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  1. Carminebarone

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/15 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti voi. mi chiamo Carmine e sono di Napoli, ho 16 anni e sono circa 3 mesi che mi sono avvicinato a questo mondo...da quando son piccino sono un appassionato di storia..mi piace tutto ciò che possa raccontare..da un sasso, una moneta, a un semplice chiodo..ogni cosa che possiede ruggine o una semplice patina mi trasmette emozioni. Mi sono sempre piaciute le monete..ho sempre voluto iniziare a collezionarle, però fino a qualche mese fa pensavo che anche la più comune delle monete romane costasse migliaia di euro, finchè per sbaglio mi sono imbattuto in questo forum. Purtroppo i miei genitori non condividono questa mia passione, e le passioni in generale..quindi non ho molte possibilità di acquisto, se non una monetina ogni tanto..ma di basso valore. So che questa discussione non sarà poi tanto interessante..ma mi sembra giusto che appassionati come voi sappiano che in giro, ci sono ragazzini di 16 anni che alla semplice osservazione di una moneta provano una sorta di emozione, e iniziano ad immaginare la storia di quella piccola monetina, che per anni è stata nascosta sotto i nostri piedi. CARMINE
    12 punti
  2. Taglio: 2 Euro TDR Nazione: Slovenia Anno: 2007 Tiratura: 400.000 Conservazione: SPL Località: Trieste
    7 punti
  3. Salve, Quando interagisci in un ambiente sano e libero da stupidi vizi condividere è bello, non per vanità, ma per gioire e far gioire delle proprie passioni. Per questo mi piacerebbe se decideste di inviare l'immagine del Matapan, a vostro avviso più bello (non necessariamente più raro o prezioso), presente nella vostra collezione. Credo sia una bella soddisfazione ed aiuti anche ad ampliare lo spettro conoscitivo della qualità degli esemplari in circolazione. Se poi al pezzo è legato qualche aneddoto particolare (circa la sua provenienza, caratteristica o acquisto), tanto meglio! ? Io ho pochissimo, ma tra tutti questo è quello che preferisco. Ringrazio tutti coloro che si uniranno a me e tutti quelli che apprezzeranno.
    3 punti
  4. Tra le varie invenzioni di tattica militare romana spicca tra tante per originalita’ quella che a prima vista sembra una soluzione semplicissima , quasi ovvia a farsi , cioe’ la formazione a Testuggine , ma che al contrario non era cosi facile da immaginare e mettere in pratica ; infatti credo che non fu mai applicata in battaglia sia campale , sia da assedio , da nessun esercito prima dei Romani . Non conosco con certezza chi fu l’ inventore di questa strana , funzionale ed ermetica formazione tattica , potrebbe essere stato Marco Antonio nel corso delle sue guerre orientali , perche’ Cassio Dione ne parla come gia’ esistente in una di queste circostanze , atta a difendersi dalle frecce dei Parti , certamente se non fu Marco Antonio , fu un personaggio vissuto piu’ o meno in questa epoca di fine Repubblica , potrebbe essere stato anche Silla , Licinio Lucullo , Crasso o Pompeo Magno , quando Roma incrocio’ le sue armi con gli eserciti Orientali di Mitridate Re del Ponto , di Siria , di Armenia o dei Parti , molto abili nell’ uso e nel tiro con l’arco , loro principale arma di offesa . Cassio Dione credo sia stato il primo e forse unico scrittore a descriverci dettagliatamente come questa Testuggine era formata e come agiva in battaglia , cosa che vedremo sotto , inoltre sappiamo con certezza che la Testuggine , come formazione tattica , era in uso corrente al tempo di Traiano , infatti ne abbiamo una nitida rappresentazione in un momento cristallizzato sulla sua Colonna quando un gruppo di legionari assedia un Castellum dei Daci proteggendosi con gli scudi dagli oggetti lanciati dai difensori delle mura , appunto con questo tipo di formazione . Ora tralasciando le varie rappresentazioni piu’ o meno reali viste su film , documentari televisivi o raffigurate su libri , affidiamoci invece completamente alla descrizione fatta da Cassio Dione , contemporaneo dei fatti , inoltre Governatore di Provincia e Senatore , il quale sicuramente ebbe modo di osservare dal vivo come la Testuggine veniva formata e come agiva ; quindi non resta che leggere la sua descrizione . Prima di concludere questa breve premessa , una considerazione di carattere militare ; quando i Romani dovevano per necessita’ affrontare e difendersi dagli arcieri o dai frombolieri nemici , prima del corpo a corpo con la fanteria avversaria , oppure se attaccati da forze di cavalleria catafratta , del tipo dei Parti che erano usi lanciare nuguli di frecce nel mucchio della fanteria avversaria , in questi due modi di offesa , impenetrabili pero’ ai dardi e ai proiettili in pietra , tramite appunto la formazione a Testuggine , riuscivano cosi’ a superare l’ effetto micidiale di queste due armi di offesa nemiche . Da : Cassio Dione , Storia Romana , Libro XLIX , Tomo XXX “Descrivero’ adesso la testuggine e come essa si forma . Le bestie da soma , i soldati armati alla leggera e i cavalieri , vengono collocati nel mezzo dello schieramento ; una parte degli opliti armati di scudi oblunghi , cilindrici e cavi , si dispongono all’ intorno sui limiti estremi , a forma di quadrato e rivolti verso l’ esterno protendendo in avanti gli scudi , coprono tutta la massa . Gli altri , cioe’ quelli che hanno gli scudi larghi si raccolgono nel mezzo , tutti stretti tra loro , e alzando gli scudi a difesa propria e di tutti . In questo modo non si vede per tutto lo schieramento altro che scudi , e tutti sono al riparo dai dardi nemici , a motivo della compattezza della formazione assunta . Tale formazione e’ cosi’ salda che sopra di essa si puo’ anche camminare e possono persino andare cavalli e carri , ogniqualvolta i Romani si trovano in luoghi cavi e stretti . Questa dunque e’ la forma che assume lo schieramento , e ha preso il nome di <<Testuggine>> per la sua robustezza e per il sicuro riparo che offre . I Romani vi ricorrono in due casi , quando si avvicinano ad una fortezza per conquistarla o quando circondati da ogni parte da arcieri nemici , si inginocchiano tutti contemporaneamente