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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/16/15 in tutte le aree

  1. Taglio: 2 euro commemorativo - allargamento Unione Europea Nazione: Finlandia Anno: 2004 Tiratura: 1.000.000 (di cui 931.400 circolanti) Condizioni: Spl Città: Gatteo (FC)
    5 punti
  2. da asta numismatica n°261 di Kunker lotto n°5610 Grecia(1809-1863) 50 Para sotto l'amministrazione governativa inglese battuto su 20 Grana 1798 Ferdinando IV Questa è la descrizione, storica della moneta ,del compilatore del catalogo d'asta: Il Generale Sir James Campbell,comandante delle forze di occupazione britanniche e al tempo stesso reale Commissario civile delle Isole Ionie,dal 1809 al 1813.Moneta in argento del Regno di Spagna e del Regno di Napoli e di Sicilia caratterizzato da contro-stampaggio(ribattitura) con nuovi livelli di valore. Per far fronte a varie monete false furono contromarcate queste monete. --Salutoni -odjob
    4 punti
  3. Nel 1878—dopo l'esperimento disastroso con relativo Trade dollaro—Stati Uniti tornato suo Standard dollaro d'argento. Ecco un primo anno 1878cc dollaro Morgan ha colpito dalla zecca di Carson City, Nevada, che sembra particolarmente appropriato, perché il nuovo dollaro è stato introdotto in gran parte come una "coping" strategia per la vasta fiumi d'argento che scorre dalle miniere del Nevada. :) v. --------------------------------------------------- In 1878—after the disastrous experiment with its Trade dollar—the United States got back its Standard silver dollar. Here is a first-year 1878cc Morgan dollar struck by the mint at Carson City, Nevada, which seems especially appropriate, because the new dollar was introduced largely as a “coping” strategy for the wide rivers of silver flowing from Nevada mines. :) v.
    4 punti
  4. Ecco la foto senza bustina: Ho già provveduto a finestrarla in oblò!! Per la precisione, me l'hanno data come resto nell'ufficio postale di Gatteo paese, quando l'ho presa nelle mani stentavo a crederci...!!
    3 punti
  5. In generale si parla a volte di rusty dies ossia di conii arrugginiti per gli argenti siracusani, per i quali si hanno molti esempi soprattutto su dekadrammi e moduli maggiori (forse la maggiore superficie del conio facilitava la formazione della ruggine?). Mi sembra che siano stati trovati anche ossidi di ferro con analisi superficiali dei dekadrammi come ulteriore conferma di questa teoria. Di fatto tra gli effetti che questi conii avrebbero sulle monete prodotte ci sono anche delle visibili piccole bolle superficiali, simili in effetti a quelle prodotte da certe fusioni. Credo che comunque al microscopio o con una buona lente ci siano sufficienti dettagli per poter distinguere la genesi differente per i due tipi di bolle e dunque differenziare la tecnica di produzione della moneta. Qualche esempio su dekadracma siracusano: http://www.acsearch.info/search.html?id=1626403 http://www.ebay.it/itm/381157069778
    2 punti
  6. Complimenti per il regalo :) Moneta molto gradevole e piena di fascino ed è quella che mi ha fatto cominciare a collezionare i commemorativi classici americani. Come conservazione direi che siamo sul BB , EF40 per dirla all' americana. Per quanto riguarda i capelli di combo sono effettivamente già deboli in origine. Questa è la foto del mio 1892
    2 punti
  7. @@Alex0901 diciamo una settantina di euro, ma sono sempre restio a parlare di quotazioni: ti basti l'emozione di aver tra le mani una moneta di Lucio Domizio Aureliano, un uomo che trascorse quasi tutta la sua vita ricoperto dal ferro dell'armatura.
    2 punti
  8. Va ricordato che di questa moneta , si dice, ne furono coniate 1.179.355 esemplari datati 1999 , se con dolo o errore involontario non è dato sapere . La maggior parte furono distrute, come da legge , qualcuna , stavolta con dolo, varcò i confini della Zecca per essere forse vendute , ma va ricordato che è illegale la detenzione, la vendita e l'uso , come da decreto .
