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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/12/15 in tutte le aree

  1. Anche senza il decreto Monti sarebbero comunque carta straccia ad oggi. Poi 900 milioni di lire in contanti messi da parte da una impresa edile mi danno tanto l'idea di frode fiscale. Si accontenti dell'appartamento e -immagino- del resto.
    4 punti
  2. Bravo Claudio, la foto della realtà é questa. Non solo, si può anche e tranquillamente rincarare la dose dicendo che gli stessi gradi di conservazione "pieni" sono utilizzati diversamente dai diversi soggetti. Eppure a leggerli così sembrerebbero quelli "storici" ;) . L'FDC può avere segnetti o no? L'SPL con 1 pallino o con 3 pallini successivi cosa mi rappresenta? Il simbolo di >, < e % tra le conservazioni ? E via discorrendo... Non addentriamoci poi nei meandri dei vari "commenti" apposti sui cartellini! Esempio... "Ottimo FDC" che é ? Il fratello bello dell'FDC sfigato? Eccezionale cos'é ? Un gradino sopra l'FDC o uno stato straordinario della moneta di quella tipologia ? (...) Non se ne esce, e tanto meno serve negare che non sia così. E di certo non la risolviamo noi qui la questione. Io, per quanto mi riguarda e per essere chiaro fino in fondo, scrivo a chiare lettere pubblicamente come utilizzo la terminologia nelle mie perizie e penso/spero che anche gli altri lo facciano sino a quando non vi sarà una convergenza riconosciuta di protocollo. Perchè la cosa davvero importante é essere CHIARI ed ONESTI con chi ci sta di fronte (anche virtualmente), Il resto, per me, é sempre subordinato da questo.
    4 punti
  3. Nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio del 1975, sono sottratti dal Palazzo Ducale di Urbino La Muta di Raffaello, La Madonna di Senigallia e La Flagellazione di Piero della Francesca. Gaetano Savoldelli Pedrocchi, Procuratore della Repubblica di Urbino, rintraccia i quadri in Svizzera. E allora fa una cosa singolare. Teme che i quadri non tornino ad Urbino o che non vi ritorno o subito. Decide di non seguire le vie istituzionali. Si mette in ferie e con un ufficiale dei CC va personalmente in Svizzera. Ognuno viaggia con la propria autovettura. Convince, non si sa come, gli svizzeri a dargli i quadri. Carica il tutto nel portabagagli della propria auto e via come il vento verso Urbino. I due temono di essere intercettati da malviventi e, quindi, viaggiano alla massima velocità possibile. L'ufficiale fonde il motore, ma Savoldelli Pedrocchi continua da solo e raggiunge Urbino. Sembra di leggere dei tre moschettieri con i pendenti della regina, ma è tutto vero. Quaranta anni fa. Altri tempi ed altri uomini. Polemarco
    3 punti
  4. ______________ 1876 Grecia Giorgio I° (1845-1913) 5 Dracme - Argento .900
    3 punti
  5. anche se fosse una semplice battuta,la trovo pessima....avrei voluto vederla a posto dell'erede.
    3 punti
  6. A parte la divagazione enologica, con rispetto: è in questo modo che guardo le monete. Comunque anche un buon cabernet sauvignon delle terre trevisane non è male.
    3 punti
  7. Ho deciso di aprire questa discussione in quanto partecipando alla 1a asta Felsinea per il lotto 3912 “Contraffazione di soldino Veneziano” e bisognoso di maggiori informazioni avevo iniziato a cercare informazioni su Internet. Con mia grande sorpresa digitando contraffazione soldino veneziano si aprono ai primi 2 posti, 2 discussioni del nostro forum: http://www.lamoneta.it/topic/20066-contraffazioni-depoca-di-soldini-veneziani/ aperta da @@rob nel 2007 http://www.lamoneta.it/topic/83883-aiuto-identificazione-moneta-veneziana/ aperta da @@altrove2000 nel 2011. Digitando invece imitazioni soldino veneziano al 3° posto abbiamo la discussione: http://www.lamoneta.it/topic/70223-soldino-di-venezia/ aperta da @@profausto nel 2010 Questi 3 topic insieme alla discussione: http://www.lamoneta.it/topic/89455-la-circolazione-di-soldini-veneziani-in-uk/ aperta da @@rick2 nel 2012 mi hanno fornito le uniche immagini disponibili, nel variegato mondo di internet, sull'oggetto della mia ricerca. Ecco quindi che tutte le nostre discussioni sono non più semplici scambi di informazioni o di opinioni, ma “testimonianza documentale” per tutti coloro che per studio o ricerca necessitano di approfondimenti numismatici. Chapeau. :hi:
    2 punti
  8. Notizia sul messaggero veneto e chi paga?
    2 punti
  9. Non è purtroppo mia, ma è stata postata su un gruppo FB e volevo condividere con voi questa che non solo è una delle maggiori rarità della monetazione parmigiana ma è pure strepitosa come conservazione.
    2 punti
  10. Fare un bon post..cu il smartphone e una guerra.. Éco questo scopetto oggi in orto di babu. Peso. 0'48g.....a presto?
