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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/17/15 in tutte le aree
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@@Georg La moneta sarà stata PRIMA lavata TUTTA (e che io sappia di solito si fa per immersione nel liquido apposito.) e DOPO sarà stata messa a riposare ed evidentemente lasciata più tempo su UNA FACCIA che avrà reagito quindi DI PIU' con il materiale dei vassoi di floccato/velluto/quello che è. (Di solito con il floccato essendo materiale chimico più o meno di buona qualità la reazione può essere più o meno accesa) Ecco spiegata forse la differenza di colorazione tra le due facce che diceva @@Il*Numismatico. Dal vivo questo tipo di colore "elettrico", "fluo", "cangiante" definiamolo come volete è mediamente parecchio evidente in quanto risulta molto diverso dal rosso rame naturale. E comunque, mio modesto consiglio, prendetele delle monetine ROTTAME nel ramo che collezionate (e quelle del Regno sono ottime perchè coprono quasi tutti i metalli e se ne trovano a palate) e divertitevi a fare queste prove chimico/fisiche di spatinamento, lucidamento, succo di limone, sidol, carta vetrata, dentrifricio,corrente elettrica, etc etc etc... E' tutta sana cultura che vi porterà poi ad individuarle subito nel caso ve le vogliano proporre sotto altra definizione. Saluti Simone5 punti
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Definire questo come "restauro", qualunque sia la metodologia usata per raggiungere quel risultato, e chiamare " Commerciante numismatico" chi l'ha voluta far realizzare per poi metterla in vendita nelle condizioni attuali, non mi pare il caso. Io li definirei, più correttamente, una falsificazione e un truffatore.4 punti
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DE GREGE EPICURI Il Centro Culturale Numismatico Milanese organizza per martedì 2 febbraio ore 20.45 in sede (Milano,via Terraggio 1) un incontro sul tema: "La storia delle Esposizioni Universali fino a EXPO 2015, attraverso alcune fra le principali coniazioni". Ce ne parlerà Alex Ricchebuono, che è stato Presidente del comitato promotore della coniazione ufficiale di EXPO 2015. Si comincerà con la storia delle grandi esposizioni ottocentesche: Londra 1851, Parigi 1855, Parigi 1867...e via via fino alla prima guerra mondiale, che sconvolse quella serie regolare ed intensa di manifestazioni. Le medaglie ottocentesche erano e sono piene di fascino: l'Ottocento, con quel suo particolare cosmopolitismo, con l'inizio della civiltà industriale e l'ottimismo per il "progresso", ha lasciato un segno indelebile. Ma non tutte le esposizioni sono definibili "universali": ci sono le internazionali, le mondiali, le continentali...venite e sentirete. E vedrete anche, perchè non mancherà una bella serie di medaglie, dall'Ottocentoad oggi.3 punti
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In questo caso sono stati abbastanza avventati nel rilavorare una moneta pubblicata online e venduta pochi anni prima in un asta importante, lasciando aperta la possibilità di confronto fotografico diretto. Voi dite che se la seconda casa d'aste non si fosse accorta della cosa tanto da togliere la moneta, l'esemplare rimodellato non sarebbe stato venduto? Io non credo...magari non si sarebbero scannati, ma una o due offertine vicino alla base per me arrivavano. Cosa sarebbe successo se avessero preso come base una moneta non pubblicata comprandola da un commerciante, un negozio online o una delle tante aste anche italiane il cui catalogo rimane online solo il tempo dell'asta e il mese successivo per poi essere rimosso dall'etere? Quante case d'asta ancora negano di contribuire ai data base online come acsearch e coinarchives con le monete delle loro aste? E' chiaro che meno informazioni e foto girano piu' questo tipo di operazioni ne risultano facilitate.3 punti
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buongiorno a tutti.....ecco 4 minutini.....4 di quelle piccole opere da classificare.......legatti con la stessa catena.3 punti
