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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/15 in tutte le aree
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Non é certo entusiasmante, anzi, direi che é piuttosto triste, il dover mettersi a lavorare su delle orribili falsificazioni, quando sarebbe molto più appagante potersi godere lo studio delle monete. Ma stante la situazione in cui un mercato pesantemente inquinato da rozze contraffazioni di monete padane continua a prosperare, nonostante la massa di informazioni su queste monetazioni disponibile, anche in rete (fatto che dovrebbe mettere sull'avviso gli acquirenti...), qualcosa bisogna pur fare. Se i collezionisti si ritengono appagati dei loro acquisti, buon per loro. Ciò che non é accettabile é il rischio che la storia stessa venga falsificata, nel momento in cui tali contraffazioni dovessero essere accettate nell'ambito di lavori scientifici. Ed il caso si é già dato. Tempo fa http://www.lamoneta.it/topic/106830-pirakos-strana/ , mi ero ripromesso di lavorare su questi rozzi prodotti. Non ho fatto quanto avrei voluto fare, purtroppo. Ma qualcosa ho fatto. Tra ciò che ho fatto, per il momento vi propongo questa tabellina: Per quanto racchiuda una minima quantità dei falsi padani (coniati) in circolazione (almeno 15 conii di dritto e 14 di rovescio), credo sia abbastanza interessante per le connessioni. Non vado oltre per ora. Ne dicuteremo.6 punti
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Ciao, la domanda che poni è tutt’altro che stupida. Anche perché se potessi dare una risposta certa e definitiva mi assegnerebbero quantomeno una laurea ad honorem.. :D . Ero ripromesso di rispondere, poi il Talmut (saggio testo) mi ha bloccato ancor più. Speriamo bene e di risultare contributivi: il tema è molto complesso e di difficile interpretazione. Attorno alle “non ufficiali” si è creato tutto un calderone dove troviamo: Denari suberati Produzioni ausiliarie Produzioni locali Falsificazioni locali Direi che il fattore comune è la scarsità di flusso monetale, come ha correttamente già detto @@grigioviola. i denari suberati hanno vari periodi di fabbricazione, partendo dal periodo repubblicano sino a quello pienamente imperiale. Non sempre le motivazioni possono essere valide per tutti i periodi. Probabilmente in qualche dinamica simile a quella dei suberati possono rientrare i Denari-limes in bronzo, che possono però rientrare nella logica della scarsità monetale e quindi nelle dinamiche del “gruppone” di cui al punto seguente nel Primo Impero alcune di quelle che normalmente vengono descritte come “monete barbariche” sono in realtà frutto di emissioni prodotte da zecche militari: alludo al I secolo d.C. e faccio riferimento ad esempio agli assi claudiani tipo “Minerva” (sottopeso e con vari gradi di degradazione) prodotti ausiliari dalle zecche ispaniche e galliche. In altre aree abbiamo esempio di produzioni locali fuse (a memoria, cito Carnuntum e l’area pannonica) o coniate (presenza di matrici rinvenute a Vindonissa) sempre derivate da produzioni di zecche militari. Tollerate perché divenute “monete di necessità” in ambienti a scarsa circolazione monetale. Personalmente non escludo che questa metodica sia rimasta in auge per molto tempo. Si tratta di una tradizione che deriva dal periodo repubblicano quando il Comandante dell’esercito aveva deroga all’emissione di monete per il pagamento del salario delle truppe. In seguito tale poter spettava probabilmente al Legatus Augusti. I rifornimenti monetali potevano essere difficili durante una campagna bellica e il mancato pagamento degli stipendi avrebbe potuto portare ad ammutinamenti da parte della truppa. O anche al fenomeno della “corruzione” da parte del nemico. Si poteva ovviare dando alle milizie parte del bottino in caso di conquista. Ma quando questa non avveniva? Ma cerchiamo di restare nel tema iniziale… Falsificazioni locali … e tra queste possiamo