compresi i cavalli che sono stati ammaestrati a piegare le ginocchia e a distendersi per terra . Cosi’ fanno credere al nemico di essere sfiniti , quando poi si avvicinano i nemici si alzano all’ improvviso e li annientano” Questa la testimonianza e descrizione della Testuggine fatta da Cassio Dione ; a leggere il testo si capisce bene come le rappresentazione odierne siano semplicistiche e approssimative , infatti sembrerebbe da quanto letto che questa formazione di emergenza comprendesse non un solo piccolo reparto della Legione , ma tutto il complesso , cioe’ fanti , cavalieri , cavalli compresi e bestie da tiro , lasciando fuori solo i carri , protetti forse solo da un piccolo distaccamento della Legione ; insomma a vedere la formazione a Testuggine , da parte del nemico , doveva gia’ a vista incutere paura e terrore vedendo un enorme blocco compatto e inviolabile di scudi con all’ interno uomini pronti a colpire , senza ricevere offese . Per quanto riguarda la Testuggine nel caso di assedio a citta’ nemica , questa manovra e’ meno chiara come movimento e come in realta' avvenisse , probabilmente doveva essere formata solo dai fanti che si avvicinavano protetti dagli scudi alle mura e una volta raggiunte le mura dalla prima fila si arrestava , poi con l'uso di picconi o di arieti forse minavano le mura , oppure tramite scale iniziavano la scalata alle mura , oppure , ipotesi meno plausibile , permettevano agli ultimi uomini della fila , quelli piu' lontani dalle mura , di salire sugli scudi di quelli piu’ vicini alle mura , sempre protetti dagli scudi e cosi’ via fino a formare una alta torre umana , raggiungendo infine i merli ; mentre i Legionari della Testuggine che avevano formato la base della torre umana , cioe' i piu' vicini alle mura , attendevano per entare l’ apertura delle porte della citta’ assediata . Doveva comunque essere una monovra di assedio congiunta con altri sistemi di assedio : arieti , catapulte , torri in legno ecc. in quanto la Testuggine da sola non credo avesse la capacita' di espugnare da sola un Castello o tanto piu' una Citta' nemica ; la sua forza principale doveva essere prettamente campale .
    3 punti
  5. La sua politica economica, però, non fu brillante: aumentò la paga ai soldati, che nel frattempo aveva triplicato, e per sopperire la spesa abbassò il valore dell'intrinseco, rispetto al nominale. Questa manovra ebbe due conseguenze: la tesaurizzazione del metallo prezioso e l'inizio di quell'inflazione che porterà alla crisi del III secolo. Una bellissima figura, ma un po' sbadata diciamo ;)
    3 punti
  6. Se dovessi scegliere tra i due, propenderei per Ruggero Borsa, sopratutto per le lettere Rv; Roberto il Guiscardo, nel nome, non le contiene. Il RVCATA ha nella mano sinistra una spada, nella mano sinistra una croce e una palma della vittoria sulla sinistra, guardando la figura. Il Borsa avrebbe ribattuto una sua stessa moneta (forse), ma perche'?. Celebrava una vittoria (quale?) e un'alleanza con il Papa?. Perche non usare un tondello nuovo? Per necessita immediata? Dove? a Salerno, ad Amalfi, a Capua? A mio parere occorre approfondire le vicende storiche e le battaglie che coinvolsero il Borsa nell’area della Campania; cio’ per avvalorare od escludere che sia stato coniato da lui. Pero’ mi sembra che lo stile del RVCATA non sia quello delle monete del Borsa. La Travaini prospetta anche un’altra ipotesi: che si tratti di un personaggio diverso (forse di rango inferiore). Non so se questa ipotesi possa essere valida; questo ipotetico personaggio avrebbe dovuto avere un grande potere e l'autorizzazione per battere monete. Tuttavia un esempio lo abbiamo: Fulco de Basacers (1083–????). Nel rovescio della moneta, le lettere CA_TA, potrebbero non indicare una citta’, ma il titolo di chi lo fece coniare. Potrebbe essere Catapano e la tilde o trattino su CA lo potrebbe avvalorare. Il titolo di “Catapano”, oltre che proprio dei bizantini, venne conservato anche dai Normanni, i quali lo attribuivano a funzionari con compiti differenti (al governatore di citta’, o a un magistrato giudiziario, o all’ufficiale dell’armeria. E’ interessante approfondire anche questa ipotesi. Ad esempio il Borsa ebbe questo titolo? Piu’ procediamo con questa ricerca e piu’ mi convinco che l’articolo che scrissi “IL MISTERIOSO FOLLARO “CA-TA”- Un modo sui generis di ricerca”, e’ superato sopratutto per la ribattitura di Ruggero Borsa. Non mi vergogno di ammettere il mio grosso errore. Sicuramente saro' criticato; mi si dira' che avrei dovuto approfondire molto meglio le ribattiture, etc. Rispondo subito dicendo che gli autori del passato ed anche del presente hanno attribuito questa moneta a tanti monarchi ed hanno litigato per le ribattiture (Prota e Dell'Erba). Amedeo
    3 punti
  7. Buongiorno a tutti, finalmente possiamo comunicare gli orari ufficiali delle conferenze che si terranno nella giornata di sabato 28 marzo. Le conferenze saranno suddivise tra il mattino ed il pomeriggio, al termine di ogni singola conferenza troveranno spazio le domande che i presenti vorranno porre ai relatori mentre, nella pausa pranzo, noi lamonetiani potremmo fare un mini raduno culinario :). ore 10.00 - breve presentazione di alcune novità editoriali. ore 10.45 - Introduzione al ciclo delle conferenze e messaggio di benvenuto. ore 11.00 - Professore Pierluigi Baima Bollone : “Giustiniano II e la riproduzione del volto della sindone sulle sue monete” ore 11.40 - Professore Giulio Fanti: "Analisi numismatica delle raffigurazioni bizantine di Gesù Cristo e loro influenza nel mondo" ore 12.20 - Professor Fiorenzo Catalli: “Le presunte monete deposte sugli occhi dell'uomo della Sindone”. ore 12.30 - fine primo ciclo di conferenze ore 14.30 - Professore Fiorenzo Catalli: “Costantino I e la sua falsa o presunta conversione” ore 14.50 - Matteo Siciliano (@Matteo91): "I simboli cristiani nella monetazione costantiniana: ruolo politico ed aspetti evolutivi" ore 15.30 - Alain Gennari (@Poemenius): “Simboli cristiani su monete romane, lo staurogramma nel panorama dei monogrammi cristologici” ore 16.00 - Alain Gennari e Alberto Trivero Rivera (@antwala): “Il solido nuziale di Marciano e l'introduzione dell'immagine di Gesù sulla moneta” ore 16.30 - fine secondo ciclo di conferenze ___________________________________________________________________________ Sulla scia dell'importante iniziativa http://www.lamoneta.it/topic/134396-con-i-giovani-il-28-marzo-a-milano/#entry1535411 portata avanti dal nostro @@dabbene, anche a Torino abbiamo pensato di premiare la cultura mettendo a disposizione di tutti coloro che ne faranno richiesta al banco del forum LaMoneta.it, un catalogo Montenegro (edizioni fuori commercio) in omaggio. Questa preziosa iniziativa mira a portare la cultura numismatica in tutte quelle famiglie in cui possa esserci un potenziale neo-numismatico sia esso giovane o giovanissimo oppure più avanti con gli anni ma pur sempre con una viva sete di cultura. Spargete la voce :good:
