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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/12/15 in tutte le aree
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@@claudioc47 ... per me non lo sapeva "Nessuno" .... fidati :drinks: .... e poi in qualche discussione, qualcuno mi dice che; "giro come una trottola senza pervenire ad un punto (almeno in pubblico) " ........... roba da matti. Questi sono argomenti che mai nessuno ha portato nelle discussioni di questo forum..... Si vuole lasciare tutto come era ? io non sono daccordo e quindi vado avanti per la mia strada. L'ho detto e lo ripeto, la monetazione di Napoli è in continuo sviluppo ed evoluzione, ricca di novità (anche grazie a chi stà impiegando una quantità notevole di energie, magari togliendole anche alla famiglia) .... non è che possiamo scrivere un articolo (nero su bianco) ogni giorno !! Molte volte, mi chiedo, ma chi me l'ho fa fare ? ma è l'amore per Napoli che mi calamita. Claudio .... sei daccordo su questo ?4 punti
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Una versione romanzata , ma non priva di una sottesa verità , un momento commovente per chi , come il generale Nunziante si ritrovò ad essere attendente di quel Re che ora , si trovava difronte al suo plotone d'esecuzione . Molto si è detto , e molto ancora si dirà , dal suo coraggio e alla sua gloria al momento in cui , voltò le spalle all'Impero , un gesto che , medita riflessione . Da poco l'Impero si è dissolto, ed a tante glorie , successi , onori militari di ogni singolo soldato , segue la dissoluzione dei reparti napoleonici , così a Milano [ di cui si ritroveranno gli esempi poi , del generale Teodoro Lechi ] , poi a Napoli , città nella quale , un Re , peraltro francese divenne napoletano . Ognuno di loro in cuor suo , manteneva una certa affezione , o comunque un certo sentimento nei suoi confronti , ad eccezione , s'intende di coloro i quali , furono i principali attori dell'arresto dell'ex Re di Napoli , costretto , per forza degli eventi , pagando ora il tradimento dell'ottobre 1813 , a ritornare , dalla Corsica , con un pugno di uomini alla conquista del suo regno . Era la domaenica dell'otto ottobre dell'anno 1815 , quando , dopo una faticosa navigazione , il Re Gioacchino , circondato dai suoi fedelissimi , sbarca nella spiaggia di Marina di Pizzo . Qui , accolto con una certa affezione dai cittadini del luogo , è seppur stanco ed avvilito dai recenti fatti accaduti , spronato a proseguire , la sua ultima avventura . Si avviano man mano dalla spiaggia , ove sono sbarcati , ad una località vicina , chiamata " Perrera " [ chi del luogo o comunque stato , saprà specificare meglio del sottoscritto ] , ed è qui che , il capitano Trentacapilli , fedelissimo borbonico , da poco ripristinato nel suo grado , raggiunge il manipolo di uomini , ed intima loro l'arresto . Un battibecco verbale che sfocia nell'estrazione reciproca delle pistola , la folla si accalca , la tensione sale , il Re ordina di non rispondere al fuoco ed esprime chiaramente la sua volontà di parlamentare , onde evitare spargimenti inutili di sangue . Il capitano , rozzo nei modi , lo ingiuria , lo offende , lo sbeffeggia . Il clima si surriscalda , il gruppo non può fronteggiare una situazione siffatta e così , decidono di reimbarcarsi , tentativo il quale , non riesce a funzionare , solo l'intervento poi , del conte Alcalà e del duca dell'infatado , riescono a far desistere la folla dal proseguire oltre , all'ingiuria . L'ex Re , viene arrestato e , previo avvertimento del generale Nunziante , inviato nella fortezza del coccodrillo , sita nella città di Pizzo . Qui , in meno di un giorno e mezzo , oltraggiato , derubato dallo stesso Trentacapilli , zelante ufficiale , sopratutto negli oltraggi ; riceve , la notizia della sua condanna a morte , mediante fucilazione . Una commissione , creata in fretta e furia dal sovrano restaurato , ora piegato all'invadenza inglese , decide per tale sentenza , riconoscendolo " nemico pubblico". [ quanta legalità in questa sentenza ?] Nei giorni che susseguono la prigionia , pochi , visto che il nemico è assai scomodo , sopratutto per ciò che rappresenta , ha il tempo per dare spazio all'uomo e mettere da parte sia il soldato che il re . Arriviamo al giorno 13 ottobre , data nella quale il Re Gioacchino riceve , prima il generale Nunziante , al quale recapita una lettera contenente una ciocca dei suoi splendidi capelli , per ricordo ai suoi figli ( Achille e Luciano ) ed una lettera per sua moglie Carolina : Cara Carolina del mio cuore, l’ora fatale è arrivata, morirò con l’ultimo dei supplizi, fra un’ora tu non avrai più marito e inostri figli non avranno più padre. Ricordatevi di me e tenetemi sempre nella vostra memoria. Muoio innocente e la vita mi è tolta da una sentenza ingiusta. Addio mio Achille; Addio mia Letizia. Addio mio Luciano; Addio mia Luisa. Mostratevi degni di me; vi lascio in una terra e in reame pieno di miei nemici; mostratevi superiori alle avversità e ricordatevi di non credervi più di quanto siete, pensando a ciò che siete stati. Addio, vi benedico. Non maledite mai la mia memoria; ricordatevi che il più grande dolore che provo nel mio supplizio è di morire lontano dai miei figli, da mia moglie e di non avere nessun amico che possa chiudermi gli occhi. Addio, mia Carolina, addio figli miei; ricevete la benedizione eterna, le mie calde lacrime ed i miei ultimi baci. Addio, Addio. Non dimenticate il vostro infelice padre! Così si congeda l'uomo Murat , mentre il soldato , darà dignità all'ultimo atto della sua vita . Nel colloquio con il generale Nunziante , al quale oltre a dare la lettera , riceve anche l'ora , alla quale avverrà l'esecuzione , chiede , di poter comandare il suo plotone . Il generale in questione , acconsente e , dopo una certa commozione , considerando il ruolo ricoperto da quest'ultimo , vicino al grande Re si congeda . Alle ore 16:30 il plotone , costituito da 12 uomini , si appresta a disporsi in posizione per eseguire gli ordini impartitegli : Il soldato prende possesso dell'uomo ed ordina , con una certa freddezza , calma , costanza, gli ordini di caricamento dei fucili . Comanda il fuoco , e dei 12 colpi 8 vanno in vano e 3 colpiscono il muro . Ed ecco che , l'affezione dei soldati napoletani si manifesta , soldati che hanno condiviso gloria e disgrazia con il loro Re , sopratutto la cavalleria , che arrivò ad essere la scorta dell'Imperatore Napoleone . Gioacchino ancora , rivolge nuovamente gli ordini al plotone , e questa volta , dopo la raccomandazione di non sfregiare il suo viso , cade a terra , tutto finisce , ma di quei 12 colpi solo pochi raggiungono veramente il cuore . L'atto di morte così recita : <<L'anno 1815 a dii dodici del mese di ottobre - Avanti a noi Gerolamo Tranquillo , Sindaco ed Uffiziale dello stato civile del comune di Pizzo , provincia della calabria ulteriore , sono comparsi : Nicola Moschella di anni 45 , domiciliato entro la città , di professione bastaso e Diego Galeano delle medesima professione , i quali hanno dichiarato che alle ore 21:00 di questa giornata del mese di ottobre 1815 è stato fucilato in questo castello Gioacchino Muratte Napolione ove era detenuto e si fece la commissione , di anni (45 ? ) di professione generale francese , domiciliato in questo castello , è morto nel suddetto domicilio . Per esecuzione della legge ci siamo trasferiti presso il defunto , ed avendo conosciuta , insieme ai dichiaranti , la sua effettiva morte ne abbiamo formato il presente atto , di cui s'è fatto lettura ai dichiaranti . ed indi si è segnato da noi . Essi dichiarano non sanno firmare >> Ma dov'è il corpo del Re ? , e di questo farò un altro post al seguito di quello presentato . Spero per tutti che la lettura sia stata piacevole . dedicata personalmente a @@francesco77 e @@Rex Neap che , con grande gentilezza ed umanità mi hanno accolto in questa sezione3 punti