inserire i “radiati barbarici”. Chi li produceva? Che utilizzo avevano? Sicuramente subentravano in aree soggette a scarsa circolazione monetale, sennò non avrebbero avuto alcun valore. In Britannia, nelle aree galliche del nord, in quelle del limes renano, cronicamente afflitte da questo problema. L’area danubiana probabilmente godette dell’istituzione di zecche ufficiali (Viminacium prima di tutte poi quelle di Siscia e Sirmium). Ma nelle aree rurali di certe provincie il problema sussisteva. E per ovviare al problema si crearono dei “simulacri” della moneta ufficiale che aveva valore a livello locale. In questo quadro inseriamo un altro elemento: i minimi. Come poteva essere che delle produzioni così piccole ed evidentemente non ufficiali venissero accettate? Taluni propongono valessero in base al peso e non ad un valore attribuito al singolo esemplare. Ma allora dovremmo trovare nelle aree rurali hoards pieni di monete imitative e minimi: perché non è così? Una risposta è che spesso le imitative non vengono discriminate nei depositi monetali. Ma laddove lo sono, segnalate come “irregolari” – vedi il Braithwell Hoard, alla fine un classico deposito monetale della seconda metà del III secolo di un area abbastanza “rurale”- vi sono 54 su 1332 note. Pari al 4%. E non vi sono rappresentati minimi. Comunque presenti in un sito che ha dato minimi radiati conservati al Doncaster Museum. Come la mettiamo? Potrebbe essere che veniva tesaurizzata la moneta “buona” salvo qualche imitativa che magari scappava nell’insieme della raccolta? Potrebbe essere… la moneta ufficiale aveva valore nelle aree cittadine. Se ti recavi al mercato cittadino dovevi pagare in moneta ufficiale. Idem le tasse, se non chiedevano direttamente l’Annona sotto forma di prodotto. E comunque anche le imitative giravano per l’Impero, magari nelle saccocce dei soldati e dei commercianti che si spostavano da un’area all’altra. E se lo facevano vuol dire che erano tollerate.Concordo con grigioviola quando ipotizza che la moneta imitativa potesse avere un valore di “frazione” rispetto all’antoniniano ufficiale. Un ultimo spunto: perché un barbaro avrebbe dovuto prendersi la briga di creare una moneta falsa? Per guadagnarci su qualcosa è la risposta evidente. Ma se andiamo al Primo Impero che utilità avrebbe avuto con alcuni assi (o al limite sesterzi) falsi? Se la moneta fosse stata accettata cosa ci avrebbe guadagnato ? Una pagnotta? Una brocca di vino? Avrebbe raggirato un commerciante esperto ed avezzo a manipolare monete nei suoi scambi? No, non erano i cosiddetti “barbari” a creare le cosiddette “barbariche”… erano cittadini dello stesso Impero… ;) Ciao Illyricum :)4 punti
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A me, come supponevo, sembrerebbero graffi prodotti dal difetto di conio. Le zone d'ombra invece erano prodotte dalla fotografia. Vista la tipologia esemplare notevole per conservazione, con fondi lucenti, complimenti!3 punti
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Tra i vari hobbysti c'é anche il tuo collega di Firenze, MCN, con 9mt di stand, mi pare al mio fianco ci sia Nomisma, la Abafil e poi altri che non ricordo al momento...3 punti
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@@sulinus ragazzi forse non è ancora chiaro un concetto: sarà anche bello fotografare le monete alla luce del sole, ma non è la luce adatta per capire le vere gradazioni di colore. La luce solare è molto ricca di raggi infrarossi che tendono a dare una tonalità calda (giallo, giallo-arancio, 3200° Kelvin) e di raggi ultravioletti che danno una tonalità fredda (azzurro, azzurro-bluastro, 6500-7500° Kelvin). Per avere la percezione della giusta colorazione bisogna avere la così detta "luce normalizzata" che ha una temperatura di colore tra 5500 e 6500° Kelvin. Per ottenere questo, all'aperto si deve avere una luce da nord con cielo sereno verso le 11,00 di mattina, che non ti garantisce comunque la continuità