    2 punti
  9. 20 Euro Cent della Repubblica Italiana TAGLIO : 20 centesimo di euro STATO : Italia ANNO : 2002/... AUTORE : Maria Angela Cassol, nata a Nettuno (Roma) il 27 Ottobre 1956, ha conseguito, nel 1976, il diploma di Maturità d'Arte Applicata (sezione arte dei metalli ed oreficeria), presso l'Istituto Statale d'Arte di Anzio e nel 1981 si è diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, partecipando al corso di scultura tenuto dal Prof. Emilio Greco. Ha frequentato anche il triennio alla Scuola dell'Arte della Medaglia “Giuseppe Romagnoli” dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Dal 1983 ha lavorato In esclusiva per la Galleria d'Arte il Babuino e nel 1987 è stata assunta all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. È l’autore di alcune monete commemorative in lire e di molte monete in euro coniate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (Zecca di Roma) per la normale circolazione e commemorative sia in oro che in argento. TEMA : Forme uniche di continuità nello spazio DATA DI EMISSIONE : 01/01/2002 MATERIALE : Nordic gold (rame 89% - alluminio 5% - zinco 5% - stagno 1%) DIAMETRO : 22,25 mm SPESSORE : 2,14 mm PESO : 5,74 g. CONTORNO : Liscio con sette rientranze ("Fiore spagnolo") Bordo : Leggermente alzato e piatto La faccia nazionale riporta la scultura "Forme uniche di continuità nello spazio", opera del 1913 dell’artista futurista Umberto Boccioni, tra il monogramma della Repubblica Italiana (R e I, in maiuscolo e sovrapposte) – alla sinistra per l’osservatore – e il millesimo con al di sopra di 3 mm della prima cifra (unità di migliaia) il segno della Zecca di Roma (R, in maiuscolo) – alla destra dell’osservatore; a ore 6:30, tra i blocchi di base della scultura, leggermente al di sotto, le iniziali dell’autore, Maria Angela Cassol, costituite dalle lettere “MAC” in maiuscolo In cerchio a racchiudere la rappresentazione, subito all’interno del bordo, 12 stelle a cinque punte a rappresentare l'Unione Europea. Forme uniche della continuità nello spazio, famosa scultura dell’artista futurista Umberto Boccioni, considerata uno dei capolavori del Futurismo, rappresenta simbolicamente il movimento e la fluidità, la velocità e la forza del dinamismo nell'arte. Boccioni vuole rappresentare un "continuum sintetico" del movimento, invece di una "discontinuità analitica" che egli vedeva raffigurata da altri artisti come František Kupka e Marcel Duchamp e respinge la scultura tradizionale per creare quest’opera. Se ne conoscono varie versioni: al Museo del Novecento di Milano, alla Kunsthalle di Mannheim, alla Tate Modern di Londra, al Tate Gallery/Art Resource di New York, al Metropolitan Museum di New York, al Museum of Modern Art (MoMA) di New York, e al Museo Kröller-Müller di Otterlo (Paesi Bassi). L'opera originale di Boccioni è in gesso, e non è mai stata prodotta la copia in bronzo nel corso della vita dell'autore. Il gesso è in mostra al Museo di Arte Contemporanea, a San Paolo del Brasile. Boccioni intendeva riprodurre plasticamente l'interazione tra i corpi e lo spazio che li circonda. Se si osserva la scultura lateralmente, si riconosce una figura umana in cammino, ma senza le braccia e senza, per così dire, “l’involucro esterno”. La figura appare per un verso come uno "scorticato" anatomico, in cui si riconoscono alcuni muscoli, come i polpacci, e l’articolazione del ginocchio, ma per un altro verso appare come una "macchina", come un ingranaggio in movimento. L’opera si sviluppa mediante alternarsi di cavità, rilievi, pieni e vuoti che determinano un frammentato e discontinuo chiaroscuro fatto di frequenti e repentini passaggi dalla luce all'ombra. Osservando la figura da destra, il torso appare pieno, ma se la si osserva da sinistra appare come una cavità vuota: in tale