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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/21/15 in tutte le aree

  1. Ciao ragazzi, oggi festeggio ... ho appena inserito il pezzo numero 5.000 nella mia collezione. Una buona metà sono monetine €
    6 punti
  2. In passato ho sviscerato in diverse discussioni con i molti esperti di monetazione milanese del forum i vari aspetti dei simboli della monetazione di Milano e l'evoluzione degli stessi nel corso del tempo. Abbiamo parlato di cavalieri, cimieri, draghi ed ovviamente di biscioni. Nei nostri commenti spesso si girava intorno anche alla corona ducale tanto ambita da Gian Galeazzo Visconti, presente in una maniera costante solo nelle sue emissioni con l'elmo. Oggi vorrei presentarvi l'ultimo arrivo nella mia collezione, cogliendo l'occasione anche per parlare un po' di storia come del resto è avvenuto nelle discussioni precedenti sopracitate. Giovanni Maria Visconti, II Duca di Milano (1402 - 1412) Grosso da un soldo e mezzo (pegione) 2,29 gr. Crippa 2/C Si tratta di una moneta comune (anche se questo esemplare è in condizioni già migliori del solito, almeno secondo il mio umile parere) ma di grande valore storico. Infatti è la prima moneta in cui la biscia appare coronata, in segno del nuovo status di Ducato di Milano. L'esplicitazione del potere ducale non è solo iconografica, infatti al diritto troviamo, subito dopo il nome del Visconti, DVX MEDIOLANI 3C. Da questo momento la biscia sarà raffigurata sempre coronata anche sulle emissioni delle successive dominazioni straniere, pensiamo ad esempio a Ludovico XII d'Orleans ed al suo grosso da 3 soldi, detto anche bissona, (@@dabbene mi permetto di fare un collegamente alla tua discussione in merito) http://www.lamoneta.it/topic/136574-la-bissona-di-milano/ A voi la parola, Antonio
    4 punti
  3. Ciao ragazzi, oggi festeggio ... ho appena inserito il pezzo numero 5.000 nella mia collezione
    3 punti
  4. Per gli amanti del genere, tra i quali io stesso, è ripresa la serie de “Il trono di spade”, che promette sfracelli con i tre draghi dell’affascinante Daenerys. In antichità, quando c’era spazio nella vita quotidiana anche per il mito, spesso sulle monete venivano raffigurati mostri, demoni e altre creature misteriose che altro non erano che la personificazione delle paure dei nostri antenati. Qualche tempo fa, ho fatto una ricerca per un romanzo giallo a sfondo numismatico che stavo scrivendo. Non si ha idea dell'ampiezza del bestiario magico che si può trovare rappresentato sulle monete, peraltro bellissime, del periodo classico: grifoni, sfingi, gorgone, arpie, draghi, mostri marini, centauri, chimere ecc… È una consuetudine questa che nelle epoche successive si è persa… oppure no? È un invito che rivolgo a chi ama i miti e le leggende del passato, e anche a chi è appassionato dell’odierno genere fantasy: postate qui le vostre creature del terrore preferite. Comincio io: Tetradramma di Akragas, circa 410 A.C. Il mostro Scilla (busto e testa di donna, corpo di cane a due teste, coda di mostro marino) Denario di L. Papius, 89 A.C. - Grifone rampante sopra testa di drago Statere di elettro di Ciziko, circa 500-450 A.C. - Sfinge alata, due corpi e una sola testa Buona caccia Filippo
    3 punti
  5. Intanto la moneta è decisamente bella, quindi complimenti, il momento chiave è il 1395, anno in cui Gian Galeazzo Visconti ottiene la legittimazione imperiale da parte di Venceslao, grazie anche al pagamento di 100.000 fiorini. Gian Galeazzo è già legittimato ma aspetta a mettere il DUX e la corona, i motivi e le ipotesi un po' li abbiamo visti in altre discussioni, diciamo per opportunità varie.... La situazione e il quadro cambieranno con Giovanni Maria qualche anno dopo nel 1402 e qui Giovanni Maria utilizzerà sia il DVX che la corona....ora poteva mostrare anche sulla moneta quanto legittimamente avevano ottenuto i Visconti....
