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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/13/15 in tutte le aree
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Buona sera a tutti!! Oggi vi presento un pezzo della collezione di famiglia.. :good: Cosa ne pensate? é sufficientemente sicuro per le mie monetine?? :blum: O le lascio in banca? :rofl:4 punti
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Onestamente non posso non essere d'accordo con i timori espressi da Tinia - che peraltro ha sempre dispensato da profondo conoscitore pareri tecnici riguardo l'autenticita' o falsità' di diverse monete come faceva prima di lui un altro utente altrettanto ferrato : Numizmo. Non è' una questione di avarizia culturale ne' tantomeno di gelosia o supponenza. È' semplicemente una giusta cautela data l'estrema delicatezza della materia. Penso che sul Forum gia' si affrontino in modo molto aperto ed esplicito certe questioni di autenticità' piuttosto complesse. Anzi a volte l'eccesso a franchezza ha anche detto reazioni non proprio esemplari di alcuni commercianti punti sul vivo. Non si può' quindi tacciare il forum di bigottismo . E occorre poi non confondere una sana divulgazione che sul Forum viene fatta in lungo e in largo - nonostante qualcuno riesca sempre a lamentarsene ( chissà' cosa si faceva quando non 'era il forum internet è tutta questa condivisione..) con la ricerca più' approfondita che passa necessariamente per canali più' scientifici e formali ( non solo per la mumismatica ma per tutte le discipline). Così come esistono fior di libri di divulgazione di fisica ( di Weinbetg, Hawking , Feynman, etc) che rendono la materia accessibile a tutti , accanto ai trattati che servono per lo più' la comunità' scientifica - parimenti anche la mumismatica presenta senza grandi problemi diverse modalità' di divulgazione. Credo che in questa discussione esperti come Acraf, Vitellio, Tinia etc abbiano già portato dei rilevanti contributi. Nessuno di loro è' un ingenuo quindi sanno bene come trattare questa materia. Direi di cominciare da lì che gia' e' tanto. Non scordiamoci infatti che nell'arena virtuale del forum si possono raccogliere pareri e dialogare con personaggi che nella vita reale - in un circolo numismatico - difficilmente avremmo riuniti insieme e così disponibili con tale frequenza. Senza contare che il livello di oggi / grazie a queste e molti altri esperti naturalmente, è' un fattore 100 rispetto S quello che il forum poteva offrire ancora pochi anni fa.. Cominciamo con apprezzare quello che abbiamo è quello che internet ( attraverso il FAC e altri fora) ci mette a disposizione che a me sembra non sia così poco...?3 punti
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Solitamente non amo mettere in mostra le mie monete, ma stavolta sono davvero soddisfatto e volevo condividerla con voi! Perdonate la brutta foto, ma la moneta è meravigliosa: rilievi perfetti, una delicata patina... E ovviamente R2, 3000 pezzi coniati, il pezzo più raro della mia modesta collezione del Vaticano! Mi è stato fatto quello che ritengo essere un buon prezzo (neanche 80 euro, spedizione inclusa) e l'ho colto al volo, è una monetazione poco seguita ma secondo me davvero affascinante... era la prima volta che trovavo questo pezzo sul mercato.3 punti
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Per chi non e' di Roma , Via Piave e' una breve strada che parte dall' angolo est di Via XX Settembre con Via Goito e termina a Porta Salaria delle Mura Aureliane , per una lunghezza di circa 400 metri . All' angolo est di Via XX Settembre sorgeva in epoca repubblicana l' antica Porta Collina i cui resti sono forse quelli che si vedono nel cortile interno del Palazzo delle Finanze ; davanti questa Porta Annibale ammiro' le possenti Mura di Roma e non potendole varcare , sfogo' la sua rabbia lanciando in segno di sfida una lancia verso le Mura , dopo di che si ritiro' . Sotto questa Via Piave dovrebbe esserci il basolato dell' antica Via Salaria che in epoca repubblicana usciva probabilmente dalla Porta Collina , sostituita in epoca imperiale dalla piu' a Nord , Porta Salaria ; la Via attraversando quindi l' Appennino centrale arrivava ad Ascoli Piceno , Asculum , e infine