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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/24/16 in tutte le aree
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Ciao, sono un collezionista portoghese di monete antiche, mio padre fu un imigrante italiano e io so come leggere un poco di Italiano. Ho comenciato un blog dove escrivo in inglese del falso che si discuta su questo forum, per dare a conoscere a collezionisti o resto del mundo anche chi non sa Italiano. Il blog pode verlo su esto link: https://numismaticfakes.wordpress.com/ Adeus a todos. Odysseus4 punti
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Ieri al convegno di Bologna (oltre alla sterlina condivisa nel post dedicato) ho acquistato queste 2 monete vittoriane a mio parere con colori e patina stupendi. Mi piacerebbe sapere che stato di conservazione date a questi due esemplari, oggettivamente un bel EF se lo meritano entrambe, forse qualcosa in più in doppio fiorino.3 punti
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Questa storia dei gettoni calanti, mi ricorda analoghe storie di zecchieri medioevali. A quel tempo però, se scoperti, venivano squartati e la testa appesa alle porte della città. Speriamo... nei corsi e ricorsi storici!3 punti
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Questione spinosa quella portata alla ribalta dai giornalisti di Report, la Zecca compra lingotti di oro puro 999,99 da Banca Etruria che in realtà si rivela con un titolo di 995,00.... lascio a voi i commenti. http://www.corriere.it/cronache/16_aprile_24/giallo-gettoni-d-oro-rai-1b9819e6-0997-11e6-9fb4-3b2d877e61d8.shtml Tutto comincia quando alla signora Maria Cristina Sparanide, che nel 2013 ha vinto 100 mila euro alla trasmissione Red or Black su Raiuno arriva una lettera della Zecca, incaricata dalla Rai di coniare quattro gettoni d’oro del valore unitario di 20 mila euro per saldare il conto. Perché 80 mila euro e non 100 mila? Semplice: ci sono le tasse, ma questo il concorrente lo sa. Quello che invece apprende solo quando legge la lettera del Poligrafico dello Stato è che deve pagare pure l’Iva sebbene, spiega il servizio di Ranucci, l’imposta non sia dovuta sull’oro per investimento, cioè quello definito da una direttiva comunitaria come «lingotto o placca». E non ha ragione forse la Treccani a definire il gettone d’oro una «placca»? A questa domanda, però, a quanto pare nessuno sa, può o vuole rispondere. Non il ministero dello Sviluppo. Non le Finanze. Né l’Agenzia delle Entrate. Oltre alle tasse, all’Iva e al costo del conio del gettone c’è poi un’altra voce a carico del vincitore: il calo del 2 per cento dovuto alla fusione. Come se su un chilo d’oro si perdessero 20 grammi ogni volta che si fonde il metallo. Decisamente curioso. A conti fatti, la vincita di 100 mila euro si riduce così a poco più di 64 mila. Ma se l’Iva e quel fantomatico calo, sono questioni legate a interpretazioni astruse di norme astruse, ben altra storia è quella della qualità del metallo. I gettoni che escono dalla Zecca sono marcati come oro fino: 999,9. Quando però la signora Sparanide li porta a un’azienda orafa per farli valutare, il risultato la lascia di stucco: non è oro purissimo. Lo conferma anche un laboratorio specializzato accreditato dal ministero per le analisi legali. Il risultato è identico: si tratta di oro 995. Significa che per ogni chilo ci sono 5 grammi di altro metallo non prezioso. Il bello è che la Rai, c’è scritto nero su bianco nel contratto, l’ha acquistato (e pagato) come oro 999,9. Dunque, in questa incredibile vicenda, è chiaramente parte lesa. La faccenda è pelosissima. Milena Gabanelli precisa che la Rai compra ogni anno dai 6 ai 10 milioni di euro di gettoni d’oro dalla Zecca, che a sua volta si rifornisce del metallo in lingotti sul mercato. Da chi? Da Banca Etruria, fornitore storico degli orafi di Arezzo. Da quell’istituto travolto da una bufera nei mesi scorsi per le obbligazioni subordinate la Zecca ha acquistato «milioni di euro in lingotti d’oro per trasformarli in gettoni della Rai», dice Ranucci, «per anni e senza bando di gara». Perché «è la banca che ci fa il prezzo più basso», replica la Zecca. Aggiungendo che dei lingotti forniti da Banca Etruria «il 20 per cento è stato controllato in ingresso, secondo le nostre procedure di qualità, ed è risultato oro 999». Saranno dunque le procedure, ma resta il fatto che l’80 per cento non è stato controllato. A scanso di equivoci la Zecca si è premurata di presentare un esposto alla procura. E la cosa non finirà qui.2 punti
