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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/13/15 in tutte le aree
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Buona sera a tutti!! Oggi vi presento un pezzo della collezione di famiglia.. :good: Cosa ne pensate? é sufficientemente sicuro per le mie monetine?? :blum: O le lascio in banca? :rofl:4 punti
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Onestamente non posso non essere d'accordo con i timori espressi da Tinia - che peraltro ha sempre dispensato da profondo conoscitore pareri tecnici riguardo l'autenticita' o falsità' di diverse monete come faceva prima di lui un altro utente altrettanto ferrato : Numizmo. Non è' una questione di avarizia culturale ne' tantomeno di gelosia o supponenza. È' semplicemente una giusta cautela data l'estrema delicatezza della materia. Penso che sul Forum gia' si affrontino in modo molto aperto ed esplicito certe questioni di autenticità' piuttosto complesse. Anzi a volte l'eccesso a franchezza ha anche detto reazioni non proprio esemplari di alcuni commercianti punti sul vivo. Non si può' quindi tacciare il forum di bigottismo . E occorre poi non confondere una sana divulgazione che sul Forum viene fatta in lungo e in largo - nonostante qualcuno riesca sempre a lamentarsene ( chissà' cosa si faceva quando non 'era il forum internet è tutta questa condivisione..) con la ricerca più' approfondita che passa necessariamente per canali più' scientifici e formali ( non solo per la mumismatica ma per tutte le discipline). Così come esistono fior di libri di divulgazione di fisica ( di Weinbetg, Hawking , Feynman, etc) che rendono la materia accessibile a tutti , accanto ai trattati che servono per lo più' la comunità' scientifica - parimenti anche la mumismatica presenta senza grandi problemi diverse modalità' di divulgazione. Credo che in questa discussione esperti come Acraf, Vitellio, Tinia etc abbiano già portato dei rilevanti contributi. Nessuno di loro è' un ingenuo quindi sanno bene come trattare questa materia. Direi di cominciare da lì che gia' e' tanto. Non scordiamoci infatti che nell'arena virtuale del forum si possono raccogliere pareri e dialogare con personaggi che nella vita reale - in un circolo numismatico - difficilmente avremmo riuniti insieme e così disponibili con tale frequenza. Senza contare che il livello di oggi / grazie a queste e molti altri esperti naturalmente, è' un fattore 100 rispetto S quello che il forum poteva offrire ancora pochi anni fa.. Cominciamo con apprezzare quello che abbiamo è quello che internet ( attraverso il FAC e altri fora) ci mette a disposizione che a me sembra non sia così poco...?3 punti
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Solitamente non amo mettere in mostra le mie monete, ma stavolta sono davvero soddisfatto e volevo condividerla con voi! Perdonate la brutta foto, ma la moneta è meravigliosa: rilievi perfetti, una delicata patina... E ovviamente R2, 3000 pezzi coniati, il pezzo più raro della mia modesta collezione del Vaticano! Mi è stato fatto quello che ritengo essere un buon prezzo (neanche 80 euro, spedizione inclusa) e l'ho colto al volo, è una monetazione poco seguita ma secondo me davvero affascinante... era la prima volta che trovavo questo pezzo sul mercato.3 punti
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Per chi non e' di Roma , Via Piave e' una breve strada che parte dall' angolo est di Via XX Settembre con Via Goito e termina a Porta Salaria delle Mura Aureliane , per una lunghezza di circa 400 metri . All' angolo est di Via XX Settembre sorgeva in epoca repubblicana l' antica Porta Collina i cui resti sono forse quelli che si vedono nel cortile interno del Palazzo delle Finanze ; davanti questa Porta Annibale ammiro' le possenti Mura di Roma e non potendole varcare , sfogo' la sua rabbia lanciando in segno di sfida una lancia verso le Mura , dopo di che si ritiro' . Sotto questa Via