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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/30/15 in tutte le aree

  1. Taglio; 20 Cent Nazione: Andorra Anno: 2014 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: qSPL Città: Comacchio (FE) Note: sono sempre stra impegnato col lavoro ragion per cui non ho verificato se sia una news o meno, nel caso fatemelo sapere... :D
    4 punti
  2. S. Ricci, La monetazione medievale della viscontea del Béarn (1080-1436) A. Fragiacomo e E. Vagliviello, Evoluzione stilistica e proposta di seriazione cronologica della monetazione di Giuliano II A. Cutolo, Fra’ Diavolo e la Repubblica partenopea del 1799 G. Pittini, Linee di tendenza nella Iconografia Monetale dell’Antichità M. A. M. Nassar, I gettoni del decano di Łodz -- La moneta del ghetto ebraico M. Trombini, Particolarità nelle emissioni numismatiche del Principato di Monaco dal 2001 al 2014 100 pagine ricche di lamoneta.it! Già disponibile su amazon: http://www.amazon.it/Quaderni-laMoneta-2015-AA-VV/dp/1514171325
    3 punti
  3. Le guerre civili sono sempre state considerate dai Romani delle vere calamita’ , sempre odiate ed aborrite ma il piu’ delle volte non evitate , specialmente nel corso della fine della Repubblica ; figli si scontravano con i padri , fratelli contro i fratelli e via dicendo per altre parentele ; leggendo i classici , frequenti erano nella Repubblica situazioni in cui legionari in campi contrapposti riponevano le armi e si chiamavano perche’ riconoscevano tra le opposte file parenti od amici . La prima guerra civile tra Romani fu quella relativa ai rivali Caio Mario e Cornelio Silla , seguita poco dopo dalla congiura di Sergio Catilina , poi avvennero altre e ben piu’ lunghe guerre civili , tutte nel I secolo a.C. , alle quali Augusto mise momentaneamente fine . Da questa data fino alla caduta dell’ Impero si susseguirono molte altre guerre civili che comunque non andarono ad influire sulla consistenza ed affidabilita’ delle Legioni tanto che nelle opposte situazioni venivano appellate Pie e Fedeli ; inoltre molte guerre civili risultarono poco influenti nel contesto generale perche’ brevi e risolutive , tranne che in pochi casi ; le cose cambiarono pero’ dalla prima meta’ del III secolo d.C. in quanto con l’ inizio della crisi , dalla insufficiente natalita’ e da varie epidemie , si dovette ricorrere in maniera piu’ consistente rispetto al passato all’ impiego di barbari tra le file dei legionari fino a quando questi nel IV/V secolo risultarono in maggioranza rispetto ai “Romani” . Queste guerre civili inizialmente furono causate da rivali per il potere imperiale , furono quindi guerre di interesse personale , ma dalla fine del IV secolo si modifico’ la motivazione che divenne anche religiosa oltre che personale , la questione religiosa divenne cosi’ un “casus belli” in piu’ che spesso mascherava quello personale . E’ questo un tipico caso dello scontro militare tra Flavio Eugenio e Teodosio che porto’ alla battaglia del Frigido combattuta tra il 5 e il 6 Settembre del 394 , l’ esito di questa battaglia decreto’ Teodosio unico Imperatore dei Romani , ma decreto’ anche la fine epocale , almeno in forma ufficiale , del paganesimo ; questa battaglia fu gravissima anche per l’esercito romano perche’ a causa dell’ alto numero dei morti , si dovette in seguito ricorrere , per colmare i vuoti , a massicce immissioni di barbari , ai quali Teodosio , a torto o a ragione secondo i contemporanei , molto concesse , anche come permessi di ingressi massicci nell’ Impero ; da qui a pochi anni la situazione peggioro’ al punto che Roma stessa fu prima ricattata e poi presa da Alarico . Vediamo brevemente chi era Flavio Eugenio , di Teodosio sappiamo tanto , le premesse che portarono alla battaglia del Frigido e quali furono le conseguenze . Flavio Eugenio fu proclamato Augusto d' Occidente dopo la morte in circostanze mai chiarite , se per suicidio o per omicidio , di Valentiniano II , la sua elezione pero’ non fu riconosciuta dal collega Teodosio e quindi venne e viene considerato un usurpatore del trono imperiale d’ Occidente . Di lui si hanno poche notizie sicure , all' epoca della sua investitura , ricopriva la carica di magister scriniorum , un funzionario amministrativo statale , ma non era digiuno di politica . Fu anche professore e insegnante di grammatica e retorica latina , portava la barba alla Giuliano , tipica dell’ epoca , specialmente delle classi superiori pagane . Eugenio fu fatto eleggere Imperatore il 22 Agosto del 392 a Lione su pressione del Franco , Flavio Arbogaste e con l’approvazione del Senato di Roma , che rivestiva in quegli anni la carica di magister militum , Generale dell’ esercito . Flavio Eugenio per una serie di circostanze , che non staro’ ad elencare , dal momento dell’ elezione si dimostro’ sempre corretto ed ossequiente verso Teodosio , cercò di farsi riconoscere da Teodosio mandando anche una delegazione , ma questi rifiutò la sua candidatura all’ Impero forse a causa del suo paganesimo . Nel 393 Eugenio giunse a Roma dove mise in atto , pur essendo pagano , un’ ampia politica di tolleranza verso i Cristiani che sotto la guida di Virio Nicomaco Flaviano , Prefetto di Roma , ripresero il potere in Citta’. Flavio Eugenio forse per pressione dei risorti pagani , fece riaprire i Templi di Roma , come il grande Tempio di Venere e Roma antistante il Colosseo , ripristino’ l' altare della Vittoria nella curia del Senato e rimise in vigore le celebrazioni delle feste religiose pagane . Questa politica religiosa di Eugenio era in aperta contraddizione con i decreti religiosi di Teodosio del 391-392 , creò quindi forti tensioni con Teodosio e con il potente vescovo di Mediolanum , Ambrogio . Inoltre Teodosio era convinto che Valentiniano II non si fosse suicidato , ma fosse stato bensi’ ucciso da Arbogaste per favorire l’ Impero ad Eugenio , suo protetto ; i fatti successivi alla morte di Valeniniano pero’ sembrano contraddire Teodosio perche’ pare che Arbogaste si trovasse spiazzato e incerto su come agire alla morte inaspettata di Valentiniano II , quindi sembra che non avesse ucciso il legittimo Imperatore , ne’ programmato nulla dopo la sua morte . Comunque per questi motivi : morte sospetta di Valentiniano II , rifiuto al riconoscimento all’ Impero di Eugenio , riapertura dei Templi e ripristino delle feste religiose a Roma e in Italia , Teodosio decise di venire in Italia , pare con esercito forte di 100.000 uomini , di cui 20.000 Goti al comando di Alarico per sconfiggere il pagano Eugenio , il quale contrapponeva un esercito inferiore di numero ma piu’ “nazionale romano” . La battaglia si svolse in due fasi secondo le poche notizie disponibili dagli storici antichi Teodoreto , Zosimo , Rufino e Orosio , inoltre non concordi nei fatti : Il fiume Frigido corrisponde all’attuale Vipacco e scorre vicino al fiume Isonzo , di cui e’ affluente , vicino a Gorizia , la Valle del Frigido era la “porta aperta orientale dell’ Italia” dalla quale erano entrate in Italia , tra la fine del 169 e il 171 , invasioni barbare gia’ al tempo di Marco Aurelio . La prima fase della battaglia si svolse il giorno 5 e fu sfavorevole per Teodosio perche’ Arbogaste ed Eugenio con una abile tattica per compensare il minor numero di soldati rispetto a Teodosio anticipo’ le mosse di Teodosio che fece entrare nella Valle del Frigido la sua avanguardia di Goti che per la strettezza del passo non pote’ schierarsi a battaglia , mentre prima che la Valle si aprisse verso la pianura Eugenio schiero’ parte del suo esercito e l’ altra parte nell’ alto delle colline che dominano la Valle , da qui Arbogaste li assali’ di sorpresa , i Goti di Teodosio furono praticamente massacrati impedendone anche la ritirata , al che Teodosio a stento impedi la ritirata del suo esercito che voleva tornare indietro ; questo giorno fu quindi catastrofico per Teodosio . Durante la notte del giorno 6 tra le preghiere di Teodosio e la diserzione inaspettata di un capo germano di Eugenio a nome Arbizione che passo’ a Teodosio e un fatto atmosferico naturale che fu interpretato come “miracoloso” , cioe’ il vento Bora che investi in pieno il fronte schierato di Eugenio e Arbogaste , impedi il lancio di frecce e giavellotti , demoralizzando i combattenti , vedendo nel vento sfavorevole l’ aiuto del Dio dei Cristiani rivolto verso Teodosio contro i pagani . Cosi la battaglia si concluse con la vittoria di Teodosio , Eugenio fu fatto prigioniero e ucciso per decapitazione dai soldati di Teodosio , mentre Arbogaste fuggi’ ed errò per due giorni sui monti , poi vista l’ impossibilta’ di salvezza , si uccise . Alla notizia della sconfitta anche Virio Nicomaco Flaviano , a Roma , si tolse la vita . Questa battaglia segno’ la fine di un’ epoca , fu l’ ultimo sussulto militare del paganesimo morente ed inoltre riconsegno all’ Impero Romano l’ ultimo Imperatore unico di un Impero indirizzato ormai verso il collasso . Una grave conseguenza militare della battaglia : Una conseguenza di lunga durata dello scontro del 394 tra gli eserciti romani d'Oriente e d'Occidente fu che l'accesso alle pianure della provincia “Venezia e Istria” rimase completamente sguarnito , infatti secondo il poeta latino Claudio Claudiano , le torri e le mura delle Chiuse alpine orientali , che erano un Vallo alpino in muratura a difesa dell’ ingresso orientale italico , costruito nel 270 dopo l’ invasione degli Iutungi al tempo di Aureliano , furono demolite nel corso della battaglia , infatti non si ha più notizia né di un loro utilizzo né della presenza sulle Alpi orientali di truppe romane ai tempi della discesa di Alarico in Italia . Fu anche la prima battaglia nella quale avvenne l'arruolamento di intere tribu’ di barbari e da allora la barbarizzazione dell'esercito romano fu sempre piu' invadente e deleteria per l'Impero . Sotto due monete in Argento , Silique , dei due contendenti Flavio Eugenio e Teodosio I , una cartina della zona della battaglia .
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  4. ... mi iscrivo alle selezioni per il nuovo Rischiatutto di Fazio. materia di gara? ovviamente la Numismatica Veneziana! se non altro per curiosità su quali domande nazional-popolari potrebbero trovare gli autori. se qualcun altro di voi volesse tentare l'impresa, magari con altri argomenti numismatici, sul sito rai si trova il form per partecipare alle selezioni... delle selezioni... delle selezioni... per il casting. Tentare non costa niente! una volta per partecipare ai quiz dovevi scrivere o al limite telefonare. ma sarebbe bello che uno di noi potesse farcela.