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Se ne è parlato diverse volte nel forum, le contromarche potevano vere diverse funzioni e ci vorrebbe un po' di tempo, ma che puoi ricercare in passate interessanti discussioni qui sul forum. Sinteticamente quelle del periodo imperiale di norma si suddividonno in imperiali, greco imperiali e iberiche. Per esempio potevano essere usate per riconfermare il valore di monete molto usurate in momenti di necessità dovuta a scarso circolante, magari anche deprezzandone il valore (vedi contromarche imperiali DU (dupondio) S (Semisse) ecc.ecc,) oppure le cosiddette denominational mark su monete greco imperiali con indicazione della lettera greca che ad esempio rivalutava la moneta stessa anche per riallinearla al sistema romano (per esempio la lettera greca "delta" rivalutava per 4..). Potevano essere apposte sia da un imperatore su monete del suo predecessore o in occasione dei suoi viaggi nell'Impero, diverse sono ad esempio le contromarche con il busto dell'imperatore Caracalla durante i suoi viaggi in oriente. Molto diffuse sono le contromarche TICA o TICAE di cui ne esistono molte contraffazioni d'epoca da parte dei popoli dell'europa orientale, addirittura si ipotizza che venissero incise nel conio stesso della moneta e ho visto esemplari con cmk apposta su moneta liscia (non coniata). La diffusa cmk IMP sembrerebbe legata all'inizio dell'impero di Tiberio per enfatizzare le sue vittorie in Germania. Alcune apposte durante la campagna di Teutoburgo da Varo con il suo monogramma su assi di Augusto e sono molto ricercate e quindi anche molto falsificate. Altre di tipo "SPQR" apposte su monete per la maggior parte di Nero legate alla rivolta di Vindix nel 68 in Gallia . Per quanto riguarda le contromarche greco imperiali (oggetti inanimati, divinità, animali ecc.ecc) tenendo presente che ogni zecca contromarcava sempre e solo le monete della sua città sono legate a simboli propri. per esempio la divinità protettrice e cosi via. Poi ci sono le contromarche legionarie cioè apposte in contesti militari apponendo i simboli delle legioni esempio in Spagna la legio VI Vitrix , in Spagna e Pannonia la X Gemina, nell'est la III Cirenaica , VI Ferrata, XII Fulminata , XV Apollinaris e forse quelle più note della X Fretensis durante l'assedio di Masada e immediatamente dopo la vittoria giudaica Come vedi il discorso e molto ampio e complesso, quello che è certo è che la maggior parte delle monete contromarcate sono sempre in cattive condizioni e quidn se si ricerca la bella moneta spesso si rimane delusi,..... E' sicuramente un campo di studio molto interessante, ma anche molto in salita.....i2 punti
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Tanto per continuare nella lunga carrellata dei denari con EID MAR, nell'asta NAC 92 apparirà questo bel denario: Sembra un nuovo esemplare, non comparso in passato. Per la caratteristica disposizione delle lettere al diritto (soprattutto la forma della lettera E di PLAET), la testa di Bruto è chiaramente del conio C di Cahn, che è combinato con almeno 6 conii R (nn. 14-19). Ho alcuni dubbi che sia un Cahn 17, come indicato nel catalogo, finora noto da un unico esemplare a Vienna, in modesta conservazione (e debbo ancora verificare la correttezza della descrizione), mentre sembra essere piuttosto un Cahn 19, del quale era apparso un altro esemplare, anch'esso finora noto in unico esemplare. Ha discreto pedigree: Cahn 19a = Leu 86/2003, 725 = Vinchon 7.iv.1959, 158 coll Paucher g. 3,50 1h2 punti
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Riprendo questa discussione perchè l'avevo seguita con grande interesse. Volevo segnalare che di recente è uscito un volume dal titolo "Poseidonia-Paestum e la sua moneta" di Cantilena che ho avuto modo di sfogliare velocemente. Vi è una buona analisi del problema del nome dell'ecista che mi sembra di capire possa non esser tale, e anche le cronologie delle serie in argento hanno qualche aggiustatina, soprattutto per l'ultima fase. Ho acquistato il volume e conto di scrivere di più a breve!2 punti