e la riproducibilità, ma il miglior modo è quello di usare una fonte artificiale normalizzata, più controllabile, gestibile e riproducibile. Se utilizzi una normale lampada a basso consumo da 15-20 watt da 6500° Kelvin (che trovi in qualsiasi centro commerciale) ed un normale bilanciamento del bianco con la fotocamera, hai risolto il problema. In aggiunta con la luce normalizzata si evitano i fastidiosi riflessi sul metallo, cosa che con la luce solare molto più complesso.Immagino che come sfondo hai utilizzato un cartoncino bianco, ma come vedi è diventato azzurro, questa è la prova che il colore non è bilanciato. Prova e vedrai che avrai ottimi risultati. La moneta direi che è un qSpl-Bb/Spl. .3 punti
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ricordo i miei tentativi con lo scanner :wub: ben venga fosse la variante, oppure errore :rofl: ? oro rosso, secondo me è lo scanner tarato su documenti :rofl: cmq sia, io ad ogni ricorrenza (dalla nascita) regalo un marengo a mia nipote, e pare abbia preso la malattia :blum: ora ha 9 anni, e non avendo (ancora) piena libertà sulla Sua collezione, si diverte quando è da Me , con la NOSTRA :diablo: ho forse creato un mostro? Sergio3 punti
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Queste sono quelle che ho ritirato solo ieri, in tagli vari, divisi in sacchi, per una somma totale di 80.000 centesimi... :lollarge:3 punti
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Di questo millesimo ne ho due... soprattutto con la stessa zecca :crazy: cosa ne pensate? spero di non averla pagata troppo :rofl:2 punti
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Non sono assolutamente un esperto di queste monete, ma tra il primo esemplare postato ed il secondo in vendita sulla baia, mi pare che di differenza, a favore della seconda, ce ne sia non poca. Sabato, al convegno numismatico di Terni, ne ho acquistato un bell'esemplare (sempre a mio modo di vedere) chiuso qFDC da noto perito. L'ho pagato 90 euro e l'ho presa per farne dono a mio padre, classe 1926. :)2 punti
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@@anto R @@Fufluns Vabbè, dai, di sicuro non ci leggono :). Accade lo stesso fenomeno per gli enriciani lucchesi anche se negli ultimi tempi qualcosa si muove. Provisini and company sono monete poco studiate al momento. Speriamo in bene ;) Cari saluti a tutti2 punti
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Sono felice di riportare in alto la conversazione con il mio primo Pfenning uniface: Svizzera, San Gallo Città (XVIII secolo) einseitig Pfenning senza data Mistura, 0.23g Mastro zecchiere Hans Caspar Anhorn (la A stilizzata sotto l'orso) 1715-1736 HMZ 2-912/d Da notarsi che nel XVIII secolo anche l'abbazia di St. Gallo batteva lo stesso Pfenning, sebbene non uniface...2 punti
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Il Bagattino è arrivato oggi, con un pò di ritrdo :) Ho provato a fargli due foto veloci Come avevo immaginato, osservando bene la moneta con una lente contafili, si può notare come il cerchietto ad ore 12 sia parte integrante dell'impronta del conio. Il postino, insieme al Bagattino, mi ha consegnato un'altro tondello veneziano che aspettavo con ansia :) una bella medaglia di grande modulo di Francesco Erizzo datata 1634 Un caro saluto, Luca2 punti
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@@francy78 Puoi scrivergli tramite mail . Ma posso solo dirti una cosa . Mawmaw è una persona più che corretta, ha i suoi impegni e lo dice fin da subito, ci vuole un pò prima che risponda ma offre spendendo il suo tempo un servizio a noi del Forum e al Forum stesso, economicamente parlando, non è qui soltanto per apparie nelle razzie o per scambi e annunci di vendite varie ( non vado oltre , dico solo che ho ricevuto alcuni messaggi e lamentele via MP ) . Porta pazienza, non ha mai tirato pacchi nè venduto aria a nessuno ;-)2 punti