    3 punti
  8. volevo condividere con voi il sistema che ho ideato una quindicina di anni fa per conservare le mie monete. In pratica utilizzo dei normali fogli d'album, come base ho usato un cartoncino colorato sul quale ho applicato dei fogli descrittivi stampati a pc. Mi permette di personalizzare al massimo la disposizione e la raccolta e la scelta dei pezzi, quindi posso inserire varianti desiderate. Le descrizioni sono scopiazzate un po' dal catalogo Gigante 2000 e un po' da un vecchio Bobba del 1970. Adesso con le nuove tecnologie informatiche e stampanti a colori il tutto si può senz'altro migliorare, inserendo nuove grafiche o fotografie. Non è un vassoio in velluto, è un po' grezzo, contiene errori, ma può essere da spunto per collezioni non troppo impegnative per chi non vuole legarsi a quanto imposto dai fogli prestampati tipo masterphil, abafil e simili. Spero vi piaccia. ciao!
    2 punti
  9. Periodo di sostituzione per alcuni esemplari della mia collezione 20 Centesimi Esposizione di Milano 1906 Vittorio Emanuele III D/ ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE MILANO 1906 in caratteri incusi su un nastro svolazzante attorno alla testa di fronte dell’Italia. R/ In alto su un nastro VALEVOLE NELL’INTERNO DELL’ESPOSIZIONE nel campo CENT/20 e in basso DAL/COMITATO/CONVERTIBILE AL PORTATORE/IN MONETA LEGALE DURANTE L’ESPOSIZIONE . A sinistra lungo il bordo S.JOHNSON-MILANO e lungo il bordo a destra CA in monogramma e INC T/ Liscio Diametro 27,50 , peso grammi 9,08/86 (sul simonetti viene riportato gr.14,78 per un esemplare presente nella Collezione Rocca ? ) Simonetti 292 ; Gigante 2 pag.288 Questi Gettoni sono stati coniati anche in oro (100 esemplari numerati venduti a 100 lire ciascuno) e in argento (1000 esemplari numerati venduti a 10 lire ciascuno) Qui trovate un esemplare in argento : http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GVE3/0 Incisore Angelo Cappuccio ; Modelli Egidio Boninsegna (segnala Fabio Gigante nel suo catalogo che :”Prima di questa nota la Direzione della Johnson dichiaro’ , per iscritto nella confezione di un recente riconio di questo gettone, che il volto femminile raffigurato al dritto era quello di Cerere e che l’ autore dei modelli era Giannino Castiglioni anziché Egidio Boninsegna. Secondo l’ articolo pubblicato sulla Rivista Italiana di Numismatica nel 1906 riguardo a questo gettone il volto femminile raffigurato al dritto sarebbe quello di Minerva tra le due statue dell’ arte e dell’ industria. Sempre sul Gigante e’ riportata una interpretazione data dal sig. Cesare Johnson secondo la quale il volto rappresenta l’ Esposizione Milanese e le due statuette sono quelle dell’ industria italiana e svizzera unite dal Traforo del Sempione aperto nello stesso anno 1906 Nelle Pagine 287-288 del Simonetti troviamo questo appunto : “ Si tratta di monete non ufficiali , a circolazione in un ambito limitato. Esemplari analoghi , con circolazione più o meno estesa , furono usati durante il Regno di Vittorio Emanuele III nel campo di prigionia di Genova ; pezzi monetali furono anche fatti coniare dalla gestione operaia della FIAT di Torino durante l’ occupazione del 1920 e dalla gestione comunista della Cooperativa di Lanzo Torinese. Durante la prima guerra mondiale circolarono anche come, sostitutivo della moneta spicciola che non si poteva coniare per la penuria di metallo, dei dischi di alluminio con coperchio in materia plastica contenenti francobolli di valori diversi. Anche durante la seconda guerra mondiale furono localmente in uso delle monete private” Qui trovate alcuni esemplari di Gettoni di Necessità http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-NEC
    2 punti
  10. @@anto R Mi sembra che i diametri dei conii siano uguali (le corone esterne combaciano quasi) Cambiano le dimensioni dei disegni. Comunque i tipi non corrispondono sicuramente e inoltre noto, oltre all'usura, una diversa freschezza di conio fra uno e l'altro. Alla fine si tratterebbe solo di una curiosità numismatica. Ma se fosse vero molte informazioni potrebbero aiutare molto. Saluti a tutti
    2 punti
  11. Ultima acquisizione interessante, una falsificazione coeva in rame della parpagliola emessa sotto Filippo III. Il peso è di g. 1,93. Lo stile, anche se più grossolano, assomiglia a quello della parpagliola al post #313. Al dritto troviamo lo stemma di Milano senza il fiocchetto al vertice delle volute. . MEDIO LANI.D. la lettera D di DVX è un po approssimativa. Al rovescio troviamo la figura della Provvidenza, senza bacchetta che tocca il globo e in esergo un tentativo di data . 1608 . PROVIDENTIA
    2 punti
  12. Una dovrebbe essere questa dell'imperatore Kangxi: http://en.numista.com/catalogue/pieces31487.html e l'altra dovrebbe essere questa dell'imperatore Qianlong: http://en.numista.com/catalogue/pieces19755.html
    2 punti
  13. Buona serata Grosso a nome di Francesco Dandolo (1328-1339) Segno del Massaro nr. 3 - anellino sulla veste del Cristo al suo lato sinistro della gamba sinistra gr. 2,14 - diam. mm. 22 D: ° FRA DANDVLO ° ° S M VENETI ° lungo l'asta DVX - S.Marco porge il vessillo al Doge R: IC XC - il Redentore in trono saluti luciano
    2 punti