Piave dovrebbe esserci il basolato dell' antica Via Salaria che in epoca repubblicana usciva probabilmente dalla Porta Collina , sostituita in epoca imperiale dalla piu' a Nord , Porta Salaria ; la Via attraversando quindi l' Appennino centrale arrivava ad Ascoli Piceno , Asculum , e infine sul Mare Adriatico in località Castrum Truentinum alla foce del fiume Tronto , sulla riva destra , dove oggi sorge Martinsicuro . Da Porta Collina , dalla quale uscivano la Via Salaria Nova e la Via Nomentana , la Salaria Vetus usciva invece da Porta Pinciana , percorrendo per circa 400 metri l' attuale tracciato di Via Piave , stesso tracciato dove passo' Alarico entrando dalla Porta Salaria il 24 Agosto del 410 , si arriva a Piazza Fiume al cui centro sono inseriti blocchetti di sanpietrini che riproducono la base e la forma originaria della Porta con le due torri rotonde ai lati che poi si congiungono alle Mura Aureliane tutt' ora presenti ; la Porta con le due torri rotonde ai lati , purtroppo non e' piu' esistente perché abbattuta nel 1871 per motivi di viabilita' ; tutta l’area intorno alla porta era tristemente nota come il “campus sceleratus”, dove venivano sepolti i condannati a morte e le Vestali ree di non aver osservato il voto di castità. La prima di cui si abbia notizia fu la Vestale Minucia, nel 336 a.C.: la pena per loro era di essere sepolte vive, come raccontano Plutarco, Fedro e Pomponio Leto. Nel 1996 sono stati effettuati nuovi scavi archeologici nell'area posta all'incrocio tra via Goito e via XX settembre, dove si trovano le tracce di ciò che rimane della porta Collina . La ristrettezza del saggio di scavo non ha potuto mettere in luce le fondazioni della porta e del tratto di mura ad essa connesso ; inoltre, la parte inferiore delle mura è risultata coperta da uno strato composto da limo , ghiaia , frammenti ceramici sporadici e frammenti di tufo , che ricopriva anche la trincea di fondazione . Questo strato poteva avere una funzione di piccolo contrafforte interno alle mura stesse , una sorta di ridotto aggere di contenimento . Sono anche state messe in luce due strutture quadrangolari , interpretate dagli archeologi come bastioni ad ulteriore difesa della porta , al centro dei quali passava il Vicus Portae Collinae . Sotto piantina con Via Piave , Porta Collina , Porta Salaria e l' ingresso principale del Palazzo delle Finanze lungo 300 metri e largo 1203 punti
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Un 1955 Guatemala 25-centavos nel 0,720 argento, 27mm di diametro e peso 8,33g. Il tipo, che era in produzione dal 1950 al 1959, ha avuto un inizio irregolare, ma ha colpito il suo passo nel 1952 e le monete datate 1955, come questo, era i più numerosi. Queste monete sono state autorizzate con decreto 1948 che reintitolato questa denominazione come un pezzo di 25-centavo. Era stato un ¼-quetzal poiché la riforma di valuta di ‘25—con la sola eccezione del 1943 problema prodotto nel U.S.—but dopo la guerra la moneta era ritornato per digitare come un ¼-quetzal dal 1946-49. L'interruttore a "25-centavos" fatto ragionare, con il quetzal essendo ancorato al dollaro americano, come era e come era il caso con l'invenzione del suo vicino settentrionale, quando questo pezzo di 25-centavo fu coniato nel 1955, il guatemalteco argento ha avuto dieci anni per l'esecuzione. La "donna indigena" raffigurata su questo pezzo è—ai miei occhi comunque—uno dei ritratti più distintivi di moneta del sud americano anni '50 e sempre—ancora una volta, ai miei occhi—suggerisce i colori intensamente luminosi delle riviste National Geographic e film racconti di quei giorni. Questo "indigeni" (come esso è stato designato nella legislazione) immagine era abbastanza successo che sopravvive su pezzi 25-centavo del Guatemala fino ai giorni nostri, anche se è vero che è stato modificato diverse volte nel corso di più di sei decenni dalla sua introduzione. Guatemalteca monete d'argento sono andata lungo, naturalmente, e