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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/16 in tutte le aree

  1. Ti aiuterò. :) La moneta di consueto per la circolazione. Elec; 50 anni del primo volo umano nello spazio; Solikamsk.
    3 punti
  2. Infatti ! È un po' come quando alcuni pseudo-critici d'arte affermano che l'arte contemporanea non è vera arte .. Ok ,forse un minimo di ragione forse ce l'hanno ( per me no ) ma, peccato che il mercato dice tutt'altro ... Una considerazione che volevo fare con voi : in diversi hanno sottolineato come la RIN in quest ultimi anni abbia preso un taglio particolarmente scientifico volto anche ad ottenere una certa risonanza internazionale... Bene perfetto ma allora ( a parte il fatto che non so se ci avete fatto caso ma nei sito delle varie società nazionali c'è sempre una pagina con i link delle società degli altri paesi ... E in molti siti la SNI non viene manco nominata ...) c'è un errore di fondo ... Perché ogni articolo non viene scritto in doppia lingua ( inglese/italiano ) ? Finchè un articolo è scritto solo in italiano c'è ben poca speranza che questi ottenga una notevole diffusione fra gli studiosi internazionali... Non solo la maggior parte degli articoli riguardano argomenti di nicchia ,di interesse limitato e confinato ad una piccola zona geografica ma , se per di più non si danno le basi poter ampliare la potenziale platea ad esser sincero prevedo tempi di magra ....
    3 punti
  3. e secondo te questo è positivo?
    3 punti
  4. Premetto che secondo il mio personalissimo parere, il taglio che attualmente ha la rivista (che tutti definiscono super-scientifica) non è neanche funzionale alle necessità della comunità accademica molto spesso... ci sono tanti articoli (non mi pare il caso di citarli qui uno per uno) che raramente sarebbero letti sia da un accademico che da un appassionato. La RIN deve essere una rivista accademica, il problema, forse, potrebbe essere che non lo è a sufficienza, per mancanza di notizie (come quelle a cui faceva riferimento Matteo) e anche per il basso numero di contributi (ogni anno il volume è sempre più sottile). Il problema è invece interno alla SNI: un socio non accademico che paga 75 € di iscrizione all'anno si aspetta dalla Società qualcosa, e se l'unica cosa che la società gli offre è una rivista, il socio si aspetta ragionevolmente di ricevere una rivista che almeno sia accessibile. Ci vuole cuore e anche coraggio per trovare nuovi percorsi per i quali incamminarsi: credo che bisognerebbe interrogarsi (e su questo sta avvenendo un interessante dibattito che non tutti purtroppo ritengono importante) sul significato della parola "studio", sulla quale la Società si fonda e che a mio parere non riguarda solamente l'attività della comunità scientifica, ma anche tutto ciò che a più livelli si avvicina alla conoscenza della numismatica. La SNI non è nata all'interno di un'università e la grande intuizione dei suoi fondatori è stata proprio quella di creare uno spazio di studio per tutti (intuizione che ha permesso alle più grandi menti del secolo scorso di interagire e che ha permesso anche lo svezzamento di tanti personaggi che hanno costruito la numismatica italiana)... oggi, mentre molte realtà crescono in numero di iscritti (peraltro iscritti di tutto rispetto, non cialtroni), la SNI sta colando a picco in questo senso, eppure si continuano a percorrere alcune strade che palesemente non hanno un punto di arrivo. La RIN non c'entra. Insieme ad un amico stiamo seguendo un progetto editoriale con una nota associazione di commercianti diretto ai bambini; è molto bello che ci siano queste sensibilità, ma sarebbe ancora più bello che fosse la SNI a raccogliere queste esigenze. La RIN deve tornare ad essere LA rivista di numismatica italiana, non una delle tante, e la SNI deve creare proposte diverse per i soci, per gli appassionati che non sono in grado di fruirne, ma anche per la didattica, per il mondo dei musei e per tutte le realtà che riguardano il progresso della numismatica. La soluzione non è certo quella di ridurre la RIN ad una sorta di giornaletto da cartoleria!
    3 punti
  5. Riporto notizie che recentemente a Fossacesia, in provincia di Chieti, è stata rinvenuta occasionalmente sul terreno una piccola moneta fusa, del diametro di circa 30 mm (3 cm) e peso ignoto, che reca su un lato la testa frontale di cane (nessuna notizia sull'altro lato). Il rinvenitore ha portato la moneta alle autorità e attualmente dovrebbe trovarsi nella Soprintendenza di Chietl. La moneta in questione è la seguente (ho solo la foto del diritto): Le notizie si trovano in questi link: http://www.abruzzolive.tv/Fossacesia,_ritrovata_moneta_italica_di_inestimabile_valore-_-_a_10078.html centro.pdf Non vorrei che sia invece una patacca ottocentesca...... Più che bronzo sembra oricalco (o ottone) e la patina non sembra troppo antica e non ha ricoperto un orecchio del cane, sulla sinistra..... Qualche opinione in merito?