  14. Condivido in gran parte. Stabilizzó l'Impero. Ma innescó la spirale inflazionistica che colpí in seguito lo stesso. Lui, strapagando l'esercito per evitare eventuali rivolte e il di lui figlio Caracalla, con la creazione dell'antoniniano. Diciamo che quantomeno non fu lungimirante... ma accade anche in tempi moderni, no? ;)Condusse una guerra in Britannia che non portava grossi vantaggi economici e che il figlio abbandonó dopo la sua morte (per rientrare a Roma per la successione al trono). Altro neo? Quello di non aver bloccato la successione al trono del figlio Caracalla. I figli 'so pezz'e core e in questo lo accomuno a Marco Aurelio e suo figlio Commodo. Ma Settimio aveva anche Geta che almeno in Britannia diede dimostrazione di essere un discreto amministratore. Pregi dei Severi? La grande messa di denari fa si che questi siano abbastanza comuni e quindi trovabili a prezzi abbastanza buoni (specie Settimio). Certi rovesci sono belli, a memoria cito i Victoriae Brit, gli Indulgentia, gli Adventus... oltre a quelli con le varie divinitá. Ciao Illyricum :)
    2 punti
  15. @@giulira passò in asta NAC 57 (18.12.2010) lotto 924 . Guarda caso la moneta è proprio quella da te appena acquistata. :clapping: :clapping: Ora ha anche un notevole pedigree!!!!! Ho aggiunto la foto sul catalogo ed inserito il passaggio d'asta. http://www.acsearch.info/search.html?id=915792
    2 punti
  16. Un altro uniface, stavolte un heller (mezzo pfennig), proveniente dalla Boemia del periodo hussita (circa 1417-1439) e coniato sotto l'imperatore Sigismondo nella zecca di Iglau, oggi Jihlava, la più antica città mineraria della Repubblica ceca.
    2 punti
  17. Plaudo all'iniziativa di Torino di @@centurioneamico e degli amici torinesi di regalare ai giovani delle copie del Montenegro, credo che la direzione debba essere questa, uniti il più possibile su tematiche come quella giovanile. Mi dispiace ovviamente che l'iniziativa non possa essere materialmente congiunta, ma capiteranno altre occasioni, altre sedi....l'importante è che il fronte aumenti e cresca su queste tematiche.... Ma prima di arrivare ai giovani, a lamoneta, a Milano il 28 marzo, volevo spendere ancora qualche parola su chi sta collaborando e sui relatori. Il fronte è ampio, la Nip, la SNI, Il Centro Cult. Num.Milanese, si aggiunge anche il Circolo Num.di Bergamo, ma entra anche il Museo Civico di Biassono con la sua Ass.del Gral . Di Lamperi abbiamo parlato, fa parte del Direttivo del Circolo Num. di Bergamo, Gianfranco Pittini, tra l'altro nostro curatore, è Presidente del CCNM, Leopoldo Pozzi, socio SNI, è Direttore dell'Ass. del Gral del Museo Civico Verri di Biassono dove è Curatore il Prof. Arslan, Toffanin, socio SNI, è Milano col suo nuovo MIR MILANO e col recente MEDIOLANVM. Quindi quattro attori di estrazioni diverse, che rappresentano anche varie Associazioni, Società, Circoli che quindi partecipano e collaborano con l'evento. Di lamoneta non mi sono dimenticato....anzi...ne parlerò nel prossimo post ad hoc e ovviamente anche qui vorremmo fare delle cose buone e giuste.... :blum:
    2 punti
  18. ecco un dettaglio del mio ;)
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  19. Ciao le foto sono molto sfocate ma al retro mi pare vedere a destra una C che potrebbe fare parte dell'SC in quel caso è un quadrante anonimo con Atena e albero di olivo e ci siamo come peso e diametro, Come ho detto però ci vorrebbero foto migliori. Silvio
    2 punti
  20. In ogni caso, doppia ribattitura o no, se siamo d'accordo sull'identificazione del sottotipo "diretto" come Travaini 31, abbiamo un'ulteriore conferma che il RV CA TA si pone cronologicamente fra Roberto il Guiscardo e Ruggero Borsa
    2 punti
  21. buongiorno@@ciosky68 grazie all'aiuto di @@Theodor Mommsen siamo arrivati alla fine della corsa Ti invio la scheda del mio archivio della stessa moneta; avevo pensato potesse essere quella, ma, mi ha fuorviato la scarsa visibilità della moneta, e la presenza di quelle che pensavo fossero lettere mentre erano giustamente degli astri. La visione in mano doveva dare la certezza Ti allego la scansione della scheda del mio archivio, i dati ricavati dal libro del Garrucci " Le monete dell'Italia antica" ed anche la scansione risolutrice dell'immagine tratta da --Acsearch--grazie al riferimento dato da@@Theodor Mommsen Pietro
    2 punti
  22. Il tuo ha il santo in piedi e la tiara pontificia al posto della croce mi pare(tu la vedi con la moneta in mano ?). E' l'unica eccezione che non avevo menzionato. Dunque se la tiara e' grande hai un quattrino rarissimo di Eugenio IV CNI assente MUNTONI assente Chimienti 113 Se la tiara e' piccola hai un comune quattrino attribuito a Sante Bentivoglio successivo agli accordi di pace con Niccolo' V. Mi sa che e' questa purtroppo. L'impugnatura delle chiavi dovrebbe essere di tipo H con quatro globetti in croce. CNI 80 MUNTONI 15 Chimienti 115. Peso ufficiale 0,8 g ma in pratica e' sempre meno. Dimenticavo, periodo tra il 1446 e il 1464
    2 punti
  23. ed insieme a questa ho torvato pure la paperella... :rofl: Taglio: 2 Euro CC Nazione: Finlandia Anno: 2011 Tiratura: 1.600.000 Conservazione: BB Località: Trieste
    2 punti
  24. Vi sottopongo questo esemplare , recentemente entrato nella mia collezione, per un vostro gradito parere Quattrino di Correggio a nome di Camillo e Fabrizio (1580-1597) Dritto: CAM.ET.FAB.CIV.CORR nel campo le lettere CF fra quelle che appaiono come 2 croci e comprese fra 4 linee parallele / sotto una correggia (cintura) Verso: SALVS MVNDI data (1589) / croce trilobata Mir Emilia 137 Peso: 0,75 grammes. Diametro: 18 mm. Rarita' : R5 Considerato lo spazio in legenda nel R/ questo quattrino dovrebbe essere il tipo con data 1589 Cosa ne pensate
    1 punto
  25. Ciao, come recita il titolo una discussione intitolata "Per gli amanti degli Hoards Romano Britannici ..." ovvero l'avrei potuta intitolare anche "Come promuovere i Beni Culturali di un Paese" con un semplice ma efficace articolo interattivo on-line ... Lo trovate al link https://www.google.com/culturalinstitute/exhibit/yorkshire-hoards/QRq2DoZm?position=0%2C-1 Anche stavolta chapeau :hi: ! Ciao Illyricum ;)
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  26. Ma,infatti,quello veramente raro è il Muntoni 4,l'altro ce l'ho pure io...