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Buonasera a tutti :) Vorrei iniziare una discussione sui commerci internazionali del XIII-XV secolo. La mia scelta ricade su questo particolare periodo per due motivi. In primo luogo, credo che siano questi i secoli in cui l'Italia e il Mediterraneo siano all'apice della loro centralità nel mondo: con la scoperta dell'America, ma anche con la circumnavigazione dell'Africa, a mio modo di vedere, divennero scenari non più così centrali nell'economia globale. Inoltre, posticipando le ricerche al periodo 1500-1800 potremmo vedere diverse monete già documentate nella discussione "La saga dell'argento spagnolo", con il rischio di ripeterci. Vorrei però provare a fornire un elemento di “novità” in questa discussione. Vorrei infatti che protagonista della discussione fosse un ipotetico mercante italiano (genovese, veneziano, fiorentino…via via aggiungeremo città), che parte con delle merci e delle monete dalla sua città natale, per farvi ritorno, dopo un lungo viaggio nei porti mediterranei, carico di nuove merci e di monete delle città in cui è stato e con le quali è stato pagato. Focalizziamoci dunque sul “portafogli” di quel mercante, sulla storia che ha da raccontarci attraverso quelle monete. In questo modo potremmo avere l’occasione di parlare di monete italiane, monete estere (ma legate all’Italia per i rapporti commerciali), commerci, geografia e storia. Una discussione, spero, ad ampio respiro ma senza pretese scientifiche... Penso che un buon modo per partire potrebbe essere quello di decidere una città, trovare una mappa con le sue rotte commerciali e individuare le monete che il nostro mercante potrebbe aver scambiato con le sue merci. Oltre a quelle monete con le quali era partito, ovviamente :) Cosa ne pensate? Potrebbe essere interessante una discussione di questo genere? Matteo.3 punti
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La patinatura è un processo naturale, che oltre a dipendere dall'ambiente in cui viene a trovarsi la moneta, risente dei trascorsi di questa. Ho notato che se la patina viene asportata con l'apposito liquido, il tempo di patinatura è molto molto lungo. Consiglierei caldamente di non cercare escamotage per accelerare la formazione della patina. Più il processo è lento, più il risultato è gradevole. madre natura è un'artista formidabile, ma ha i suoi tempi, dovuti (il più delle volte) alle manomissioni dell'uomo. lasciamogli fare il suo lavoro, tempo al tempo... non deluderà ;) Questa moneta sono anni ed anni che sta riposando (complice il lavaggio subito)... e finalmente il processo è iniziato... e promette bene ;) Come era... come è...3 punti
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la mia è una medaglia francese di assicurazione contro gli incendi.. 18203 punti
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Precisando che la mia, più che una recensione, è una segnalazione (visto che ancora non l’ho letto tutto), indico i riferimenti di questa recente opera: Letteratura e denaro. Ideologie metafore rappresentazioni. Atti del XLI Convegno Interuniversitario, Bressanone, 11-14 luglio 2013 a cura di Alvaro Barbieri e Elisa Gregori Padova, Esedra editrice, 2014 (Quaderni del Circolo Filologico e Linguistico Padovano, 29) ISBN 88-6058-048-X Segnalando in particolare questo volume al curatore @@Liutprand, a @@dabbene, per il suo interesse specifico sulle presenze numismatiche nei Promessi Sposi (LINK), nonché a @@petronius arbiter, @@Ramossen, @@favaldar, @@apollonia, @@Littore, @@donax, @@tartachiara, @@Paleologo, @ziopaperone89, @entropia, @Flavio Burni, @Jan€ e @odjob – cioè a tutti gli utenti che intervennero nella discussione “Monete dalla letteratura” (LINK) – chiarisco subito che l’opera non è impostata dal punto di vista numismatico, ma letterario. In altri termini, la presenza del denaro o di specifici nominali all’interno di testi di letteratura non è analizzata con gli occhi del numismatico (che quindi andrebbe a caccia dell’individuazione delle monete specifiche e magari della correttezza delle citazioni) ma con quelli direi quasi del filologo. Meglio delle mie parole, comunque, chiariscono bene il contenuto del volume quelle riportate sulla quarta di copertina: “Il presente volume raccoglie gli interventi del XLI convegno interuniversitario di Bressanone (2013), dedicato allo studio del rapporto tra letteratura e denaro. Le grandi direttrici d’indagine della silloge si rivolgono alla funzione che il denaro svolge dentro la letteratura, con particolare riguardo a quelle opere in cui il denaro costituisce non un tema tra gli altri, ma il fuoco d’interesse principale e, forse ancor più, il dispositivo generatore dei significati del testo. I contributi – distribuiti lungo un arco cronologico che spazia dall’antichità ai giorni nostri – focalizzano l’attenzione sulla magia seduttrice del denaro, sul denaro come fattore determinante nella produzione e nel consumo dei prodotti letterari, ma anche sulle metafore del denaro e sul denaro come metafora. Imprevedibile e mobilissimo, il denaro prende vie diverse, volta a volta alimentando e frustrando i sogni di guadagno degli uomini in un gioco ininterrotto di profitti repentini e perdite inattese. L’ “odore” dei soldi, le scenografie precapitalistiche dell’oro come attributo del potere, le sirene della ricchezza e il tintinnio ipnotico della moneta, la forza corruttrice del denaro: sono temi di larga estensione diacronica che appaiono ripetutamente nelle letterature occidentali. Gli studi qui raccolti valorizzano gli elementi topici e ricorrenti di queste figurazioni, senza perdere di vista le specificità individuali e le determinazioni storico-culturali dei singoli testi”. Questa è la copertina: Nel prossimo post, invece, allego la scansione dell'indice3 punti
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______________ 1861 Nuova Scozia Vittoria (1819-1901) Half Cent - Rame3 punti
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Sì certo , massima llibertà ma mi piacerebbe che le religioni in generale fossero lasciate in pace! Sarebbe molto meglio! Perché essere irriverenti verso santi, dio e profeti a qualsiasi religione appartengano? Anche la bestemmia è una libertà espressiva ma di pessimo gusto! la fratellanza tra le genti e le razze la si raggiunge solo col rispetto delle usanze/fede altrui. Detto questo, bella moneta che in tutte le lingue sarebbe davvero apprezzabile per il messaggio!3 punti
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Mi chiamo Tommaso sono nato a Venezia nel 1305, ho sempre amato il mare e viaggiare, viaggiare con la mente ma anche con il corpo, presto ho capito che il mio lavoro era quello di navigare, di andare per mare.... Quando nacqui i trasporti incominciavano a prendere sempre più la via del mare piuttosto che quelle per terra, navigare per mare era diventato più veloce, a volte si potevano fare anche 160 km. al giorno, d'altronde io ero sempre su barche che trasportavano merci, a volte pesanti, e per terra trasportare merci era pesante, difficile, periglioso, antieconomico. E così iniziai a salire a bordo in quel di Venezia, iniziai con delle barche chiamate cocche più piccole delle navi, le cocche presero piede in Guascogna e attraverso lo stretto di Gibilterra entrarono nei nostri mari come pirati facendo molti danni. Le cocche furono adottate subito sia da veneziani,genovesi, catalani, veleggiavi più facilmente, in sicurezza, con tempi ridotti . Fu un po' un nuovo modo di navigare, quasi una rivoluzione, il trasporto marittimo delle merci diventava il mezzo preferito, andar per mare era un lavoro, un lavoro necessario, i mercanti ti affidavano le merci, a volte venivano anche loro per poi trattare e commerciare nei vari porti. Partivamo ovviamente da Venezia e arrivavamo sempre a Corfù, Corfù era il crocevia delle rotte, da lì si biforcavano in due le rotte o verso Est verso le colonie greche, a volte si andava ad Alessandria, a volte si puntava verso Rodi per poi andare a Famagosta e poi Beirut, a volte la rotta era invece verso ovest, si scendeva l'Italia, facendo scali in Sicilia, risalendo verso Napoli, Pisa, Marsiglia, Barcellona, a volte si puntava verso l'Africa, Tunisi, Algeri, Melilla e poi da Gibilterra verso Cadice, Lisbona per arrivare a Bruges o a Londra. Ho visto tutto e di più, di ogni porto ho dei ricordi, usanze, costumi, modi e stili di vita, ma la terraferma non mi mancava, io amavo il mare, le onde, l'avventura, e navigando facevo guadagnare i mercanti veneziani e trasportavamo un po' di tutto a seconda delle rotte. In ogni porto caricavamo acqua e cibo per il numeroso equipaggio, portavamo di solito cereali dal Nord Africa o il cotone siriano, il vino cretese, le più grandi cocche potevano trasportare anche 250 tonnellate di merci, Certamente erano Genova e Venezia a spartirsi il traffico marittimo del Mediterraneo e poi per le altre mete, Lubecca per esempio aveva traffici di circa un quinto delle due potenze marittime, si pagava in ducati, ma io di ducati personalmente ne ho visti pochi, i ducati li facevano girare i ricchi mercanti, ma a me bastava altro, io Tommaso nato a Venezia nel 1305 amavo il mare, l'avventura e la gente e le donne dei porti, la mia vita era questa e a me bastava, il mare....la mia vita...2 punti