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la questione secondo me è un'altra però: alla moneta oggetto della discussione non son state fatte belle foto....ha senso a questo punto offrire per un qfdc o pagarlo per tale?...anche nel caso che lo fosse veramente?...secondo me no. ora se ti chiedono il prezzo di un bb/spl allora facci un pensiero così quando ti arriva di sicuro peggio non è...tutti gli altri discorsi sul chi ci va più vicino o meno secondo il mio modestissimo punto di vista lasciano il tempo che trovano. marco2 punti
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@@Rex Neap concordo Pietro, La moneta è chiaramente in altissima conservazione, su quello il dubbio non c'è, ma se la foto lascia dubbi, va da se che tutto quello che scriviamo può essere giusto oppure sbagliato... @@nando12 esposizione e punto di bianco, come già scritto la foto non ha un colore innaturale, in quanto tende al giallo2 punti
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Ho visto questa moneta, attualmente in asta, e ho l'impressione che invece della solita legenda del dritto BONIFAC in questo esemplare sia stato scritto, pur malamente, BONIFACIO dove l'ultima O è andata a sovrapporsi alla B iniziale. Oppure potrebbe essere che quel tondo sopra la B non sia una O ma il secondo anellino ( un po' troppo grosso e troppo in alto) però, in questo caso, ci sarebbe la I di troppo... Inoltre ci sono quei segni gialli che non riesco ad interpretare. Che ne dite?2 punti
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tralasciamo le quotazioni dei vari cataloghi che son più o meno fantasiose... :) il grado di rarità è soggettivo anche quello e comunque opinabile(ricordiamo che il catalogo lo scrivono persone e non macchine della verità)....ricordiamo che le tirature son spesso note ma il numero di monete restanti sul mercato e quindi non ritirate e non rifuse non è mai dato sapersi(o quasi);inoltre non basta la sola tiratura(o presunta) a determinare la rarità ma soprattutto il mercato che tale moneta ha e quanta gente la colleziona. oltre a tutto ciò si potrebbe anche dire che ogni stato di conservazione ha una propria rarità relativa..... un bel casino insomma... marco2 punti
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PRIMO ATTO Un collezionista (non si tratta di un amico: al contrario, mi stà sugli zebedei) aveva una grossa collezione. Fatta un po' come succede per tutti (o per molti): monete acquistate sui mercatini, trovate con il metaldetector (anche se non lo ammette), acquistate su aste o su ebay, scambiate con altri collezionisti. Fatto sta che negli anni la sua collezione era cresciuta nel modo giusto: cioè con un filo conduttore. Né gli mancavano i pezzi davvero importanti. Il suo timore (condiviso da molti collezionisti) era quello di ricevere alle 7 del mattino una visita inattesa e in uniforme. Non perché non fosse persona accogliente, né perché avesse dei pregiudizi nei confronti delle uniformi e degli uniformati.... ma proprio "quella" particolare visita non la gradiva. Anzi, la temeva! Pensa che ti ripensa, ecco cosa gli è venuto in mente di fare. Avendo un conoscente al museo del capoluogo dove viveva, gli fece una proposta: donare al museo tutta la sua collezione, ma rimanerne in possesso quale custode. La risposta non fu immediata: trascorse quasi un anno. Ma alla fine fu positiva. Lui fece l'inventario completo delle sue monete, lo consegnò alla Sovrintendenza (l'inventario, non le monete!) la quale ne trasmise la "nuda proprietà" al museo di quella città e gli confermò il titolo di "custode" di tale collezione che, ovviamente, restò nelle sue mani. Da notarsi due cose: 1) la custodia è temporanea ma illimitata e non viene esplicitata la possibilità per la stessa Sovrintendenza di revocarla; di fatto, dalla data di concessione della custodia (1985, son giusto 30 anni) essa non è mai stata messa in discussione; 2) viene stabilito che il "custode" dovrà comunicare alla Sovrintendenza ogni "variazione relativa", ciò che implica che la collezione può crescere costantemente: e infatti da poche centinaia di monete ora è di molte migliaia, forse oltre 10.000! Un atteggiamento maturo e intelligente da parte della Sovrintendenza, che ha permesso al possessore della collezione di dormire sogni tranquilli, coccolare la sua collezione che è sempre restata nelle sue mani, farla crescere a suo piacimento. Insomma: goderne sotto ogni aspetto sino a quando sarà in vita.1 punto
