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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/16/16 in tutte le aree

  1. Una monetina apparentemente banale e facilmente confondibile con quelle del tutto simili e assai comuni a nome degli altri tetrarchi. In realtà è molto rara e le dinamiche della sua coniazione sono utili per comprendere i rapporti tra Costantino e Galerio e l'attività della zecca di Alessandria. Costantino I Cesare , frazione di follis , I° officina della zecca di Alessandria (306-308 d.C.) Dritto: FL VAL CONSTANTINVS NOC CAES, busto laureato, corazzato e drappeggiato di Costantino rivolto verso destra. Rovescio: CONCORDIA MILITVM, Costantino all’atto di ricevere da Giove un globo sormontato da una Vittoriola. Al centro A, in esergo ALE. Riferimento: RIC VI Alexandria 85. Rarità: 8/10. La moneta in oggetto rientra in una delle due soli emisisoni (anche l'altra rarissima) della zecca di Alessandria che vedono raffigurato Costantino I col titolo di Cesare. Fu probabilmente coniata per un breve lasso di tempo compreso tra la fine del 306 e l’inizio 307 d.C, ovvero non prima del 25 luglio del 306 (data della morte di Costanzo Cloro e di elevazione del figlio Costantino I al rango di Cesare) e i primi mesi del 307 allorquando i rapporti tra l’Augusto d’Oriente Galerio Massimiano (che controllava la zecca) e il giovane Cesare Costantino I si compromisero a seguito della pretesa di quest’ultimo di essere riconosciuto come legittimo Augusto d’Occidente. Ne conseguì uno scontro armato che comportò l’interruzione in Oriente delle coniazioni a nome di Costantino I fino al 308. Benché sia accertato che questa tipologia di monete sia stata coniata in ben quattro officine, la grande rarità con la quale esse appaiono sul mercato può essere ragionevolmente spiegata con una produzione assai modesta e discontinua giustificata dagli altalenanti rapporti tra i regnanti. Ricordo, infatti, come proprio le monete erano da considerarsi all’epoca tra i migliori mezzi per far politica e trasmettere un “messaggio” ai propri rivali e al popolo romano. Da un punto di vista metrologico rappresentano praticamente un unicum nel panorama numismatico della Tetrarchia. Con un peso di circa 3 grammi e un diametro di circa 20 mm, queste monete possono essere considerate delle frazione di follis (messo follis? un terzo di follis?); a dire il vero, per peso e diametro ricordano sfacciatamente i radiati di Aureliano e pertanto non è improprio definirle “radiati post-riforma”, dove la riforma è quella del 294 d.C. di Diocleziano che introdusse il follis. Ciò non deve sorprendere, la zecca di Alessandria, ai limiti territoriali dell’Impero e lontana dal Senato, aveva sempre goduto di notevole autonomia nelle proprie emissioni e caratteristiche non apprezzabile altrove.
    7 punti
  2. Ciao, mi permetto di aggiungere quella che considero un’addenda alla bella presentazione di @@Titta99 http://www.lamoneta.it/topic/145684-presentazione-powerpoint-monetazione-romana/ nell’ottica di completarla a scopo didattico e spero di discussione. Oltretutto, alla luce della recentissima ottima presentazione di @@Poemenius , http://www.lamoneta.it/topic/146713-pesi-e-misure-nel-tardo-antico/#entry1676909 ne rappresenta il logico prologo (salvo non trattare il travagliato III secolo se non di striscio). In effetti senza che ne parlassimo tra noi (abbiamo una “liaision” culturale per tutt’altre faccende… ;) ), abbiamo avuto entrambi un’idea simile (e infatti il titolo richiama quella sul periodo Tardo-antico). Nel seguente topic tratto parte della svalutazione della monetazione romana nel periodo 2 a.C.(Augusto) – 215 d.C. (Caracalla). Mi limito a queste riforme perché a partire dal III secolo dopo Cristo la spirale inflazionistica subisce un’accelerazione che sconvolge il quadro monetale valido per due secoli che ci permette di rendere facilmente comparabile le varie riforme. Infatti fino alla prima metà del III secolo lo schema di cambio rimane invariato (salvo la scomparsa dei nominali più piccoli probabilmente a seguito della loro svalutazione – analogamente alle odierne discussioni sui 1 e 2 €cents) ovvero: Qualcosa in realtà cambierà pur restando fissi i valori di cambio tra le varie monete. I tenori di metallo fino ed i pesi ponderali, ad esempio. La domanda sorge spontanea: perché accadde? Quale dinamiche portarono al progressivo impoverimento della monetazione circolante?