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Va bene la terza e' facilmente riconoscibile come falsa da un collezionista di Vitt Emanuele III, ma le prime due? La prima campo straordinariamente piatto, preziosismo nel far vedere la sottostante stella del bronzo dionigiano mhmm...la seconda: le foglie della canna una si dirige verso la fronte, una verso il centro della testa ed una terza si arriccia sulla tempia.....ma solo nella moneta in asta e poi quelle lettere cosi' minute...Un confronto si puo' fare con il pezzo di Gionny -che in quell'occasione acquisto' giusto -e che poi e' la uno di Moretti come da tav sopra...anche per la seconda tanto convinto non sono. E poi tutta questa asta non mi piace Centuripe pericolosissima al completo, Morgantina pure....2 punti
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medaglia in bronzo dorato: è per questo che ho indicato che era una versione diversa http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE1125/32 punti
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In attesa di ricevere il tornesello del Doge Marco Corner, posto la mia piccola collezione di torneselli veneziani: a partire da in alto a destra in senso anti orario: Michele Steno, Tomaso Mocenigo, 3 di Antonio Venerio e 2 di Andrea Contarini.2 punti
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RIC 757 (C2) Questo dupondio coniato a Roma per la circolazione in Siria (in passato attribuito a Commagene, addirittura Gnecchi lo classificava come medaglione per la mancanza della sigla S C) hanno sempre la corona laureata e non radiata. E' uno dei pochi esempi del periodo in cui il ritratto a sinistra è più comune di quello a destra.2 punti
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riporto paro paro un mio commento che feci tempo addietro in merito a questo soggetto: "... devo fare una precisazione doverosa su questa moneta, che "a pelle" non ha mai suscitato il mio interesse. Per svariate ragioni: è una commemorativa (e chi la voleva dovette pagare 400 lire, tale era il valore dell'oro nel '23) anche se emessa con regolare regio decreto come tutte le altre monete, il soggetto apparentemente così "poco artistico" in confronto ad altri progetti di VEIII, la satinatura (e relativi problemi), il legame così evidente con un simbolo molto discusso (troppo facile, stupido ed anche ingiusto demonizzarlo) ... Devo assolutamente ricredermi: per la "pulizia" e schematicità del progetto e la sua modernità, per gli alti rilievi e la resa tridimensionale (non disgiunta da una evidente e dimostrata difficoltà di realizzazione), penso si possa considerare un degno esempio dello stile razionalista, futurista di quegli anni. Una vera testimonianza delle tendenze artistiche del tempo."2 punti
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Finalmente sono riuscito a metterci le mani sopra!! Il Di Giulio x il Tallero per Pisa di 2°Tipo del 1615 dice: Sconosciuto in C.N.I. e Galeotti Due unici esemplari rispettivamente comparsi in listino Canessa De Nicola del Dicembre 1949, ed in Asta Santamaria 1955 (raccolta Signorelli). non esprime rarità. Un altro esemplare è comparso in ARS Classica n 50 il 15 Novembre del 2008 (indica come estremamente raro), con il mio fanno 4 esemplari. Il libro Attilio Manzoni non lo cita nemmeno, salta la data. data parecchio più rara del 1609 che ultimamente invece si vede apparire alle aste e classificata R5. Descrizione: Monete di zecche italiane Pisa Cosimo II de’Medici, 1609-1621. Tallero 1615, AR . Mezza figura radiata del duca in armatura d., con lo scettro nella mano d. e la s. sull’elsa della spada; nel giro, sotto il taglio del busto, 1615. Rv. Stemma coronato caricato su croce di S. Stefano. CNI –. Galeotti XXXI (manca questa data). Di Giulio 70. Ravegnani-Morosini 14. Estremamente raro. rottura di conio al diritto e leggeri difetti tipici dell emissione e della data, il più bel pezzo mai apparso su asta, di eccezionale freschezza e aspetto, fondi lucenti FDC/SPL+ saluti fofo1 punto
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Ciao a tutti, qualcuno puo aiutarmi a identificarla? Riesco a leggere adelbertus rex saluti dall austria1 punto
