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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/11/16 in tutte le aree
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Bella patina. SPL Descrizione Livorno Cosimo III, 1670-1723 Pezza della rosa 1701 Ar gr. 25,88 Gal. XLVIII,21; CNI 67; MIR 66/7 Il motto al rv. fu ideato dal bibliotecario del granduca, Francesco Rondinelli. Con questa impresa, Ferdinando II lanciò un messaggio ai suoi nemici: come la rosa, nonostante la sua grazia e bellezza, ha le spine che la proteggono contro chi vuole rovinarla, così il granduca, pur essendo di animo buono, non avrebbe esitato a rintuzzare qualsiasi offesa (Galeotti 1930, pag. 243). Pianta di rosa; sotto nel giro, LIBVRNI. come Rarità è R2.3 punti
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Ciao a tutti! 2012 "Nativi d'America! Questa mi piace molto ;)3 punti
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ASTE APRILE 2016 - MEDAGLIE PAPALI Nelle tante aste del mese in Italia e all'estero la apparizione di lotti di medaglie papali è stata contenuta. ASTA NOMISMA on line - E' risultata la più importante asta del mese con circa 140 lotti da Papa Clemente VII a Papa Giovanni Paolo II. Il livello di aggiudicazioni (60%) è stato a mio giudizio buono, considerando anche che l'asta on line non raggiunge molti collezionisti "tradizionalisti" del settore. Considerando solo il periodo dalle medaglie antiche a Papa Benedetto XV (1922), la percentuale delle aggiudicazioni sale all'80%. Per i pontefici antichi ben richieste le medaglie di Clemente XI. Per i pontefici del 1900 sono risultate molto contese le belle medaglie annuali in argento di Pio X (collezione in doppio esemplare) e Benedetto XV. I due esemplari dell'anno I di S. Pio X sono stati aggiudicati per € 225 e per € 160+diritti. Modesta è stata invece la richiesta per le medaglie annuali in argento di Pio XI e di Paolo VI (per queste ultime le basi di asta erano leggermente superiori alle quotazioni consuete). Non sono state aggiudicate quattro medaglie antiche in argento, proposte alla base di € 1.000. ASTA AURORA (con collaborazione VARESI) -Questa nuova casa di aste ha proposto una diecina di medaglie papali, abbastanza interessanti, spesso di grande modulo.Le aggiudicazioni risultano intorno al 50%. Cito qualche prezzo: - Pio VI - Annuale bronzo anno XI - SPL+ - € 290+diritti ; - Gregorio XVI - Straordinaria Aniene - bronzo - Tipologia opus Cerbara - rara - AE - Spl+ - € 500 +diritti; - Pio IX - Straordinaria Seminario Pio - AE - q.FDC - € 200+diritti; - Pio XII - Straordinaria 25° episcopato - AG - mm. 60 - FDC - € 270 +diritti. Nei lotti risulta aggiudicata la serie completa delle 16 medaglie annuali in argento di Paolo VI per € 400+diritti e un gruppo di 21 medaglie annuali Giovanni Paolo II in argento per € 850+diritti. ASTA CANUSINA - Ha proposto circa 15 medaglie di restituzione in bronzo di papi antichi (ante 1400) con aggiudicazioni per il 65%. Annoto la aggiudicazione per € 180 + diritti di una medaglia per papa Bonifacio VIII - rovescio porta santa e prezzi leggermente superiori al consueto per la serie Vestner in bronzo argentato. Per le aste estere solo RAUCH aveva qualche buona medaglia. Due medaglie di grande modulo in argento con cronogramma 1721 e stemma Clemente XI sono state aggiudicate, rispettivamente, per € 2200/2600 + diritti. Per la medaglia di Pio IX - Anno I - Possesso - argento - FDC l'acquirente ha pagato € 250+diritti. Tre interessanti medaglie di Leone XIII in argento o bronzo, collegate all'Ordine di Malta, sono state aggiudicate per € 240/260 + diritti.3 punti
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Ed eccoci con un nuovo passo avanti nel tempo, cambia il secolo e di conseguenza le monete circolanti in tutto il Bel Paese! Spero che col vostro aiuto possa venir fuori una bella carrellata dalla quale poter tirar fuori similitudini, differenze ed evoluzione della monetazione. Per comodità riporto lo specchietto: Zecca Autorità emittente Nominale Metallo Anno Rarità Note :)2 punti
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Era da un pò di tempo che non aggiungevo un nuovo esemplare alla mia piccola collezione di mezzi dollari commemorativi del periodo "Classico" 1892-1954. Mi sono casualmente imbattuto in questa famosa tipologia, e considerato anche il prezzo estremamente conveniente, non ho esitato a portarla a casa. Si tratta del c.d. "Pilgrim Tercentenary Half Dollar" coniato per commemorare il trecentesimo anniversario dello sbarco, nel 1620, dei Padri Pellegrini e del celebre Mayflower, in quelli che sarebbero divenuti gli Stati Uniti d'America. Tale tipologia venne coniata nel 1920 e nel 1921 (con l'aggiunta della data anche al diritto), rispettivamente in 152.112 e 20.053 esemplari. In realtà la coniazione prevista era di 200.000 pezzi per il 1920 e di altri 100.000 per il 1921, ma come spesso accade con questa serie, le monete effettivamente vendute furono molte di meno di quelle preventivate. Al diritto è raffigurato uno dei più celebri tra i Padri Pellegrini, William Bradford (1590-1657), Governatore della