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@@nando12 hai sbagliato secolo!! Lucenti è un incisore del 1670! Ha inciso medaglie di Papa Clemente X. Hai sbagliato sezione!! ahahahah!!2 punti
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il motivo per cui bisogna collezionare per passione vera, secondo me, è proprio questo... al di là dei prezzi e del mercato, si sarà sempre soddisfatti di ciò che si acquista. se invece si cerca l' affare puramente economico, il rischio di essere fregati non appena gira il vento è piuttosto concreto..2 punti
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@@cliff Come prima moneta direi che è un bell’esordio: complimenti. Non so come è stato descritto e classificato dal venditore questo bronzo, spesso confuso con uno molto simile che sul rovescio invece del gorytos (bow in bow-case, cioè arco nel suo fodero) ha arco e faretra (quiver + bow). Si tratta di un bronzo della Macedonia coniato tra circa il 325 a. C. e circa il 310 a. C., che il Price classifica come Unit (AE) = 4-calchi (emiobolo), incluso quindi nella categoria comprendente i bronzi di 16-20 mm di diametro e 5-8 g di peso. Il Price riporta tre esemplari del peso di 4,47 g, 5,33 g e 5,28 g, il più pesante dei quali è contromarcato con un triscele sul diritto. B e A alle estremità del fulmine sotto la clava sono le iniziali di BASILEOS ALEXANDROY, al genitivo, e si traducono quindi ‘di re Alessandro’ sottinteso ‘moneta’. Tieni presente che il titolo regale, che può anche comparire per esteso, indica che la moneta è postuma in quanto il Grande non lo ha mai aggiunto sulle monete coniate quando era in vita. Il Price cataloga il tuo bronzo col numero 373 a indicare la presenza del gorytos sotto il fulmine, mentre il numero 375 spetta al bronzo con arco e faretra, illustrato nella foto seguente. KINGS of MACEDON. Alexander III. 336-323 BC. Æ 18mm (5.22 gm). Macedonia mint. Struck circa 323-317 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / Thunderbolt with B A on either side between club of Herakles above and quiver below. Price 375; SNG Alpha Bank -. Choice VF, dark olive surfaces. Come ho detto all'inizio, può capitare che il 373 sia scambiato col 373 e viceversa, ad es. se il venditore non vede la differenza tra il gorytos (pezzo unico) e l'arco più la faretra (due pezzi). Qualche dettaglio sul gorytos lo trovi a pag. 81 di questa discussione, al post # 2019 http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-81 apollonia2 punti
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Austria, Francesco Giuseppe, 4 kreuzer2 punti
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mi adeguo alla bassa conservazione con questa: 25 centimos de Real isabella 2a :blum:2 punti
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Odio dirlo, ma posso ottenere un po ' più vicino a restrikes confederato di Scott che il catalogo di francobolli—ho alcuni Scott cataloghi di monete! Ma ovviamente non mi serve. Sai il vecchio detto: "Close only counts in horseshoes and hand grenades.” Catalogo delle monete di Scott è stato introdotto nel 1971, ed ecco una foto della copertina del 1976 2° edizione: Questi erano davvero superiori libri, ma non sapevo su di loro fino a primi anni '90, quando ho comprato il libro il catalogo aveva trasformato in Scott. Ecco, da circa 1990, ciò che è in vigore l'edizione 3rd del catalogo di Scott: Grazie ancora petronius, per avermi al collegamento di J.W. Scott per il confederato restrikes, ecc. Posto migliore che conosco per imparare sulle monete americane... Lamoneta.it, forum premier moneta italiana! v. ------------------------------------------------------- I hate to say it, but I can get a little closer to Scott’s Confederate restrikes than your stamp catalog—I have some Scott coin catalogs! But of course it does me no good. You know the old saying: “Close only counts in horseshoes and hand grenades.” Scott’s coin catalog was introduced in 1971, and here is a picture of the cover of the 1976 2nd edition: These were really superior books, but I didn’t know about them until the early ‘90s, when I bought the book the Scott catalog had morphed into. Here it is, from about 1990, what is in effect the 3rd edition of Scott’s catalog: Thanks again Petronius, for alerting me to the connection of J.W. Scott to the Confederate restrikes, etc. Best place I know to learn about American coins….Lamoneta.it , the premier Italian coin forum! v.2 punti
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e per finire la ciliegina sulla torta... :yahoo: Taglio: 20 cent Nazione: Germania J Anno: 2004 Tiratura: solo in divisionale :yahoo: Conservazione: BB Città: Milano2 punti
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Qualcuno dirà che la vedo con un po' di cinismo...per me alla fine cambia tutto ma non cambia niente: i tag garantiranno comunque una seconda vita alla sezione (anche se solo teorica), ma con uno spirito più volto alla partecipazione, cosa sempre buona e giusta. Per il resto si torna all'origine e, così come ci si divertiva prima, ci si divertirà ora2 punti
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Buona domenica a tutti, come inaugurare il nuovo anno se non con una moneta borbonica? al convegno modenese ho aggiunto questa mezza piastra che tipologicamente ancora non avevo;a mio avviso è il ritratto più espressivo del sovrano tra i 60 grana coniati da Ferdinando II. b'è come vi sembra? allego due foto fatte con esposizione differente... un saluto e un buon anno a tutta la sezione. marco1 punto
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ecco qualche "spunto" sull'ipotesi di cui sopra presa dalla "rete" fanno chiaro riferimento al Duca Guidubaldo II della Rovere. Infatti su ogni architrave si trovano i monogrammi e le sigle: G V DUX (Guidubaldo DUX) inframmezzati da una bombarda nell’atto dello scoppio, ma capovolta, ad indicare così il proposito del Signore del palaz- zo che era sì un “Signore della guerra” ma con intenzioni non aggressive all’interno della sua casa." (...) BOMBARDA ROVESCIATA: si é già parlato di questa impresa nella parte riguardante le finestre del cortile d’onore. Impresa già di Federico da Montefeltro ripresa dal Duca Guidubaldo come riferimento al suo avo. La bombarda era uno strumento di guerra piuttosto innovativo all’epoca, data la allora recente applicazione della polvere da sparo nella rea- lizzazione di nuove armi, e poiché il ducato era retto da un Signore che con le guerre aveva risollevato le sorti del proprio dominio, la bombarda diviene un emblemaeloquente di forza e affermazione di pote-re. Il fatto che nel Palazzo appaia sempre nell’atto dell’esplosione, ma rovesciata, sta a significare che la bellicosità del Signore nonviene rivolta all’inter-no della sua dimora e quindi del suo dominio1 punto
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Buonasera, argomento molto interessantee affascinante. Consiglio in tal senso a chi non lo avesse ancora letto il libro di Jacques Le Goffe, lo sterco del diavolo (il denaro nel medioevo) che declina moltissime informazioni utili sul periodo e l'argomento, in questione.Edito da Laterza in edizione economica, è scritto da quello che è da molti considerat il più illustre mediovalista e da sempre attento al ruolo del denaro.1 punto
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mi pare >Samosata Samosata SGI 1491 Antoninus Pius AE24 of Commagene, Samosata. AUTO KAI TI AIL ADRI ANTWNEINOC CEB EYC, laureate draped bust right / F L CAMOCATEWN MHTRO KOM, goddess seated left on rock holding corn ears, river god Euphrates swimming at her feet. Text Text http://www.wildwinds.com/coins/ric/antoninus_pius/_samosata_AE24_SGI_1491.jpg1 punto
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hai fatto solo bene! è una signora moneta che in alta conservazione come prezzi vola alto alto, secondo me a meno di cosi trovi solo delle monete che dopo poco ti stancano e le vuoi cambiare.. questa la terrai fino a che non trovi un lavoro fisso da 3000 euro al mese :good:1 punto
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DE GREGE EPICURI Direi Claudio e Agrippina Minore. Ora cerco la zecca; dovrebbe stare fra la Grecia, Creta e simili. Non ho il RPC, ma direi o Creta o Thyatira.1 punto
