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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/20/15 in tutte le aree
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Salve a tutti, il 2015 per me è iniziato con queste due monetine acquistate pochi giorni fa...Il primo coronato è del tipo con busto e croce, senza sigla con ritratto giovanile, riportato nel PR al numero 13. Il secondo invece è con l'arcangelo e con sigla T dietro il busto, PR 17b anche se con l'angelo inciso non di prospetto ma in "movimento"...ecco le foto...cosa ne pensate? il primo il secondo Gaetano6 punti
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Posto le foto della divisionale che mi e' stata consegnata oggi.Molto bella anche questa.Speriamo che si organizzino bene per dare l'oppurtunita' a molti di poterla avere. Un saluto5 punti
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Gentili amici, mi scuso se m'inserisco sol'ora in questo forum dedicato, ma diversi contrattempi mi hanno impedito di farlo prima. Sono un giornalista cultore di storia napoletana, ed ho per amore della mia adorata Napoli, realizzato una raccolta di documenti, oggetti e testimonianze riconducibili a Napoli, che è mia intenzione poter esporre quanto prima, si spera, in maniera permanente istituendo il Museo di Napoli per il quale ho anche aperto un'omonima pagina facebook alla quale vi invito di aderire. Detto questo, nel ringraziare il nostro comune amico Francesco Di rauso per avermi invitato a dare la mia testimonianza in questo forum, vi comunico che ho fatto uscire sulla stampa cittadina, cartacea e on line diversi articoli volti a denunciare il vergognoso epilogo che ha coinvolto la celebre collezione Bovi. Auspico un vostro fattivo intervento, magari da realizzare in maniera sinergica, affinchè quest'ennesima vergogna non cada nell'oblio e non resti impunita. Con viva cordialità, Gaetano Bonelli5 punti
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PDF del libro Bernardi Giulio Monetazione del Patriarcato di Aquileia http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/103424 punti
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@@dabbene Per il pedigree e le storie che nascondono di questi grandi collezionisti....forse anche la collezione Trivulzio esitata da Baranowsky : Antica e Nobile Famiglia dell'Italia Settentrionale dal 1931 al 1932. Aneddoto: Pietro Accorsi (uno dei più grandi antiquari italiani) acquistó per intero la collezione dalla famiglia Trivulzio. L'Accorsi la pago' 50000 lire, facendo un'offerta a busta chiusa e con il monetiere ancora chiuso. I Trivulzio non sapevano cosa celava il monetiere , non erano interessati, ritenevano le monete un collezionismo noioso. L'Accorsi, come già' detto, lo pago' 50000 lire mentre il venditore ne richiedeva solo 25000 lire. Erano storie di altri tempi con due veri signori, la discreppanza derivava dal fatto che l'offerta e la richiesta furono fatte, per diletto, a buste chiuse....... la storia raccontata risale al periodo fascista e prima della guerra. Il testo riportava solo che fu venduta successivamente a Roma sotto un altro nome. inoltre L 'Accorsi per 9 milioni di lire aveva acquistato gran parte della collezione Trivulzio (disegni di Michelangelo, un Mantegna, una divina commedia del 1338, 10 mila volumi, opere di Cellini ect...) ma il podestà di Milano, per volontà' di Mussolini, volle subito ricevere l' antiquario facendogli capire che la collezione non poteva abbandonare la Lombardia......Allora fu raggiunto un accordo: il comune di Milano acquistava tutta la collezione alla stessa cifra pagata dall' Accorsi, pero' il ritratto di Antonello da Messina insieme al libro d'oro con le 27 miniature di Van Heick andavano donati a Torino, citta' natale dell'Accorsi. Ora nell'affare sfumato non so se era compresa anche la collezione numismatica (con la storia descritta precedentemente), in ogni modo la collezione, come riportato dal testo, fu venduta a Roma prima della guerra.4 punti
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Eccooommmmiiii ...... Scusate per il ritardo ma, pure io mi stavo dimenticando di questa moneta .... :) :) :) Australia Sidney Queen Victoria 1864 Sovereign Tiratura : 2.698.500 Mi scuso per le foto ma al momento ho la macchina fotografica in riparazione e quindi come foto vi dovrete accontentare di quelle del cellulare4 punti
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Vediamo se riesco a chiudere questo veloce excursus sulle attività mercantili di Ancona nel periodo considerato. Ancona è stata sempre in ottimi rapporti con le città della costa Dalmata, la parte orientale dell'Adriatico. Ma anche se più lontana rispetto a Segna, Zara, Sebenico, Traù, Spalato, i migliori rapporti furono intrattenuti con la città di Ragusa che divenne nel tempo il nodo cruciale per tutti gli scambi commerciali verso la Grecia e l'oriente. Molti furono gli anconetani che vi acquistarono abitazioni e vi installarono imprese. E molte furono le transazioni di acquisto di immobili e terreni, di noli di navi verso l'oriente e contratti di servizi. Molte furono le prospettive di guadagno, con scambi di lana, pellami, lino, spezie, vino e generi alimentari. Ma ciò che maggiormente interessava Ancona e molte delle altre città italiane ed europee erano i prodotti del sottosuolo sia della Dalmazia che della vicina Bosnia, quali argento, rame e piombo, utilizzati nell'industria civile (il piombo), ma anche per la produzione di monete. Ragusa importava principalmente cereali dalla Puglia e dal centro Italia, e vino dalle Marche. Di questo commercio si interessavano mercanti anconetani. Ragusa diveniva sempre più uno scalo verso la Grecia, le isole dell'Egeo, Cipro e Costantinopoli. Quest'ultima gradualmente, da tappa finale divenne il centro nevralgico degli