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Salve a tutti. E' con grande piacere che vorrei annunciare l'uscita (proprio ieri), in quanto novità editoriale, del mio libro dal titolo Introduzione alla numismatica salernitana, pubblicato per conto dell'Editrice Diana. Obiettivo del volume è quello di divulgare con passi semplici gli aspetti salienti (tecnici, storici ed artistici) che caratterizzano le emissioni della zecca di Salerno. Un "manuale" agile che si configura come un mezzo primario adatto a tutti gli interessati, sia per chi si affaccia per la prima volta allo studio di questa monetazione, sia per chi già ne segue gli sviluppi: uno strumento, questo, che fino ad oggi è mancato. Citando dalla Presentazione: "Questo testo intende così costituire un mezzo di divulgazione della numismatica salernitana alto-medievale, volendo colmare quella lacuna che oggi si avverte nella mancanza di disponibilità, principalmente nell'ambito degli studi universitari, di un libro che tratti in modo sufficientemente chiaro e diretto questa parte della Numismatica, quella salernitana, definita a ragione una delle più articolate e variegate dell'intera Campania, seconda, come Zecca, solo a Napoli." Presto pubblicherò in questa sede anche l'indice del volume, il quale si compone di quattro capitoli complessivi che trattano degli studi che si sono tenuti fino ai giorni nostri sulla zecca salernitana, di alcune note tecniche di produzione monetale, aspetti artistici e numismatici delle monete di Salerno. In allegato la copertina del volume e, di seguito, il link dell'Editrice Diana per maggiori dettagli sulla pubblicazione: http://www.classicadiana.it/libreria/content/iula-raffaele-introduzione-alla-numismatica-salernitana Spero di aver fatto cosa gradita per gli appassionati di questa monetazione e per quanti vorranno avvicinarsi a tale argomento, non solo pubblicando questo libro, ma anche dandone annuncio, in primis, qui sul nostro Forum. Presto scriverò in questo topic altre novità in merito, per ora resto a disposizione di chiunque abbia delle domande o altro da riferire. A presto per nuovi aggiornamenti, Un cordiale saluto, Raffaele Iula.1 punto
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Gent.mo non é raro incontrare tale "stemma"in affreschi di crocifissioni associato ai Romani. Spesso veniva abbinata lasigla SQRP anzichè SPQR a richiamare SCORPIO. Esempio splendido è in s. Giovanni in Urbino. È associato anche ai giudei. Queste mie note in attesa del ben piú autorevole intervento da lei richesto. Un caro saluto.1 punto
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1 Lira 1838 Torino Carlo Alberto (1831-1849) D/ CAR ALBERTVS D G REX SARD CYP ET HIER - Testa a destra , sul taglio del collo F in basso la data 1838 R/ DVX SAB GENVAE ET MONTISF PRINC PED & - Scudo Sabaudo semplice coronato , con il Collare attorno , tra due rami d' alloro ; nell' esergo il valore tra i segni di zecca T/ FERT FERT FERT in incuso tra nodi e rosette Argento 900/.. , diametro 23 mm. , peso gr. 5 , incisore : Giuseppe Ferraris tiratura : 11.478 Mir Savoia 1049m1 punto
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Se può servire un'altra con il pedigree .............(passata prima alla Gorny e poi alla NAC !!!!)1 punto
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Denaro di Carlo D'Angiò 1266-1285 coniato a Messina in biglione da 15 a 18 mm di diametro e 0,75 gr. di peso D:/ Croce con globetti alle estremità e in leggenda K.DEI.GRA.REX.SICILIE R:/ In campo SICIL con giglio sopra e sotto globetto in leggenda DVC.APVL'.PRINC.CAPVE Spahr n.24 tav.XXVIII1 punto
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Ducati Di Schleswig-Holstein Stemma dello Schleswig Stemma dell'Holstein Il Congresso di Vienna confermò il possesso danese sui ducati Schleswig e Holstein, abitata in maggioranza da una popolazione tedesca. Il sentimento nazionale tedesco, sorto proprio con le guerre di liberazione popolari contro l'occupazione napoleonica mutò le condizioni politiche dei pacifici territori tedeschi, esplodendo con i moti del 1848, quando in Danimarca era appena salito al trono Federico VII. La sfortunata campagna militare prussiana del 1848 - 1851 confermò il dominio danese di fatto. Con il protocollo di Londra, lo Schleswig restava un feudo danese, mentre Holstein e Lauenburg restavano parte della Confederazione Germanica, in unione personale del sovrano danese https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_guerra_dello_Schleswig Durante il periodo bellico, si insediò una commissione governativa provvisoria mista che battè monete da 1 dreiling e 1 sechsling Sechsling Zecca di Altona (Danimarca) Direttore di zecca: Theodor C.W. Andersen (segno TA sotto il valore nominale)1 punto