    3 punti
  5. bella moneta direi King Offa of the Anglo-Saxon kingdom of Mercia died ‪#‎onthisday‬ in AD 796. This coin is one of the most remarkable English coins of the Middle Ages as it imitates a gold dinar of the caliph al-Mansur, ruler of the Islamic Abbasid dynasty http://ow.ly/QajlY
    2 punti
  6. posto il mio piccolo contributo. Stefano
    2 punti
  7. Buona serata I grossi rinvenuti a Rosola partono da una datazione di un secolo prima di quello che hai postato per ultimo; hanno una iconografia più simile a quelli veneziani, anche se sono ben identificabili, visto che riportano il nome del Re ed anche lungo l'asta della bandiera c'è scritto REX. Qualche punto segreto c'è a lato del cristo: anellini, trifogli ... nulla di così particolare come quelli sopra. In ogni caso ascrivibili come imitativi. Quello che hai postato tu è una contraffazione; credo che ci si debba rivolgere verso la Bulgaria o comunque più a est rispetto alla Serbia o più a sud ... dove si usa alfabeto greco o cirillico. saluti luciano
    2 punti
  8. Buongiorno, ho inserito le foto sul catalogo, per cortesia correggere l'incisore che è BERTONI MILANO, il mio esemplare è in bronzo. Grazie
    2 punti
  9. Chiederanno la consulenza del forum :rofl: petronius oo)
    2 punti
  10. La storia del ritrovamento è questa: Una società di ricerche sottomarine ha annunciato il ritrovamento di un tesoro in monete d'oro, proprio nella data in cui cadeva l'anniversario del naufragio dell'ammiraglia della flotta spagnola del Tesoro, la nave Capitana, avvenuto nel 1715. Il cargo affondato conteneva infatti 52 monete d'oro, 110 monete d'argento, 12 metri di catene d'oro e bottoni preziosi per un valore totale di circa un milione di dollari. La scoperta, effettuata il 17 giugno scorso da una gruppo di subacquei residenti in Florida, è stata tenuta segreta finora perché Eric Schmitt, responsabile della missione di ricerca, ha voluto far coincidere l'annuncio con i 300 anni del naufragio della flotta spagnola al largo delle coste americane. Le undici navi facevano parte delle flotte Tierra Firme e Nueva España (New Spain), convogli che facevano periodicamente la spola tra le colonie americane e l'Europa per trasportare oro e argento, preziosi e altre materie prime. “La flotta Tierra Firme serviva l'America centrale e meridionale”, spiega Jennifer McKinnon, un'archeologa marina della East Carolina University. "Questa flotta ebbe un ruolo fondamentale nel trasporto di merci e materiali verso la Spagna e di approvvigionamenti dall'Europa verso l'America”, aggiunge McKinnon. Le navi affondarono durante un uragano, tra il 30 e il 31 luglio del 1715, sulla rotta che dalla Florida le avrebbe poi ricondotte in Spagna. Il team di Schmitt ha lavorato a lungo su questi vascelli per conto della 1715 Fleet- Queens Gioielli LLC, una società con sede in Florida che si è aggiudicata l'appalto esclusivo per le ricerche sui relitti per diversi anni. Un colpo di fortuna In passato Schmitt e il suo team si sono spesso ritrovati a mani vuote dopo missioni simili: ”Di solito scaviamo buche per poi trovare lattine di birra”, ha commentato il subacqueo. Ma questa volta, a soli 4,5 metri di profondità, a 305 metri al largo dalla spiaggia di Fort Beach, in Florida, i subacquei hanno avuto più fortuna. "La giornata era iniziata come molte altre", racconta Schmitt, "ma verso le 9-9.30 del mattino il team ha visto spuntare una moneta d'oro sul fondale illuminato dal sole. I subacquei hanno iniziato quindi a spostare la sabbia, trovandosi davanti al tesoro". Schmitt ha chiamato immediatamente Brent Brisben, co-fondatore della 1715 Fleet-Queens Jewels, per comunicare la scoperta. "Sono rimasto senza parole", ha poi ammesso Brisben. Brisben lavora sui relitti spagnoli dal 2010, anno in cui la sua azienda ha iniziato a trattare importanti appalti nel settore. La scoperta del Capitana è però “la più importante in termini di valore e rarità”, commenta Schmitt. Le monete d'oro includono un esemplare rarissimo di “reale” (al centro nella foto), una moneta coniata per Filippo V di Spagna, la cui quotazione sul mercato numismatico è di oltre 500.000 dollari. Le monete circolanti in quel periodo avevano un aspetto decisamente irregolare, spiega Brisben. Gli amministratori davano importanza alla quantità di oro e argento che doveva esser presente nelle monete e non alla perfezione della forma. “Ma sono state create anche poche monete dalla forma perfetta e regolare, chiamate Reali, che avrebbero dovuto essere poi presentate al re”. La spartizione del bottino Schmitt e il suo team hanno continuato a lavorare al sito, che ha regalato altri tesori per un valore di oltre un milione di dollari: monete, bottoni, candelieri, ma nulla di paragonabile al ritrovamento iniziale. Ora, tutti i manufatti sono sotto la giurisdizione del tribunale distrettuale della Florida meridionale, con la supervisione della compagnia di Brisben. Lo Stato della Florida ha diritto a una quota del 20% di tutto quello che verrà ritrovato dai subacquei. Ogni anno l'amministrazione dello Stato invierà degli ispettori a esaminare tutto ciò che verrà ritrovato e richiederà alla Corte di poter trasferire nei musei alcuni di queste suppellettili. Se la Corte acconsentirà, la società dovrà cedere allo Stato quanto indicato, spiega Bisben. Dopo che lo Stato della Florida avrà ottenuto quanto gli spetta, il team di Brisben dividerà tra i soci in parti uguali il resto del tesoro. @@acraf questi sono 8 Scudi immacolati del 1714 battuti al Goldberg sale 46, lot 1083. I pesi variano 26,94 grammi/27.07 g, 0,931 oro fino.
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  11. ASTE LUGLIO 2015 - Medaglie papali Nel corrente mese di luglio hanno proposto medaglie papali le aste INASTA e ART COINS (corrispondenza e on line). Da INASTA erano in vendita circa 130 lotti di medaglie in argento e bronzo, abbastanza comuni, con prevalenza per papi moderni. I prezzi base erano abbastanza contenuti, anche se deve essere considerato che le conservazioni mi sono parse tendenzialmente benevole. Sono stati aggiudicati il 55% dei lotti a prezzi forse leggermente cedenti. Segnalo tra le aggiudicazioni: - Gregorio XVI - annuale anno XII - Ag - SPL/q.FDC - € 230+diritti; - Pio X annuali in argento - anno I (€ 140+diritti); anno X (€ 135+diritti); - Benedetto XV - annuale argento anno VII - € 110+diritti; - Pio XII -Straordinaria bronzo - apertura porta basiliche Card. Verde - € 285+diritti, - Paolo VI - Viaggio Oceania argento - € 100+diritti. ASTA ART COINS. Art Coins ha riproposto ancora una volta l'invenduto dell'asta 7 - 2013. Si trattava - lo ricordo - di una grossa collezione posta in asta con stime molto elevate e che ha avuto evidenti difficoltà di vendita. In questo incanto on line era riproposta la parte della collezione da Leone XIII a Giovanni XXIII e la medaglistica di grande modulo. I lotti originariamente erano oltre 260, ora ridotti a circa 140. Le stime sono state ridotte del 40% circa ed erano finalmente abbastanza equilibrate. Ovviamente si trattava di una raccolta "scremata" delle medaglie più importanti. La vendita si è aggirata intorno al 50% con buona richiesta per tutte le medaglie annuali in argento, acquistate in alta percentuale ma anche a prezzi sorprendentemente sostenuti. Sintetizzo i prezzi di aggiudicazione medi per Pontefice: - Leone XIII - € 100+diritti; - Pio X - € 150+diritti (sorprendente per l'anno I la aggiudicazione a € 460+diritti); - Benedetto XV - € 100+diritti; - Pio XI - € 170+diritti (incidono sulla media l'anno III € 385+diritti; l'anno VII € 360+diritti, l'anno XI € 170+diritti); - Pio XII - € 170+diritti. Non hanno avuto impennate i celebrati anno VI e VII, ma l'anno IV (€ 220+diritti), l'anno V (€ 260+diritti), l'anno X € 310+diritti; l'anno XIII € 420+diritti. Stupefacenti anche alcuni prezzi di medaglie straordinarie di grande modulo di Pio X e Pio XI. Tanto rilevo, ma mi sfugge una spiegazione razionale. Quando ero giovane si cantava "una rondine non fa primavera...." Buone vacanze a tutti gli amici.