scambi commerciali di tutto l'oriente, da cui si importava principalmente spezie, cotone, lino , zucchero. Importante per l'industria della Marca, e non solo, il cotone che veniva lavorato e riesportato verso altre regioni italiane e d'Europa. Tra i prodotti esportati, anche carta e sapone, molto ricercato. I traffici si svilupparono in tutta l'area del mediterraneo, e principali porti di arrivo erano Tripoli, Alessandria, S. Giovanni d'Acri, Famagosta, Costanza (nel mar Nero), Trebisonda,….. In molte di queste località venivano istituiti dei centri di riferimento, con uffici, magazzini, chiese, ecc. gestiti da "consoli" che a volte erano di diretta provenienza di Ancona, ma che spesso erano gestiti di comune accordo con le altre città più importanti italiane, come Venezia, Genova, Pisa, …. Ecco quindi spiegato perché in tali località erano accettate le monete delle città italiane, dal momento che venivano costituite delle vere e proprie comunità che erano di supporto in tutte le attività mercantili. Senza entrare troppo nei dettagli ho messo molta carne sul fuoco, forse troppa. Vediamo magari come si svilupperà, con gli interventi anche degli altri utenti. Intanto mi sembra che si sia iniziato anche a parlare di monete.4 punti
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Quando un collezionista scrive "Finalmente mia" vuole dire che la moneta che desiderava è arrivata in collezione dopo agognate ricerche e esborso economico, perciò, a prescindere dalla moneta e in quale conservazione sia, meriti il mio plauso, Bravo con la B Maiuscola.3 punti
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Visto che abbiamo in discussione esperti della monetazione di Napoli e Sicilia, e magari altri potrebbero ancora arrivare, posso finalmente tentare di entrare in un ambito più globale e complesso e vedere cosa succedeva in questi due ambiti, uno direi del Centro - Nord riconducibile all'Europa e uno direi di area Mediterranea. I movimenti monetari sono diversi, in particolare per i metalli, anzi sembrano andare in controtendenza. Importante per chi volesse ampliare l'argomento è il lavoro di Roberto Sabatino Lopez " Il ritorno all'oro nell'Occidente duecentesco ", ma anche Lucia Travaini parla molto di quello che cercherò di dire. A metà del XIII secolo sembrano esserci due Italie che si muovono in modo opposto per quanto riguarda le coniazioni in oro e argento, è ovviamente un po' una schematizzazione, ma certamente riprendono le coniazioni d'oro nel 1252 a Genova e Firenze, seguono Roma, Venezia, Milano, l'Europa in genere, il tutto poi fu aiutato dall'oro proveniente dall'Ungheria che fece aumentare la quantità di queste e anche le imitazioni sempre in oro. Quindi si coniava in oro, arrivavano in oro, e si tendeva ad esportare l'argento in Oriente dove era valutato bene. Napoli e la Sicilia sembrano seguire l'inverso, loro che coniavano molto in oro, riducono questo fino a interromperlo a un certo punto e si inseriscono in un quadro che riguarda più i paesi del Mediterraneo. Ci furono anche altri aspetti da valutare, la difficoltà di tenere i rapporti tra i due metalli abbastanza fissi nel mercato e le carestie dell'argento in Europa che incisero sicuramente su tutto questo. Credo di avere buttato tanti sassolini, importanti ritengo su una valutazione globale del mercato nel tempo, sui metalli utilizzati, sulle macro zone presenti nel mondo dei traffici mercantili.....3 punti
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3 punti
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Il problema è solo uno... Nel 2017 questa discussione sarà in 5° o 6° pagina, se va bene, e nel frattempo ci sarà qualcuno che di discussioni con lo stesso titolo ne avrà create altre due o tre, con conseguente dispersione di informazioni e elementi utili per gli altri utenti. Non ho niente contro le discussioni di pubblica utilità, ma credo occorra rispettare le tempistiche. A volte ho come l'impressione che ci sia una corsa all'apertura della nuova discussione "ad ogni costo", chissà per quale motivo... Non voglio offendere nessuno, né creare polemiche, né urtare la sensibilità degli altri amici del forum, ma credo che questo tipo di discussioni anacronistiche generino più confusione e disordine che effettivi benefici al forum.2 punti
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Buona serata Curioso il fatto che Venezia sia arrivata tardi, rispetto ad altre città, a coniare una moneta d'oro? Nemmeno tanto. Diciamo che la causa è da ascriversi soprattutto alla sana opportunità commerciale e politica che Venezia ha sempre privilegiato (quando ha potuto). Venezia era "legata" da vincoli politici e commerciali con Bisanzio e, ovviamente, commerciava soprattutto in quell'area, dove le monete preferite erano l'iperpero in oro di 21 carati e l'aspron trachy di elettro di 7 carati; fino a quando Bisanzio ha conservato la propria credibilità politica e finanziaria e le sue valute hanno retto alla svalutazione, non c'è stata alcuna necessità di rimpiazzarle con una moneta propria, tanto più che il grosso .... "andava alla grande"; tutti lo cercavano per commerciare nel levante (e poi non solo) e lo accettavano. Solo quando Venezia si accorse che le monete in oro che fino ad allora aveva utilizzato, cominciavano a "perdere colpi", si è decisa a coniarne una propria C'è un aspetto, inoltre, da considerare; già espresso dal Cessi e ribadita da Saccocci. Merano cominciò ad emettere, nel periodo antecedente l'emissione del ducato d'oro, una sua moneta basata sui grossi da 20 denari come quella di Verona, usando l'argento che proveniva dalle aree dalle quali sia Verona, sia Venezia si rifornivano. Stava maturando un grosso pericolo per Venezia e bisognava immediatamente controbattere con delle riforme monetarie per resistere a questa concorrenza. In primis, sotto il dogato di Lorenzo Tiepolo (1268-1275), la Serenissima svalutò il denaro piccolo e successivamente coniò il ducato d'oro a protezione della circolazione del grosso. Non c'è però da pensare che fu subito un successo, anzi. Nei primi tempi tanti veneziani preferivano l'argento (in grossi e lingotti) oppure dirottavano la richiesta sui fiorini fiorentini; la zecca ebbe non pochi problemi per incentivare i mercanti tedeschi a portare l'oro necessario alla coniazione, e soprattuto a portarlo con continuità e a venderlo a costi vantaggiosi che permettessero a Venezia di avere un aggio; .... ma questa è un'altra storia che ci porterebbe molto lontano :pleasantry: saluti luciano2 punti