Colonia di Plymouth in più occasioni e per circa un trentennio oltre che autore del noto "Of Plymouth Plantation", in cui narra la storia dei primi passi compiuti dalla nuova colonia in territorio americano. Tale volume è ancora oggi una lettura abituale nelle aule scolastiche degli USA. In alto è presente l'indicazione dell'autorità emittente, in esergo la dicitura "Pilgrim Half Dollar" ed il segno di zecca (curiosamente in incuso), con sulla destra nel campo il motto "In God We Trust". Al rovescio è presente una bella raffigurazione del famoso vascello Mayflower, colto mentre fende le onde verso sinistra con le vele spiegate. Tutto intorno il margine della moneta è indicata la dicitura "Pilgrim Tercentenary Celebration" ed in esergo la doppia data 1620-1920. In realtà ben poco si conosce della storia di questa nave così famosa, dopo il periglioso viaggio dei Padri Pellegrini ed il suo ritorno in Inghilterra nel 1621. Ed ecco la moneta in oggetto. Perdonate come al solito la bassa qualità delle foto, ma non sono proprio capace... :D2 punti
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Partiti alla grandissima.... :blum:, quando c'è @@fofo difficile sbagliare, Milano è la verso la fine del dominio spagnolo, siamo a cavallo tra Filippo V e Carlo III, le monete sono ancora coniate a martello, Milano è in ritardo da questo punto di vista rispetto ad altre zecche. Filippo V (gli abbiamo dedicato una discussione ad hoc sulla sua monetazione qui sul forum ) è incaricato da Carlo II come suo erede e successore. Nasce in Francia, è il secondogenito di Luigi di Borbone ed è nipote del Re di Francia Luigi XIV, per 7 anni è anche Duca di Milano dal 1700 al 1706. Siamo in un periodo di trapasso e passaggio, tra poco arriverà la dominazione austriaca, le monete non sono molte, i nominali pochi, il filippo e i suoi sottomultipli e il quattrino, le date 1702 e per l'ottavo di filippo 1701. E' una monetazione essenziale, tutte monete rare, entriamo in un periodo anche di disordine monetario. Il più rappresentativo è il filippo, il pezzo che posto è quello che c'è sul libro del Crippa, tipo 1/B, fantastico pezzo che ha una particolare caratteristica, quella di avere al rovescio la leggenda iniziata dal basso a sinistra e che ruota verso destra. La tipologia rispecchia quella degli spagnoli del tipo busto/stemma. FILIPPO V, Duca di Milano ( 1700 - 1706) Zecca : Milano Nominale : filippo Metallo : argento Anno : 1702 Rarità : R4 per Crippa ( tipo Crippa 1/B ) Prov. NAC 35, 2 dicembre 20062 punti
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"ah beh...se la rarità di una moneta si basa solamente sulla quantità di esemplari che vedete oggi in vendita su ebay....!.. Mi chiedo dove stia la serietà e la scientificità in tutto questo." @@Georg. Ciao. Di "serio e scientifico" il parametro della rarità non ha nulla....altrimenti, se fosse un parametro "serio e scientifico", non si capirebbe perché la moneta è indicata NC da una parte, R da un'altra e R2 da un'altra ancora. Quindi stiamo parlando di un dato assolutamente incerto e soggettivo (è questo è un dato di fatto) è assolutamente inutile (e questa è un'opinione) Il richiamo ad eBay era, ovviamente, un riferimento puramente indicativo della ripetuta presenza della moneta da alcuni considerata R2 e che per tale motivo (cioè, se fosse realmente R2) non dovrebbe riscontrarsi anche solo su quella piattaforma in modo così massiccio. Il suddetto richiamo ad eBay era una evidente semplificazione.....se poi vogliamo invece essere più precisi e vogliamo andare a vedere quanti 5 centesimi del 1896 ci sono in questo momento in vendita nei vari listini, aste e negozi numismatici, lo si può anche fare, avendo un pò di tempo da perdere. Ma non so che utilità potrà avere tale ricerca e soprattutto se porterà a risultati "seri e scientifici" sul grado di rarità della moneta. Personalmente, ne dubito fortemente. Saluti. :hi: Michele2 punti
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Siamo nel pomeriggio del 25 Aprile dell’ anno 1467 a Genazzano , un piccolo centro di suggestiva rusticità posto al confine tra la provincia di Roma e quella di Frosinone , sorge edificato su di uno stretto sperone di tufo vulcanico a 375 metri sul livello del mare che con tenue inclinazione , declina dalle propaggini meridionali dei Monti Prenestini per immergersi nella vallata del Sacco . Si trova a 45 km a sud di Roma . Conosciuto già ai tempi dell' antica Roma quando era meta di villeggiatura della Gens Genucia da cui probabilmente deriva il nome . Il borgo si costituì nell' XI secolo successivamente divenne feudo storico dei Principi Colonna che dal loro Palazzo controllavano il passaggio verso Napoli e verso Roma . Diede i natali a Papa Martino V nato Oddone Colonna e a Giovanni Bracalone de Carlonibus , detto popolarmente Brancaleone , uno dei 13 cavalieri della disfida di Barletta . Questo il fatto : “Verso le quattro del pomeriggio del giorno di festa di San Marco , le persone sono riunite nella Piazza di Santa Maria quando videro uno spettacolo celestiale ed alcuni esclamarono : che nuvola argentata e’ questa