    3 punti
  6. Interessante confronto, anch'io l'avevo notato giorni fa ma poi ho dimenticato di segnalarlo, complimenti, ottimo fiuto, penso che siano molto simili ma che tecnicamente non siano frutto dello stesso punzone, anche in virtù della differenza d'epoca. L'ordine dello sperone venne istituito nel 1260 quindi anche in questo caso i saluti d'oro possono rientrare nel discorso che si sta portando avanti, essendo stati coniati dopo il 1266. E' inutile ricordare a tutti che sulle monete troviamo spesso iconografie riferite ad ordini cavallereschi istituiti dall'autorità emittente; ermellino, drago, diademi, toson d'oro, eccetera ............... a proposito, faccio una breve parentesi off topic, avete mai notato il rovescio dei ducati d'oro di Federico d'Aragona? Sapevate che re Federico faceva parte di un ordine cavalleresco? Avete capito quale? poi se volete possiamo aprire una nuova discussione sull'argomento. http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/dracula-napoli/notizie/739083.shtml
    3 punti
  7. E' importante tener presente questo ragionamenti di Poemenius. I sistemi monetari del basso impero ci paiono spesso poco comprensibili, complicati, privi di riferimenti chiari e oggettivi. Ma non è così perché così non può essere. Invece sono sistemi semplici, di facile comprensione anche per l'uomo semplice della Società romana. Se l'anziana liberta andava a comprare delle aringhe, anche se analfabeta, comprendeva benissimo quanto costavano, se quanto le chiedevano era un buon prezzo o era caro, se stava pagabndo il giusto e se le davano il giusto resto. La notazione decimale è stata un'enorme conquista che dobbiamo al pensiero arabo. Ormai nella nostra logica è un fatto acquisto per cui tutto ciò che fuorisce da un sistema riconducibile a quello decimale, ai nostri occhi diventa molto complicato, scomodo, ambiguo. Ma la Società romana non conosceva il sistema decimale né la sua logica: basta pensare nella numerazione stessa, Condizionati dalla logica decimale, a noi pare ovvio che un sistema monetario per funzionare deve avere delle monete il cui valore tra loro stia in termini di frazioni semplici: 1:2:4. Pochi numerari inferiori combinati tra loro ai nostri occhi devono sempre dare il numerario maggiore. Ma questo è ai nostri occhi, non a quelli del mondo Mediterraneo di 15 secoli or sono. Se oserviamo l'oro, vediamo che tremisse, semisse e solido non hanno tra loro delle proporzioni immediate. E tanto meno le hanno le monete di bronzo. Per riuscire a racappezzarci, dobbiamo uscire da una logica decimale e non pensare assolutamente alla "nostra" notazione numerica. Se non riusciremo a pensare trasversalmente, non troveremo mai il bandolo della matassa. Ma se ci riusciremo, molto probabilmente poi diremo: "ma che sistema semplice! Come non ce ne siamo resi conto di quale fosse la sua logica!".
    3 punti
  8. La moneta é falsa. Perchè ? Perchè é diversa da quella originale.
    2 punti
  9. Prima di passare al 1910 volevo inserire pure questa :) ______________ 1909 Cina http://en.numista.com/catalogue/pieces17772.html Provincia di Guangdong ____(Kwangtung) L'ultimo Imperatore Pu Yi (1906.1967) 1 Mace and 4.4 Candareens - Argento .800
    2 punti
  10. Milano....,Visconti....come non potevo :blum:, Filippo Maria Visconti (1412 - 1447), fiorino o ducato, al dritto la corazza è ornata da una biscia e la gualdrappa da due bisce, al rovescio scudetto con la biscia viscontea sormontato da elmo coronato e cimiero ornato da drago piumato con fanciullo nelle fauci. La raffigurazione del drago trarrebbe origine da una leggenda secondo la quale Uberto Visconti, Signore di Angera e presunto capostipite dei Visconti avrebbe abbattuto nei pressi di Milano un drago che uccideva gli abitanti con aliti di fuoco. Leggende, imprese, stemmi, simboli, monete....che poi diventano anche rappresentazione delle identità.....