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Grazie a voi ragazzi, inizio ad apprendere qualche tecnica fotografica,ancora non riesco a fare foto bellissime al 100% ma, se riguardo le mie prime foto, credo di aver fatto un grosso passo in avanti e se ci sono riuscito è grazie a persone come voi che non si tirano mai indietro nel dare un sano consiglio.Grazie1 punto
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@@claudioc47 @@nando12 @@someday564 @@someday564 @@pietromoney @@Lay11 ora vi mostro la seconda moneta dello stesso millesimo :blum:1 punto
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bei pezzi,complimenti ai possessori ma come detto da chi mi ha preceduto le cifre richieste sono veramente spropositate considerando che sono effettivamente degli scarti e null'altro,per quelle cifre si possono comprare moltissime altre monete cariche di storia e di fascino.. anch'io anni fa sono stato colpito dalla stravaganza di questi errori e devo dire che ne ho una piccola raccolta ma sono pochi i pezzi acquistati,il resto lo reperito dal circolante,ma non ho mai speso oltre i 30 euro,poi ho smesso quando ho capito che stava per iniziare il processo speculativo...1 punto
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Ciao, questa oscillazione mi lascia un po' perplesso per una moneta da investimento, hai qualche link? Non sono interessato alle monete d'oro di borsa, ma ogni tanto mi capita di vederne i prezzi per qualche collega che vuol fare un regalino in oro e mi chiede qualche consiglio per spendere meno rispetto la sterlina in oro, guardo vendite effettivamente concluse e non semplici proposte di vendita. Ho visto prezzi reali da 95 a 115 euro, a volte da 110 a 125 euro, ma mai al doppio, a meno che non si tratti del 8 fiorini / 20 franchi. Per la conservazione della tua aspetta qualcuno che ti dia un parere perché in conservazioni sono una schiappetta :D1 punto
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Salve a tutti. Cerco a confermare la data di questa monetina . Mi sembra leggere 1812. Inoltre, la lettera B della zecca non mi torna molto. B sopra M? Grazie per i vostri pareri. Alain.1 punto
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Era un uso diffuso provveder al conio di una o più medaglie in occasione di Esposizioni e Fiere importanti : per l'occasione ne venne approntata una con al recto il volto del Sovrano, il Re Umberto I di Savoia. Quella da te mostrata non l'avevo ancora vista : reca il ritratto del Principe Ereditario, senza specificarne neppure il nome, cosa a mio avviso singolare. Il ritratto mostra il volto di Vittorio Emanuele , Principe di Napoli, che salì al trono otto anni dopo quando Re Umberto I° venne assassinato, assumendo il nome di Vittorio Emanuele III°. La monarchia era allora "giovane", i mass media limitatissimi, per cui veniva colta ogni occasione utile per mostrare il volto dei Sovrani che compaiono anche su molte medaglie di carattere sportivo, uso oggi non più praticato. Ne ignoro il valore commerciale : quella con il ritratto del padre è passata recentemente in asta a un prezzo base di 50 euro. Saluti.1 punto
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queste monete sono in generale talmente rozze che il minimo scarto di materia..po dare luogo ha interpretazioni .......ma mi sembre o cumpà ..che vedi giusto ...per questa éh BONIFACIO1 punto