che incrocia velocemente i cieli ed emette raggi spettacolari ? da dove viene e dove va ? e queste voci angeliche ? che musiche meravigliose ! mai le avevamo ascoltate prima d’ ora ! “ Queste erano le domande e le esclamazioni degli abitanti di Genazzano vedendo nel cielo una nuvola luminosa che scendeva lentamente andando a collocarsi presso una parete incompiuta di una antica Chiesa in ricostruzione ; questa Chiesa in restauro era dedicata alla Madonna del Buon Consiglio ed era affidata ai religiosi di Sant’ Agostino . Improvvisamente riferisce il cronista dell’ epoca le campane della torre iniziarono a suonare sebbene tutti vedessero che nessuno le azionasse e la folla di cittadini si reco’ all’ interno della Chiesa nel punto dove la nuvola luminosa si era posata ; i raggi luminosi che uscivano dalla nuvola smisero di brillare , la nuvola pian piano si dirado’ e un oggetto bellissimo comparve davanti agli occhi dei cittadini , era una immagine della Madonna con il Bambino in braccio . Tutti si chiesero da dove potesse venire quel dipinto e alcuni esclamarono : dal Paradiso ! si venne poi a sapere che quel quadro era venerato fin dal XIII secolo a Scutari in Albania ed era di autore sconosciuto , per questo era attribuito all’ opera degli Angeli . Oltre al fatto miracoloso descritto della venuta via cielo del dipinto da Scutari a Genazzano , un secondo fatto miracoloso si affianca al primo , raccontato dallo storico Raffaele Buonanno : “Tutte queste meraviglie si riassumono insomma nel prodigio continuo che troviamo oggi nell’ immagine che e’ nello stesso luogo e nello stesso modo in cui essa fu li’ lasciata dalla nuvola il giorno della sua apparizione , alla presenza di tutto il popolo che ebbe allora la felicita’ di vederla per la prima volta . Essa si poso’ ad una piccola altezza dal pavimento e ad una distanza di circa un dito dalla nuova parete e li’ e’ rimasta sospesa senza alcun sostegno” Inutile dire che questa immagine miracolosa opero’ da allora prodigi e miracoli sia spirituali che fisici , tanto che questi racconti di miracoli sono raccolti in un Codice dei Miracoli , ottenuti per intercessione della Madonna di Genazzano ; nei primi 110 giorni dall’ arrivo dell’ Immagine si registrarono 161 miracoli . Tra i miracoli operati dalla Madonna di Genazzano si ricorda il piu’ eclatante e stupefacente : un tempo , un certo Antonietto di Castelnuovo soffriva tremendamente per la morte del suo fedele servitore Costantino de Carolis , non cessava di versare lacrime e lamenti , ed imploro’ la Madonna di Genazzano di restituirgli il suo amato servitore promettendogli di condurlo insieme a lui a Genazzano davanti alla sua Santa Immagine , la Madonna esaudi la richiesta tanto invocata e improvvisamente tutti videro il servitore morto sollevare in quello stesso istante la testa , aprire gli occhi e mettersi a sedere , lui stesso preso da stupore ; egli vide il suo padrone afflitto , ancora non si era reso conto del fatto , ed il servitore gli disse : “per carita’ mi dia un po’ di cibo” poi si mise in piedi e rivolto a quelli che lo osservavano stupiti disse loro di essere guarito da qualsiasi sofferenza . Immediatamente padrone e servitore intrapresero il viaggio a Genazzano per assolvere il voto e ringraziare la Madonna dell’ immenso favore” La miracolosa Immagine a testimonianza di quanti l’ hanno esaminata e’ tutt’ora nella stessa posizione assunta nel 1467 ed e’ completamente sospesa , isolata da qualsiasi supporto verso il pavimento e verso la parete .1 punto
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Il "galletto" è una bellissima moneta, mi è sempre piaciuta! La tua è in alta conservazione, non il massimo ( FDC) in quanto al D presenta alcune righette, ed in misura minore al R/, comunque uno SPL+ e forse con un'attenta osservazione in mano anche un qFDC. saluti TIBERIVS1 punto
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Ciao @@miza , non le ho avute veramente tutte, l'unica che non possedevo (1836) è una data che mi manca tutt'ora. Figurati che è stata postata solo una moneta di quell'annata, fortunatamente non ci siamo bloccati e siamo andati avanti. http://www.lamoneta.it/topic/127762-monete-contemporanee-estere-dal-1800-a-oggi/page-14#entry1491795 Quelle che mi mancano (2012 - 2015 - 2016) debbono essere comunque tipologicamente diverse da quelle che posseggo, mi debbono piacere ecc. non ci tengo molto a dire il vero, se capita ok, diversamente preferisco andare indietro nel tempo... ________ :lol:__________1 punto
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@@ir_meni Non è possibile restituirla? Se ti è stata venduta per autentica con tanto di pseudoperizia che poi si rivela farlocca...1 punto
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Nello Stato Pontificio il 1700 è un anno di sede vacante, tra Innocenzo XII e Clemente XI; il pontificato di quest'ultimo (1700 - 1721) copre tutto il periodo in esame. Inizio con un bel testone di sede vacante, esitato alla NAC 81, collezione GdF: Sede Vacante 1700 Zecca : Roma Nominale : testone Metallo : argento Anno : 1700 Rarità : R3 (?) Prov. NAC 81, coll. GdF Purtroppo per questo periodo non sono ben fornito, mi tocca prendere immagini dalle aste... Ad ogni modo possiamo vedere come la tecnica di coniazione molto meccanicizzata permetta risultati di tutto rispetto, addirittura con Clemente XI toccheremo i vertici della perfezione...1 punto
