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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/12/16 in tutte le aree

  1. Complimenti a tutti, sono rimasto colpito dall'entusiasmo che aleggiava in questo convegno. Ottima l'organizzazione, piacevolissima la sede, e stupenda la conferenza. E' stato meraviglioso poter rivivere tanta armonia con gli amici di sempre, stimolante nel vedere tanti giovani affascinati, e impressionante la tenacia e la passione di Mario (Dabbene), carissimo come vedi gli sforzi tuoi e degli organizzatori sono stati premiati, un convegno da ricordare e magari anche da emulare.. Eros
    8 punti
  2. È un caso curioso che incontro per la prima volta per cui, da studioso, ringrazio Luciano per avermi coinvolto :). Ho osservato le vostre foto e sono giunto ad una conclusione attingendo a nozioni di metallurgia e di fisica. Non si tratta di una traccia guida per incidere la legenda sul conio perché troppo irregolare e in alcuni casi frammentata, ma ho osservato che in tanti casi la traccia passa esattamente per le cuspidi dei caratteri. Si tratta probabilmente di una frattura del conio avvenuta per "fatica". Tale condizione potrebbe derivare da innumerevoli fattori come il progetto errato del conio (interferenza del diametro del conio rispetto alla spalla che produce la rigatura del bordo, errato trattamento termico del conio o scelta errata del metallo utilizzato per confezionarlo, eccessiva pressione di spinta del conio, etc.). Occorre sapere che il punto in cui il tondello subisce la spinta massima è il bordo che, spinto contro la corona che produce la rigatura, per la seconda legge di Newton, restituisce una forza pari ma di segno opposto. Tale forza quindi si ripercuote di rimando sui coni che, se progettati male o confezionati malamente (errato trattamento termico), possono cedere. Le cuspidi dei caratteri incisi sul conio sono i punti più favorevoli per far partire la frattura circolare (se prendiamo uno scarico quadrato realizzato su una piastra Metallica, l'eventuale frattura partirà con maggiore facilità dagli spigoli interni dello scarico sulla piastra). Spero di essere riuscito a farmi capire ?
    4 punti
  3. @@Lay11 Pensa che per prenderla sono andato a Firenze in frecciarossa,se faccio il conto ho speso più' di treno che della monetina ma noi siamo una categoria un po' strana... Ciao
    3 punti
  4. Zecca: Milano Autorità emittente: Filippo II di Spagna duca di Milano, 1554-1598 Nominale: Doppia da gr. 6.46 Metallo: Av Rarità: RR Anno 1578
    3 punti
  5. Anche io metto un pezzo mio (ma se ne trovano di mooolto più belli). Allo specchietto, secondo me perfetto per la discussione e per farci avvicinare a monetazioni che non conosciamo bene, aggiungerei anche una voce "Note", per descrivere in due righe la particolarità del pezzo postato. Zecca: Venezia Autorità emittente: Alvise I Mocenigo doge (1570-1577) Nominale: Giustina da 40 soldi (2 lire) Metallo: Ag Rarità: C Anno: 1575-1576 (la data si desume dalle iniziari del massaro all'argento, M C - Marco Corner - in carica in quel periodo). Note: la rappresentazione di Santa Giustina martire, patrona di Padova, venne scelta in quanto la sua festa ricorre il giorno della battaglia di Lepanto, 7 ottobre 1571. In seguito, verranno emesse numerose "giustine" di differenti nominali, fino alla fine della repubblica.
    3 punti
  6. Comincio io per rompere il ghiaccio! Sul catalogo ci sono foto di pezzi migliori del mio, ma non vorrei "rubarle" ad altri utenti che vorranno eventualmente postarle! Potremmo impostare uno specchietto standard del tipo: Zecca Autorità emittente Nominale Metallo Anno Rarità Note Zecca di Casale Guglielmo Gonzaga Quarto con Sant'Evasio e busto a sinistra Mistura 1578 R3 Edit, modifico lo specchietto come giustamente suggerito da gigetto13!