    2 punti
  6. Per quanto riguarda la circolazione delle monete in 5 Korone: Rame-Nichel: 25 Luglio 1925 - 31 dicembre 1931. Silver: 18 set 1929 - 30 Novembre 1941 a Protettorato di Boemia e Moravia, 30 Giugno 1941 in Slovacchia, 30 giugno 1947 nella Repubblica Cecoslovacca. Nichel: 2 maggio 1938 (in Repubblica Cecoslovacca ripreso il trattamento con 4 luglio 1945) - 30 Novembre 1941 nel Protettorato di Boemia e Moravia, il 31 dicembre 1939 a Slovacchia, 30 giugno 1947 nella Repubblica Cecoslovacca. Questi sono i dati ufficiali. Mi dispiace, non è chiaro se il put.
    2 punti
  7. Per rispondere alla domanda "un falso può passare per vero per molti anni?" Sicuramente si se prendiamo ad esempio il monetiere di Firenze dove alcuni falsi di ottima qualità sono passati per le mani di tanti esperti e catalogati dal Pelli e dal Migliarini tra i pezzi autentici. Solo recentemente, grazie anche a nuove strumentazioni e conoscenze tecniche nonché la fotografia digitale e i software grafici, sono emersi come falsi. Poi occorre considerare l'evoluzione tecnologica nell'ambito delle fusioni e delle coniazioni, falsi difficili da individuare qualche decennio fa possono essere oggi di più facile lettura alla luce delle nuove conoscenze, lo stesso accadde tra '500 e '700 e poi di nuovo tra metà '800 e prima metà del '900.
    2 punti
  8. Ciao, e qui torniamo al discorso sull'importanza che investe la visione diretta (o quantomeno da immagine di buona definizione) dell'esemplare di Monaco. Potrebbe infatti palesarsi un quadro simile: difformità tra l'esemplare Naville e quello bavarese (magari quest'ultimo con segni comprovanti la sua bontà, sia esso un denario a tiratura limitatissima o una prova di conio su argento) l'esemplare Naville probabile/possibile cast copy (avvalorando le osservazione tecniche rilevati da alcuni utenti) di buon livello Questo quadro avvallerebbe anche la scelta di Naville di porre in vendita un supposto denario R 4 con una base d'asta di soli 70£ . Forse qualche perito della casa ha nutrito qualche perplessità... in effetti non si spiega il perchè per un denario R 4 del quale è nota una sola copia museale e proveniente da collezione numismatica di fama sia stato mantenuto un basso profilo. Per contro... ci rimetterebbero un po' la faccia Clain-Stefanelli che non dovevano essere sicuramente degli inesperti o sprovveduti. Ipotizzando tale quadro, chiaramente. I tedeschi che hanno la moneta lì in mano, occhio e strumentazione, da quello che scrive @@Theodor Mommsen non nutrono alcun dubbio. Lo stesso il Burnett che avrà avuto magari modo di osservarla. Per cui al momento l'esemplare più dubbio non è quello tedesco... bensì il Naville! Ciao Illyricum ;)
    2 punti
  9. Approfitto di questa discussione per riflettere su qualche punto ancora : 1) divulgazione o ricerca scientifica? credo ci debbano essere entrambe e credo possano coesistere anche nella Sni, anzi dovrebbero se lo scopo primario dello Statuto parla di promulgazione, diffusione degli studi numismatici... Tra l'altro sempre secondo un mio personalissimo parere, oggi e' più il momento storico della divulgazione, oggi più che mai abbiamo bisogno di nuovi appassionati, di giovani interessati e diciamolo pure terra, terra, anche di numeri per associazioni, circoli...numeri vuol dire bilanci, vuol dire fare iniziative, pubblicazioni e se non si divulga non si hanno nuovi iscritti 2) divulgare nel nostro campo e anche fuori, soprattutto fuori, mi è' capitato di fare recentemente una conferenza in una associazione importante del mondo del lavoro, uomini che non conoscono la numismatica più di tanto e mi ha sorpreso il loro grande interesse e le continue domande che facevano, quindi incuriosire e divulgare fuori delle nostre mure, per farlo ci vogliono uomini e pubblicazioni anche di questo tipo...