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NAPOLI - FILIPPO II (1554-1598) Mezzo Ducato o Cianfrone (Principe di Spagna, 1554-1556) D/ Busto corazzato R/ Stemma coronato. P.R. 5 MIR 160 Ag g 14,85. Leggera porosità. Collezione privata.1 punto
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"adesso capite perchè non partecipo ai quiz" Vabbè....se anzichè darti 100 mila euro per aver indovinato un pacco, te ne vengono in tasca, alla fine, solo 60 mila.....è sempre grasso che cola per una pura botta di c...o. :clapping: Che vuoi di più dalla vita....... :pleasantry: M.1 punto
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Proseguando con Filippo II oggi vi posto : mezzo Ducato:FILIPPO II di Spagna(1554-1598) Zecca di Napoli;Argento ,senza data Germano Ravaschieri maestro di Zecca, Vincenzo Porzio, maestro di prova. D/Busto radiato e corazzato di Filippo II volto a destra; GR/VP a sinistra;PHILIPP.D.G.REX.ARA.VTRI. R/Stemma coronato;SICILIAE HIERVSA Riferimenti: CNI XX 645 ; Pannuti-Riccio 15b; MIR 174 ;D'Andrea-Andreani-Perfetto 24;Cagiati 46 La moneta appartiene a collezione privata --Salutoni -odjob Anche in questa moneta si riscontrano le normali "usure"con'tuttavia,una bella patina di antica raccolta1 punto
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Zecca di Napoli Filippo IV Pubblica da 3 tornesi 1622 Rame (CU) Rif. Bibl. (non posso dirlo, sennò il gioco risulterebbe troppo semplice...) Visto che la discussione si è'immoblizzata', procedo io con un altra monetina: credo che solo un tornese dell'omonimo regnante possa rendere meglio l'idea di moneta del popolo rispetto a questa... Però voglio tentare di proporvi un giochino, un "trova le differenze": adesso vi mostro tre pubbliche di Filippo IV in mio possesso, stesso regnante, legende pressoché identiche così come le conservazioni, buone per la tipologia. Ma una si differenzia dalle altre due per un particolare apparentemente irrilevante, ma che la condiziona in enorme quantità. Di cosa sto parlando? Ed ha effetti positivo o negativi sulla stessa? E chi mi parla di questo dettaglio? Vediamo chi ha buon occhio... ;) :p La prima:1 punto
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Buonasera a tutti, volevo mostrarvi anche io il mio dupondio di vespasiano, visto le altre discussioni di questi ultimi giorni e volevo un vostro parere su questa moneta di grammi 12.3. Il dritto è molto godibile un Po meno il retro, è presente una crepa sempre al retro causato da una botta presa dalla moneta. A voi i commenti e ora si può dire buona domenica. A voi i commenti :)1 punto
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Brutto giorno oggi per la scienza,stamattina mi è caduta una fetta di crostata e con stupore ho dovuto constatare che era atterrata dalla parte della frolla,decade così una costante fondamentale per l'esperimento,peccato.1 punto
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E' una tessera prodotta a Norimberga, del tipo con il monogramma ihs crucigero. Le foto sono sfocate ma al diritto la legenda si legge AVTEM TRANSIENS, mentre per il rovescio le varianti sono molte. Non chiedermi per cosa le usavano: avevano diversi impieghi, quello di tessere contabili era il più diffuso. Ciao pozleo1 punto
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Ciao Sandokan: è vero e hai fatto bene a farlo notare. L'opposizione ramo di quercia-ramo d'alloro sarebbe qualcosa del genere apollonia1 punto
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Direi medaglietta devozionale (più facile in argento) Riconoscibili le quattro porte sormontate da croci su un lato Si intravede la scala santa sull'altro e si "intravedono" le prime tre lettere "sca" di Scala Sancta Oltre ovviamente a Roma su entrambi i lati. Posto un esempio simile seppur non identico, preso da un'asta Artemide1 punto