    2 punti
  11. Quando lo stato mette fuori corso delle monete o banconote deve destinare un fondo nel suo bilancio per la conversione del vecchio contante in quello nuovo, pari all'ammontare del vecchio contante ancora in circolazione. Quando queste monete o banconote vengono prescritte (ossia non sono più cambiabili neanche alla banca centrale), la parte del fondo non utilizzata per la conversione (perché tali monete o banconote non sono state portate al cambio in quanto perse o tenute per collezione) costituisce un introito per il bilancio dello stato. Di solito, tra la messa fuori corso e la prescrizione trascorre un periodo abbastanza lungo, per permettere a tutti quelli che hanno il vecchio denaro di cambiarlo. Si presume che il denaro non cambiato entro quella data non verrà cambiato più, in quanto perso o tenuto per ricordo. Pertanto, si decide di sospendere la convertibilità e versare il fondo residuo nelle casse dello stato. Alcuni stati permettono la convertibilità illimitata di monete e banconote fuori corso. In questo caso, i cittadini sono tutelati dal non perdere somme dimenticate "nei cassetti dei nonni" per decenni, ma allo stesso tempo lo stato si priva dall'introito derivante dalle monete e banconote che non verranno mai cambiate in quanto il fondo relativo ad esse dovrà essere sempre tenuto a disposizione. Evidentemente alcuni stati hanno messo in primo piano la tutela dei loro cittadini, altri la loro convenienza economica. Quello che mi stupisce è che l'UE non abbia imposto un comportamento obbligatorio da tenere in tutti gli stati membri.
    2 punti
  12. Domani basta consultare la lista Falciani per vedere se era un evasore? A parte la battuta, alla storiella dello zio risparmiatore ci credo poco: è la prima lezione di un corso anti riciclaggio, tutti in contanti da 500.000 unica serie esistente dal 1997, titoli cartacei molto probabilmente al portatore, cassetta di sicurezza, impresa edile che, non me ne vogliano gli edili onesti, è un indice di anomalia con rischio riciclaggio molto alto. Comunque l'erede non c'entra nulla - i reati non si ereditano e periscono con la morte dell'imputato - se sono tutte banconote da 500.000 magari ancora fascettate e quindi fds qualche soldino ci esce fuori. Forse più di quelli che rimarrebbero dopo una causa elefantiaca contro lo Stato, dove chi vince forse sono proprio gli avvocati. Infine, lo Stato è sovrano e può stabilire le leggi che ritiene opportune purché costituzionali: se la Corte dice che va bene bisogna farsene una ragione. Che poi uno Stato così sia poco serio, non affidabile e via dicendo possiamo discuterne e sono in accordo. Ma tant'è.
    2 punti
  13. A mio modo di vedere l'origine del denaro non ha alcuna attinenza con la discussione. Non c'è, da quanto riferisce l'articolo, nessuna indagine in corso sull'origine truffaldina del denaro e, poiché nel nostro Paese vige la presunzione di innocenza e che nessuna legge vieta di tenere denaro contante in una cassetta di sicurezza, è necessario interrogarsi su un'altro aspetto (che mi pare il fulcro dell'articolo): è legittimo che uno Stato dichiari fuori corso il denaro emesso dalla propria banca centrale? È un problema di diritto bancario. Se qualcuno dei lamonetiani se ne intende, spero di leggere il suo commento.
    2 punti
  14. ho aggiornato il catalogo con le monete divisionali di Papa Francesco presto faro' i 2 euro com. 2014 , lituania, nuovi tagli olanda , nuovi tagli belgio http://catalogo-euro.lamoneta.it/cat/E-F1
    2 punti
  15. probabilmente riveniente da montatura ?? il Massaro è Marcantonio Malipiero operante nel 1634 /43 Francesco Erizzo è stato il 98° Doge di Venezia
    2 punti
  16. L'oro è denaro ....... tutto il resto è credito.
    2 punti
  17. @@Ciprios Effettivamente i Periti non dovrebbero occuparsi di vendita per un ovvio conflitto di interessi. Io perizio diamanti ma non li vendo, Però non possiamo generalizzare che tutti i commercianti numismatici che periziano lo fanno pro domo sua. Purtroppo non esistendo una scuola per periti numismatici esterna all'attività commerciale, va da sè che la maggior parte dei Periti sono gli stessi commercianti, fatte debite eccezioni di collezionisti che diventano Periti. @@prtgzn I cataloghi indicano il valore max della moneta in quello stato (es. Fdc) poi per i gradi intermedi il prezzo lo fa il mercato. Anche questa è una cosa che non trovo molto razionale, si dovrebbe stabilire una serie di rapporti tra i vari stati di conservazione in maniera tale che chiunque possa determinare il valore dei singoli stati. Tutto questo comunque rimarrà un'utopia fino a quando non verranno stabiliti parametri e norme ben precise per la graduazione in modo di limitare al massimo la soggettività del giudizio dell'operatore, che attualmente direi che è al massimo livello.