sul Mare Adriatico in località Castrum Truentinum alla foce del fiume Tronto , sulla riva destra , dove oggi sorge Martinsicuro . Da Porta Collina , dalla quale uscivano la Via Salaria Nova e la Via Nomentana , la Salaria Vetus usciva invece da Porta Pinciana , percorrendo per circa 400 metri l' attuale tracciato di Via Piave , stesso tracciato dove passo' Alarico entrando dalla Porta Salaria il 24 Agosto del 410 , si arriva a Piazza Fiume al cui centro sono inseriti blocchetti di sanpietrini che riproducono la base e la forma originaria della Porta con le due torri rotonde ai lati che poi si congiungono alle Mura Aureliane tutt' ora presenti ; la Porta con le due torri rotonde ai lati , purtroppo non e' piu' esistente perché abbattuta nel 1871 per motivi di viabilita' ; tutta l’area intorno alla porta era tristemente nota come il “campus sceleratus”, dove venivano sepolti i condannati a morte e le Vestali ree di non aver osservato il voto di castità. La prima di cui si abbia notizia fu la Vestale Minucia, nel 336 a.C.: la pena per loro era di essere sepolte vive, come raccontano Plutarco, Fedro e Pomponio Leto. Nel 1996 sono stati effettuati nuovi scavi archeologici nell'area posta all'incrocio tra via Goito e via XX settembre, dove si trovano le tracce di ciò che rimane della porta Collina . La ristrettezza del saggio di scavo non ha potuto mettere in luce le fondazioni della porta e del tratto di mura ad essa connesso ; inoltre, la parte inferiore delle mura è risultata coperta da uno strato composto da limo , ghiaia , frammenti ceramici sporadici e frammenti di tufo , che ricopriva anche la trincea di fondazione . Questo strato poteva avere una funzione di piccolo contrafforte interno alle mura stesse , una sorta di ridotto aggere di contenimento . Sono anche state messe in luce due strutture quadrangolari , interpretate dagli archeologi come bastioni ad ulteriore difesa della porta , al centro dei quali passava il Vicus Portae Collinae . Sotto piantina con Via Piave , Porta Collina , Porta Salaria e l' ingresso principale del Palazzo delle Finanze lungo 300 metri e largo 1203 punti
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Un 1955 Guatemala 25-centavos nel 0,720 argento, 27mm di diametro e peso 8,33g. Il tipo, che era in produzione dal 1950 al 1959, ha avuto un inizio irregolare, ma ha colpito il suo passo nel 1952 e le monete datate 1955, come questo, era i più numerosi. Queste monete sono state autorizzate con decreto 1948 che reintitolato questa denominazione come un pezzo di 25-centavo. Era stato un ¼-quetzal poiché la riforma di valuta di ‘25—con la sola eccezione del 1943 problema prodotto nel U.S.—but dopo la guerra la moneta era ritornato per digitare come un ¼-quetzal dal 1946-49. L'interruttore a "25-centavos" fatto ragionare, con il quetzal essendo ancorato al dollaro americano, come era e come era il caso con l'invenzione del suo vicino settentrionale, quando questo pezzo di 25-centavo fu coniato nel 1955, il guatemalteco argento ha avuto dieci anni per l'esecuzione. La "donna indigena" raffigurata su questo pezzo è—ai miei occhi comunque—uno dei ritratti più distintivi di moneta del sud americano anni '50 e sempre—ancora una volta, ai miei occhi—suggerisce i colori intensamente luminosi delle riviste National Geographic e film racconti di quei giorni. Questo "indigeni" (come esso è stato designato nella legislazione) immagine era abbastanza successo che sopravvive su pezzi 25-centavo del Guatemala fino ai giorni nostri, anche se è vero che è stato modificato diverse volte nel corso di più di sei decenni dalla sua introduzione. Guatemalteca monete d'argento sono andata lungo, naturalmente, e questo 195 pezzo di 25-centavos avrebbe derogato circolazione anni fa. Esso avrebbe dovuto essergli intorno, inutilizzata per forse un quarto di secolo o giù di lì, quando si era finalmente demonetizzato il 6 gennaio 1997. :) v. ---------------------------------------- A 1955 Guatemala 25-centavos in .720 silver, 27mm in diameter and weighing 8.33g. The type, which was in production from 1950 through 1959, got an uneven start, but hit its stride in 1952 and the coins dated 1955, like this one, were the most numerous. These coins were authorized by a 1948 decree that retitled this denomination as a 25-centavo piece. It had been a ¼-quetzal since the currency reform of ’25—with the one exception of the 1943 issue produced in the U.S.