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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/16 in tutte le aree

  1. Ti aiuterò. :) La moneta di consueto per la circolazione. Elec; 50 anni del primo volo umano nello spazio; Solikamsk.
    3 punti
  2. Infatti ! È un po' come quando alcuni pseudo-critici d'arte affermano che l'arte contemporanea non è vera arte .. Ok ,forse un minimo di ragione forse ce l'hanno ( per me no ) ma, peccato che il mercato dice tutt'altro ... Una considerazione che volevo fare con voi : in diversi hanno sottolineato come la RIN in quest ultimi anni abbia preso un taglio particolarmente scientifico volto anche ad ottenere una certa risonanza internazionale... Bene perfetto ma allora ( a parte il fatto che non so se ci avete fatto caso ma nei sito delle varie società nazionali c'è sempre una pagina con i link delle società degli altri paesi ... E in molti siti la SNI non viene manco nominata ...) c'è un errore di fondo ... Perché ogni articolo non viene scritto in doppia lingua ( inglese/italiano ) ? Finchè un articolo è scritto solo in italiano c'è ben poca speranza che questi ottenga una notevole diffusione fra gli studiosi internazionali... Non solo la maggior parte degli articoli riguardano argomenti di nicchia ,di interesse limitato e confinato ad una piccola zona geografica ma , se per di più non si danno le basi poter ampliare la potenziale platea ad esser sincero prevedo tempi di magra ....
    3 punti
  3. e secondo te questo è positivo?
    3 punti
  4. Premetto che secondo il mio personalissimo parere, il taglio che attualmente ha la rivista (che tutti definiscono super-scientifica) non è neanche funzionale alle necessità della comunità accademica molto spesso... ci sono tanti articoli (non mi pare il caso di citarli qui uno per uno) che raramente sarebbero letti sia da un accademico che da un appassionato. La RIN deve essere una rivista accademica, il problema, forse, potrebbe essere che non lo è a sufficienza, per mancanza di notizie (come quelle a cui faceva riferimento Matteo) e anche per il basso numero di contributi (ogni anno il volume è sempre più sottile). Il problema è invece interno alla SNI: un socio non accademico che paga 75 € di iscrizione all'anno si aspetta dalla Società qualcosa, e se l'unica cosa che la società gli offre è una rivista, il socio si aspetta ragionevolmente di ricevere una rivista che almeno sia accessibile. Ci vuole cuore e anche coraggio per trovare nuovi percorsi per i quali incamminarsi: credo che bisognerebbe interrogarsi (e su questo sta avvenendo un interessante dibattito che non tutti purtroppo ritengono importante) sul significato della parola "studio", sulla quale la Società si fonda e che a mio parere non riguarda solamente l'attività della comunità scientifica, ma anche tutto ciò che a più livelli si avvicina alla conoscenza della numismatica. La SNI non è nata all'interno di un'università e la grande intuizione dei suoi fondatori è stata proprio quella di creare uno spazio di studio per tutti (intuizione che ha permesso alle più grandi menti del secolo scorso di interagire e che ha permesso anche lo svezzamento di tanti personaggi che hanno costruito la numismatica italiana)... oggi, mentre molte realtà crescono in numero di iscritti (peraltro iscritti di tutto rispetto, non cialtroni), la SNI sta colando a picco in questo senso, eppure si continuano a percorrere alcune strade che palesemente non hanno un punto di arrivo. La RIN non c'entra. Insieme ad un amico stiamo seguendo un progetto editoriale con una nota associazione di commercianti diretto ai bambini; è molto bello che ci siano queste sensibilità, ma sarebbe ancora più bello che fosse la SNI a raccogliere queste esigenze. La RIN deve tornare ad essere LA rivista di numismatica italiana, non una delle tante, e la SNI deve creare proposte diverse per i soci, per gli appassionati che non sono in grado di fruirne, ma anche per la didattica, per il mondo dei musei e per tutte le realtà che riguardano il progresso della numismatica. La soluzione non è certo quella di ridurre la RIN ad una sorta di giornaletto da cartoleria!
    3 punti
  5. Riporto notizie che recentemente a Fossacesia, in provincia di Chieti, è stata rinvenuta occasionalmente sul terreno una piccola moneta fusa, del diametro di circa 30 mm (3 cm) e peso ignoto, che reca su un lato la testa frontale di cane (nessuna notizia sull'altro lato). Il rinvenitore ha portato la moneta alle autorità e attualmente dovrebbe trovarsi nella Soprintendenza di Chietl. La moneta in questione è la seguente (ho solo la foto del diritto): Le notizie si trovano in questi link: http://www.abruzzolive.tv/Fossacesia,_ritrovata_moneta_italica_di_inestimabile_valore-_-_a_10078.html centro.pdf Non vorrei che sia invece una patacca ottocentesca...... Più che bronzo sembra oricalco (o ottone) e la patina non sembra troppo antica e non ha ricoperto un orecchio del cane, sulla sinistra..... Qualche opinione in merito?