questo 195 pezzo di 25-centavos avrebbe derogato circolazione anni fa. Esso avrebbe dovuto essergli intorno, inutilizzata per forse un quarto di secolo o giù di lì, quando si era finalmente demonetizzato il 6 gennaio 1997. :) v. ---------------------------------------- A 1955 Guatemala 25-centavos in .720 silver, 27mm in diameter and weighing 8.33g. The type, which was in production from 1950 through 1959, got an uneven start, but hit its stride in 1952 and the coins dated 1955, like this one, were the most numerous. These coins were authorized by a 1948 decree that retitled this denomination as a 25-centavo piece. It had been a ¼-quetzal since the currency reform of ’25—with the one exception of the 1943 issue produced in the U.S.—but after the war the coin had reverted to type as a ¼-quetzal from 1946-49. The switch to “25-centavos” made some sense, with the quetzal being pegged to the American dollar as it was, and as was the case with the coinage of its northern neighbor, when this 25-centavo piece was coined in 1955, Guatemalan silver had ten years to run. The “indigenous woman” pictured on this piece is—to my eyes anyway—one of the more distinctive coin portraits of the South American ‘50s, and always—again, to my eyes—suggests the intensely bright colors of the National Geographic magazines and film travelogues of those days. This “indigenous” (as it was styled in the legislation) image was successful enough that it survives on Guatemala’s 25-centavo pieces to the present day, although it’s true that it has been modified several times over the more than six decades since its introduction. Guatemalan silver coinage is long gone, of course, and this 1955 25-centavos piece would have departed circulation years ago. It would have been sitting around, unused for maybe a quarter-century or so, when it was finally demonetized on 6 January, 1997. :) v.3 punti
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...certe cose non succedono mica solo in Italia... http://www.midilibre.fr/2015/10/01/herault-lourdes-peines-pour-les-pilleurs-du-tresor-de-l-epave-du-xviiie-siecle,1221105.php2 punti
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Ho ricevuto la locandina in anteprima del prossimo convegno numismatico a Castellammare di Stabia (NA). Eccola! Grazie mille ad Attilio per l'organizzazione dell'evento sempre molto atteso .... e tanto ambito da noi della Campania.2 punti
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Gettone Bogo 1886 Carnevale Torino Il Carnevale torinese ha origini molto antiche e le prime attestazioni sono legate a provvedimenti delle autorità per evitare problemi di ordine pubblico, dovuti al clima di trasgressione creato da “riti spesso comici e licenziosi, trionfo del piacere più sfrenato con banchetti, danze, giochi e lazzi faceti e con un rovesciamento dei ruoli definiti nella società” (Manzo, 2006, p. 63). Una prima testimonianza del Carnevale è un ordinanza del 1343 che “proibiva ai torinesi di qualunque ceto di travestirsi ovvero di indossare vesti non confacenti al loto status sociale” (Manzo, 2006, p. 63). Nei secoli successivi si susseguono le disposizioni che proibiscono di andare in giro mascherati, di fare feste senza la preventiva licenza. I festeggiamenti carnevaleschi sono caratterizzati dai balli popolari all’aperto, dal corso delle carrozze, “una sfilata che toccava le principali vie del centro cittadino e che di svolgeva nei giorni compresi tra al domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, p. 65). Non mancavo, inoltre, i balli in costume nelle dimore nobili. Nel 1857 alcuni commercianti “pensarono di dare qualche maggior brio al Carnevale […] studiandosi cosa di dovesse fare, si immaginò una gran cavalcata rappresentante il ‘Ritorno in Torino del principe Amedeo VI, detto il Conte Verde” (Rocca, 1876). Questa iniziativa “forse un po’ troppo colta e raffinata, non suscitò l’entusiasmo del grande pubblico che preferì le