    4 punti
  3. ______________ 1990 Unione Sovietica A 30 anni dall'inaugurazione del Matenadaran La biblioteca è un'istituzione culturale che custodisce una collezione di manoscritti antichi in lingua armena e in moltissime altre lingue. Il Matenadaran si trova a Erevan, capitale dell'Armenia, il suo patrimonio conta più di 17.000 manoscritti e circa 100.000 documenti di archivio medievali e moderni. 5 Rubli - Rame/nickel
    4 punti
  4. Scendo verso il Ticino a trovare S. SIRO FILIPPO MARIA VISCONTI GROSSO DA UN SOLDO E MEZZO
    4 punti
  5. Che ne dite di questa è comparabile a quella postata in precedenza? Forse è anche meglio Grazie
    3 punti
  6. ______________ 1990 Irlanda 1 Pound - Rame/nickel (questa moneta è ancora convertibile nel paese di origine, equivale ad euro 1,27)
    3 punti
  7. Agli ultimi due utenti che personalmente non credo di conoscere, a memoria, e che mi piacerebbe conoscere, chiedo: 1) come mai avete questo pernicioso interesse a voler sapere chi partecipa che non ho visto in altri forum per analoghe iniziative? Non solo, ma questo desiderio di conoscere i partecipanti nel passato mi è stato anche richiesto di non assecondarlo per motivi di sicurezza, quindi se lo faccio rischio anche di prendermi delle sonore strigliate per i motivi sopra esposti. 2) in calce a questo, visto il tono denigratorio con il quale sono stati postati, chiedo la cortesia di astenersi da future analoghe esternazioni; 3) gli organizzatori (Cavicchi, Cavaliere, Nasi ed il sottoscritto) si stanno dando da fare per dare forma e continuità a queste manifestazioni perché credono in questo modo diretto di vivere la numismatica, ma con le caratteristiche che noi commercianti puntiamo ad avere. Onestamente vedere dei commenti così, basati su nulla, fa male e ferisce il nostro lavoro. Invece di stimolare iniziative come queste che puntano a portare vitalità alla numismatica, il messaggio che traspare è totalmente negativo. A questi due utenti chiedo: ma agli organizzatori di Verona o Bologna che non hanno profilo su questo forum chiedete chi partecipa? O ci andate lo stesso? Tanto nessuno vi scriverà chi partecipa in anticipo perché nessuno ve lo dirà. Ed allora chiudo dicendo: partecipate a queste manifestazioni ed incentivatele. Evitate questi chiacchiericci, stimolate la positività della novità, così come è stato fatto nel post iniziale e per altre iniziative analoghe. Comunque ad oggi siamo in circa 25 espositori, solo numismatici. Il nostro desiderio è che prevalga la numismatica e solo questo. Stefano Palma
    3 punti
  8. Buongiorno a tutti gli amici. Devo dire che il 2016 è iniziato con dei veri fuochi d'artificio. L'amico Andrea ha aggiungo alla sua bella collezione, uno bel quattrino per Ravenna (R5) del Foscari. Ora questo soldino continua il filotto delle monete rarissime che raramente abbiamo il piacere di vedere. A volte le aste baia Savoca hanno delle interessanti monete, e proprio qui il fortunato acquirente ha pescato. Soldino di Giovanni Mocenigo 1478 -1485.
    2 punti
  9. questo gettone mi ha sempre incuriosito , ma non conosco la provenienza
    2 punti
  10. Buongiorno, ecco la piastra che mi mancava tipologicamente, la prima ed enorme moneta emessa a Firenze dopo la repubblica. Cosimo I de' Medici (1569-1574) - Piastra 1573 Zecca: Firenze - Fronte: busto drappeggiato e corazzato del Granduca a destra - Retro: San Giovanni stante di fronte con il volto rivolto a destra alza la mano destra nell'atto di predicare e tiene una lunga croce con la sinistra. 32,40 grammi. Cosimo I figlio di Giovanni dalle Bande Nere, il più celebre condottiero del Rinascimento italiano diventa Duca di Toscana nel 1537. Di carattere assai risoluto (nipote di Caterina Sforza di Pesaro, considerata una delle donne più energiche della storia) sviluppò rapporti politici per garantire prosperità alle fortune della città, eliminando ogni possibile resistenza. Vicino a Carlo V di Spagna concesse favori agli Spagnoli occupanti di parte delle sue terre. Intransigente come governatore del Ducato, limitò molte libertà nelle mura cittadine, e fu al tempo stesso artefice di migliorie nell’agricoltura e nel commercio, ambizioso nel programma urbano e mecenate delle arti; la bellezza delle sue monete sono un esempio. Nel 1555 crea un grande Stato Mediceo con la sottomissione di Siena. Pio V lo riconosce Gran Duca nel 1570. Decisivo fu il ruolo della flotta da lui creata nel 1550 nella battaglia navale di Lepanto nel 1571. I conii di questa moneta sono di Pietro Paolo Galeotti successore di Benvenuto Cellini. la moneta ha patina di monetiere e credo sia un BB/SPL con rovescio molto acceso sullo Splendido. di difficile apparizione sopra il BB questa moneta è entrata in collezione, il 1573 anche data più rara del 1572. saluti fofo
    2 punti
  11. Buonasera a tutti, condivido questo acquisto fatto ormai da qualche mese....è una tipologia che non è per niente facile trovar bella. questa come vi sembra? un saluto a tutta la sezione e grazie a chi interverrà. :) marco
    2 punti
  12. Secondo me dipende dal tuo carattere. Per come sono fatto io, preferisco avere solo monete che mi emozionino e non che mi mancano. Costo o no, quello è secondario. Siamo collezionisti di storie e di emozioni secondo me, non di ''cel'ho, cel'ho, cel'ho, manca!'' E' una scelta personale eh :)