    2 punti
  11. @@orocash, Se vuoi puoi seguire anche questa discussione. :) http://www.lamoneta.it/topic/101226-1-eurocent-con-mole-antonelliana/?hl=%20errore%20%20centesimo%20%20euro
    2 punti
  12. @@claudioc47, concordo in pieno, ho evidenziato solo altri particolari. :)
    2 punti
  13. Buongiorno a voi, innanzitutto ringrazio Mario per aver dato risalto a questo post. Dal momento che @@Young ha chiesto un po’ di informazioni riguardo alla sua bella e interessante moneta, riporto qui di seguito una parte del testo tratto dal Bollettino di Numismatica on-line, Materiali, 16, Roma, Museo Nazionale Romano, La collezione di Vittorio Emanuele III, La zecca di Milano, Età comunale e signorile. Dalla metà del XIII secolo al 1330 ca. Se vuole lo può scaricare e leggere in forma integrale al seguente link http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=187 da p. 16 dell'introduzione: Denari imperiali “nuovi” (cat. nn. 336-342) Gli ultimi denari imperiali emessi poco prima della venuta in Italia di Enrico VII erano ancora a nome di Fredericus imperator. Il suo arrivo e la volontà di riformare le zecche del Regnum portò all’introduzione del nome del nuovo sovrano anche su queste monete. Nel campo del dritto, al po­ sto delle lettere iprt disposte intorno a una rosetta, fu messa una croce patente o potenziata con la leggenda Henricvs rex. Il rovescio è ancora occupato dal nome della città su più righe, come nelle precedenti emissioni, ma al posto delle rosette vi sono due trifogli accantonati da globetti, come nei più vecchi denari imperiali. Gli esemplari presenti in Collezione sono sette i cui pesi variano da g 0,67 a 0,4, con un peso medio di ca. g 0,6 (cat. nn. 336-342). Il Corpus riporta per queste monete alcune varianti presenti in esemplari della Bibliothèque Nationale de France e delle Civiche Rac­ colte Numismatiche di Milano, delle quali, anche in questo caso, sarebbe opportuna una verifica. L’esemplare cat. n. 337 possiede realmente la leggenda i (me) / diola / m(?)vn, indicata sul CNI V, p. 63, n. 27, ma a differenza di quanto segnalato nella scheda del Corpus, nell’ultima riga è presente il trifoglio accantonato dai due globetti. Il titolo indicato dagli Gnecchi per il denaro milanese a nome di Henricus rex è di ca. 228 ‰124. Cercando di riportarlo a quello di fine Duecento125, Enrico VII tentava forse di attuare una rivaluta­ zione del denaro imperiale per farne la base della sua riforma monetaria? L’inizio delle emissioni d’imperiali a nome di re Enrico è incerto. L’editto del 7 novembre 1311 indica che a quella data erano già coniati, ma è dubbio se la battitura sia iniziata subito dopo l’arrivo del re a Milano o in seguito. Credo comunque che la loro produzione non sia cessata con la morte di Enrico nell’agosto del 1313. Queste monete sono oggi relativamente di facile reperi­ bilità e ciò potrebbe essere indice di emissioni abbondanti, protrattesi per un periodo più ampio dei pochi mesi intercorsi tra l’incoronazione del gennaio 1311 e quella imperiale del giugno 1312. Inoltre sembra impossibile pensare che Milano per quasi quindici anni non abbia coniato il no­ minale più importante per il commercio cittadino al dettaglio126. Infine, la somiglianza tra questi e le prime emissioni di denari imperiali a nome di Ludovico il Bavaro (cfr. cat. n. 364) fa pensare a una vicinanza temporale tra le due monetazioni. Bisogna dunque attribuire alle signorie di Matteo Visconti (1311-1322) e Galeazzo I Visconti (1322-1328) parte delle emissioni di denari imperiali nome di Enrico VII127. Buona lettura, Teofrasto
    2 punti
  14. Mi è venuta sfocata.... (fatta con il cellulare, quando avrò tempo farò una foto dignitosa).
    2 punti
  15. Letto anche l'articolo sull'inflazione che colpi l'Ungheria dopo la fine della seconda guerra mondiale, con banconote dove il numero degli zeri se stampato credo avrebbe coperto tutto, molto bello anche l'articolo sulla moneta più piccola, il Panama Pill, ho notato però che come scritto dall'autore nella descrizione della moneta a pag. 27 segnala lo stemma della Repubblica Panamense con nove stelle sopra l'aquila, ma nello stemma normale questo è vero, se riferita a questa minuscola monetina invece le stelle rappresentate sono 7, non so se magari si sono aggiunte due provincie col tempo dopo il 1904 o se è stato solo un problema di spazio, comunque veramente un bell'articolo.