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Convegno moscio come non mai, opinione assolutamente personale. Peccato perché Bologna è generalmente movimentato, con ottima offerta di materiale e ben frequentato.1 punto
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Abbi pazienza ti correggo, anche perchè la monetina è mia coeva......sono solo 46.... ;) ;) :D :D :D TIBERIVS1 punto
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L'ossimoro contenuto in questa norma è imbarazzante. A questo punto io le chiamerei medaglie, tondelli lavorati, prosciutti... quello che volete, ma non MONETE.1 punto
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Medaglia devozionale Domenicana, ottagonale, bronzo/ottone, della seconda metà del XVII sec. di produzione meridionale.- D/ La Madonna del SS. Rosario con Gesù Bambino a dx, ambedue reggono la corona del rosario, ai lati S. Domenico e S. Caterina da Siena, scritta: REGI- SACR. ROS[ARIO].- R/ S.Domenico di Guzman, con giglio e libro (suoi attributi), che si venera in Soriano Calabro (Vibo Valentia), Calabria, scritta: S.- DOM.- DE. SORI[ANO]. medaglia non comune.Ciao Borgho.1 punto
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Ciao @@Giov60 Bellissima domanda, che merita una considerazione (ovviamente mia) e che dividerei in due punti: La coniazione di scudi e sottomultipli venne interrotta (o quasi) già sotto il dogato di Paolo Renier; infatti ci si rese conto che, dato l'aumento del costo dell'argento sul mercato, la coniazione di queste monete (e dei ducatoni), non poteva farsi che con perdita (situazione riportata anche nel Papadopoli). Il loro valore di intrinseco era superiore al valore nominale. Per questo motivo quasi tutto l'argento in zecca, lo si tramutava in ducati (meglio noti come ducatelli) che avevano un intrinseco d'argento inferiore allo scudo e in talleri per il levante, con i relativi sottomultipli; oltre ad altri conii più "remunerativi" come le Lirazze, i multipli di soldo, le gazzette, ecc. Pare che i talleri e sottomultipli degli ultimi dogi venissero coniati solamente per gettarli al popolo in occasione della loro elezione, come da tradizione; non mi spiego nemmeno io come possano essere considerati comuni nei cataloghi; tant'è che io non ne vedo così tanti in circolazione. Molti, ma molti meno di quelli emessi a nome dei Dogi precedenti. Pensa che nel lancio di monete al popolo, Ludovico Manin gettò 100 pezzi, rispettivamente da uno scudo, da mezzo e da un quarto e di ottavi solo 60; di ducatelli ne gettò 250, di mezzi 200 e da un quarto 1.200. Seconda mia considerazione: se è vero che il loro intrinseco valeva più del loro nominale ..... la sparizione degli scudi (non così semplici da convertire in merci e servizi, salvo che per quelle più costose) fosse già da tempo operata dai veneziani per la legge di Gresham, che li tesaurizzavano. C'è anche da mettere in conto il probabile ritiro di queste monete da parte dello Stato, se integre. Gli spezzati erano invece più usati, con opportuna tosatura, per ragguagliarli al loro effettivo valore ma, attenzione, per spezzati intendo quelli coniati decenni prima ..... di nuovi, sotto gli ultimi dogati, se ne coniavano proprio pochini. Quindi gli spezzati (tosati) hanno continuato la loro funzione per le spese ordinarie e quotidiane, insieme agli altri conii in circolazione come Lirazze, multipli di soldi da 15, da 10, trairi...... Se è come penso, sarebbero arrivati a noi più scudi perché tesaurizzati, non subendo (o subendo meno) l'incetta napoleonica a fine Repubblica, per la fusione; pratica che colpì invece tutte le monete di buon argento come gli spezzati di scudo che erano in circolazione. Quelli che si trovano oggi, conseguentemente, sono veramente pochi e messi "maluccio". Cari saluti luciano1 punto
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salve g. 12,7 diam. 26 mm. ritengo che sia un dupondio sia per il peso sia per il fatto che è in oricalco.1 punto