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Carissim* mi permetto di dire anche io la mia e fare alcune osservazioni, sebbene non sia stata chiamata direttamente in causa: spero che me lo consentirete, perché quando si tratta di area tirrenica e/o di monetuzze difficili da leggere, non riesco ad astenermi :D. Purtroppo sulla base di queste immagini - molte grazie per averle cercate, postate e condivise ! - a causa della pulizia non ottimale del tondello, della poca luce e della bustina con tanto di riflesso, si può chiarire assai poco. Direi però che "a naso" non sembra una moneta falsa (nel senso di falso realizzato in tempi relativamente recenti) e che però le poche cose che si possono leggere soprattutto sul lato croce poco concordano con il disegno postato sopra. Anzitutto come notato da @@dizzeta in legenda su quel lato compare una "e" assente nella "trascrizione" sul disegno. Prima di questa lettera francamente non penso vi si possa però leggere una I, ma una sorta di R oppure una "n". Dopo segue la crocetta. Nel resto della legenda a parte una "n" o "m" vedo poco altro di distinguibile. Se è giusta la posizione della crocetta che deve stare quindi in alto ad ore 12, nei quarti della croce oltre alle due rosette forse c'è una "d" o una "g" gotica (ma non coricata, cosa che mi pare poco probabile...) e una "u" gotica minuscola (a meno che non sia una "n" capovolta) e non una R e tantomeno una K o ancora una C. Sul lato aquila ammiro il buon dz che è riuscito a leggerci quelle lettere, che onestamente io non ci vedo, come non riesco ad enuclearvele tante altre, oltre ad una "S" dopo la crocetta di inizio legenda e forse due punti finali prima della crocetta stessa...sarà la mia stanchezza attuale e sarò molto felice di ricredermi sulla base di foto migliori. Infine questa moneta non è d'argento, ma come mi pare avesse detto già @@Fra Landi che forse aveva potuto visionare questo esemplare (la sua descrizione mi pare che corrisponda), è un denaro in mistura assai bassa. Quindi caro @@dabbene direi che una moneta c'è, ma molto probabilmente con sono scritte sopra cose differenti da quelle intraviste e riportate sul disegno, come era facile ipotizzare. Chiaramente l'unico modo per poter dire qualcosa di più sensato sarebbe avere immagini migliori, oltre che almeno i dati ponderali del pezzo fuori bustina. In attesa di vostri ulteriori osservazioni e commenti in merito, un saluto cordiale MB P.S. @@adamaney, per te ha niente di familiare?3 punti
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Riprendo questa discussione di@@scheo per postare il mio triaro del Pisano anno 1734 in condizioni MB/BB Come si può notare al R/ la moneta è decentrata e presenta una consunzione importante, invece al D/ anche se con doppio colpo si presenta molto gradevole. Il peso è di gr. 1,18 e se anche viene definita nei cataloghi comune il millesimo 1734 è di difficile ritrovamento a differenza dei 10 e 15 soldi.3 punti
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Appena entrato in collezione...peso 24,89 grammi...anche i falsi d'epoca hanno la loro storia2 punti
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per poche decine di euro, ormai, si possono acquistare microscopi USB davvero utili per noi numismatici. semplici da usare, con una buona risoluzione, alcuni arrivano anche ad ingrandimenti 500X (forse eccessivi per una moneta ma utili e divertenti per altri usi, devo provarli su qualche testo antico). Una accortezza, gentilmente suggeritami dal buon @@ak72, conviene abbassare la luce dei led e sfruttare il più possibile la luce naturale radente, specie per l'argento che notoriamente "spara". Mio primo tentativo: minuscolo soldino del Tron con barba (come scala, il lato dei quadratini bianchi è di un decimo di millimetro), che qualcuno di voi conosce di persona ;) ciao a tutti2 punti
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Cari Amici Scusate se intervengo ma vorrei precisare tre cose: 1. Non possiedo più alcuna moneta. Ho venduto tutta la mia collezione; 2. Non sono affatto un esperto, anzi sono abbastanza ignorante; 3. Credo comunque - in termini generali - che non sia sufficiente possedere monete importanti per potersi definire autorevoli. Ci sono fior di conoscitori della numismatica che non sono collezionisti. In ogni caso non prendetevela...W la libertà di pensiero! ?2 punti
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Buona serata Stemma veramente "strano", soprattutto per la commistione tra la corona ed il corno dogale. Certamente inusitato, dal momento che il corno dogale era bastante a rappresentare l'autorità del doge (ed anche dei familiari che, spesso, anche a Doge passato a "miglior vita" lo inserivano nel loro blasone perché si intendesse che in quella famiglia c'era stato un Doge). Certamente qualche "istruzione all'uso" ce la potrà dare @@Corbiniano .. :pardon: La rappresentazione della corona, a Venezia, era sempre insita nel corno dogale quando, in talune versioni, ne costituiva la base; era però un cerchio d'oro con perle e pietre preziose; oppure nella "Zoja", cioè il corno dogale che si usava il giorno dell'incoronazione e che poteva essere più simile alla forma di una corona, ma sempre parte del "corno". Le vere corone, nella foggia tipica, le troviamo solo a rappresentazione dei 3 regni di: Cipro, Candia e Morea, possedimenti veneziani e che sono anche rappresentati dai tre pili rossi, posti davanti a San Marco e sui quali garrivano gli stendardi della repubblica. saluti luciano2 punti