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Il quesito posto da @@adolfos sui denti del pettine non è affatto banale (e come poteva esserlo ;)?) E anche la risposta non è da meno, vista anche - ma non solo - la scarsa leggibilità di molti provisini in quel punto. Comunque, al di là delle considerazioni già fatte nei precedenti post, vi chiedo se per questo aspetto ravvisate o meno delle possibili differenze cronologiche: cioè se pensate che possa esservi un periodo nel quale si adotta una soluzione e in altro periodo altra, o se invece non ravvisate possibili differenze in questo senso e pensate che adottino solo una tecnica (p, o anche entrambe ma senza alcuna "regolarità". Vi chiederei inoltre di fare un piccolo gioco, secondo me utile per capire meglio tutti ciò di cui stiamo parlando, se ne avete voglia: ovvero di dire secondo voi come sono stati realizzati i denti negli esemplari che posto qui di seguito (potete indicarli per lettera, nel caso doveste distinguerli tra di loro). Vedo che non siamo numerosi a seguire la discussione, ma molto attenti, appassionati ed "occhiuti", quindi spero che vogliate partecipare. Ovviamente anche il parere di chi fino ad ora non ha preso parte attivamente, ma avesse delle idee in merito, è più che benvenuto :). In attesa di vostre nuove, un caro saluto a tutt* MB P.S. Non so perchè ma non vuole caricare il provisino F : provo con il prossimo post altrimenti...pazienza!1 punto
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bella moneta e raretta, non semplice a trovarla bellina e se c'è anche il prezzo, tanto meglio.1 punto
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@@Silver70 quando sono monete in asta conviene chiedere informazioni tramite messaggio privato.1 punto
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______________ 1861 Francia Napoleone III° (1808-1874) 10 Centimes - Rame1 punto
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In fatto di arte e collezionismo la crisi penso abbia un effetto "marginale", una "caravella con le vele al contrario" non ha dimezzato il suo prezzo, i divisionali di san Marino invece si (ok è sceso il prezzo dell'argento, ma anche, a quanto pare, l'interesse dei collezionisti). penso alle emissioni odierne o per lo meno recenti, tipo i divisionali del Vaticano 2002, si vendono ancora a quelle cifre forti? o si vedono solo i prezzi esposti, ma la "foga" è finita?1 punto
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Sempre meno apprezzato il rame di Vittorio Emanuele III, non necessariamente deve essere al top della conservazione per essere bello, anche un pochino più...stanco, fa sempre la sua figura, per soggetti e incisione, sono sempre delle belle monetine!1 punto
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@@Lafayette basta il bordo . Come falso è assai malfatto :)1 punto
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@@Silver70 Concordo con @@francesco77. Al R/ oltre ai giglietti, le onorificenze del collare sono tutte ben visibili;, quella al centro dello stemma più che usura sembra uno schiacciamento di conio. Schiacciamento che ritroviamo al D/ sul volto del sovrano, che presenta qualche segno di usura sul mento, sul naso e sulla base del collo. I fondi di entrambe i lati sembrano piuttosto puliti, con qualche piccola mancanza di metallo al D/. Le legende sono tutte nitide e non presentano segni di usura ed il conio è ben centrato nel tondello. Ovviamente bisognerebbe vederla in mano, ma non è niente male per la tipologia, ne ho viste di ben peggiori classificate BB.1 punto
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Ciao consiglio personale, i cataloghi del genere vanno bene per avere un'idea, ma se vuoi avere un'idea reale delle valutazioni sfoglia tanti cataloghi di aste correnti, per esempio su sixbid o i vari data base come ac search o wildwinds, così puoi farti un'idea esatta su consevazione/valutazione che sui vari libri è a interpretazione. Il mercato reale è tutta un'altra cosa, influenzato da una moltitudine di parametri e purtroppo da mode. Silvio PS io ho in parecchi libri sulle valutazioni ma li uso solo per catalogare.1 punto
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Questo lo capisco. Ma non è che io abbia tanto margine di manovra, per ogni copia ho fissato la favolosa cifra di 12 centesimi di diritto d'autore (potrei abbassare il prezzo su ebay inglese o americano in cui invece c'e' di piu' per scoraggiare l'acquisto in sterline o dollari, ma convertita la cifra rimarrebbe quella). Però ti puoi salvare con la risposta sotto. No, non esistono, ma tutti gli articoli -prima o poi- appariranno sul nostro portale: http://numismaticamente.it/1 punto
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Ah ok, non avevo capito!! :D Allora l'eliminazione dei "trattini" fra le stelle al diritto nel pezzo da 2000 Reis, mi ricorda moltissimo l'eliminazione dei raggi fra le stelle al rovescio degli "Shield Nickels" made in USA nel 1867...forse per la stessa motivazione...;)1 punto
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Su 68 ne devo ancora identificare 25. 3 sono ancora in giacenza sul forum senza soluzione ed un paio sono illeggibili e mi vergogno a postarle. Per il momento mi sono imbattuto in tante zecche italiane tranne un paio francesi esattamente Avignone e Provenza. Per quanto riguarda le zecche italiane segnalo una nutrita presenza per le emissioni dei Savoia, a seguire Mantova, Milano, Casale Monferrato, Savona, Genova, Padova (1), senato romano, Firenze, Manfredonia, Salerno...ci sono frazioni di follaro da esaminare. Per Venezia ho trovato e classificato una sola moneta: bezzo anonimo da 6 bagattini legge 20 aprile 1619 che Ti allego. Ho deciso di fare l'esame da perito con il grandissimo Giovanni Paoletti di Trieste dopo che ho visionato la perizia del Catalli sulla mia collezione sequestrata e poi restituita (senza parole....il Giudice ha scritto che ha dichiarato illazioni...sentenza postata in questioni legali) Ciao Fabry un caro saluto Antonio1 punto
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In questa dramma (CNG 321) che non è di Filippo III Arridèo in nome di Alessandro Magno, ma di Alessandro Magno in quanto è il suo nome inciso sul rovescio, il tirso si trova sotto il trono. KINGS of MACEDON. Philip III Arrhidaios. 323-317 BC. AR Drachm (17mm, 4.22 g, 12h). In the name of Alexander III. Magnesia ad Maeandrum mint. Struck under Menander or Kleitos, circa 323-319 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; thyrsos below throne. Price –; Hersh 35. Good VF, toned. Well centered. Rare with thyrsos below throne. apollonia1 punto
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È una tipologia che conosco bene perché ricordo che appena iniziai a collezionare iniziarono ad affiorare sul mercato molti di questi esemplari con capigliatura "scapigliata" e tutti in conservazione eccezionale, una sorta di ripostigli di monete tutti fdc e q.fdc con fondi lucenti. Chi colleziona Napoli da molto tempo ricorderà bene che fino al 1985-1988 le mezze piastre "scapigliate" erano tutte di grande rarità, specialmente le 1846. Non vorrei sbagliarmi ma proprio su questa tipologia è stato scritto un articolo in un vecchio bollettino del circolo numismatico napoletano (magari qualcuno di voi potrebbe postare qui il link). Solo alcuni decenni fa era una tipologia sconosciuta. Per me l'esemplare di gallo83 proviene da questi vecchi ripostigli, certamente spl/fdc. Vediamo se possibile foto a luce naturale. Grazie1 punto