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lo confermo, le mie piccole critiche non sono che piccole postille in un catalogo davvero importante. lo scrivo perché non vorrei essere frainteso. certamente un catalogo da "usare" come punto di riferimento e paragone per molte tipologie :)1 punto
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Probabilmente il nome di Ungari, storpiato in Ogri, e la memoria degli orrori da loro compiuti nelle loro scorrerie, lo ha avvicinato, "rafforzandolo", a quello di Orco, che è però più antico. In latino Orcus è l'Oltretomba, il regno dei morti, ed è anche altro nome di Plutone, dio dei morti, forse dall'antico latino Uragus. Ma il nome è probabilmente legato anche al greco orcos, luoo chiuso, e anche cupo e profondo. Ricordiamo Catullo, ".... at vobis male sit, malae tenebrae Orci quae omnia bella devoratis: ....".1 punto
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Perché evidentemente sono fonti che usano parole a caso. Questo oggetto non ha nessun requisito per essere definito "moneta".1 punto
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Un bel ritratto di Ferdinando II su questo Luigino Del 1660 che provienne dall'asta Negrini n°20. Cammarano manca ; Pucci n°94 D/ FERDINANDO.II.MAG.DVX.ET V Testa con corona radiata a d. R/ SOLI DEOVIRT.HON.ETGLO (a Dio soltanto il Valore, l'onore la gloria)Scudo coronato con un tordello contenente 3 gigli, sormontato da corona a 6 denti con giglio in mezzo e 16 60 Titolo: once 11 - Peso: Danari 1,22 - Valuta: Soldi 10. Questa mezza lira avrebbe meritato, giustamente, migliore fortuna.1 punto
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Medaglia devozionale lauretana, tonda, bronzo/ottone, della seconda metà del XVIII sec.- D/ Madonna di Loreto raggiata con ricca dalmatica campaniforme, scritta: .S.MAR[iA].- LAVR[ETA].- R/ Grande sarcofago di cristallo sormontato da una corona regale dove sono contenuti i corpi di S.Pellegrino e S.Bianco, che si trovano nel Santuario di S. Pellegrino in Alpe, sul confine appenninico tra la Toscana e L'Emilia Romagna,tipologia non comune. Ciao Borgho.1 punto
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Giusto, i gusti non si discutono.....neppure a me piacciono ☺ Se ti puo' essere di aiuto, lo scorso anno ho conosciuto un collezionista di monete Papali in alta conservazione e mi ha colpito la sua mania di voler incapsulare stile "USA" le monete che ha acquista in Italia o Europa. Mi diceva che prima occorre iscriversi con un costo fisso annuale, poi ci sono i costi della spedizione (ritiro e ritorno) in quanto avvengono con corriere privato (se non ricordo male FedEx). Infine c'e' il costo della certificazione del grado di conservazione e conseguente sigillo (o sarcofago....) il cui costo e' una percentuale (che non ricordo) del valore della moneta. Sicuramente a Verona ti sara' tutto chiaro rivolgendoti agli stend associati. Daniele1 punto
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Ciao. Mi sto chiedendo quale possa essere il senso di incidere (in rilievo) il valore "3" di questa moneta di Carlo Alberto per la Sardegna da 3 centesimi. Vabbè che l'impronta ed il valore al rovescio sembrano appena abbozzati, da quanto è evanescente la coniazione: evanescenza che non è tuttavia congrua con l'usura delle impronte al dritto, certamente consumate ma ancora nettamente presenti ed apprezzabili: Inoltre, la dimensione del "3", coniato fra l'altro al contrario, risulta minore del valore ma è maggiore dei numeri usati per comporre il millesimo. Per un momento avevo anche pensato che il "3" potesse essere stato impresso dalla stessa zecca di Torino, a causa di un'evidente debolezza genetica delle impronte del rovescio e quindi per ribadirne il valore. Ma perché allora usare un "3" dalla forma insolita, per giunta coniato al contrario? Fra l'altro, si tratta di un "3" arrotondato, di stile diverso da quello utilizzato per il valore. Chi ha qualche idea? Saluti. :hi: M.1 punto
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Secondo me lo stile non è nemmeno romano, più un "qualcosa" di ottocentesco come già detto da alcuni.... comunque lascio la parola ai più esperti.....1 punto
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Ho capito bene? Vorresti spedire delle monete della tua collezione, che attualmente sono "libere" per farle chiudere in quelle specie di "sarcofagi" ? SALUTI tiberivs1 punto
