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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/10/16 in tutte le aree
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Appena acquistato : Scudo 1901 Vittorio Emanuele III ....... ovviamente in cartolina :rofl: p.s. Notate si tratta del primo conio ! :blum:6 punti
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In questo giorno si ricordano le vittime delle Foibe, ma dopo aver letto il seguente scritto è il caso di riflettere sulle atrocità che un uomo con la mente non scevra, ma offuscata da pregiudizi può commettere e ricordare i perseguitati di tutte le guerre, le ingiustizie e i soprusi, e che ogni uomo vittima di sopraffazioni, violenze, prevaricazioni è come un internato in un campo di concentramento o un infoibato: recitiamo una Preghiera o facciamo un gesto per Loro. Le Foibe e il “Giorno del ricordo” Il “Giorno del ricordo” è una solennità civile nazionale italiana istituita nel 2004 dalla legge numero 92 del 30 marzo per ricordare le vittime delle Foibe e dell'esodo degli italiani, istriani e dalmati nella seconda guerra mondiale; vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale»; si celebra il 10 febbraio che è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia. Durante, ma soprattutto alla fine della seconda guerra mondiale i partigiani comunisti di Tito gettarono (infoibarono) nelle foibe presenti sul Carso, l’altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria, decine di migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive. Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra Trieste e l’Istria, con un ingresso a strapiombo, che hanno la forma di imbuto rovesciato; possono raggiungere i 200 metri di profondità. Il termine "foiba" deriva dallo sloveno ed è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa", "crepaccio". In Istria sono state registrate più di 1.700 foibe. Le vittime che vennero gettate in queste voragini dell'Istria fra il 1943 e il 1947 erano italiani, croati, partigiani monarchici, patrioti sloveni, militari tedeschi, religiosi cattolici, colpevoli di essere contrarie al regime comunista. I siti delle foibe sono oltre duecentocinquanta. Le vittime dell’armata di Josip Broz (7 maggio 1892 - 4 maggio 1980), più noto con il soprannome di “Tito”, conferitogli durante i tempi in cui era capo dei comunisti nella seconda guerra mondiale capo politico della Jugoslavia dalla fine della seconda guerra mondiale sino la sua morte, venivano condotte, dopo crudeli e feroci torture, nei pressi della foiba; quindi, i sorveglianti legavano i polsi e i piedi col filo di ferro ad ogni singola persona per poi, sempre col fil di ferro, legarle le une alle altre. Dopo di che, nella maggior parte dei casi, sparavano al primo del gruppo che, cadendo nella foiba, trascinava con sé gli altri. In altri casi con filo di ferro appendevano alle mani legate un masso di almeno 20 kg e poi li spingevano o li facevano saltare nella foiba. Le torture e sevizie a cui gli internati dei campi di concentramento titini erano crudeli e disumane. Una era la fucilazione decretata da chi comandava il campo, per la tentata fuga o per altri fatti ritenuti gravi, ma spesso il solo avvicinarsi al reticolato veniva considerato un tentativo d’evasione; l’esecuzione avveniva al mattino, di fronte a tutti gli internati. Altra sevizia era il "palo": ai prigionieri venivano legate le braccia con filo di ferro alla sbarra fissata a mo’ di croce a un’asta verticale, in modo da tenere i piedi a un'altezza di 50 cm da terra. Perdevano così l’uso degli arti superiori per un lungo tempo se la punizione non dura troppo a lungo, ma spesso la punizione era prolungata a tal punto che la perdita dell’uso degli arti era permanente. Un internato rubò del cibo a un compagno e fu legato al palo per più di tre ore. Levato da quella posizione non fu più in grado di muovere le braccia divenute nere come il carbone; inoltre il filo di ferro gli era entrato nelle carni fino all'osso causandogli un'infezione e dopo per tre giorni le carni cominciarono a putrefarsi e poi morì Altro pena era il "triangolo": il prigioniero era obbligato a stare ritto al centro di un triangolo formato da tre legni legati assieme al suolo; il condannato era pungolato dalle guardie finché non sveniva per lo sfinimento. Altro