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Ci risiamo…stamane il vento fischia forte tra uno scroscio d’acqua e l’altro, credo Caesar che anche per oggi ci si debba accontentare del tepore del fuoco sotto la tenda e di un buona sorsata di Kefir, da queste parti aggiungono al latte d’asina la frutta matura che gli dà un profumo irresistibile. A proposito George sino ad ora abbiamo parlato dell’Est; ma tra un po’ mi pare di capire che Roma, che proprio ad Oriente non è, entrerà pesantemente nei fatti dell’Est; perché non approfittare dunque di questa forzata sosta per rivisitare l’Occidente mediterraneo del 3° secolo A.Ch.? Perché no! Vedi Caesar nel 3° secolo A.Ch. L’Occidente mediterraneo era sfuggito alla tempesta che aveva così profondamente trasformato l’Oriente vuoi per la prematura morte di Alessandro Magno; ma soprattutto perché un vero e proprio Impero Occidentale non c’era; nulla che avesse l’apparenza di unità quale caratterizzava l’Impero Persiano ne una struttura ben definita ove ad un potere fosse facilmente possibile sostituirne un altro. Vero è che il tentativo di creare un impero o quanto meno un regno ellenistico occidentale fu operato dai regnanti dell’Epiro: Alessandro il Molosso e Pirro, lontani parenti di Alessandro Magno per parte di madre, i quali erano stati esclusi, dopo la morte del Macedone, dai domini dell’Est e cercavano così una rivalsa cercando di incorporare nel loro regno le città della Magna Grecia sulla costa Occidentale dell’Italia. Entrambe trovarono forti e temibili avversari: negli abitanti della Puglia, nei Lucani, nella sorgente potenza di Roma ed in quella già affermatasi di Cartagine la quale per sua parte aveva già forse fatto il pensiero di riunire sotto il suo dominio l’intero bacino del Mediterraneo. Come la coda di una cometa nel 5° e 4° secolo A.Ch. le più importanti città della Grecia avevano costellato la costa Calabra e la Sicilia di colonie spingendosi, su, su, oltre lo stretto di Messina sin verso la Campania: a Poseidonia, nel Golfo di Salerno. Nell’Italia meridionale la città più importante era Taranto, fondata dai Dori; era stata la “Testa di ponte”dell’Ellenismo ed ora, nel 3° secolo A.Ch. era la metropoli spirituale della Magna Grecia tuttavia sempre contrastata da Bruzii e Lucani ed è per questo che nel tempo aveva dovuto fare ricorso all’aiuto di milizie Greche. Archidamo di Sparta trovò la morte nel 338 A.Ch. nella difesa di Taranto. Alessandro il Molosso, fratello di Olimpiade, madre di Alessandro Magno e moglie di Filippo 2° di Macedonia, cadde contro i Lucani nel 330 A.Ch. Cleonimo, principe Spartano che pure era riuscito ad incorallare molteplici vittorie contro i barbari dell’interno, venne alla fine allontanato da Taranto a causa della sua insopportabile tirannia ( 301 A.Ch.) I popoli dell’interno: Bruzii, Lucani e Sanniti non erano i soli a limitare l’espansione territoriale della Magna Grecia; ma anche il nuovo astro sorgente del centro Italia: Roma attraeva con la sua politica gli insediamenti Greci minori. Turi, attaccata dai Lucani piuttosto che chiedere aiuto a Cleonimo, protettore invadente, si rivolse a Roma anche per liberarsi dal pericolo di una tutela tirannica ed asfissiante. In cambio del protettorato la “Città Eterna” lasciava alle associate ampia attività di governo ne interagiva sul costume e sulle consuetudini dei popoli accontentandosi di chiedere un lieve contributo e l’invio, in caso di guerra, di soldati che inseriti in un complesso militare organico e ben strutturato, qual’era l’esercito di Roma, potessero difendere la propria città oltre che Roma stessa. Vinta la pressione dei Sanniti, i territori cui era possibile rivolgersi anche attraverso la fagocitosi degli insediamenti Greci, era il Sud della penisola; va da sé che questo la portava inesorabilmente in “Rotta di Collisione”con la più grande metropoli della Magna Grecia. Il conflitto appariva ormai inevitabile e quando nel 282°.Ch. le bireme romane oltrepassarono Capo Licinio fu guerra dichiarata ; Taranto chiese aiuto a Pirro, nuovo Re dell’Epiro il quale, come il suo predecessore, non si lasciò sfuggire l’occasione allettato dall’idea di potersi costruire un impero in Occidente. I fatti sono noti; nello scontro iniziale tra la falange macedone e la legione romana fu la prima ad avere la meglio grazie anche alla presenza di elefanti, animali sconosciuti ai Romani; ma gravi furono le perdite del Re dell’Epiro che in un secondo scontro con i Romani, nei pressi dell’attuale Benevento, ebbe la peggio e fu costretto a rimpatriare. Moneta dracma o statere tarantino con Taras su delfino Lo strascico degli insediamenti coloniali Greci si proiettava anche sulle coste della Sicilia Occidentale e qui Siracusa aveva sull’isola un ruolo simile a quello di Taranto sul continente. Più che i barbari dell’interno erano i mercanti imperialisti di Cartagine che limitavano l’attività e l’espansione siracusana. Al tempo di Timoleone l’isola era divisa in due zone d’influenza separate dal fiume Alico; ad Oriente erano i Greci, i Punici ad Occidente e per lungo tempo questo tacito accordo venne onestamente rispettato da entrambe le parti; ma alla morte di Timoleone ca. 337 A.Ch. Siracusa cadeva nelle mani del tiranno Agatocle che nel 304 A.Ch. si fece nominare e Re e mantenne la carica sino alla morte nel 289 A.Ch. Fu sotto Agatocle che l’equilibrio si ruppe, il siracusano dopo aver assoggettato con metodi spesso brutali e crudeli le città siciliane ostili a Siracusa, nel 312 A.Ch. occupò Messina; ma nel 311 A.Ch. nel tentativo di impadronirsi di Agrigento si trovò di fronte: Amilcare, un governatore punico energico e risoluto il quale non solo lo sconfisse; ma pose l’assedio alla stessa Siracusa. Con audacia incredibile Agatocle passò con l’esercito in Africa portando guasto nei dintorni da Cartagine. I Punici tolsero l’assedio e dopo alterne vicende, nel 307 A.Ch. anche il tiranno siracusano abbandonò l’Africa; quando morì lasciò una Sicilia quasi interamente unificata in cui trionfava l’ellenismo. Moneta d’Argento (dracma o Statere siracusano) meglio se di Agatocle) Oltre alle città delle Magna Grecia, sul continente Italiano ed in Sicilia, esisteva, nel 3° secolo A.Ch. un terzo importante centro ellenistico a Marsiglia. Le prime colonie focesi che la fondarono furono inizialmente osteggiate sia dai Cartaginesi per mare che dai Galli sulla costa; ma successivamente riuscirono a consolidare la loro posizione ed estesero la zona d’influenza dei loro commerci dal Rodano e le Alpi, da una parte, sino ai Pirenei dall’altra. Quando scoppierà il conflitto tra Roma e Cartagine prima e con i Galli poi i Marsigliesi non avranno dubbi e prenderanno le parti dei latini. Nel corso del 5° secolo A.Ch. e nella maggior parte del 4° secolo, la città capitale dei Semiti occidentali era rimasta isolata dal mondo orientale, dal quale la escludeva la potenza marittima di Atene Il Grande Macedone che nel 332 aveva posto sotto assedio Tiro, l’antica metropoli da cui derivava Cartagine e forse in cuor suo aveva pensato di liberare l’ellenismo anche dalla morsa Cartaginese. Dopo la sua morte, strane le cose del mondo, Cartagine anziché rappresentarne un freno fu per l’ellenismo un nuovo spunto di lancio. Era successo che Tolomeo Sotere, nel suo sforzo di rendersi indipendente dal grande impero di Alessandro, aveva preso contatti con la Cirenaica e con i paesi vicini alla regione di Tiro…associarsi, per Cartagine, fu un fatto naturale…tanto naturale che la moneta del regno di Tolomeo si discostò dal piede Greco per allinearsi al sistema Fenicio e d’altro canto Cartagine che negli scambi commerciali da sempre aveva utilizzato il baratto, iniziò ad emettere monete conformi al sistema tolemaico. Moneta Cartaginese in Ag con Tanit e cavallo Gli interessi dei Tolomei e quelli di Cartagine trovarono punti di contatto nel fatto che i mercati occidentali, in mano ai punici, divennero accessibili agli alessandrini che per parte loro fornirono ai cartaginesi i prodotti dell’industria greca inoltre la produzione agricola dell’entroterra fertile africano, trovava accesso nella Grecia classica il cui terreno povero e sassoso permetteva solo lo sviluppo di: Fichi, olivo e vite tutte coltivazioni che richiedono terreni di scarsa fertilità; i cereali si dovevano importare. A questo proposito si pensi al cartaginese Magone che scrisse all’epoca uno dei più celebri trattati di agronomia dell’antichità. Dalle coste cartaginesi derivava inoltre il tessuto rosso “Porpora” tanto gradito al mondo Greco e Romano. Lo sviluppo del commercio cartaginese portò i Punici, attraverso le coste occidentali della Sardegna e della Corsica ad approvvigionarsi dei minerali presenti nella Spagna o provenienti dalla Britannia insulare, come lo Stagno. Da molti secoli nell’Europa Occidentale e Centrale si estendeva, su vasti territori, una civiltà barbarica rappresentata da un insieme di popoli che utilizzavano una lingua: “Celtico comune” che costituisce il ramo occidentale della grande famiglia linguistica Indo-Europea; come i Romani e fors’anche gli Etruschi, il complesso culturale celtico sembra non abbia avuto origine da una “Razza Celtica” ma che sia stato il risultato di una fusione tra elementi etnici diversi, sovrapposti da tempi più remoti nell’area Renana e Danubiana. Difficile definire l’esatto periodo in cui questa evoluzione culturale che a noi appare improntata a continuità, si palesò come “Civiltà Celtica” ma è certo che in quest’area si definì una civiltà: quella di Hallstatt, caratterizzata dalla lavorazione del Ferro che andò a sostituire quella del bronzo con tutte le conseguenze socio economiche e culturali che portarono alla tendenza dei Celti a raggrupparsi sotto la guida di un Re. La civiltà di Hallstatt si diffuse dal Danubio alla Spagna e sfociò poi nella civiltà detta. “La Téne” che verso la fine