—but after the war the coin had reverted to type as a ¼-quetzal from 1946-49. The switch to “25-centavos” made some sense, with the quetzal being pegged to the American dollar as it was, and as was the case with the coinage of its northern neighbor, when this 25-centavo piece was coined in 1955, Guatemalan silver had ten years to run. The “indigenous woman” pictured on this piece is—to my eyes anyway—one of the more distinctive coin portraits of the South American ‘50s, and always—again, to my eyes—suggests the intensely bright colors of the National Geographic magazines and film travelogues of those days. This “indigenous” (as it was styled in the legislation) image was successful enough that it survives on Guatemala’s 25-centavo pieces to the present day, although it’s true that it has been modified several times over the more than six decades since its introduction. Guatemalan silver coinage is long gone, of course, and this 1955 25-centavos piece would have departed circulation years ago. It would have been sitting around, unused for maybe a quarter-century or so, when it was finally demonetized on 6 January, 1997. :) v.3 punti
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...certe cose non succedono mica solo in Italia... http://www.midilibre.fr/2015/10/01/herault-lourdes-peines-pour-les-pilleurs-du-tresor-de-l-epave-du-xviiie-siecle,1221105.php2 punti
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Ho ricevuto la locandina in anteprima del prossimo convegno numismatico a Castellammare di Stabia (NA). Eccola! Grazie mille ad Attilio per l'organizzazione dell'evento sempre molto atteso .... e tanto ambito da noi della Campania.2 punti
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Gettone Bogo 1886 Carnevale Torino Il Carnevale torinese ha origini molto antiche e le prime attestazioni sono legate a provvedimenti delle autorità per evitare problemi di ordine pubblico, dovuti al clima di trasgressione creato da “riti spesso comici e licenziosi, trionfo del piacere più sfrenato con banchetti, danze, giochi e lazzi faceti e con un rovesciamento dei ruoli definiti nella società” (Manzo, 2006, p. 63). Una prima testimonianza del Carnevale è un ordinanza del 1343 che “proibiva ai torinesi di qualunque ceto di travestirsi ovvero di indossare vesti non confacenti al loto status sociale” (Manzo, 2006, p. 63). Nei secoli successivi si susseguono le disposizioni che proibiscono di andare in giro mascherati, di fare feste senza la preventiva licenza. I festeggiamenti carnevaleschi sono caratterizzati dai balli popolari all’aperto, dal corso delle carrozze, “una sfilata che toccava le principali vie del centro cittadino e che di svolgeva nei giorni compresi tra al domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, p. 65). Non mancavo, inoltre, i balli in costume nelle dimore nobili. Nel 1857 alcuni commercianti “pensarono di dare qualche maggior brio al Carnevale […] studiandosi cosa di dovesse fare, si immaginò una gran cavalcata rappresentante il ‘Ritorno in Torino del principe Amedeo VI, detto il Conte Verde” (Rocca, 1876). Questa iniziativa “forse un po’ troppo colta e raffinata, non suscitò l’entusiasmo del grande pubblico che preferì le mascherate e i carri allegorici dei pierrots, dei beduini e dei débardeurs (maschere del carnevale parigino) […] che sfilarono per la città la domenica e il martedì grassi” (Manzo, 2006, pp. 71-72). Nello stesso anno venne creato il Babacio, “che percorreva le vie del centro cittadino su un carro seguito da un corteo di folla mascherata che ballava a tempo di musica sorreggendo centinaia di lampioncini fino a raggiungere piazza Vittorio, dove veniva bruciato in un tripudio di fuochi artificiali” (Manzo, 2006, p. 72). Questo rituale di addio al Carnevale, con la fiaccolata notturna e l’esplosione dell’enorme fantoccio, ripieno di petardi, diventerà un appuntamento fisso dei successivi carnevali. Per i festeggiamenti del 1858 venne messo in scena lo spettacolo ‘Il trionfo di Bacco’, l’anno dopo si svolse una grande sfilata di carri allegorici “improntata allo