    2 punti
  16. @@Littore78 non sono un esperto come dice @@visroboris, che ringrazio, ma sono uno che quando si interessa di una materia cerca di sviscerarla il più possibile, e voglio esprimere un "claudio pensiero", un ragionamento ad alta voce, circa il discorso della rarità di una moneta. In numismatica si dovrebbero esprimere due livelli di rarità, uno quello relativo al numero dei pezzi coniati, ed uno relativo all'effettivo reperimento di una moneta in un certo stato di conservazione. In realtà questo già avviene, se hai notato le quotazioni di catalogo della tua moneta nei primi tre stati di conservazione hanno una progressione matematica, ad ogni passaggio quasi si raddoppia (280>400>950) mentre il passaggio al Fdc porta ad una progressione geometrica, da 950 sale a 2600, circa il triplo. E così avviene per tutte le monete Quindi la tua moneta o è Mb o è Fdc sempre R2 rimane ma solo perché ne sono stati coniati circa 535000 pezzi.. Detto questo reputo che le espressioni "moneta comune in Bb ma molto rara in Fdc" o similari, inopportune e devianti, come è successo a te. Pongo una domanda a chi è vicino al mondo dell'editoria (@@francesco77): non sarebbe utile inserire nel catalogo un FATTORE DI REPERIMENTO CONSERVATIVO (FRC)?
    2 punti
  17. @@Ice80, autentica ma in bassa conservazione, direi un pelo sotto al qBB, valore tra i 45/70 euro.
    2 punti
  18. E allora goditi queste gradevoli monete ;)
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  19. @@andme infatti graduare una moneta da una foto è molto difficile e la cosa peggiore è che ci si abitua a giudicare su un formato "pizza" che è sicuramente deviante. Io per rendermi conto del livello di visibilità dei difetti, porto la foto alla dimensione reale della moneta con lo zoom del PC, ma certamente non è la stessa cosa dell'avere la moneta in mano, specialmente per valutare la freschezza del metallo e la brillantezza dei campi.
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  20. @@nando12 il bordo solo ? .......ha uno striscione in mano con la scritta " SONO FALSA " ::D
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  21. Ho messo a confronto il didramma della Künker (stesso esemplare della NAC 33) con quello sottostante della Hirsch 275 del settembre 2011 con la sua didascalia. AMYNTAS II. Didrachme. Apollokopf mit Diadem r. Rs: AMYNTA; Pferd mit losem Zügel r. in Linienquadrat und Quadratum incusum. SNG COP. -. SNG ANS 82 var. AMNG S. 117,1 var. 10,58g. Vs. hohes Relief. RR fast vz. Due esemplari con differenze di stile dello stesso didramma o statere che dir si voglia. A questo punto si può proseguire con qualche bronzo di Aminta II e lascio spazio a Matteo se ne ha altri da presentare oltre a quello del post # 122. apollonia
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  22. Esatto, su questa "pseudo moneta " se n'è già parlato in quel thread , troverai tutto ciò che cerchi. Qui chiudo :good:
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  23. @@providentiaoptimiprincipis Non sono in grado di risponderti , non essendo in contatto con gli organizzatori Sicuramente @@francesco77 ha notizie di prima mano
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  24. Ciao, volevo condividere la mia prima esperienza con l'edta... Purtroppo non ho fatto foto ma spero di farlo alla prossima... Ho provato il prodotto su alcune monete di rame di poco conto... Dopo aver preparato la soluzione ho messo una di queste per pochi secondi e dopo averla tolta già vedevo i primi effetti, infatti il verderame cominciava a sciogliersi e così via man mano che la mettevo e toglievo dalla soluzione... Al risultato che mi soddisfaceva mi son fermato, sciacquatina e via in acqua distillata... Per un'altra, sempre in rame, che aveva solo alcuni punti, sembravano sempre verderame ma che andavano un pò più in profondità ho provato ad agire solo su quel verso mettendo alcune gocce per volta... Il risultato, dopo vari tentativi era che il verde era si, quasi tutto andato via ma avevo i due versi molto disomogenei, per questo decido di metterla in acqua distillata aspettando di avere un pò di tempo per ripetere l'esperimento... Succede però che mentre la prima moneta dopo qualche giorno la tolgo dall'acqua, la asciugo e la metto apposto, la seconda la lascio li' fin quando, qualche giorno fa ricordo di averla lasciata nel contenitore ma quando vado a prenderla, sorpresa:'( l'acqua era tutta evaporata (avevo usato un contenitore aperto) e la moneta