supplizio era la "fossa": il condannato doveva rimanere per almeno mezza giornata in una stretta buca dell’esatta misura di un uomo scavata nel terreno, per cui non aveva la possibilità di fare alcun movimento. Altra condanna era "l’affogamento nell'acqua": il condannato veniva immesso in un barile pieno d’acqua, con la testa in giù e i piedi all’in su, fino alla vita. Tra le vittime delle foibe ci sono anche i bersaglieri del battaglione “Benito Mussolini” della Repubblica sociale, che il 30 aprile 1945 aveva deposto le armi dopo una trattativa con le formazioni di Tito. Secondo i patti avrebbero dovuto essere posti in libertà, invece furono trattenuti e costretti a marciare a lungo e poi furono internati. Nei soli primi otto giorni vennero eliminati 91 bersaglieri, i cui corpi venivano fatti sparire in qualche foiba. Di seguito sono elencate foibe, cave e pozzi in cui si sono rinvenuti resti umani o che secondo le testimonianze vi si sarebbero stati infoibate delle vittime; l’elenco è composto per territorio. PROVINCIA DI FIUME o DEL CARNARO • Foiba di Casserova. Vi furono infoibati tedeschi, italiani, sloveni, molti ancora vivi; dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l’imboccatura veniva fatta saltare. • Foiba di Castelnuovo d'Istria. • Foiba di Grisane o Grizane. • Foiba di Obrovo. Vi furono gettati tanti fiumani deportati. • Foiba di Odolina. • Foiba di Scandaussina. • Isole Brioni. • Rione di Cantrida già Borgomarina. PROVINCIA DI GORIZIA • Campagne di Brazzano. • Foiba di Brestovizza. Il "Giornale di Trieste" in data 14 agosto 1947 così narra la vicenda di una infoibata: "Gli assassini l'avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta". • Foiba di Gargaro o Podgomila. Vi furono infoibate circa ottanta vittime. • Foiba di Jelenca. • Foiba di Zavni. Vi sono stati gettati i corpi dei Carabinieri di Gorizia, oltre a centinaia di sloveni oppositori di Tito. PROVINCIA DELL'ISTRIA o DI POLA • Foibe di Antignana. • Foiba di Barbana. • Foiba di Beca. • Foiba e Abisso Bertarelli. Gli abitanti della zona vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno. • Foibe di Capodistria. Nel capodistriano vi sono centosedici cavità, di cui ottantuno con entrata verticale e una commissione slovena fece ispezionare le ottantuno cavità con entrata verticale: in diciannove di esse sono stati trovati resti umani; da dieci cavità sono stati tratti cinquantacinque corpi che sono stati inviati all’Istituto di medicina legale di Lubiana, ma secondo le testimonianze furono eliminati centoventi italiani e sloveni di San Dorligo della Valle. Le Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della zona. • Foiba di Carnizza. • Foiba di Castellier. • Foiba di Castelnuovo d'Arsa. • Foiba di Cernizza. Nel dicembre 1943 vi vennero recuperati 2 corpi e furono riconosciuti. • Foiba di Cernovizza. Secondo gli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L'imboccatura della Foiba, nell'autunno del 1945, è stata fatta franare. • Foiba di Cregli. Nel dicembre 1943 vi vennero recuperate 8 salme e furono riconosciute. • Cava di bauxite di Gallignana. Vi furono recuperate dal 31 novembre 1943 all'8 dicembre 1943 23 salme di cui 6 riconosciute, tra di esse Don Angelo Tarticchio, nato nel 1907 a Gallesano d’Istria, parroco di Villa di Rovigno, che il 16 settembre 1943 fu arrestato dai partigiani comunisti, malmenato ed ingiuriato insieme ad altri trenta dei suoi parrocchiani, dopo orribili sevizie, fu buttato nella foiba. Quando fu riesumato lo trovarono completamente nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa, i genitali tagliati e messi in bocca. • Foiba di Gimino. • Foiba di Iadruichi. • Foiba di Jurani. • Cava di bauxite di Lindaro. • Foiba di Oblogo. • Foiba di Paugnano. • Foiba di Pedena. • Foiba di Pisino. • Foiba di Pisinvecchio. • Foiba di Pogliacchi. • Foiba di Pucicchi. Nel novembre 1943 vi vennero recuperati 11 cadaveri e furono riconosciuti. • Foiba di Pusicchi. • Foiba di Racia o Racievaz. • Foiba di Raspo. Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. È imprecisato il numero delle vittime. • Foiba di Rozzo. • Foiba di San Salvaro. • Abisso di Semez, il 7 maggio 1944 vennero individuati resti umani corrispondenti a circa un centinaio di persone; nel 1945 fu riusato. I corpi non stati recuperati. • Foiba di Semi. • Abisso di Semich. Un'ispezione del 1944 accertò che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell'abisso di Semich, profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono gettati a guerra finita, durante l'orrendo 1945 e dopo; i corpi non sono stati recuperati. • Foiba di Sepec o Sepez. • Foiba di Terli. Nel novembre 1943 vi vennero recuperati 24 corpi e furono riconosciuti. • Foiba di Terviso, o Villa Terviso. • Foiba di Treghelizza. Nel novembre 1943 vi vennero recuperati 2 cadaveri e furono riconosciuti. • Foiba di Vescovado. Vi vennero recuperate 6 spoglie, ma solo una fu identificata. • Foiba di Villa Orizi. Nel maggio 1945 gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell'indicare in circa duecento i prigionieri eliminati. • Foiba di Villa Surani o di Surani. Nel novembre 1943 vi vennero recuperate 26 salme di cui 21 furono riconosciute. • Foiba di Vines, detta anche Foiba o Fossa dei Colombi. Vennero recuperati dal Maresciallo Harzarich dal 16 al 25 ottobre 1943, 84 cadaveri, di cui 51 furono identificati. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell'acqua, le vittime dopo essere stati torturati, venivano precipitate con una pietra del peso di oltre 20 chili legata con un filo di ferro alle mani e poi venivano lanciate delle bombe a mano nell'interno. Sopravvisse Giovanni Radeticchio, che ha raccontato l’eccidio. SLOVENIA • Foiba di Cocevie. PROVINCIA DI TRIESTE • Foiba di Basovizza, monumento nazionale - diverse centinaia di infoibamenti. • Foiba di Campagna di Corgnale e di Opicina. Vi "Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere …" (G. Holzer 1946). • Foiba di Credaro. • Foiba di Gropada. Il 12 maggio 1945 vi furono infoibate trentaquattro persone previa svestizione e colpo di rivoltella "alla nuca". Sono stati recuperati solo 5 corpi. • Foiba di Monrupino, monumento nazionale - diverse centinaia di infoibamenti. • Foiba di Orle. Nel 1946 vi fu recuperato un numero imprecisato di corpi. • Foiba di Podubbo. Il giornale triestino “Il Piccolo” del 5 dicembre 1945 riporta che gli speleologi calatisi fino alla profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi - tra cui quello di una donna completamente nuda – non identificabili a causa della decomposizione. • Foiba di San Lorenzo di Basovizza. • Foiba di Scadaicina. • Foiba di Sesana. Nel 1946 vi fu recuperato un numero imprecisato di salme. • Foiba di Ternovizza. PROVINCIA DI UDINE • Foiba di Drenchia, secondo Diego De Castro vi furono infoibati donne e partigiani della divisione di Osoppo. la maggior parte delle vittime delle foibe furono internati nei campi di concentramento tititni, dei quali se ne propone un elenco: • campo di concentramento a Aidussina • campo di concentramento a Borovnica • campo di concentramento a Maribor • campo di concentramento a Osseh • campo di concentramento a Osijek • campo di concentramento a Sisak • campo di concentramento a Skofja Loka • campo di concentramento a Stara Gradiska • campo di concentramento a Vrsac • campo di concentramento a Zemun4 punti
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GIANCARLO VISCONTI GROSSO CRIPPA 1/A R/3 - TOFFANIN 144/1 RRR Variante inedita al diritto IOHANES KAROLVS VICECOMES NL 3C (N ribaltata) Cliccare sulla foto per ingrandire4 punti
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Durante la visita al World Money Fair di Berlino ecco cosa ho rimpatriato: grosso del nostro Pietro, con una normale tosatura, consunzione nella norma grammi 2,16 (moneta forse nata abbondante) Segno del massaro anellino sotto gomito sx (a destra per chi guarda). Croce sul vessillo e croce formata da 4 punti su braccio e petto. Moneta migliore de visu. Ex asta Pecunem3 punti
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Nella prima risposta ho scritto che non ha valore numismatico e confermo quanto detto...meglio essere realistici che creare delle inutili speranze e/o aspettative.. In ogni caso, bene ha fatto a contattare il Club Alpino Siciliano, e se si tratta di cimelio, siamo contenti per Lei... Temo pero' che anche come cimelio non abbia un gran valore in queste condizioni a meno che lo acquisti... direttamente il predetto Club...che è l'unico a cui potrebbe interessare. Auguri,3 punti