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  27. @@Gallienus è buona , senza dubbio . La conservazione è modesta come vedi , ma so già che non ti importa di questo :)
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  28. Sì, sono tutte e due cinese, della dinastia Qing per la precisione, come si può vedere dai caretteri manciù nella faccia 1 della seconda immagine e nella superiore della prima.
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  29. Una leggenda, non si sa quanto veritiera, vuole che i marenghi del 1947-49 e quelli 1935-L (in realtà coniati nel dopoguerra) siano stati coniati per smaltire l'oro depositato dai nazisti nelle banche elvetiche durante la seconda guerra mondiale, proveniente dai denti d'oro degli ebrei uccisi.
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  30. Paolo (@@appah), Certo non si puo' scartare a priori nessuna ipotesi, ripartendo pero' dal punto in cui siamo arrivati (Ruggero Borsa). Pur muovendoci su piu' fronti, come hai detto tu "l'ipotesi della coniazione da parte di un vassallo di Borsa è quella da seguire", "bisognerebbe cercare fra i documenti dell'epoca una traccia di qualche personaggio alla corte di Borsa che abbia un nome riconducibile a "RV CA TA", o solo "CA TA" se ipotizziamo che "RV" stia per "Ruggero". Non credi che possa essere seguita questa traccia abbinandola a "Catapano" e cioe' un Governatore di una citta' ?. Ovviamente sarebbe solo uno dei filoni da seguire. Da questo momento mi dedichero' alla ricerca di tutti i documenti che riusciro' a trovare riguardanti Ruggero Borsa ed i personaggi nella sua cerchia. Se si trovasse che Borsa e' stato definito o citato come Catapano, l'ipotesi di un vassallo cadrebbe. In questo caso, RV + Catapano = Ruggero Borsa. In caso contrario, andebbe verificata l'esistenza di un altro personaggio; tutto cio' rientra nella stessa ricerca.
    1 punto
  31. Ho latitato ma per il semplice motivo che mi sto leggendo il Lunardi: http://books.monetonos.ru/numi3maticheskai%20literatura/Vostok/Lunardi%20G.%20Le%20monete%20delle%20colonie%20genovesi%20-%201980.pdf ebbene chi se non un genovese ci descrive le imitazioni e le contraffazioni dei soldini veneziani? Consiglio a tutti la lettura dell'ultima parte ci sono dei disegni e delle descrizioni veramente interessanti che non conoscevo. Credo che sia il primo studio che cominci a fare un po' di chiarezza. Ciao
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  32. @r-29 Concordo con te al 100% Per una volta che uno non chiede valore o conservazione...... Ciao
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  33. Non intendevo dire che la dizione del FDC fosse nata nell'antichità, ma che il collezionismo numismatico nasce con un interesse per le antiche, e solo molto più tardi si accosta alle moderne. E' attestata almeno dal tardo ottocento.
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  34. Mi pare la domanda fosse sulla patina, no sull'indice di gradimento della moneta
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  35. Se non esistono monete in FDC che non siano state prodotte con certi particolari accorgimenti dobbiamo supporre che il concetto di FDC sia stato introdotto per forza in anni successivi all'invenzione delle monete da collezione. E' così? Prendiamo ad esempio questa moneta: ha i fondi brillanti e i rilievi più opachi, tanto il conio era fresco, non presenta segni di usura degni di nota, né colpi rilevanti: è FDC? Non lo è?
    1 punto
  36. Ad Egina va il riconoscimento di prima città europea a emettere monete in quanto i marinai e i commercianti dell’isola seguirono l’esempio dei Lidi nella parte occidentale dell’Asia Minore nell’introdurre questo semplice mezzo di scambio trasportabile nel mondo mediterraneo. Il Mediterraneo era uno degli habitat naturali delle tartarughe, un fatto riconosciuto nei miti, nella letteratura e nella tecnologia. Le prime vere monete a essere emesse in Grecia furono appunto le ‘tartarughe’ d’argento dell’isola di Egina, coniate probabilmente verso la metà del VI secolo a. C., che garantirono durata a questa nuova forma di scambio, un progresso rispetto ai mucchi di metallo, attrezzi e bestiame. Simbolicamente, le monete avrebbero potuto essere collegate alla tartaruga marina simbolo di Astarte, le dea fenicia dei commercianti. La tartaruga era anche il simbolo di Afrodite, la dea patrona di Egina. Senza contare poi che Esopo, che visse all’incirca in questo periodo, aveva scelto la tartaruga per trarre una lezione morale in almeno tre delle sue favole. La favola di come la tartaruga ebbe la sua corazza narra che Zeus era adirato perché quest’animale non aveva partecipato alla sua festa di nozze, preferendo stare a casa. La creatura fu, quindi, condannata a trasportare la sua casa sul dorso. apollonia
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  37. il secondo acquisto 2015;un tarì particolarmente comune di questo sovrano ma che mi piace molto per il tipo di ritratto e anche per un rovescio non convenzionale e tradizionale. la moneta è in slab americano quindi perdonatemi per le foto non ottimali :( al rovescio i rilievi son satinati su fondi lucidi(quasi a specchio)....la moneta,che tipologicamente è difficile da trovare perfetta e senza difetti di conio,ha una debolezza a ore 11 al rovescio...purtroppo. come la vedete voi? impressioni? un saluto alla sezione e grazie a chi interverrà. ;) marco
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  38. Inevitabile il collegamento con il Bacco ovidiano di Metamorfosi, III 666-669: Ipse racemiferis frontem circumdatus uvis pampineis agitat velatam frondibus hastam; quem circa tigres simulacraque inania lyncum pictarumque iacent fera corpora pantherarum.