    2 punti
  6. Per quanto riguarda la circolazione delle monete in 5 Korone: Rame-Nichel: 25 Luglio 1925 - 31 dicembre 1931. Silver: 18 set 1929 - 30 Novembre 1941 a Protettorato di Boemia e Moravia, 30 Giugno 1941 in Slovacchia, 30 giugno 1947 nella Repubblica Cecoslovacca. Nichel: 2 maggio 1938 (in Repubblica Cecoslovacca ripreso il trattamento con 4 luglio 1945) - 30 Novembre 1941 nel Protettorato di Boemia e Moravia, il 31 dicembre 1939 a Slovacchia, 30 giugno 1947 nella Repubblica Cecoslovacca. Questi sono i dati ufficiali. Mi dispiace, non è chiaro se il put.
    2 punti
  7. Per rispondere alla domanda "un falso può passare per vero per molti anni?" Sicuramente si se prendiamo ad esempio il monetiere di Firenze dove alcuni falsi di ottima qualità sono passati per le mani di tanti esperti e catalogati dal Pelli e dal Migliarini tra i pezzi autentici. Solo recentemente, grazie anche a nuove strumentazioni e conoscenze tecniche nonché la fotografia digitale e i software grafici, sono emersi come falsi. Poi occorre considerare l'evoluzione tecnologica nell'ambito delle fusioni e delle coniazioni, falsi difficili da individuare qualche decennio fa possono essere oggi di più facile lettura alla luce delle nuove conoscenze, lo stesso accadde tra '500 e '700 e poi di nuovo tra metà '800 e prima metà del '900.
    2 punti
  8. Ciao, e qui torniamo al discorso sull'importanza che investe la visione diretta (o quantomeno da immagine di buona definizione) dell'esemplare di Monaco. Potrebbe infatti palesarsi un quadro simile: difformità tra l'esemplare Naville e quello bavarese (magari quest'ultimo con segni comprovanti la sua bontà, sia esso un denario a tiratura limitatissima o una prova di conio su argento) l'esemplare Naville probabile/possibile cast copy (avvalorando le osservazione tecniche rilevati da alcuni utenti) di buon livello Questo quadro avvallerebbe anche la scelta di Naville di porre in vendita un supposto denario R 4 con una base d'asta di soli 70£ . Forse qualche perito della casa ha nutrito qualche perplessità... in effetti non si spiega il perchè per un denario R 4 del quale è nota una sola copia museale e proveniente da collezione numismatica di fama sia stato mantenuto un basso profilo. Per contro... ci rimetterebbero un po' la faccia Clain-Stefanelli che non dovevano essere sicuramente degli inesperti o sprovveduti. Ipotizzando tale quadro, chiaramente. I tedeschi che hanno la moneta lì in mano, occhio e strumentazione, da quello che scrive @@Theodor Mommsen non nutrono alcun dubbio. Lo stesso il Burnett che avrà avuto magari modo di osservarla. Per cui al momento l'esemplare più dubbio non è quello tedesco... bensì il Naville! Ciao Illyricum ;)
    2 punti
  9. Approfitto di questa discussione per riflettere su qualche punto ancora : 1) divulgazione o ricerca scientifica? credo ci debbano essere entrambe e credo possano coesistere anche nella Sni, anzi dovrebbero se lo scopo primario dello Statuto parla di promulgazione, diffusione degli studi numismatici... Tra l'altro sempre secondo un mio personalissimo parere, oggi e' più il momento storico della divulgazione, oggi più che mai abbiamo bisogno di nuovi appassionati, di giovani interessati e diciamolo pure terra, terra, anche di numeri per associazioni, circoli...numeri vuol dire bilanci, vuol dire fare iniziative, pubblicazioni e se non si divulga non si hanno nuovi iscritti 2) divulgare nel nostro campo e anche fuori, soprattutto fuori, mi è' capitato di fare recentemente una conferenza in una associazione importante del mondo del lavoro, uomini che non conoscono la numismatica più di tanto e mi ha sorpreso il loro grande interesse e le continue domande che facevano, quindi incuriosire e divulgare fuori delle nostre mure, per farlo ci vogliono uomini e pubblicazioni anche di questo tipo...
    2 punti
  10. Questa me la regalò un Alpino ad un loro Raduno Nazionale che ebbe luogo a Bologna parecchi anni or sono : la trovo struggente e bellissima.