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Ciao Antwala, spero di non essere odiato o gravemente vituperato per la cosa scandalosa che sto per proporti: L'ideale sarebbe fare un indagine ai raggi x che ci darebbe anche la % dei vari metalli in modo non distruttivo. In mancanza andrebbe bene anche un indagine qualitativa su un nummo/centennionale Teodosiano per comprovarne la composizione. Naturalmente dovrebbe trattarsi di moneta poco leggibile e su una parte già danneggiata così come ha fatto per la precedente analisi.1 punto
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A questo punto credo che, contrariamente a quelle che erano le intenzioni di chi produceve certe monete, la coniazione di denaro imitativo non abbia fatto altro che aumentare la depressione economica delle aree dove avveniva. Quando qualunque pezzo di metallo vile, anche solo vagamente coniato, viene usato come moneta, e addirittura valutato a peso, ecco che la riserva di valore che la moneta stessa dovrebbe rappresentare finisce per ritornare dritta alla sua origine....un qualunque pezzo di metallo vile, la cui inflazione - indipendentemente da un presunto e probabilmente non più esistente in certi casi valore nominale - è grandissima.1 punto
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Si @@Il*Numismatico, daccordo con te, parole scritte con giustezza e correttezza .... ma se io devo azzardare un giudizio così, da come la vedo e anche sbilanciandomi dico che tutti i dettagli...del tipo corona, stemma, suo interno, capelli e barba di Ferdinando sono almeno Spl + anche se un pò tutto il bordo del dritto sembra avere qualche difettuccio. Pulitura a parte è un bel pezzo !!1 punto
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Ciao a tutti, sono riuscito a passare oggi ,lo trovo molto bello e valido ce ne fosse di queste iniziative,per me che seguo altre collezioni offre tanto. Lo trovo un convegno a cielo aperto. Paolo1 punto
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E questa domanda di banale non ha proprio nulla! Prendiamo le lupette Vrbs Roma, per fare un esempio che conosco bene. Tra le imitative (è in discussione se siano coniate nel nord della Gallia o in Britannia) vi sino i seguenti casi: 1) disegni e legende imitative 2) disegno originale al dritto, imitativo al rovescio, con legende imitative 3) disegno imitativo al dritto, originale al rovescio, con legende imitative 4) disegni originali con legende imitative L'unica spiegazione è che in determinati momenti coloro che coniavano queste monete ottenessero dalla zecca i punzoni con i disegni originali (uno oppure la coppia) e con questi facessero i conii. Erano trafugati? Erano consegnati in modo autorizzato? Si tenga presente che in epoca costantiniana nelle zecche galliche, ma suppongo anche in altre, era stata industrializzata la produzione dei conii, i quali venivano fatti in ferro dolce, quindi con un punzone in qualche materiale duro (acciao?, bronzo?) venivano punzonati i disegni e infine i signatores, con punzoni con lettere mobili, punzonavano le legende. Infine il conio veniva indurito superficialmente (suppongo mediante cementazione in cassetta). Ecco che, pertanto, esistevano dei punzoni con i disegni della lupa, dei gemelli da punzonare sotto la lupa, e del busto di Roma elmata.1 punto
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E' una delle tantissime medaglie popolari coniate durante la guerra del 1859 vi è un libro scritto mirabilmente da Sandro Bocchino e figlia dal titolo "1859 ovvero la seconda guerra per l'Indipendenza d'Italia attraverso le medaglie popolari" lì sono elencate tutte quelle per ora conosciute e sono molte.1 punto