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  39. Grazie a tutti. Nella mia personalissima sensibilità non è mai cosa giusta prendere a riferimento le dinamiche dei prezzi del passato, perché il mondo è cambiato e, purtroppo, cambierà ancora. Forse si può dire che le alte rarità e gli aurei offrano un po' di più garanzie di salvaguardare i propri soldini rispetto ad altre monetazioni. In merito alla conservazione, scusandomi per le foto di infime qualità, a mio parere siete stati un pochino generosi, tranne @@jeffff_it, col quale mi trovo più allineato. A mio avviso è qSPL/SPL. Ciao! :hi:
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  40. @@adolfos come sempre troppo buono nei miei confronti. Io di monete di Bologna ne so quanto te. In una scala da 1 a 1000, diciamo 10, solo perché alcune analogie storiche e monetarie collegano Bologna con Ancona. Prima di tutto il bolognino, ma anche l'agontano, senza dimenticare che entrambe le città facevano parte dello Stato Pontificio. Per quanto riguarda le monetazioni anonime pontificie di entrambe le città posso dire che a fine XIV (Bologna dopo la metà) sino a metà XV secolo , pur essendo formalmente sotto il dominio delle Chiesa, le due città batterono moneta senza che su di esse apparisse il nome del pontefice, quasi ad indicare che continuava la loro autonomia comunale. In maniera più o meno velata però, le monete riportarono alcuni simboli dell'autorità della Chiesa. In Ancona ci furono le chiavette decussate nelle legende, a Bologna invece troviamo le chiavette o la tiara nelle legende, e nel quattrino addirittura le chiavi decussate nel campo del D/._ Per quanto riguarda poi il quattrino, parliamo di Bologna, questo fu emesso in analogia a quanto già succedeva in altre città tipo Milano come multiplo del denaro, con la differenza che anziché rappresentare il quadruplo del denaro (come anche il nome quattrino lascia intendere) a Bologna fu battuto il quattrino da due denari. Il primo quattrino anonimo di Bologna risalirebbe al 1404, quindi fu battuto per 4-5 decenni e se ne conoscono molte varianti. Al D/ ne abbiamo nelle legende, ma anche nelle chiavi del campo, legate o non, con anelli, con cordoni, fiocco... Al R/ i tipi sono principalmente due: S. Petronio che benedice con la mano destra e tiene la città nella sinistra; S. Petronio che tiene nella destra il pastorale e nella sinistra la città. Chiedo scusa ai cultori della monetazione di Bologna.
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  41. Buona giornata se n'è parlato pochi giorni fa ..... qui trovi molto. http://www.lamoneta.it/topic/134576-bolla-siciliana-credo/ Saluti luciano
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  42. E' un po' sottopeso, ma per il resto, a guardare la foto direi che la moneta non presenta caratteristiche che possano allarmare. Ma perché lo hai classificato come Filippo IV ?
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  43. Per completezza, aggiungerò che l'Europa ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia non perché non sia prevista una azione diretta di risarcimento nei confronti dei magistrati ma perché la Legge Vassalli (quella del 1988) esclude l'azione (nei confronti dello stato) in caso di questioni che attengono alla interpretazione del diritto, dei fatti e delle prove e la limitano alle ipotesi di dolo e colpa grave. La sentenza di riferimento è la Corte di Giustizia UE C. 379-10 del 24.11.2011 (che si legge con facilità su Internet, sono dodici pagine ma è sufficiente scorrere le poche righe del dispositivo, dove c'è scritto quanto ho appena detto). Polemarco
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  44. Ciao! Iconografia inusuale; ti allego il link del sito dove c'è una nutrita collezione di bolle. http://www.icar.beniculturali.it/biblio/_view_volume.asp?ID_VOLUME=63 saluti luciano
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  45. Si che poi nella stessa Francia ricordo la guerra d'Algeria,e non ultimi gli attentati di Parigi. Tanta pace non mi sembra. Sono sincero @@cig : Per una serie di cose comincio a essermi veramente stancato di questa collezione. Se continuo a scoraggiarmi in questo modo penso che anche io vendero' baracca e burattini e la smettero' di buttarci via soldi e tempo. Per avere in cambio stupide monete che,ormai,commemorano cose senza nessun senso logico. La stessa Italia,lo ribadisco,non poteva coniare un bel 2 Euro sulle regione d'Italia?! No,deve cadere nella mediocrita' in cui cadono piccoli paeselli o presunti tali che vanno a commemorare cose del tutto insensate. Quindi sono daccordo con te:se continuano cosi',possono anche cominciare a tenersele. Siamo partiti da uno splendido Discobolo,simbolo dei millenni che passano e siamo arrivati a faccioni Granducali o a aniversari di personaggi semi-sconosciuti. Dalle stelle alle stalle...
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  46. Non è così... Nel periodo di Vittorio Emanuele III, come in quello di Umberto, di Vittorio Emanuele II e di Vittorio Emanuele I (in parte) si utilizza già il sistema decimale. Questa moneta invece seguiva il sistema dei soldi. Cioè una lira uguale a 20 soldi, 10 soldi mezza lira, 5 soldi un quarto di lira e 2,6 corrispondeva a un ottavo di lira. Questo sistema termina appunto dopo il periodo napoleonico in cui viene utilizzato un sistema unico decimale. Gli ultimi 2,6 soldi sabaudi sono quelli del 1814 e 1815 coniate sotto Vittorio Emanuele I.