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Ciao! Non credo proprio che siano stati i veneziani a copiare. Sappiamo che in un'epoca di elevatissimo analfabetismo, quello che era facile confrontare era l'iconografia ed anche i piccoli dettagli che non avevano necessità di essere interpretati. I tre puntini venivano così ad assumere uno degli elementi "marcatori" al quale era facile accedere a coloro che non sapevano leggere; le lettere erano degli strani "sghiribizzi" che potevano confondere ..... Rappresentare delle figure, delle posizioni, dei dettagli figurativi, era più facile che non trascrivere delle legende. In questo grosso che hai postato c'è della maestria; l'intagliatore era bravo, non c'è che dire. Che fosse un veneziano come suggerisci tu? Può essere, naturalmente, anche se la Serenissima era particolarmente "occhiuta" e controllava in maniera pervicace che le maestranze "specializzate" non esportassero le proprie cononoscenze; sappiamo quanto le "coccolasse" e dei privilegi che gli venivano accordati. Sappiamo anche quanto fosse severissima nei loro confronti quando qualcuno di questi cedeva alle profferte di qualche altro Stato. C'era una rete di "agenti" in tutto il dominio che dava la caccia a questi fuoriusciti; una volta scoperto, in genere, veniva avvicinato dal rappresentante diplomatico veneziano in loco, o dal suo segretario, per indurlo a ritornare a Venezia, promettendogli il perdono ed anche qualche contributo. Se ciò non bastava ed il fuoriuscito era considerato potenzialmente pericoloso per la sicurezza della Repubblica, scattava l'ordine di farlo fuori, "affinché questo tristo venisse eliminato dal mondo nel più destro e silenzioso modo". Sicari prezzolati, spesso criminali locali, venivano ingaggiati dall'ambasciatore veneziano per ammazzarlo, e la cosa doveva essere fatta bene; si doveva far credere che la sua morte fosse avvenuta a causa di una lite tra balordi, o un tentativo di rapina da parte di ladri. Oppure c'era sempre il veleno o la "polvere di diamante", con effetti ritardati e che davano l'impressione che il "tristo" fosse morto di malattia....... Tempi duri! saluti luciano1 punto
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Un po' d'oro ci vuole.....a Milano la tipologia è sempre immobilizzata nel tipo busto/stemma, vediamo una quadrupla del 1630 di Filippo IV di Milano, moneta splendida e molto rara, dove dal busto si evidenziano in modo netto il collare alla spagnola, la corona e lo spallaccio d forma leonina.... Mi sa però che vi piaceva di più l'altro ventennio..... :blum: Zecca : Milano Emittente : Filippo IV ( 1621 - 1665 ) Nominale : Quadrupla Metallo : oro Anno : 1631 Prov. Hess Divo 3261 punto
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Caro Renato, numismaticamente parlando questa moneta si presta a considerazioni di vario genere, ed intendo proprio questo esemplare! L'avevo già addocchiato sul catalogo online di vendita (bel listino), ed ora al di là di superficiali giudizi estetici vorrei provare a fare qualche commento. 1. La riconoscibilità della moneta deriva da alcune imperfezioni che, a mio avviso, non fanno considerare la moneta né FDC né qFDC, Si tratta di un esemplare molto bello ma che, già come commento sul sito internet, presenta l'indicazione ad un difetto sul bordo (e sarei propenso a considerare quello sul R/ ad ore 5); tuttavia anche il fascio mostra alcuni segni ed il collo del re; il giudizio del perito (nominato esplicitamente) mi è sembrato un po' eccessivo. 2. In generale il 100 Lire 1923 sembra presentare 2 tipi di sabbiatura: nel primo appare più sottile, con frequenti "mancanze" ed "opaca"; nel secondo corposa, coprente ed "aranciata". Il 2°T può essere trovato in FDC, il 1°T pressoché mai. Qualche perito ti potrà sussurrare a denti stretti che forse il 2°T è una risabbiatura, ma non è certo. Infatti a mia conoscenza tutte le Prove presentano una sabbiatura sovrapponibile al 2°T e, dato che cronologicamente dovrebbero precedere l'emissione ufficiale, è anche possibile che i due tipi di sabbiatura corrispondano ad una diversa attenzione o modalità con cui l'operazione è stata compiuta, inizialmente in modo più accurato. Anche il fatto che i fondi e il peso siano perfetti negli esemplari FDC 2°T, e il fascio presenti pochissimi segnettini, sembrerebbe deporre per una iniziale particolare attenzione nel procedimento di sabbiatura. Ma non posso essere sicuro di quanto qui ipotizzo. 