del 6° secolo A.Ch. e nei successivi vide aprirsi rapporti di scambio commerciale con Greci ed Etruschi. Le testimonianze storiche parlano di orde migratorie di guerrieri barbari che imperniavano il modo di combattere sul valore del singolo che nel duello si presentava al nemico in tutta la sua possanza fisica: nudo ed esagitato come un demone. La sfida tra singoli combattenti, tanto in voga al tempo di Omero era oramai caduta in disuso presso i Greci ed i Romani consideravano il duello tra singoli come fonte generatrice di indisciplina . L’uso della spada in Ferro soppiantò quella confezionata con il Bronzo, meno resistente e più facile alla rottura; la sua forma si modificò nel tempo divenendo più corta e più tozza ancorchè più tagliente…una specie di “Daga” per evitare che potesse piegarsi sotto l’urto di punta. Fu così che l’ondata dei Celti si spinse verso la penisola Iberica: sono i “Celtiberi” in cui si parla nella lotta tra Roma e Cartagine; ma anche la Bretagna insulare ebbe a risentire di queste migrazioni che si spinsero, diametralmente opposte, anche all’Italia ed al tempo di Cesare furono indicate come: “Galli” Le tribù insediate nella valle del Reno e del Danubio, sotto la spinta dell’accrescimento demografico tentarono la via del Sud alla ricerca di ricchezza e di terreni più fertili; una cinquantina d’anno dopo la morte di Alessandro Magno ritroviamo queste bande di armati, discese attraverso l’Illiria, a minacciare la stessa Grecia Classica prima di penetrare in Asia Minore dove fonderanno lo stato dei “Galati” Argentea moneta celtica Caesar abbiamo così chiuso l’anello che vede, a grandi linee, la storia dei popoli occidentali che nel 3° secolo A.Ch. circondavano il Mediterraneo George, sbaglio o di Roma che era poi l’oggetto delle nostre odierne riflessioni, abbiamo detto un po’ pochino? Ebbene si, me la sono tenuta per ultima; era doveroso dare prima una panoramica, anche se molto, forse troppo stringata del contesto in cui Roma si sviluppò perché fu proprio la Città Eterma a raccogliere il testimone dalla storia per dare origine al grande Impero Occidentale che dal 3° secolo a.Ch sino almeno al 3° secolo D.Ch. impose il suo riflesso sulle civiltà dell’epoca…poi sarà tutta un’altra storia; ma ti accontento subito Non cercare, in quel che segue, troppo rigore storico, mi metteresti in imbarazzo e ne resteresti deluso; ma con il pensiero libero, gli americani usano l’espressione: “Brain Storming” riviviamo assieme l’età della prima Roma. Incuneata tra i Monti della Tolfa, a nord ed i monti Lapini a sud giace ampia pianura dove il fiume Tevere si distende in tortuosi meandri prima di sfociare al mare; su questa landa insalubre ed acquitrinosa, dove la zanzara anofele imperversava ( l’aes albopictus; leggi: “Zanzara tigre” allora non era conosciuta o forse non esisteva) sorgono sette…otto collinette e su quelle , pochi disperati conducevano una vita agra, estranea al vicino, opulento mondo estrusco, ricco di commerci, effettuati per lo più via terra; ma che non disdegnava i contatti via mare partendo dai più riparati e salubri approdi di Telamone e di Baratti. Alla confluenza col mare, abitanti rivieraschi del Tevere, in parte stanziali, in parte venuti chissà da dove, quasi sicuramente per questa via, le cui tracce di insediamento sono state ritrovate sul Palatino: i RAMNES facevano da tramite, per lo scambio, con i popoli venuti di là dal mare, delle merci prodotte dagli ALBENSES (Tities), popolazione dei colli Albani, discendenti diretti dei Villanoviani; tracce del loro insediamento si trovano sul Celio e l’Esquilino, e dei SABINI (Luceres; Quiriti); montanari scesi a valle dalla zona di Rieti le cui tracce sono state ritrovate sul Quirinale. Furono questi tre raggruppamenti etnici che il 21 Aprile dell’anno 753 A.Ch. si unirono per fondare una città che prese il nome di Roma; dai Ramnes appunto e “Romani” si chiamarono i suoi abitanti. Un Re; Un Senato costituito da 100 Patres; 300 da Tarquinio Prisco in poi; tre gruppi etnici ognuno dei quali era rappresentato da 10 curie che fornivano ciascuna: 100 fanti e 10 cavalieri ad un esercito forte di 3.000 fanti e 300 cavalieri: questa era Roma e la sua “Legione” Alla “Classe gentilizia” della nuova città si affiancava la “Plebe” Insieme di uomini liberi dediti alle arti, al commercio, all’artigianato… né poteva mancare, come in tutte le civiltà dell’epoca, la classe dei diseredati e degli schiavi. Nello slalom speciale della storia di questa città, la prima bandierina delimita i re: sette Re, dal quinto in poi di origini etrusche che segnarono il percorso crescente di questa nuova entità: ROMA. Le prime ad affermarsi furono le istituzioni civili e militari, per la difesa della propria indipendenza da chi dall’esterno avversava la nuova istituzione, paventandone lo sviluppo oppure, come gli Etruschi che resisi conto della potenzialità economica della nuova città, cercavano di sfruttarla per i propri fini sino ad insediare al supremo potere di re, uomini di origine Etrusca. Un cenno particolare merita Servio Tullio (Mastarna) che tra le altre cose dopo aver cinto di mura la città, riformò l’esercito chiamando a parteciparvi tutti i cittadini, in funzione del loro patrimonio, riuniti in sei classi a seconda del loro censo. Cartina di Roma serviana Ne uscirono 193 centurie ciascuna delle quali composta da 60 uomini alla guida del “Centurione” due centurie costituivano: un manipolo; 30 manipoli ( 60 centurie) costituivano la “Legione” coadiuvata da 300 “Cavalieri” raggruppati in 10 “Torme” di 30 cavalieri ciascuna, il cui comando era affidato al “Decurione” In totale, con Servio Tullio, erano già disponibili 3 legioni; composte da 3.600 “Fanti” e 300 “Cavalieri” ciascuna che nella guerra contro Veio (405 – 396 A.ch.) saliranno a quattro, alla guida del “Dittatore” Furio Camillo il quale, per la prima volta concesse una paga ai soldati e versato un contributo ai cavalieri, ai meno abbienti dei quali era addirittura passato il “ Cavallo pubblico” a spese dello Stato. Ho ritenuto opportuna questa breve digressione sull’esercito perché dopo la seconda guerra punica la politica di Roma già improntata ad una forte valenza militare, con scopi difensivi, diverrà espansionistica rivolgendosi in primis al mondo ellenico: Ricordiamo che la presa di Siracusa è di quel periodo ( 202 A.Ch.) ed anche Filippo 5° di Macedonia alleato dei Galli a loro volta sostenitori dei Punici dovranno patire l’impeto di Roma e siamo al 197 A.Ch. con la battaglia di Cinocefale; ma non anticipiamo i tempi. Nella Roma arcaica il compito di difendere la città era considerato un diritto dovere sacrale cui erano chiamati anzitutto i cittadini padri della patria: I patrizi che erano anche economicamente più avvantaggiati rispetto agli altri; d’altro canto le armi e l’equipaggiamento erano costosi ed a totale carico dei soldati e solo i più facoltosi erano in grado di procurarsele. L’esercito di Roma era un esercito di fanti in cui il ruolo della cavalleria era marginale; attestata sui fianchi della legione, per proteggerla dagli aggiramenti, era tuttavia pronta ad inseguire il nemico in fuga ed in caso di necessità estrema il cavaliere smontava e combatteva a piedi: l’animale era un bene troppo prezioso perché venisse compromesso, del resto ancora non era in uso la staffa per cui risultava difficoltoso mantenere un equilibrio stabile durante lo scontro. I compiti prevalenti della cavalleria, oltre quelli già menzionati, si limitavano alla ricognizione del territorio ed al recapito dei messaggi. Ogni famiglia, delle tre “gens” che avevano fondato Roma, forniva contingenti propri coadiuvati da: Clienti, amici e servi che si raggruppavano assieme e tale vicinanza era per il milite garanzia di massimo impegno per la difesa di se stesso e dei familiari ed orgoglio per la salvaguardia e l’accrescimento del proprio onore…”Pulcher et gaudium est pro patria mori”…. guai tradirlo, avrebbe portato discredito a tutta la famiglia, alla “Gens” di appartenenza. Fu la determinazione e la saldezza nell’esercito che permise, al lago Regillo, di sconfiggere le forze etrusche e latine coalizzate nel tentativo di ripristinare in Roma, la monarchia dei Tarquini. La battaglia vinta sul lago Regillo portò ad una svolta decisiva che trasformò la “Città Eterna” da Stato che lottava per la sopravvivenza a Potenza regionale in piena espansione. Già ti ho accennato a come i Romani erano preferiti dalle città elleniche dell’interno nel loro contrasto con Bruzii; Sanniti e Lucani ritenendo male minore l’associazione a Roma piuttosto che l’aiuto