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  47. Ringrazio di cuore per l’attenzione riservata al mio recedente intervento. Vorrei ora sottoporre all'attenzione dei partecipanti al forum un'ipotesi per una possibile localizzazione di Velecha , già proposta in passato e oggi rafforzata sulla base di recenti ritrovamenti archeologici. Riporto di seguito la prima parte di un articolo pubblicato a mia firma sul Quotidiano del Sud. “ Fra le monete campane risalenti alla fine del III secolo a.C. è ben nota in ambiente numismatico una serie in bronzo che reca l’epigrafe VELECHA, a volte abbreviata in VE. Queste monete hanno al dritto una testa raggiante, simbolo del Sole, e al verso il busto di un cavallo o un piccolo elefante. I caratteri utilizzati appartengono a un alfabeto osco encorio derivato dall’alfabeto greco. Alcune monete sono ribattute su monete mamertine. È opinione prevalente degli studiosi che questa serie sia da collocare cronologicamente nell’ambito delle monete emesse dai popoli italici nel corso della seconda guerra punica (vedi sull’argomento Le monete della Campania antica di Renata Cantilena, Napoli 1987, da pag. 175 in avanti). La provenienza delle monete di Velecha è assegnata in genere alla Campania interna (Friedlander); i più riconducono le monete alla città di Volcei (odierna Buccino), basandosi però solo su una certa assonanza del nome e sulla vicinanza del luogo a Poseidonia. Velecha fino ad oggi resta in definitiva niente più che una città perduta, dove operava una zecca misteriosa. Proviamo a cercarla, questa misteriosa città sannita, nelle pieghe della Storia, utilizzando le preziose informazioni trasmesseci dalla nostra moneta, che si rivelerà essere una vera e propria capsula del tempo. Riviviamo gli anni tumultuosi della seconda guerra punica. Nella fase iniziale Annibale, dopo l’improvvisa apparizione in Italia e le folgoranti vittorie del Ticino, della Trebbia e del Trasimeno, resta comunque ben consapevole di non poter condurre un attacco diretto a Roma, imprendibile per gli illimitati mezzi a sua disposizione. Il suo progetto strategico diventa quindi quello di indurre i popoli italici a rinunciare all’alleanza con Roma e quindi di indebolirla per poi concludere la pace alle proprie condizioni. Annibale si dirige verso le zone della penisola dove ci sono più speranze di far nascere un'opposizione contro Roma, ovvero i territori di lingua osca. Il suo itinerario lo porta dal lago Trasimeno alla Via Flaminia, e di là attraverso gli Appennini alla costa adriatica. Dopo aver lasciato riposare i suoi uomini nel Piceno, raggiunge 1'Apulia settentrionale. Nei popoli italici tuttavia sul rancore verso Roma prevale la diffidenza verso un invasore straniero, e non una sola comunità si unisce ai Cartaginesi. Sarà la disfatta romana di Canne a portare molti fra Sanniti, Lucani, Bruzi, Apuli e Italioti dalla parte di Annibale, anche se non simultaneamente. Le città campane (Capua, Nocera, Nola e altre), da tempo entrate stabilmente nell’orbita di Roma, si trovano in una situazione particolarmente delicata, divise fra il dovere di restare fedeli e sottomesse e la suggestione di ritrovare le antiche autonomie. Tuttavia la presenza sul territorio campano degli eserciti punici reduci da Canne non poco favorisce la scelta di passare, più o meno spontaneamente, nel campo annibalico. Gli storici antichi non tramandano un quadro preciso e completo delle città che defezionano ad Annibale, né di quelle conquistate con le armi dall’uno o dall’altro esercito. Alcuni utili riferimenti si ritrovano comunque in Silio Italico e Tito Livio. Quest’ultimo, quando anticipa i tragici eventi di Canne, elenca i popoli che passeranno in seguito ai Punici: fra questi, in ordine di citazione, i Campani, gli Atellani, i Calatini, gli Irpini, parte degli Apuli, i Sanniti tranne i Pentri, tutti i Bruzi, i Lucani (Libro XXII, cap. LXI). Silio Italico, quando elenca i popoli che dopo la disfatta di Canne passeranno nel campo punico, elenca i Sanniti, i Bruzii, gli Apuli, gli Irpini, Atella e Calatia, seguiti da numerosi altri (Guerre Puniche, libro XI), mentre per Capua fa un discorso a parte. Notiamo che entrambi gli autori distinguono i Sanniti dagli Irpini, mentre la tribù dei Pentri è annoverata fra i Sanniti, ancorché restata fedele a Roma. Seguendo il racconto di Tito Livio, apprendiamo che la prima città a passare nel campo punico dopo la disfatta di Canne è Conza (Libro XXIII, cap. I). Lo storico parla poi delle operazione belliche portate da Magone in Campania per obbligare con la forza i più riluttanti a defezionare, quindi espone dettagliatamente le manovre condotte da Annibale nel tentativo di conquistare i principali centri della regione, da Napoli a Nola, e le contromosse romane. Roma ha perso numerose battaglie, ma non ha ancora perso la guerra: ha il controllo dei mari e nessun flusso di rifornimenti e rinforzi giunge ad Annibale con regolarità. Il Cartaginese non può essere ovunque nello stesso tempo, difficilmente può chiedere aiuti militari ai nuovi alleati e spesso è lui a doverli proteggere dalle rappresaglie. Nel 215 il pretore Marco Valerio Levino riconquista agli Irpini i tre piccoli centri di Vercellium, Vescellium e Sicilinum, non ancora localizzati, ma secondo un’interessante ipotesi (articolo a firma di Mario Izzo pubblicato su Airone 113)) ubicati sulle alture della Daunia (Monte Castiglione, Monte Felice e Monte San Chirico), nell’alta valle del fiume Celone (antico Aquilo). Anche il proconsole Marco Claudio Marcello nel 215 compie stragi e distruzioni sui ribelli, punendo severamente le città riconquistate. L'anno successivo, consoli Marcello e Fabio, il dominio cartaginese sulla Campania è definitivamente spezzato. Nel 213 viene portato a termine con successo il rastrellamento delle città caudine e l'anno seguente i Romani serrano le linee d'assedio su Capua, senza che Annibale possa intervenire efficacemente. Nel 211 Capua si arrende ai romani, seguita