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  12. Buongiorno a tutti ,sono nuovo in questo gruppo e vorrei presentarmi come si deve e lo farò al più breve, ma ho una questione che mi frulla per la testa da alcuni giorni ,da quando mia madre ha acquistato presso un incaricato editalia una moneta da 500 lire (caravelle) in oro del 1967 anno della mia nascita pagandola ben 2600 euro. Visto la cifra considerevole e dato che non l ho ancora ricevuta e pagata pensate sia meglio avvalermi del diritto di recesso ? Grazie molte e buona giornata Alberto Ps: dove posso presentarmi
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  13. 5 Lire "Quadriga Briosa" Argento 900/1000 - Peso gr 25 - diametro mm 37 Oggettivamente il capolavoro in assoluto della monetazione di Vittorio Emanuele III 2 lire "Quadriga Briosa" Argento 835/1000 - Peso gr 10 - Diametro mm 27 Cala il titolo del metallo e le dimensioni fanno un po perdere la bellezza della quadriga. Una lira "Quadriga Briosa" Argento 835/1000 - Peso 5 gr. - Diametro mm 23 Questo nominale è, a mio avviso di una eleganza e bellezza unica. Piccolo ma decisamente affascinante e la quadriga, seppur ridotta ai minimi termini, rispetto alla sorella maggiore da 5 lire, è di una bellezza e fascino unico! La realizzazione di questo rovescio, in questa serie è veramente azzeccata! Questo post è dedicato ad un frequentatore di questo forum, amante sfegatato delle quadrighe! Enrico/Re.in.sena posta qualcuna delle tue, per il godimento degli occhi! Renato
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  14. Buonasera ragazzi Io trovo che la 5 lire aquilotto o aquilino sia una tra le monete meglio venute del regno d'Italia. Per questo motivo apro questa discussione, affinché postiate i vostri aquilotti migliori. comincio con uno dei miei che considero fantastico. Saluti Stefano
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  15. Ci poteva stare anche in " Progetto : una moneta, una storia ", la metto qui perchè forse ha più visibilità dell'altra discussione, letta ma poco partecipata. Siamo a Ferrara con Alfonso II d'Este ( 1559 -1597 ), la moneta ha il nome di diamante e parte da lontano con Ercole I d'Este ( 1471 - 1505 ). Este e Sforza di Milano hanno molti collegamenti nella storia, anche nelle monete alcuni, uno potrebbe essere questo....nel momento in cui gli Sforza utilizzano sulle loro monete le imprese, anche a Ferrara i d'Este ne utilizzano una quella del diamante che ha una bellezza iconografica indiscussa. Cosa rappresenta ? Rappresenta il simbolo di una confraternita di costruttori che aveva sede nel Palazzo di Ferrara. Appare come un anello con incastonato un diamante di forma piramidale il tutto avvolto in un cartiglio di fogliame, al centro un fiore. Diventa un po' un simbolo per la città, lo troviamo come elemento decorativo del Palazzo di Ferrara, con differenze anche al Palazzo dei Diamanti, ma anche in parti architettoniche delle vallate adiacenti. Al rovescio compare una immagine religiosa, il Santo, San Maurelio con pastorale benedicente. Ce ne sono tipologie con le date e quella senza data, qui propongo quello senza data, il Bellesia ritiene che sia stato coniato negli anni tra il 1578 e il 1581 il senza data. Moneta rappresentativa, intrigante e di chiaro fascino. FERRARA, ALFONSO II d'ESTE ( 1559 - 1597 ), diamante, senza data D/ DEXTERA DNI EXALTAVIT ME, l'impresa del diamante R/ S MAVRELIVS FERR PONTE, San Maurelio con pastorale Ag., peso gr. 1,99 Rif. MIR 319/6, CNI 96/111 Prov.Cronos 9, lotto 141 Allego anche una immagine di come è stata rappresentata l'impresa del diamante su un architrave in località Aravecchia
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  16. L'ho citato proprio perchè spero in un suo intervento in merito. Arka @@417sonia Sono andato su acsearch e ho scritto ''Lorenzo Priuli zecchino''. I due di Bolaffi sono i primi.
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  17. Per Ernest Babelon Traité vol.1 p.461-78 : Kamiros : standard eginetico (12,2 g.) Ialysos : standard milesiano (14.20 - 14.56 g.) Lindos : standard milesiano ridotto (14 g.) Per Colin M. Kraay ACGC p.35 : Kamiros : standard eginetico (12,2 g.) Ialysos : "appears to be an individual standard" (15.2 g.) Lindos standard milesiano (14.1 g.)
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  18. @@Orate, la mia era una provocazione. Come anche ha ribadito Luciano, la cronologia ufficiale dei dogi veneti (e quindi anche la numerazione) sono una sorta di "bibbia" per gli storici veneziani di oggi ma soprattutto di ieri, che era stabilita e fissata senza alcuna possibilità di modifiche fin dalle origini (Giovanni Diacono, la Historia di Andrea Dandolo, passando per il Sansovino, fino ai cronachisti sei-settecenteschi). Oltre ai magistri militum, che con piacere vedo sei andato a spulciare, ci sono come ti dicevo degli Orseolo che poco dopo il mille si autoincoronarono dogi, ma che nessuno ha mai riconosciuto. Poi, nei primissimi secoli della repubblica, uno o due dogi (non ricordo quali sinceramente) vennero deposti e poi rieletti, e secondo alcuni storici del passato ciò implicava comunque una nuova elezione e quindi il numero dei dogi aumentava. In ogni caso, queste sono solo speculazioni, in quanto come ti dicevamo, la lista effettiva e ufficiale dei dogi non tiene conto di queste interpretazioni. La medaglia quindi direi che porta un errore di incisione. Altrimenti, il doge in questione forse voleva far valere una sua propria cronologia.