    3 punti
  7. Ringrazio acraf per il suo post. In effetti la tipologia in questione (Noe 311) sembra essere una chiara evidenza per un culto locale di Acheloo a Metaponto. Sulla base della teoria degli epiteti locativi, fu probabilmente venerato come Acheloos Casuention, come già indicato da acraf. Come giustamente sottolineato da Valteri, la moneta in questione fu emessa "nel periodo immediatamente seguente alla monetazione incusa", dato confermato dalla osservazione di Noe, per cui il conio di diritto è lo stesso usato per la serie Noe 261, una delle ultime tra quelle incuse. L'iscrizione al rovescio: Axeloio Aetlon. Probabilmente celebra l'istituzione di giochi in onore di Acheloo (come atto di espiazione) dopo lavori di regimentazione delle acque nella chora della polis, archeologicamente attestate proprio alla metà del V secolo (contemporaneamente all'emissione in questione); prima di quelle opere la zona era continuamente soggetta a disastrosi allagamenti. La pratica di onorare Acheloo come atto espiatorio dopo lavori di bonifica era diffusa nel mondo greco. Pausania (I.42.2) ci racconta del tiranno di Megara, Teagene, che innalzò un altare in onore di Acheloo dopo aver deviato il corso del fiume locale. In pratica, per gli antichi greci, ogni volta che si deviava un fiume era come infliggere ad Acheloo ancora una volta la lesione del corno strappato da Eracle, quindi si sentivano spinti a chiedergli perdono, ad espiare, con la costruzione di altari e la celebrazione di riti o giochi sacri. La maggiore sostenitrice di questa ipotesi sull'uso della immagine di Acheloo è Helga Di Giuseppe ("I riti del costruire nelle acque violate"), la quale estende la sua interpretazione, forse in maniera un po' forzata, a qualsiasi zecca italiota o siceliota che usò coniare tori androprosopi. A suo parere, ogni volta che un fiume locale venne deviato o regimentato, la Comunità adottò l'iconografia sulla sua moneta, come una forma di compensazione per la divinità ferita. Così i tipi coniati rappresenterebbero sia una forma di propaganda politica sia un atto di riparazione religiosa delle comunità locali. Dunque in sintesi Di Giuseppe sostiene che l'immagine del toro androprosopo non si limiterebbe a rappresentare il fiume locale, come molti studiosi suggeriscono, ma invece rappresenterebbe il fiume locale deviato e irreggimentato, che pertanto diventa come Acheloo, un dio ferito a cui chiedere perdono. Metaponto è l'unico caso noto di numismatica in cui vediamo una rappresentazione di Acheloo come un uomo barbuto con le corna di toro e orecchie bovine. (La stessa zecca emise anche dioboli d'argento con una testa di toro androprosopo di profilo, che è la prima attestazione occidentale per lo schema di profilo, probabilmente derivato dai tipi in elettro dell'Asia Minore mediante Kyrene. Le zecche Akarnane adotteranno lo schema dei dioboli metapontini solo 10 o 20 anni dopo.) Tornando però allo schema inusuale dello statere, si tratta in effetti di una raffigurazione che, pur rara nelle arti visive, ricalca la rappresentazione di Acheloo come riportato nelle fonti letterarie antiche (stranamente, la forma di toro androprosopo, così diffusa nelle arti visive, non è mai menzionata dagli antichi autori.).... Alcuni esempi: Ovidius Naso, Metamorphoses: http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0074%3Abook%3D9%3Acard%3D1 Ovidio non descrive mai la forma di toro androprosopo per Acheloo (menzionato ai versi IX, 68 e 96 ), ma ne descrive solo la sua trasformazione in "Tauro" (IX, 80, 81): "Sic quoque devicto restabat tertia tauri forma trucis: tauro mutatus membra rebello." Esiodo, Teogonia. http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0129%3Acard%3D337 Nomina Ἀχελώιόν al verso 340, tra una lista di divinità, senza descriverlo. Sophocles, Trachiniae: http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.01.0195 Ἀχελῷον è nominato al verso 9, e subito dopo Sofocle ci descrive le sue trasformazioni: "μνηστὴρ γὰρ ἦν μοι ποταμός, Ἀχελῷον λέγω, ὅς μ ̓ ἐν τρισὶν μορφαῖσιν ἐξῄτει πατρός, φοιτῶν ἐναργὴς ταῦρος, ἄλλοτ ̓ αἰόλος δράκων ἑλικτός, ἄλλοτ ̓ ἀνδρείῳ κύτει βούπρῳρος: ἐκ δὲ δασκίου γενειάδος κρουνοὶ διερραίνοντο κρηναίου ποτοῦ. Dunque Acheloo è descritto nelle fonti antiche come toro, come serpente, e come uomo con protome taurina, mai come toro androprosopo o androcefalo. In effetti l'unica fonte antica che siamo riusciti a rintracciare in cui venga descritto un toro androprosopo è empedocle (βουγενῆ ἀνδρόπρῳρα / ἀνδροφυῆ βούκρανα), tuttavia nel passaggio in questione il filosofo ci sta descrivendo la sua zoogonia e la forza dell'Amore che unifica le cose, dunque nulla a che fare col mito di Acheloo. Dal mio punto di vista la forma del toro androprosopo venne preferita da pittori e incisori perché poteva meglio rappresentare la "trasformazione" di Acheloo, una specie di fotogramma del momento in cui si sta tramutando in toro, non esattamente una forma statica della sua rappresentazione. In ogni caso stiamo parlando di una divinità mutliforme, la cui rappresentazione non deve essere vista come legata in modo indissolubile ad una data iconografia. Inoltre, vale la pena notare che la più antica immagine cultuale di Acheloios scoperta in Grecia continentale non era rappresentata come toro androprosopo; Si tratta del Acheloos Peplophoros: una statua, in cui Acheloios è raffigurato come uomo barbuto che indossa abiti femminili (HP Isler, "Acheloos," in CMIL, No.77, MM Lee, "Acheloos Peplophoros" in Hesperia, Vol.75 (2006), 317-325). La statuetta è datata tra il 480 e il 450 aC ed è stata trovata insieme ad un'iscrizione che denomina la figura come "Acheloios" (IG XII, 9, 135), probabile marcatore di confine di un santuario locale dedicato ad Acheloo e le ninfe. Un altro esempio di rilievo votivo da Atene, datato alla fine del 5 ° secolo aC, mostra Acheloo raffigurato come un essere umano con corna (H.P. Isler, "Acheloos," in CMIL, n. 210). Per ulteriori esempi di Acheloios come essere umano cornuto sui rilievi attici si veda H.P. Isler, "Acheloos," in CMIL, n. 211-212. Saluti :) Nico
    3 punti
  8. E infatti all'estero non si usano. Prendete un qualsiasi catalogo, di quelli che vanno per la maggiore, dei paesi (anche) numismaticamente più importanti: il Gadoury francese, lo Spinks inglese, il Red Book amerricano, il Battenberg tedesco. In nessuno di essi troverete una sola indicazione dell'indice di rarità di una moneta (solo, saranno indicate le monete uniche), il collezionista potrà dedurla dalla tiratura e dalle valutazioni economiche, nonché dalla sua esperienza personale. Da noi, invece, c'è un accanimento su questo dato che, a mio parere, giova molto di più al commerciante che al collezionista. Sono del tutto d'accordo che se anche si modificassero (in meno) i gradi di rarità di alcune monete, il mercato non recepirebbe questa diminuzione, e il collezionista si ritroverebbe cornuto e mazziato, pagherebbe lo stesso prezzo per una moneta, formalmente, più comune. petronius
    3 punti
  9. Ciao. Il concetto di rarità applicato alle monete mi sembra un dato inutile. Lo è da un punto di vista scientifico in quanto, trattandosi di un concetto largamente opinabile, non è utile a ricostruire con esattezza il quantitativo effettivamente disponibile di una data moneta. Tranne nei casi in cui si conoscono solo uno o due esemplari (ma allora basta scrivere "uno o due esemplari conosciuti"), nella maggioranza dei casi il dato sulla rarità è sempre discutibile. Ma lo è anche da un punto di vista commerciale, perché se anche procedessimo, come mi pare proponga Domenico (elledi), a "riformare" i gradi di rarità di talune monete che sembrano essere molto meno rare di quanto la sigla che le accompagna abitualmente voglia significare, dubito che il mercato, solo per questa ragione, sarebbe disposto a rivedere al ribasso i prezzi Insomma e per fare un esempio pratico, se modificassimo da R a NC il grado di rarità dello scudo dell '11, che a me pare tutto fuorché raro, dal momento che non c'è commerciante che non ne abbia almeno qualche esemplare in qualunque momento, non so se in base alla sola riduzione del grado di rarità ci si possa attendere una riduzione di prezzo. Personalmente ne dubito. D'altro canto, se la riduzione del grado di rarità dovesse invece spingere il prezzo in basso, i primi a non accettare la "retrocessione" sarebbero proprio i mercanti, he continuerebbero a "battezzare" le monete con i gradi tradizionali, per non "sgonfiare" il prezzo della moneta. In conclusione: l'indicazione del grado di rarità è forse il dato più inutile che si utilizza per descrivere una moneta. Salute. Michele
    3 punti
  10. Qui: (da: http://www.bergamopost.it/chi-e/era-sto-san-silvestro/) É uno degli affreschi con le Storie di San Silvestro, presenti nell'omonimo oratorio della basilica dei Ss. Quattro Coronati a Roma. Qui il Santo papa è a cavallo, sotto l'ombrello-gonfalone, scortato dall'imperatore Costantino. XII secolo. Prima presenza nota del gonfalone nell'arte.