    2 punti
  18. Non mi stupisco poi di intravedere come al solito qualcuno che ha convenienza nel confondere quello che si é detto, con la qualità della professionalità e dell'onestà degli operatori. Se la velata critica era riferita alla mia precedente osservazione, non ho problemi ad affermare che non ho alcuna convenienza diretta nell'affermare certe cose. Faccio solo un ragionamento. Sul mercato devono esistere i valutatori che periziano esclusivamente le monete (vedi rating agencies) e i commercianti/case d'asta che possono verificare autenticità e dare valutazione non vincolante. Il mix tra valutatore e commerciante rischia per forza di cose (business/soldi/fame/necessità varie) di rendere la perizia meno attendibile, soprattutto quando riguarda la vendita diretta. E' una distorsione presente nell'attuale configurazione del mercato numismatico italiano, non conosco infattti società che effettuano valutazioni in senso stretto senza in qualche modo essere coinvolte nella vendita. Una totale separazione delle attività porterebbe certamente a maggior consistenza dei giudizi e forse ad una maggior precisione/metodologia di attribuzione degli stessi.
    2 punti
  19. Beh....da buon Abruzzese...nomino un ottimo Montepulciano d'Abruzzo...magari, visto il periodo...accompagnato da un bell'arrosto di Maiale in compagnia di buon amici a cui mostrare (...far sbavare :crazy: ) la propria collezione..
    2 punti
  20. 10 Euro Cent della Repubblica Italiana TAGLIO : 10 centesimo di euro STATO : Italia ANNO : 2002/... AUTORE : Claudia Momoni, nata a Roma il 27 Novembre 1963, si diploma al Liceo Artistico Statale di Roma nel 1981, e poi frequenta la "Scuola dell'Arte della Medaglia Giuseppe Romagnoli" dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, dove si diploma nel 1985; dopo di che incomincia a lavorare nel settore dell'oreficeria, per cui fa esperienza nella lavorazione dello sbalzo, del cesello, nella modellazione della cera, della fusione a cera persa e nel disegno del gioiello. Dal 1993 lavora come incisore alla Zecca di Roma. Sono sue opere: Ø la moneta d'oro da 50.000 lire del 1985, celebrante l’VIII Centenario della Nascita di S. Antonio da Padova - Basilica del Santo -"; Ø il rovescio della 500 lire bimetallica del 1997, per la ricorrenza del “70 Anniversario della Fondazione dell'Istat”; Ø la faccia nazionale della moneta da 10 centesimi di euro italiano. TEMA : Volto di Venere DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Nordic gold (rame 89% - alluminio 5% - zinco 5% - stagno 1%) DIAMETRO : 19,75 mm SPESSORE : 1,93 mm PESO : 4,1 g. CONTORNO : Zigrinato; la zigrinatura cambia a seconda del conio e del mllesimo Bordo : Leggermente alzato e piatto La faccia nazionale riporta il volto di Venere, fino alle spalle, con la parte inferiore ad arco, estrapolato dalla tela la "Nascita di Venere" di Sandro Botticelli. Alla destra del volto vi è il monogramma della Repubblica Italiana (R e I, in maiuscolo e sovrapposte) e sopra il millesimo; alla sinistra del collo di Venere, tra la chioma legata e i capelli fluenti il segno della Zecca di Roma (R, in maiuscolo). In cerchio a racchiudere la rappresentazione, subito all’interno del bordo, 12 stelle a cinque punte a rappresentare l'Unione Europea; a ore 7:30, fra due stelle, le iniziali dell'autrice Claudia Momoni, costituite dalle lettere “CM” in maiuscolo – tali lettere sono morfologicamente diverse per variazione di conio per il millesimo 2002 e per i millessimi successivi. La tela raffigurante la Nascita di Venere, opera d'arte iconica del Rinascimento italiano, simbolo della pittura del 400 italiano, è attualmente conservata nelle sale 10 – 14 della Galleria degli Uffizi a Firenze. Capolavoro di grazia e delicatezza pittorica, questa celebre opera formava probabilmente un trittico insieme alla Primavera e a Pallade e il Centauro. Commissionata da Lorenzo il Magnifico verso il 1482 a Sandro Botticelli, che la realizzò tra il 1482 ed il 1485, ma non sono noti contratti, diari, registri di bottega coevi che lo attestino; a tale datazione si è pervenuti per considerazioni stilistiche. Molto probabilmente l'opera era destinata ad abbellire una Villa della famiglia Medici, la Villa medicea di Castello. Le dimensioni sono di 172.5 x 278.5 cm (l’altezza originaria era probabilmente di cm 207,5) Il titolo con cui il dipinto è noto risale al secolo scorso, in quanto, precedentemente si era creduto che l'opera fosse il tentativo del Botticelli di rappresentare la Venere Anadiomene, antico dipinto perduto del pittore greco Apelle. Si tratta di una delle opere maggiormente rappresentative del rinascimento italiano, con la quale si pone in essere l'esaltazione della bellezza spirituale della donna, attraverso l'allegoria della nascita della dea, celebrata nel suo massimo splendore. Venere sorge dalla schiuma delle acque, nuda su una