modo la figura si modella a seconda dello spazio circostante ed è lei che plasma le forme. Anche la linea di contorno si sviluppa come una sequenza di curve concave e convesse in alternanza: così i contorni irregolari non limitano la figura, ma la dilatano espandendola. L’interno della statua è attraversato da solchi e spigoli che la tagliano in piani, come se le figure fossero più di una e si sovrapponessero di continuo. Se vista lateralmente, la statua dà l’impressione di un movimento avanzante che si proietta velocemente in avanti; se la si guarda frontalmente o a tre quarti si nota una torsione o avvitamento delle forme nello spazio; tale conformazione suggerisce un’ulteriore espansione delle forme. Umberto Boccioni, nato il 19 ottobre 1882 a Reggio Calabria Reggio Calabria 1882, dato che il padre lavorava come usciere di prefettura, fu costretto spesso a spostarsi lungo il territorio nazionale sin da fanciullo, in base alle esigenze di servizio del genitore. Ma fu a Roma, città in cui si trasferì nel 1901che apprese i primi rudimenti della pittura, frequentando lo studio di un cartellonista, e frequentando spesso la casa della zia Colomba, s'innamorò di una delle sue figlie, Sandrina. In questo periodo conobbe Gino Severini, e frequentò, a Porta Pinciana, lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla. All'inizio del 1903 Umberto e Severini frequentarono la Scuola libera del Nudo, dove incontrarono Mario Sironi, anch'egli allievo di Balla, col quale strinsero una duratura amicizia. In quell'anno Umberto dipinse la sua prima opera Campagna Romana o Meriggio. Con l'appoggio dei genitori viaggiò anche all'estero: da aprile ad agosto del 1906 stette a Parigi, poi in Russia e l’anno successivo andò a Monaco di Baviera. Nell'aprile del 1907 Umberto si iscrisse alla Scuola libera del Nudo del Regio Istituto di Belle Arti di Venezia. Al ritorno da Monaco di Baviera disegnò e dipinse laboriosamente e fece le prime esperienze nel campo dell'incisione, pur reputando la cultura italiana essenzialmente "cultura di provincia". Durante questi anni di formazione, visitò molti musei e gallerie d'arte. Nell'autunno del 1907 si trasferì a Milano, dove da alcuni mesi abitavano la madre e la sorella e capì subito che era conforme alle sue aspirazioni dinamiche. Diventò amico di Romolo Romani e frequentò Previati, di cui risentì qualche influsso nella sua pittura che sembrava rivolgersi al simbolismo. Divenne anche socio della Permanente. Frequentò i divisionisti e nel 1910 con Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini scrisse il “Manifesto dei pittori futuristi”, cui seguì, sempre nel 1910, il “Manifesto tecnico del movimento futurista”: obiettivo dell'artista moderno doveva essere, secondo gli autori, liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione; quali soggetti della rappresentazione si proponevano dunque la città, le macchine, la caotica realtà quotidiana. E nelle sue opere, Boccioni, quale pittore e scultore, teorico e principale esponente del movimento futurista, seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. Benché influenzato dal cubismo, cui rimproverò l'eccessiva staticità, Boccioni evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori complementari. In quadri come Rissa in galleria (1910, collezione Jesi, Pinacoteca di Brera, Milano), Stati d'animo n. 1. Gli addii (1911, collezione privata, New York), Forze di una strada (1911, Kunstmuseum, Basilea), Dinamismo di un giocatore di calcio (1911, collezione privata, Roma), e Dinamismo di un ciclista (1913, collezione Mattioli, Milano) i moti dell'animo sono espressi attraverso lampi di luce, spirali e linee ondulate disposte diagonalmente e la raffigurazione di uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce efficacemente l'idea dello