mascherate e i carri allegorici dei pierrots, dei beduini e dei débardeurs (maschere del carnevale parigino) […] che sfilarono per la città la domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, pp. 71-72). Nello stesso anno venne creato il Babacio, “che percorreva le vie del centro cittadino su un carro seguito da un corteo di folla mascherata che ballava a tempo di musica sorreggendo centinaia di lampioncini fino a raggiungere piazza Vittorio, dove veniva bruciato in un tripudio di fuochi artificiali” (Manzo, 2006, p. 72). Questo rituale di addio al Carnevale, con la fiaccolata notturna e l’esplosione dell’enorme fantoccio, ripieno di petardi, diventerà un appuntamento fisso dei successivi carnevali. Per i festeggiamenti del 1858 venne messo in scena lo spettacolo ‘Il trionfo di Bacco’, l’anno dopo si svolse una grande sfilata di carri allegorici “improntata allo spirito patriottico che pervadeva ogni manifestazione pubblica: le maschere italiane a bordo di nove carri percorsero le vie della città, partendo all’una del pomeriggio da pizza Vittorio per ritornarvi a tarda sera” (Manzo, 2006, p. 74). Nel 1863 la Società Gianduia, che aveva assunto il coordinamento dei festeggiamenti, allo scopo di promuovere lo sviluppo del commercio e delle attività produttive allestì la Fiera fantastica, con in piazza Castello e via Po “innumerevoli banchi di trastulli, libri e stampe, fiori, confetti, frutta secca e giocattoli. Nasceva allora la Fiera dei vini in bottiglia, destinata a un duraturo successo” (Manzo, 2006, pp. 75-76). Nel 1867, per iniziativa dell’ordine cavalleresco del Gran Bogo, associazione che faceva capo al Circolo degli Artisti, fece la sua prima apparizione al Carnevale torinese il Gran Bogo, un personaggio presentato per la prima volta in una rappresentazione teatrale del romanzo Robinson Crusoe di Danile Defoe: era un buffo fantoccio dalla grossa testa, fatto di sottile budella che si riempiva gonfiandolo d’aria. In quell’anno i festeggiamenti si protrassero per quattro giorni, anziché i tradizionali tre, con uno spettacolare carosello in piazza Statuto, i balli pubblici, il corso dei carri e dei gruppi mascherati, la fiera fantastica con un centinaio di venditori; tutte le vie erano addobbate con apparati scenografici di grande impatto e un’eccezionale illuminazione a gas prodotta da migliaia di fiammelle (cfr. Marocco, 1867; Manzo, 2006, pp. 79-80). Il Carnevale del 1868 è segnato dalla prima edizione delle Giandujeidi: “erano un ibrido tra rievocazioni storiche ed episodi immaginari allestiti con pantomima. Lo scenario era via Po, da piazza Vittorio a piazza Castello. La trama delle Giandujedi (5 in tutto), fu elaborata da Giuseppe Giacosa. La prima fu eseguita il 22 febbraio 1868 e prendeva avvio dal rinvenimento di Gianduia tra le foglie di un cavolo colossale, nella piazza di Callianetto, seguito dalla sua repenti trasformazione in un baldo giovane a causa della caduta in un tino pieno di barbera e rapidamente prosciugato dal medesimo. La seconda fu rappresentata il 6 febbraio 1869 e cantava le imprese eroiche di Gianduia e la resistenza dei cittadini di Viù contro l’invasione di Annibale. La terza Giandujeide ebbe il titolo di ‘Giandujeide del secolo venturo’ e fu eseguita il 26 febbraio 1870; la quarta ‘Il soverchio rompe il coperchio ovvero il ratto di Gigìn, la stella del mulino”: rappresentata il 22 febbraio 1873 riprodusse con poche varianti la prima; la quinta ebbe luogo vent’anni dopo nel febbraio del 1893 ed assunse il nome di ‘Il drado di Gianduja’ […] in sei quadri (1500 attori in costume, 200 cavalieri)” (AA.VV., 1978, pp. 98-99). La spettacolare novità del Carnevale del 1870 è il Borgorama, realizzato in piazza Castello dall’associazione Gran Bogo: “Rappresentava nella facciata una testa di sfinge molto ben proporzionata e in pari tempo così colossale che poteva vedersi ad occhio nudo da piazza Vittorio, e tenendo la sfinge aperta la bocca, formava con essa