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Apro intanto anche con i tiranni Gian Carlo Visconti da solo e Gian Carlo ed Estore Visconti associati, periodo brevissimo e periglioso ma che li porta a coniare due ulteriori grossi. L'iconografia rimane sostanzialmente la stessa con la biscia coronata ( se la tengono :blum:) e Sant'Ambrogio. Cambiano ovviamente le iniziali rispettivamente I - K e IO - HE Qui sotto quello molto raro, R2 di Gian Carlo ed Estore Visconti Da Asta Rauch 973 punti
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GIOVANNI MARIA VISCONTI GROSSO O PEGIONE CRIPPA 3/A R/2 - TOFFANIN 137/1 RR D/ Biscia viscontea coronata con nulla sopra, entro cornice con quattro angoli R/ S. AMBROGIO in cattedra e con pissidi sopra i braccioli della cattedra Cliccare sulla foto per ingrandire3 punti
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Buonasera a tutti! Per il 1989 posto: Jugoslavija 100 dinarjev Sono ormai gli ultimi anni per questa monetazione...3 punti
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2 punti
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GIANCARLO ed ESTORE VISCONTI GROSSO CRIPPA 1 R/2 - TOFFANIN 147 RR Variante al rovescio S ABROSIV (manca la M) Cliccare sulla moneta per ingrandire2 punti
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@@claudioc47.....questa moneta va messa in collezione solo quando nella parte bassa del dritto è evidente che non ci sia nulla, oppure le sigle ai lati del fiocco oppure ancora meglio, quando sotto HISP c'è un simbolo e/o una lettera, altrimenti......non prenderle !! Questo messaggio un pò per Tutti: di questa tipologia non esiste il solo PR 20 .....e PR 20a :crazy:2 punti
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Carissimo @@VictorLimaLima, ogni tanto nella vita, forse, bisognerebbe cercare di essere un po' meno venali...non ti scrivo per farti la "predica", perché non ne ho nessun diritto, ma vorrei farti notare come tu continui a fare richieste di identificazione, anzi di valutazione, perché a quanto pare quello che interessa è il valore, non la classificazione, senza un "per piacere", un saluto o un grazie (se non strappato con le pinze), come già altri ti hanno fatto notare, pretendendo però che altre persone, che spendono del proprio tempo, gratuitamente, per darti una mano (e che io sappia per un uomo non c'è qualcosa di più prezioso), ti rispondano invece in modo veloce e puntuale. Io non conosco la tua situazione economica, che forse potrebbe giustificare questa ricerca disperata del valore economico, ma di certo essa non influenza la cortesia ed il tatto. Tatto perché penso che a ciascuno dei membri di questo forum faccia un po' male vedere che i tondelli che tu possiedi, alcuni vecchi di quasi duemila anni, vengono considerati puramente in base ad il loro valore economico. Spero solo che, sapendo che non valgono praticamente nulla (economicamente), queste monete non finiscano buttate nella spazzatura, perché, ti assicuro, ci sono molte ma molte persone che dietro quei tondelli rovinati e quasi illeggibili ci vedono tanta storia. Ecco, tutto qua, ho finito, mi scuso per il lunghissimo sermone, forse noioso, ma avevo bisogno di dire la mia, Un saluto2 punti
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La tragedia delle foibe è tale non solo perchè parte integrante delle vicende sanguinose che hanno messo popolo contro popolo durante e - come in questo caso - anche subito dopo la II Guerra Mondiale. E' una tragedia particolare, diversa, forse anche peggiore, perchè una parte del popolo italiano, per ragioni politiche, decise scientemente e calcolatamente di sacrificare un pezzo di Italia e le vite di tanti compatrioti per compiacere "compagni di idee" stranieri. Ci furono italiani che collaborarono con i titini nella pulizia etnica in virtù della comune militanza comunista. E ci furono italiani che per lo stesso motivo fecero in modo che di questa storia non si parlasse, non si sapesse, o si sminuisse. Producendo scientemente libri pieni di omissioni, falsificazioni, riduzioni. Indignandosi se qualcuno ne parlava. Sempre quegli italiani oltraggiarono e umiliarono gli esuli delle terre di Istria, Fiume e Dalmazia, rifiutandosi di accoglierli e indicandoli come tutti indistintamente fascisti, o alla meglio come un peso per l'Italia postbellica. E che, ancora oggi, sostengono che le vittime delle foibe - più o meno - se la sono quasi cercata, o che comunque, che ci vuoi fare, era inevitabile.2 punti