    3 punti
  11. Nel leggere un recente post apparso nella sezione Monete Imperiali Romane , mi e' sorta spontanea la curiosita' di sapere se e quali misure di soccorso siano state prese da Tito nei giorni successivi alla devastante eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei , Ercolano e Stabia . L' unica fonte vicina ai fatti e' quella di Svetonio che scrisse le Vite dei dodici Cesari ; quando il Vesuvio erutto' era un bambino di nove anni per cui qualcosa forse ricordo' direttamente della catastrofe , quindi leggendo la Vita di Tito , tomo VIII , 3-5 , veniamo a sapere che : "Durante il suo principato accaddero alcune sciagure fortuite e dolorose , come l' eruzione del monte Vesuvio in Campania , un incendio della durata di tre giorni a Roma e ancora una epidemia piu' grave di tutte le precedenti . In tante e tali calamita' dimostro' non solo la sollecitudine propria di un principe , ma anche un singolare affetto paterno , sia quando consolava la popolazione con i suoi editti , sia quando portava tutti gli aiuti che erano in suo potere . Trasse a sorte tra i consolari coloro che dovevano incaricarsi della restaurazione della Campania ; per la riedificazione delle citta' distrutte uso' i beni di quelli che erano periti nell' eruzione del Vesuvio senza lasciare eredi ........" Svetonio purtroppo non e' molto espansivo nel raccontare realmente lo stato delle tre citta' distrutte , ma probabilmente cio' non rientrava nello scopo dell' opera . Altra testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovane che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia e che trent' anni dopo descrisse l' evento all' amico Tacito : « Si elevava una nube , ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami » In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell' amico Cesio Basso : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e , soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte . In una seconda lettera a Tacito descrisse ciò che accadde a Miseno . Egli racconta delle scosse di terremoto avvenute giorni prima , e la notte dell' eruzione , le scosse : «crebbero talmente da far sembrare che ogni cosa [...] si rovesciasse . Inoltre , pareva che il mare si ripiegasse su se stesso , quasi respinto dal tremare della terra così che la spiaggia s' era allargata e molti animali marini giacevano sulle sabbie rimaste in secco». Plinio il Giovane, suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni. Il racconto della sua morte , contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane , ha contribuito all' immagine di Plinio come protomartire della scienza sperimentale , anche se , sempre secondo il resoconto del nipote , si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall' eruzione . Il presunto teschio di Plinio il Vecchio è conservato nella sala Flajani del Museo storico nazionale dell' arte sanitaria a Roma . Altre poche notizie in Cassio Dione .