spostamento nello spazio. Lo stesso proposito è proposto anche nella scultura di Boccioni, per la quale spesso l'artista trascurò materiali nobili come marmo e bronzo, preferendo il legno, il ferro e il vetro, del resto ciò che interessava era illustrare l'interazione di un oggetto in movimento con lo spazio circostante. Nel 1912 Boccioni cominciò ad ampliare il raggio delle sue ricerche con le prime sperimentazioni sulla scultura; contemporaneamente organizza le sue idee nel “Manifesto tecnico della scultura”, pubblicato a Milano nello stesso anno. Il punto di partenza della scultura di Boccioni va rintracciato nell'opera dello scultore Medardo Rosso (1858 – 1928) e in particolare nel suo tentativo di rendere sulla superficie delle figure "le influenze d'un ambiente e i legami atmosferici che lo avvincono al soggetto" (Boccioni, Tutti gli scritti 25; 1911). Intervenire sulla scultura portava con sé un forte contenuto polemico; il carattere sperimentale della scultura di Boccioni si misura già in Sviluppo di una bottiglia nello spazio del 1912, dove la forma a spirale rende il senso di espansione del corpo dell'oggetto. L'idea delle trasformazioni impresse nei corpi dal dinamismo universale è alla base di Forme uniche della continuità nello spazio del 1913, dove il concetto di "continuità" dà conto della sintesi delle tre dimensioni spaziali nella forza travolgente del movimento. Aggiornato sulle più interessanti direzioni di ricerca dell'arte europea, Boccioni introdusse nella scultura l'uso di materiali diversi e per nulla tradizionali. Cavallo +cavaliere + case del 1914, (Venezia, Peggy Guggenheim Collection) è costruita con legno, cartone, latta e rame; data la scelta dei materiali estremamente deperibili e di difficile conservazione, l'opera è una delle rarissime di questo tipo che non sia andata distrutta. La ricerca di Boccioni sull'uso di materiali diversi segue quella dei collages cubisti e si affianca alle analoghe sperimentazioni che Prampolini andava eseguendo nello periodo Quando, nel 1915 l'Italia entrò in guerra, Boccioni, da buon interventista, si arruolò volontario, ma si ricredette rispetto alla teoria futurista enunciata da Marinetti, secondo cui la guerra è «sola igiene del mondo». In una lettera dal fronte dell'ottobre del 1915 Boccioni scrisse che la guerra «quando si attende di battersi, non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro...» (Umberto Boccioni, Gli scritti editi e inediti, Milano, Feltrinelli, 1971, p. 384). Il 17 agosto del 1916 Umberto Boccioni morì, cadendo dalla cavalla, imbizzarritasi alla vista di un autocarro, durante un'esercitazione militare, in Via Boscomantico, una traversa di Via Angelo Berardi, della località Sorte di Chievo, a Chievo, frazione di Verona, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa. La salma di Umberto Boccioni è sepolta nel cimitero monumentale di Verona, nei calti antichi del secondo campo; sul marmo che chiude loculo si possono osservare le testimonianze scritte lasciate da artisti e conoscenti in visita.
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  10. Si tratta di una medaglia commissionata per commemorare le nozze, sul cippo troviamo la fiaccola nuziale di Imeneo (o Imene) e i due sposi che giurano fedeltà su di esso. L'incisore Francois Petit fu artista incisore molto attivo a Parigi tra il 1822 e il 1850. Molte le medaglie firmate da lui e raffiguranti re luigi Filippo.
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  11. Sono mancanze di metallo, un difetto presente nell'oltre 50% dei carlini del periodo 1833-1835. Spesso capitava che nell'argento vi fossero piccole particelle di piombo e con il tempo si sa che il piombo si ossida polverizzandosi e lasciando piccoli vuoti. Anche in alcune medaglie troviamo lo stesso difetto.