conchiglia, sospinta dai venti verso la riva di una grande baita (secondo la narrazione l'isola di Cipro o Citera), dove Flora la accoglie con un drappo fiorito. Non è certo il primo nudo dell’arte rinascimentale, ma è il primo nudo a proporsi come immagine di seduzione. Questo quadro fu probabilmente una delle ultime opere a rappresentare la Firenze umanistica di Lorenzo il Magnifico. Siamo negli ultimi anni del governo umanistico di Lorenzo il Magnifico. Dopo la sua scomparsa, il clima culturale nella città di Firenze cambiò totalmente influenzato dalle predicazioni del Savonarola, il cui intento era una moralizzazione della società fiorentina del tempo. Mentre con il Magnifico Firenze emulava lo splendore dell’Atene classica, con il Savonarola doveva divenire la nuova Gerusalemme. Venere nasce dalle acque pure così come rinasce spiritualmente colui che viene purificato dall'acqua santa; analizzata in tal modo la composizione ricorda il Battesimo cattolico. Venere, nei propositi di Botticelli, fa da collegamento tra Dio e l'uomo. È posta al centro del dipinto, a sinistra Zefiro che sostiene Aura, la brezza, mentre dal cielo piovono rose. Venere è nuda, ha una lunga e folta chioma, in parte mossa dal vento, e con una cui ciocca copre il pube, mentre con la mano sinistra nasconde parzialmente i seni; ha una pelle bianchissima a rappresentare la pura spiritualità. Sulla destra, probabilmente una delle Ore, con i capelli raccolti in una lunga treccia, con addosso un abito bianco ricamato con fiordalisi, e una cintura di rose al di sotto del petto, e lo scollo del vestito decorato con delle foglie di mirto, e pronta a vestire Venere con un mantello rosa trapunto da vari fiori, tra cui soprattutto margherite. Sullo sfondo a destra ci sono dei melaranci, con le fronde punteggiate d’oro. In primo piano, nel prato si scorgono delle violette, simbolo di amore e sulla riva delle canne o “tife”; il mare sembra uno specchio d’acqua lacustre dato il colore, l’increspatura e le leggerissime linee di contorno che rappresentano le onde che lambiscono la riva erbosa. La composizione più che rappresentare la nascita della dea, come tradizionalmente si ritiene, rappresenta il suo arrivo al lido. Il tema deriva dalla letteratura latina ed esattamente dalle Metamorfosi di Ovidio. Nell’opera si leggono anche dei riferimenti alla famosa opera poetica delle Stanze di Agnolo Poliziano, contemporaneo di Botticelli e massimo poeta neoplatonico della corte medicea. Il collo di Venere è più lungo del normale, le spalle troppo ricurve e anche il braccio sinistro è più lungo dell’altro, la dea sta in piedi sull’umbone della conchiglia, la cui parte interna è rivolta verso il cielo, con una posizione innaturale per mantenersi in equilibrio pur se precario, ma questi aspetti asimmetrici e innaturali non scompongano il dipinto nel suo complesso, anzi non vengono neppure notati se non con una attenta osservazione fatta a zone. La dea viene ripresa dal Botticelli in altre opere, oltre alla Nascita, che rappresenta la celebrazione per eccellenza della bellezza della divinità, la ritroviamo nella Primavera e in Venere e Marte. La Nascita di Venere è citata con certezza per la prima volta da Giorgio Vasari nella edizione delle Vite del 1550, in cui l’opera è ricordata nella Villa di Castello che Cosimo I de’ Medici eredita dal padre Giovanni delle Bande Nere, posta nella “Camera del Granduca terrena”, come si evince da un inventario del 1598; lì rimase fino al 1761, data dell’ultimo inventario della villa. Sono incerte l’originaria collocazione della tela, il committente, la data e l’occasione della sua esecuzione. Per via del tutto indiziaria, la critica è stata spesso orientata ad attribuire la commissione a Lorenzo di Pierfrancesco e a ritenere Villa di Castello il luogo di destinazione originaria dell’opera e la data di realizzazione tra il 1482 e il 1485. In realtà nessuna opera in cui sia riconoscibile la Nascita di Venere è riportata negli inventari della villa del1498, 1503 e 1516, per cui venne sicuramente lì trasportata in un secondo momento prima della visita di Vasari. Al tempo del riferimento vasariano l'edificio era di proprietà di Cosimo I de' Medici, che aveva potuto ereditare il dipinto dai suoi antenati del ramo "Popolano", ma anche averlo acquistato per conto personale o averlo sottratto durante una confisca di stato. Portata a Palazzo Pitti, nel 1815 all’aprirsi della Restaurazione il dipinto botticelliano fu trasferito nella Guardaroba dietro espresso desiderio del granduca Ferdinando III di Lorena. Il direttore degli Uffizi, Giovanni Degli Alessandri però chiese e ottenne il quadro per i corridoi del proprio museo, dove nello stesso anno fu posta anche la Primavera. La Nascita di Venere è il più antico dipinto su tela di grandi dimensioni realizzato in Toscana. Da esami e studi effettuati in occasione