    2 punti
  12. Zecca : Milano Autorità emittente : Filippo II ( 1556 - 1598 ) Nominale : scudo Metallo : argento Rarità : R2 per Crippa ( 11/A) Anno : 1579 Provenienza : Asta Bolaffi 2012 Note : A Milano nel periodo siamo nella dominazione spagnola con Filippo II, non tutte le monete hanno la data ancora, lo scudo d'argento credo sia la più rappresentativa del periodo per il grande modulo che presenta, monete che si diffusero per tipologia anche in altre zecche per il grande apporto di argento proveniente dalle Americhe
    2 punti
  13. Gran bella moneta. Ho impiegato un pò per capire, almeno spero, che il mais centra ben poco con l'acquisizione della moneta. Per un primo momento ho pensato che la moneta fosse stata rinvenuta... durante la semina... quindi volevo chiederLe se aveva bisogno di aiuto nei campi :-)
    2 punti
  14. @@Lay11 Non so se l' ho pagata un botto ma e' la mia prima romana e la curo come Paperone cura la sua numero uno. E' piccola piccola ma i dettagli del viso mi sembrano una scultura antica. Ciao
    2 punti
  15. Potrebbe essere questa? http://www.cgb.fr/normandie-duche-de-normandie-anonyme-denier,v22_0006,a.html
    2 punti
  16. Unica pecca per questo piacevolissssimo convegno e' stato proprio salutarti velocemente, se avessi saputo che non venivi al pranzo ti avrei certo riabbracciato calorosamente prima della tua ripartenza per casa.Ancora un saluto mio caro Eros. Roberto
    2 punti
  17. Per un esame comparativo occorrerebbe una visione diretta.... Da quel che vedo la tua moneta è NON CIRCOLATA, e in ogni caso, è stata toccata da pochissime mani...molto poche. E ha "dormito" per lunghi anni in un posto protetto...chissà dove.... ti rinnovo i miei complimenti.... Poi capisco che molti non siano daccordo, che si cerchi la perfezione assoluta...ma questa non si trova in questo mondo. E' una splendida moneta, dai natali non "nobili", nel senso che è nata per la circolazione, non per essere inserita in serie per collezionisti o in numero limitato...e quindi la sua bellezza è ancora maggiore... è come il cagnolino che nasce da una cucciolata di una randagia, che non sa se verrà adottato da una bella persona o finirà nel mondo degli uomini, con botte, graffi, maltrattamenti....questa moneta evidentemente ha avuto una vita "facile"...nel senso che per sua fortuna è stata coccolata, o forse chissà dimenticata per molto tempo in un luogo sicuro.
    2 punti
  18. Il prezzo non SEMPRE è indicativo della reale conservazione della moneta. Penso sia capitato a tutti di comprare "brutte" monete pagandole profumatamente ed anche di aver comprato monete bellissime avendole pagate pochissimo. I motivi sono tanti (qualità delle foto, fortuna, bassa o alta concorrenza in quel dato momento) specialmente quando si partecipa ad un asta su ebay. La moneta periziata FDC Montenegro venduta a 300 € per me non vale nemmeno la metà e non è nemmeno FDC (parere personale) Quindi come vedi nn sempre dal prezzo si può ricavare la conservazione Tornando alla moneta periziata SPL, sarebbe interessante fotografare la mia moneta con la stessa tecnica (fondo, colori, luminosità) utilizzata dal quel venditore per avere un confronto alla pari Lo sappiamo tutti quanto un gioco di luce o angolazione può attenuare/nascondere o anche esaltare/esasperare difetti è qualità di una moneta In conclusione la mia moneta non è affatto inferiore a quella periziata SPL - 70 €, sia per qualità ed anche per il prezzo pagato. Per me è pari se non un pelino superiore (SPL/SPL+)
    2 punti
  19. Ciao a tutti! Butto lì un'idea, che può essere una diramazione della discussione "Aspetti monetari caratteristici dell'età moderna". Per quanto mi riguarda, conosco (e marginalmente) la monetazione di un paio di zecche, mentre altre le ignoro quasi in toto. Come ulteriore approfondimento delle analisi sugli aspetti caratteristici di monete moderne e per creare una visione di insieme che non li limiti alla esposizione di singoli pezzi con determinate catatteristiche, pensavo potrebbe essere piacevole (e anche utile ai meno esperti come me) creare una discussione impostata così: -determinazione di un ventennio specifico (es 1560-1580, 1660-1680 o chi per loro). -post da parte degli utenti dei pezzi in loro possesso che ricadono negli anni prescelti, per le varie zecche italiane senza distinzione. -eventuale raffronto tra le somiglianze nei tratti tra le diverse zecche. -scelta di un nuovo ventennio che si discosti dal precendente di almeno 50-80 anni. Al di là dei raffronti stilistici "scritti" si verrebbe a creare una bella miscellanea che fornisce una visione d'insieme di quali monete circolavano contemporaneamente in un determinato periodo, sarebbe affascinante secondo me! Va da sé che chiunque potrebbe aprire i cataloghi e guardarsi le varie monete da solo, verrebbero a mancare però l'interazione e la condivisione, che sono alla base del forum! :) Se è già stato fatto qualcosa di simile, o se l'idea non vi sembra soddisfacente, ditemelo senza remore e abbandono, ho provato a esporvi una possibilità che mi sembra utile come "starter kit" per avvicinarsi alle zecche italiane. Se invece l'idea vi pare sensata ma vi pare poco fattibile come interazione tra più utenti, posso (a tempo perso) creare io una raccolta temporale basandomi sui cataloghi lamoneta, se può sembrare utile lo faccio con piacere! Saluti!