l’entrata in sala, cui si saliva per un ponticello dalla piazza. […] Penetrati nella sala, dopo che ognuno aveva preso posto, si spegnevano i lumi e aveva principio lo svolgersi della tela lunga 120 metri, su cui erano state disegnate le principali e più importanti vedute di un viaggio dall’Alpi all’Egitto. E mentre si ammiravano que’ variati dipinti molto squisitamente eseguiti, uno de’ soci del Bogo ne faceva una interessante descrizione” (Rocca, 1876). Nel 1871 venne realizzato “un grandioso padiglione dal titolo ‘La lanterna magica’, sormontato dal Bogo, collocato a ridosso di Palazzo Madama, sul lato di via Po, come l’anno precedente. Vi si proiettavano dipinti realizzati su vetro, colorati con aniline e retroilluminati, di argomento politico e di attualità quali la guerra franco-prussiana, l’ingresso in Roma delle truppe italiane, il Plebiscito, l’inondazione del Tevere, il traforo del Cenisio” (Manzo, 2006, p. 85). Negli anni successivi l’associazione Gran Bogo promosse iniziative di altro tipo, come lo sfarzoso ballo presso la Società Promotrice di Belle Arti nel 1872 e lo spettacolo eroico fantastico ‘La disfida di Montebecco’ del 1873. Un grandioso e memorabile Carnevale venne organizzato nel 1886, in quanto Torino era stata prescelta per ospitare il 3° Congresso delle maschere italiane. A fianco di Palazzo Madama venne eretto il Ciabot d’Gianduja. “Oltre a balli, sfilate in maschera, fiera dei vini e fiera fantastica, serate di gala al teatro Regio,ogni sera ebbe luogo una ‘spaventevole sfida di Satana’, una gara di fuochi artificiali tra pirotecnici di tutta Italia culminata con il rogo del Babacio la sera del martedì grasso (Manzo, 2006, pp. 91-92). A partire da fine Ottocento il Carnevale torinese assume una programmazione consolidata, senza più gli eventi di grande richiamo che avevano caratterizzato le edizioni precedenti, con il corso delle maschere, le giostre e i baracconi in piazza Vittorio, la fiera fantastica e quella dei vini. Nella seconda metà del Novecento il Carnevale perde progressivamente di importanza, con la cessazione della sfilata di carri allegorici, l’abolizione della fiera dei vini e infine il trasferimento del luna park alla Pellerina, a metà degli anni Settanta. BOGO.pdf2 punti
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Si è verificato un problema con l'autore di questa discussione, vecchia conoscenza del forum, già bannato più volte (e anche adesso). Chiudo la disucssione, così come le altre tre da lui iniziate. petronius2 punti
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Sul primo credo si sia già parlato, nell'ambiente, ed io concordo sui dubbi esposti in merito all'autenticità. Il secondo è invece autentico, a mio avviso.2 punti
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Ciao Luciano, ti consiglio di vedere l'altra discussione sui grossi imitativi http://www.lamoneta.it/topic/140335-imitations-of-venetian-grossi-metcalf/ contraffazione in quanto sicuramente è di zecca ufficiale (vedasi i segni segreti). Gli imitativi riportano le indicazione dell'autorità emittente. Tra l'altro stavo leggendo un interessante articolo che ti posto su Caffa. Buona lettura.Fabry http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=6776&page=52 punti
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Facciamo un po' di bilanciamento, altrimenti pare "la caccia al perito o sedicente tale".... Voglio la perizia, al prezzo che dico io e, possibilmente, con scritto sopra quello che piacerebbe a me... Mi chiude per piacere tutte quelle che lei ritiene FDC ? E ma il suo collega li me la chiude FDC, allora vado da lui. Scusi posso avere un suo parere su questa moneta ? Grazie, arrivederci. Bella questa moneta chiusa dal perito X SPL/FDC... Spetta la porto dal perito Y che me chiude sicuro FDC e me la vendo meglio.... AHHHH, sa... Io colleziono SOLO monete FDC... Ehh noooo... Qua c'é scritto qFDC! Ma io le trovo a meno FDC E potrei andare avanti per ore. ;) Saluti felici ;)2 punti