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La forma ed il rilievo della prima foto mi ha fatto pensare ad un hexas di Selinos con testa di Sileno imberbe (foto 2) C'è anche l'hexas con testa di sileno barbata (foto 1) Ma non ci siamo nè col rovescio nè col peso. Io lo considererei un pezzo di aes rude informe e scalpellato.2 punti
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Moh. Io intanto le conservo esattamente come conservo monete importanti per i più... Queste per i più non lo sono, ma per me si :)2 punti
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Questo è un picciolo di Sisto IV (1481-1484) per la zecca di Ancona. Peso gr. 0,38 - diam. mm. 12,82 Biaggi 58 - Muntoni 43 (?)2 punti
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ehi...ma così sembra qFDC :blum: ahahahah complimenti :good: @@bizerba62 non lo conosco,ma credo che Marco91 sia un ragazzo con una grande passione per le monete.E' normalissimo soprattutto da giovani cercare l'approvazione e l'appoggio di persone più grandi e competenti,vien da sè che postare quello che si considera l'ultimo gioiello acquistato e vederlo sminuire con frasi sarcastiche e stime spietate(immotivate sulla base di foto)causa disappunto. Sono sicuro che Marco ha già capito quanto sia difficile far rendere il vero aspetto di una moneta in foto.Giustamente il corretto @@nando12 ha equiparato le due monete,perchè sa bene che ingrandendo e sparando luce,anche sulla sua moneta apparirebbero una miriade di segni e sarebbe molto difficile apprezzare il lustro ed i fondi. Quindi chi è in buona fede?Chi conscio della propria inesperienza cerca speranzoso conferma della qualità del proprio pezzo,oppure chi in modo immotivato cerca,seppur con fare falsamente modesto di alzare i toni?2 punti
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Ciao @@Ross14 , condivido , la conservazione in gradi dovrebbe riguardare solamente le monete correnti , parlando delle metalliche , o al massimo quelle degli ultimi uno o due secoli , non ha senso dare una conservazione alle monete piu' antiche e in particolare a quelle arcaiche romane o greche , se non per fini puramente estetici e commerciali , la Storia non si misura in "gradi" , ma in avvenimenti .2 punti
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Anch'io sarei Davide vedendola così per la fusione, poi l'affermazione del Crippa conforterebbe questa ipotesi, mi piacerebbe vederla quando capita comunque....è indubbiamente un pezzo interessante e hai fatto bene a prenderlo, si riferisce a un progetto di una monetazione di Ludovico importante perché innovativo con l'inserimento della data , al materiale il rame e alle iniziali in campo L V....2 punti
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Grazie per il tuo intervento e complimenti per aver evidenziato le parti più interessanti della leggenda e delle lettere, dalla sottolineatura rossa si vede bene che comunque la struttura della moneta ricalca molto bene quella che lo Spano descrisse, vi sono comunque delle incongruenze con quella descritta dallo Spano, prima cosa il materiale che lui indica argento, invece questa è evidentemente in mistura, poi la disposizione delle lettere nei quarti della croce opposte al disegno Spano ed infine alcune lettere della leggenda, ma tutto cio potrebbe far credere che questa potesse far parte di una sorta di sottomultiplo della moneta catalogata dollo Spano e non la sua copia identica, magari coniata durante i due anni di assedio del Castello di Monteleone. poi comunque imperizia dello zecchiere, fretta ed usura hanno fatto il loro lavoro e nel tempo ci si è presentata questa moneta.2 punti
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Un vero e proprio figlio della Venezia decadente, come il suo blasone. Eletto il 17 gennaio 1735, andò subito ad abitare a Palazzo Ducale portandosi dietro tutta la famiglia. Le feste per la sua elezione furono fastose e furono composti numerosi sonetti in suo onore. L'unica cosa notevole di Venezia, in quel periodo di decadenza, secondo alcuni cronisti, era il carnevale. In compenso, oltre a ciò, vi era anche un'ampia libertà d'espressione (naturalmente paragonandola secondo gli standard dell'epoca). Pisani trascorse spensierato quegli anni di governo; invecchiando si peggiorarono le sue condizioni di salute. A partire dal 1736, grazie all'introduzione di nuovi tipi di navi, dette navi "atte", con equipaggio ridotto e molti cannoni come difesa, l'economia migliorò decisamente dopo le dure crisi del 1733 e 1734. Nel maggio 1741 si decise di dargli qualche mese di riposo in una villa in terraferma e, proprio mentre il doge stava per salire in gondola per allontanarsi, si sentì male e dovette esser riportato a palazzo. Morì il 17 giugno 1741.2 punti