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Mancando moneta corrente ufficiale ma permanendo al contempo la necessità di disporne tra le fasce medio basse della popolazione, ecco la convenienza del produrre moneta imitativa: con la medesima quantità di fino e/o di lega anziché produrre un antoniniano se ne producevano quattro, la convenienza c'era per chi le realizzava. Il popolo aveva necessità di moneta e probabilmente il grosso delle emissioni ufficiali era appannaggio di soldati e ricchi commercianti. C'era quindi un duplice flusso: uno che prevedeva in massima parte imitativa e uno moneta di zecca. Questi due flussi però in qualche maniera dovevano coesistere e avevano indubbi punti di contatto. Io, personalmente, ritengo che non potessero per logicità di aspetto e composizione, essere scambiati 1:1. A mio avviso in questo sistema, le imitative si dovevano porre come una moneta divisionale minuta.1 punto
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grazie a tutti, siete sempre gentilissimi! l'ho pagata 10 euro, dai 15 che all'origine ne richiedeva, credo sia un prezzo abbastanza buono per questa monetina. un saluto a tutti.1 punto
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@@Lay11 i punti da guardare sono : - il fascio ed i fascetti sotto alle zampe dell'aquila - il petto dell'aquila e la corona savoia - la lama del fascio - la freschezza del fogliame - i tratti più in rilievo , sopratutto le nervature del collo .1 punto
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Dalla Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung, Auction 160, lotto 1257, 9 ottobre 2007. GRIECHEN, MAKEDONISCHE KÖNIGE, Objekt-Nr.: 1257 Aeropos, 398/7 - 395/4 v. Chr. AE (2,71 g.), Vs.: Jugendlicher, unbärtiger Kopf mit Petasos nach r. Rs.: AEROPO, Löwenprotome n. r. SNG ANS 80; AMNG III 2 S.157.4 Taf.29.26. R! Schöne dunkelgrüne Patina, ss. apollonia1 punto
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Concordo moneta rappresentativa e affascinante, purtroppo non ho ancora trovato l' esemplare che mi ha conquistato. I due esemplari presentati da @@dabbene e @@giancarlone sono di buonissima conservazione, speriamo in futuro di trovare la moneta giusta............. La fine del '400 fino alla fine della dominazione degli Sforza è il periodo più bello delle coniazioni, con rappresentate molte imprese e quindi molto rappresentativa per il ducato di Milano. Particolare di una fontana all' interno del Castello Sforzesco di Milano, cinque imprese e sotto il Biscione. Anche per questo motivo sono le monete più ricercate, quindi di difficile reperimento, dai collezionisti milanesi e non solo.1 punto
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Salve, prima di tutto parliamo della moneta; si tratta di una lira busto grande, la grandezza del busto non è un fatto percettivo ma oggettivo e si riesce a stabilire dal fatto che in legenda, per evidenti motivi di spazio, sia stata inserita solo la M di maximus mentre in tutte le altre versioni (piccolo e medio) c'è l'abbreviazione MAX. La moneta non è rara, forse NC ma nulla di più e da quello che si vede dalle foto giudicherei la moneta in una conservazione tra lo SPL+ e i qFDC. Quotazione? direi che il prezzo pagato sia più o meno in linea Saluti1 punto
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Ciao, caro Jagd, e grazie della fotografia: sempre interessanti le tue osservazioni. :good: Osservo tre "lavori di scalpellino": Nell'ovale rosso, un'incisione "ospite" e certamente postuma rispetto al resto, perchè rozza e semplice. Se riuscissimo a leggerla (1874?!) ci potrebbe forse dare una data ante quem per tutto il resto. Nell'ovale azzurro, un lavoro di scultura che sembra ben fatto, e (forse) non troppo difficile da interpretare. Sembra un gallo posato su un supporto. O sulla testa di un bove? La pietra calcarea fa parte del piedritto della porta, quindi sta lì da quando esiste la casa. Ma forse fu prelevata da qualche altro edificio. Nell'ovale nero, un altro lavoro, apparentemente più consunto. Forse perchè la pietra bianca (diversa dalla precedente) è più malleabile. Oppure perchè la scultura è sull'esterno dell'edificio, mentre l'altra è più interna e riparata. Anche qui sembra esserci un gallo, sormontato da un qualcosa (cosa?) Anche questa pietra fa parte del piedritto, quindi fu forse prelevata da altrove. Un altrove che sembra comune a entrambe le pietre. E un altrove che inoltre sembra essere stato antico (alto medioevo?).1 punto