    2 punti
  11. 5 Pence 2010 Gran Bretagna Elizabeth II 4th portrait Royal Shield non magnetic 2008-2011
    2 punti
  12. Segnalo l'uscita del n. 317 di Panorama Numismatico questo l'indice del numero: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Roberto Diegi, Il cavallo nella monetazione romana. Dalla Repubblica all’Impero, prima parte – Pag. 7 Luigi Feruglio, Venetorum Fides Inviolabilis. Analisi storica e statistica dei bisanti veneziani ossidionali per Cipro (1570) – Pag. 15 Luciano Giannoni, Entrate e uscite della zecca di Piombino nell’anno 1643 (stile piombinese) – Pag. 35 Lorenzo Bellesia, Una moneta di Messerano forse inedita – Pag. 43 Corrado Marino, I notgeld di Ebstorf nel segno della rivoluzione – Pag. 45 Giuseppe Carucci, Il cervonetz aureo del 1923 – Pag. 49 Gaetano Russo, Italianità nel mondo – Pag. 51 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 55 Recensioni – Pag. 60 Numismatica 2016 – Pag. 61 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 63
    1 punto
  13. DE GREGE EPICURI Moltissimi di voi li avranno già visti, comunque per quelli che non sono ancora stati a Palazzo Massimo, ecco un paio di foto.
    1 punto
  14. ne ho vista una giorni fa (forse l'ho già detto) a 1600 che è un altro pianeta, rispetto a questa cosa qua. In senso letterale.
    1 punto
  15. Gibilterra 50 pence Raffigurata la Battaglia di Trafalgar Per ulteriori info: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Trafalgar
    1 punto
  16. @@miza Figurati! Condivido molto appassionatamente la mia collezione con tutti voi ...e con questo splendido forum. ;)
    1 punto
  17. Chiedo da Lei il perdono. Molti grazie per attenzione. Dichiarerò i dubbi. Falso antico. L'ortografia di errori di parole, ma stile corretto. Le persone sono la parodia, ma un Bassorilievo E questa moneta su stile è più vicina a imitazione moderna dello scolaro gioielliere.
    1 punto
  18. @@nando12 Grazie anche a te per il prezioso contributo che hai dato in questa discussione. Di velieri, navi.... ne sono state postate da "tutti noi" veramente tante! Più di quello che immaginavo all'inizio della discussione e ce ne sono ancora molte, ma per lo più sono rimaste le commemorative, bullion ...... :hi:
    1 punto
  19. ciao @@miza penso che arriveremo al 2016 tranquillamente, anche villa66 aveva scritto tempo fa che poteva arrivare con le sue monete sino alla fine. A me bruciano gli occhi per la ricerca e credo che mi arrendo, ne ho solo trovata qualcun'altra nuovamente del 2013 e 14. Per quei 3 anni che i mancano guarderò le vostre :)
    1 punto
  20. Per numeri piccoli (al massimo 1000) la lettura non è un problema, ma praticamente automatica per chiunque conosca il sistema... Le tue perplessità in questo caso sono date dall'applicazione della tua concezione dei numerali (arabi nei quali in base alla posizione delle cifre cambia il numero stesso, cosa che non avviene nella numerazione greca)a quelli dei Greci. Detto questo in epoca ellenistica la scrittura era quasi sempre da sx a dx... In precedenza la scrittura bustrofedica non era così rara. Su una moneta o un'epigrafe ufficiale di un sovrano o una polis credo che difficilmente troverai l'ordine misto, ma come ho già detto credo sia più possibile in documenti non troppo ufficiali (e le monete sono ufficiali per eccellenza). La motivazione precisa non la so, Nelle mie fonti non l'ho trovata: Si tratta di semplici convenzioni proprie di ogni entità politica... Magari nel libro della CNG che ho linkato in precedenza e che si occupa proprio di questo la cosa è spiegata e sarebbe interessante saperlo, ammesso che qualcuno l'abbia spiegato. Convenzioni formali di più di 2000 anni fa...