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Smuoviamo un po' la discussione :) Monetina grande quanto un cent di euro, ma più leggera poiché in alluminio/bronzo, al cambio è equivalente a quasi mezzo eurocent. I piccolissimi dettagli sono ben nitidi. ______________ 1974 Marocco 1974 - 1394 ____ ١٣٩٤ 5 Santimat (0,05 Dirham)2 punti
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vorrei dare delle risposte alle domande sopra elencate: 1) Molto probabilmente si questo dovrebbe essere il secondo esemplare conosciuto della moneta, o per meglio dire questo è l'unico conosciuto, perchè di quella dello Spano non si sono mai viste foto e non si conosce la destinazione. La forma è diversa da quella che lo Spano disegna, ma è anche vero che la sua è catalogata come argento, mentre questa è palesemenete in mistura, quindi vi è la possibiltà che le tipologie di monete siano due e che Nicolò Doria abbia coniato diversi tagli in diversi materiali, sia che fossero monete ossidionali o che fossero monete per una circolazione in ambito interno ai suoi possedimenti. Non dimentichiamo che Nicolò emano anche delle Leggi Doganali per il porto di Castelgenovese e che quindi si ritenesse a tutti gli effetti un autorità Statale nei suoi possedimenti. 2) Quella dello Spano non proveniva dal sottosuolo, ma fu rinvenuta come da Lui scritto durante l'abbattimento di un vecchio edificio, come fu per il primo ritrovamento delle monete di guglielmo di Narbona ad Orgosolo, quindi la moneta dello Spano non proviene da uno scavo ma è frutto di un ripostiglio anche se minimo (questo non è dato saperlo) rinvenuto nel villaggio di Monteleone (attuale Monteleone Rocca Doria), magari anche questa faceva parte del ripostigio o chi sa magari è stata rinvenuta in altra località, questo non si sà. 3) Si la moneta non è propio di stile raffinato, anche se sono presenti molti dettagli, quindi potrebbe anche essere frutto di un momento di particolare necessita e che quindi la fretta nel realizzare i coni abbia fatto si che non si prestasse molta cura all'aspetto, ma non si puo scartare anche l'ipotesi che fossero monete locali e che quindi non avessero bisogno di troppa cura nell'aspetto generale. 4) Questo è uno dei punti più controversi e difficili, infatti anche lo Spano fece diverse ipotesi sulle lettere impresse, il mio personale parere da quello che posso vedere nella moneta è che mi paiono la lettera N e una G, ma se si prendesse la G per C si potrebbe ipotizzare un (CUNTE NICOLAUS), ovviamente tutte ipotesi che si trascinano dalla prima scoperta e che non sono comunque di facile risposta. 5) L'ipotesi che lo Spano abbia ritenuto tale moneta un falso e che si sia disfatto della stessa e non l'abbia mai consegnata al Museo di Cagliari con il resto della sua collezione è apparsa per la prima volta nel libro di Mariano Sollai "Monete Coniate in Sardegna (1289-1813)" alle pag. 385 e 386 illustra il fatto che dopo aver interpellato vari studiosi e dopo aver scritto al Museo di Cagliari per avere notizie sulla moneta gli fu data risposta negativa da tutti ed anche dal Direttore del Museo, su questo si basa la supposizione del Sollai che tale moneta fosse un falso. In realta la collezione dello Spano al Museo di Cagliari fu donata nel 1865, mentre tale moneta fu scoperta nel 1867, quindi due anni dopo la donazione al Museo di cagliari, quindi mi pare ovvio che non fosse conservata in tale luogo, forse il Sollai non confronto le date e quindi fu tratto in inganno e non avendo alcun riscontro dichiaro questa moneta un falso, dopo tale dichiarazione la moneta fu sempre stata additata da tutti come inesistente o falsa o distrutta, cosa che io non credo, infatti leggendo una brochure sulla formazione del medagliere del Museo Sanna di Sassari scritta da Francesco Guido si fa riferimento al fatto che tale gabinetto numismatico nacque con R.D. del 26 Maggio 1878 ed ebbe per atto testamentario dello Spano in dono parte della raccolta archeologica, quindi la moneta a mio avviso si potrebbe trovare tra quelle presenti nel Gabinetto Numismatico del Museo di Sassari nato nel 1878 dove confluirono sicuramente i reperti che lo Spano acquisì dal 1865 al 1878, ecco forse spiegato l'arcano del perchè la moneta non si trovasse a Cagliari, mentre chi ha potuto studiare completamente la collezione del Museo di Sassari, forse nessuno ed allora tale moneta potrebbe essere stata confusa con una Pisana e catalogata come tale e li conservata ancora oggi senza che nessuno ne abbia coscienza. Vorrei anche aggiungere un punto il fatto che tale moneta sia ritenuta essere coniata in Castel Genovese (Castesardo) è un ipotesi che non ha comunque dei risconti oggetivi se non la teoria delle lettere impresse, invece come lo stesso Spano afferma a pag 17 e 18 tale moneta si ritiene coniata in Monteleone (Monteleone Rocca Doria) durante l'assedio del Castello luogo del suo ritrovamento, oggi confutato da questo esemplare, e non in Castel Genovese o in Sassari o in altro luogo.2 punti