dell’egemone Taranto Durante l’avventura punica del 3° secolo A.Ch. dopo Canne, con l’esercito ridotto a misera cosa, i romani reclutarono persino gli schiavi; ma dopo aver sconfitto Annibale, a Zama, non ci furono più freni all’espansione territoriale romana, fuori dalla penisola. Nel 2° secolo A.Ch. vennero allestite sino a 23 legioni, per un numero di soldati al limite delle possibilità demografiche di Roma e dell’Italia intera; arruolati con ferme pluriennali anche i cittadini con censo molto basso, lo Stato forniva loro: armi e paga. Nella cavalleria era oramai diventato d’uso comune concedere il “Cavallo pubblico” ai soldati che non potevano permettersi il mantenimento del nobile animale. Il reclutamento avveniva una volta all’anno; erano i consoli a fissare la data in cui tutti gli uomini in grado di portare le armi erano tenuti a presentarsi. Al momento del congedo molti cercavano un nuovo ingaggio divenendo di fatto professionisti della guerra il cui presente e futuro dipendeva, in gran parte, dal comandante che assegnava loro: Premi, indennità, promozioni e quote di bottino; tutto li legava al comandante… la clientela tipica della società civile romana, si era riversata nell’ambito militare L’esercito non era più legato alla Repubblica di quanto non lo fosse al comandante che lo utilizzava quale strumento delle proprie ambizioni; con la riforma di Augusto poi, venne aggiunto il giuramento di fedeltà dei soldati all’Imperatore, quale comandante in capo dell’esercito e tanto basti. Durante la Repubblica; Due magistrati: i Consoli, scelti annualmente tra i patrizi, sostituirono il re assommando nelle loro mani tutto il potere: civile e militare. In caso di estremo pericolo i consoli venivano sostituiti dal “Dittatore” coadiuvato da “Magister Aequitum” ovviamente responsabile della cavalleria oltre che da tre “Tribuni Militari” Il “Senato” formato dai rappresentanti delle famiglie patrizie, continuava la sua opera e più che organo di consulto, costituiva il timone della Repubblica. Con l’istituzione del sistema di governo repubblicano, imperativo divenne l’accordo della nuova istituzione con Cartagine. Gli inizi della Repubblica furono scanditi dalla lotta contro gli Etruschi ed i paesi confinanti oltre che dalle difficoltà interne, dovute alle rivendicazioni della Plebe su cui ricadeva “Magna pars” dello sforzo bellico: nel 494 A.Ch. si registrò la secessione sul Monte Sacro e …chi non ricorda il discorso tenuto da Menenio Agrippa sulle membra che assieme contribuiscono all’unità ed alla salute del corpo umano ? Gli scontri ripresero e sul palcoscenico del teatro storico romano si avvicendarono, di volta in volta: Volsci ed Ernici, Veienti e Sabini ed ancora Anziati (da Anzio) ed Equi. Tutto questo sino al 450 A. Ch. anno in cui i Decemviri… un collegio istituito in sostituzione dei consoli a seguito del perdurare dei contrasti tra Patrizi e Plebei… con la “Legge delle XII Tavole” istituirono, tra l’altro, la forma monetale romana “Moderna” sulla base dell’Asse Librale; in precedenza venivano utilizzate verghe di metallo più o meno decorate con: cavalli alati, buoi, delfini Asse Librale e verga con bue Vennero rafforzate le istituzioni, con la creazione dei “Censori”… e le guerre ripresero e si spostarono via, via, verso Sud, sino in Campania: a Cuma e nel territorio sannitico; ma continuò, nel contempo, il contrasto con le città Etrusche e Veio fu una delle prime a farne le spese Gli inizi del nuovo secolo ( 390 A.Ch.) fecero registrare la calata dei “Galli” guidati da Brenno, su Roma…l’immaginario collettivo ricorda la storia delle oche capitoline e di Tarpeia traditrice, sepolta dagli scudi degli invasori. Denaro d’Argento con Tarpeia Nel 360 A.Ch. l’episodio dei Galli si concluse definitivamente ad opera del Dittatore: T. Quintio Pennio Capitolino e del console: C. Petelio Libone Visulo… e le guerre continuarono: ancora con gli Erici ed i Sabini, venne poi la volta dei Privernati, dei Tusci, dei Tiburtini mentre sul fronte etrusco a cedere ai romani fu Caere, l’odierna: Cerveteri. Nel 343 A.Ch. Capua, minacciata dalle mire espansionistiche dei Sanniti, chiese aiuto a Roma la quale si impegnò in tre lunghe e sanguinose campagne militari prima di aver ragione del bellicoso popolo dei Sanniti. Siamo al 290 A.Ch., altra bandierina, altro momento topico… in poco più di 200 anni Roma aveva acquisito il dominio del centro sud: Lazio, Etruria, Umbria, Sabinia, Sannio e Campania erano oramai in suo potere…la rotta di collisione con la potenza delle colonie che costituivano la Magna Grecia si avvicinava sempre di più e nel 282 A.Ch. sfociò a seguito del conflitto con Taranto: Alcune navi romane avevano sconfinato oltre capo Licino, indicato da un contratto stipulato nel 303 A.Ch. come limite invalicabile della sfera di influenza romana, in acque greche e tanto bastò. Il console L. Emilio Barbulo ebbe la meglio su Tarantini, Sanniti e Salentini; ma come già abbiamo accennato, Roma aveva fatto i conti senza l’oste che in questo caso portava il nome di Pirro, re dell’Epiro il quale smanioso di gloria, chiamato dai Tarantini in soccorso, giunse in Italia e sbaragliò i romani nella battaglia di Eraclea: fu il primo scontro tra la “Falange macedone” e la “Legione romana” La presenza degli elefanti, sconosciuti ai romani, fece pendere l’ago della bilancia da parte greca. Vi furono tentativi di pacificazione, sempre dai romani respinti, sì che Pirro si volse contro i Cartaginesi nel tentativo di aiutare i Siracusani a liberarsi della morsa punica. Dopo qualche successo iniziale venne però sconfitto, riprese così la lotta contro i romani; ma nei pressi di Malaventum, per l’occasione ribattezzata: Beneventum, patì una sonora batosta tanto da costringerlo ad abbandonare l’Italia. Nel 270 A.Ch. Con l’occupazione di Reggio Calabria fu completo il dominio romano su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione accrebbe i motivi di contrasto tra Roma e Cartagine. Altra bandierina…oramai proiettata nell’area internazionale Roma dovette rivedere la sua stabilità monetaria, ridurre l’asse librale al peso delle quattro once (Asse trientale) ed in contemporanea introdurre l’Argento nella monetazione. I contrasti con Cartagine si fecero sempre più stridenti; il casus belli fu offerto dai Mamertini, amici di Roma, cacciati da Messina dai cartaginesi… era la prima guerra punica… correva l’anno 264 A:Ch. Cartagine, vinta per mare ad Ecnomo, sbaragliò l’esercito romano nei pressi di Tunisi; dopo tre anni si esaurì la prima offensiva; ma la pace ebbe breve durata. Nel 219 A.Ch. a seguito dell’assedio di Sagunto, città spagnola alleata dei romani, si riaccesero le ostilità; Annibale Barca, dalla penisola Iberica, attraversò il Rodano, valicò le Alpi, scese nella pianura padana e sconfisse presso il Ticino il Console P. Cornelio Scipione che ferito, fu salvato dal figlio: il futuro “Africano. Dalla Sicilia l’esercito del console T. Sempronio Longo, a marce forzate, si ricongiunse a quello di Scipione ed affrontò Annibale presso la Trebbia rimediando una sonora sconfitta; a fatica gli scampati riuscirono a riparare in Piacenza. I Galli si ribellarono a Roma e si schierarono al fianco di Annibale che, varcato l’appennino sconfisse C. Flaminio a Tuoro, sul lago Trasimeno: a Roma si avvertì netta la sensazione della fine. Con la Legge Flaminia, detta anche Fabia, venne definitivamente istituito l’asse unciale del peso di 27 gr Asse unciale Fortunatamente per Roma, Annibale portò le truppe a svernare in Capua e la città fu salva. Roma riprese l’offensiva, partendo dalla Spagna, contro Asdrubale, fratello di Annibale e ben presto ebbe ragione dei Cartaginesi portando le ostilità in Africa alla conquista di Cartagine; nel 202 A.Ch. anche questa seconda, terribile guerra ebbe fine. Vi fu un terzo scontro, questa volta definitivo e dopo aver ridotto Cartagine ad un cumulo di macerie, Roma rivolse la sua attenzione ai Galli ed ai Liguri che si erano schierati dalla parte cartaginese oltre che a Filippo 5° di Macedonia. Nel 153 A.Ch. Il censore M. Porcio Catone recatosi a Cartagine per trattare dei rapporti con Massinissa confermò la pericolosità di questa città, ripresasi dopo il secondo conflitto con Roma; “Caeterum qauero Cartago delenda esset” era solito ripetere alla fine di ogni sua allocuzione. I Cartaginesi, provocati dalle scorrerie dei Numidi di Massinissa reagirono ed il Senato Romano, dichiarate violate le condizioni di pace, intimò ai Cartaginesi di disarmare e distruggere la loro città per riedificarla più nell’interno a 15 Km. dalla costa; al rifiuto