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  12. THURIUM Testa laureata di Apollo; dietro AP in monogramma ΘΟΥ cornucopia; ΣΩ a sinistra, ΦI a destra Æ 13mm; 1,95 g; circa 280-213 a.C
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  13. Forse ho avuto una gran botta di.... fortuna: questa me l'hanno data come resto all'ufficio postale 2 mesi fa!! :) :)
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  14. Buona serata Faccio seguito alla discussione relativa alle “Monete di conto nella Venezia Medioevale”, come da link che segue, per parlarvi di un'altra moneta di conto in uso a Venezia, ma in epoca più tarda; siamo alla fine del XVI° secolo. http://www.lamoneta.it/topic/122609-monete-di-conto-nella-venezia-medioevale/ Le tante congiunture economico-finanziarie avvenute nel XVI° secolo, avevano causato il fallimento di tanti banchi, come quelli dei Pisani e dei Tiepolo, ma anche la chiusura di altri che, pur riuscendo a non fallire come quello dei Garzoni, chiusero e liquidarono l'attività. Ciò creò evidentemente un grosso problema per la gestione del credito e delle transazioni commerciali, frenando oltremodo l'economia giacché i mercanti non avevano più riferimenti per il pagamento delle cambiali e delle merci ed anche per effettuare i cambi di valuta; il Governo decise quindi di istituire un banco pubblico, avente un capitale costituito da un cospicuo fondo fornito da vari creditori, garantito dallo Stato, chiamato “Banco Giro” e situato, ovviamente, nel fulcro commerciale della città, a Rialto e più precisamente in prossimità della Ruga degli Orefici, in Campo San Giacometto. e quello che ne resta oggi (e non faccio riferimento all'Osteria, ma al Sottoportego :blum: ) I conti del Banco Giro erano tenuti in Lire o Soldi o Denari, ma indicati con speciali caratteri denominati di banco (Chiamati da Giovanni Cavalà Pasini in “La scuola pratica del banco Giro” - Venezia 1741, anche figure antiche imperiali). Questa Lira di banco non è altro che la Lira di grossi, uguale a 10 Ducati, divisi in 240 Grossi, ognuno dei quali è costituito da 32 Piccoli. Il fatto che questa istituzione fosse garantita dal Governo, il pubblico cominciò a preferirla ed adottarla nelle transazioni più importanti, tanto che veniva pagata o computata ad un valore superiore a quello nominale; si creò quindi un aggio che nel tempo assunse percentuali importanti e che intimorì il Governo; certo che questo comportamento creasse una “bolla speculativa” incontrollabile, limitò l'aggio al 20% del valore nominale. (OT... allora ci pensavano, oggi .....) Sicché per molto tempo la Lira di banco, corrispondente a 10 Ducati, veniva transata a 12 Ducati di Lira corrente ed in egual misura correvano il Grosso ed il Piccolo che, nella valuta corrente, venivano computati 1/5 in più nella valuta di banco. Ma non finisce qui … saluti luciano
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  15. Non so se sia stata già segnalata, ma girovagando su google play ho trovato questa App: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.moneteromane la segnalo ancora non ho avuto modo di vederla, aprendo questo post, ne approfitto per chiedere se qualcuno è a conoscenza di App simili per dispositivi Android. Grazie :)
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  16. Salve a tutti ragassuoli, mi scuso fin da subito se la discussione è stata affrontata mille volte ma ho cercato senza trovare ciò che cercavo anche perchè trattandosi di valutazione, trovare notizie in un post del 2013 non credo sia la cosa migliore ... Tornando a noi mi piacerebbe conoscere l'attuale valore di mercato del marengo in oggetto, aggiungo la conservazione qspl , la zecca di Genova e la perizia di Straziota M. . Grazie a tutti quelli che vorranno rispondermi!