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A mio avviso è una fusione la superficie soprattutto al D mi sembra inequivocabile. In ogni caso un pezzo interessante.2 punti
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dall'immagine non sembrerebbe piombo, comunque se lo fosse, escluderei assi repubblicani........... e penserei ad un peso monetale.... in alternativa potrebbe essere una medaglia devozionale molto vecchia, ed ancora una pedina da gioco, oppure un tondello da cui ricavare palle da fucile , che venivano fuse in trincea ( se ne trovano sulle montagne risalenti alla prima guerra mondiale)2 punti
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In seguito a riflessioni personali vorrei aprire questo Post con la speranza di avere chiarimenti dai professionisti della materia e mi scuso nel caso l’ argomento fosse stato gia’ trattato in precedenza nel Forum , nella quale evenienza chiederei il rimando , grazie . Chiunque si interessa di storia romana e in particolare i numismatici del periodo romano , dalla Repubblica alla fine dell’ Impero compresi , sanno benissimo che la produzione monetale romana , in circa 1200 anni di storia , e’ stata immensa non numerabile o quantificabile , neanche ipoteticamente se non in svariati miliardi di esemplari ; attualmente ci sono disponibili per studio e collezionismo , per modo di dire , forse piu’ monete romane che stelle in cielo , tanto e’ che a livello collezionistico , in generale , la moneta romana nel suo complesso e’ definita come reperibilita’ legale : “comune” . Fatta questa breve premessa mi sono spesse volte chiesto quali valori reali potevano avere le vecchie emissioni monetali ad esempio della Repubblica in oro , argento e bronzo nel corso dell’ Impero alto e basso e di conseguenza le monete dell’ alto Impero negli stessi metalli nel corso del basso Impero , fino alla fine . Credo che la grande abbondanza odierna delle monete arcaiche e antiche che hanno attraversato le varie epoche della storia di Roma non sia casuale , cioe’ dovuta solo a rinvenimenti isolati o di ripostigli o magari a forme arcaiche di collezionismo arrivate fino a noi , bensi' penso che queste monete arcaiche e antiche siano comunque rimaste in corso legale attraverso i secoli , come peso per i bronzi e come valore intrinseco del metallo per gli argenti e gli ori . Solo considerando tale corso legale attraverso i secoli , si potrebbe spiegare l’ enorme quantita’ di monete antiche che hanno attraversato tutta la storia di Roma dall’ inizio alla fine , anche facendo riferimento alle grandi perdite di esemplari avvenute per i piu’ svariati motivi nel corso del tempo . Ora , se il discorso precedente e’ valido , la domanda e’ : ad esempio un grande asse repubblicano in bronzo , un denario o un aureo , che rapporto di valore poteva avere nell’ alto e basso Impero con le corrispondenti monete in corso del periodo ? di conseguenza e in particolare , un grande sesterzio in bronzo , un denario o un aureo dell’ alto Impero che rapporto di valore poteva avere nel basso Impero con le corrispondenti monete in corso ? Mi scuso se queste domande possono sembrare banali o scontate , ma da solo riesco solo ad ipotizzare senza trovare una soluzione plausibile , se esiste , considerando tutte le variazioni di peso e di leghe avvenute nel corso delle emissioni romane ; per questo vorrei avere vostri pareri , grazie .1 punto
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salve a tutti vi volevo chiedere come riuscire a distinguere una moneta da 5 lire aquilino del 1926 normale (che credo di non avere per compararle) da una invece che potrebbe avere il bordo del dritto largo che credo sia questa che posterò le foto, c'è un sistema per misurare il bordo oppure riconoscere delle differenze grazie a tutti per le risposte1 punto
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buongiorno a tutti voi... secondo voi questa ha una conservazione eccezionale o in giro c'e' di meglio.. cmq a me piace un sacco :D1 punto
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Non posso fare altro che ricambiare l'ottima impressione.. davvero uno scambio ad altissimi livelli con il mio buon omonimo Marco @@papalcoins! Grazie e alla prossima.. :)1 punto
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Che sia una moneta rifatta o un clone, o altro ancora, a mio modesto giudizio rimane come impatto visivo un pugno in un occhio. Sbaglierò, ma secondo me non avrebbe trovato compratori nemmeno se nessuno avesse notato "l'anomalia".1 punto