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Abbiamo dovuto attendere il 2004 per avere un giorno del ricordo e questo la dice lunga sul perché questi avvenimenti sono stati dimenticati per quasi sessanta anni. C'è voluto il crollo del comunismo e il collasso della Federazione jugoslava per rianimare il dibattito sulle foibe e affrontare i fatti storici. Questioni di opportunità politica ? Il fatto che in Italia esisteva il partito comunista più forte dell'Occidente? Sulla composizione delle armate jugoslave comuniste non mi pronuncio poichè non ho elementi, ma credo che nelle circostanze maturate in quel periodo di guerra, poteva esserci di tutto: dai criminali, agli idealisti, passando per militari di professione. In ogni caso anche la resistenza partigiana operante in Italia ha avuto aspetti non proprio limpidi e molti libri usciti di recente hanno fatto luce su quegli aspetti non edificanti.2 punti
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Le monete "uscite" male, finiscono in circolo si, ma per i canali dei venditori vendute come difetti. Chi si trova dietro le macchine nelle varie zecche sa che se le fanno "sparire" possono avere un guadagno, altro che metterle in circolo. Poi oltre ai furti in casa (secondo voi uno zingaro va in un negozio a rivendere) e smembramenti vari, c'è anche il discorso delle buste "smarrite". Mi è capitato di scambiare con Ciccio86 un paio di monete, le sue sono arrivate, le mie no, se non ricordo male 50 cent del Vaticano e credo un'altra moneta di San Marino. Anche se entrambe per la circolazione, sicuramente sono state spese.2 punti
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GIOVANNI MARIA VISCONTI GROSSO O PEGIONE CRIPPA 2/A C - TOFFANIN 135/1 C Varietà con borchia sopra la biscia - S ABROSIV Cliccare sulle monete per ingrandire2 punti
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@@Rex Neap@@vox79 Scusate ragazzi, ma era un lotticino di quattro monete (una è un denaro di Federico IV che mi mancava) domani le posterò, costava poco e non ho resistito! Non succederà più!! Non sapete che dopo i 65 si torna bambini? Cominciate a farci l'idea!! ahahahah!!2 punti
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______________ 1989 East Caribbean States 1 Dollaro - Rame/nickel2 punti
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______________ 1989 Unione Sovietica 3 Rubli - Rame/nickel Soccorso per il terremoto in Armenia Il 07 dicembre del 1988 un violento sisma (7 Richter) devasta il nord dell'Armenia, in 25.000 persero la vita.2 punti
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Questa è la seconda monetina che faceva parte del lotticino di cui parlavo nella discussione di ieri (Nove Cavalli) nella quale mi sono preso una lavata di testa da parte degli amici @@Rex Neap e @@vox79 Mezzo Carlino Filippo III PR 30c (GF-GI in monogramma) aggiungo il particolare delle sigle, che sembrerebbero GF-GF in monogramma, @@Rex Neap, che ne pensi?1 punto
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Ed ecco l'ultima moneta del lotto delle "lavate di testa"! Tre Cinquine Filippo III PR 20, purtroppo un pò tosata purtroppo. Prometto che le prossime saranno di livello più elevato!!1 punto
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Ciao un asse repubblicano con giano bifronte/prora..mi sembra saluti Eliodoro1 punto
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E che, ancora oggi, sostengono che le vittime delle foibe - più o meno - se la sono quasi cercata, o che comunque, che ci vuoi fare, era inevitabile. Già...questa è la cosa schifosa...come mi fa schifo che certa gente sia andata al funerale di Tito e poi è arrivata sapete dove. E non solo...vedete un po' che onorificenza italiana hanno dato a Tito... A volte ce lo meritiamo che all'estero ci guardino con sufficienza....La Roma dei Cesari è ormai lontana....1 punto
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Mah .... poi ci dirai da dove nasce questo colpo di fulmine ..... inaspettato :pleasantry:1 punto
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Questa qui la vedo dura...Dietro la testa ci sono i monogrammi rispettivamente di Giovanni Antonio Fasulo (Maestro di Zecca) e Gaspare Juno (Maestro di Prova), quindi parrebbe proprio la moneta corrispondente al numero 216/3 del MIR... Ma quel tosone volto a destra non mi convince proprio... :unsure:1 punto