    2 punti
  10. Questa me la regalò un Alpino ad un loro Raduno Nazionale che ebbe luogo a Bologna parecchi anni or sono : la trovo struggente e bellissima.
    2 punti
  11. 5 Pence 2010 Gran Bretagna Elizabeth II 4th portrait Royal Shield non magnetic 2008-2011
    2 punti
  12. DE GREGE EPICURI Moltissimi di voi li avranno già visti, comunque per quelli che non sono ancora stati a Palazzo Massimo, ecco un paio di foto.
    1 punto
  13. ne ho vista una giorni fa (forse l'ho già detto) a 1600 che è un altro pianeta, rispetto a questa cosa qua. In senso letterale.
    1 punto
  14. Ritrovamento di Santa Marinella (1927).
    1 punto
  15. Chiudo, come segnalato se ne sta già parlando nella sezione specifica (preromane) http://www.lamoneta.it/topic/149242-un-inedito-o-patacca-da-rinvenimento/#entry1707307
    1 punto
  16. @@ottone, personalemente temo che quel denaretto con 'Veronesi' sia un falso d'epoca. Al tempo in cui Murari pubblicò quella moneta, falsi simili non erano riconoscibili, perché mancavano confronti precisi. Ed erano fatti così bene da rendere quasi impossibile la loro identificazione (d'altra parte dovevano imbrogliare persone che vedevano migliaia di quei pezzi ogni due per tre, non poveri collezionisti e studiosi odierni, che al massimo ne vedono qualche centinaio in tutta la vita). Quindi l'ipotesi del Murari era plausibile, anche se l'idea di una scritta in volgare sulla moneta, nel XII secolo, appare quantomeno ardita. Oggi fortunatamente quei confronti ci sono, grazie alla scoperta dei materiali di alcune zecche clandestine. In particolare questo esemplare, che devo confessare non ho avuto mai l'opportunità di osservare dal vivo, è stato realizzato con punzoni con la tipica forma di quelli delle contemporanee monete veneziane (vere e false), punzoni che a Verona non sono mai attestati né negli enriciani né nei nei successivi crociati. A meno che non tratti di una imitazione di moneta veronese fatto dalla zecca di Venezia (sarebbe comunque un 'falso d'epoca', anche se di ben altro valore 'storico'), cosa assai difficile da dimostrare, sembra più probabile si tratti del prodotto di una zecca clandestina dove si cercavano di falsificare entrambe le monetazioni. Cari saluti, Andreas
    1 punto
  17. Gibilterra 50 pence Raffigurata la Battaglia di Trafalgar Per ulteriori info: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Trafalgar
    1 punto
  18. @@miza Figurati! Condivido molto appassionatamente la mia collezione con tutti voi ...e con questo splendido forum. ;)
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  19. Chiedo da Lei il perdono. Molti grazie per attenzione. Dichiarerò i dubbi. Falso antico. L'ortografia di errori di parole, ma stile corretto. Le persone sono la parodia, ma un Bassorilievo E questa moneta su stile è più vicina a imitazione moderna dello scolaro gioielliere.
    1 punto
  20. @@nando12 Grazie anche a te per il prezioso contributo che hai dato in questa discussione. Di velieri, navi.... ne sono state postate da "tutti noi" veramente tante! Più di quello che immaginavo all'inizio della discussione e ce ne sono ancora molte, ma per lo più sono rimaste le commemorative, bullion ...... :hi:
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  21. Per numeri piccoli (al massimo 1000) la lettura non è un problema, ma praticamente automatica per chiunque conosca il sistema... Le tue perplessità in questo caso sono date dall'applicazione della tua concezione dei numerali (arabi nei quali in base alla posizione delle cifre cambia il numero stesso, cosa che non avviene nella numerazione greca)a quelli dei Greci. Detto questo in epoca ellenistica la scrittura era quasi sempre da sx a dx... In precedenza la scrittura bustrofedica non era così rara. Su una moneta o un'epigrafe ufficiale di un sovrano o una polis credo che difficilmente troverai l'ordine misto, ma come ho già detto credo sia più possibile in documenti non troppo ufficiali (e le monete sono ufficiali per eccellenza). La motivazione precisa non la so, Nelle mie fonti non l'ho trovata: Si tratta di semplici convenzioni proprie di ogni entità politica... Magari nel libro della CNG che ho linkato in precedenza e che si occupa proprio di questo la cosa è spiegata e sarebbe interessante saperlo, ammesso che qualcuno l'abbia spiegato. Convenzioni formali di più di 2000 anni fa...