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buon pomeriggio a tutti premesso che ho ben compreso i pareri di tutti e li rispetto senza se e senza ma volevo solo per mia soddisfazione personale postare la foto della moneta fotografata grazie alla sola luce del giorno, senza l'ausilio di luci artificiali. detto questo, un saluto a tutti da max1 punto
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per adesso non molto, visto che son disoccupato; sicuramente avessi un lavoro spenderei di più.1 punto
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l'ideale sarebbe se le conoscenze acquisite venissero messe nero su bianco e pubblicate per sempre su internet o da qualche parte in modo da essere facilmente reperibili per tutti.1 punto
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Questa è già una gran bella conservazione per il tipo. Ti mostro questo 6 bagattini da poco inserito in collezione che presenta la stessa raffigurazione del rovescio. Questa è davvero magnifica, probabilmente la migliore mai apparsa sul mercato.1 punto
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Come privato porei essere già tutelato in partenza, diciamo al 90%, acquistando su eBay da venditori professionali singoli pezzi dei quali l'inserzione preveda proprio una fotografia fronte/retro chiara e nitida della moneta stessa. In questo modo il mio acquisto, e pertanto l'oggetto stesso, sarebbero associati inequivocabilmente a tale transazione. Lo stesso non lo si potrebbe ottenere con lotti di monete in cui le foto non siano in grado di mostrare le specificità di ciascuna. Effettuato l'acquisto, sarebbe suficiente stampare in PDF la pagina descrittiva dell'inserzione ripotane nome del venditore, numero della transazione e fotografia della monteta. Quale migliore sistema attraverso il quale risalire, in caso di controlli, alla provenienza dell'oggetto specifico? Certo ... non attesterebbe in toto la lecita provenienza ... ma per lo meno a proveninza da altro venditore e non da scavi abusivi. Se a questo aggiungiamo la scelta di un buon venditore affidabile e professionale credo che il gioco sia fatto! Concludo con una nota personale a Tinia Numismatica: MA CHE BEL NEGOZIO !!! Interessante anche solo da consultare! Complimenti!1 punto
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concordo: why not?...e poi non si può sempre chinare la testa supinamente...commerciare in monete antiche legali è una attività permessa , ammessa e regolamentata dallo stato, allora perché non dovremmo farlo , nel rispetto delle regole? solo per un teorico quieto vivere dovuto al rischio di interpretazioni arbitrarie e prevaricatrici di qualche funzionario troppo zelante e miope? no, grazie...1 punto
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Non è questione di essere cassandre o meno, ma è che la burocrazia fa perdere in tutti i campi una marea di tempo che potrebbe e dovrebbe essere speso in modo migliore. Pensate che io sono un fisico nucleare e mi ritrovo a poter fare serenamente ricerca praticamente il sabato e la domenica, perchè sono spesso alle prese con cacchiate burocratiche. Per acquistare un giravite bisogna rimepire carte, moduli online e perdere talmente tempo che quando lo si racconta ai colleghi all'estero questi si mettono semplicemente a ridere. E' chiaro che si perde competitività in tutti i campi. Tra l'altro questo spiega anche perchè gli italiani, quando vanno all'estero, riescono così tanto bene. Si sono trovati per anni con un sacco di palle al piede che non appena se ne liberano riescono a fare di tutto e di più :) Quello che voglio dire, in conclusione, è che la semplificazione burocratica è una questione molto più importante di quanto molti siano portati a pensare.1 punto
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