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Ciao Luciano il tuo primo grosso postato al post 26 è una contraffazione. Oltre al segno fra le gambe tipico della produzione serba speculare con il segno sul braccio di S. Marco, abbiamo la X ruotata, i punti che rendono la leggenda LATE.V.PL, punzoni non chiari tra cui la S che danno l'impressione di essere non di produzione veneziana. Ciao e buona giornata2 punti
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Discussione interessantissima e importantissima quella iniziata da Alberto, ma molto complessa. Come è stato immediatamente evidenziato vi è notevole confusione non solo sui termini ma soprattutto sulle tecniche. Credo invece che sia opportuna una maggior conoscenza delle stesse, anche se mi sembra non si trovino libri di numismatica su tale argomento, a ponte con la metallurgia. Ad esempio i libri di Prokopov sui falsi bulgari, accennano solo di sfuggita alle tecniche. Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini. Vi sono tecniche relativamente recenti di falsificazione ancora poco note (es. fusione-pressata [con passaggio di coniazione], elettroerosione, coniazione da conii ottenuti con laser/stampanti 3D, ...) per cui invito (ringraziando) chi ha le necessarie competenze a segnalare testi ed articoli che affrontino queste tematiche, anche se comprendo la "gelosia" di chi già sa.2 punti
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1956 Nederland 1 gulden Argento 7202 punti
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Ciao a tutti vi racconto la mia avventura odierna per le vie di Bologna.... il mese scorso ho acquistato una moneta importante, almeno per me, di Umberto I (se fate una ricerca nel forum la scoprite), considerato che ci sono una marea di falsi di tale pezzo, che il venditore non era tra i preferiti o comunque sicuri... ho deciso di farla vedere dal vivo ad un esperto o tale.... quindi mi sono preso un giorno di ferie (poiche tutti i negozi di numismatica sono chiusi al sabato) e sono andato a farla periziare... (magari con fare un po spaesato ed ignaro di ciò che avessi tra le mani).. ed è emerso di tutto un po, ho girato ben 4 negozi... e sentite un po... 1 negozio) - faccio vedere la moneta e mi viene giudicata autentica, non la perizia e mi dice.... "il valore in questa condizione... ehm.. 130 euro! sa non arriva al Mb" alchè un po sconsolato ringrazio e me ne vado.... prima di uscire..."se è intenzionato venderla mi faccia un prezzo.." io rispondo no grazie.... 2 negozio) - faccio vedere la moneta e mi viene guardata ma poi mi viene detto "non credo sia autentica... ci sono molti falsi" e mi viene consigliato un altro negozio della città... 3 negozio) - (famossimo e già in passato conosciuto con piacere) faccio vedere la moneta (praticamente all'ingresso del negozio), e mi viene giudicata autentica.... chiedo se me la periziano e il commesso/proprietario (non so) mi dice "sa noi siamo un negozio ad alti livelli internazionali, per la perizia se proprio la vuole costa 150 euro! ", rifiuto naturalmente.. e mentre mi rimettono la moneta dentro una bustina di plastica.... gli cade!!! avete capito bene gli cade!! per fortuna niente danni e allibito me ne vado, prima pero.... "se è intenzionato venderla mi faccia un prezzo.." io rispondo no grazie.... 4 negozio) finalmente.... faccio vedere la moneta e mi viene giudicata autentica , valore di circa 1300 €. (a mio avviso un po abbondante ma va bene) e finalmente riesco a farla sigillare con un BB+ e 20 euro di spesa... morale.... mi pare che in questo settore ci sia un pochino di superficialità e mi pare anche ci sia un po troppo il senso di voler non dico truffare, ma ingannanre raggirare o approfittare della presunta ignoranza nel settore.... mi accorgo sempre di più (anni fa ne ero già rimasto disgustato ad un convegno bohphilex e tantè che non li frequento più) che la numismatica è bellissima.. ma non altrettanto i professionisti del settore....1 punto