    2 punti
  13. Colleziona x tipologia e non per data, prenditi pezzi rari e belli e non per la quantità.
    2 punti
  14. Sapevate che in Gran Bretagna vi sono degli alberi completamente ricoperti di monete? Si tratta dei “wishing trees”, "alberi dei desideri", alberi, cioè su cui dal 1700 in poi vengono inserite delle monete con cui si esprime un desiderio... http://culturetown.org/the-mysterious-coin-covered-wishing-trees-of-britain/
    2 punti
  15. Spero che ci siano altri interventi nel tempo ma indubbiamente il cammino della discussione è stato tracciato e se questi sono i risultati dico ad alta voce, viva i Visconti ! Era onestamente da un po' di tempo che non vedevo un interesse e una coralità sul forum per una discussione e per una tematica come in questo caso, noi poi appassionati delle monete milanesi abbiamo sempre un po' faticato però forse questa volta siamo riusciti a trovare le corde giuste e il tema giusto per incuriosire e coinvolgere. Posso dire di averne viste e lette ormai tante di discussioni, alcuni dei veri totem, ma questa sicuramente si avvicina molto a " una perla divulgativa ". Credo che per avere una mole così impressionante di pezzi ma anche commenti ci si debba rivolgere solo al BDN ma in questo caso abbiamo di fronte la Collezione Reale o forse dovremmo rivolgerci a quello che c'è al Castello, che indubbiamente c'è, ma non è catalogato per la parte viscontea e di certo la visione non è da approccio immediato. E quindi viva i Visconti, viva noi che l'abbiamo vissuta, viva la divulgazione numismatica e viva Lamoneta che è la custode di una discussione di questo tipo che navigando su Internet tutti nel tempo troveranno e magari farà anche proselitismo numismatico. Ma viva devo dirlo in questo caso anche il collezionismo privato e quando qualcuno chiederà cosa fa, cosa sta facendo o si domanderà fa poco, non fa abbastanza sicuramente qui troverà una giusta ed esaustiva risposta a questi interrogativi.... Speriamo che questo sia anche di stimolo per altri affinché intervengano di più o magari inizino proprio qui....poi da qualche parte prima o poi tutti dobbiamo iniziare e certamente qui troverete lo spirito e gli interlocutori per proporsi o anche solo domandare...il forum è e deve essere anche poi questo...divulgare, incuriosire e quando si riesce proporre ipotesi...ovviamente insieme.
    2 punti
  16. Ma scusa, ti chiami staterepegaso e chiedi a noi? :P Sarebbe come se io chiedessi informazioni su Gallieno... Comunque per quel poco che ne so pare buona anche a me.
    2 punti
  17. non ricordo quale dei due ma uno diversi anni fa è andato su InAsta...non mi ricordo il numero del catalogo
    2 punti
  18. Mi fa molto piacere essere stato di aiuto. I migliori saluti.
    2 punti
  19. Buona sera, con queste poche righe volevo umilmente, magari con qualche errore che i più esperti mi perdoneranno, far conoscere ai collezionisti non avvezzi alla monetazione genovese una delle monete simbolo di questo genere: lo Scudo Stretto. Qui sotto l'esemplare nella mia collezione Dritto: +ET+REGE+EOS+1670+ISS (sigla dello zecchiere Io.Stephanus Spinula)+ Verso: +DUX+ET+GVB+REIP+GENV+ La monetazione genovese è molto ampia, basti pensare che la zecca di Genova ha lavorato dal 1139 al 1814 per cui le monete vengono suddivise in base ai periodi storici: in questo caso parliamo del periodo dei Dogi Biennali (1528-1797). In questi due secoli la Repubblica di Genova visse gli anni di massimo splendore della sua storia con una politica interna abbastanza stabile e un aumento dei traffici internazionali. Proprio l’aumento del commercio con l’estero e dei flussi monetari spinsero la zecca a migliorare notevolmente le tecniche passando dalla battitura alla coniazione industriale col torchio (riducendo, se non eliminando, la pratica della “tosatura”). In particolare lo Scudo Stretto venne coniato al torchio a partire dal 1676 e fu la prima moneta che venne realizzata con questa tecnica. Perché parlare proprio dello Scudo Stretto? Innanzitutto perché è la moneta genovese con il maggior numero di date e varianti: basti pensare che è stata coniata dal 1637 a 1725 con 66 anni diversi e 220 varianti! In secondo luogo, ma non meno importante, perché è stata la prima moneta genovese a recare su una faccia l’immagine della Madonna. Dal 1638 scomparve infatti quasi del tutto l’immagine del Castello, che ha caratterizzato le monete genovesi sin dal 1139, e del nome di Corrado II, l’imperatore che diede l’autorizzazione a Genova di emettere moneta. Questo cambiamento potrebbe sembrare solo una modifica estetica ma è invece un cambiamento epocale perché la Repubblica di Genova, con questo atto, volle sottolineare la sua più totale indipendenza rispetto alle grandi potenze europee, in particolare alla Francia e alla Spagna. Per fare questo occorreva che la Madonna venisse ufficialmente eletta "Regina e protettrice di Genova" ( 1637) e si trovò il pretesto quando il Doge Giovanni Francesco Brignole Sale (1582-1637) divenne Re di Corsica. Ora Genova poteva fregiarsi dell’immagine della Madonna sulle monete e allinearsi di nome e di fatto alle altre monarchie. Nacque così lo Scudo Stretto. Dal 1637 al 1649 venne chiamato semplicemente scudo; cambiò nominazione solo nel 1649 con la comparsa dello scudo largo. A differenza di questo, lo scudo stretto ha solo sottomultipli e non multipli: il mezzo, il quarto e l’ottavo. Nel 1638, dopo appena un anno dalla prima emissione, venne ideato una seconda tipologia di Scudo Stretto che rimarrà quella definitiva e la più conosciuta.