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  21. 1 punto
  22. Comprata ad un mercatino
    1 punto
  23. Prova a fare un confronto (anche se l'immagine non è il massimo)
    1 punto
  24. Mi sembrava stessimo parlando della RIN Ma forse sbaglio...
    1 punto
  25. @@nikita_ Ciao Ho controllato e una o due monete fino al 2016 ci sono anche nella mia collezione ;) Ma vedrai che qualche funghetto (2012) spunterà anche dal tuo orticello :D Più tardi spero di postarne ancora 1 del 2011 Un caro saluto
    1 punto
  26. Ma non si tratta di giudicare se e' positivo i negativo e' quello che viene seguito dalle riviste chiamiamole 'nazionali' . Quindi anche la RBS ( Belgio) o la RNS ( UK) o la revue Francese non trattano proprio o forse estremamente sporadicamente di numismatica contemporanea ( marenghi, sovrane etc). La macchina e' quella e se voglio fare un circuito devo prendere quella adatta non posso correre a Monza con una macchina da rally ne' dare un rally con una monoposto. In ogni caso le problematiche dell'ultima fase dells monetazione di VEIII sono comunque molto interessanti, chissa' che non vi sia spazio per una loro trattazione anche sulla RIN un domani, seguendo naturalmente i criteri di scientificita' che la RIN adotta. Per Mario Si come sai sono d'accordo che iniziative per i Soci andrebbero fatte. Nell'altra associazione che seguo organizziamo conferenze con relatori di primissimo livello ( ultimamente abbiamo invitato Monica Baldassarri) , visite a musei, gite culturali e pur essendo piu' piccola e' attivissima con ottima partecipazione di Soci . Chissa' che questo modello non possa dare qualche ispirazione?
    1 punto
  27. 1 punto
  28. E' ufficiale, dopo varie ricerche nei miei box posso dire che non possiedo monete del 2012, mi affido a voi per poter proseguire il "giochino" senza vuoti di annate da lunedì 9 maggio. ________________________ In verità non ne dovrei avere nemmeno una dal 2000 in poi, con l'avvento dell'euro mi ero proposto di non collezionare nè monete in euro e nè monete del nuovo millennio, avevo fissato la data massima al 1999. L'euro ha pur sempre un'identità nazionale è vero, ma il fatto che questa identità è espressa solo su di una faccia non mi è andata giù sin dall'inizio, in buona sostanza le monete in euro "non italiane" non riesco a considerarle "estere" perchè me le trovo comunque in tasca ogni giorno. Se poi successivamente ho raccolto qualcosa (euro escluso naturalmente) e sono andato oltre il 1999, è perchè ho pensato che di tante nazioni storiche come la Francia, Spagna, Germania, Olanda ecc. ecc, non avrei più visto nulla di nuovo.... :mellow: per questo ho cominciato a prendere qualche monetina veramente estera dal 2000 in poi.
    1 punto
  29. In tutta la serie 474 è raffigurato un piccone, acisculus, che allude al cognomen del monetiere. Alcuni autori hanno ritenuto che il R/ dell'emissione RRC 474/1 richiami il mito di Valeria Luperca ma, in questo caso, sarebbe stata raffigurata una giovenca. Nell'emissione RRC 474/4, la testa di Zeus entro corona di alloro e il gigante vinto sono chiari riferimenti ad una vittoria gloriosa (la gigantomachia era un tema caro all'iconografia dell'epoca, chiara allusione della lotta fra l'ordine e il caos), che può essere solo quello di Cesare sui suoi nemici. Sear suggerisce che questa associazione di Cesare colla divinità sia stato un ulteriore motivo di irritazione per le fazioni opposte ed abbia contribuito alla rapida scomparsa di questa moneta dalla circolazione
    1 punto
  30. Sì, gettonetti... Perchè i gettoni, in Campania, li ho portati Io! apollonia
    1 punto
  31. Faccio un piccolo esempio...casualmente sempre incentrato su un certo argomento che a qualcuno rode (e parecchio)..... Quando D'Incerti scoprì la serie 1940 anno XVIII (si conosceva fino agli anni 70 solo la serie anno XIX per numismatici, pezzi argento), e la stessa moneta da lire 100 in oro....la RIN pubblicò l'articolo che giustamente poneva in risalto un fatto numismatico nuovo, di cui sembra che nessuno fosse a conoscenza..... La nota 56 che mette in luce fatti nuovi (lire 100 1940 prova e addirittura proof), ma di questo..neanche una riga... E scusatemi, non posso fare a meno di pensare che dietro ci sia un ordine di scuderia, sia pure velato....E' indubbio infatti che la notizia, rivelata non da un Luppino qualsiasi ma da quella che tutti ritengono una autorevole studiosa, getta nuova luce su questa controversa moneta...eppure...la RIN ha ignorato tutto questo, anzi..tutti si sono rifiutati di commentare autori compresi...e quindi i casi sono due...o la nota 56...rileggetela..richiama un volume sull'oro della banca d'Italia che non ci azzeccava nulla (nella pagina in riferimento) con le lire 100 del 1940....è stata scritta per errore da chi ha minutato le note, oppure l'ambiente numismatico ritiene che i saggi pubblicati vengano usati come soprammobili da noi "plebe"...fatto sta che io...lo "scopritore" di questa nota...me ne sono accorto solo qualche anno dopo...io solo..e poi..silenzio totale...ma che razza di comportamento è? Ma come..un autore scrive un fatto di siffatta importanza e poi evita di fornire, malgrado richieste reiterate, delucidazioni? Ma dove vuole andare la numismatica? Vuole chiudersi ancora di più nei "santuari del silenzio"?