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Potrebbe essere questa in modulo più piccolo? http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE924/40 Ciao M.1 punto
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....l'unico in grado di annientarlo potrebbe essere Goemon con la Katana.., che ti affetta anche un traliccio dell'alta tensione....1 punto
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...fino a 2 minuti fa, una cosa del genere pensavo di averla vista solo nei fumetti!! .... :lol: Questo è a prova di Banda Bassotti.....anzi, di Amelia-la fattucchiera-che ammalia, puoi metterci dentro la Numero Uno!!!.....1 punto
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Ho dovuto editare una serie di messaggi concatenati l'uno all'altro. Alcuni di questi contenevano spunti interessanti, ma si sarebbe perso il senso logico. Se voleste ripostare SOLO le parti sensate sarebbe ottimo; le polemiche e, soprattutto, le offese personali vediamo di evitarle. Vorrei ricordare che, iscrivendosi al forum,m se ne accettano le regole che sono contenute nel regolamento ed anche nelle comunicazioni ufficiali dello staff all'utenza. Non è consentito (e neppure sensato) attaccare personalmente altri utenti con frasi ed epiteti davvero fastidiosi.1 punto
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Bravo Mirko Addirittura si potrebbe pensare alla tua lista integrata non solo dei nominativi mancanti ma addirittura dei ritratti ( ove disponibili) per ciascun nominativo Sarebbe veramente un bel lavoro da utilizzare anche per motivi didattici e di divulgazione1 punto
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@@contemax67 non ti ho abbandonato. Oggi non ho avuto tempo, ma domani esamino la tua moneta.1 punto
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La Repubblica Di Austria. 25 SHILLING (200 ° anniversario della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart). la Repubblica di Ungheria. 10 ° anniversario della Fiorino emissione. 10 FORINT. 20 FORINT. 25 FORINT. La Repubblica democratica tedesca. 1 DEUTSCHE MARK. Jersey. Elizabeth II ° (1926) 4 DOUBLES. THREE PENCE. La prima repubblica portoghese XX (20) CENTAVOS.1 punto
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Beh l'argomento falsi e' complesso non ci sono dubbi, e' anche materia per veramente esperti, però nel tempo anche qui sul forum ricordo ottime discussioni, tra l'altro e' uscito un bellissimo libro sulla falsificazione dagli Atti del 32 convegno Numismatico di Torino del 2013 a cura tra l'altro anche di Lamoneta e con autore il vice amm. del forum Francesco Lamanna, e' un utile strumento ...fatto molto bene....poi certamente c'è chi divulga, chi meno, chi nulla però questo capita in ogni ambito, forum compreso ....dove gli attori sono purtroppo pochi e i lettori, spesso altamente qualificati molti....ma così e' da sempre ....non sono novità.....chi divulga lo fa per passione.....1 punto
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Contento lui .....!!!!,ognuno i propri soldi li può spendere come meglio crede :-( :-(1 punto
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@@sulinus dalle foto non deve venir fuori solo la patina ma anche la moneta:si vede poco Ad ogni modo la moneta mi sembra che abbia una conservazione molto buona,sicuro spl,ma se fai foto migliori ti sapremo dire ;) --Salutoni -odjob1 punto
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Voglio dare un piccolo contributo alla Discussione, anche se preso dal web (NAC 35 lotto 954). Mi sembra che questa particolare moneta, considerata addirittura R4 da Crippa, non sia ancora stata postata in questa Discussione (la maiuscola è voluta al 100%). Scudo 1577 Crippa 10/A1 punto
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ciao...quelli al R R son quelli che mi piaceno di piu.... :good: perche credo sono quelli de i piu rari?!....o mi posso sbaglia? :rofl:1 punto