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  22. Comprata ad un mercatino
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  23. 5 Centesimi Spiga 1918 Vittorio Emanuele III
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  24. Prova a fare un confronto (anche se l'immagine non è il massimo)
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  25. Mi sembrava stessimo parlando della RIN Ma forse sbaglio...
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  26. @@nikita_ Ciao Ho controllato e una o due monete fino al 2016 ci sono anche nella mia collezione ;) Ma vedrai che qualche funghetto (2012) spunterà anche dal tuo orticello :D Più tardi spero di postarne ancora 1 del 2011 Un caro saluto
    1 punto
  27. tra questa moneta e la sucessiva, viene a collocarsi il denaretto con l'iscrizione in volgare, anch'esso riportante la S rovesciata ( denaro coniato per lo più per una circolazione in ambito locale) che pero' riporta la zigrinatura sulla parte esterna ( probabilmente per evitarne l'asportazione di materiale,noto come tosatura), che richiama la moneta del periodo comunale della fine del Xll secolo.
    1 punto
  28. Ma non si tratta di giudicare se e' positivo i negativo e' quello che viene seguito dalle riviste chiamiamole 'nazionali' . Quindi anche la RBS ( Belgio) o la RNS ( UK) o la revue Francese non trattano proprio o forse estremamente sporadicamente di numismatica contemporanea ( marenghi, sovrane etc). La macchina e' quella e se voglio fare un circuito devo prendere quella adatta non posso correre a Monza con una macchina da rally ne' dare un rally con una monoposto. In ogni caso le problematiche dell'ultima fase dells monetazione di VEIII sono comunque molto interessanti, chissa' che non vi sia spazio per una loro trattazione anche sulla RIN un domani, seguendo naturalmente i criteri di scientificita' che la RIN adotta. Per Mario Si come sai sono d'accordo che iniziative per i Soci andrebbero fatte. Nell'altra associazione che seguo organizziamo conferenze con relatori di primissimo livello ( ultimamente abbiamo invitato Monica Baldassarri) , visite a musei, gite culturali e pur essendo piu' piccola e' attivissima con ottima partecipazione di Soci . Chissa' che questo modello non possa dare qualche ispirazione?
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  29. 1 punto
  30. E' ufficiale, dopo varie ricerche nei miei box posso dire che non possiedo monete del 2012, mi affido a voi per poter proseguire il "giochino" senza vuoti di annate da lunedì 9 maggio. ________________________ In verità non ne dovrei avere nemmeno una dal 2000 in poi, con l'avvento dell'euro mi ero proposto di non collezionare nè monete in euro e nè monete del nuovo millennio, avevo fissato la data massima al 1999. L'euro ha pur sempre un'identità nazionale è vero, ma il fatto che questa identità è espressa solo su di una faccia non mi è andata giù sin dall'inizio, in buona sostanza le monete in euro "non italiane" non riesco a considerarle "estere" perchè me le trovo comunque in tasca ogni giorno. Se poi successivamente ho raccolto qualcosa (euro escluso naturalmente) e sono andato oltre il 1999, è perchè ho pensato che di tante nazioni storiche come la Francia, Spagna, Germania, Olanda ecc. ecc, non avrei più visto nulla di nuovo.... :mellow: per questo ho cominciato a prendere qualche monetina veramente estera dal 2000 in poi.
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  31. @@jeffff_it Ho detto mezza :D Comunque... scherzi a parte ...quella che ho visto io a 1900 non aveva proprio niente a che vedere con questa, molto ma... molto più bella.