del restauro del 1986 – 1987 si è scoperto che il supporto è costituito da due teli di lino cuciti in senso orizzontale e in seguito venne aggiunta un'imprimitura a base di gesso tinto con un po' di blu, in modo da dare il particolare tono azzurrato a tutto il dipinto. Dopo essere stata dipinta la tela è stata inchiodata su una tavola di legno; anche i bordi ripiegati lungo i bordi del piano ligneo sono dipinti e proprio attraverso essi si è osservato il timbro coloristico originale, non essendo stati esposti alla luce. La tela prima di essere dipinta è stata spennellata per l’intera estensione con una mistura di colla animale e gesso, probabilmente a base di polvere alabastrina fine tinto con un po' di blu, in modo da dare il particolare tono azzurrato a tutto il dipinto, ma è priva d’imprimitura La pittura usa la tecnica della tempera magra, cioè dei colori sciolti in colle animali e vegetali come leganti, che diede una straordinaria luminosità avvicinandosi alla resa dell'affresco. Il disegno è stato disteso ‘a secco’, forse col carbone, e poi ripassato con il pennello e il colore bruno liquido. Durante l’esecuzione pittorica Sandro Botticelli ha cambiato dei dettagli del disegno: i capelli erano delineati anche a sinistra, ma si è preferito accentuare l’effetto di spinta del vento; piedi, mani e un occhio della dea sono stati ridisegnati; è stato aggiunto il collo del mantello. Nella campitura corrispondente agli incarnati manca la stesura verdolina (il cosiddetto “verdaccio” toscano), che il Botticelli è solito dare sulle tavole. La tecnica pittorica adottata è una tempera povera di olii e di sostanze agglutinanti; i colori sciolti in colle animali e vegetali come leganti, che diedero una straordinaria luminosità avvicinandosi alla resa dell'affresco. Nella stesura del colore, Botticelli ha dato sottili velature, utilizzando pigmenti molto diluiti con pennellate leggere che lasciano ben visibile il fondo. La conchiglia ha un effetto quasi opalescente e una particolare velatura di verderame è stata stesa sulle parti vegetali e sull’acqua. Le dorature, date in forma lineare lungo i contorni o a tratteggio nelle foglie e nei capelli, sono state applicate a pennello, a mordente e a missione (applicando la foglia d’oro su un collante). Molte dorature a missione, nelle ali, nelle foglie, nei tronchi, sono state aggiunte dopo che l’opera era stata posizionata nella cornice. Come le altre composizioni allegoriche di Botticelli, anche la Nascita di Venere è stata oggetto di innumerevoli studi volti a individuare una corretta chiave interpretativa della composizione, ma nonostante i vari contributi interpretativi il significato della Nascita di Venere è ancora oggi non chiarito. La proposta lettura che ha avuto più seguito, vede nel dipinto la rappresentazione della Humanitas, la virtù superiore incarnata nella sublime bellezza, nata dall’unione dello spirito con la materia, dell’idea con la natura. Opera: dipinto raffigurante la Nascita di Venere Autore: Alessandro Filipepi, detto Sandro Botticelli (Firenze 1445 – 1510) Committente, collezionista: Pierfrancesco o Lorenzo il Magnifico Data di esecuzione: 1482 – 1485 Ubicazione attuale: Firenze, Galleria degli Uffizi, sale 10 – 14, inv. 1890 n. 878 Dati Tecnici: tempera su tela costituita da due teli di lino cuciti in senso orizzontale per una dimensione totale di cm 184,5x285,5 (l’altezza originaria era probabilmente di cm 207,5) Provenienza: Villa di Castello (dalla realizzazione fino almeno al 1761); Palazzo Vecchio, Guardaroba (1815); Palazzo degli Uffizi (dal 1815). Sandro Botticelli, è lo pseudonimo di Alessandro Filipepi. (Firenze 1445 – 1510), pittore italiano, tra i massimi artisti del Rinascimento fiorentino. Dopo l'apprendistato artistico, compiuto prima presso un orafo e poi presso Filippo Lippi, collaborò con il Pollaiolo e lavorò nella bottega del Verrocchio, dove conobbe Leonardo da Vinci. Aperta una propria bottega verso il 1470, fu per quasi tutta la vita al servizio dell'aristocrazia della città, in primo luogo dei Medici. A tale periodo il suo stile è completamente formato e si produce in capolavori straordinari, da cui traspare la leggera poesia del Poliziano. A illustri esponenti della potente famiglia fiorentina furono dedicati numerosi ritratti (celebre quello di Giuliano de' Medici, 1475 – 76, conservato al National Gallery of Art, Washington), ma allusioni o riferimenti espliciti alla loro cerchia tornano anche in opere realizzate per altri committenti (ad esempio, nell'Adorazione dei Magi, 1476 – 77, conservata agli Uffizi di Firenze). Alla corte di Lorenzo il Magnifico, Botticelli conobbe i filosofi Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, attraverso i quali si accostò al pensiero neoplatonico. L'intento di conciliare la cultura e il mondo classici con il pensiero cristiano gli ispirò le sue opere più