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@@foxtrot visto lo stile generale e l'abbondante presenza di cunei la tua moneta è identificabile come denaro terzolo coniato a Milano in età comunale (XII secolo ca.). Il tipo è il MIR 52, esistono diverse varianti (tutte comuni) per la disposizione dei cueni al diritto ed al rovescio. Per un'identificazione della variante servono, almeno a me, foto più nitide (queste risultano, soprattutto la prima, sfuocate). Ad ogni modo bel denaro, è poi una moneta che ha accompagnato i milanesi e vicini per moltissimo tempo, non dimentichiamolo... Buona giornata, Antonio1 punto
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Il primo mi sembra estremamente interessante ...anche se corro il rischio di vedere quello che non c'è ... ma la rosetta A mi fa sospettare sia un raro Ottaviano di Campofregoso http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV43/1 con al dritto O.C.F.D.I e al retro C.I.F.(rosetta) A L'ho ricopiato qui con il mio disegnino. Gli altri li guarderò stasera.1 punto
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Grazie del parere. Sarei contento di farvela vedere alla prima occasione!1 punto
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Caro Daniele, sul lato croce nessun abbaglio, a parte la "I" , che almeno io non ci vedo ma sentiamo anche il parere di altri. Sul lato aquila forse ti sei fatto condizionare di più dal disegno dello Spano, ma capita. A volte sapere o intuire cosa ci potrebbe essere scritto su una moneta, in casi difficili aiuta, mentre a volte può depistare. Io per abitudine cerco di farmi condizionare il meno possibile al fine di evidenziare anche in tipi noti le eventuali differenze, anche minimali, ma non è detto che sia sempre la procedura ottimale, oppure che io ci riesca. Sul fatto che questo pezzo possa essere un sottomultiplo di quella dello Spano perché non in argento, viste le possibili numerose divergenze nelle iscrizioni - ovviamente se confermate - ho dei seri dubbi. Confesso però che ho anche dei diversi dubbi sulla trascrizione delle legende del presunto esemplare in argento per come si vedono in quel disegno dello Spano, concordando con tutti i dubbi già espressi in precedenza da numerosi utenti che mi hanno preceduto (ho avuto intanto tempo di rileggere i post precedenti: quindi su questo pezzo di Negrini sono pienamente d'accordo con @R-R e per quello disegnato dalla Spano con @@bavastro ed altri). D'altronde ricordiamoci che lo Spano, pur essendo un grandissimo studioso di lingua, storia e archeologia sarde, non era uno esattamente uno specialista in numismatica medievale. Più che un dare per buono un falso che poi avrebbe distrutto, può darsi che su una moneta non ben leggibile abbia visto (o voluto vedere) delle iscrizioni che poi non corrispondevano a quelle reali, come è capitato per altri casi che ho potuto verificare a diversi altri studiosi dell'Ottocento. Un caro saluto MB1 punto
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Ciao max Lucidata forse no ma lavata abbondantemente direi di si. E' il classico scudo che trovi negli oblo' nei convegni dove molte volte la scritta qfdc sarebbe da sostituire nella realta' con qspl. Ciao e auguroni1 punto
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Ciao. "Solo una cosa non capisco, visto che cosi esperto perché non da pareri anche nelle altre discussioni? @ D.Mortimer o le piace solo la mia discussione?" Scusa se mi intrometto...ma dove sta scritto che un Utente debba dare pareri a destra e manca e non possa invece limitarsi a farlo nella discussione nella quale ritiene di dover intervenire? " Voglio continuare a leggere i suoi pareri anche altrove, non giudico una persona dell'unico giudizio!" Premesso che non capisco come si possa "giudicare" una persona dal numero di pareri che rende nel Forum, mi chiedo per quale motivo un Utente dovrebbe scrivere pareri, anche controvoglia, solo perché in questo modo possa essere "valutato" da Te. Si è scritto sopra: "viva la libertà di pensiero"...ma non ho capito se questa espressione valga solo per il pensiero di alcuni....quando però il pensiero che un utente esprime disturba, allora la "libertà di pensiero" non è più valida? " Infatti avevo interpellato min_ver perché colleziona tutti gli ori di vittorio Emanuele II non avrà il 50 lire del 64 ma tutti cento lire li ha! Lei ce li ha i 100 lire d'oro?" Se volevi che solo un Utente rispondesse alla Tua richiesta di parere, potevi anche usare la messaggistica privata e mandargli un MP...altrimenti se apri una discussione pubblica sul Forum, senza precisare che vuoi ottenere solo pareri da quell'Utente, può capitare che anche altri