    2 punti
  20. Carissimi, scusate ma... tutta la legenda ( e non solo...) è chiaramente ribulinata e ripassata, soprattutto nella parte del nome... quindi........ A meno di non trovare un'esemplare non ribulinato uscente dal medesimo conio ( e lo dubito moltissimo) temo che le conclusioni che si potrebbero trarre siano fondate sulla sabbia... Cordialmente, Enrico
    2 punti
  21. Cari amici, sconfino in una sezione di cui sono molto ignorante per cercare qualche risposta. Mi occupo di norma di V e VI secolo (romani, bizantini e regni romano barbarici). Il tema del rapporto oro : argento : bronzo è assai dibattuto e si muove (pare) molto nel tempo. Guardando però al regno d’Italia, e poco indietro, mi pare di trovare una stabilità di rapporto AV:AG che supera il secolo di vita. Noto che da Vittorio Emanuele I al 1927 circa, il rapporto rimane pressoché invariato per circa un secolo. Nel mio calcolo che vedete nell’immagine ho ragionato sempre così…ad esempio: 100 lire di AV = 32,25 gr – titolo 900 = 29,025 gr di oro puro 5 lire in AG = 25 gr – titolo 900 = 22,50 gr di argento puro 100 lire di argento puro = 22,50 gr (5 lire) * 20 = 450 grammi Rapporto 29,025 : 450 - ovvero - 1 : 15,5 Quando non avevo sotto mano i dati del 100 lire, ho fatto la medesima cosa con le 80 lire o le 20….. Ora, se ho fatto macroscopici errori, vi prego di correggermi, io sono partito usando un semplice “Gigante” del 2003…. Altrimenti: DOMANDONE (almeno per me…..) In che modo il Regno D’Italia (e i suoi immediati predecessori) furono in grado ti mantenere stabile, fisso ed invariato per 100 anni il rapporto AG:AV in un mercato come quello del XIX secolo, se questo risultava quasi impossibile nei secoli del tardoantico? Quale politica economica impedì le ovvie fluttuazioni nel rapporto? Potete illuminarmi? Grazie infinite a chiunque mi risponderà…o correggerà gli errori di calcolo….tutto sarà d’aiuto. Un caro saluto Alain
    2 punti
  22. Vedo che stai facendo autonomamente le tue ricerche :-) In realtà sul forum stesso è stato pubblicato molto a riguardo degli anni. La novità dell'800 è che lo stato, partire da un certo momento in poi è abbastanza forte da poter imporre la circolazione fiduciaria della moneta. Ciò è agevolato soprattutto dal nascere dell'unione monetaria latina: https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_monetaria_latina che ha permesso di standardizzare le monete coniate in europa e di eliminare la concorrenza tra valute diverse. All'interno degli stati nazionali circolavano solo monete dello stesso stato o di paesi aderenti all'Unione Monetaria Latina (UML). Negli anni 50 e 60 dell'800, come dicevo la corsa all'oro californiana portò alla svalutazione dell'oro con la conseguente sovravalutazione in relativo dell'argento, la risposta dell UML, fu quella di abbassare il titolo delle monete in argento da 900 millesimi a 835. Cito il link di wikipedia: la maggiore scarsezza relativa dell'argento rispetto all'oro modificò il prezzo relativo dei due metalli. Il valore commerciale dell'argento divenne maggiore del suo valore legale. La differenza tra questi due valori rappresentava un premio sul metallo. Quando il premio coprì i costi di rifusione, di coniazione e di trasporto, divenne vantaggioso passare alla tesaurizzazione o all'esportazione delle monete d'argento. Il ritiro delle monete d'argento causò una crisi delle regole e della circolazione monetaria, in assenza di monete in quantità sufficiente. A questo riguardo, per la Francia, la diminuzione della coniazione in argento tra il 1856 e il 1864 è significativa: Anno Coniazione in argento Coniazione in oro 1856 54,4 508,24; 1857 3,47 572,56 1858 8,63 488,67 1859 8,38 702,70 1860 8,08 446,04 1861 2,52 84,66 1862 2,51 210,16 1863 0,25 230,20 1864 0,16 273,84 a partire dagli anni 70 invece fu l'argento a crollare, con un crollo ben rappresentato dal grafico da te messo, e la perdita dello storico rapporto con l'oro. Per rispondere a questa nuova sfida si decise infine di passare al monometallismo aureo. Ossia il valore della moneta era basata solo sul suo controvalore in oro, e non più su quello dell'argento, che assume valore fiduciario. Il valore della lira, così come del franco, era rappresentato solo dall'oro (teorico) in essa contenuto. Ad esempio la lira italiana così come le altre valute dell'UML valevano 0,290322581 grammi d'oro (anche se emesse in argento 835) e così via. Tieni conto che questa imposizione potè essere fatta solo perchè in presenza di forti stati nazionali e di accordi internazionali. La capacità di uno stato di imporre la circolazione fiduciaria di una tale massa di moneta era poi il prodromo di quello che sarebbe venuto dopo. Si comincia col far diventare l'argento fiduciario, e le banconote vengono emesse in virtù del controvalore in oro che doveva essere mantenuto in banca. Coi decenni anche la banconota diventerà fiduciaria, con la perdita di qualsiasi controvalore reale della moneta che oggi conosciamo.
    2 punti
  23. ______________ 1990 Unione Sovietica 5 Rubli - Rame/nickel Peterhof Palace a San Pietroburgo
    2 punti
  24. Vi lascio intanto questi dati sui quali formulare le vostre riflessioni. In seguito proporrò alcuni altri dati. Ciao Illyricum ;)
    2 punti
  25. uno l'ho comprato da Negrini qualche anno fa, ma non ho la foto... ad ogni modo credo che fosse più raro un tempo, resta comunque una bella rarità. Più raro è quello con S. Apollinare, oltre che più affascinante secondo me.