celebri, La Primavera (1478 circa) e la Nascita di Venere (1482 circa), oggi conservate agli Uffizi. A Botticelli si devono anche opere a soggetto religioso, in particolare tele raffiguranti la Madonna, come la Madonna del Magnificat (1485 circa), la Madonna della melagrana (1487), l'Incoronazione della Vergine (1490), tutte agli Uffizi, e Madonna e santi (1485, al Staatliche Museen di Berlino). Altre opere religiose sono San Sebastiano (1473-74, al Staatliche Museen di Berlino), l'Adorazione dei Magi (1473 circa) della National Gallery di Londra e un affresco con Sant'Agostino (1480, chiesa di Ognissanti, Firenze). Nell’esecuzione delle “Madonne giovanili” il Botticelli appare molto legato al maestro, e all’ambiente pollaiolesco. Ben presto però si ha il superamento di tutti questi suggerimenti ed il raggiungimento di uno stile che rivela problematiche che non hanno riscontro in altri artisti del tempo. Il soggetto in sé sembra lasciarlo indifferente: passa dal tema sacro, al pagano, al tema allegorico che egli tratta con la stessa intima religiosità: cosi la Madonna del Magnificat e la Nascita di Venere hanno lo stesso purissimo volto assorto. Quello che è costante nella sua arte è la ricerca del movimento ottenuto con una linea modulata, funzionale perché essa crea il modellato mentre il colore ne è un complemento. Nel 1481 fu chiamato a Roma da Papa Sisto IV della Rovere per collaborare con altri pittori alla decorazione delle pareti della Cappella Sistina: a Roma dal 1481 al 1482 fu della schiera dei frescanti fiorentini nelle pareti della Cappella Sistina, dove dipinse Mosè e le figlie di Jetro, La punizione di Core e Le prove di Cristo; più che l’insieme delle sue storie bibliche, forzatamente grandiose, apprezziamo i singoli episodi che ci riportano ai sereni affreschi di Villa Lemmi, ora al Louvre, ove le divinità partecipano al rito nuziale di Giovanna Tornabuoni. Negli anni Novanta, quando i Medici furono espulsi da Firenze (1494) e Girolamo Savonarola cominciò la sua predicazione pubblica contro i costumi corrotti, il Botticelli visse una profonda crisi religiosa e psicologica testimoniata da linee non più fluenti, ma dure, spezzate, e insistentemente reiterate insieme a colori e toni sordi, drammatici e quasi lividi delle sue ultime opere (Compianto su Cristo morto, 1490 – 1495, al Alte Pinakothe di Monaco; Pietà, 1495 circa, al Museo Poldi Pezzoli di Milano; Crocifissione, 1496 circa, al Fogg Art Museum di Cambridge Massachusetts; Natività mistica, 1501, al National Gallery di Londra). Anche nei dipinti a soggetto profano di quel periodo, tra cui si ricorda la Calunnia di Apelle (1495, agli Uffizi di Firenze) e le Storie di donne illustri (1500, all’Accademia Carrara di Bergamo e all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston) si nota un’atmosfera cupa, mesta. Solo le illustrazioni del Paradiso dantesco sembrano rispecchiare in questi anni la sognata atmosfera della Primavera. Nel 1510, quando muore, il Botticelli è un artista ormai superato tanto è evidente il suo ritorno pittorico ad un certo arcaismo e ad una religiosità quasi allucinata, per cui non è il Botticcelli delle opere della maturità in cui lo stile agile, la linea sottile e il colore delicato trasfigurano la realtà con una perfezione di forme che rientra nella concezione culturale umanistica medicea. Le scene allegoriche ora liriche, ora drammatiche sono dipinte con plastica leggerezza: dinamismo e cromatismo delicato sono le caratteristiche salienti.
    2 punti
  21. No, non avete pagato per le altre funzioni, l'app è stata sviluppata prima dell'uscita dei TAG e non ha MAI, ripeto MAI avuto tra le sue "features" la chat, gli annunci, la biblioteca online, la membermap... Comunque invece di polemizzare sul forum potete chiedere un rimborso se non siete soddisfatti, quindi inviatemi un MP con la vostra email di paypal e verrete rimborsati. I tag e tutto il resto saranno disponibili quando saranno disponibili, non c'è al momento una data che posso darvi.
    2 punti
  22. L'app non è ancora (che io sappia) stata aggiornata all'uso dei tag, che non sono ancora pienamente operativi nemmeno sul forum. Immagino che arriverà un'altra versione.
    2 punti
  23. questa bella abitudine è nata nei primi anni 70, tanto per...................essere diversi. Io sarei per uniformare la modalità di sigillare e periziare le monete, una volta per tutte. Il sottoscritto, ad esempio, è cresciuto a Bobba, a Ratto, a Santamaria, ad Ambrosoli, a Gnecchi, a Manfredini e potrei andare avanti per un pò, e tutti chiudevano le monete con SPL-FDC per una conservazione intermedia e SPL/FDC per differenziare le due facciate della moneta. Che poi, qualcuno si è svegliato al mattino ed ha invertito le scritture per una sua comodità, per carità, ma negli anni 60 questo era il metro. E chiaramente, io continuo con il mio metodo.