intervengano, dando la Loro opinione. Poi, con tutto il rispetto per min. ver. che avrà anche tutti i 100 lire d'oro di V.E. II,, non penso che basti questo per essere considerati depositari della verità sui giudizi inerenti la conservazione di un 10 lire del 1863 (fra l'altro...non capisco il nesso fra la moneta per la quale hai aperto la discussione e i 100 lire...che hanno in comune? La zecca di Torino?). Insomma, se si apre una discussione pubblica, si deve anche accettare che possano arrivare risposte che non soddisfano o che addirittura "irritano": ma visto che abbiamo più volte parlato della "libertà di pensiero", non mi sembra corretto screditare l'intervento di un Utente (fra l'altro relativo ad un giudizio sulla conservazione) solo perché scrive poco o perché non ha le 100 lire di V.E. II. In un argomento poi (quello dello stato di conservazione), dove siamo ormai abituati a leggere tutto ed il contrario di tutto. Saluti. :hi: Michele1 punto
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In fotografia, eventuali hairlines non si vedono sui rilievi per un semplice gioco di luci per lo stacco fondo-rilievo (soprattutto posizionando l'oggetto da fotografare con un'angolatura di 90 gradi rispetto all'ottica). Gli hairlines hanno un moto semi circolare, da Sx verso dx, passano anche sulla leggenda (lo si capisce primo, per il discorso relativo alla pagina, secondo, per il cambiamento di colore del metallo circoscritto solo alla zona della leggenda), per cui pare ovvio che questi passino anche sull'effige.1 punto
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esiste anche il rarissimo quattrino (tipologico) di Leonardo Loredan1 punto
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..Dove sta scritto "eccezionale"? In qualche descrizione su internet...in una perizia.... E con quali motivazioni?.. Comunque, il fatto che "ti piaccia un sacco" dovrebbe bastare....per la serie: "Chi se ne importa se è "eccezionale"? Se la "senti tua", goditela! :)... (avevo scritto "comprala" perchè, avendo letto velocemente, non mi ero accorto che fosse già tua..)1 punto
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ARGENTINA 1870-1908 SOCIETA' ITALIANA DI MUTUO SOCCORSO "NUOVA ROMA" - TEMPERLEY Prov. BUENOS AIRES1 punto
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Buonasera, chiedo aiuto per questa identificazione ,peso 3.28g.....23mm........ :pardon:1 punto
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Complimenti Graziano! Ricambio gli auguri di Buon Natale che sia sereno e pieno di belle monete!!!!1 punto
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L'ultima è decisamente molto più bella, anche qui qualche problemino al bordo ma, complessivamente più bella di BB.1 punto
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Salve a tutti, mi scuso per la mia lunga assenza, ma tra impegni di lavoro e scrittura del libro non ho più tempo per dedicarmi ad altro. Comunque mi loggo settimanalmente al forum per leggere con interesse le vostre discussioni, a cui spero di tornare a partecipare assiduamente una volta che il volume sarà finalmente pubblicato, ossia molto presto. Ringrazio acraf per aver menzionato il lavoro, la cui revisione è ormai alle battute finali, pubblicazione prevista entro la fine dell'anno. A questo link trovate l'anteprima di frontespizio e indice: Nicholas Molinari and Nicola Sisci, Potamikon: Sinews of Acheloos. A Comprehensive Catalog of the Bronze Coinage of the Man-Faced Bull, with Essays on Origin and Identity (Oxford: Archaeopress, forthcoming) Riguardo la questione della diffusione della iconografia del toro androprosopo in occidente, la questione è assai complessa e rimando al primo dei due lunghi saggi introduttivi del libro in pubblicazione per approfondimenti. Qui anticipo alcune questioni essenziali. - L'origine della iconografia è medio-orientale, i primi esempi compaiono sui sigilli mesopotamici nella seconda metà del terzo millennio a.C.; nei testi sumeri è nominato gud-alim, in quegli accadici kusarikku Già fin dagli esordi il toro androprosopo mesopotamico è una figura liminale, cioè legata alla dimensione del "passaggio"... tra il mondo dei morti e quello dei vivi, tra la notte e il giorno, ecc.; un esempio interessantissimo viene dal testo di una ninna-nanna babilonese (tecnicamente il testo di un "incantesimo per calmare i bambini"), in cui gli elementi liminali sono chiarissimi, trovate la traduzione in Inglese a questo link: http://www.etana.org/node/579 - nei millenni successivi l'immagine raggiunge le coste levantine del mediterraneo, arricchendosi di significati simbolici in cui si intersecano varie dimensioni, sempre sul registro della "liminalità": apotropaica (come emerge chiaramente dai lamassu, i famosi