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  19. Ecco altre foto libera dalla plastica...
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  20. Dopo aver letto la discussione ,ritengo giusto argomentare la mia opinione. Per me è buona perché: possiede il bordo largo non c'è la R di RE schiacciata tipica di alcuni falsi l'ala dell'ape parallela al bordo, è dovuta all'usura la mncanza della firma , pure l'usura mi sembra omogenea. Non sapendo il peso e non avendola in mano, posso solo dire questo. Una prova che si può fare è quelle di vedere se la moneta è "bombata", ossia e se appoggiata su di un piano la moneta non aderisce perfettamente e parallelamente al piano di appoggio, ma "balla". Se è così allora è sicuramente falsa. Un saluto a tutti
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  21. Anche io segnalo Ric70, puntuale, preciso affidabile.
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  22. Nessuna domanda é stupida. Bibliografia disponibile in rete sulle monetazioni galliche ce n'é moltissima ma, essendo il campo estremamente esteso e molto diversificato, si tratta per lo più di studi molto settoriali. In italiano ci sono, per lo più, essenzialmente articoli che riguardano le monetazioni cisalpine. A livello di cataloghi é disponibile in rete quello delle collezioni della BnF (le più ricche in questo settore) nei volumi curati dal De la Tour (Atlas de monnaies gauloises) e da Muret e Chabouillet (Catalogue des monnaies gauloises de la Bibliothèque nationale). Per quanto siano testi piuttosto "antichi" (risalgono entrambi a fine '800) e per alcune attribuizioni anche "antiquati", rappresentano ancora l'unico catalogo complessivo delle collezioni parigine, e sono ancora ampiamente utilizzati per il riferimento ai tipi. Di seguito i link: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k8803676 http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5759384k Altro testo generale e molto importante disponibile in linea ed ancora piuttosto valido nelle sue linee generali per quanto anch'esso vecchiotto é il Traité des Monnaies Gauloises del Blanchet: https://archive.org/details/traitdesmonnai02blanuoft Poi c'é molto altro, pero' dovresti specificare l'area geografica di tuo interesse.
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  23. Ho letto con un gran interesse. Grazie mille. Ho ricordato. Busto Beatrice d'Este 1490.
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  24. La moneta è datata al 347-348 d.C. Per quest'epoca la definirei semplicemente AE4
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  25. Ha ragione sandokan il nastro è quello postato cioè giallo e rosso amaranto e niente bordi neri. La medaglia fa parte di una delle dverse coniazioni commemorative della Marcia su Roma si può solo aggiungere che la versione in argento è abbastanza rara.
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  26. Io sono favorevole al cambio totale lire euro :rofl: ....sarebbe infatti poi interessante saperne di più su quei poveri signori che si presentano al cambio con 200/300 milioni di vecchie lire...risparmi direte voi? mah...piuttosto strano...non è infrequente rinvenire nei meandri di vecchie case, sotto i materassi, tra vecchie cose, fasci di banconote, a volte anche di valore significativo...ma quando si va oltre un certo valore....consentitemi...non sono proprio risparmi puliti puliti....chi si tiene per anni centinaia di milioni in contanti nascosti puzza...e non poco...ci sarà anche l'eccezione che conferma la regola...ma tra evasori fiscali, riciclatori, criminalità orgazizzata ecc...rimborsando diversi miliardi di euro sarebbe come sanare moltissime situazioni potenzialmente illecite.... Ma questo rimane ovviamente il mio parere personale.
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  27. Bello i giochino :acute: Siamo a Venezia e la lingua veneta non ha la r "strascicata"; a meno che il tipografo fosse francese... Vero è che, spesso, nella scrittura usata nei secoli scorsi troviamo parole scritte differentemente da come le usiamo oggi, ma una tripla r .... :rofl: :rofl: :rofl: saluti luciano
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  28. Salve! Molto interessante, si tratta di un follis della zecca di Ravenna. Emesso da chi? Beh alcuni la danno a Leone III, altri a Costantino V. La cosa particolare di questa emissione è che il busto con la barba (normalmente appartenente all'imperatore "senior" vivente) si trova sulla destra, mentre in tutte le altre emissioni ufficiali si trova sempre sulla sinistra. Ti metto il link di una recente discussione del FAC (in inglese) dove alcuni utenti si confrontano sull'attribuzione di questo follis: http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=98606.0
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  29. Mi sono armato di canna da pesca e sono andato a pescare e seguendo le indicazioni di claudioc47 ho confrontato la moneta con altre sicuramente autentiche e mi sono convinto che e' "probabilmente falsa". Ho messo probabilmente perché la certezza in questo caso direi che non esiste. Ringrazio claudioc47 perché evidenziando i punti dubbi mi ha permesso di capire dove focalizzare l'attenzione. Ciao
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  30. La mia idea è che molti utenti si siano fatti un'idea sbagliata del senso dei forum, sia di questo che di altri. Certamente la colpa è un pò anche di di chi scrive palesando verità assolute (mi ci metto in mezzo anch'io, a volte l'ho fatto), ma la realtà dei fatti è che in un forum si può dare un parere, un'indicazione, ma mai certezze. In un forum si possono senza dubbio imparare tante cose, ma bisogna prima di tutto imparare ad usare il tasto di ricerca perchè le cose non possono essere scritte mille volte. E se di una determinata moneta (diversa dalle altre, come è ovvio che sia) non si arriva a sviscerarne vita, morte e miracoli bisogna prenderne atto, e finita lì. Qualsiasi professionista numismatico si rifiuterebbe (giustamente) non solo di periziare, ma anche solo di fornire un parere su di una moneta tramite una foto, fosse anche una immagine di risoluzione altissima, però, chissà perchè, si pensa che gli utenti di questo forum siano in possesso delle verità assolute e riescano a fare anche ciò che nessun perito si sognerebbe di fare. E devono pure spiegare per filo e per segno perchè una moneta è falsa oppure buona. Chiedere è lecito, pretendere no.