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Appena arrivato sembra veramente ben fatto ... Con moltissime immagini tutte a colori , paragrafi corti che si riescono a leggere senza problemi anche per chi l inglese lo sa cosí cosí ... History of medieval coinage in England " by Richard Kelleher L'autore l ho conosciuto su accademia.edu dove rende disponibili moltissimi suoi articoli interessanti ...1 punto
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Tra le monete in argento/niobio e i 2 euro colorati secondo me c'è una bella differenza. Le prime sono monete per collezionisti che hanno un processo di coniazione molto particolare mentre i 2 euro colorati sono una "forzatura" in quanto viene alterata una moneta destinata alla normale circolazione.1 punto
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Ecco questa è una proposta che mi piace molto. Perché gli esperti di questo forum non si riuniscono e pubblicano un bel volume, completo, sui falsi? Secondo me avrebbe un'ampia diffusione sia tra collezionisti sia tra studiosi. Evitando sterili polemiche, possibilmente. Grazie e saluti. Maria A.1 punto
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Appena arrivato, libro molto interessante, corredato da foto stupende, forse il prezzo un po troppo caro al cambio é venuto sui 52€ , comunque sono soddisfatto dell acquisto Ecco dove Pistrucci ha tratto ispirazione1 punto
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@@eliodoro non è Victoria Romanorum ma Gloria Romanorum. Nel cinquecento si riproducevano dei multipli di solidi con grande perizia riuscendo a rifare lo stile dell'epoca perfettamente, il fatto che non presenti nessun crack da coniatura, viste le dimensioni, mi porta a pensare che si tratti di piombo, molto bello e vista la perizia artistica sono convinto che si tratti di un incisione rinascimentale. Saluti Babelone1 punto
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Ritengo che il pezzo valga attorno ai mille euro. Ovviamente la stima è da prendere "cum grano salis", viste le foto, ma stante il realizzo alla Este Milani direi che ci aggiriamo attorno a quella cifra. Tenga presente che un commerciante le offrirà un 25/30% in meno, percentuale corrispondente al suo guadagno.1 punto
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Tornando al mezzo scudo d'argento col Sant'Ambrogio da Cronos 1, lotto 335 abbiamo questo pezzo a cui viene data rarità R5, la particolarità, oltre alla bellezza probabile opera di leone Leoni, sta nel fatto che qui Sant'Ambrogio non ha lo staffile in mano. Una battitura non perfetta....una anomalia dell'incisore ? Di certo vista la grandissima rarità del pezzo l'anomalia fu presto colmata....1 punto
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Che senso ha spendere 20 euro per periziare una moneta da 150? specialmente su tipologie comuni come le 100 lire della R.I. Se lo si fa per una certificazione della conservazione ha ancora meno senso perché l'opinione del perito è, per ovvie ragioni, un' opinione personale e non necessariamente condivisa da altri.1 punto
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Ma non sarebbe il caso di cominciare a fare un pò di nomi di questi "PROFESSIONISTI"?1 punto
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Aggiorno questo 'meno poetico' aspetto del collezionare. Monete direi seconde a parimerito, in accelerazione. La passione numismatica sembra che ci sia :) * Quotazioni piuttosto alte quindi :( *parliamo di monete da collezione di una certa ricercatezza, diciamo > 10K €, comunque è uno specchietto indicativo.1 punto
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Qui l'esemplare in asta da Nomisma mercoledì, classificato qSPL. http://nomisma.bidinside.com/it/lot/42538/vittorio-emanuele-ii-1861-1878-20-lire-1861-/ A me sembra che il pezzo postato da @@marmo87 sia un pelino superiore1 punto
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