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Lo confesso, sono entrato in fissa, la notte non ci dormo più e se è vero che la notte porta consiglio mi è venuto in mente di effettuare un piccolo, semplice, esperimento. Ho preso in prestito da mio nipote :ph34r: un blocchetto di plastilina vergine nota marca. Per simulare l'opera di un punzone convesso ho da prima utilizzato la lama di un giravite praticando una pressione sul "punzone" posto in orizzontale.Ho praticato così un'impronta alla quale ho poi sovrapposto leggermente una seconda impronta (prima foto fig B) Ho ritentato l'esperimento questa volta sovrapponendo un po' di più le impronte (prima foto fig C) Non pago ho pensato di simulare l'uso di un punzone piatto (il bordo della scala graduata di un calibro) stessa procedura salvo per il fatto che questa volta le due impronte sono leggermente convergenti, non sovrapposte nel punto X1 (prima foto fig A) per divenire sovrapposte nel punto X2.(ibidem) Le tracce delle sovrapposizioni ottenute non vi sembrano compatibili con gli spazi tra le impronte dei denti del provisino che ho indicato nella seconda foto? Non ho provato ad utilizzare un simil bulino ma non credo di riuscire mai ad ottenere un risultato paragonabile Cosa ne pensate?2 punti
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Certamente qui ci sono tanti fattori che si incrociano, Venezia...Venezia con le sue monete è protagonista senza dubbi, inizia per prima il grosso d'argento, quindi sente forte questa esigenza di avere una moneta per transazioni maggiori e che andasse oltre il denaro ormai svalutato però....però con l'oro arriva dopo altre zecche arriva nel 1284 quando ormai il fenomeno oro si stava diffondendo in Europa. Da Venezia a Napoli... ( ovviamente qui mi improvviso tuttologo ora e se sbaglio intervenite mi raccomando :blum:), Napoli con la riforma monetaria del 1278 non conia più i tarì d'oro, anche se il tarì rimane però come moneta di conto. E qui abbiamo una contemporaneità incredibile Venezia inizia con l'oro, Napoli invece finisce.... Però non finisce qui....se il grosso d'argento di Venezia fu la moneta più richiesta nell'Impero Bizantino, quando questo declinerà, sarà poi il gigliato napoletano ad inserirsi e prendere posizione al suo posto. Quindi argento sostituito da altro argento, oro sostituito da altro oro.... Quindi quando a Bisanzio nel 1376 non si conia più in oro è il ducato d'oro veneziano che diventa la moneta d'oro del Mediterraneo Orientale, mentre il gigliato d'argento diventa quella più diffusa d'argento. Una inversione delle parti emblematica che troverà altri riscontri in Sicilia dove anche qui le monete d'oro rallenteranno e invece quelle dei grossi d'argento registreranno grosse produzioni. E le monete direi che le abbiamo messe in campo ora..., oro e argento..., certamente chi vorrà scavare su tutto questo lo potrà fare :blum: e spero anche continuare il quadro che si presentava nel Mediterraneo....discussione indubbiamente interessante, sempre più interessante di quelle che vogliono raccontare e cercare di far divulgazione per tutti e dove tutti in realtà potrebbero veramente intervenire.....2 punti
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E' molto bello ma 300 euro è fuori dal mondo per quella moneta, la deformazione è molto pronunciata, la conservazione è buona ma è un Dante ordinario, io starei sui 100 come cifra massima.2 punti
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Non vorrei sbagliarmi ma penso che a quella di fabrizio gli abbiano offerto molto di più, rifiutando. Comunque sarà eventualmente lo stesso Fabrizio a confermarlo. Stiamo parlando di VERI FDC e per il 2 Lire Cinquantenario, in 55 anni, ne ho visti veramente pochini, si possono contare sul palmo di una mano. Questi FDC vanno pagati, se si vogliono in collezione, e sempre che si trovano.2 punti
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Grazie ad Andrea, 1000Coins, Littore e Giovanna apollonia2 punti
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con molta fortuna sono riuscito a reperire già da un po di tempo un'altro esemplare in conservazione decisamente migliore...ecco le foto...a voi i pareri @@Giuseppe @@cippiri76 @@Marfir @@italpen e a tutti gli altri amici del forum :hi:2 punti
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Dovete andare qui https://www.lb.lt/uzsakymai/Pagrindinis/logon.aspx?ReturnUrl=%2fuzsakymai%2fUzsakymai%2fUzsakymai.aspx una volta entrati cliccare su " My former reservation list"2 punti
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Ma dai, sarà una dimenticanza , ok l'essere sprovveduti e conoscere poco lo Stato pirenaico , però non a questi livelli . E comunque, non dimentichiamoci che Andorra usava già l'€ come moneta , anche se non monete proprie , mentre per la Lituania è stata una novità assoluta, come lo fu per noi nel 2002 .2 punti