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  32. In tutta la serie 474 è raffigurato un piccone, acisculus, che allude al cognomen del monetiere. Alcuni autori hanno ritenuto che il R/ dell'emissione RRC 474/1 richiami il mito di Valeria Luperca ma, in questo caso, sarebbe stata raffigurata una giovenca. Nell'emissione RRC 474/4, la testa di Zeus entro corona di alloro e il gigante vinto sono chiari riferimenti ad una vittoria gloriosa (la gigantomachia era un tema caro all'iconografia dell'epoca, chiara allusione della lotta fra l'ordine e il caos), che può essere solo quello di Cesare sui suoi nemici. Sear suggerisce che questa associazione di Cesare colla divinità sia stato un ulteriore motivo di irritazione per le fazioni opposte ed abbia contribuito alla rapida scomparsa di questa moneta dalla circolazione
    1 punto
  33. Sì, gettonetti... Perchè i gettoni, in Campania, li ho portati Io! apollonia
    1 punto
  34. Ciao! Sissignore ..... ore 09.00 da me, solito posto. :pleasantry:
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  35. Ciao, l’attesa, come affermato nel mio post precedente, può venire utile per fare il punto su quanto emerso. E magari, focalizzare qualche considerazione o formulare qualche riflessione. Di considerazioni ne ho una, così come alcuni dubbi legati alle mie (scarse) conoscenze tecniche. Segnalo che non voglio affermare che l'esemplare sia genuino o meno anche perché per motivi “istituzionali” devo avere un approccio super partes nella discussione e tentare una moderazione. Quindi assumo un po’ la parte di “Avvocato del diavolo” e formulo qualche domanda a pure scopo di moderazione e senza alcun intento provocatorio verso alcuna posizione o utente. In pratica… parliamone un po’ assieme pacatamente per ingannare l’attesa senza salire sulle barricate... ;) Per la considerazione uso un esempio paradigmatico che esula dalla numismatica ma può rendere bene l’idea del concetto che tento di sviscerare. L’Uomo di Piltdown.Nel 1912 nella località omonima (Inghilterra, East Sussex) furono rinvenuti in una cava di ghiaia dei resti umani. Erano costituiti da un frammento di cranio e un osso mandibolare che furono attribuiti, per le loro caratteristiche, ad una specie umana sconosciuta. L’ominide fu chiamato semplicemente l’Uomo di Piltdown (Eoanthropus dawsoni) e fu attribuito appartenente ad una specie intermedia tra uomo e scimmia. Quello che si cercava, ovvero il cosiddetto “anello mancante” tra le due specie. Non mancarono coloro che non credettero alla genuinità della scoperta, mentre altri ritennero che si trattava non dell’”anello mancante” ma di un ramo secondario del genere Homo. Generalmente la comunità scientifica inglese difese la genuità della scoperta di Dawson. Solo 40 anni dopo (1953) il Time pubblicò uno studio dove dimostrava che in realtà si trattava di resti umani medioevali, mandibola di orango-tango e alcuni denti di scimpanzè. Al microscopio le ossa mostravano evidenze di interventi di aggiustamento. Il colore era stato ottenuto con ferro e acido cromico. In pratica per 40 anni luminari inglesi della paleontologia difesero il collega e la sua scoperta. Quindi possiamo affermare che la comunità scientifica avvallò la bontà del ritrovamento. Questo fino al 1953 ovvero finchè altri ricercatori ne dimostrarono la fallacità in maniera inequivocabile. Nel presente caso la mia visione è questa: può un falso numismatico essere accettato e validato come esemplare autentico e rarissimo perché nessuno, vuoi per limiti tecnologici dell’epoca vuoi perché nessuno abbia mai posto il dubbio? Cioè “e se l’uomo di Piltdown fosse stato validato al momento della presentazione e nessuno avesse avuto la briga di ristudialo 40 anni dopo”? E nel caso specifico al momento dell’acquisizione da parte del Munzsammlung di Monaco esistevano ausili tecnologici utili? L’esemplare da quando è conservato a Monaco? Ha un pedigree? Proviene da uno scavo archeologico documentato? E una moneta come il RIC 51 di Nerone è nota alla massa degli studiosi numismatico in quanto riportata sui testi (Roman Imperial Coinage) o nella maggior parte per visione diretta? Potrebbe trattarsi solamente di una “prova di conio” di un aureo dove per la Porta di Giano esistono die-link e sono mancanti quelli del ritratto e quindi essere genuina? Per il dubbio tecnico volevo chiedere: è possibile che all’atto della scrittura del RIC (ritengo qualche anno prima della sua uscita) il livello tecnologico poteva consentire la creazione di una “cast copy” in argento di buon livello? (ritengo la risposta sia