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@@texpedo se il fine è acquistare sovrane per investimento vanno benissimo in qualsiasi stato di conservazione. Altrimenti se vuole acquistare sovrane comuni in ottica di collezionismo le consiglio tre passaggi minimi fondamentali in modo da acquistare monete che possano soddisfare "l'occhio" per lungo tempo. Il primo consiglio che mi sento di darle è di prendere grande confidenza col catalogo del nostro sito (le riporto in seguito il link per comodità). Avrà modo di vedere le foto di tutte le tipologie e di capire a cosa è realmente interessato. Una volta capito cosa interessa dovrà cercare in rete (anche su altri siti) le immagini in alta definizione del suo obiettivo e studiarlo nei minimi dettagli. Se già fare ciò, passare tanto tempo nel documentarsi intendo, risulta pesante o poco gratificante potrebbe non essere la raccolta giusta per lei. http://sterline.collectorsonline.org/ Il secondo passaggio consiste nel munirsi di bilancino di precisione e lente d'ingrandimento (4X) affidabili (ho visto che il bilancino è già in suo possesso) Ultima indicazione: si rechi da un operatore abilitato alla vedita di oro monetato da investimento portandosi appresso gli strumenti (e magari la foto della moneta in alta conservazione che sta cercando). Probabilmente il venditore sarà disposto a farle scegliere la moneta fra quelle che ha a disposizione e le permetterà di esaminarle. Certo non le troverà in altissima conservazione ma monete della tipologia in oggetto si trovano facilmente in EF, girando un po'. Se, e solo se, uno dei pezzi proposti soddisfa le sue esigenze ( e qui si entra nel campo del soggettivo) potrà procedere all'acquisto, in ogni caso eviti l'acquisto di monete con colpi troppo visibili sul bordo o che abbiano segni di pulizia o montatura perchè col tempo le piaceranno sempre meno. A volte questi operatori non si mostrano troppo disponibili con chi vuol fare le pulci alle loro monete e non permettono di sceglierle; nessun problema, noi andremo da qualche altra parte. E' possibile infine trovare buoni prezzi anche ai convegni numismatici che vengono organizzati spesso e volentieri in giro per la penisola. Un saluto e buona caccia. E.1 punto
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Rimettiamo in piedi questa discussione con un bel grosso appena apparso in asta:1 punto
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Buona giornata al forum; dunque riprendiamo il discorso sul Jital dopo aver ripristinato: “O’ Computer” già perché pare ci siano in giro un po’ di “orchi” anche senza andar per boschi oscuri e purtroppo i meno preparati, come nonno cesare, sono quelli che per primi ne fanno le spese; ripristinato dunque il sistema vediamo di riassumere le informazioni che sino a qui mi sono giunte. Sappiamo adesso che il Jital è nata come: argentea moneta, più o meno attorno all’800 Anno Domini in quel di Kaboul/Gandhara, quello che è oggi l’Agfanistan, nel Nord Ovest dell’India. Abbiamo anche scoperto che a batter per la prima volta questo tipo di moneta furono i principi della Dinastia Shahi e che compare con due diverse denominazioni che hanno alla fine lo stesso significato:” Onorevole comandante in capo”. La prima denominazione è riportata in scrittura Nagari e recita: Spalapati Deva; la seconda, in scrittura Sarada: Samanta Deva Forse la dinastia Shahi regnava su due diverse etnie, un po’ come oggi in Belgio le monete portano la determinazione in Francese o Fiammingo, era necessario allora esprimersi con due diverse dizioni a ciascuna delle due etnie dedicata. Abbiamo parlato di Argentea moneta ed in effetti il metallo con cui è confezionata è un buon Argento, ancor bello e lucido dopo tanti anni e senza soverchie ossidazioni, almeno nei due esemplari che conservo nella mia piccola raccolta di monete asiatiche Il peso di entrambe gli esemplari è di 3,3 grammi e considerando che l’unità base della monetazione indiana indica 1Ratti = 0,107 gr siamo a ca. 31 Ratti e probabilmente il valore tangibile è di 32 Ratti ( 1 Dharana) ed a questo peso ritroviamo in Asia altre tipologie di monete: Karshapana; Tanka; Pagoda ed appunto Jital. Ci sono ovviamente eccezioni; ma in linea di massima questa sembra essere la corrispondenza e chissà che non siano stati battuti anche sottomultipli da 16; 8; 4 e l’unità base: Ratti ? Tanto per azzardare un paragone con il mondo occidentale, nello stesso periodo temporale, nell’800 Anno Domini, l’espressione più alta della sovranità era costituita da Carlo Magno che emetteva denari in Argento ( Penny) il cui peso si assestava su 1,7 grammi; più o meno la metà del Jital, così come 1,7 grammi pesava il Denaro Spagnolo di Barcellona e quello Tedesco. Ancora, spostandoci verso il tempo antico, nella Roma di Nerone, siamo al primo secolo Dopo Christo ed il Denaro era battuto in buon Argento sul piede di 1/96 di Libbra romana, ovvero 3,4 grammi e si badi bene come il Denaro Romano abbia caratterizzato il periodo repubblicano ed il primo periodo imperiale, quello della gens Giulio Claudia…poi verrà sostituito dall’Antoniniano nel periodo dell’anarchia militare; ma siamo qui già nella fase discendente della parabola. Buona moneta dunque il Jital degna di stare alla pari con altre “Patacchine d’Argento” che hanno accompagnato la storia dei popoli. Mi accorgo adesso di non aver fatto paragone con la Dracma…rimando ad altri l’incombenza. Per quanto riguarda l’immagine: Sul dritto compare il guerriero a cavallo che induce