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caro @@vv64, grazie di essere intervenuto con i tuoi dubbi e la tua bella prova grafica. Il dente C non fa testo perché non impresso bene (in questo caso cosa non possibile con il bulino...) o con segno intercettato da altro elemento su altro conio, ma non ho fatto la prova con la sovrapposizione dell'altra faccia per ciò non saprei. Per quanto riguarda l'A e il B io avevo fatto la prova sovrapponendo il punzone A-A1 al dente B ruotandolo e alzandolo un leggermente in alto, anche perché mi pareva più vicino alla tecnica che avrebbero potuto adottare e quindi più corretta, e mi pareva tornare. Prova anche tu e dimmi se così coincide o meno. Anche nella tua prova del resto non vi è grande differenza a parte la lunghezza ed un minimo di rotazione, mentre in altre prove fatte nei tipi con i denti dritti la differenza era anche nello spessore e non alla punta ma alla base vicino alla schiena del pettine. Grazie al tuo ingrandimento comunque ho notato un particolare curioso che vi evidenzio, anche se si vede bene solo su due denti. Allo stesso modo ho visto che la punta di B potrebbe essere un poco più lunga di come l'hai disegnata e se confermata l'ombra che ho visto la coincidenza sarebbe ancora maggiore. Teniamo conto comunque che stiamo lavorando su esemplari non del tutto ben leggibili, e con fotografie con ombre non sempre desiderabili o che potrebbero falsare le letture anche grafiche se misurate al minimo dettaglio, e che facciamo soprattutto per evidenziare delle possibili tendenze. Una cosa che mi ha anche convinto che in molti di questi tipi tardi potessero essere stati usati dei punzoni è che spesso in essi si vedono i denti con le punte "tagliate" dal cerchio o ancora di più che vi si sovrappongono (vedi immagini qui sotto), cosa che di norma non mi pare che invece accada nei tipi con i denti dritti e più sottili che si arrestano abbastanza al cerchio, con punte più o meno aguzze. Vi dico però ad esempio che i tipi con i chiodi nei due quarti, sempre tardi, non sono affatto certa che siano stati usati i punzoni (avevo già messo un punto interrogativo all'esemplare del test, che ora rafforzo un poco in favore del bulino), come anche mi pare che ci sia qualche serie tra le ultime della prima emissione con denti dritti che ha i denti in numero inferiore e a tratti più spessi, per i quali i punzoni potrebbero essere anche compatibili (una sorta di transizione?). La tendenza generale mi parrebbe ancora quella che ho già detto ieri, dunque, ma con alcune emissioni particolari che andrebbero viste bene facendo un lavoro sistematico dall'inizio alla fine delle coniazioni di questi nominali. Ma anche per questo parlo sulla base di osservazioni fatte in questi giorni sulle foto (poco più di un centinaio) che ho e quindi con tutti i limiti del caso. Magari avete ragione voi sebbene mi pare di capire che vi siano idee diverse. Se però un domani dovessi proprio cambiare idea, propenderei senza dubbio più per il bulino per tutte le emissioni come dici tu, piuttosto che per il punzone per tutte le emissioni. Anche la proposta del sistema misto di @@adolfos non riesce a convincermi. Vediamo anche cosa ne pensano gli altri utenti e anche gli orefici, che senz'altro mi smentiranno alla grande! :D. Con questo post devo sospendere un poco i miei interventi, almeno fino al fine settimana per varie scadenze di lavoro. Ma appena posso vi leggerò volentieri :hi:. Buona notte e buona prosecuzione MB2 punti
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Ho letto attentamente, quando sarà tutto pronto e definito valuterò e darò il mio modesto parere! Effettivamente credo che avere visibilità verso altri utenti che collezionano altre monete e medaglie non produca benefici ne a noi "borbonici" ne agli altri in quanto io personalmente ( ma è un mio problema) non mi interesso di altri tipi di monete e medaglie e credo anche per altri sia la stessa cosa!!! Comunque staremo a vedere.......cosa succederà e come ci troveremo con questa nuova impostazione del forum!!! Un saluto e grazie.2 punti
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Carissimi, a completamento del mio intervento precedente posto un dettaglio dell'esemplare E in cui ho provato ad evidenziare quelle che a me sembrano diverse forme dei denti e che mi hanno fatto propendere per l’uso, anche in questo caso, del bulino. Le curve dello stesso colore sono uguali a parte traslazioni e rotazioni. Mi rendo conto che l’analisi grafica proposta è molto approssimativa, anche perché non è facile dalla foto evidenziare in maniera accurata il profilo dei denti, tuttavia almeno il dente C mi sembra diverso dagli altri, e qualche dubbio mi nasce anche il confronto tra il dente A’ ed il dente B. Un caro saluto, Valerio2 punti
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______________ 1864 New Brunswick Vittoria (1819-1901) 1 Cent - Rame2 punti
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secondo me non ti converrebbe farla periziare, a meno che tu non volessi venderla, io consiglierei una conservazione più appropriata per quella moneta che una bustina chiusa, poi a te la decisione.2 punti