    1 punto
  32. @@Lorenzo Pasquini si la moneta è stata trovata a Fossacesia (CH) in Abruzzo, a pochi km da casa mia, devo dire che almeno da quello che vedo dalle immagini la moneta per me è di dubbia autenticità, ovviamente merita un attento esame dal vivo
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  33. In oltre 100 anni di storia di fluttuazioni ve ne sono - per forza di cose - parecchie... D'altronde i 100 anni per una rivista numismatica non sono da tutti. Quante riviste anche eccellenti, anche divulgative, anche accademiche sono nate e poi morte ? La RIN ha avuto certamente fluttuazioni, e' stata pubblicata anche nei due periodi bellici ridotta ovviamente nel formato e nei contenuti ma ha continuato onestamente la sua strada di alta divulgazione numismatica coerentemente alla sua missione. Come le altre grandi riviste delle societa' numismatiche nazionali ( Royal, francese, belga , svizzera etc) ha contenuti selezionati di spessore curati nell'esposizione , nei riferimenti , nella grafica. La natura di queste riviste di taglio accademico porta ad escludere argomenti sia di tipo piu' divulgativo sia di tipo commerciale per i quali svolgono egregiamente la loro funzione altre riviste numismatiche senza bisogno di avere un doppione in RIN Cio' detto naturalmente molto si potrebbe fare per allargare la gamma di temi trattati a beneficio della molteplicita' degli interessi espressi dai Soci Ampliare la culturalita' degli stessi accogliendo contributi su diverse monetazioni , anche di altri paesi , di medaglie ( sempre un po' neglette nella pubblicistica) , di antiquaria libraria ( cosi rara ma cosi interessante) e infine di storia delle collezioni ( pubbliche o private) tematica di grandissimo interesse e non abbastanza ricercata e pubblicata. Le oscillazioni - di qualita' e di contenuti - in un lasso di tempo cosi vasto sono inevitabili. Se negli anni '70 la qualita' del contenuto si era abbassata , oggi non si soffre certamente piu' di quel problema. Al contrario pero' occorre prestare attenzione affinche' - all'opposto - la rivista non divenga iper specialistica - o una seriva accademica - con il rischio di isterilirsi o di snaturare la sua missione originale. La RIN non puo' essere ne' deve diventare una rivista universitaria a beneficio esclusivo di quel consesso. Deve mantenere invece - giustamente - un taglio alto, accademico, dei suoi articoli ma senza preclusioni geografiche o temporali riflettendo appunto la molteplicita' degli interessi e il carattere amatoriale - di cerchia di appassionati cultori della materia - che l'ha distinta dalla sua nascita. Credo che non sia un caso che non esistano o quasi riviste numismatiche universitarie - al contrario di altre discipline. Esistono delle raccolte di paper occasionali ( litterae numismaticae vindobonenses) e certamente i melanges dedicati ad un professore o gli atti di conferenze organizzate da varie universita'. Ma le grandi riviste ( compresi i Quaderni Ticinesi e le pubblicazioni dell'ANS oltre quelle citate sopra) sono espressione di associazioni culturali private e spontanee fondate da appassionati cultori della materia. Questa natura dovrebbero quindi rispettare senza avere troppo stravolta la loro missione in un senso di eccessivo appiattimento o superficialita' ma anche nell'altro di eccessiva specializzazione o delimitazione dei temi trattati pretendendo che colmi le carenze del sistema universitario.
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  34. ______________ 2011 Stati Uniti d'America 1 Cent - Rame/zinco
    1 punto
  35. Beh se devono tirarla fuori e fotografarla appositamente per noi credo sia più che comprensibile e giustificabile... da noi come minimo occorrerebbe fare una richiesta in carta bollata consegnata al curatore dal papa in persona.... ne ho sentite di tutti i colori :lol: (non solo per monete).....
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  36. La divulgazione è sempre successiva alla ricerca scientifica. Solo aver studiato a fondo, e si spera compreso bene, un dato argomento, è possibile "ridurlo" ad una versione tale da essere accessibile a tutti. Probabilmente la RIN ha intrapreso il percorso che l'ha portata a diventare una peer review per avere visibilità e prestigio anche internazionale, essere una rivista letta anche all'estero, cosa rara dalle parti italiche, e questo non può che far onore a tutti i soci. La divulgazione è necessaria, ma può trovare molti altri canali per essere praticata; chissà, magari pensando anche ad una RIN "2", diciamo, dedicata a questo scopo.
