare , è legittimo ma sopratutto umano , ma nel contempo mi chiedo : dal momento che si è postata una moneta con una richiesta è educazione rispondere . Partendo da ciò , iniziano le digressioni del << per me è .....per me non è >> , molte volte si esagera , altre volte la discussione si rende interessate e di conseguenza ne nasce un confronto . E' invece grave , e di questo devo darle ragione , quanto un giudizio ( anche mio s'intende ) , possa pesare sulle scelte di un utente ed è una cosa che personalmente non riesco , perché non concepisco , a capire . Mi spiego meglio ; si chiede un'opinione di una moneta ed a tale richiesta ne seguono varie risposte ma , queste risposte , non solo vengono prese per oro colato , ma molte volte si agisce ( accettando o rifiutando lo stesso acquisto di quella moneta ) , in funzione delle opinioni di alcuni utenti ( lo affermo perché è successo ) . Ora , quello che vorrei capire è : si preferisce un'opinione , sincera , onesta , senza qualsivoglia interesse o una pietosa bugia che faccia contento l'utente ? . Intendiamoci , in entrambi i casi a me o ad altri e credo molti non cambierebbe la vita , ma credo anzi sospetto , che venga meno l'essenza e lo scopo di tale piattaforma numismatica . Infine , ciò che a me preme , sopratutto da questo spunto , critico ma sopratutto autocritico , è di invitare tutti gli utenti che richiedono un parere a non dare nulla per assoluto ma tutto per relativo . Si può sbagliare o si può indovinare , ma questo deve trascendere da una scelta già fatta e non da fare : ossia l'acquisto di una moneta . Saluto
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  42. pensa solo che due balle se dicessimo tutti la stessa cosa... :)
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  43. Salve Ho risistemato la foto del primo gettone postato aggiungendo la didascalia. D/ LUD . XVI . D G . FR . ET . NAV . REX . (Ludovicus decimus-sextus Dei Gratiâ Franciae Navarrae Rex). Testa di Luigi XVI a sinistra. C/R (sigla dell’incisore). R/ IOHAN . CHRISTIAN . REICH . R . P . (Johann Christian Reich. Rechen Pfennig). Stemma coronato. Le caratteristiche fisiche e le iscrizioni confermano che si tratta di un rechenpfennig di Johann Christian Reich. Il gettone è un’imitazione del Sol (o Sou) tipo ‘a scudo’ di Luigi XVI, una moneta in uso nei paesi di lingua francese corrispondente al nostro soldo tipo quella della foto. apollonia
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  44. Complimenti : da un po' di tempo non ammiravo tuoi bozzetti, era ora ! Molto bello anche questo !
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  45. A differenza delle monete postate precedentemente questo esemplare e' tutto leggibile Catalogato come : Denaro Secusino I Tipo Amedeo III Mir Savoia 15k La variante con le spine si vede di meno Anche qui l'attribuzione non e' certa , per bello stile e disposizione dei cunei alcuni studiosi propendono per Amedeo IV Voi cosa ne pensate
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  46. TAGLIO : 5 Cent STATO : Austria ANNO : 2002/... AUTORE : Josef Kaiser TEMA : Primula di montagna DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Acciaio placcato con rame (acciaio 94,35% - rame 5,65%) DIAMETRO : 21,25 mm SPESSORE : 1,67 mm PESO : 3,9 gr. CONTORNO : Liscio La moneta rappresenta un mazzetto di primule di montagna ( primula hirsuta ), ispirato al rispetto per l'ambiente e al ruolo svolto dall'Austria nell'elaborazione di una politica ambientale comunitaria e intorno la scritta 'FUNF EURO CENT'. Per lo stesso motivo, sono presenti una rosa alpina e una genziana sui 2 e 1 cent austriaci. La Primula. è un genere di piante della famiglia delle Primulacee, originario delle zone temperate di Europa, Asia e America. Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba. Comprende circa 500 specie di piante erbacee annuali e perenni, alte da pochi centimetri fino ad alcuni decimetri, con foglie basali a rosetta sessili o picciolate, fiori coloratissimi riuniti in ombrelle, capolini, grappoli o verticilli sovrapposti, circondati da brattee, sorretti da lunghi gambi. I frutti sono generalmente a capsula. Il genere Primula comprende numerose specie a distribuzione cosmopolita. La primula hirsuta , quella rappresentata sul 5 cent austriaco, è la più comune delle primule a fiore rosso che vivono sulle nostre montagne, ma anche sulle Alpi francesi, svizzere ed appunto austriache, perfino sui Pirenei, anche a quote relativamente basse. Pianta a rizoma abbastanza sottile e breve, con foglie a rosetta basale, per lo più bruscamente contratte in picciolo, dentate dalla base o da metà in su. Scapo più breve o uguale alle foglie, con ombrella a fiori pedicellati e con denti calicini allontanati dal tubo corollino, alta da 3 a 10 cm. Corolla rosso-sangue a lembo spianato. Vive sulle morene, sui pascoli alpini e nelle fessure delle rocce da 200 a 2500 m di altitudine. Fiorisce da aprile a luglio. Specie protetta in senso assoluto, nelle province di Bergamo e di Sondrio. Le più conosciute specie spontanee della flora italiana vi sono la Primula veris, nota col nome comune di primula odorosa o primavera odorosa, spontanea sulle prode dei fossati, sulle Alpi e gli Appennini, dove fiorisce alla fine dell'inverno, la Primula vulgaris, comune nei boschi, nota col nome comune di primaverina, e occhio di civetta, la Primula farinosa, dai fiori colorati di rosa o rossi, comune sulle Alpi. Va ricordata, tra le specie endemiche italiane la primula palinuri , endemica di alcuni tratti delle coste calcaree tirreniche lucane (Campania meridionale e Basilicata) e calabresi. Le sue stazioni delineano un areale ridotto e frammentato, ristretto alla fascia costiera campana di Capo Palinuro e degli Infreschi (Marina di Camerota), alle coste rocciose presso Scalea (in Calabria) e nell'unica località di Punta Caina sulla costa della Basilicata, presso Maratea .
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  47. - TAGLIO : 2 commemorativo - STATO : Slovenia - ANNO : 2010 - Vantaa - Scultore : Luc Luycx - Incisore : Goradz Učakar - TEMA : 200° Anniversario dell'orto botanico di Lubiana - Tiratura : 910.000 circolazione 5000 coincard FS 10.000 capsula FS - Data di emissione : 10/05/2010 Il giardino è rappresentato nella moneta commemorativa di 2 euro con un esemplare di Hladnikia pastinacifolia, specie endemica della Slovenia appartenente alla famiglia delle Apiaceae. I periodi di fioritura vanno da giugno a luglio. Il giardino botanico di Lubiana è listituzione più antica della Slovenia, nato nel 1810, sino ad oggi non ha mai interrotto la sua attività. Collabora attivamente con oltre 270 giardini botanici in tutto il mondo, con attività scientifiche e pedagogiche. Oltre alla salvaguardia delle specie endemiche del luogo, il giardino è suddiviso in diversi settori: lArboretum dove prevalgono gli alberi ad alto fusto, il settore ecologico dove sono distribuite le piante acquatiche e di palude dove è ricreato lhabitat ideale per il mantenimento di queste specie al di fuori del loro territorio di origine. Il settore ecologico/geografico dove sono presenti piante di origine montana. La serra, prettamente inerente a piante di origine tropicale dove lambiente e controllato artificialmente per mantenere temperature ed umidità costanti durante tutto larco dellanno.Infine il settore delle coltivazioni dove oltre alle aiuole, le piante vengono fatteriprodurre e studiate per motivi di ricerca.Allinterno dellorto si organizzano convegni, workshop, visite guidate a gruppi e scuole. I giardini rispettano i seguenti orari e giorni di apertura: Dal 1° aprile al 31 ottobre: dalle 7 alle 19. Dal 1° novembre al 31 marzo: dalle 7 alle 17. Luglio e agosto: dalle 7 alle 20 Orario di apertura della serra: Martedì, mercoledì e giovedì dalle 11.00 alle 17.00. Sabato dalle 10.00 alle 13.00. Dove: Ižanska cesta 15, Lubiana
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  48. salve, secondo voi oltre al valore qual'è la sua conservazione? consigli, giudizi e opinioni sono ben accettati. obbligato
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