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______________ 1989 San Marino 20 Lire - Alluminio/bronzo1 punto
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non chiedo di ringraziare, ma almeno comunicare se ha gradito il servizio... :whome:1 punto
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@@Eolo C’erano altri cinque concorrenti all’asta della tua moneta e quindi devi essere soddisfatto dell’acquisto. Anzi, lascia un posto libero vicino alla dramma perché c’è anche il tetradramma corrispondente Price 1353 e non porre limiti alla provvidenza. Una delle dramme del gruppo Price 1351-1356 in cui Demetra è raffigurata in bello stile è questa, dove si vedono proprio le fiamme delle torce. Non ho in collezione un esemplare del genere, ma mi accontento anche della foto. KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Tetradrachm (25mm, 17.02 g, 2h). Lampsakos mint. Struck under Kalas or Demarchos, circa 328/5-323 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; to left, Demeter standing facing, holding long torch in each hand; monogram below throne. Price 1355; ADM II Series V. Good VF, toned. apollonia1 punto
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All'elenco delle vittime, se non sbaglio, si dovrebbero aggiungere anche ungheresi e austriaci. Inoltre quello effettuato tra Italia-Slovenia-Croazia è stato perpetrato anche in Vojvodina contro civili ungheresi, croati, slovacchi e tedeschi, tuttavia in fosse comuni. Pulizia etnica?1 punto
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buon giorno, ho rifatto la foto al 25 agorot, spero adesso si veda bene la data :)1 punto
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Salve @bricca,perchè la 10 € T002G5 dici che è interessante? è una radar o ha piu numeri consecutivi uguali?. Anche io ho una T002G5 ma niente di interessante ,la 5 essendo una S001 conviene tenerla,ciao1 punto
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Concordo con il tuo ragionamento..o sono tutte e due battuti ad Amatrice o, entrambi, a Napoli..1 punto
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@@santone che l'incisiore sia lo stesso non c'è dubbio. Lo stile è identico. Come per i carlini con aquila o quelli di stile aquilano senza aquila... Ormai è acclarato che sono entrambi della stessa zecca. Perché in questo caso dovrebbe essere diverso?1 punto
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penso che nel valigione del nostro commerciante di fiducia si trovi da 1 a 3 euro! :D1 punto
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Riguardo alla questione oricalco versus ottone penso che sia interessante rileggersi questa bella discussione http://www.lamoneta.it/topic/16215-il-depauperamento-dello-zinco-nelloricalco/ da cui si possono comprendere le difficoltà tecniche e scientifiche della lavorazione dello zinco....da qui le basse percentuali e le alte variabilità. Sulla corretta definizione da qui https://it.wikipedia.org/wiki/Ottone_%28lega%29 mi pare di capire che una percentuale inferiore al 36% è definibile ottone alfa (lettera greca), fra il 36 e il 45% ottone alfa-beta. Quindi l'oricalco sarebbe un ottone alfa. La Treccani così definisce l'oricalco: oricalco (ant. auricalco) s. m. [dal lat. orichalcum (o aurichalcum, per accostamento pop. a aurum «oro»), adattam. del gr. ὀρείχαλκος (propr. «rame di monte»), comp. di ὄρος «monte» e χαλκός «rame»] (pl. -chi). – Antica lega a base di rame e zinco, tipo di ottone, adoperata nel sistema monetario di Augusto per coniare il sesterzio e il dupondio. Nell’uso letter., il termine è passato a significare l’ottone: Gli osberghi d’oricalco hanno le frangie (Pascoli); fig., tromba, soprattutto la tromba di guerra (cfr. l’uso analogo di ottone): E fa gridarlo al suon degli oricalchi Vincitor de la giostra (Ariosto); il suo nome pei forti sia come lo squillo degli o. (D’Annunzio). Comunque sempre molto distante dal tanto desiato oro... buona serata Mario1 punto
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Altra moneta comune che però tra una cosa e l'altra non avevo mai aggiunto in collezione e l'ho fatto Sabato......nonostante le pessime foto, vi piace? Ciao Giankyv1 punto