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Buonasera a tutti, è da quando ho iniziato a collezionare che sento, giustamente, sottolineare l'importanza di un adeguata raccolta cartacea di cataloghi d'aste. Ed è da quando ho iniziato a pensare ''e si, dovrei comprarne qualcuno'' che ho avuto dei dubbi e dei problemi: - Quali compro? - Quali saranno le aste in cui sono passate monete importanti per la monetazione che seguo? - Quanto materiale ci sarà in quel catalogo che effettivamente mi può interessare? Certo, se il budgtet fosse illimitato, la soluzione sarebbe comprare tutto quello che passa sotto mano e valutarne dopo la pertinenza con i propri interessi....... purtroppo questa soluzione non è al momento fattibile, quindi l'alternativa potrebbe essere questa: utilizzare questa discussione per fornire (grazie al buon cuore di chi ha già' i cataloghi ) una recensione a cui fare riferimento. Schematizzando le informazioni fornite, la rilevanza del catalogo emergerebbe poi da se, senza bisogno di giudizi personali. Sarebbe interessante sviluppare i post in questo modo: - Casa d'asta - Data dell'asta e luogo - Numero di lotti totali descritti nel catalogo - Numero di lotti della zecca di Milano - Periodo storico meglio rappresentato dai lotti offerti. - Indicazioni di almeno 3 lotti tra i più significativi. Io qui ho aperto la discussione per la zecca di Milano, ma nulla vieta di ripetere l'esperienza per altre zecche. Nel tempo, grazie alla pazienza di chi vorra' inserire nuovi post, si potrà creare una raccolta di immediata fruibilità per poter creare la propria lista di desiderata e per conoscere in quali occasioni sarebbe davvero valsa la pena di essere in sala ad ammirare una 'sfilata' difficilmente ripetibile di tondelli Meneghini. Nel post successivo inserirò il primo catalogo. Grazie a tutti quelli che vorranno intervenire-1 punto
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Comunichiamo a tutti, come già accennato nel nostro programma, che il primo bollettino del Circolo Numismatico Partenopeo è in fase di stampa, sarà composto da 240 pagine in bianco e nero in formato cm. 24 x 17 (di cui 10 pagine di coda a colori riguardanti gli sponsor). In allegato la copertina (che sarà su carta rigata di color giallo chiaro) e l'indice. Nella speranza di farvi cosa gradita segnaliamo, per chiunque fosse interessato, che tale pubblicazione non verrà commercializzata ma assegnata in esclusiva ai soci iscritti alla nostra associazione e distribuita inizialmente in occasione del convegno numismatico partenopeo nei giorni 26, 27 e 28 settembre. Nell'ambito dell'evento allestiremo un tavolo con tre hostess, oltre a due nostri soci fondatori, che saranno a disposizione di tutti coloro che vorranno iscriversi o ricevere informazioni sulla nostra attività e i prossimi eventi in programma, per coloro che già risultano iscritti verrà consegnato in tale occasione la tessera e il bollettino (spedito per chi non verrà a Napoli). Ringraziamo i numismatici professionisti che hanno contribuito alla realizzazione del bollettino e in particolare il dott. Antonio Morello di Cassino che ha curato la veste grafica e l'impaginazione, la sua preziosa collaborazione e professionalità è stata di fondamentale importanza. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci all'indirizzo e-mail circolopartenopeo(chiocciola)libero.it . :good:1 punto
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Buonasera a tutti ;) Volevo proporvi uno dei miei ultimi acquisti che ho finito di catalogare poco fa... :) Si tratta di un denario suberato di Lucio Apuleio Saturnino, dell'anno 104 prima della nascita di Cristo. A chi interessasse, allego classificazione e contesto storico. Grazie a chi leggerà :good: sono graditissimi i commenti, anche negativi ;) (così potrò correggere eventuali errori...) · Dettagli tecnici - Peso: 2,74 grammi - Diametro: 17 mm - Asse: 0° - Materiale: moneta suberata - Patina: gradevole - Condizioni generali: BB- · Classificazione D/: testa elmata a sinistra di Roma R/: Appuleio Saturnino su una quadriga andante verso destra; in esergo, L•SATURN e nel campo, sopra la quadriga, • R • 104 a.C. – Crawford 317/3a · Contestualizzazione della moneta Lucio Apuleio Saturnino fu membro della gens Appuleia e nipote dell'Apuleio Saturnino pretore nel 166 a.C. Nel 104 a.C., Saturnino fu questore, con l'incarico di sovraintendere all'importazione di grano a Ostia. In quel periodo vi era scarsità di grano e il senato ritenne che Saturnino non si impegnasse abbastanza per procurarne maggiori quantità: egli venne allora destituito dalla carica, sebbene non gli venisse mossa alcuna accusa. L'ingiustizia subita fece passare Saturnino con decisione ai Populares, dove strinse forti legami con Gaio Mario e i suoi sostenitori. Saturnino, che si era guadagnato il sostegno di molti, venne eletto tribuno della plebe per il 102 a.C. Il legame di Saturnino e Mario venne rafforzato dall'avere un nemico in comune, Metello Numidico: i due decisero di prendere il potere facendo eleggere per l'anno 100 a.C. Mario al consolato, Saturnino al tribunato per la seconda volta e Gaio Servilio Glaucia, il miglior demagogo assieme a Saturnino, alla pretura. Se tutti e tre fossero stati in grado di vincere le proprie elezioni, si sarebbero trovati con il potere necessario a mandare in rovina Metello Numidico e a mettere in difficoltà il partito degli Optimates. Nel 101 a.C., prima della convocazione dei comizi per le elezioni, Saturnino rischiò di finire estromesso dalla competizione elettorale a causa di un procedimento giudiziario portato avanti dal senato. Accadde infatti che giunsero a Roma gli ambasciatori di Mitridate VI, re del Ponto, con ingenti somme di denaro destinate a corrompere i più eminenti senatori. Giunto a conoscenza delle transazioni, Saturnino accusò pubblicamente i senatori e insultò gli ambasciatori, che si lamentarono per la violazione della propria inviolabilità. Il senato colse al volo l'occasione e mise sotto processo Saturnino: poiché l'accusa doveva essere verificata da una corte composta da soli senatori, erano certi che Saturnino sarebbe stato condannato. Il giorno dell'udienza, però, Saturnino riuscì a sollevare i popolo in suo favore e costrinse i giudici, impauriti dalla plebe, a dichiararlo innocente. Subito dopo il processo ebbero luogo i comizi elettorali, nei quali vennero eletti Mario e Glaucia, ma non Saturnino. Come tribuno della plebe venne infatti eletto Appio Nonio, che durante la campagna elettorale aveva violentemente attaccato Saturnino e Glaucia. Accadde però che durante la notte seguente alle elezioni, Nonio venne assassinato da sostenitori di Saturnino, il quale