    2 punti
  24. ed infine la reginetta di oggi è..... Taglio: 2 Euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 900.000 Conservazione: BB Città: Trieste :yahoo:
    2 punti
  25. ecco il ritrovamento ECCEZIONALE di Loz: COMPLIMENTI!!!!!!!!!!!!!!! :good: :good: :good: Taglio: 2 cent Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 373.400 Condizioni: BB+ Città: Cuneo
    2 punti
  26. 1 punto
  27. Mi sembre. un Guelfo... Se possible à classificare....peso 2.77g. diam. 24mm...grazie amici
    1 punto
  28. ciao Mario tu sai benissimo come la penso ritengo l'iniziativa di straordinaria importanza sopratutto questi ragazzi che meritano moltissimo. per quanto riguarda il convegno NIP e le conferenze era da molto che aspettavo di rivedere milano ai vertici della Numismatica. proprio questi giorni mi hanno chiamato 3 imp. studiosi di numismatica classica, mi hanno garantito che faranno di tutto per esserci sono certo che l'Evento si svolgera in un clima di massima concentrazione sulle monete e studi, discussioni varie. la SNI e I NIP sai bene la garanzia che portano
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  29. Facendo delle ricerche ho trovato questo sito di un collezionista. In fondo alla pagina web c'è la spiegazione dei vari sigilli apposti alle bottiglie di liquori dal 1933 al 1959. Riporto di seguito il testo "" Il sigillo metallico venne messo a partire dalla fine del 1933, sino alla metà del 1959. - Il primo sigillo metallico, emesso dal 27 novembre 1933 è durato sino al 31 maggio 1944 e viene comunemente chiamato sigillo Regno Fasci, in quanto accanto allo stemma sabaudo ha due piccoli Fasci. - Il secondo sigillo metallico, emesso, dal 1° giugno 1944 è durato sino al 30 dicembre 1947, viene comunemente chiamato sigillo regno, in quanto con la caduta del facismo, venero eliminati i fasci e al loro posto vennero inserite due tendine. - Il terzo sigillo metallico, emesso dal 31 dicembre 1947 durato sino al 29 aprile 1949, comunemente chiamato sigillo testa, in quanto con l'avvento della repubblica venne introdotta la turrida (testa di donna). - Il quarto sigillo metallico, emesso dal 30 aprile 1949 durato sino al 15 giugno 1959 comunemente chiamato sigillo stella, in quanto la sua forma è di una stella a cinque punte. Nel 1952 uscirono le fascette di carta, ma i sigilli furono tollerati sino al 1959, in quanto molte ditte ne avevano di scorta. "" Da quello che vedo, il sigillo proposto da @@Sam sarebbe quello di secondo tipo con le tendine accanto allo stemma sabaudo.
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  30. forse era saldata nella montatura ad incastro per questo si evidenzia quella specie di solco ad ore 12 seconda foto.. nessun errore nella fase di conio..
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  31. State dicendo ( pensando) la stessa cosa! TIBERIVS ogni “asset” in cui investi è semplicemente un bene di carta con il rischio di controparte (default; insolvenza; ristrutturazione del debito). Azioni , obbligazioni, ETF , derivati ​​e polizze assicurative sono promesse di pagamento da parte di una controparte. Anche un Bene Immobiliare (Real Estate) ha valore in base alle possibilita’ d’acquisto degli acquirenti sul mercato delle case-immobili.
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  32. Ho messo alcuni "mi piace", volevo scrivere le stesse cose... e non mi ripeto. Comunque faccio un discorso "in generale", senza voler fare riferimento in specifico al caso su riportato. Nelle cassette di sicurezza delle banche, ( ma poi chi non si fida delle banche mette i soldi nelle cassette?!?) negli anni passati passavano ( e passano) una marea di contanti ( nero?riciclaggio?.... mah), chi metteva e mette i contanti in cassetta qualche motivo lo avrà...... le persone "normali" e qui parliamo dal piccolo risparmiatore ai grandi patrimoni ( decine di milioni di euro), sono sempre pronti ad investire/diversificare ecc ecc.... non contatemi la balla che si tengono i soldi i cassetta perchè non ci si fida delle banche, i soldi si possono investire in infiniti modi, volendo escludendo a priori il debito bancario. Per tornare all'oggetto della discussione, i 900 mil di lire non incassati, sono una somma modesta, se confrontati al totale di banconote italiane non portate all'incasso, ( non ho il dato ma avevo letto che è un'ingente somma) escludiamo chi ha dimenticato il biglietto da 100 mila in un cassetto, ma chi aveva somme del genere sicuramente lo sapeva, quasi dieci anni di tempo lo aveva avuto, però portare al cambio IN CONTANTI, una somma del genere, avrebbe fatto scattare da parte della banca un infinità di segnalazioni/controlli ( antiriciclaggio in primis ecc.ccc.), cosa forse non gradita? Certo dispiace che alla fine chi ne farà le spese è una persona che è più bisognosa di altri, però lo zietto una mano sulla coscienza poteva mettersela, cosa che NON penso farà (giustamente) lo Stato. saluti TIBERIVS
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  33. Si tratta di un bollo erinnofilo, ovvero un chiudilettera. E' una forma di collezionismo che in Italia non è molto seguita. Il suo valore dipende molto da coloro che ricercano questo tipo di bolli. Qui puoi vedere un esempio di vendita.
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  34. Automoderazione@commissionedisciplinare . LOL ! :)
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  35. Nonno.....dalle mie parti ci sta pure in Vino Cotto....e se devo abbinarlo a qualcosa, lo abbinerei ad un bel sesterzio.. :beerchug:
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  36. Nonno Cesare augura buona giornata al forum e propone un cambio di nome: da "La moneta" a " la vigna"... ma un bel chianti gallo nero o un Brunello di Montalcino non vi manca? e che dire del Cannonau? e del Maduria? e del Corvo di Salaparita e...e... e...sento già l'ebrezza che monta; buona giornata a tutti
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  37. E chi meglio di @@pietromoney ? XD
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  38. Boh. Ho letto tutti i post e alla fine ho capito di non capirci niente. Faccio alcune domande, per vedere se riesco a capire: una moneta SPL/FDC (da quel che ho capito è SPL da un lato e FDC da un altro) come viene valutata in generale? Se è prassi !!! dei periti dare queste valutazioni, non sarebbe opportuno che anche i cataloghi adottassero la stessa metrica, o siamo su un altro campo ancora? Mi da l'impressione che si voglia creare confusione nei collezionisti.