affermativa ma vorrei averne la certezza). Ovvero: la domanda, letta in senso più generale è: esiste una dead zone ovvero una data dopo la quale gli strumenti consentono l’esecuzione di copie di buona qualità, spesso insidiose? L’esemplare in studio se non autentico è sicuramente insidioso… presenta, almeno dalla foto disponibile, degli aspetti che divide anche gli utenti più “tecnici”… E ancora una domanda che verrà facilmente svelata quando avremo in visione le immagini dell’esemplare di Monaco: può essere quello museale l’unico pezzo autentico e quello proposto da Neville una “cast-copy” eseguita proprio per attirare i collezionisti? Contro a tale ipotesi andrebbe la riferita provenienza dalla E.Clain-Stefanelli Collection (http://numismatics.org/archives/ark:/53695/nnan0128) dell’esemplare Naville. A meno che gli stessi Clain-Stefanelli fossero stati gabbati da una visione immediata e non strumentale ed approfondita dell'esemplare, nonostante la loro provata esperienza...Ciao Illyricum ;)
    1 punto
  36. Faccio un piccolo esempio...casualmente sempre incentrato su un certo argomento che a qualcuno rode (e parecchio)..... Quando D'Incerti scoprì la serie 1940 anno XVIII (si conosceva fino agli anni 70 solo la serie anno XIX per numismatici, pezzi argento), e la stessa moneta da lire 100 in oro....la RIN pubblicò l'articolo che giustamente poneva in risalto un fatto numismatico nuovo, di cui sembra che nessuno fosse a conoscenza..... La nota 56 che mette in luce fatti nuovi (lire 100 1940 prova e addirittura proof), ma di questo..neanche una riga... E scusatemi, non posso fare a meno di pensare che dietro ci sia un ordine di scuderia, sia pure velato....E' indubbio infatti che la notizia, rivelata non da un Luppino qualsiasi ma da quella che tutti ritengono una autorevole studiosa, getta nuova luce su questa controversa moneta...eppure...la RIN ha ignorato tutto questo, anzi..tutti si sono rifiutati di commentare autori compresi...e quindi i casi sono due...o la nota 56...rileggetela..richiama un volume sull'oro della banca d'Italia che non ci azzeccava nulla (nella pagina in riferimento) con le lire 100 del 1940....è stata scritta per errore da chi ha minutato le note, oppure l'ambiente numismatico ritiene che i saggi pubblicati vengano usati come soprammobili da noi "plebe"...fatto sta che io...lo "scopritore" di questa nota...me ne sono accorto solo qualche anno dopo...io solo..e poi..silenzio totale...ma che razza di comportamento è? Ma come..un autore scrive un fatto di siffatta importanza e poi evita di fornire, malgrado richieste reiterate, delucidazioni? Ma dove vuole andare la numismatica? Vuole chiudersi ancora di più nei "santuari del silenzio"?
    1 punto
  37. @@Lorenzo Pasquini si la moneta è stata trovata a Fossacesia (CH) in Abruzzo, a pochi km da casa mia, devo dire che almeno da quello che vedo dalle immagini la moneta per me è di dubbia autenticità, ovviamente merita un attento esame dal vivo
    1 punto
  38. http://www.lamoneta.it/topic/65087-gettone-del-friuli/?hl=friuli apollonia
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  39. ______________ 2011 Stati Uniti d'America 1 Cent - Rame/zinco
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  40. Malawi 2006 - 5 Kwacha Importante per questo paese la pesca nel Lago Malawi, il terzo lago più grande dell'Africa ed uno dei più profondi al mondo (700m.), la pesca viene effettuata in gruppi direttamente in acqua nei fondali bassi od in piedi sulle barche.
    1 punto
  41. Grazie @@ak72, si tratta proprio dell'ultimo tipo di erniciani veronesi, quello un tempo attribuito dal Perini e dal CNI ad Enrico VI (1390-1397), cronologia impossibile perché questa serie venne imitata da Venezia durante il dogado di Sebastiano Ziani (1172-1178), come ha ricordato sopra Arka. Personalmente ho ritenuto di poterla datare dal 1164 al 1183. Il tipo precedente di enriciani veronesi, databile attorno alla metà del XII secolo, presenta invece un diametro maggiore, attorno ai 14,5-16 mm. Buona notte, Andreas
    1 punto
  42. In pratica l'unica cosa splendida di questa piastra sono i rilievi almeno da quanto ho capito.
    1 punto
  43. @@claudioc47 Provo a postare altre foto fatte a luce più naturale.
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  44. @@ilnumismatico Altre foto.
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  45. @@Silver1970 Si effettivamente ci vado matto, appena trovo l'occasione per acquistarne qualcuna mi butto sempre a capofitto. Si diciamo che ha vinto la qualità sul prezzo pagato. Grazie per L'intervento.