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  17. Ecco un altro esemplare della mia collezione, lo posto qui che mi sembra la discussione inerente ;)
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  18. Monetazione imperiale della Germania sopra il valore 1-mark è stato colpito da costitutivi città e stati dell'Impero. Elevato valore in argento dell'impero era il pezzo 5-mark e, in 27,78 grammi d'argento .900, ecco il pezzo 5-mark 1876j colpito dalla libera e anseatica cittá di Amburgo: Quando questa moneta fu coniata nel 1876 l'impero aveva cinque anni e, come chiarisce questa moneta—sella alta. Il contrasto tra quel momento nel 1876, e il momento quando questa moneta era demonetizzata su 20 aprile 1920, è una cosa straziante a contemplare—ma non così straziante come sapendo che il peggio doveva ancora venire. E poi ancora peggio. v. ----------------------------------------------------------- Imperial Germany’s coinage above the 1-mark value was struck by the Empire’s constituent cities and states. The Empire’s high-value in silver was the 5-mark piece, and here, in 27.78 grams of .900 silver, is the 1876j 5-mark piece struck by the Free and Hanseatic City of Hamburg: When this coin was minted in 1876 the Empire was five years old and—as this coin makes clear—riding high. The contrast between that moment in 1876, and the moment when this coin was demonetized on 20 April 1920, is a heartbreaking thing to contemplate—but not so heartbreaking as the knowledge that worse was yet to come. And then still worse. v.
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  19. Thread posted on Hamburg State elections' eve :D
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  20. Torno a scrivere dopo un pò di tempo. Se aspettate fino al 23 (data in cui ho l'ultimo esame di questa sessione) posso contribuire con un pò di foto di argenti e serie BE. :good:
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  21. @@vox79: sì, direi che mi hai convinto... Esemplare molto interessante il tuo trifollaro "imitativo". E questo secondo te cos'è, un altro "imitativo" o un tipo normale piuttosto malmesso?
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  22. Diciamo che la conservazione non è delle migliori, nel contempo però bisogna dire almeno due cose, sono monete che circolavano molto, quindi l'usura c'era e poi c'è la rarità .....quindi ottimo ....
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  23. Ho ripreso in mano l'esemplare simile che ho in collezione, e mi sono ricordato di un'altra ipotesi che feci quando lo acquistai, e cioè che la mancanza della parte superiore delle lettere nella legenda circolare può essere il risultato dell'opera di copiatura di un incisore analfabeta (o almeno digiuno di latino), che abbia preso a modello una moneta in cui le legende erano tagliate a causa di un tondello troppo stretto... Dico questo perché nel mio esemplare, oltre alla particolarità suddetta, ce ne sono anche altre nella legenda al dritto: "ROGERVS" invece di "ROGERIVS", ma soprattutto "cO I I E S" invece di "COMES". Ecco le foto: Seguendo questa ipotesi, la tesi che si tratti di un falso non è per me più supportata da indizi... ed il mio esemplare ha tutta l'aria di essere autentico, o no?
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  24. Potrebbe essere tipo questa... però dalle foto così sfocate non riesco a capire di più ;) CONSTANTINE I THE GREAT (307-337). Follis. Siscia. Obv: CONSTANTINVS AVG. Diademed bust right. Rev: PROVIDENTIAE AVGG / ?SIS? Campgate with two turrets; star above. RIC 214 (?) Weight: 3.1 g. Diameter: 19 mm.
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  25. Nella foto 6 a me sembra di vedere follaro : opulenta Salerno. Che ne dici?
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  26. Grazie mille, apprezzo molto il vostro aiuto. Il fatto che sia argento mi ha lasciato perplesso sulla colorazione rugginosa della patina ma sono d'accordo con voi, meglio lasciarla cosí com'è, inoltre ogni elemento contribuisce alla creazone della sua unicità. Credo una foto d'insieme sia doverosa ? Alla prossima
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  27. Solito problema all'italiana, la moneta è di una famosa casa d'aste che le chiude naturalmente come vuole.... Non è SPL+ ma non svalutiamola troppo.... BB+/SPL ci stà tutto con una grande patina.....
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  28. Ciao Alex, non me ne volere ma sono dell'opinione che la tua moneta sia di modesta conservazione (tra MB e BB per usare le solite sigle); devo riconoscere, però, che l'usura e la patina sono omogenee, non ha colpi o segni deturpanti...nel complesso è una moneta ancora piacevole e collezionabilissima. E' abbastanza comune e credo che per il valore siamo intorno ai 10€.