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  31. "Il discorso comunque è sempre lo stesso: mica viene apprezzato l'atto di fornire la canna da pesca per imparare autonomamente e rimediarsi da soli il pesce, si vuole il pesce bello, pronto e cucinato e avanti così fino a che lo stomaco brontolerà di nuovo." E il bello è che se il "pesce" non glielo cucini anche a puntino e ti permetti di far notare loro che almeno provino ad usare la "canna di pesca" come si deve......apriti cielo....stai attentando alla libertà del Forum e non sei democratico. M.
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  32. A me invece a leggere certe commenti e critiche passa la voglia di intervenire e fornire indicazioni e riferimenti a chicchessia...guarda un po'... Non so come siete abituati voi ma da quello che hanno insegnato a me PRIMA ci si informa autonomamente POI ci si confronta con gli altri. E in tal senso un libro o un articolo scritto da persone autorevoli (e in questo caso anche una discussione/monografia scritta dall'ottimo @@toto è equivalente) credo abbia più valore dall' utente uzifox o pincopallino che per sentito dire ti dice che sembra falsa perché l'ala salta sopra il bordo... Il discorso comunque è sempre lo stesso: mica viene apprezzato l'atto di fornire la canna da pesca per imparare autonomamente e rimediarsi da soli il pesce, si vuole il pesce bello, pronto e cucinato e avanti così fino a che lo stomaco brontolerà di nuovo. In questi casi allora meglio non dare né canna da pesca né pesce e fare morire di fame il tizio di turno... Anzi se si lamenta anche un calcio nel culo. Saluti Simone PS per fortuna poi ci sono altri utenti come jeffffff, vathek etc che apprezzano ancora l'approccio dammi la canna da pesca...
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  33. Il pezzo è catalogato dal Voltolina al numero 619, si tratta appunto di una tessera alimentare veneziana dell'ultimo quarto del '500. La grande M che leggi si deve intendere come M(ezza libbra), da intendere quindi come scambio per mezza libbra di olio. Per pura curiosità, mezza libbra equivaleva a circa 160 grammi. Insomma con quella tessera potevi condire un'insalata per numerose persone.
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  34. concludo questo ottimo weekend con questa Taglio: 2€ CC Nazione: Monaco Anno: 2013 Tiratura: 1.226.631 Condizioni: BB Città: Bibione (Ve)
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  35. e per finire... :yahoo: :yahoo: :yahoo: Taglio: 10 cent Nazione: Germania F Anno: 2006 Tiratura: SOLO IN DIVISIONALE Condizioni: BB Citta: Milano
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  36. Questo gettone e' piuttosto curioso per la legenda francese Qualcuno ha notizie di questo Hotel ? :D
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  37. Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2009 Tiratura: 258.000 Condizioni: BB Citta: Nizza Taglio: 10 cent Nazione: Belgio Anno: 2015 Tiratura: ??? Condizioni: BB Citta: Nizza Note: Grazie della segnalazione pino
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  38. e questa è la 2 Euro Dante --Salutoni -odjob
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  39. Salute come annunciato vi mostro le foto del 2 Euro EXPO e del 2 Euro Dante 750°anniversario della nascita. Come ho già scritto queste monete fanno parte di rotolini presi dalla Banca d'Italia ed usciti dalla Zecca dello Stato e sono il risultato di una accurata selezione da parte mia.Molte monete vengono coniate con imperfezioni soprattutto quelle di Dante --Salutoni -odjob
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  40. BIRRARIA è antico e regionale rispetto a BIRRERIA e si trova spesso sui gettoni dell’epoca. Su questo elegante gettone di bronzo a forma di ellisse (7,545 g, 34x26 mm) della famosa Birreria Ristorante Casanova in piazza Duomo a Milano, agli inizi del 1900, c’è scritto BIRRARIA su una faccia e BIRRERIA sull'altra. Una forma di riguardo verso i clienti del ristorante assecondandone anche per i 'gusti lessicali'. apollonia
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  41. Gettone valore 20 centesimi del Caffe' Mulassano (Torino) Un piccolo gioiello ancora in attivita' lungo i portici di Piazza Castello http://www.comune.torino.it/infogio/ric/2005/pub4512.htm
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  42. Gettone valore una corsa Azienda Tramvie Municipali di Torino
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  43. Gettone/Medaglia XII' anniversario della fondazione del circolo Amicizia Torino 1895
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  44. Due Gettoni valore 2 e 1/2 della societa' operaia di M.S. Avigliana (Torino)
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  45. Caro Lorenzo, che tristezza: ha vinto la burocrazia e soprattutto il disordine nelle Soprintendenze, che non permettono più di ritrovare monetine regolarmente consegnate. Allora cosa serve custodire nelle Soprintendenze se non si riesce più a studiare il materiale a futura memoria, specialmente se sono monetine di bronzo? Altro che emersione del nostro patrimonio numismatico pubblico. Meditate...
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  46. Perdonami, ma io questa la chiamo sindrome discriminatoria al contrario. Nel senso che nel coniare la moneta nessuno qui sta discriminando nessuno, ma siccome io vivo nello stereotipo del discriminato, mi pongo nella posizione di sottolineare qualsiasi cosa, anche microscopica, che possa essere anche solo lontanamente una parvenza di discriminazione. E in questo modo alimento la vera discriminazione, perché credo di rivendicare l'uguaglianza, ma invece non faccio altro che mettere in risalto la differenza, anche quando non ce n'è minimamente bisogno. E discrimino a mia volta.