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Purtroppo l'unico modo di ottenere questa moneta è solo pagando qualche millino di euro, da Professionista Numismatico che ne certifichi e ne garantisca l'autenticità. Per cui, chi l'ha comprata, se la tiene ben custodita in cassetta di sicurezza perchè ne conosce il valore. In virtù di questi motivi sopra citati, qualsiasi ritrovamento, qualsiasi regalo e/o altro caso fortuito di venuta in possesso, ha una probabilità molto prossima allo zero sull'autenticità della moneta. Un saluto, Fab1 punto
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Ciao, a mio avviso sì. Si tratta probabilmente di residui di argentatura superficiale. Sarebbe da osservare al microscopio binoculare per confermarlo (talvolta si notano residui di argentature anche su antoniniani non puliti e l'aspetto non è quello tipico metallico lucente che ci si aspetterebbe). Anzi, ci si accorge della natura del deposito quando si interviene al M.O. per una pulizia superficiale su monete non soggette a pulizia preventiva o con margini di miglioramento, avendo un aspetto spesso quasi "terroso". Ciao Illyricum ;)1 punto
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Cuba, 1 peso 1989, commemorativo del 30° anniversario della rivoluzione (al rovescio Castro e Cienfuegos).1 punto
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Nel volume sulla zecca di Piacenza del 2007, in base al fatto che i canoni versati al Monastero di Santa Giulia di Brescia dal comune di Piacenza per l’esercizio esattivo dei pedaggi del ponte sul Po a partire dal 1180 erano fissati in moneta imperiale “viginti libras imperialium vel quadraginta libras de mezzanibus”, viene riportato che la moneta piacentina, a partire dal 1167 e fino al 1238, fu emessa sul piede dell’imperiale (denaro piacentino pari a mezzo imperiale e grosso – dal 1219 – pari a 3 imperiali). Da qualche tempo però la mia personale opinione è che non vi fu equivalenza fra la moneta piacentina e quella imperiale fino a poco prima della metà del XIII secolo (tesi già avanzata da Marco Bazzini : BdN on-line, materiali 16, p. 26, nota 71) (http://www.academia....colo_al_1330_ca), quando, mutando radicalmente aspetto vennero coniati per la prima volta il mezzano scodellato e il grosso da 4 imperiali (di peso pari a 1,2-1,3 grammi). Infatti in due documenti del 1234 del Codex Diplomaticus Cremonae (Documenti della lite con Anselmo Selvatico e l’abate di S. Sisto di Piacenza per Castelnuovo Bocca d’Adda (1226 – 1234)) viene riportato l’importo di un risarcimento dovuto dal comune di Cremona al monastero di S.Sisto di Piacenza (500 libbre di denari piacentini) e la sua equivalenza con 432 libras et 10 soldos et 4 denarios denariorum bonorum imperiali. Un denaro piacentino valeva quindi 0,86 denari imperiali. Codex Diplomaticus Cremonae Documenti della lite con Anselmo Selvatico e l’abate di S. Sisto di Piacenza per Castelnuovo Bocca d’Adda (1226 – 1234) 123. – 1234, apr. 10, VII, in palacio episcopi parmensis. Praesentibus abbate S. Sixti et A. Salvatico, procuratore Cremonae, episcopus confirmat compositionem factam inter Cremonam et conventum S. Sixti, praecipiendo communi Cremonae ut solvat 500 libr. placentinorum bonorum, quas debet, et abbati ut eas convertat in utilitatem monasterii. 124. – 1234, mad. 2, VII, Placentiae, in monasterio S. Sixti. Sindicus Cremonae solvit 432 libras et 10 soldos et 4 denarios denariorum bonorum imper. pro 500 libris denariorum placentinorum, et abbas et monaci ei faciunt finem et refutacionem. Questo rapporto è confermato anche dall’esame delle caratteristiche intrinseche dei grossi emessi nella prima metà del XIII secolo: Cremona, Brescia, Milano: grosso da 6 imperiali - peso circa 2,05 grammi titolo 950 mill. (dati postati da @@mangiafuoco) Piacenza: grosso da 6 denari piacentini – peso 1,87 grammi e titolo 950 mill. Rapporto denaro piacentino / denaro imperiale = 0,91 Infine, e chiudo, il denaro piacentino dei primi decenni del XIII secolo pesava circa 0,8-0,9 grammi con un titolo di circa 300 mill. Quindi con un contenuto in fino pari a circa 0,255 grammi. L’inforziato cremonese (mezzo denaro imperiale) pesava circa 0,75 grammi con un fino teorico di 200 mill. (da verificare) e un conseguente contenuto in argento pari a 0,15 grammi. Quindi due inforziati (un imperiale) contenevano circa 0,3 grammi di argento. Anche in questo caso il rapporto fra la quantità di argento contenuta nel denaro piacentino (0,255 grammi) e quella nell’imperiale (0,3 grammi) risulta pari a 0,85.1 punto