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  39. Il bordo, la L di lire e il segno di zecca sono alcuni particolari per il riconoscimento dell'autenticità della moneta.
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  40. @@gionnysicily. ..non per piaggeria..ma quando intervenite alcuni come Te, @@vitellio..@@babelone. .@@numizmo... @@cliff @@acraf..skuby..in materia di falsi..c'è poco da fare..non dico al 100% ma al 99,9% avete visto giusto. ...
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  41. Beh a te non importerà, ma continuare a dire imperterrito pubblicamente che la gradazione é SOLO come dici tu, come hai fatto sino ad ora su questo forum, non rende certo un buon servizio agli utenti che leggono. Ma non per una questione "morale". E' il semplice riscontro oggettivo della realtà. Le cose NON stanno come gliela racconti tu, nel solo senso che non c'é uniformità, ed in particolare non c'é l'uniformità che tu ribadisci. L'uso delle scale e della relativa simbologia non é sempre come hai risposto tu più volte ad utenti di questo forum che hanno chiesto. E lo status reale delle cose non cambia semplicemente facendo finta che così non sia, o dando per "giusta" una cosa piuttosto che un'altra. Penso tu sia d'accordo su questo. La cosa più corretta da dare come "risposta" al momento può essere solo quella di dire "vatti a guardare come chiude QUEL perito", sia in termini di terminologia che in altro, se non si sa o si preferisce non rispondere su come quel perito chiude. Poi come ti dissi, so che qualcuno sta lavorando per arrivare ad un "dunque", ed io al momento faccio anche il tifo per loro. Ma sino ad allora la situazione é questa, non trovo molto giusto negare l'evidenza. Se poi scherzandoci sopra un po' volessi dire qualcosa anche a Bruno, visto che afferma che qualcuno (e mi immagino si riferisse a Tevere) si é alzato una mattina nei primi anni '70 per fare il diverso, potrei chiedergli allora: ma prima degli anni '60 allora si chiudeva ? Non é che per caso "non si chiudeva" ed uno si é alzato una mattina per fare il diverso ed ha cominciato a chiudere (Bobba)? E prima ancora delle mezze conservazioni + q e varie, chi si é alzato una mattina ed ha deciso di inserirle per fare "il diverso" ? E via discorrendo... Tutto qui. Non mi stupisco poi di intravedere come al solito qualcuno che ha convenienza nel confondere quello che si é detto, con la qualità della professionalità e dell'onestà degli operatori. L'utente ha chiesto chiaramente come chiude Massimo (Filisina) secondo voi. E come al solito silenzio assoluto. Attacchiamoci allo slash che invece é utile.
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  42. Tornando ad Alfonso e alle ultime monete estensi coniate a Ferrara vi posto l'immagine di un grossetto (citato sopra da dabbene) che pur senza avere il cavallo ha pur sempre S. Giorgio che uccide il drago e un ritratto in conservazione decisamente insolita... Buona serata...
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  43. E' la stessa raccolta uscita circa 25 anni fa.....ai tempi la feci tutta, poi ho buttato tutto tenendo solo monete e banconote....ho ricomprato anche io il primo fascicolo, e la cosa bella è che andando a controllare ho visto che c'è la stessa banconota del peru fds come 25 anni fa...(compreso il 1/2 dollaro kennedy)....cmq con 6,99€, prezzo delle prossime uscite, avoja a ciotolare....
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  44. Posso ovviamente sbagliare, ma non credo che la moneta sia di Vespasiano (o di Tito o di Domiziano). Qualora invece lo fosse sarebbe un inedito perché un esemplare del genere non esiste né su RPC II né sui due supplementi pubblicati. Quanto ai caratteri sono sempre greci; la C non è altro che una forma arcaica - frequentemente usata - del sigma.
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  45. Allora era stata rifiutata per i motivi che oggi hanno fatto chiudere le sezioni (piu' visibilta' globale, mantenere una comunita' piu' unita)... Adesso e' fattibile con i tag e non smembrante... Forse...
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  46. Due monete del 1875 La prima : Belgio Leopoldo II Zecca di Bruxelles
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  47. Nessuno che si degnasse di rispondere ad un'idea fattiva. Solo lamentazioni e vacue discussioni come sempre
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  48. Questa tua frase è un'ottima occasione per riportare su una bellissima discussione avviata, anni fa, da un giovanissimo del forum (oggi ha poco più di 18 anni) del quale sento la mancanza: http://www.lamoneta.it/topic/76162-ex-libris-numismatici/?p=816626
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  49. Dopo diverso tempo di magra si direbbe che la fortuna abbia deciso di baciare anche me! La mia prima commemorativa finlandese che trovo in circolazione! Taglio: 2 euro cc Nazione: Finlandia Anno: 2013 A Tiratura: 1.500.000 Conservazione: bb Città: Busto Arsizio (VA) Note: Ringrazio mio papà che è sempre attento! :clapping:
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  50. Questi complimenti li giro a @@MEDUSA51 , @@ndy92 , @.Pino. e @@derek83 . Io inserisco il file, dò qualche opinione, ma il vero motore e la vera mente sono loro :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:
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