spirito patriottico che pervadeva ogni manifestazione pubblica: le maschere italiane a bordo di nove carri percorsero le vie della città, partendo all’una del pomeriggio da pizza Vittorio per ritornarvi a tarda sera” (Manzo, 2006, p. 74). Nel 1863 la Società Gianduia, che aveva assunto il coordinamento dei festeggiamenti, allo scopo di promuovere lo sviluppo del commercio e delle attività produttive allestì la Fiera fantastica, con in piazza Castello e via Po “innumerevoli banchi di trastulli, libri e stampe, fiori, confetti, frutta secca e giocattoli. Nasceva allora la Fiera dei vini in bottiglia, destinata a un duraturo successo” (Manzo, 2006, pp. 75-76). Nel 1867, per iniziativa dell’ordine cavalleresco del Gran Bogo, associazione che faceva capo al Circolo degli Artisti, fece la sua prima apparizione al Carnevale torinese il Gran Bogo, un personaggio presentato per la prima volta in una rappresentazione teatrale del romanzo Robinson Crusoe di Danile Defoe: era un buffo fantoccio dalla grossa testa, fatto di sottile budella che si riempiva gonfiandolo d’aria. In quell’anno i festeggiamenti si protrassero per quattro giorni, anziché i tradizionali tre, con uno spettacolare carosello in piazza Statuto, i balli pubblici, il corso dei carri e dei gruppi mascherati, la fiera fantastica con un centinaio di venditori; tutte le vie erano addobbate con apparati scenografici di grande impatto e un’eccezionale illuminazione a gas prodotta da migliaia di fiammelle (cfr. Marocco, 1867; Manzo, 2006, pp. 79-80). Il Carnevale del 1868 è segnato dalla prima edizione delle Giandujeidi: “erano un ibrido tra rievocazioni storiche ed episodi immaginari allestiti con pantomima. Lo scenario era via Po, da piazza Vittorio a piazza Castello. La trama delle Giandujedi (5 in tutto), fu elaborata da Giuseppe Giacosa. La prima fu eseguita il 22 febbraio 1868 e prendeva avvio dal rinvenimento di Gianduia tra le foglie di un cavolo colossale, nella piazza di Callianetto, seguito dalla sua repenti trasformazione in un baldo giovane a causa della caduta in un tino pieno di barbera e rapidamente prosciugato dal medesimo. La seconda fu rappresentata il 6 febbraio 1869 e cantava le imprese eroiche di Gianduia e la resistenza dei cittadini di Viù contro l’invasione di Annibale. La terza Giandujeide ebbe il titolo di ‘Giandujeide del secolo venturo’ e fu eseguita il 26 febbraio 1870; la quarta ‘Il soverchio rompe il coperchio ovvero il ratto di Gigìn, la stella del mulino”: rappresentata il 22 febbraio 1873 riprodusse con poche varianti la prima; la quinta ebbe luogo vent’anni dopo nel febbraio del 1893 ed assunse il nome di ‘Il drado di Gianduja’ […] in sei quadri (1500 attori in costume, 200 cavalieri)” (AA.VV., 1978, pp. 98-99). La spettacolare novità del Carnevale del 1870 è il Borgorama, realizzato in piazza Castello dall’associazione Gran Bogo: “Rappresentava nella facciata una testa di sfinge molto ben proporzionata e in pari tempo così colossale che poteva vedersi ad occhio nudo da piazza Vittorio, e tenendo la sfinge aperta la bocca, formava con essa l’entrata in sala, cui si saliva per un ponticello dalla piazza. […] Penetrati nella sala, dopo che ognuno aveva preso posto, si spegnevano i lumi e aveva principio lo svolgersi della tela lunga 120 metri, su cui erano state disegnate le principali e più importanti vedute di un viaggio dall’Alpi all’Egitto. E mentre si ammiravano que’ variati dipinti molto squisitamente eseguiti, uno de’ soci del Bogo ne faceva una interessante descrizione” (Rocca, 1876). Nel 1871 venne realizzato “un grandioso padiglione dal titolo ‘La lanterna magica’, sormontato dal Bogo, collocato a ridosso di Palazzo Madama, sul lato di via Po, come l’anno precedente. Vi si proiettavano dipinti realizzati su vetro, colorati con aniline e retroilluminati, di argomento politico e di attualità quali la guerra franco-prussiana, l’ingresso in Roma delle truppe italiane, il Plebiscito, l’inondazione del Tevere, il traforo del Cenisio” (Manzo, 2006, p. 85). Negli anni successivi l’associazione Gran Bogo promosse iniziative di altro tipo, come lo sfarzoso ballo presso la Società Promotrice di Belle Arti nel 1872 e lo spettacolo eroico fantastico ‘La disfida di Montebecco’ del 1873. Un grandioso