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Sempre dalla Ranieri 8 di Bologna Medaglia 2005 opus A. Grilli. Æ dorato 345,2 g, 80 mm. COMUNE DI VARZI Nel campo lo stemma del comune di Varzi. Rv. Veduta della città di Varzi storica, monumentale e artistica; in alto San Giorgio a cavallo e rivestito di corazza, in atto di uccidere il drago. Rarissima. FDC Premio San Giorgio d’oro di Varzi. apollonia1 punto
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Buona Domenica Questo grosso, in vendita su eBay, inequivocabilmente ha il leone in moleca! E' il primo che vedo ed è sorprendente che non abbia mai letto nulla al riguardo .... Forza @@ak72, mi permetto di tirarti per la giacca ... pensaci su. ;) saluti luciano1 punto
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Beh, come potrai immaginare, la decisione resta al collezionista, il quale non deve mai dimenticare che ha tra le mani un pezzo di storia e che, in quanto tale, non è una mera proprietà privata. Ogni collezionista dovrebbe tenere sempre presente che il suo ruolo è quello di "custode" della moneta e non "proprietario", poichè i nostri tondelli sono, ahimé, destinati a sopravviverci, passando probabilmente nelle mani di discendenti che ameranno più il loro valore economico che quello storico-artistico, rivendendoli appena possibile. Alla luce di questo, ci penserei un bel pò prima di pulire una moneta, e lo farei solo se ciò che la ricopre rischia di danneggiarla (ossidazioni forti), altrimenti la lascerei riposare, respirare e patinare in santa pace... ;)1 punto
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L'entità delle emissioni, al di fuori di ogni controllo, non dava scampo all'inflazione, perchè i tedeschi erano in possesso di ingenti masse di biglietti che, portati in Germania, avrebbero potuto trasformarsi in una forma di taglieggiamento postumo della ricchezza francese, a vantaggio degli ex-occupanti, che avevano imposto un cambio di 20 franchi per 1 marco (erano 10-12 pochi giorni prima dell'occupazione). Con quel franco svalutato i tedeschi avevano acquisito gran parte di capitali privati, attraverso l'acquisto (con franchi razziati e svalutati) di partecipazioni a società multinazionali, quali le raffinerie di Bor e le miniere di Alsazia e Lorena (regioni già annesse al Reich), nonchè con l'assunzione di partecipazioni in società all'estero controllate dai tedeschi (società petrolifere rumene e banche rumene e ungheresi). Ovviamente la finanza francese era inesistente, perchè posta al servizio dell'occupante, senza possibilità di contropartita. petronius1 punto
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Buongiorno, Devo fare osservare che con la definizione "Linea Maginot" si intende indicare essenzialmente la linea fortificata lungo il confine franco-tedesco, dalla frontiera svizzera alla frontiera belga. Lungo il confine franco-italiano esisteva una serie di fortifcazioni, indicate come "Linea Alpina", ma che non avevanoi le caratteristiche tecniche e costruttive di quelle realizzate lungo la forntira con la Germania. Tali fortificazioni bastarono comunque ad arrestare l'avanzata italiana sulle Alpi, all'indomani della nostra entrata in guerra. Cordialmente1 punto
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Per poter fornire le truppe tedesche occupanti di valuta francese, la Banque de France, che funzionava con emissioni distinte nella zona occupata (Parigi) e in quella "libera" (Vichy), riemetteva al nord le vecchie banconote d'anteguerra, nei tagli da 5, 10, 20, 100, 1.000 e 5.000 franchi; non ci interessano qui Nella zona del sud furono invece create nuove tipologie, con soggetti multicolori allegorici. Sia le banconote del nord che quelle del sud circolarono liberamente in tutta la Francia per l'intera durata della guerra, e anche oltre. Iniziamo col mostrare il biglietto da 5 franchi, emesso a partire dal 2 giugno 1943 e fino al 30 ottobre 1947 (continuarono ad essere stampati e a circolare anche a guerra finita). Nell'allegato, l'emissione del 25 novembre 1943. continua....domani petronius1 punto
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