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  29. FL IVL CRISPVS NOB CAES CAESARVM NOSTRORVM VOT dot X TS delta VI RIC VII Thessalonica 125 C3
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  30. 10 Soldi 1746 Monetazione ossidionale di Alessandria Carlo Emanuele III D/ Anepigrafe - Aquila spiegata e coronata a sinistra con scudo sabaudo in pett ; ai lati il valore S. 10 R/ Nel campo : BLOC / ARCIS ALEX / GUB. /MARCHIO / DE / CARALIO / 1746 il tutto tra due rami legati in basso T/ liscio rame , 28 mm. , gr 6,20 / 5,15 zecca di Alessandria Mir Savoia 973 , Simonetti 60 , Biaggi 836 Rarita' ; R5 Moneta fatta battere dal Governatore Marchese Ignazio di Caraglio durante l' assedio di Alessandria da parte dell' esercito Franco-Ispano nel 1745 Di questa tipologia sono conosciuti anche esemplari in argento (prove di conio o probabili falsi posteriori ???) Del tipo in rame compaiono spesso in vendita, purtroppo anche nelle aste, dei riconi (creati negli anni settanta) quasi sempre in alta conservazione, tuttavia facilmente distinguibili dai 10 soldi autentici osservando il rigonfiamento presente nei campi.
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  31. Non è affatto male per una monetina "rinvenuta" in un cumulo di scartoffie ;)!. Ciò che mi stupisce è come mai riversi in un simile stato di conservazione, nonostante la sua lunga presenza in un umido cassetto!.
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  32. Allego anche quello di Carlo Emanuele III, sperando che vengano pubblicati in quanto sconosciuti fino a poco tempo fa.
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  33. Sì, credo che tirature sono spesso nascosti per reale o percepita di sicurezza nazionale—o a volte per ragioni politiche interne. Guardando una lista delle figure di conio può rivelare molto circa un paese—o forse "suggerire" è una parola migliore. Basta vedere quanto è facile da leggere come storia che sai già si riflette nelle figure conio di un paese che li pubblica regolarmente. (E cioè informazioni.) E record di zecca, sono certo, come qualsiasi altra cosa—a volte hanno sei distrutto dall'incidente o calamità naturali o provocate dall'uomo. Spesso, mi aspetto, record di zecca sono mal tenuti—forse intenzionalmente, per proteggere i vari funzionari—e catalogatori sapere di non usarli. Ma il segreto al servizio di sicurezza nazionale, penso, è una ragione principale per la nostra mancanza di figure di conio (moderno). :) v. ----------------------------------------------------------- Yes, I believe mintages are often hidden for real or perceived reasons of national security—or sometimes for domestic political reasons. Looking at a list of mintage figures can reveal a lot about a country—or maybe “suggest” is a better word. Just see how easy it is to read how history that you already know is reflected in the mintage figures of a country that regularly publishes them. (And that’s information. ) And mint records, of course, are like anything else—sometimes they’re destroyed by accident or natural or man-made disaster. Often, I expect, mint records are poorly kept—perhaps intentionally, to protect various officials—and catalogers know not to use them. But secrecy in the service of national security, I think, is a primary reason for our lack of (modern) mintage figures. :) v.
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  34. grazie per i chiarimenti.
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  35. Buona Domenica jagd Miracolo .... monete della Serenissima Repubblica di Venezia in Corsica. :blum: Queste monetine erano nelle tasche dei Corsi arruolati nelle milizie veneziane e tornati a casa? Forse è proprio così ... Per gli amici che non hanno letto la discussione che parla dei Corsi al servizio della Serenissima: http://www.lamoneta.it/topic/130197-una-storia-di-stemma/?hl=%2Bcorsi#entry1482252 saluti luciano
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  36. Augurando buona domenica a tutti, ripropongo questo piccolo pfennig ancora una volta salisburghese, del 1656 a nome del grande Guidobaldo Thun-Hohenstein.