    1 punto
  46. Anche questi sono gettoni per le slot machine. Ci dev'essere pure quello di valore 3. apollonia
    1 punto
  47. Per comprendere appieno la valenza di questa iconografia in relazione alla famiglia cui apparteneva il magistrato, bisogna prendere il discorso un po' alla lontana, sfruttando principalmente i preziosi contenuti di un'opera di Del Ponte (La Religione dei Romani - capitolo V, 1 - I poteri taumaturgici dei Valerii: il destino di Roma e l'origine dei Ludi Secolari). Nel Factorum et Dictorum Memorabilium di Valerio Massimo (II, 4, 5) viene narrata la vicenda di Valesius, un facoltoso agricoltore sabino che visse in un tempo non ben precisato ma comunque riconducibile al periodo della monarchia etrusca e dei suoi figli, che caddero improvvisamente ed inspiegabilmente malati, senza speranza di guarigione. Valesio, assorto nelle preghiere agli dei e confidando in un loro intervento utile alla guarigione dei figli, udì improvvisamente una voce misteriosa che lo invitava a portare i figli fino a Taranto, ove avrebbe dovuto riscaldare le acque del Tevere sull'ara delle divinità infere Dite e Proserpina. Perplesso ed incapace di comprendere appieno il senso delle istruzioni ricevute, caricò i figli su una chiatta che discendeva il corso del Tevere verso il mare ed ormai a notte fonda fece tappa approdando lungo la sponda settentrionale del Campo Marzio, nel medesimo punto ove il conduttore della chiatta segnalò, in un luogo prossimo alla riva, delle inspiegabili esalazioni di fumo provenienti dalla nuda terra. Sceso dall'imbarcazione Valesius apprese da un pastore che quel luogo si chiamava Tarentum (o Terentum), una zona paludosa e ricca di esalazioni vulcaniche, che i locali consideravano un descensus ad inferos. Constatata la condiscendenza divina, l'agricoltore raccolse l'acqua del Tevere, la scaldò e la diede da bere ai figli, che dopo essersi addormentati si risvegliarono ormai guariti, rivelando al padre di aver sognato un uomo "grande e splendido", intento a detergere i loro corpi, che li invitò a sacrificare ed a celebrare una cerimonia notturna con canti e danze in quel preciso luogo, presso l'altare di Dite e Proserpina. Valesio diede dunque immediata disposizione di scavare una fosse utile alla fondazione del nuovo altare, ma alla profondità di venti piedi fu ritrovata un'ara già costruita, dedicata proprio a quelle due divinità. Vennero dunque qui sacrificati animali neri agli dei inferi e si celebrarono ludi per tre giorni, tanti quanti erano i figli guariti dalla benevolenza degli dei. Secondo la tradizione, l'altare dissotterrato da Valesisu venne eretto dai Romani molto tempo prima, quando erano in procinto di scontrarsi con gli Albani e su specifico ordine di una gigantesca figura apparsa sul campo di battaglia , vestita con una pelle nera, che gridò di sacrificare alla divinità infernali prima dello scontro. Eretta un'ara sotterranea i Romani procedettero coi sacrifici ed una volta terminata la cerimonia seppellirono l'altare venti piedi sotto la superficie (circa sei metri). Il ricco agricoltore Valesius lo aveva riscoperto, aveva rinnovato le cerimonie sacrificali e la festa notturna e perciò da quel momento venne chiamato Mannio (dagli dei Mani) Valerio (da valere, guarire) Tarentino (dal luogo). Dopo la cacciata dei re entrò in scena un altro illustre esponente di questa famiglia, Publio Valerio Publicola che, scoppiata una inarrestabile pestilenza in Roma, decise di dissotterrare nuovamente l'altare, di sacrificare un toro ed una giovenca neri, per poi ricoprire nuovamente l'ara. In concomitanza con la cruenta cerimonia Publicola decise di indire giochi e festeggiamenti, dando origine alla tradizione dei Ludi Secolari (in questo periodo chiamati Ludi Tarentini). Secondo Censorino (17, 7) siamo nel 509-508 a.C. (primos enim ludos saeculares exactis regibus post Romam conditam annos CCXLV a Valerio Publicola institutos esse) E' opportuno ricordare, citando Jean Bayet, l'origine ed il significato magico-religioso dei ludi: "le corse ed il rapido calpestio del suolo hanno il potere di evocare le forze sotterranee; la competizione sprigiona le virtù più assolute e permette il migliore rinvigorimento del divino. I culti agrari e guerrieri devono basarsi anche su questi valori; anche quello dei morti". Nello specifico, i Ludi Secolari, nati allo scopo di propiziare le divinità infere, andarono col tempo ad assumere una connotazione paragonabile a quella di un contratto sancito con tutti gli dei ed utile alla prosecuzione del dominio romano, rinnovato allo scadere ritualizzato di ogni saeculum. I Ludi Tarentini promossi da Publicola divennero tuttavia Secolari solo nel 249 a.C., quando nel corso della Prima Guerra Punica i Libri Sibillini oracolarono l'introduzione ufficiale del culto di Dite e Proserpina, da officiare presso il