e memorabile Carnevale venne organizzato nel 1886, in quanto Torino era stata prescelta per ospitare il 3° Congresso delle maschere italiane. A fianco di Palazzo Madama venne eretto il Ciabot d’Gianduja. “Oltre a balli, sfilate in maschera, fiera dei vini e fiera fantastica, serate di gala al teatro Regio,ogni sera ebbe luogo una ‘spaventevole sfida di Satana’, una gara di fuochi artificiali tra pirotecnici di tutta Italia culminata con il rogo del Babacio la sera del martedì grasso (Manzo, 2006, pp. 91-92). A partire da fine Ottocento il Carnevale torinese assume una programmazione consolidata, senza più gli eventi di grande richiamo che avevano caratterizzato le edizioni precedenti, con il corso delle maschere, le giostre e i baracconi in piazza Vittorio, la fiera fantastica e quella dei vini. Nella seconda metà del Novecento il Carnevale perde progressivamente di importanza, con la cessazione della sfilata di carri allegorici, l’abolizione della fiera dei vini e infine il trasferimento del luna park alla Pellerina, a metà degli anni Settanta. BOGO.pdf2 punti
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Si è verificato un problema con l'autore di questa discussione, vecchia conoscenza del forum, già bannato più volte (e anche adesso). Chiudo la disucssione, così come le altre tre da lui iniziate. petronius2 punti
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Sul primo credo si sia già parlato, nell'ambiente, ed io concordo sui dubbi esposti in merito all'autenticità. Il secondo è invece autentico, a mio avviso.2 punti
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Ciao Luciano, ti consiglio di vedere l'altra discussione sui grossi imitativi http://www.lamoneta.it/topic/140335-imitations-of-venetian-grossi-metcalf/ contraffazione in quanto sicuramente è di zecca ufficiale (vedasi i segni segreti). Gli imitativi riportano le indicazione dell'autorità emittente. Tra l'altro stavo leggendo un interessante articolo che ti posto su Caffa. Buona lettura.Fabry http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=6776&page=52 punti
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Facciamo un po' di bilanciamento, altrimenti pare "la caccia al perito o sedicente tale".... Voglio la perizia, al prezzo che dico io e, possibilmente, con scritto sopra quello che piacerebbe a me... Mi chiude per piacere tutte quelle che lei ritiene FDC ? E ma il suo collega li me la chiude FDC, allora vado da lui. Scusi posso avere un suo parere su questa moneta ? Grazie, arrivederci. Bella questa moneta chiusa dal perito X SPL/FDC... Spetta la porto dal perito Y che me chiude sicuro FDC e me la vendo meglio.... AHHHH, sa... Io colleziono SOLO monete FDC... Ehh noooo... Qua c'é scritto qFDC! Ma io le trovo a meno FDC E potrei andare avanti per ore. ;) Saluti felici ;)2 punti
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Ciao Luciano il tuo primo grosso postato al post 26 è una contraffazione. Oltre al segno fra le gambe tipico della produzione serba speculare con il segno sul braccio di S. Marco, abbiamo la X ruotata, i punti che rendono la leggenda LATE.V.PL, punzoni non chiari tra cui la S che danno l'impressione di essere non di produzione veneziana. Ciao e buona giornata2 punti
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Discussione interessantissima e importantissima quella iniziata da Alberto, ma molto complessa. Come è stato immediatamente evidenziato vi è notevole confusione non solo sui termini ma soprattutto sulle tecniche. Credo invece che sia opportuna una maggior conoscenza delle stesse, anche se mi sembra non si trovino libri di numismatica su tale argomento, a ponte con la metallurgia. Ad esempio i libri di Prokopov sui falsi bulgari, accennano solo di sfuggita alle tecniche. Come insegna poi la recente storia del falso decadramma Weiss (Agrigento), alcune monete possono essere riconosciute come non originali solo tramite analisi metallurgiche sofisticate, piuttosto che dalle immagini. Vi sono tecniche relativamente recenti di falsificazione ancora poco note (es. fusione-pressata [con passaggio di coniazione], elettroerosione, coniazione da conii ottenuti con laser/stampanti 3D, ...) per cui invito (ringraziando) chi ha le necessarie competenze a segnalare testi ed articoli che affrontino queste tematiche, anche se comprendo la "gelosia" di chi già sa.2 punti