dai Calatini, dagli Atellani e dai Sabatini. A questi quattro popoli Roma riserva l’identica sorte della deportazione in massa e della limitazione dei diritti civili, e alle loro classi dirigenti quella della confisca dei beni e della riduzione in schiavitù (Tito Livio, libro XXVI cap. XXXIII e libro XXVI cap. XXXIV). Qui fa il suo ingresso sulla ribalta della Storia la misteriosa Velecha . Edward Togo Salmon, padre dei moderni studi sui Sanniti, ha fatto piena luce sulla questione, ma la cosa è stata inspiegabilmente sottovalutata, se non deliberatamente ignorata, in ambito scientifico. Salmon parte dall’osservazione che le monete emesse da Velecha sono del tutto simili a quelle emesse da Capua, Atella e Calatia nello stesso periodo (E.T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985, pag.98), al punto che il retro di alcune monete presenta l’identica immagine di un piccolo elefante da combattimento, circostanza questa unica nel pur vasto scenario della monetazione greco-romana in Italia. Le caratteristiche morfologiche dell’animale raffigurato avevano portato in un primo tempo gli studiosi a identificarlo con l’odierno elefante indiano, la specie portata in Italia da Pirro, e di conseguenza ad abbassare l’orizzonte cronologico delle serie monetali. Successivamente l’elefante delle monete è stato correttamente identificato in una specie oggi estinta di elefante africano, molto più piccolo della specie attualmente diffusa nel continente. Ed è proprio questa specie di elefante quella che veniva utilizzata negli eserciti di Annibale. Nella realtà storica essi, guidati da un solo uomo in sella e non già muniti di torretta, hanno avuto un peso quasi insignificante nei combattimenti in Italia. Si ritiene che a Canne ne fosse in campo uno solo, essendo tutti gli altri deceduti nell’attraversamento delle Alpi e nelle precedenti battaglie alla Trebbia e al Trasimeno. Le monete di Velecha ci tramandano in definitiva l’immagine di un animale che già non era più presente nelle file di Annibale, e che oggi è addirittura sparito dal pianeta, ma è proprio l’immagine di questo piccolo elefante impressa sulle monete il filo rosso che ci porta finalmente sulle tracce di Velecha , la città perduta con la sua zecca misteriosa. Tornando a Salmon, partendo proprio dall’osservazione che Capua, Atella, Calatia e il popolo dei Sabatini si fossero uniti in una sorta di lega contro Roma, tanto da subire tutte insieme la stessa triste sorte, e che Capua, Atella e Calatia e Velecha battessero monete dello stesso tipo, quasi facessero tutte parte di uno stesso piccolo stato cartaginese, lo studioso perviene alla conclusione che Velecha fosse all’epoca la capitale, ovvero la poleis, dei Sabatini (Salmon, op. cit. pag. 347), popolo da identificare con gli abitanti del territorio della valle del Sabato a Sud di Benevento (Salmon, op. cit. pag. 316). E al centro della valle del Sabato, ovvero del territorio dei Sabatini, è situata la collina della Civita di Atripalda, ove è concordemente localizzata la colonia romana di Abellinum. Come non concludere che proprio qui, e non altrove, sia da localizzare anche l’antica città di Velecha , da riconoscere quale nobilissima antenata dell’antica città romana e della moderna Avellino? “ Ammettendo che questa ipotesi sia fondata, si porrebbero altri interrogativi, ognuno dei quali meritevole di specifico approfondimento: quale relazione c’è fra gli abitanti di Velecha (i Sabatini) e i Mamertini, sulle monete dei quali sono ribattute alcune delle monete “velechiane”? sono originari di Velecha alcuni dei mercenari campani reduci dalla Sicilia ai tempi della prima guerra punica? si spiega così l’uso, relativamente insolito, dell’alfabeto greco anziché di quello etrusco, più usuale? in che orizzonte cronologico si colloca l’ampia serie di monete fuse riconducibili a Velecha (come indicate nella catalogazione del Garrucci)? la presenza di questa serie di monete fuse potrebbe sancire in qualche modo l’esistenza di una zecca a Velecha più antica delle altre (Capua, Calatia e Atella)? Come mai su gran parte delle monete fuse ricorrono insieme i simboli del Sole e della Luna? è ipotizzabile per Velecha il ruolo di zecca unica utilizzata per le emissioni “annibaliche”, in aggiunta se non in alternativa a Capua? è possibile, sulla base delle monete greco-romane analoghe a quelle di Capua. Atella, Calatia e Velecha , ampliare lo scenario delle emissioni riconducibili allo “stato” annibalico? rientrano in questo contesto le monete di IRNTI, MELES, COMPSA, AKUDUNNIAD, ecc.? Grazie per l'attenzione e a risentirci.
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  48. Complimenti @@ihuru3 per l'idea di questa discussione. Io non posso che dedicargli la moneta che mi ha spinto ad andare da lui per avere un suo parere e proprio come successe a Renato la cosa che più mi sorprese è come mi accolse e come parlammo per ore di monete, questo nonostante lui fosse un mito della disciplina e io un perfetto sconosciuto....si vedeva da lontano che a parlare era passione pura e voglia di donare la propria conoscenza.....io quella giornata non la scorderò mai, grazie Maestro.
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  49. caro "Matteo91" noto che nessuno ti risponde, non è che sono un esperto di questa monetazione, però provo a scriverti qualcosa di relativo alle monete che hai postato. gli allegati (SNGCop) danno le date ed altri riferimenti utili mi auguro ti siano d'aiuto i numeri (5,6,3)si riferiscono ai tuoi numeri e mi pare siano identiche alle tue. queste sono tre monete a seguito seguono le altre tre Ciao Pietro
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  50. Benvenuto in questo mondo, il mio maestro mi diceva sempre: impara a conoscere e a valutare le monete che ti capiteranno nelle tue mani con il tuo cervello, gli altri pareri o opinioni rimarranno tali e se ascolterai loro, non imparerai mai. ;)
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