il giorno dopo venne eletto tribuno in sostituzione di Nonio, di mattina presto, prima che il Foro Romano fosse di nuovo affollato. Il suo primo provvedimento di rilievo fu una legge agraria che prevedeva la distribuzione delle terre della Gallia che erano state occupate dai Cimbri, recentemente sconfitti da Mario. Una clausola di questa legge obbligava ogni senatore a giurare di farla rispettare entro cinque giorni dalla sua promulgazione, pena l'espulsione dal senato e una pesante ammenda: la causa era stata inserita per mettere in difficoltà Metello, il quale non aveva intenzione di far rispettare questa legge. Mario si presentò davanti al Senato dichiarando di non aver intenzione di giurare: quando però i senatori furono riuniti nel Foro per il giuramento, non esitò a farlo immediatamente. Metello, che invece rimase saldo nella sua idea di non giurare, fu espulso dal Senato; Saturnino fece anche passare una legge che lo mandasse in esilio, cui Metello si sottomise senza resistere e impedendo ai propri sostenitori di opporsi. Tra i provvedimenti di Saturnino vi furono una lex frumentaria, in base alla quale la Repubblica doveva vendere il grano alla gente al prezzo di cinque sesti di asse al moggio, e una lex coloniaria che promuoveva la fondazione di colonie in Sicilia, Acaia e Macedonia: entrambe le leggi furono molto popolari, garantendo il sostegno della plebe per le elezioni dell'anno successivo. Alle successive elezioni, Saturnino si candidò e vinse, divenendo tribuno per la terza volta, assieme a un certo Lucio Equizio, uno schiavo fuggitivo che si era spacciato per figlio naturale di Tiberio Sempronio Gracco, l'eroe della plebe romana. Glaucia invece si candidò per il consolato, avendo come avversari Marco Antonio Oratore, che era certo di vincere, e Gaio Memmio, col quale si doveva confrontare Glaucia: quando fu chiaro che Memmio avrebbe vinto, Glaucia e Saturnino assoldarono alcuni balordi e lo fecero uccidere pubblicamente, durante i comizi. La reazione della gente fu veemente: il Senato, sentendosi forte e appoggiato, dichiarò Saturnino e Glaucia nemici pubblici, ordinando (tramite un senatus consultum ultimum) ai consoli di catturarli. Mario fece il possibile per evitare di danneggiare i propri alleati, ma in quanto console non poté esimersi dall'intervenire. Saturnino e Glaucia fuggirono sul Campidoglio, ma i sostenitori del Senato tagliarono le condutture che fornivano acqua ai fuggitivi, i quali si arresero a Mario, appena sopraggiunto. Il console mise in salvo i due alleati nella Curia Hostilia, ma la folla inferocita, salita sul tetto del Senato, ne rimosse le tegole e, con un fitto lancio, colpì Saturnino e i suoi fino a farli morire. Glaucia, che si era rifugiato in una casa vicina, fu scovato, trascinato fuori e ucciso sulla strada.1 punto
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Vorrei porre uno spunto per una bella discussione che vada oltre queste due monete in se... Un po di tempo fa lessi che i coronati con la croce furono coniati, mi sembra, dal 1470 circa...abbiamo però coronati con la croce con un volto palesemente giovanile (come nel mio esemplare) e ovviamente riportanti il motto CORONATVS ecc...ora vi chiedo...a che scopo coniare anni dopo l'incoronazione di Ferdinando (che se non sbaglio risale al 1458) delle monete "commemorative" dell'evento ed aventi un ritratto giovanile quando Ferdinando tanto giovane non era più? Sono andato a memoria quindi vi chiedo scusa se ho sbagliato a dire qualcosa...magari può uscirne fuori una bella discussione :) Gaetano1 punto
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salve ragazzi volevo sollevare una questione, il regio decreto n. 106 dell' 8 maggio 1937 riporta la moneta da dieci centesimi impero del primo tipo ovviamente in rame 950%, stagno 40% e zinco 10% (allego immagine documento gazzetta ufficiale dell'epoca), denominata impero del 1° tipo. invece per la modifica della moneta del 2° tipo, che fu poi successivamente coniata in bronzital (rame allumino e zinco), non c'è nessun decreto legge che ne avverte la sostituzione del materiale e le percentuali? o la zecca poteva farlo senza avere decreti che ne approvavano la variazione? il gigante riporta lo stesso decreto per entrambe le monete in attesa di una vostra sicura risposta ringrazio anticipatamente tutti renato1 punto
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grazie cembruno5500 lei ha capito esattamente quello che volevo trasmettere... :) io prima di usare ebay l'ho cercata per ben tre anni in vari mercatini in giro per la zona.. l'ho trovata solo 3 volte e tutte le volte prezzi fuori catalogo e conservazioni bb=spl e spl=fdc ho avuto fortuna a non cascarci devo anche dire :) poi negli ultimi 4 mesi l'ho cercata online e finalmente scovata e a prezzo onesto a mio parere :) basta dire che a Ravenna nel mercatino sotto i portici volevano 100 euro per una moneta al massimo bb/spl con un graffio sul volto. ..1 punto
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@ermejoromanista Complimenti, anche se hanno piccolissimi difetti(trascurabili per questo tipo di moneta), hanno sempre un grande fascino.1 punto
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Aggiungo anche i riferimenti al MIR che sono per il primo MIR 67 e per il secondo MIR 69/2 @@UmbertoI sono delle monete molto affascinanti...Secondo te nel primo qual è il dritto? Il lato con il busto del sovrano o quello nel quale è indicato il suo nome? :D A tal proposito linko questo articolo di @@francesco77 che tratta proprio questo argomento :) http://www.ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm1 punto
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tzè tzè.... ora ci dimentichiamo pure le monete d'oro... ... ma cchì cosa sono? ... ma chi le ha viste mai!! :rofl:1 punto