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1956 Nederland 1 gulden Argento 7202 punti
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Tra le tante volte che mi è capitato di sfogliare il volume "Saggi preliminari su l'arte della moneta nella Sicilia greca" di Giulio Emanuele Rizzo (ristampa anastatica dell'edizione del 1938, pubblicata nel 1980 da Arnaldo Forni Editore), mi ha sempre incuriosito alla fine della prefazione - a pagina 6 - la presenza di una foto che raffigura al dritto un tetradramma di Aitna. Come si evince dalla foto che ho allegato, tratta dal volume in questione, il sileno presenta una barba perfettamente integra rispetto all'esemplare di Bruxelles. Partendo dal presupposto che tutt'oggi l'unico tetradramma di Aitna con testa di sileno conosciuto ufficialmente, è l'esemplare acquistato da Lucien de Hirsch nel 1882, deduco quindi che il pezzo presentato da Rizzo, seppur in maniera parziale (solo il dritto) è un falso. Personalmente reputo il pezzo più affascinante rispetto agli altri falsi tetradrammi di Aitna che sono apparsi nel corso degli anni. Molto prababilmente sono stato ingannato dalla foto in bianco e nero, che rende forse più suggestiva l'immagine, ma nel complesso posso affermare che la moneta mi è piaciuta, così come deve essere piaciuta a Rizzo che l'ha pubblicata. Dopo queste brevi osservazioni personali, chiedo agli utenti del forum i loro pareri, e se conoscono la storia di questa moneta, che io per ovvie ragioni ho definito un "falso".1 punto
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Buonasera a tutti, molti anni fa (quando raccoglievo e non collezionavo) comprai in un mercatino della mia città questa medaglia. Man mano che il tempo passava accantonavo le medaglie/monete che non mi interessavano in una scatoletta di legno. Durante quest' ultimo week end, visto le avverse condizioni meteo, ho riesumato i miei acquisti "sbagliati" e ho ritrovato, tra le tante, questa medaglia. Ho fatto delle ricerche sia su "google immagini" e sia sui "cataloghi di lamoneta" ho trovato qualcosa di simile, ma di uguale nulla. Sarei grato se qualche utente/curatore mi potesse aiutare. Metallo: alluminio dorato. Diametro: 37 m/m .1 punto
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Questa moneta è insolitamente grande, non sono neanche sicuro che sia una moneta quindi la sottopongo alla vostra attenzione: Fronte e Retro Peso:237gr Diametro:7,4cm Grazie WBPL1 punto
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La moneta è autentica, quello che le è stato fatto è ovviamente successivo, da una rapida ricerca su internet quello che è emerso digitando la frase che si riesce a leggere se corretta riguarda il partito nazionalsocialista, propaganda ? Potrei sbagliarmi comunque, voglio sperare che sia la pubblicità di qualche locale tirolese............ :pardon: Come hanno fatto a rigare il bordo invece proprio non lo so, in meccanica non sono molto ferrato.1 punto
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Si è verificato un problema con l'autore di questa discussione, vecchia conoscenza del forum, già bannato più volte (e anche adesso). Se vorrà, potrà comunque fare tesoro di tutto ciò che gli avete consigliato...quanto alla discussione, sono obbligato a chiuderla. petronius.1 punto
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Beh R R lo troviamo in molti dei minuti tardi della fase dogi a vita e, effettivamente molti di questi sono rari ... ( o meglio sono rari qua sul continente :) perche da voi mi sembra ci sia grande abbondanza ;) )1 punto
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Buonasera Varesi, quello che volevo dire è che mi sembra un pò statico all'occhio,informazioni ci sono ma messe un pò "alla militare". Prendo ad esempio "Il Giornale della Numismatica" sò che altra cosa ma qualche articoletto sull'uscita di nuove monete euro Europee o qualche recente studio su qualche moneta,un pò di foto sia di Periti che di Monete magari nelle fiere o raduni e nel caso anche qualche pubblicità di buoni Numismatici/Commercianti professionisti non ci starebbero cosi male. Possono essere anche un buon suggerimento per chi non sa dove andare ad acquistare con sicurezza. Un pò più interattivo con il visitatore. O no?!1 punto