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  37. E' assolutamente una moneta, le prove per le monete napoletane di questo periodo sono solo leggende metropolitane.
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  38. Essere presente a Torino e' un dovere! :-) motivo in piu' che nel giorno precedente si terra' l'Asta Montenegro! Saro' presente ...mi dispiace per l'evento organizzato a Milano dalla NIP & C....una volta che si faceva a Milano dopo le esperienze a Roma (troppo lontana e commercialmente "inadeguata") e' un peccato non potervi parteciapre....anche solo come "visitatore". Massimo
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  39. sarò presente al convegno con l'amico Massimo :) nel mio piccolo ho scritto sul sito un paio di righe per segnalare la bella iniziativa che avete organizzato.. Il tema è molto interessante :) complimenti!! Simone
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  40. aggiungo sempre per android altri programmi free per monete: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.spencerpages https://play.google.com/store/apps/details?id=inc.numisoft.myeurocoins https://play.google.com/store/apps/details?id=com.akhaj.coincollectionmanager
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  41. Capisco benissimo Biagio come capisco gli amici di Torino, ma così è ormai.....l'anno scorso io ero lì con voi ....., noi comunque ci vediamo sempre a Verona..... :blum:
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  42. eviterei anche l'uso di candeggina e acido muriatico.
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  43. Ciao, inizio con un... boh!... mi piacerebbe intanto sapere come sono state eseguite le analisi e di che tipo. Ritengo sia stata fatta un'analisi non invasiva XRF... che avrà dato dei dati comparabili con le monete autentiche del periodo. E in effetti il rovescio è assolutamente compatibile, a mio avviso, con i rovesci del tipo VICTORIAE per Siscia. E se l'analisi XRF ha dato valori comparabili, allora si rafforza l'ipotesi del rimaneggiamento del dritto da un tondello autentico. O...boh? Trovo assolutamente corretta l'osservazione che è alquanto quantomeno strano che ci siano due esemplari rari da Siscia prodotti da due officine diverse. Con parte della legenda del dritto difforme PERT o PERP... Boh?! E dalla foto si legge proprio PERT, come giustamente dice Arka... e non mi calza con niente... PERT mi sta con: IMPCALSEPSEVPERTAVGOCS Settimio Severo DNBASILISCVSPERTAVG Basiliscus IMPCAESPHELVPERTAVG Pert(inax) DNZENOPERTAVG Zeno PERP mi sta con tanti... ma MAI per Costantino al dritto! Ma quel cappello in pelo da fante pannonico... a mio modo di vedere è assolutamente ridicolo e anacronistico. Costantino "uno di noi"? Certo come nascita, ma come imperatore, messo al pari di un semplice soldato di fanteria, in contrasto con le rappresentazioni con elmo decorato da ufficiale quantomeno... l'Imperatore che di solito è condottiero, guerriero, che calza elmi con creste da ufficiale, quasi da parata... no, come iconografia non ci siamo. Poi se osserviamo la foto son stato colpito da un dettaglio: - la parte inferiore dei caratteri della legenda sembra come incisa, tagliata da un solco (frecce rosse) ... - la parte della fronte sembra quasi doppia laddove il resto del ritratto è molto precisa e regolare... L'avranno sicuramente osservata al microscopio... diciamo allora che si tratta di due falsi effetti dovuti alla fotografia? Concludo come avevo iniziato... anzi... per me è molto molto "boh"... specie perchè l'hanno valutata fior di numismatici e di istituti! Ciao Illyricum :)
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  44. @@tognon @@cinquelire grazie mille ^_^ . . . E si inizia il nuovo monetiere ^_^ A presto nuove foto a lavoro ultimato ^_^
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  45. Sulla rete, ahimè, c'è ben poco. Ho spulciato per anni documenti originali (in archivi, biblioteche, case private), per studi di tipo storico, e, tra le varie particolarità, annotavo le cifre monetarie menzionate.
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  46. Pare anche a me che qualcosa non quadri, la lira dovrebbe valere 20 soldi. http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/W-MT/6
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