guardiani Assiri delle entrate dei palazzi), ctonio-infera, legata a credenze sulla vita dopo la morte e la risurrezione (come emerge dagli esempi di amuleti trovati in tomba), questo esemplare in lapislazuli proviene dalla tomba di un bambino a Tell Arbid.. infine, contrariamente a quanto affermato dagli studiosi che si sono precedentemente occupati del fenomeno (Isler e Jenkins in primis, i quali affermano che la connotazione fluviale è una aggiunta posteriore di marca greca, non presente nei precedenti esempi levantini), troviamo la dimensione fluviale già presente nel toro androprosopo medio-orientale, come inequivocabilmente dimostrato da questo esempio. Per discussione e bibliografia rimando al volume in pubblicazione... L'inequivocabile connotazione fluviale dell'ibrido uomo-toro nella religione mesopotamica è anche attestata dalla figura della divinità fluviale Asallhui, di cui discutiamo ampiamente nel libro, sia per le connotazioni simboliche (sorprendentemente sovrapponibili a quelle dell'Acheloo greco), sia per la questione del nome, che è verosimilmente all'origine del nome del dio-fiume greco, per un fenomeno che in linguistica è chiamato "centumizzazione", per cui alla sibilante s si sostituisce la palato-velare ch. Dalle coste levantine del mediterraneo il toro androprosopo inizia il suo lungo viaggio transmarino verso occidente. La diffusione non è lineare est-grecia-occidente, come comunemente creduto nei precedenti studi (la cui visione era distorta da pregiudizi elleno-centrici). Piuttosto il toro androprosopo raggiunge la Sicilia e l'Italia prima di arrivare in Grecia, attraverso una rotta che passa da Cipro per raggiungere la Sicilia lungo la costa nord-africana. (per discussione ed evidenze archeologiche della cypriot-connection rimando al testo in pubblicazione). Infatti i primi esempi di tori androprosopi nell'arte greca continentale non sono precedenti alla prima metà del VI secolo, e non abbiamo tracce di tori androprosopi nel mondo minoico-miceneo, mentre in occidente troviamo l'immagine già durante l'età del bronzo in Sicilia... ...e nella età del ferro in Sardegna e in Etruria villanoviana: nelle due immagini che posto trovate un confronto tra arte cipriota ed arte nuragica (in quello più in basso a destra una statuetta cipriota da Ayia Irini, a sinistra il famoso bronzetto di Nule); la seconda immagine è un reperto dall'area dell'agro falisco-capenate datato VIII secolo Dunque, come proposto nel nostro libro, il toro androprosopo avrebbe raggiunto molto precocemente le coste tirreniche di Italia e Sicilia, per mezzo di vettori levantini e fenicio-ciprioti che iniziarono a frequentare l'occidente ben prima che i greci prendessero il mare per stabilire i loro emporia e in seguito fondare le loro apoikiai. Come vedrete nel libro, i primi esempi conosciuti sono occidentali, in Sicilia ed Etruria, ed i rari esempi di pittura vascolare attica di inizi sesto secolo provengono comunque da siti occidentali, testimoniando una committenza specifica per questa iconografia. In Etruria in particolare il toro androprosopo ebbe una enorme popolarità, e tracce di culto sono predenti nei maggiori centri etruschi a partire dal VI secolo, mentre bisognerà aspettare la metà del V secolo per tracce archeologiche di culto in Grecia continentale. Questo spiegherebbe perché, venendo alla nostra materia, l'immagine sulle monete appare in occidente già alla fine del VI secolo (e contemporaneamente su monetazioni delle colonie greche di Asia minore, sulla monetazione di Paphos a Cipro e Cirene in nord-africa, esattamente lungo la rotta marittima alla base della nostra ipotesi di lavoro), mentre bisognerà aspettare circa 70 anni per vedere i primi esempi sulle monete coniate in grecia continentale. Semplicemente in occidente era già presente da secoli un terreno fertile religioso per la codificazione della divinità fluviale come toro androprosopo, adottato più tardi dalle zecche della grecia continentale per influenza delle poleis occidentali. Nel prossimo post scriverò alcune note sui confronti tra i primi tipi occidentali, partendo dagli spunti della discussione iniziata sopra da valteri e acraf...1 punto
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Si tratta di una delle monetazioni che ancora attendono una soddisfacente risposta. C'è la vecchia scuola, come Attianese, che attribuisce una datazione intorno al primo quarto del III secolo (grosso modo intorno al 275 a.C., e la scuola inglese, come Historia Numorum, che al solito preferisce una data più bassa, all'ultimo quarto del III secolo a.C. Non conosco bene la situazione dei ripostigli, per poter tentare di circoscrivere meglio l'arco temporale di queste monete.1 punto
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