fierezza; forza e combattività e che ben si addice allo spirito forte e combattivo della popolazione di questa parte del mondo…ricorda molto da vicino l’Azes a cavallo che compare sulle monete Indo Scizie del primo secolo A.Ch. Nel rovescio, accovacciato con sopra di sé una leggenda, compare il: Bove, bue o toro che dir si voglia, caro a Siva e questo ci dice quanto la religione Induista avesse qui campo; anche in questo caso un accostamento è d’obbligo con la monetazione dei Kushans dove accanto a Kanishka; Huvishka; Vima Taktu e gli altri principi del primo secolo dopo Christo compare il sacro Toro di Siva. Mi pare che le basi ci siano tutte rimane adesso da indagare nel dettaglio la dinastia che ha prodotto la moneta, lo sviluppo storico dei popoli che si sono sostituito agli Shahi e come la moneta si sia diversificata in questo percorso che ha visto nel tempo sostituirsi, in questa parte del mondo, all’Induismo l’Islamismo…sino a terminare, sembra, con il Sultanato di Delhi. Per le foto non sono molto bravo; ma penso che il moderatore che posta solitamente foto bellissime, sia in grado di farci ammirare: Il Jital del primo periodo. Una moneta Indo Schita con Azes a cavallo Una moneta Kushan con la figura di Siva ed il Toro Poi magari volendo si potrà aggiungere il Denaro di Carlo Magno e quello di Nerone; nell’attesa di altri interventi nonno cesare augura a tutti una buona serata1 punto
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La prima opzione mi riporta ad una recente discussione in cui proprio il fatto che una moneta fosse stata "vista" da catalogatori di non acclarata infallibilità non ne determinava la sua autenticità in modo assoluto.....e costruirci sopra una teoria numismatica, finché l'autenticità non sia comprovata in modo analitico e scientifico, può creare, in caso poi si riveli un falso, delle mostruosità storiche e numismatiche. la seconda opzione è la più valida, perché tra falsari e autenticatori, è sempre in corso una gara a chi è più avanti in cui una volta il falsificatore gabba l'autenticatore con un falso di tecnica ed esecuzione " nuova" e una volta è avanti l'autenticatore perché ha riconosciuto la falsificazione o ha scoperto un dato probante di cui il falsificatore è ancora all'oscuro, ma sono situazioni temporanee e "in progress"... in terza opzione inserirei il fatto che per i curatori dei musei , spesso, la numismatica è una scienza di seconda scelta e negletta. Non per nulla i monetieri italiani sono , per la maggior parte, ancora da repertoriare e, se non intervengono i privati, sono destinati a restarlo ancora per parecchio, con buona pace degli addetti che dovrebbero....ma non fanno. quarta, ma non trascurabile, la possibilità( probabilità) che qualche addetto abbia avuto la pessima idea di sostituire alcune o parecchie monete buone con copie delle stesse più o meno fedeli per puro tornaconto economico personale....considerata la situazione " contabile" e di registrazione dei vari monetieri ( il più delle volte neanche fotografati, al massimo descritti semplicisticamente) il rischio di venir scoperti è minimo...se ne rende poi conto chi, impegnato in una delle rare catalogazioni realizzate in italia, si ritrova con inventari descrittivi di un secolo fa, o più vecchi, e corrispondenze a monete false di realizzazione palesemente recente e incongrua con l'epoca di stesura del catalogo stesso, quando non trova addirittura monetine del Carrarmato perugina o falsi talmente pacchiani che è impossibile che siano stati catalogati come autentici neanche all'epoca e da un curatore cieco.Il problema è l'attribuzione della responsabilità del gesto che è impossibile o quasi.1 punto
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Carissimi, la cortesia e la disponibilità dei colleghi tedeschi si dimostra sempre impareggiabile: stamane mi hanno inoltrato la foto del tanto discusso denario RIC 51. Eccola:1 punto
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Caro Alberto, catalogo che di certo diverrà anche bibliografia di riferimento per tutte queste emissioni.1 punto
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Medaglia devozionale (celebrativa?) quadrilobata ornata di piolini a ore 3,6,9,formata da due lamine in argento dorate,del XVIII sec. ( dopo il 1729). di possibile produzione tedesca o cecoslovaccha. D/ Madonna vestita con ricca dalmatica (di stile germanico) su nubi sorette da angeli ai lati,sotto altare con lettere IHS. .- R/ S. Giovanni Nepomuceno Martire, in abiti da sacerdote con crocifisso e palma (simbolo dei martiri), sotto di lui il ponte che ricorda il suo martirio, canonizzato nel 1729, patrono della Boemia (Repubblica Ceca), la sua tomba si trova nella cattedrale di S. Vito a Praga, le lettere I-H che si trovano nel campo sia al D/ che al R/, potrebbero essere le iniziali di Giovanni Hamerani, di origini Bavaresi, che operò tra la fine del XVIII e prima metà del XIX sec. (ma è solo una ipotesi da verificare),medaglia rara e particolare. Ciao Borgho.1 punto