    1 punto
  20. Buonasera , con tutte quelle che avete postato : ho deciso che sabato quando viene a trovarmi "il nipotino" possiamo fare il gioco (celò .. manca ) :good:
    1 punto
  21. Ecco qui, foto con moneta libera dall'oblò e luce naturale.
    1 punto
  22. Come bene è stato precisato, si tratta di medaglia fusa fin dalla emissione originale. Esistono poi le copie antiche e postume (e per questa medaglia molti sono stati i rifacimenti). Il diametro di mm. 78 corrisponde alla emissione originale; l'impressione invece non è favorevole, ma in base alla foto (premesso che per le fusioni è sempre difficile) io non sono in grado di esprimere un parere. Viene anche detto che la foto è stata rielaborata ed è persa la tonalità della patinatura del bronzo.
    1 punto
  23. Si........ma a questo punto sparirebbe pure il valore economico, la conservazioe...e rimarrebbe solo in un testo scientifico. Il discorso non è da farsi solo sui pezzi Unici oppure con il max del numero dopo la R...quelli sono il limite .... e per quelli sotto, cioè quando c'è ne sono altrie in giro ?
    1 punto
  24. La rarità di una moneta è una caratteristica troppo effimera e difficile da dimostrare al 100% se non nei casi limite. All'estero non è che non ne tengono conto, ci mancherebbe, ma viene assorbita da altre voci valutative. Poi si dovrebbe a questo punto anche aggiungere un'altra voce: la REPERIBILITA' sul mercato, cioè la REALE possibilità di poter essere in grado di acquistare/trovare una certa moneta in presenza di un determinato quantitativo esistente. Infatti è inutile che esistano molte monete di un certo tipo, quando queste siano irreperibili a causa dell'accentramento nelle mani di pochi. O ancora la reperibilità può variare anche da mercato a mercato: se in Italia la ricerca di un denaro romano non è cosa difficile, si pensi invece ad altri mercati esteri quali l'Australia o la Cina. Quindi se si volesse essere pignoli la rarità, intesa come quantitativo monetale, non è una componente effettivamente così utile. Ma penso che saremo costretti a tenercela ancora per molto tempo.
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  25. Più la prima che la seconda, non buttiamoci troppo giù :rolleyes:
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  26. @@Legio II Italica ciao, (estratto da Wikipedia) Secondo la tradizione popolare, il nome Gossolengo deriverebbe da "osso lungo", il femore di un grosso mammifero rinvenuto in un fossato. Il reperto sarebbe stato ritenuto appartenente al corpo di un elefante africano, animale raffigurato anche nello stemma comunale, in quanto la zona fu interessata dal passaggio delle truppe di Annibale in occasione della battaglia del trebbia.
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  27. Queste sono le Caravelle dal 1964 al 1967. Sospetto che lo scanner "soffra" la lucentezza di queste monete. Quelle più brillanti sono quelle che appaiono più zigrinate e - oserei dire - graffiate. Purtroppo ho il cellulare in riparazione e, quando ne rientro in possesso proverò con la luce naturale. Devo confessarlo, la fotografia delle monete non sembra rientrare nelle mie capacità. Anche queste sono tutte FDC. Forse si apprezzano di più senza ingrandimenti...
    1 punto
  28. Concordo! Ovviamente è scontato che il prezzo non è sempre un indice di qualità, dipende da alcune variabili, anche (e soprattutto) da chi la vende! Se una moneta come quella che ho postato, la mettessi in asta su ebay con partenza da 0,99€, farà una cifra (bassa, dato che non sono nessuno e non mi conosce nessuno), se la mette in asta un commerciante noto... per accaparrarsela l'asta si trasforma in un bagno di sangue! ed il venditore non è che una piccola variabile di una vendita...
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  29. Faccio un tentativo, ma non mi sembra venuto bene: soprattutto i D/ che sembrano zigrinati. Devo lavorare sullo scanner. Posso garantire che sono tutte FDC da rotolino. Qui sotto (da sinistra a destra) 1958 - 1959 - 1960 - 1961.