    2 punti
  26. Aggiungo FILIPPO MARIA VISCONTI GROSSO CRIPPA 7 R - TOFFANIN 155 RR Moneta molto larga con tutte le leggende, difficile reperire in queste condizioni.
    2 punti
  27. Quello che non t'aspetti: taglio 50cent paese sanmarino anno 2002 tiratura 235.400 (75.400 circolanti) condizioni bb+ città trieste
    2 punti
  28. Repubblica Democratica Tedesca, 5 mark 1990, rame-nickel-zinco; commemorativa del 500° anniversario del servizio postale tedesco (una delle ultime monete emesse dalla DDR)
    2 punti
  29. Ma come sapete il collezionista è fatto per cadere in tentazione e quando si presentò un grosso non tosato alla Varesi 66, eccoci qui :blum: , con tutte le leggende ben evidenti con un confronto decisamente difficile a questo punto.... Divulgazione, racconti, Milano....credo che con questa discussione siamo vicini ai massimi....la lasciamo per gli innamorati dei Visconti, di Milano, delle monete e ovviamente anche per quelli che arriveranno....
    2 punti
  30. PARLIAMO DI MONETE Vediamo un po’ di pesi e misure “teoriche” e ovviamente in modo non dogmatico, infatti le variazioni sono poi molteplici….comunque: Festaureus A volte si parla di queste monete come di “aurei” ma non è propriamente corretto….in ogni caso: 1+1/5 solidi 28,8 carati-silique di peso 1/60 sulla libbra 5,40 grammi circa Solido Moneta d’oro. 1/72 sulla libbra 24 silique-carati di peso 1/6 di oncia 4 scrupoli 4,45 gr. circa Semisse Moneta d’oro. ½ solido 1/144 sulla libbra 12 silique-carati di peso 1/12 di oncia 2 scrupoli 2,28 gr. circa Tremisse Moneta d’oro. 1/3 solido 1/216 sulla libbra 8 silique-carati di peso 1/18 di oncia 1 e 1/3 scrupoli 1,50 gr. Scarsi circa Da notare non a caso che in ambito franco, appariranno tremissi marcati VII “silique” e “solidi” da XX e XXI silique…. Per non parlare di quelli bizantini da 23 silique o meno…tema troppo ampio, ne riparleremo J Miliarense Pesante Moneta d’argento 1/1000 sulla libbra d’oro 1/60 sulla libbra d’argento 14:1 in rapporto con un solido (dato assai dubbio in realtà) 5,40 grammi circa 2 cosiddette “silique pesanti d’argento” nel senso della moneta Miliarense Leggero Moneta d’argento 1/72 sulla libbra d’argento 4,45 grammi circa 2 cosiddette “silique leggere d’argento” nel senso della moneta La cosiddetta “siliqua” nel senso della monetina d’argento Ora, dopo quello che abbiamo detto, appare evidente che questo nome non era di certo quello della monetina in questione….ma del seme di carrubo / carato. Inoltre capiamo subito perché qualcuno ha stabilito un rapporto 1/24 tra solido e “siliqua”…eccerto, il solido era fatto da 24 silique-carati d’oro!!!! Qua abbiamo: monete coniate a 1/96 sulla libbra d’argento – 3,40 gr circa monete coniate a 1/144 sulla libbra d’argento – 2,27 gr circa monete coniate a 1/216 sulla libbra d’argento – 1,50 gr circa ….tutte chiamate “siliqua”…che bella confusione…. Quindi…fare quadro è davvero dura…. Nummo Tema dibattutissimo, ma prendiamo come punto di partenza, per non perderci, un peso teorico pari a: 6 silique-carati = 1 scrupolo – almeno diciamo alla prima metà del V sec. A fine IV secolo – 1 nummo = 6000 denari di conto
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  31. Ciao Rodolfo Questa è la mia piastra di Francesco I che voglio condividere con gli appassionati delle monete del Granducato. Il tipo è il 7b del Corpus di Andrea Pucci, mentre il MIR non lo riporta. La conservazione è BB+/Spl I coni di Francesco furono dal 7 giugno 1574 di Michele Mazzafirri e Lorenzo della Neva.