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E' censita su Voltolina, credo d'aver fatto la scheda ieri sera ....lascio a Te la ricerca..... nelle medaglie veneziane del rinascimento Il foro otturato pare coincidente....ma la scarsa nitidezza delle legende fa protende per una fusione successiva (?)....ma andrebbe vista per il metallo, colore, ecc. Puoi verificare il diametro dell'originale in scheda.1 punto
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Il consiglio prima di tutto è di fare una piccola ricerca sul forum, ci sono due o tre discussioni che parlano di imitazioni e contraffazioni, che sono molto utili per capire questo fenomeno nella circolazione monetaria del XVI e XVIi secolo. Per il resto, queste monete sono imitazioni di nominali che venivano battuti e circolavano in Francia. Sui cataloghi cartacei moderni vengono generalmente denominati "quarti", attribuendo loro una circolazione locale nel Monferrato; in realtà studi di Luca Gianazza dimostrano come queste monete fossero veri e propri falsi battuti per essere venduti a mercanti francesi che poi li spacciavano in Francia, e non avessero alcuan circolazione nel Monferrato. Le legende diverse, come sempre accade con queste contraffazioni, servivano come escamotage per "regolarizzare" un pò questi tondelli, in modo da potersi difendere da eventuali accuse di spaccio di moneta falsa. Se seguirai il mercato di queste monete, vedrai che la stragrande maggioranza la si reperisce su ebay Francia, quelle che ho in collezione provengono tutte da lì, mai trovata una in Italia; altro segno che conferma di come questi nominali siano finiti a circolare tutti in Francia e stiano tornando a casa solo dopo diversi secoli, grazie al collezionismo.1 punto
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@@Tia82 Si tratta di un real di Filippo II (1556-1598) per il Messico al D/ dovrebbero esserci a destra dello stemma le lettere M e F in verticale con un anellino in alto sopra la M, e a destra dello stemma la lettera I che sta per 1. Si tratta di moneta comune, classificata dal Cayon al n. 3478. quotazione di catalogo in qualità SPL 30€. Nelle condizioni della tua ha solo un valore storico e/o affettivo.1 punto
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Buona giornata Siamo nel 1618, dogando il Serenissimo Antonio Priuli, viene scoperta quella che è passata alla storia come la "congiura di Bedmar". Raccontare delle trame spionistiche messe in opera dal Marchese di Bedmar, vescovo ambasciatore spagnolo a Venezia e "longa mano" del Vicerè Duca d'Ossuna, che tentò di favorire il rovesciamento del governo veneziano con un colpo di mano, sarebbe troppo lungo ... . credo che sia più facile, per chi è interessato, cercare in rete la "Congiura di Bedmar" e leggerne le cause, le aspettative degli spagnoli e la fulminea quanto terribile reazione di Venezia. L'epilogo fu un discredito unanime sul Governo spagnolo, un Bedmar richiamato velocemente a Madrid; sorte che toccò successivamente anche il Vicerè Ossuna, che morì in miseria e dimenticato. :pleasantry: Mi piace ricordare, come già fatto qualche anno fa in un'altra discussione, la vittima innocente della repressione generata dalla "Congiura di Bedmar": Antonio Foscarini. Ebbene, il poveraccio (si fa per dire, era un nobile "in carriera" che era stato diplomatico accreditato alla Corte inglese) venne falsamente accusato di intelligenza con gli spagnoli e quindi, nel tempo di un amen, per ordine del Consiglio dei X, venne imprigionato, posto a giudizio del tribunale, condannato unanimamente dai giudici e giustiziato in carcere (strozzato). Successivamente il cadavere fu appeso per un piede in Piazzetta; eppure era innocente. A distanza di qualche mese, si scoprì che le accuse rivoltegli erano fondate su falsità e menzogne di taluni che lo volevano screditare. La Serenissima, con il pragmatismo che l'ha sempre contraddistinata, mise alla forca quelli che avevano mentito ed immediatamente il Foscarini fu solennemente riabilitato; non solo in Patria, ma vennero spedite dal Governo lettere diplomatiche a tutti gli Stati accreditati, perchè fosse noto l'infortunio giudiziario. Venezia, non aveva nascosto, né insabbiato il tragico errore come avrebbe potuto fare, ma anzi con questa riabilitazione esplicita a tutti, ridava al mondo, la rassicurazione che la Repubblica di Venezia aveva un Governo solido, capace di ammettere i propri errori, così come era forte la sua mitica giustizia, anch'essa pronta a fare ammenda. Un'operazione di "glasnost" non indifferente, compiuta agli inizi del 1600. :dirol: Ciò portò il Governo, semmai, a fare profonde riflessioni sul potere così ampio dato al Consiglio dei X, ma questa è un'altra storia. L'osella del 1622, emessa a nome del doge Antonio Priuli, quando finalmente viene "chiusa" la vicenda, ci da un chiaro segnale. Nella legenda c'è il monito nei confronti degli Stati "nemici", che sembra richiamare la forza e solidità della Repubblica; si può infatti leggere: "Se Dio è con noi, chi può essere contro di noi"? saluti luciano1 punto