    1 punto
  30. Il primo esemplare è quello della collezione De Luynes 466 e fornisco una immagine migliore, per cogliere maggiori particolari: Si tratta di una eccezionale e ristretta emissione, in onore del dio fluviale, come è confermato dalla leggenda. Più esattamente il culto di Acheloo era applicato anche al foukme locale, vicino Metapontum, che era Casuention. Quindi la moneta doveva essere dedicata più esattamente ad Acheloos Casuention. Il culto del dio fluviale androprosopo è oggetto di un approfondito saggio, intitolato Potamikon, che sarà pubblicato tra alcuni mesi in un primo grosso volume (dedicato alle emissioni in bronzo, dopo una lunga disgressione sulla storia di questo culto), in lingua inglese.
    1 punto
  31. Un testo, non italiano, degli anni cinquanta del secolo scorso usava solo tre gradi di rarità così suddivisi: R = moneta che si trova in poche collezioni RR = moneta che si trova solo nelle migliori collezioni RRR = moneta conosciuta in pochissimi esemplari (da 1 a 5). Tutto il resto era considerato comune. Non mi dispiace questo criterio di valutazione della rarità. Arka
    1 punto
  32. Per stabilire la rarità di una moneta non basta conoscere quante monete esistono sul mercato. Questo dato da solo non significa nulla, ormai s’è capito. Una moneta potrebbe essere unica ma se non vi sono collezionisti che la ricercano, rimane invenduta, senza valore e pure di facile reperibilità (anche se unica). Può aiutare un parallelismo con la statistica medica e introdurre il concetto di “prevalenza”. In ambito epidemiologico la prevalenza è il numero di eventi osservati in un periodo K / il numero di individui nella popolazione nel periodo k. In campo numismatico la prevalenza di una moneta potrebbe essere semplicemente il numero di esemplari nel mercato (il 1 gennaio) / il numero di collezionisti disposti a comprarla (il 1 gennaio). La definizione temporale è importante perché il 2 gennaio 100 nuovi collezionisti potrebbero lanciarsi nel collezionismo di quella tipologia di moneta e la prevalenza cambiare sensibilmente (oppure un ritrovamento fortuito aumentare il numero di pezzi disponibili) Questa frazione, la prevalenza appunto, esprime la vera rarità di una moneta per il collezionista. Ovvero la sua difficoltà a reperirla e in ultima analisi, il prezzo. Quindi per prima cosa bisogna capire quanti collezionisti ci sono di una data tipologia. Si è fatto l’esempio del 5L 1914. E’ una moneta molto ambìta, interessa praticamente a chiunque bazzichi la numismatica, questo la rende quotata e “rara” perché ha una frazione di prevalenza nettamente a sfavore del collezionista (nonostante di 5L 1914 ce ne siano a centinaia sul mercato, i collezionisti sono migliaia). Il discorso si complica se si considerano gli esemplari dei musei o delle collezioni non in vendita, diciamo quiescenti, questi esemplari modificano il numero assoluto di monete (potrebbero essere tantissime e la tipologia potrebbe apparire comune) ma non la loro reperibilità per il collezionista. Quindi modificano la percezione di rarità ma non la reperibilità. Quindi: P= N/C Ove P sta per prevalenza numismatica (o indice di reperibilità) N sta per numero di monete sul mercato in un dato momento C sta per numero di collezionisti disposti a comprarla in un dato momento. Cosa ne dite? Cosi si smetterà di lamentarsi che i sesterzi di Nerone sono comuni come fanno a costare così tanto … ;)
    1 punto
  33. Ed il valore da un Dollaro in argento del 1964.
    1 punto
  34. Buona sera a tutti! Aggiungo moneta dello stato del Bahrain con barca a vela stilizzata
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  35. Io non ho mai fumato nè sigarette nè altro, quindi dovrei essere l'ultimo a parlare, ma secondo me c'è un solo modo: farsi periodicamente una bella "campagna terroristica" self-service pro-memoria con una rassegna d'immagini delle conseguenze fisiche del fumo. Se vuoi eccoti un piccolo assaggio su questo sito: http://superagatoide.altervista.org/danni-fumo.html
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  36. E ti meravigli, è una moneta a corso legale, se entri in qualsiasi negozio europeo ci compri quello che vuoi ad 1 euro.