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Grazie mille. L'avevo adocchiato ma non avevo proseguito per lo stesso motivo citato da @@Guido621 punto
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la numismatica nei musei credo abbia delle peculiarità proprie che la rendono, per se stessa, poco incline all'esposizione. che ci piaccia o meno, a prescindere dal valore storico, archeologico, documentale, sociale, economico ecc ecc che una moneta può avere (e per estensione una collezione) è, dal punto di vista del "gusto comune", sicuramente meno accattivante di una statua, di un vaso decorato, di un'armatura, di un allestimento di reperti egizi, di un mosaico... e si potrebbe continuare con altri mille esempi. che ci piaccia o meno, la numismatica è una disciplina che appassiona un numero ristretto di persone. certo, in un museo riscuotono interesse determinati allestimenti numismatici, ma in linea di massima ritengo che una o più sale dedicate a una collezione numismatica sicuramente attirerebbe meno pubblico di una gipsoteca o di una sala dedicata all'antico egitto piuttosto che all'arte greco-romana. la comprensione e la fruibilità di una statua, pur prestandosi a molteplici livelli di "lettura", è sicuramente più immediata rispetto quella di una, apparentemente uguale ad altre 1000, moneta antica. ecco quindi che in un paese come il nostro dove i finanziamenti ai musei sono limitati, dove gli allestimenti sono di per sé poco accattivanti, dove tenere aperta una sala in più comporta un dispendio di personale che non ci si può permettere... si arriva a decisioni come questa e le monete finiscono in qualche deposito. certo ci sono delle eccellenze o dei casi che si discostano da questa tendenza (penso al museo Bottacin a Padova), ma comunque si tratta di pochi e fortunati casi. E anche per questi, ritornando al citato esempio, credo che chiedendo a 100 padovani che hanno frequentato la scuola dell'obbligo in città o in provincia, si trovi un numero significativo di essi che abbia visitato il museo civico o, appunto con la scuola, o per conto proprio, mentre il numero cali vistosamente verso lo zero per quel che riguarda le visite al medagliere del museo Bottacin. si potrebbe parlare per ore di questo fenomeno che investe sfere che hanno a che fare con i finanziamenti, l'appeal, l'impostazione culturale nostrana e molti altri fattori. la tanto invocata tutela dei beni storico-artistici dello stato e conseguentemente dei beni numismatici non si dovrebbe limitare alla sola repressione del commercio illegale degli stessi, ma dovrebbe anche salvaguardare le opere che già sono nelle disponibilità del patrimonio statale in quanto note perché presenti in musei pubblici e privati. ma come fare se mancano i fondi anche per sostituire le lampadine dei lampioni che si bruciano lungo le strade?1 punto
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Guardi Sig. Slubydu, mi scusi se glielo dico, ma leggendo quello che scrive mi sto sentendo quasi un "delinquente" per il solo fatto di non essere, come Lei, un amante del genere.....non capisco quale tipo di "reato morale" stia commettendo nel chiedermi quale sia il valore economico di un qualcosa acquistato solo per caso ad un'asta....E poi, mi lasci anche dire che quando Lei "suda" davanti ad una moneta di particolare interesse, di fronte c'è un venditore che Le sta dando la possibilità di acquistarla.....il venditore è condannabile perché non tiene per se l'oggetto così bello e pieno di cultura? Se così fosse ogni uomo sulla terra terrebbe per se le proprie monete e tutto sarebbe "fermo", senza possibilità di scambio e condivisione di cultura e senza possibilità di alimentazione delle proprie passioni: tutte le pietre che Lei possiede, sono in Suo possesso (a meno che non le ha ereditate tutte da un parente), solo grazie a chi gliele ha vendute/donate/scambiate.....Ad ogni modo, sono in possesso di queste monete per un puro caso, non ho programmato e scelto l'acquisto; era un'occasione e l'ho colta. Cosa avrei dovuto fare? Prendere atto del fatto che non sono un appassionato di numismatica e lasciar perdere? bah... Per Eliodoro: guardi non saprei, forse quella cosina bianca è un pezzettino di carta che si è appiccicato....devo ricontrollare. Per Legioprimigenia: no, la fattura è unica, comprensiva di tutto. E' un lotto unico. Ma perché??? Domanda: per fare le foto ad alta risoluzione devo per forza munirmi di una reflex con obbiettivo macro o con l'Iphone potrei riuscire a fare una buona foto? Grazie1 punto
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Da amante della monetazione antica non capisco come si possa ricondurre il tutto ad un discorso prettamente economico. Non so se ci possiate credere, ma personalmente non ho mai acquistato una moneta antica con l idea di investirci. L ho sempre fatto e lo farò finché la passione permane, semplicemente perché quando ne vedo una che mi piace inizio a sudare, sognando di tenerla in mano, studiarla con una lente che ne evidenzi La patina, magari verde. Auspico che questi acquisti fatti possano essere uno starter per avvicinarsi alla numismatica, alla storia e perché no, al collezionismo. Skuby1 punto
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anche se la croce presente in alcune monete Napoletane richiama alla "nostra" ... personalmente penso che quella presente in quest'ultima invece non sia una croce ,... è un rettangolo con una coda che esce dalla linea centrale, quasi a richiamare un castello??? o forse una degenerazione del tempio carolingio..?? ecco perchè ho postato alcuni esempi della monetazione dei Duchi di Normandia... non dico assolutamente che sia cosi' ...ma la tipologia la cercherei nella monetazione di quell'epoca o quasi.... Attendiamo qualche opinione chiarificatrice da esperti che so essere presenti nel ns forum.. :pleasantry: :whome:1 punto