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Rimaniamo su Filippo III con una moneta che ha un fascino anche storico e letterario, entriamo nei Promessi Sposi con una moneta citata dal Manzoni a proposito del debito di Tonio nei confronti di don Abbondio e dove si parla di una moneta col Sant'Ambrogio a cavallo. E' opinione corrente che la moneta di cui parla il Manzoni sia questo denaro da 10 soldi, moneta difficilmente in buona conservazione, spesso tosata. Al dritto il busto di Filippo III e al rovescio un Sant'Ambrogio a cavallo al galoppo mentre cerca di colpire con lo staffile dei guerrieri atterrati. Moneta a cui sono molto affezionato e che ritengo più rara di quanto dichiarato dai testi , per il tipo è sicuramente in buona conservazione, in particolare è difficile vedere il valore cioè il 10 che al rovescio è in esergo e in questa si legge bene e altrettanto per la data del 1614 che è pure leggibile, la scena poi è ben definita e coniata. Zecca : Milano Emittente : Filippo III ( 1598 - 1621 ) Nominale : denaro da soldi 10 Materiale : Argento Anno : 1614 Rarità : R2 per Crippa Prov. : Collezione privata1 punto
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Zecca: Napoli Autorità emittente: Filippo III (1598-1621) Nominale: 15 grana Metallo: Ag Anno: 1619 Rarità: C Note: notare la rappresentazione al rovescio col castello dal quale fuoriescono figure mitologiche.1 punto
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Zecca: Messina Autorità emittente: Filippo III (1598-1621) Nominale: 2 tarì Metallo: Ag Anno: 1610 Rarità: C1 punto
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Concordo con quanto detto sopra, posseggo il Red Book ...e non ci sono paragoni con altri cataloghi, è veramente un catalogo molto esauriente.1 punto
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@@Deko90 Potresti fare foto più perpendicolari alla moneta? Magari inserire i rispettivi pesi delle due monete. Grazie.1 punto
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Grazie. Si sembra proprio di si, io facevo 9 la terza cifra ...invece è proprio un 6, solo che l'ultima è difficile a leggerla.1 punto
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:) buonasera a tutti....un vero miracolo con questo li,tiene non si sa come!! :huh: ...intanto ci lascia osservare la ricezza e l'elaborazione artistica de le sue lettere.....tutto un un lavore rafinato de i gravori di cogni !...fortissimi!!! :) :) per una cosi piccola opera d'arte di 18mm ! ^_^1 punto
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oggi ho visto dal vero per la prima volta questi tappi... sontuosi, di @@oldgold! grande piacere1 punto
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Mi spiace Se mi mandi via PM la tua email vedo di mandarti le pagine mancanti......1 punto
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@@nikita_ @@Gallienus La monetazione siciliana di Vittorio Amedeo II° non e' inserita giustamente nel Mir Sicilia e neppure nel Mir Piemonte, Liguria, Sardegna, Corsica. Si trova nel Mir Savoia da pag. 469 a pag. 478 in quanto e' stata conservata la suddivisione storica riportata nel Corpus al quale il Mir si ispira , dove il primo volume e' dedicato a Casa Savoia e i restanti seguono la suddivisione regionale1 punto
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Vorrei segnalare un paio di cose... Per la storia di questo doge consiglio il libro di Thomas F. Madden, Doge di Venezia, Bruno mondadori Editore. Per quanto riguarda le sue monete, il denaro è comune. Arka P. S. Concordo con l'amico di Sixtus78 sulla statura politica del doge Enrico Dandolo e sull'assoluto silenzio che lo circonda... ;)1 punto
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Ciao! mi aggancio alla risposta data da Liutprand (che condivido), per osservare che il grosso d'argento aveva funzioni "internazionali" per i pagamenti importanti e relativi a grosse transazioni commerciali. Si è trovato quindi di rado a venezia e nel dogato....molto più spesso si è trovato in Grecia, Turchia.....quando non è stato fuso per il buon argento che lo caratterizzava. Le monete che circolavano a Venezia e nel dogato, erano altre...il denaro, il mezzo denaro ed il quartarolo. Tutto qua! La più grande era il quartarolo che pesava all'incirca gr. 0,60 - 0,78, aveva un diametro di ca. mm. 16 ed era in mistura. Tra l'altro, relativamente a questa moneta, sembra ormai accertato che venisse usata per le sue caratteristiche ponderali, più a Bisanzio che a Venezia. Le altre, sempre in mistura, erano anche più piccole; monete, insomma, destinate ad essere usate o perse......in definitiva sono sparite per consunzione....polverizzate; ben poche venivano tesaurizzate e quindi tesoretti con queste monete (soprattutto integre) ne sono stati trovati ben pochi ed il più delle volte i ritrovamenti hanno riguardato il denaro scodellato, che probabilmente è stato quello maggiormente coniato ed è infatti l'unico considerato comune. Mi permetto anch'io di segnalarti un articolo; riguarda proprio il quartarolo, moneta per me affascinante ed enigmatica. http://www.lamoneta.it/tutorials/article/43-il-quartarolo-una-moneta-spicciola-per-i-mercanti-di-venezia/ Salutoni luciano1 punto
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