Cartaginese prese il via la terza guerra punica. Nel 146 A.Ch. a Cartagine i difensori, comandati da Asdrubale, dopo un’accanita resistenza, lasciarono nelle mani dei romani solo macerie. Nel 197 A.Ch. il console Q. Minucio Rufo sistemò la partita con Galli e Liguri mentre il proconsole T. Quinzio Flaminio ridusse a più miti consigli, dopo la battaglia di Cinocefale, il re macedone: Filippo. Le lotte appena descritte ebbero come conseguenza: Il rafforzamento di Roma, città oramai egemone non più costretta alla difesa; ma proiettata, grazie al suo esercito, verso l’espansione territoriale Aumento dell’autorità del senato che per le necessità della guerra si era oramai abituato ad agire senza interpellare i “Comizi” né tanto meno i “Tribuni della Plebe” L’emergere di capi militari efficienti la cui solidarietà con i soldati li portò ad agire con sempre maggiore autonomia di decisione. Quest’ultima condizione crescerà a tal punto che sarà causa, nel terzo secolo Dopo Cristo, dell’inizio della fine dell’Impero Romano di Occidente, ma già sin da adesso ne erano chiari i prodromi. Forse Caesar l’ho fatta lunga con la storia di Roma nella prima repubblica e con le Guerre Puniche; ma è proprio con la fine di questo contrasto che l’Occidente avrà quell’impero che non c’era. Seguiranno poi le vittorie di Mario contro Cimbri e Teutoni, nel Nord e quelle di Silla in Oriente contro Ariobarzane 1° di Cappadocia ed è a questo proposito interessante osservare che fu proprio in quella occasione che avvenne il primo contatto con i Parti che avevano mandato a Silla una ambasceria; siamo oramai al 95 A.Ch. L’impero dei Parti sorto attorno al 250 A.Ch. era già una realtà consolidata, come abbiamo visto lo era adesso Roma. Nell’88 A.Ch. assistiamo all’insorgere di dispute interne tra i generali di Roma; saranno prima Mario e Silla che in nome della democrazia, il primo e dell’aristocrazia il secondo daranno luogo ad una vera e propria guerra civile che vide per la prima volta un generale: Silla marciare su Roma per farsi nominare: “ Dictator perpetuus” Quindici anni dopo scoppiò la rivolta degli schiavi capeggiata dal trace: Spartaco e dopo la battaglia del Sele cui seguì la crocefissione, lungo la via Appia, dei vinti ecco comparire i nomi di altri importanti generali. Il vincitore di Spartaco fu Crasso mentre in Oriente Pompeo portava le aquile romane contro i pirati; Mitridate 6° del Ponto e contro l’Armenia, dopo aver ridotto a più miti consigli la Spagna; Cesare, per sua parte era impegnato in Gallia contro gli Alemmanni; gli Elvezi e le altre popolazioni di stampo Celtico. Saranno questi tre uomini che nel 59 A.Ch. costituiranno il primo triunvirato riconfermato poi nel 56 A.Ch. al convegno di Lucca, dove verrà decisa anche la zona d’influenza di ciascuno di loro: Cesare nelle Gallie; Pompeo in Africa e Spagna a Crasso sarà affidata la Siria. Mi fermo qui Caesar anche perché domani sarà di scena proprio Crasso che sospinto dal desiderio di potere e da una enorme ambizione farà della Siria il trampolino di lancio per una avventura che se fosse andata a buon fine avrebbe forse cambiato il corso della storia. Pompeo e Cesare erano al corrente della cosa? Forse si anche perché Crasso non ne aveva fatto certo mistero, anzi l’aveva sbandierato ai quattro venti; ma dal 49 A.Ch. i due erano entrati in conflitto; Pompeo dalla parte del Senato; Cesare alla ricerca del successo personale volto ad ottenere quell’Imperator, inconfessabile, celato sotto la dizione: “Dictator Perpetuus”…Alea iacta est…oltrepassò il Rubicone; Pompeo si rifugiò in Epiro…poi l’assedio di Durazzo e Farsalo…l’Egitto… dove Pompeo troverà la morte per mano dei sicari di Tolomeo 12°1 punto
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Nella discussione riguardante la raffigurazione di animali su monete greche ho presentato questa dramma con la foca come simbolo nel campo a sinistra del rovescio. KINGS of MACEDON. Alexander III. 336-323 BC. AR Drachm (4.34 gm). Magnesia mint. Struck under Antigonos I Monophthalmos, circa 319-305 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / ALEXANDR[OU], Zeus seated left, holding eagle and sceptre; seal before, monogram under throne, thyrsos right. Price 1954; Müller -. Superb EF. Rare. Un altro simbolo, poco evidente perché confinato sul bordo dopo il nome del sovrano, è il tirso, un bastone rituale attributo del dio greco Dioniso e dei suoi seguaci (Satiri e Baccanti), consistente per lo più in un alto bastone nodoso e contorto - quasi un simbolo della vite – sormontato da un viluppo d’edera in forma di pigna. Dal sommo dell’asta pende spesso una benda annodata, simbolo di consacrazione. Il tirso è più evidente in questa dramma che differisce dalla precedente per il simbolo nel campo a sinistra, un delfino invece della foca. KINGS of MACEDON. Alexander III. 336-323 BC. AR Drachm (4.35 gm). Magnesia mint. Struck under Antigonos I Monophthalmos, circa 319-305 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / ALEXANDROU, Zeus seated left, holding eagle and sceptre; dolphin before, monogram under throne, thyrsos right. Price 1950; Müller -. Superb EF. Rare. apollonia1 punto
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Rispondo alla parte che indirettamente mi hai riservato. Il girare come una trottola, (come lo hai definiti e se riferito al sottoscritto) prima di mettere nero su bianco, se ne ho voglia, porto a far conoscere a tutti gli Utenti (anonimi compresi) un bel pò di notizie inedite che ci mettereste degli anni prima di scoprirle ...... la monetazione e la medaglistica del sud, non so se te ne sei reso conto, in questi ultimi tempi, sta facendo dei progressi da giganti e non certo grazie a chi scrive solo nero su bianco......ma soprattutto a chi scrive in questa sezione.......questo si definisce "discutere". Sei libero di non farlo, (come noto che fai) ma il mio scopo è quello di preparare e rendere partecipi tutti a queste grosse novità.....non so se riesco a farmi capire. Buon lavoro.1 punto
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SALO' (BS) SOCIETA' MUTUO SOCCORSO ARTIGIANA OPERAIA / I° CENTENARIO 1859-1959 Bronzo argentato, mm. 271 punto
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@@vickydog perchè tu, con tutto il rispetto e senza alcuna volontà di innescare sterili quanto inopportune polemiche di natura politico economica, ci credi all'Istat? Io no, mi dispiace. È la solita vecchia storia del tipo che mangia un pollo intero mentre il vicino muore di fame.. statisticamente hanno mangiato mezzo pollo a testa, ma le cose in realtà sono decisamente diverse... Anche perchè io l'aereo forse lo prendo una volta all'anno, il cellulare forse lo cambio ogni tre, il caffè ed il pane invece li compro ogni giorno e "statisticamente" incidono molto di più sulla mia economia familiare... almeno per quanto mi riguarda... Poi sulla tecnologia che col tempo diventa più a buon mercato avrei qualcosa da ridire. Io un computer con la tecnologia di due anni fa sul mercato mica lo trovo più. Semplicemente si innalza l'asticella del livello tecnologico, proponendo prodotti sempre nuovi ed aggiornati quel tot per mantenere i prezzi inalterati o addirittura per rincararli con la giustificazione di una tecnologia più complessa all'interno di un manufatto.. ma che tendenzialmente invece costa sempre di meno al produttore... Ribadisco, è solo il mio pensiero, nulla di personale contro nessuno. Ma la "percezione" che ho io della mia realtà quotidiana presuntuosamente sono convinto che sia molto più precisa ed efficace di una elaborazione statistica numerica effettuata a campione su un paniere di prodotti. Con questo chiudo l'OT... :)1 punto
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...e chissà quanto spesso viaggiavate in aereo per il mondo...ti ricordi?! :) E quanti telefonini avevate a testa! Quelli sì erano bei tempi... Le variazioni del paniere Istat la dicono diversamente da te per es. http://www.istat.it/it/archivio/30440 Infatti le tue sono percezioni...i numerosi ribassi (come gli aerei, le telecomunicazioni etc) si tende a dimenticarli.1 punto
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@@appah @@arnold @@carlino @@francesco77 @@gionni980 @@Giovanna @@Il*Numismatico @@Monetaio @Numi62 @@Rex Neap @@Ric70 @@sulinus @@vox79 @@motoreavapore e a tutti i lamonetai AUGURI DI BUON NATALE E SERENO 20151 punto
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Un altro pezzo da 90 della numismatica che ci ha lasciati. Condoglianze alla famiglia.1 punto
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