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Appena arrivato sembra veramente ben fatto ... Con moltissime immagini tutte a colori , paragrafi corti che si riescono a leggere senza problemi anche per chi l inglese lo sa cosí cosí ... History of medieval coinage in England " by Richard Kelleher L'autore l ho conosciuto su accademia.edu dove rende disponibili moltissimi suoi articoli interessanti ...1 punto
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Visto il notevole interesse, che spero potrà rinnovarsi ulteriormente, sposto la discussione tra le importanti.1 punto
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la prossima settimana passo dal Lussemburgo. Si trovano in circolazione i due euro commemorativi 2015 e 2014? ed è possibile trovare in circolazione le altre monete del 2015? grazie Penguin1 punto
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Per l'euro tapiro ci sarà sempre più da sbizzarrirsi con questi 2€ brutti e assurdi -.-1 punto
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Le informazioni sugli errori contenuti nei falsi, non quelle sulle tecniche utilizzate per produrli! Queste conoscenze potrebbero piuttosto essere destinate ad ampliare la consapevolezza: ma forse meno si sa meglio è ... Ribadisco una mia proposta fatta in passato, e cioè che potrebbe essere opportuno ritagliare delle aree protette nel forum per poter discorrere anche di argomenti "scabrosi".1 punto
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INFO...da wikipedia. Marco Porcio Catone Uticense (latino: Marcus Porcius Cato Uticensis, detto anche l'Uticense oMinor per distinguerlo dal suo avo Marco Porcio Catone detto pertanto Maior; Roma, 95 a.C. – Utica, 12 aprile 46 a.C.) è stato un politico, militare, scrittore e magistrato monetario romano. Se si eccettua l'accusa, non verificata, di ebrius (ubriacone) mossagli da Giulio Cesare, l'Uticense è descritto persino dalle fonti a lui ostili come una figura di somma rettitudine, personaggio incorruttibile, imparziale e molto scomodo per gli avversari. È mostrato come il campione delle prische virtù romane per antonomasia, uomo fuori del suo tempo, citato ogni qual volta si volevano lodare (o anche sbeffeggiare, come in Marziale) i Romani dei tempi eroici. Seguace della filosofia stoica e celebre oratore, Catone Uticense viene ricordato, oltre che per la sua caparbietà e tenacia, per essersi ribellato alla presa di potere da parte del suo rivale Cesare, preferendo il suicidio piuttosto che farsi arrestare e assistere alla fine dei valori repubblicani di Roma, che aveva sempre difeso. R.1 punto
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Ciao un grazie a voi tutti per la visita e per la splendida giornata passata insieme. Silvio1 punto
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Buona serata Si tratta effettivamente di una moneta della Repubblica di Venezia; in particolare è un quattrino (da 4 bagattini). Appartiene alla monetazione anonima, perché non vi è riportato il nome del doge sotto il cui regno è stata coniata. Al diritto la Madonna con Gesù Bambino; in esergo 4 ed in giro R.C.L.A. (Regina Coeli Laetare Alleluia); al retro un leone in soldo anepigrafe. saluti luciano1 punto
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ultimo falso d'epoca QUARTO DI SCUDO senza data, tipo CRIPPA 33 Notare la leggenda MEDIOLANI EC al posto di MEDIOLANI DUX1 punto
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ciao il valore commerciale è assai "ridotto" per quanto riguarda un intervento , haimè considerate la mancanze di metallo, penso che eventualmente risolvi assai poco forse nemmeno con EDTA si otterrebbe qualcosa di utile ti consiglio comunque di leggere le molteplici esperienze sul restauro nella sezione apposita..... http://www.lamoneta.it/forum/77-conservazione-restauro-e-fotografia/1 punto
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Carissimi saluti ..è sempre una bellissima monetina è un Agostino Adorno Governatore per il Duca di Milano, mi sembra che sia del tipo che ha sul retro CO/R/R/R (forse): http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV36/11 punto
