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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/12/16 in tutte le aree
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@@Cinna74 ciao Enzo, da ex Digente Responsabile del settore Rischi Banche e Gioiellieri di una primaria Compagnia Assicurativa italiana, posso smentire quanto ti hanno detto in banca. La Compagnia chiede dimostrazione del danno subito. Io consiglio di fare un elenco dettagliato dei beni custoditi e avere una documentazione esaustiva del possesso.Incassare un risarcimento senza dimostrazione del valore si chiama °indebito arricchimento° perseguito dal Codice Penale. Quinndi occhio,7 punti
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Oggi ho preso questo bel coronato, mi ha colpito la nitidezza dei rilievi e la qualità. Una simpatica sorpresa riguarda la leggenda al dritto dove leggo "... MANS..." anzichè " ...MANVS...", chissà se è già riportata nel CNI vol. XIX. Che ne pensi Pietro? @@Rex Neap4 punti
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se hai pagato con paypal, apri una contestazione per oggetto non conforme alla descrizione e, tra le comunicazioni che ti chiederanno, ci scrivi che la moneta è falsa e che , se serve, puoi inviare una perizia che lo comprova. Di solito questo basta a farti rimborsare da Paypal che ha la facoltà di riprendere i fondi direttamente dal conto del venditore e rimandarteli una volta esibitala lettera di vettura con cui rimanderai la moneta al mittente.3 punti
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mah....mi sembra strano che uno debba elencare quello che detiene in una cassetta di sicurezza..non a caso ci abbiamo trovato...soldi falsi, documentazione in nero, foto "strane", elenchi di personaggi in odore di sette segrete ecc ecc. l'impiegato ti accompagna alla tua cassetta e poi ti lascia solo...quindi non sa nulla di cosa contiene la cassetta. E poi, ok..supponiamo che porto un elenco autenticato dal notaio..un giorno vado e porto via un pezzo unico che da solo vale un milione di euro. Come fa a sapere la banca cosa ho prelevato dalla cassetta di sicurezza? No, credo, per logica che la banca risarcisca solo il valore di assicurazione anche se la cassetta per dire fosse vuota, anche perchè la banca sa che il rischio di furto delle cassette è molto molto basso.3 punti
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Siamo nel pomeriggio del 25 Aprile dell’ anno 1467 a Genazzano , un piccolo centro di suggestiva rusticità posto al confine tra la provincia di Roma e quella di Frosinone , sorge edificato su di uno stretto sperone di tufo vulcanico a 375 metri sul livello del mare che con tenue inclinazione , declina dalle propaggini meridionali dei Monti Prenestini per immergersi nella vallata del Sacco . Si trova a 45 km a sud di Roma . Conosciuto già ai tempi dell' antica Roma quando era meta di villeggiatura della Gens Genucia da cui probabilmente deriva il nome . Il borgo si costituì nell' XI secolo successivamente divenne feudo storico dei Principi Colonna che dal loro Palazzo controllavano il passaggio verso Napoli e verso Roma . Diede i natali a Papa Martino V nato Oddone Colonna e a Giovanni Bracalone de Carlonibus , detto popolarmente Brancaleone , uno dei 13 cavalieri della disfida di Barletta . Questo il fatto : “Verso le quattro del pomeriggio del giorno di festa di San Marco , le persone sono riunite nella Piazza di Santa Maria quando videro uno spettacolo celestiale ed alcuni esclamarono : che nuvola argentata e’ questa che incrocia velocemente i cieli ed emette raggi spettacolari ? da dove viene e dove va ? e queste voci angeliche ? che musiche meravigliose ! mai le avevamo ascoltate prima d’ ora ! “ Queste erano le domande e le esclamazioni degli abitanti di Genazzano vedendo nel cielo una nuvola luminosa che scendeva lentamente andando a collocarsi presso una parete incompiuta di una antica Chiesa in ricostruzione ; questa Chiesa in restauro era dedicata alla Madonna del Buon Consiglio ed era affidata ai religiosi di Sant’ Agostino . Improvvisamente riferisce il cronista dell’ epoca le campane della torre iniziarono a suonare sebbene tutti vedessero che nessuno le azionasse e la folla di cittadini si reco’ all’ interno della Chiesa nel punto dove la nuvola luminosa si era posata ; i raggi luminosi che uscivano dalla nuvola smisero di brillare , la nuvola pian piano si dirado’ e un oggetto bellissimo comparve davanti agli occhi dei cittadini , era una immagine della Madonna