    1 punto
  32. dovrebbe essere Arpi http://www.deamoneta.com/auctions/view/150/3
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  33. Cito da un link che avevo postato in precedenza, e che probabilmente pochi hanno letto: "I primi passi dell’insabbiamento dei crimini di guerra italiani risalgono alle preoccupazioni degli organi di Stato all’indomani dell’8 settembre del 1943. Sia il Ministero della Guerra che il Ministero degli Affari esteri, guidati ai loro vertici da uomini vissuti sino ad allora nel regime e per il regime, svilupparono un’azione concertata per eludere il dettato dell’art. 29 dell’armistizio che imponeva all’Italia la consegna agli Alleati dei criminali di guerra. La linea difensiva fu definita nell’autunno del 1944, dopo che fonti di intelligence rivelarono che la Jugoslavia, tramite un’apposita commissione, stava raccogliendo prove d’accusa sui crimini di guerra italiani per chiamarne a giudizio i responsabili. L’azione di salvataggio si sviluppò su due linee: l’approntamento di una “controdocumentazione” per rispondere alle accuse jugoslave e la rivendicazione del diritto dell’Italia di processare presso i suoi tribunali i presunti colpevoli. Su esplicita richiesta del segretario generale del Ministero degli Affari esteri, Renato Prunas, il Servizio informazioni militari iniziò la raccolta di una documentazione volta prevalentemente a denunciare «le sevizie compiute da parte jugoslava contro civili e militari italiani, prima e dopo l’8 settembre». La documentazione conteneva materiale sui crimini commessi dalle varie fazioni jugoslave contro la stessa popolazione jugoslava e prove sulla protezione prestata dai reparti italiani ai civili jugoslavi. La “controinchiesta” confluì nel materiale difensivo, preparato nel 1945 dallo Stato maggiore dell’Esercito, al Ministero degli esteri per sostenere il rifiuto di consegnare i propri criminali di guerra. La posizione italiana ribaltava le accuse ricevute addebitando i crimini più atroci ai partigiani jugoslavi, affermava che i soldati italiani avevano rispettato le norme e gli usi di guerra previsti dai regolamenti internazionali, distaccandosene solo in casi sporadici per reazione ai crimini spaventosi subiti da parte del nemico. Come prova della ferocia jugoslava furono presentate le crudeli uccisioni di italiani, compiute dopo la guerra, nelle foibe. Nonostante questa linea di difesa, la Commissione d’inchiesta istituita nel maggio 1946 dal Ministero della Guerra deferì una quarantina di persone perché fossero processate per crimini di guerra. Fra queste figuravano i vertici dell’esercito e dell’amministrazione fascista come i generali Roatta, Robotti e Pirzio Biroli e gli ex governatori della Dalmazia Francesco Giunta e Giuseppe Bastianini. Tra il 1946 ed il 1947 i ministri degli Esteri Pietro Nenni e Carlo Sforza sollecitarono lo svolgimento dei processi ma poi, dal ’48, ci si allineò alla decisione, avallata dal governo, di rinviare sine die i procedimenti giudiziari. Dopo la rottura con Stalin, Tito rinunciò alla richiesta di estradizione dei criminali di guerra italiani e nel 1951 la magistratura italiana chiuse tutte le istruttorie. L’esito di questa vicenda è fondamentale in quanto generò un perverso meccanismo a catena che impedì l’istituzione di una Norimberga italiana per i crimini commessi dai nazifasciti ai danni delle popolazioni italiane tra il 1943 ed il 1945. Infatti fino al 1946 era intenzione degli Alleati celebrare due processi affidati alle corti di giustizia militari inglesi, uno per le Fosse Ardeatine, l’altro per tutti i responsabili, su larga scala, delle rappresaglie tra il giugno e il settembre del 1944 per processare i vertici nazisti in Italia: Kesselring, von Mackensen, Hauser, Mältzer, Boehm, Harster, Kappler e Wolff. Il motivo per cui al governo italiano veniva lasciata la responsabilità di giudicare solamente gli ufficiali di basso rango era dovuto alla volontà degli Alleati di non mettere in imbarazzo gli italiani. Se, infatti, si fosse accettato di consegnare loro i maggiori responsabili tedeschi degli eccidi commessi in Italia, si sarebbero dovute accettare anche da altri paesi le richieste di estradizione di Italiani ricercati per crimini di guerra, che avrebbero potuto avere un «effetto di disturbo sul morale, la fiducia e la cooperazione dell’Esercito Italiano» con il quale il Comando supremo unificato alleato stava riordinando la futura organizzazione difensiva nell’ottica della guerra fredda. Gli oltre 750 italiani richiesti dalla Jugoslavia, come i 180 richiesti dalla Grecia o i 140 dall’Albania poterono così godere di un’assoluta impunità che dette luogo ad una spirale di silenzio sui 15.000 civili uccisi dai nazifascisti dei quali il governo italiano aveva compilato un registro di ben 2.274 fascicoli sepolti, per più di cinquant’anni, nell’ “armadio della vergogna” presso la Procura generale militare di Roma." Per chi vuole, ripropongo il link completo: http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/436.html petronius
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  34. Anche questa monetina è considerata R5. I dati ponderali forniti da Savoca sono i seguenti: grammi 0,27 e millimetri 13. Questi dati sono in linea con i ponderali medi. Questo soldino è da ritenersi l'ultimo con l'iconografia. Esiste sì, come può confermarmi l'amico Luciano, il soldino di Agostino Barbarigo (con le iniziali sotto il leone) ma è ritenuto da molti una prova avendo poi la zecca emesso il soldino o marchetto con il LAVS TIBI SOLI.
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  35. Salve a tutti. Credo che la tavola sia stata tratta da questo libro: https://books.google.it/books?id=dBxBAAAAcAAJ&pg=PA237&lpg=PA237&dq=real+museo+borbonico+monete+velia&source=bl&ots=q8NKQGzOUV&sig=bK7g619gStKX7WuZlBkbSkidhgc&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiOw7yBz_zKAhWkpnIKHSUdBj4Q6AEIIjAB#v=onepage&q=real%20museo%20borbonico%20monete%20velia&f=false "Real Museo Borbonico, volume quinto", Napoli, Stamperia Reale 1829. Puoi vedere la tua tavola alla pagina 234 del link allegato. Accompagnava un'erudita disquisizione del noto archeologo e numismatico Francesco Maria Avellino su alcune delle monete più importanti (agli occhi dello studioso) custodite in quello che oggi è il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e che all'epoca era, ovviamente, il Real Museo Borbonico. Di quest'opera ne esiste anche un'edizione successiva stampata a Roma ma contenente sempre le tavole incise del Russo. Se potessi vedere anche com'è stato scritto il numero progressivo della tavola, in alto a destra, con quella del volume, in alto a sinistra, forse potrei risalire con più precisione alla determinazione dell'edizione, se napoletana o romana. Spero di essere stato di qualche utilità, almeno costituendo un punto di partenza per future ricerche...