Tarentum e collegandoli alla nozione di saeculum. Queste due divinità entrano a far parte del pantheon romano in pieno periodo repubblicano, dunque le fonti prima citate ci forniscono tali nomi divini quale frutto di una tarda interpretazione: il Dite e la Proserpina menzionati nel leggendario racconto di Valesius sarebbero in realtà due altre divinità, più arcaiche e proprie di una realtà sociale differente da quella romana vera e propria (Valesio era un ricco agricoltore sabino). Finalmente arriviamo alla nostra famosa Valeria Luperca. Nella città sabino-falisca di Falerii scoppiò l'ennesima pestilenza ed un oracolo ordinò il sacrificio propiziatorio annuale di una vergine. Valeria Luperca, la "prescelta" di quell'anno, si stava avviando verso l'altare, quando un'aquila apparsa dal cielo strappò la spada sacrificale del carnefice facendola ricadere su una giovenca che stava pascolando nella vicinanze e deponendo poi sulle offerte un bastone recante all'estremità una martellina (il nostro acisculus). La vergine sacrificò la giovenca ed una volta raccolta la martellina girò casa per casa e toccando con l'arnese ricevuto dagli dei gli infermi li fece alzare, guarendoli, pronunciando la parola "vale". Questa Valeria e però anche Luperca e quest'ultimo nome ci fa tornare alla mente il rito di lustrazione dei Lupercalia, famosissimo ed importantissimo presso i romani, ove un'altra famiglia di origini sabine, i Fabii, ricopriva un ruolo di grande rilievo. Nel nostro caso tuttavia i Luperci non sono né i Fabiani e neppure i Quinziali, così come va ricercata una diversa origine dei lupi dai quali ci si doveva difendere. La città di Falerii infatti non è Roma e sorgeva ai piedi del Monte Soratte, sulla cui cima sorgeva un importantissimo santuario dedicato a pater Soranus, una figura estremamente misteriosa e non ancora ben compresa ed inquadrata dagli studiosi, sommariamente interpretata come un Apollo infero. Per nostra fortuna abbiamo maggiori informazioni sui suoi sacerdoti, gli hirpi Sorani, ovvero i "Lupi di Sorano", che dovevano vivere "di rapina" e a cadenza biennale dovevano celebrare una particolare cerimonia che li voleva in grado di camminare a piedi nudi su carboni ardenti (Plinio, Naturalis Historia, VII, 19). Dai Commentarii in Vergilii Aeneidos libros di Servio (XI, 785) possiamo ricavare qualche informazione in più circa l'istituzione del culto e del sacerdozio di Sorano. Un giorno, mentre si stava sacrificando a Dite sul Monte Soratte, dei lupi si avventarono sulla carne destinata alle offerte e la rubarono fuggendo di corsa. Dei pastori li inseguirono fino a raggiungere l'ingresso di una caverna, dalla quale si sprigionava un alito pestilenziale che causò un'epidemia. Anche in questa occasione il dio comunicò con gli uomini, ordinando loro di comportarsi come lupi al fine di far cessare la piaga. Così nacquero gli hirpi Sorani, che provvedevano al loro sostentamento depredando come fanno i branchi di lupi. Il legame di questi animali col mondo infero è altresì ben noto (dalla varie divinità infernali che indossano una pelle di lupo al ruolo dello stesso lupo in ambito religioso etrusco), così come, grazie a Servio, è possibile confermare che il romano pater Ditis ha ricalcato l'identità di quel pater Soranus venerato dai "lupi del Soratte". E' plausibile ipotizzare che il sacrificio di Valeria Luperca fosse destinato proprio a Sorano, così come la medesima identità è attribuibile all'uomo "grande e splendido" o "vestito con una pelle scura" apparso ai figli di Valesius ed a Romani ed Albani. Risparmiandovi la parte sulle paredre, per completezza cito solo Feronia quale compagna di Sorano (poi identificata come Proserpina, compagna di Dite). Dritto e rovescio di questo denario sono quindi un vero e proprio racconto del mito storificato riguardante la gens Valeria e le sue origini.
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  48. Ciao Giancarlone e grazie dei complimenti. Oltre alla serie completa in argento nel relativo cofanetto di colore verde, vi sono anche mini cofanetti in pelle rossa e decorazioni in oro contenenti due pezzi in argento, anch’essi rari (vi sono pure quelli con i pezzi in oro, rarissimi). Questo è il pezzo del segno zodiacale dei Pesci E’ un appello dell’artista a salvare la natura attraverso immagini di desolata tragicità: l’ape distrutta in una pianura deserta, con un albero scheletrito che si stacca sull’orizzonte ad esprimere la desolazione del paesaggio; i pesci lische per coinvolgere nella distruzione ecologica, oltre alla Terra rappresentata sul diritto, anche il mare (i pesci) e il cielo (lo Zodiaco). Il mio commento, come pure quello dei ‘biglietti’ successivi, è tratto liberamente dal libro ‘I biglietti metallici CAP di Bino Bini’ citato al post # 81. apollonia
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