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concordo con elmetto...se non è difficilissimo non sarà difficile trovare almeno un altro paio di pezzi in vendita così...ma almeno linkateli.1 punto
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@@idra Se il gettone serviva per il tragitto dalle rive di Venezia all’isola di Giudecca in gondola, l’unico mezzo disponibile negli anni ’50, le gondole adibite al traghetto dovevano avere una gettonniera dato che, come ha puntualmente spiegato sandokan, non ha senso praticare una scanalatura in un gettone che serve semplicemente come controvalore di 10 centesimi di lira. Restiamo in attesa di documentazione di una gondola con gettoniera, oppure di un’altra spiegazione motivata. Altrimenti c’è un’altra ‘affermazione a caso’ da aggiungere alle precedenti. apollonia1 punto
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Ciao, grazie a te per la domanda, che coinvolge un tema importante permettendo di fare una puntualizzazione. :good: Tutte le domande "facili e semplici", come questa, comportano risposte complesse. Che in questo caso possiamo riassumere in una frase apparentemente paradossale. Il "vero" stemma di una famiglia non esiste. Perchè, nei diversi momenti della sua storia, ogni famiglia usa stemmi "veri". Anche se diversi l'uno dall'altro. :blink: Prima che mi :crazy: prendete per matto, cerco di spiegarmi. Gli stemmi sono come i sassi: sembrano inerti, freddi, fissi e stabili. In realtà, come i sassi, gli stemmi nascono da fenomeni ben precisi, e si modificano con l'azione del tempo e dello spazio. É raro trovare famiglie i cui stemmi non cambiano. Un matrimonio, un cambio di status, uno spostamento, una promozione, e mille altri motivi possono trovare riflesso nel cambiamento di uno o più dettagli dello stemma. Cambiamenti che possono essere duraturi, o temporanei; legati a tutti gli esponenti della famiglia, o a pochi, o soltanto a uno. Il discorso sarebbe lungo e noioso, magari potremo continuarlo (se vorrai) in altro momento. Per rimanere nella tua domanda, i Branciforti (o Bracciforti) di Piacenza furono una delle famiglie più antiche della città. Leggenda vuole che un loro antenato, alfiere dell'esercito di Carlo Magno, durante la battaglia ebbe le mani tagliate ma difese ugualmente la sua bandiera prendendola con i moncherini. Ciò giustifica il primo dei tre disegni che proponi nella tua prima foto, lo stemma col leone tenente con le branche anteriori l'asta di un vessillo. Sono le stesse figure dello stemma dei siciliani Branciforte, famiglia sulla quale si tramanda una leggenda identica, e che usa uno stemma come questo (ma che ha in più le branche del leone recise e posate nel cantone sinistro della punta dello scudo). Non so se fra le due famiglie ci sia parentela. Gli altri due disegni della tua prima foto non me li so affatto spiegare. Mentre il secondo disegno (lo stemma di rosso, al destrocherio armato, uscente dal fianco sinistro dello scudo, e impugnante una spada alta in palo, il tutto al naturale) è tratto da p. 529 del volume di C. E. Manfredi/G. di Groppello, Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi, Piacenza, Edizioni TEP 1979. Un testo attendibile, serio, ben documentato. Lo stesso da cui ho tratto le notizie di cui sopra (pp. 160÷162). :good: A livello strettamente araldico, purtroppo, non è molto ricco, e infatti per ogni famiglia presenta di solito un'unica versione dello stemma. Se in giro per Piacenza, o dintorni, tu e altri amici trovaste altri stemmi Bracciforti, vediamoli insieme e ragioniamoci su. ;) ;) ;)1 punto
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boh io non capisco questo superintasamento d emissioni 201X ... per tutti gli stati .. 20 dicsusioni degli stati emissioni per il 2015 + 20 stati per il 2016 piu tutto il resto etcc ma chi volete che legga piu questa sezione ? sono piu le discussioni degli interventi degli utenti1 punto
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Medaglia del Cinquantenario dell’Associazione nazionale alpini (ANA) di Pavia, presente sul territorio provinciale dal 1922 D/ Ponte Vecchio, due torri sullo sfondo, fregio degli alpini, sotto a destra le iniziali S.J R/ - 1°CENTENARIO DELLA SEZIONE ALPINI DI PAVIA – 1922 . 1972 lungo il bordo; al centro il logo ufficiale dell’Associazione nazionale alpini Bronzo: 14,70 g, 32 mm. apollonia1 punto
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@@Rex Neap quando la cultura chiama ,Rex risponde ;) questi approfondimenti son sempre graditi e utili....quindi niente scuse ma solo grazie da parte mia. marco1 punto
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Il libro è recensito da Roberto Ganganelli su "Il giornale della numismatica": http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=37051 punto
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Anche io vorrei 8 tagli nuovi ogni anno. Ma vorrei anche un lavoro ! Per poterle pagare e non solo le monete . Certo non ci corre dietro nessuno, ma è inutile negare che un collezionista ( per lo meno io ) , ci starei male a non poter prendere monete per anni , provando rabbia mista a "invidia" per chi può . E a meno di novità il 2015 si presenta come il primo stop . Io vorrei vederlo il bicchiere mezzo pieno perchè so che arricchisce culturalmente e visivamente una miriade di nuove emissioni ( ormai quasi sempre brutte ahinoi, fatte tanto per , e con commemorazioni un pò forzate ) , ma riesco a vederlo mestamente vuoto questo bicchiere in questo paese per un giovane come me ...1 punto
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Forse meglio fare un elenco delle istituzioni biblioteche associazioni che potrebbero riceverla e dare la loro in cambio1 punto
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