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  37. Ciao , sembra un geroglifico con al centro un occhio , comunque un simbolo occulto , lo dimostrerebbe il fatto stesso che l' anello sia in ferro , infatti come simbologia , al ferro era attribuita la capacità di scacciare gli spiriti maligni : "Gli arabi credevano che gli spiriti maligni , Jinn (entità sovrannaturale) , avessero paura del ferro e la loro stessa menzione è un atto di cospirazione contro di loro . Riguardo alla sua origine "celeste" (il primo ferro era un meteorite) è un metallo dotato di uno status sacro , così come tutta l'aria celeste . Nella credenza popolare degli europei , il ferro distrugge gli incantesimi prodotti da elfi , fate e streghe . Queste creature appartengono al mondo della natura e il periodo dell’età della pietra , che arrivò dopo l’introduzione di un nuovo metallo (l’età del ferro) , segnò la padronanza umana sulla natura , quindi l’uomo e la stessa si sovrappongono . Le nazioni europee conservano l'usanza di appendere un ferro di cavallo sulla porta per evitare che gli spiriti maligni entrino in casa . Ecco come nelle enciclopedie medievali descrivevano il valore del ferro nella vita quotidiana : "In molti modi , il ferro è più utile per gli esseri umani , piuttosto che l'oro , anche se l’animo avaro preferisce l’oro più del ferro . Senza il ferro, la gente non potrebbe né difendersi contro i loro nemici , né mantenere lo stato di diritto comune , perché il ferro protegge gli innocenti e punisce l'audacia del male ".
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  38. 1 punto
  39. Malawi 2006 - 5 Kwacha Importante per questo paese la pesca nel Lago Malawi, il terzo lago più grande dell'Africa ed uno dei più profondi al mondo (700m.), la pesca viene effettuata in gruppi direttamente in acqua nei fondali bassi od in piedi sulle barche.
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  40. Abbiamo saputo anche in questa sezione per gettoni e pesi monetali che Paolo Pitotto è venuto a mancare circa un mese fa. Paolo è sicuramente il maggior esperto di gettoni, tessere (negli ultimi anni si era occupato in particolare di quelle di piombo) e articoli affini come i tappi sigillo della teriaca. Ho avuto il piacere, nonché l’onore, di collaborare con lui nella stesura di un articolo sulla teriaca e penso di fare cosa gradita a chi lo ha conosciuto o ne ha solo sentito parlare metterlo a disposizione in pdf da queste pagine. Il Curioso Anno X.pdf Giampiero Bettinetti alias apollonia
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  41. No, nulla è scontato. Anche perché credo che le 4 dello scorso anno non siano state una grande mossa.Analizzando poi le varie emissioni rimaste, la stamp Coin Card 2016 può essere legata solo a una di queste: 1) Madre Teresa 2) 80 anni del Papa 3) Chiusura porta Santa Madre Teresa sarà da 1-2 valori massimo. Chiusura porta santa sarà di 1 valore solo. Rimangono gli 80 anni del Papa, ma che senso ha rifare una nuova serie da 4 valori, dopo l'annuale di Febbraio? Poi diventano veramente troppi... E non credo sia sensato legarla alla serie annuale dopo 6 mesi dalla sua emissione. Se dovessi scommettere 5 copechi, li scommetterei su una sola Card.
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  42. Posto con piacere anche i miei esemplari.
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  43. Ok Ok, allora devo sperare che nel tempo si formi una bella patina ...così magari si potranno apprezzare di più. :)
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  44. In pratica l'unica cosa splendida di questa piastra sono i rilievi almeno da quanto ho capito.
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  45. @@claudioc47 Provo a postare altre foto fatte a luce più naturale.
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  46. @@ilnumismatico Altre foto.
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  47. @@Silver1970 Si effettivamente ci vado matto, appena trovo l'occasione per acquistarne qualcuna mi butto sempre a capofitto. Si diciamo che ha vinto la qualità sul prezzo pagato. Grazie per L'intervento.