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  47. Ringrazio di cuore per l’attenzione riservata al mio recedente intervento. Vorrei ora sottoporre all'attenzione dei partecipanti al forum un'ipotesi per una possibile localizzazione di Velecha , già proposta in passato e oggi rafforzata sulla base di recenti ritrovamenti archeologici. Riporto di seguito la prima parte di un articolo pubblicato a mia firma sul Quotidiano del Sud. “ Fra le monete campane risalenti alla fine del III secolo a.C. è ben nota in ambiente numismatico una serie in bronzo che reca l’epigrafe VELECHA, a volte abbreviata in VE. Queste monete hanno al dritto una testa raggiante, simbolo del Sole, e al verso il busto di un cavallo o un piccolo elefante. I caratteri utilizzati appartengono a un alfabeto osco encorio derivato dall’alfabeto greco. Alcune monete sono ribattute su monete mamertine. È opinione prevalente degli studiosi che questa serie sia da collocare cronologicamente nell’ambito delle monete emesse dai popoli italici nel corso della seconda guerra punica (vedi sull’argomento Le monete della Campania antica di Renata Cantilena, Napoli 1987, da pag. 175 in avanti). La provenienza delle monete di Velecha è assegnata in genere alla Campania interna (Friedlander); i più riconducono le monete alla città di Volcei (odierna Buccino), basandosi però solo su una certa assonanza del nome e sulla vicinanza del luogo a Poseidonia. Velecha fino ad oggi resta in definitiva niente più che una città perduta, dove operava una zecca misteriosa. Proviamo a cercarla, questa misteriosa città sannita, nelle pieghe della Storia, utilizzando le preziose informazioni trasmesseci dalla nostra moneta, che si rivelerà essere una vera e propria capsula del tempo. Riviviamo gli anni tumultuosi della seconda guerra punica. Nella fase iniziale Annibale, dopo l’improvvisa apparizione in Italia e le folgoranti vittorie del Ticino, della Trebbia e del Trasimeno, resta comunque ben consapevole di non poter condurre un attacco diretto a Roma, imprendibile per gli illimitati mezzi a sua disposizione. Il suo progetto strategico diventa quindi quello di indurre i popoli italici a rinunciare all’alleanza con Roma e quindi di indebolirla per poi concludere la pace alle proprie condizioni. Annibale si dirige verso le zone della penisola dove ci sono più speranze di far nascere un'opposizione contro Roma, ovvero i territori di lingua osca. Il suo itinerario lo porta dal lago Trasimeno alla Via Flaminia, e di là attraverso gli Appennini alla costa adriatica. Dopo aver lasciato riposare i suoi uomini nel Piceno, raggiunge 1'Apulia settentrionale. Nei popoli italici tuttavia sul rancore verso Roma prevale la diffidenza verso un invasore straniero, e non una sola comunità si unisce ai Cartaginesi. Sarà la disfatta romana di Canne a portare molti fra Sanniti, Lucani, Bruzi, Apuli e Italioti dalla parte di Annibale, anche se non simultaneamente. Le città campane (Capua, Nocera, Nola e altre), da tempo entrate stabilmente nell’orbita di Roma, si trovano in una situazione particolarmente delicata, divise fra il dovere di restare fedeli e sottomesse e la suggestione di ritrovare le antiche autonomie. Tuttavia la presenza sul territorio campano degli eserciti punici reduci da Canne non poco favorisce la scelta di passare, più o meno spontaneamente, nel campo annibalico. Gli storici antichi non tramandano un quadro preciso e completo delle città che defezionano ad Annibale, né di quelle conquistate con le armi dall’uno o dall’altro esercito. Alcuni utili riferimenti si ritrovano comunque in Silio Italico e Tito Livio. Quest’ultimo, quando anticipa i tragici eventi di Canne, elenca i popoli che passeranno in seguito ai Punici: fra questi, in ordine di citazione, i Campani, gli Atellani, i Calatini, gli Irpini, parte degli Apuli, i Sanniti tranne i Pentri, tutti i Bruzi, i Lucani (Libro XXII, cap. LXI). Silio Italico, quando elenca i popoli che dopo la disfatta di Canne passeranno nel campo punico, elenca i Sanniti, i Bruzii, gli Apuli, gli Irpini, Atella e Calatia, seguiti da numerosi altri (Guerre Puniche, libro XI), mentre per Capua fa un discorso a parte. Notiamo che entrambi gli autori distinguono i Sanniti dagli Irpini, mentre la tribù dei Pentri è annoverata fra i Sanniti, ancorché restata fedele a Roma. Seguendo il racconto di Tito Livio, apprendiamo che la prima città a passare nel campo punico dopo la disfatta di Canne è Conza (Libro XXIII, cap. I). Lo storico parla poi delle operazione belliche portate da Magone in Campania per obbligare con la forza i più riluttanti a defezionare, quindi espone dettagliatamente le manovre condotte da Annibale nel tentativo di conquistare i principali centri della regione, da Napoli a Nola, e le contromosse romane. Roma ha perso numerose battaglie, ma non ha ancora perso la guerra: ha il controllo dei mari e nessun flusso di rifornimenti e rinforzi giunge ad Annibale con regolarità. Il Cartaginese non può essere ovunque nello stesso tempo, difficilmente può chiedere aiuti militari ai nuovi alleati e spesso è lui a doverli proteggere dalle rappresaglie. Nel 215 il pretore Marco Valerio Levino riconquista agli Irpini i tre piccoli centri di Vercellium, Vescellium e Sicilinum, non ancora localizzati, ma secondo un’interessante ipotesi (articolo a firma di Mario Izzo pubblicato su Airone 113)) ubicati sulle alture della Daunia (Monte Castiglione, Monte Felice e Monte San Chirico), nell’alta valle del fiume Celone (antico Aquilo). Anche il proconsole Marco Claudio Marcello nel 215 compie stragi e distruzioni sui ribelli, punendo severamente le città riconquistate. L'anno successivo, consoli Marcello e Fabio, il dominio cartaginese sulla Campania è definitivamente spezzato. Nel 213 viene portato a termine con successo il rastrellamento delle città caudine e l'anno seguente i Romani serrano le linee d'assedio su Capua, senza che Annibale possa intervenire efficacemente. Nel 211 Capua si arrende ai romani, seguita dai Calatini, dagli Atellani e dai Sabatini. A questi quattro popoli Roma riserva l’identica sorte della deportazione in massa e della limitazione dei diritti civili, e alle loro classi dirigenti quella della confisca dei beni e della riduzione in schiavitù (Tito Livio, libro XXVI cap. XXXIII e libro XXVI