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  36. Anonymous. Ca. 215-212 B.C. AE uncia (22.3 mm, 9.15 g, 11 h). Post-Semilibral standard. Rome mint. Helmeted head of Roma right; pellet behind / ROMA, prow of galley right; pellet below. Crawford 41/10; Sydenham 108. aVF, black patina.
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  37. Ottima domanda. Come scritto da te inizialmente il sistema monetario europeo era bimetallico. Basato sul valore intrinseco sia dell'oro che dell'argento, e quindi anche sul rapporto reciproco tra i due metalli che doveva restare costante per permettere la coniazione per permettere la coniazione sistematica si nominali in metallo diverso in rapporto costante tra loro. In realtá il rapporto oro argento fu subito critico e si ebbero due gravi crisi: La prima negli anni 50 dell'800 (sovravalutazione dell'oro a causa della corsa all'oro in America). Di fatto l'oro si svalutó col risultato di avere la rivalutazione in relativo dell'argento. in quel perido la mjbeta in argento era emessa in perdita (piccola) dagli stati. La situazione opposta si ebbe negli anni 70, quando la scoperta di importanti giacimenti di argento portó al crollo del valore dell'argento e la perdita definitiva del suo rapporto con l'oro. Il risultato fu la messa al bando degli scudi d'argento (a meno di deroghe) e il rendere fiduciaria la monetazione in argento. Il sistema in definitivq divenne monometallico, ossia basato solo sul valore dell'oro. Nel corso della giornata, se qualche altro utente non l'avrá già fatto, ti posto un pó di link e informazioni utili, ora vado a lavoro buona giornata.
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  38. Mah, io ho cominciato ad avere in mano le locandine da Novembre e ad ogni convegno fin qui visitato, alla presenza di almeno uno degli organizzatori ho chiesto novita'....prontamente aggiornato. Solitamente il Tam Tam parte direttamente da noi, anche per altre manifestazioni, vedi Verona, Bergamo, Parma, Piacenza, Montichiari ecc. ecc.. Questa è diventata una bella vetrina ma non l' unica e la più importante...anche se io credo molto a questo forum, trovo ai convegni moltissima gente che Lamoneta.it non la conosce nemmeno... un plauso agli organizzatori, che si sono prodigati per mettere a disposizione di tutti un convegno di numismatica molto serio. Roberto
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  39. curiosità ' la R di ENRICUS del primo esemplare(così non ne avevo mai viste) e il secondo esemplare probabilmente falso.
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  40. Perdonami per essere pignolo ma, ad essere precisi nel 1638 tra lo scudo del I tipo e quello del II venne coniato un altro esemplare di scudo stretto , quest'ultimo è praticamente identico a quelli del II tipo salvo per il volto della Beata Vergine Maria che ha lo sguardo piu verso il basso rispetto ai successivi , a guardare il volto di Gesù. Non la si può definire come un altra tipologia ma , come una variante ( che molto spesso passa inosservata nelle aste .. )
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  41. http://www.ebay.it/itm/NOVITA-Catalogo-sulle-medaglie-italiane-dell800-risorgimento-di-A-Brambilla-/301219724417?hash=item4622183c81:m:mbAFz2iXjk6Yi-svEtm0N3w :blum:
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  42. Idem...sarei lieto di regalarti anche io uno dei miei libri...così, per incominciare a leggere...che è importante quanto collezionare!
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  43. Buon giorno a tutti :hi: Parto con il 1990 Jugoslavija 5 dinarjev
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  44. FDC. I piccoli segni, a mio parere, sono dovuti al post coniazione; cioè quando le monete cadono nel contenitore.
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  45. Ciao, Ottimo, 260,00€ è infatti il prezzo di asta di un esemplare di media conservazione. Dai un'occhiata a www.roth37.it da cui cito un breve estratto: "Ma quanto valeva un tetradrammo? Dall'esame delle fonti emergerebbe (Kern, 2000) che con una di queste monete si acquistava il grano sufficiente a una famiglia di quattro persone per cinque mesi, con tre dracme un maialino da latte, con una dracma sei pesci sotto sale, con mezza dracma un litro di vino. Uno schiavo sarebbe costato da 19 a 75 tetradrammi, una falce 12, un soldato avrebbe guadagnato 2 dracme al giorno e un'etéra da una dracma a un tetradrammo a prestazione (a seconda della bellezza, della cultura e dell'esperienza, presumiamo!)." Potremmo fare due esempi: Vino: 1 tetradrammo = 8l di vino. 1l di vino = 10€ (il range è immenso ma credo che questo importo possa corrispondere verosimilmente ad un vino di notmale qualità). Un tetradrammo = 80,00€. Esempio maialino da latte. Costo attuale circa 110,00€. 110,00/3x4=150,00€ circa. Un tetradrammo = 150,00€ (forse il vino costava di più allora). Un esercizio divertente che lascia ovviamente il tempo che trova, esercizio che da ragione alla tua teoria secondo la quale se apollonia avesse viaggiato nel tempo avrebbe acquistato con le sue dracme beni di valore inferiore a quelli che acquisterebbe al giorno d'oggi con gli Euro spesi per la sua collezione. Se avete prezzi di beni dell'epoca scriveteli per favore, mi fa piacere collezionarli. Grazie mille
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  46. credo che se anche lo avessero portato a 40, tutti noi lo avremmo preso lo stesso. io almeno si, ciao