    1 punto
  48. Anche questi sono gettoni per le slot machine. Ci dev'essere pure quello di valore 3. apollonia
    1 punto
  49. Per comprendere appieno la valenza di questa iconografia in relazione alla famiglia cui apparteneva il magistrato, bisogna prendere il discorso un po' alla lontana, sfruttando principalmente i preziosi contenuti di un'opera di Del Ponte (La Religione dei Romani - capitolo V, 1 - I poteri taumaturgici dei Valerii: il destino di Roma e l'origine dei Ludi Secolari). Nel Factorum et Dictorum Memorabilium di Valerio Massimo (II, 4, 5) viene narrata la vicenda di Valesius, un facoltoso agricoltore sabino che visse in un tempo non ben precisato ma comunque riconducibile al periodo della monarchia etrusca e dei suoi figli, che caddero improvvisamente ed inspiegabilmente malati, senza speranza di guarigione. Valesio, assorto nelle preghiere agli dei e confidando in un loro intervento utile alla guarigione dei figli, udì improvvisamente una voce misteriosa che lo invitava a portare i figli fino a Taranto, ove avrebbe dovuto riscaldare le acque del Tevere sull'ara delle divinità infere Dite e Proserpina. Perplesso ed incapace di comprendere appieno il senso delle istruzioni ricevute, caricò i figli su una chiatta che discendeva il corso del Tevere verso il mare ed ormai a notte fonda fece tappa approdando lungo la sponda settentrionale del Campo Marzio, nel medesimo punto ove il conduttore della chiatta segnalò, in un luogo prossimo alla riva, delle inspiegabili esalazioni di fumo provenienti dalla nuda terra. Sceso dall'imbarcazione Valesius apprese da un pastore che quel luogo si chiamava Tarentum (o Terentum), una zona paludosa e ricca di esalazioni vulcaniche, che i locali consideravano un descensus ad inferos. Constatata la condiscendenza divina, l'agricoltore raccolse l'acqua del Tevere, la scaldò e la diede da bere ai figli, che dopo essersi addormentati si risvegliarono ormai guariti, rivelando al padre di aver sognato un uomo "grande e splendido", intento a detergere i loro corpi, che li invitò a sacrificare ed a celebrare una cerimonia notturna con canti e danze in quel preciso luogo, presso l'altare di Dite e Proserpina. Valesio diede dunque immediata disposizione di scavare una fosse utile alla fondazione del nuovo altare, ma alla profondità di venti piedi fu ritrovata un'ara già costruita, dedicata proprio a quelle due divinità. Vennero dunque qui sacrificati animali neri agli dei inferi e si celebrarono ludi per tre giorni, tanti quanti erano i figli guariti dalla benevolenza degli dei. Secondo la tradizione, l'altare dissotterrato da Valesisu venne eretto dai Romani molto tempo prima, quando erano in procinto di scontrarsi con gli Albani e su specifico ordine di una gigantesca figura apparsa sul campo di battaglia , vestita con una pelle nera, che gridò di sacrificare alla divinità infernali prima dello scontro. Eretta un'ara sotterranea i Romani procedettero coi sacrifici ed una volta terminata la cerimonia seppellirono l'altare venti piedi sotto la superficie (circa sei metri). Il ricco agricoltore Valesius lo aveva riscoperto, aveva rinnovato le cerimonie sacrificali e la festa notturna e perciò da quel momento venne chiamato Mannio (dagli dei Mani) Valerio (da valere, guarire) Tarentino (dal luogo). Dopo la cacciata dei re entrò in scena un altro illustre esponente di questa famiglia, Publio Valerio Publicola che, scoppiata una inarrestabile pestilenza in Roma, decise di dissotterrare nuovamente l'altare, di sacrificare un toro ed una giovenca neri, per poi ricoprire nuovamente l'ara. In concomitanza con la cruenta cerimonia Publicola decise di indire giochi e festeggiamenti, dando origine alla tradizione dei Ludi Secolari (in questo periodo chiamati Ludi Tarentini). Secondo Censorino (17, 7) siamo nel 509-508 a.C. (primos enim ludos saeculares exactis regibus post Romam conditam annos CCXLV a Valerio Publicola institutos esse) E' opportuno ricordare, citando Jean Bayet, l'origine ed il significato magico-religioso dei ludi: "le corse ed il rapido calpestio del suolo hanno il potere di evocare le forze sotterranee; la competizione sprigiona le virtù più assolute e permette il migliore rinvigorimento del divino. I culti agrari e guerrieri devono basarsi anche su questi valori; anche quello dei morti". Nello specifico, i Ludi Secolari, nati allo scopo di propiziare le divinità infere, andarono col tempo ad assumere una connotazione paragonabile a quella di un contratto sancito con tutti gli dei ed utile alla prosecuzione del dominio romano, rinnovato allo scadere ritualizzato di ogni saeculum. I Ludi Tarentini promossi da Publicola divennero tuttavia Secolari solo nel 249 a.C., quando nel corso della Prima Guerra Punica i Libri Sibillini oracolarono l'introduzione ufficiale del culto di Dite e Proserpina, da officiare presso il