sul lato rivolto in alto era quasi interamente ricoperta di verderame.. La mia idea che mi son fatto, poi magari spero che qualcuno mi dia conferma o smentita, è che nell'evaporare l'acqua abbia lasciato tutti i residui di verderame o altro sciolti nell'acqua e si siano depositati sulla moneta... A questo punto l'ho messa per intero nella soluzione con l'edta, vedevo proprio il verde scomparire ma appena la toglievo per asciugarla notavo che dopo pochi secondi il verde riaffiorava .. Ho provato varie volte ma il risultato non cambiava, a contatto con l'aria quel verso della moneta come per magia cambiava da color rame a verde. A questo punto decido di toglierla dalla soluzione e di metterla subito in acqua distillata e così faccio e noto che li' il verde non riaffiora... Adesso è, dopo qualche giorno, ancora li'... Con quanto scritto volevo da un lato cercare di far capire che bisogna andare sempre cauti con pulizie e prodotti vari (e fare sempre delle prove su monete rovinate o di poco conto) , soprattutto per chi come me è alle prime armi con questi interventi e dall'altro cercare di avere delle spiegazioni su cosa possa essere successo, tecnicamente, affinché avvenisse quanto descritto sopra... Grazie fin d'ora
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  25. 1 punto
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  27. Io sono un pò come te, quando devo tagliare una perizia mi viene la febbre.
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  28. @Alex-Vee quando sarà il mio turno di custodirla gli riserverò il posto d'onore in collezione
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  29. @Alexio85 grazie
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  30. Ciao ....non mi piace...aspetta altri che ne sanno piu di me
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  31. Alcune volte non capisco alcuni Utenti......@@Ice80 ha postato una moneta ed ha chiesto un parere di autenticità....poi essendo non esperto di questa monetazione ha richiesto anche quale potrebbe essere il suo valore. Anche lui è in grado di valutare che non è un buon esemplare ma rispondergli che un presunto venditore dovrebbe pagare per darla via (anche se in modo scherzoso) non mi sembra corretto. Per me il suo valore si aggira intorno ai 50/60 euro.
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  32. io ne ho comprate alcune solo recentemente, prima non le consideravo molto, invece sono monete molto particolari
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  33. In mano è molto più bella, quei segni sono quasi impercettibili, ma anche il venditore non la valutava più di BB+. Vinta ad un asta per 39,64 euro su eBay! dal venditore sul cartellino!
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  34. Bellissima , nella sua tragicità, quella da 5€ sul terremoto di Avezzano , molto significativa , evocativa di ciò che è stato . E che personalmente mi riguarda anche da vicino ..
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  35. @@Regno D`Italia, sembrerebbe buona, prova a inserire peso e diametro, comunque aspetta altri pareri.
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  36. Chiamare Francesco77 in regno d Italia è oltraggioso...ahahahahahaha
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  37. @@cig se c'è una moneta, tra le candidate, che a mio giudizio non centra una mazza con la commemorazione della bandiera è proprio la 3 :) Come dice @@vaio4ever sembra ennesima commem a dante :)
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  38. Per dover di cronaca il venditore me l'ha venduta come qSPL.
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  39. Buonasera a tutti, mi potreste dare un consiglio su come eliminare queste macchie fastidiose
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  40. Quota 2015 versata! Speriamo che i responsabili del CNP ci inviino il bollino del rinnovo da appiccicare sulla tessera.
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  41. @@TONDELLO moneta in Fdc basta guardare come sono definite le zampe dell'aquila... per me una perizia di Bazzoni a meno che la plastica non vada a nuocere alla moneta non si taglia. Complimenti. Stefano
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  42. Visto gia' da in po' infatti e' stato rimesso in vendita, ma son molto meno rari di quel che si pensava solo pochi anni fa e le quotazioni ne hanno pesantemente risentito. Cmq quella moneta e' in buone condizioni per la tipologia.