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  47. Si è già parlato in questa discussione di una dramma simile che mi aveva ricordato il mito di Demetra qui riproposto. KINGS of MACEDON. Alexander III 'the Great'. 336-323 BC. AR Drachm (4.28 g, 11h). Lampsakos mint. Lifetime issue, struck circa 328-323 BC. Head of Herakles right, wearing lion's skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, Demeter standing facing, holding torches; monogram below throne. Price 1356; ADM II 82 (same obv. die). EF. Il mito di Demetra e Persefone. Demetra è una dea figlia di Crono e di Rea, che dall’unione con Zeus ebbe Persefone. Quando la figlia fu rapita da Ade perché non riusciva a trovar moglie nel regno dei morti di cui era sovrano, Demetra, in preda all’angoscia, la cercò ovunque, ma invano. E’ in questo suo lungo errare che venne rappresentata dagli antichi con due pini usati come torce, che erano stati accesi nell’Etna. Dopo dieci giorni di ricerche incontrò Ecate, che testimoniò di aver udito la voce di Persefone e di aver intravisto il rapitore; le consigliò di andare da Elio, il Sole, che vede ogni cosa, il quale svelò il nome del colpevole. Qui Demetra, indignata contro gli dei perché non si erano mossi ad aiutarla contro le decisioni di Zeus che aveva dato il suo consenso al rapimento di Proserpina da parte di Ade, decise di non salire più nel loro consesso sull’Olimpo finchè non avesse riabbracciato Persefone. Non dimentichiamo che Demetra era sorella di Zeus e di Ade, nonché di Era e Poseidone. Demetra si travestì da vecchia e andò dal re Celeo ad Eleusi, dove fu ospitata e le fu offerto di lavorare nella reggia come governante del figlioletto Demofonte. Ma così Demetra, come dea della vegetazione, stava trascurando il suo compito, e senza le cure della Madre Terra, cessò la fertilità dei campi e vennero i tempi della carestia e della morte. Zeus, vedendo la fame sterminare intere popolazioni, mandò in più riprese messi ad ammansire l’indignata sorella la quale, irremovibile nel suo dolore, rispondeva che sarebbe tornata alle cure della Terra solo dopo avere riottenuto in vita Persefone. Zeus allora spedì Ermes come messaggero da Ade, ma Persefone aveva ormai perso la sua verginità, gustando il melograno, simbolo d’amore, che Ade le aveva donato. Era dunque a tutti gli effetti la sua sposa e non poteva più tornare, fanciulla, da sua madre definitivamente. Si raggiunse un compromesso secondo il quale Demetra avrebbe ripreso il suo posto se la figlia avesse potuto stare con lei per otto mesi. E così Persefone sarebbe ritornata ogni anno sulla Terra per stare con la mamma nel periodo dalla stagione primaverile fino all’epoca del raccolto, che in Sicilia, isola dal clima mite, si protrae sino in autunno inoltrato. Da qui la leggenda che Persefone risalga alla superficie della Terra per ricoprire di fiori tutta l’isola e portarvi il soffio creatore dell’abbondanza, per poi scomparire ritornando nel regno dei morti all’apparire dell’inverno. Demetra volle inoltre concedere l’immortalità a Demofonte, di cui fu governante ad Eleusi, ma Metanira, la regina, si accorse che suo figlio non cresceva normalmente e scoprì la vera natura di Demetra che dovette fuggire ad Eleusi, non prima di aver insegnato al re Celeo il suo culto e affidato a Trittolemo il compito di diffondere l’aratura dei campi. Si narra anche che, durante il soggiorno sulla Terra, Demetra inventò il mulino e la coltura dei frutti; senza tacere del suo amore con Poseidone e con Iasione. Demetra disputò con Efesto per la conquista della Sicilia e mutò Abante in lucertola, per essere stata da lui derisa. Era la dea dell’agricoltura, della vegetazione e delle biade; il suo culto fu molto vivo ad Eleusi e in Sicilia, ma si espanse anche in molte altre città. Suoi attributi furono sempre i papaveri, i narcisi e le spighe di grano. apollonia
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  48. Del dime 1894-S, una delle assolute rarità della monetazione americana, ho parlato qui http://www.lamoneta.it/topic/127829-its-only-a-dime/?p=1468864 Il realizzo di quasi 2 milioni di dollari non deve sorprendere (sempre, naturalmente, ragionando su scala americana, da noi cifre simili sono impensabili), nel mio post segnalo un esemplare venduto nel 2013 in trattativa privata per una cifra quasi sicuramente superiore. petronius :)
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  49. E' un film del 1995, titolo originale Things To Do in Denver When You Are Dead. La regia è di Gary Fielder, gli interpreti principali sono Andy Garcia, Christopher Walken e Christopher Lloyd (lo zio Fester della Famiglia Addams, nonché, soprattutto, il mitico Doc Brown della saga di Ritorno al futuro). Jimmy the Saint (Andy Garcia) un gangster che cerca di reinserirsi nella vita lavorando onestamente, è costretto ad accettare un ultimo colpo, commissionatogli da uno dei capi della malavita di Denver. Jimmy ingaggia alcuni amici del suo passato criminale, ma purtroppo le cose non andranno nel verso giusto. Se, anziché cercare di spaventare a morte il nuovo spasimante di Meg, fidanzata del figlio ebete del padrino della città che li ha ingaggiati, avessero provato a rapinare la Zecca di Denver, forse gli sarebbe andata meglio...chissà Qualcuno, in realtà, ci aveva già provato, molto tempo fa...vogliamo vedere come gli è andata? Sono due le storie da raccontare, entrambe risalenti agli anni '20 del secolo scorso...i favolosi Roaring Twenties! petronius
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