cap. XXXIV). Qui fa il suo ingresso sulla ribalta della Storia la misteriosa Velecha . Edward Togo Salmon, padre dei moderni studi sui Sanniti, ha fatto piena luce sulla questione, ma la cosa è stata inspiegabilmente sottovalutata, se non deliberatamente ignorata, in ambito scientifico. Salmon parte dall’osservazione che le monete emesse da Velecha sono del tutto simili a quelle emesse da Capua, Atella e Calatia nello stesso periodo (E.T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985, pag.98), al punto che il retro di alcune monete presenta l’identica immagine di un piccolo elefante da combattimento, circostanza questa unica nel pur vasto scenario della monetazione greco-romana in Italia. Le caratteristiche morfologiche dell’animale raffigurato avevano portato in un primo tempo gli studiosi a identificarlo con l’odierno elefante indiano, la specie portata in Italia da Pirro, e di conseguenza ad abbassare l’orizzonte cronologico delle serie monetali. Successivamente l’elefante delle monete è stato correttamente identificato in una specie oggi estinta di elefante africano, molto più piccolo della specie attualmente diffusa nel continente. Ed è proprio questa specie di elefante quella che veniva utilizzata negli eserciti di Annibale. Nella realtà storica essi, guidati da un solo uomo in sella e non già muniti di torretta, hanno avuto un peso quasi insignificante nei combattimenti in Italia. Si ritiene che a Canne ne fosse in campo uno solo, essendo tutti gli altri deceduti nell’attraversamento delle Alpi e nelle precedenti battaglie alla Trebbia e al Trasimeno. Le monete di Velecha ci tramandano in definitiva l’immagine di un animale che già non era più presente nelle file di Annibale, e che oggi è addirittura sparito dal pianeta, ma è proprio l’immagine di questo piccolo elefante impressa sulle monete il filo rosso che ci porta finalmente sulle tracce di Velecha , la città perduta con la sua zecca misteriosa. Tornando a Salmon, partendo proprio dall’osservazione che Capua, Atella, Calatia e il popolo dei Sabatini si fossero uniti in una sorta di lega contro Roma, tanto da subire tutte insieme la stessa triste sorte, e che Capua, Atella e Calatia e Velecha battessero monete dello stesso tipo, quasi facessero tutte parte di uno stesso piccolo stato cartaginese, lo studioso perviene alla conclusione che Velecha fosse all’epoca la capitale, ovvero la poleis, dei Sabatini (Salmon, op. cit. pag. 347), popolo da identificare con gli abitanti del territorio della valle del Sabato a Sud di Benevento (Salmon, op. cit. pag. 316). E al centro della valle del Sabato, ovvero del territorio dei Sabatini, è situata la collina della Civita di Atripalda, ove è concordemente localizzata la colonia romana di Abellinum. Come non concludere che proprio qui, e non altrove, sia da localizzare anche l’antica città di Velecha , da riconoscere quale nobilissima antenata dell’antica città romana e della moderna Avellino? “ Ammettendo che questa ipotesi sia fondata, si porrebbero altri interrogativi, ognuno dei quali meritevole di specifico approfondimento: quale relazione c’è fra gli abitanti di Velecha (i Sabatini) e i Mamertini, sulle monete dei quali sono ribattute alcune delle monete “velechiane”? sono originari di Velecha alcuni dei mercenari campani reduci dalla Sicilia ai tempi della prima guerra punica? si spiega così l’uso, relativamente insolito, dell’alfabeto greco anziché di quello etrusco, più usuale? in che orizzonte cronologico si colloca l’ampia serie di monete fuse riconducibili a Velecha (come indicate nella catalogazione del Garrucci)? la presenza di questa serie di monete fuse potrebbe sancire in qualche modo l’esistenza di una zecca a Velecha più antica delle altre (Capua, Calatia e Atella)? Come mai su gran parte delle monete fuse ricorrono insieme i simboli del Sole e della Luna? è ipotizzabile per Velecha il ruolo di zecca unica utilizzata per le emissioni “annibaliche”, in aggiunta se non in alternativa a Capua? è possibile, sulla base delle monete greco-romane analoghe a quelle di Capua. Atella, Calatia e Velecha , ampliare lo scenario delle emissioni riconducibili allo “stato” annibalico? rientrano in questo contesto le monete di IRNTI, MELES, COMPSA, AKUDUNNIAD, ecc.? Grazie per l'attenzione e a risentirci.
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  48. Anche il denario anonimo fu coniato per decenni. L'asse Giano/prora, addirittura, per secoli. La conservazione dei tipi, in emissioni diverse e successive, era frequente, soprattutto nel mondo greco (ma accade ancora oggi: si pensi al dollaro)
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  49. Ora ci sono. Il tuo è il gettone pubblicitario del 1966 con al diritto CARLO FORLANINI Busto stante/ Teruggi, S.J. e al rovescio POST MUCOLYTIC EFFECT 925 * 121 MI Vulcano in eruzione stilizzato/ FLUIFORT in cartella, in cornice quadrata/ logo D. E’ in argento, pesa 5,9 g, ha un diametro di 24 mm e uno spessore di 1,5 mm. A Carlo Forlanini, illustre clinico (Milano1847 - Pavia 1918), inventore dello pneumotorace artificiale terapeutico, venne dedicato il più grande sanatorio d'Europa, inaugurato a Roma il 1° dicembre 1934. Il gettone con BARTOLOMEO EUSTACCHIO al diritto è una variante con le stesse altre caratteristiche. Esiste anche un terzo gettone simile con al diritto ROBERT KOCH, il medico di campagna della Prussia orientale che nel 1882 riuscì a isolare l’agente eziologico detto appunto ‘bacillo di Koch’. Per questa scoperta, avvenuta sei anni dopo quella del bacillo del carbonchio, Koch nel 1905 ottenne il premio Nobèl per la medicina. I dati sono tratti dalla serie di gettoni ‘Storia metallica della TBC’ di Paolo Pitotto. apollonia
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  50. Il problema di base è proprio questo in Italia non esiste un gruppo di Numismatici Professionisti che faccia veramente solo e nient'altro che l'interesse della Numismatica. Se poi la cosa parte proprio dallo Stato come pretendi che ti difenda? Chi le fa questi tondelli? La Zecca di Stato che poi li mette in mano ad un privato per venderli ma sempre lo Stato li ha fatti,di certo ne io ne Voi possiamo dire di poter coniare monete o medaglie o altro con la firma della Zecca di Stato!
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