3. La sabbiatura del 100 Lire "Vetta d'Italia" è ancora diversa, compatta ma scura. E' verosimile che il procedimento utilizzato per sabbiare sia diverso. Non conosco nei particolari come in Zecca si ottenessero questi effetti coprenti, ma suppongo una acidatura superficiale; dunque non si tratterebbe di sabbiatura vera e propria (ottenuta meccanicamente tramite polvere abrasiva impattante sul metallo) o per lo meno non sempre (?). Qui chiederei aiuto agli utenti del forum che ne sappiano di più di procedimenti metallurgici (ed in particolare a @@centurioneamico). 4. Il discorso sabbiatura si fa problematico dal momento che @@elledi nega tale tipo di trattamento nella Zecca di Roma per alcune tipologie monetarie coeve (dal 1910 al 1927); a mio avviso si tratta di un preconcetto legato alla mancata reperibilità di documentazione. Certamente prove e progetti potevano essere stati approntati anche in questa maniera, vi sono parecchi indizi al riguardo, ma l'approfondimento esula dallo specifico di questa discussione. 5. Non mi è chiaro a quale tipo di sabbiatura corrisponda l'esemplare di @@renato: sul sito internet l'avrei attribuito al 1°T, ma la foto postata mi lascia più perplesso; d'altra parte ancora una volta l'esame di foto diverse fa emergere con evidenza come sia pieno di trabocchetti esprimersi senza aver avuto la possibilità di controllare direttamente la moneta. A proposito, in quale data è stata periziata? ;)1 punto
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Moneta non circolata di grande freschezza, rilievi un po deboli ma conservazione secondo me sullo Spl/FdC... e mi tengo basso!1 punto
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@@Horussone E se questa e bella.... :) Foto da migliorare ... mi sbilancio con uno SPL+ e ti faccio i complimenti per questa stupenda moneta.1 punto
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Salve a tutti, porto oggi alla vostra conoscenza copia della mia lettera al World Coin News (giornale di numismatica facente parte del Gruppo Editoriale Krause). La mia lettera , dicui vi attacco la traduzione in Italiano , e' stata publicata nello spazio dedicato alle lettere all'Editore nell'ultimo numero di Maggio di tale rivista.. Ricalcando i temi e le questioni dibattute in questo Forum in questa lettera aperta indirizzata all'editore David Harper invito il Krause a catalogare la moneta, studiarel'errore ed esprimere un opinione in proposito. Metto inoltre a conoscenza dei lettori di World Coin News il sito Lamoneta.it e la discussione in corso in questo forum. Vi attacco la copertina del numero di Maggio del World CoinNews, la pagina con la mia lettera e la traduzione. Buon divertimento!:)1 punto
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Buona serata desidero aggiungere una informazione a beneficio di corallino che riguarda la moneta in questione alla quale sono molto affezionato (è stata la mia prima monetina veneziana acquistata...una sorta di N. 1 di "Paperoniana" memoria). :D Questo piccolo, estremamente sintetico circa l'iconografia (le lettere FFDV stanno ad indicare, in latino, Francesco Foscari Doge dei Veneziani), che fu emesso per essere adoperato nei territori di Brescia, ormai veneziana, fu la prima moneta che venne definita ufficialmente da Venezia "bagattino". Infatti, nei cataloghi, viene solitamente definito "Piccolo o Bagattino per Brescia". Fu una moneta molto "raffazzonata" nell'esecuzione; l'urgenza di battere moneta per i nuovi territori lombardi e la scarsità di risorse che dovevano essere principalmente impiegate nella guerra, determinava una poca cura (e spesa) da parte della zecca nell'emetterli, tanto che, molto spesso, queste monete così sottili hanno l'impronta del D/ che si "impasta" con quella del R/ Dopo questa monetina, il termine bagattino si è cominciato ad usare anche a Venezia (già lo si usava in altre città) per definire le monetine piccole. Saluti luciano1 punto
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Le monete NON SI LUCIDANO ( solo Paperone lo fa fare a Paperino :lol: ), al limite puoi fare come ti è stato suggerito, se sono sporche, grasse, unte, :o , se no, lasciale come sono. saluti TIBERIVS1 punto
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