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  43. Permettetemi una piccola divagazione, raccontandovi un aneddoto che definire bizzarro è riduttivo. Stamattina, vedendo alcune sterline in oro e marenghi (un collo lungo e due svizzeri) in una vetrina di una nota gioielleria in centro città, per curiosità entro a chiedere se per caso avessero altri marenghi italiani ed il prezzo di vendita. La commerciante mi risponde che ha solo il marengo collo lungo in vetrina, me lo prende e vedo che è un Genova 1859, a mio parere neanche BB, prezzo di vendita euro 340 (oggi il marengo di borsa è sui 215, n.d.r.). Chiacchierando con la commerciante dico che meno di un mese fa ne ho acquistato uno del 1858, periziato, in stato di conservazione notevolmente superiore (che potete vedere - per chi non lo avesse già fatto - qui: http://www.lamoneta.it/topic/136271-lire-20-1858-genova/), e che quindi non sono interessato all'acquisto di un esemplare della stessa tipologia. La commerciante - di esperienza almeno quarantennale, credo - a questo punto assume tono aulico, curiale, illustre e cardinale (per fare la battuta), e mi dice "Si, ma il tuo è un anno comune, questo invece è un anno raro!!!". Io, impressionato da cotanta convinzione, non posso che confermare che il mio marengo è classificato come comune, sebbene coniato in circa 176mila esemplari. Ultimati ulteriori convenevoli e saluti - vi tralascio il grosso, anche se ce ne sarebbero delle altre, divertentissime - continuo per la mia giornata, fin quando, pochi minuti fa, non mi torna in mente il dialogo della mattina con la commerciante ed apro il catalogo online di questo sito, e, udite udite, cosa vi vado a leggere? Lire 20 Genova 1859, comune, esemplari coniati pressapoco 454mila! - pausa - cosa dovrebbe insegnare, questo, specialmente ai neofiti ma anche a chi, come me, sebbene di una certa età è pur sempre un neofita? 1) attenzione a non prendere le parole di chicchessia abbia in vetrina qualche marengo come (perdonate la battuta) oro colato e 2) ad averci un borsello capiente, meglio portarsi sempre dietro un catalogo cartaceo, o, per i più tecnologicamente avanzati, verificare su uno smartphone le informazioni prima di cascarci come le pere cotte. Per quanto questo post possa essere utile, spero almeno di aver strappato un sorriso a qualcuno di voi in questo sabato pomeriggio. un saluto a tutti.
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  44. Buona giornata Se ne vedono proprio pochine... Soprattutto in buone condizioni. Per saperne di più anche per i risvolti storici del periodo, raccomando la lettura di: Sulle origini della veneta zecca e sulle antiche relazioni dei veneziani cogli imperatori, del Papadopoli; scaricabile in rete. Saluti Luciano
    1 punto
  45. Taglio: 2 euro CC Nazione: Portogallo Anno: 2014 Tiratura:520.000 Conservazione: BB Città: Nizza Note: News
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  46. 1 punto
  47. Ciao @@andme la foto non è ottima, comunque per quello che vedo il D/ BB+ ed il R/ qSPL fatto salvo il colpo ad ore 16, una cosa che non capisco della tua affermazione: LUSTRO DI ZECCA!?!?! su una moneta di rame? Al limite fosse intonsa si potrebbe parlare di rame rosso, ma lustro di zecca in una moneta di rame proprio no! E' un termine ( lustro di zecca) che trovo molto inflazionato...... fosse una moneta antica direi patina cuoio..... saluti TIBERIVS
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  48. "La mia domanda e': ma i grossi moduli d'oro, cioe' le 50 e le 100 lire, hanno circolato effettivamente durante il Regno d'Italia? O erano piuttosto tenuti esclusivamente nei caveu delle banche come si fa oggi con i lingotti o i marenghi da investimento? Venivano usati per transazioni quotidiane?" Ciao e benvenuto sul Forum. Prima di considerare se e fino a quando la moneta aurea abbia circolato nel Regno d'Italia, è opportuno ricordare le modalità attraverso le quali tale moneta veniva "immessa sul mercato". A parte alcune eccezioni verificatesi nel corso del XX secolo, la moneta aurea veniva usualmente richiesta alla