Tarentum e collegandoli alla nozione di saeculum. Queste due divinità entrano a far parte del pantheon romano in pieno periodo repubblicano, dunque le fonti prima citate ci forniscono tali nomi divini quale frutto di una tarda interpretazione: il Dite e la Proserpina menzionati nel leggendario racconto di Valesius sarebbero in realtà due altre divinità, più arcaiche e proprie di una realtà sociale differente da quella romana vera e propria (Valesio era un ricco agricoltore sabino). Finalmente arriviamo alla nostra famosa Valeria Luperca. Nella città sabino-falisca di Falerii scoppiò l'ennesima pestilenza ed un oracolo ordinò il sacrificio propiziatorio annuale di una vergine. Valeria Luperca, la "prescelta" di quell'anno, si stava avviando verso l'altare, quando un'aquila apparsa dal cielo strappò la spada sacrificale del carnefice facendola ricadere su una giovenca che stava pascolando nella vicinanze e deponendo poi sulle offerte un bastone recante all'estremità una martellina (il nostro acisculus). La vergine sacrificò la giovenca ed una volta raccolta la martellina girò casa per casa e toccando con l'arnese ricevuto dagli dei gli infermi li fece alzare, guarendoli, pronunciando la parola "vale". Questa Valeria e però anche Luperca e quest'ultimo nome ci fa tornare alla mente il rito di lustrazione dei Lupercalia, famosissimo ed importantissimo presso i romani, ove un'altra famiglia di origini sabine, i Fabii, ricopriva un ruolo di grande rilievo. Nel nostro caso tuttavia i Luperci non sono né i Fabiani e neppure i Quinziali, così come va ricercata una diversa origine dei lupi dai quali ci si doveva difendere. La città di Falerii infatti non è Roma e sorgeva ai piedi del Monte Soratte, sulla cui cima sorgeva un importantissimo santuario dedicato a pater Soranus, una figura estremamente misteriosa e non ancora ben compresa ed inquadrata dagli studiosi, sommariamente interpretata come un Apollo infero. Per nostra fortuna abbiamo maggiori informazioni sui suoi sacerdoti, gli hirpi Sorani, ovvero i "Lupi di Sorano", che dovevano vivere "di rapina" e a cadenza biennale dovevano celebrare una particolare cerimonia che li voleva in grado di camminare a piedi nudi su carboni ardenti (Plinio, Naturalis Historia, VII, 19). Dai Commentarii in Vergilii Aeneidos libros di Servio (XI, 785) possiamo ricavare qualche informazione in più circa l'istituzione del culto e del sacerdozio di Sorano. Un giorno, mentre si stava sacrificando a Dite sul Monte Soratte, dei lupi si avventarono sulla carne destinata alle offerte e la rubarono fuggendo di corsa. Dei pastori li inseguirono fino a raggiungere l'ingresso di una caverna, dalla quale si sprigionava un alito pestilenziale che causò un'epidemia. Anche in questa occasione il dio comunicò con gli uomini, ordinando loro di comportarsi come lupi al fine di far cessare la piaga. Così nacquero gli hirpi Sorani, che provvedevano al loro sostentamento depredando come fanno i branchi di lupi. Il legame di questi animali col mondo infero è altresì ben noto (dalla varie divinità infernali che indossano una pelle di lupo al ruolo dello stesso lupo in ambito religioso etrusco), così come, grazie a Servio, è possibile confermare che il romano pater Ditis ha ricalcato l'identità di quel pater Soranus venerato dai "lupi del Soratte". E' plausibile ipotizzare che il sacrificio di Valeria Luperca fosse destinato proprio a Sorano, così come la medesima identità è attribuibile all'uomo "grande e splendido" o "vestito con una pelle scura" apparso ai figli di Valesius ed a Romani ed Albani. Risparmiandovi la parte sulle paredre, per completezza cito solo Feronia quale compagna di Sorano (poi identificata come Proserpina, compagna di Dite). Dritto e rovescio di questo denario sono quindi un vero e proprio racconto del mito storificato riguardante la gens Valeria e le sue origini.
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  50. Ciao Giancarlone e grazie dei complimenti. Oltre alla serie completa in argento nel relativo cofanetto di colore verde, vi sono anche mini cofanetti in pelle rossa e decorazioni in oro contenenti due pezzi in argento, anch’essi rari (vi sono pure quelli con i pezzi in oro, rarissimi). Questo è il pezzo del segno zodiacale dei Pesci E’ un appello dell’artista a salvare la natura attraverso immagini di desolata tragicità: l’ape distrutta in una pianura deserta, con un albero scheletrito che si stacca sull’orizzonte ad esprimere la desolazione del paesaggio; i pesci lische per coinvolgere nella distruzione ecologica, oltre alla Terra rappresentata sul diritto, anche il mare (i pesci) e il cielo (lo Zodiaco). Il mio commento, come pure quello dei ‘biglietti’ successivi, è tratto liberamente dal libro ‘I biglietti metallici CAP di Bino Bini’ citato al post # 81. apollonia
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