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  37. Esiste solo in oro. R Schaefer
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  38. Buona serata Che bella giornata ...... ho soddisfatto quasi tutte le 3 C che mi ero proposto. C'è stato il Convegno, la Cultura, ma .... mannaggia ..... mi è mancato il Culatello .... e mia moglie che me lo aveva commissionato, non è stata molto contenta. :pardon: Io, invece, sono stato molto contento; belle e interessanti tutte le relazioni; i ragazzi sono stati superlativi e ci hanno raccontato di numismatica secondo sfaccettature e temi che non sempre sono scontati. Sono certo che ci abbiano insegnato qualche cosa che non sapevamo. Per me è stato così. Grazie di cuore. Lucida e disarmante, per alcuni versi, la relazione di Mario @@dabbene. Una fotografia sulla numismatica e dei problemi che l'affigge. Averli analizzati e commentati non basta, ovviamente, per risolverli; però può essere un primo passo. Conoscerli vuol dire trovare gli strumenti per cercare di combatterli. Grazie quindi a Mario che si è speso in prima persona per la riuscita di questo "esperimento"; grazie alla disponibilità del Circolo parmense, della SNI, di coloro che hanno condiviso tutto ciò con il patrocinio; grazie agli amici del Cordusio ed a tutti coloro che hanno inteso lo spirito di questa manifestazione e che hanno partecipato alla riuscita della stessa. Spero divenga una bella consuetudine. Un caro saluto a tutti coloro che, finalmente, ho conosciuto in questa occasione ed agli amici che ho rivisto volentieri. Un grazie particolare a @@eracle62 ed a @@Dave95 per essere stati con noi, anche se solo per un po' e grazie anche a @@bizerba62. saluti luciano
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  39. Grazie mille a tutti e soprattutto a @@dabbene ! Che con il suo infaticabile entusiasmo si dedica ogni volta anima e corpo alla realizzazione di queste belle pagine della numismatica di oggi! Purtroppo non ho potuto partecipare al pranzo... è stato davvero un peccato... ancora grazie a tutti... e alla prossima! P.S. chi ha foto quando ha tempo le metta ?
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  40. Bellissimo convegno, Parma è stato davvero ben organizzato, anche se non sono riuscito a rimanere per il pranzo conserveró un bel ricordo di questi due giorno, ecco delle belle foto da postare. @@dabbene @@incuso @@magdi @@giamba54 @@rongom
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  41. ciao a tutti e un complimento al gruppo Lamoneta che ancora una volta ha fatto si che una giornata sia stata vissuta interamente per la numismatica, commerciale e culturale sopratutto.... Roberto
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  42. Taglio: 2 cent Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 1.395.000 Condizione: B Città: Larino (CB)
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  43. Ho acquistato una banconota che sembra quasi FS a 80...e la stessa però tenuta male (sarà stato nemmeno BB lo stato di conservazione) in vendita a 10 euro...una differenza fra gli stati di conservazione può influire così tanto sul prezzo???
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  44. Ciao , si concordo !! Minuto di quelli tradizionalmente noti come di Antoniotto Adorno . In realtà questa è un attribuzione vecchia e sbagliata ! Piu generalmente possiamo dire che sono state coniate dalla metà del XIV sec al 1396 , mentre quelli col giglio nel quarto immediatamente dopo ... Proprio in questi mesi mi sto occupando di fare un corpus revisionato dei minuti genovesi ... Sulle sigle di zecchiere purtroppo dalle immagini non riesco a capire molto forse la seconda è una I ?
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  45. @@pinse e @@sergiobre, al post #139 di questa discussione, trovate la mail di @@alexdv77, alla quale lui stesso dice che potete scrivere. Anche se il regolamento del forum vieterebbe di inserire indirizzi mail in chiaro nelle discussioni, credo sia giusto consentire a tutte le persone che sono state coinvolte in questa storia di poter accedere a tutti gli strumenti possibili per cercare di risolverla nel migliore dei modi. Quindi, in deroga al regolamento, mi assumo la responsabilità di lasciare in chiaro l'indirizzo di alex. petronius
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  46. io ho optato per i box mb molto belli e nella cassettiera ce ne stanno 10 per un totale di 350 monete.I volterra invece sono forse piu' eleganti ma sono molto più scomodi da sistemare e ogni volta che si vuole vedere una moneta bisogna tirare fuori tutti i vassoi. Belli tutti e due ma ho scelto i box mb. Tra l'altro pur essendo di plastica sono robusti e molto ben rifiniti
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  47. Sì @@giovanni mi ricordo di te, se hai altre foto sono quello alto con piumino rosso. Come te adoro il museo di Biassono e trovo Leopoldo una persona gentile e disponibile, un amico. Roberto
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