zecca da soggetti (privati, banche, istituzioni ecc.) che fornivano il metallo prezioso (grezzo o monetato) e mediante il pagamento di diritti di coniazione ed affinanzione, ritiravano la moneta aurea di Stato. Già questa modalità dimostra come vi fosse una netta differenza tra l'immissione sul mercato di moneta aurea rispetto a tutti gli altri tipi di monete (fa eccezione, per i primi anni del Regno, la moneta da Lire 5 - lo scudo -, che inizialmente seguì, quanto alla distribuzione, lo stesso sistema della moneta aurea) che invece venivano prodotte dalla zecca ed immesse sul mercato attraverso le Tesorerie dello Stato. La moneta aurea del Regno è quindi sostanzialmente destinata a due tipologie di impiego: 1. pagamenti di elevate somme in transazioni nazionali e internazionali, per le quali il creditore pattuisce espressamente l'uso di tale moneta; 2. tesaurizzazione. E' praticamente assente una circolazione "diffusa" della moneta d'oro, anche se vennero emesse (per pochi anni) monete da 5 e da 10 lire, il cui taglio potrebbe far pensare che almeno queste tipoloie abbiano fatto una timida comparsa nel flusso circolatorio, al più nel primo ventennio del Regno, per poi finire anch'esse tesaurizzate. L'emissione di moneta aurea nel Regno d'Italia, tende a ridursi notevolmente verso la fine del XIX secolo e ciò è ampiamente testimoniato da quello che hai notato già Tu, ovvero dalle scarsissime tirature e dall'emissione episodica dei "grossi moduli". Durante il regno di V.E. III, la moneta d'oro mantiene essenzialmente la funzione di cui al punto 2. (la tesaurizzazione) che caratterizza, direi in via esclusiva, tutta la monetazione aurea del XX secolo. Il raffronto fra la circolazione aurea del Regno di Sardegna e quella del Regno d'Italia è quindi impietoso. Tuttavia, pensare che la l'abbondanza di coniazioni auree nel periodo antecedente il Regno d'Italia significhi una circolazione diffusa di questa specie monetale, sarebbe fuorviante. In buona sostanza, la moneta aurea non è mai passata fra le mani del "popolo" e neppure durante il Regno di Sardegna sarebbe stato normale trovare un cittadino qualunque pagare con moneta d'oro, l'oste, il falegname o il pizzicagnolo. Saluti. M.
    1 punto
  49. Sulla storia di Marin Faliero (per quei pochi che ancora non la conoscono) c' è ancora il mio sito: http://roth37.it/COINS/Marfal/index.html Posto anche il suo bel soldino aggiudicatomi ad un "INASTA"
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  50. Buona serata Difficile scostarsi dalla storiografia più recente (in rete ce n'è da fare indigestione); quindi posso scrivere per quello che, ritengo, sia il motivo reale del tentato "golpe" nella Venezia del 1355. Non già il "colpo di testa" di un vecchio arteriosclerotico, che voleva rovesciare il governo della Repubblica per fargliela pagare a quei giudici nobili, ma imbelli, rei di non aver adeguatamente punito le offese rivolte a sua moglie da quattro giovinastri, nobili anch'essi. Il Falier era una delle menti più lucide del suo tempo; politico di razza, aveva accumulato esperienze di comandante e ambasciatore; insomma era un personaggio colto e raffinato. Risibile la scusa di cui sopra; molto più probabile che volesse farsi signore di Venezia, proprio come stava avvenendo in altre realtà, dove i vecchi comuni si stavano trasformando in signorie e questo poteva farlo solo con l'appoggio dei cittadini, con l'avvertenza che questi ultimi non erano il popolo, ma erano coloro che, pur non nobili, avevano in mano l'economia (o buona parte) dello stato. Quindi commercianti, artigiani, imprenditori navali, cambiavalute ... tutte persone che avevano da dolersi dei soldi persi e che lo stato aveva "dragato" per sostenere la guerra contro Genova. Circa le monete, è chiaro, sono rarissime; considerato che regnò circa un anno. Non escludo nemmeno che buona parte di quelle in circolazione finirono nel crogiuolo; una sorta di damnatio memoriae effettuata sulle monete come è stato fatto con le immagini che lo rappresentavano. saluti luciano
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