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Tra le guerre. Uruguay deve essere stato un posto molto movimentato nel 1930. Si celebrava il centenario della costituzione del 1830 e la Fondazione della Repubblica orientale dell'Uruguay, e questo 1930 10-centesimo "Centenario" commemorativa è stata una parte di esso. Così era l'Estadio Centenario, il nuovo stadio costruito nel 1929-30 per la prima volta calcio Coppa del mondo. 1930. Uruguay ospitato; Uruguay ha vinto. E mi chiedo, questo 1930 10-centesimo fatto attraverso l'Atlantico da Parigi in tempo per essere forse stato all'Estadio Centenario? Italia sarebbe ospitare e vincere la Coppa del mondo 1934; Francia avrebbe ospitato la Coppa del mondo 1938, in Italia sarebbe anche di vincere. Ma che sarebbe negli anni tra le due guerre. Verrà cancellata la Coppa del mondo di 1942, come farebbe con il concorso del 1946. Non fino al Brasile nel 1950 restituirebbe evento calcio premier del mondo. v. -------------------------------------------------------- Between-the-wars. Uruguay must have been a happening place in 1930. The centennial of the 1830 Constitution and the founding of the Eastern Republic of Uruguay was being celebrated, and this 1930 10-centesimo “Centenario” commemorative was a part of it. So was the Estadio Centenario, the new stadium built in 1929-30 for the first-ever soccer/football World Cup. 1930. Uruguay hosted; Uruguay won. And I wonder, did this 1930 10-centesimo make it across the Atlantic from Paris in time to have maybe been at the Estadio Centenario? Italia would host and win the 1934 World Cup; France would host the 1938 World Cup, which Italia would also win. But that would be it for the years between the wars. The 1942 World Cup would be cancelled, as would the 1946 contest. Not until Brazil in 1950 would the world’s premier football event return. v.1 punto
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@@Cinna74 Ciao Enzo, come ho già avuto modo di parlare di questo argomento, è necessario distinguere le due attività PERIZIA e STIMA. La perizia può aver anche un costo univoco, anche se non è proprio così. Io per periziare un brillante richiedo un onorario in funzione del peso della pietra, perché' in effetti più è grande la pietra maggiori sono le difficoltà dell'esame. Forse per le monete è un pò diverso e quindi sarebbe auspicabile avere un unico onorario. Molto diverso è il discorso della stima. Nel mio settore adotto il sistema che se il richiedente vuole una stima verbale, quindi solo un'indicazione di max del valore, chiedo un onorario fisso, se invece mi viene richiesta una stima scritta, quindi una perizia completa, l'onorario applicato è una percentuale sul valore stimato che và a decrescere coll'aumentare del valore della pietra. Questo perchè per dare una giusta valutazione di mercato (espongo sempre una forcella di valori -min. e max-).è necessario fare delle ricerche che richiedono non poco tempo e nel contempo c'è una precisa assunzione di responsabilità per la firma che si appone in calce alla perizia. Credo che questo avvenga un pò in tutti i campi dell'estimo. Per quanto riguarda l'entità degli onorari non meravigliamoci se per una perizia si richiede min 50€, perchè in quel prezzo ci sono anni di studio, sacrificio e preparazione professionale ed è una questione di dignità del professionista. Io per dire verbalmente se una pietra è vera o falsa prendo 30€, qualcuno mi ha detto "ma per 10 minuti di lavoro è così caro?" e io ho risposto "ma se Lei và da un avvocato per un parere glielo fà gratis?"1 punto
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Ma non sarebbe il caso di cominciare a fare un pò di nomi di questi "PROFESSIONISTI"?1 punto
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L'Unione Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. 5 КОПЕЕК. Francia. Quarta Repubblica. 100 FRANCS (Coniate a Beaumont-le-Roger). Repubblica democratica popolare la Cecoslovacchia. Decennio della liberazione della Cecoslovacchia 10 KORUN. 25 KORUN. 50 KORUN. 100 KORUN. Svezia. Gustaf V (1858 — 1950) 2 KRONOR. Popolare Repubblica federale di Iugoslavia. 10 ДИНАРА. 20 DINARA. 50 ДИНАРА.1 punto
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