con il Bambino in braccio . Tutti si chiesero da dove potesse venire quel dipinto e alcuni esclamarono : dal Paradiso ! si venne poi a sapere che quel quadro era venerato fin dal XIII secolo a Scutari in Albania ed era di autore sconosciuto , per questo era attribuito all’ opera degli Angeli . Oltre al fatto miracoloso descritto della venuta via cielo del dipinto da Scutari a Genazzano , un secondo fatto miracoloso si affianca al primo , raccontato dallo storico Raffaele Buonanno : “Tutte queste meraviglie si riassumono insomma nel prodigio continuo che troviamo oggi nell’ immagine che e’ nello stesso luogo e nello stesso modo in cui essa fu li’ lasciata dalla nuvola il giorno della sua apparizione , alla presenza di tutto il popolo che ebbe allora la felicita’ di vederla per la prima volta . Essa si poso’ ad una piccola altezza dal pavimento e ad una distanza di circa un dito dalla nuova parete e li’ e’ rimasta sospesa senza alcun sostegno” Inutile dire che questa immagine miracolosa opero’ da allora prodigi e miracoli sia spirituali che fisici , tanto che questi racconti di miracoli sono raccolti in un Codice dei Miracoli , ottenuti per intercessione della Madonna di Genazzano ; nei primi 110 giorni dall’ arrivo dell’ Immagine si registrarono 161 miracoli . Tra i miracoli operati dalla Madonna di Genazzano si ricorda il piu’ eclatante e stupefacente : un tempo , un certo Antonietto di Castelnuovo soffriva tremendamente per la morte del suo fedele servitore Costantino de Carolis , non cessava di versare lacrime e lamenti , ed imploro’ la Madonna di Genazzano di restituirgli il suo amato servitore promettendogli di condurlo insieme a lui a Genazzano davanti alla sua Santa Immagine , la Madonna esaudi la richiesta tanto invocata e improvvisamente tutti videro il servitore morto sollevare in quello stesso istante la testa , aprire gli occhi e mettersi a sedere , lui stesso preso da stupore ; egli vide il suo padrone afflitto , ancora non si era reso conto del fatto , ed il servitore gli disse : “per carita’ mi dia un po’ di cibo” poi si mise in piedi e rivolto a quelli che lo osservavano stupiti disse loro di essere guarito da qualsiasi sofferenza . Immediatamente padrone e servitore intrapresero il viaggio a Genazzano per assolvere il voto e ringraziare la Madonna dell’ immenso favore” La miracolosa Immagine a testimonianza di quanti l’ hanno esaminata e’ tutt’ora nella stessa posizione assunta nel 1467 ed e’ completamente sospesa , isolata da qualsiasi supporto verso il pavimento e verso la parete .3 punti
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Partiti alla grandissima.... :blum:, quando c'è @@fofo difficile sbagliare, Milano è la verso la fine del dominio spagnolo, siamo a cavallo tra Filippo V e Carlo III, le monete sono ancora coniate a martello, Milano è in ritardo da questo punto di vista rispetto ad altre zecche. Filippo V (gli abbiamo dedicato una discussione ad hoc sulla sua monetazione qui sul forum ) è incaricato da Carlo II come suo erede e successore. Nasce in Francia, è il secondogenito di Luigi di Borbone ed è nipote del Re di Francia Luigi XIV, per 7 anni è anche Duca di Milano dal 1700 al 1706. Siamo in un periodo di trapasso e passaggio, tra poco arriverà la dominazione austriaca, le monete non sono molte, i nominali pochi, il filippo e i suoi sottomultipli e il quattrino, le date 1702 e per l'ottavo di filippo 1701. E' una monetazione essenziale, tutte monete rare, entriamo in un periodo anche di disordine monetario. Il più rappresentativo è il filippo, il pezzo che posto è quello che c'è sul libro del Crippa, tipo 1/B, fantastico pezzo che ha una particolare caratteristica, quella di avere al rovescio la leggenda iniziata dal basso a sinistra e che ruota verso destra. La tipologia rispecchia quella degli spagnoli del tipo busto/stemma. FILIPPO V, Duca di Milano ( 1700 - 1706) Zecca : Milano Nominale : filippo Metallo : argento Anno : 1702 Rarità : R4 per Crippa ( tipo Crippa 1/B ) Prov. NAC 35, 2 dicembre 20063 punti
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Salve a tutti, vi segnalo questo appuntamento per domani alle ore 18,00 a Torre Annunziata. Terrò con i presenti alla conferenza una "piacevole chiacchierata" numismatica sulle monete e medaglie del re di Napoli e Sicilia Carlo di Borbone (1734-1759). L'evento è organizzato dal Centro Studi Storici Nicolò d'Alagno. In allegato la locandina. Grazie! L'indirizzo è: Piazza Giovanni XXIII, Cappella della Reale Arciconfraternita del Suffragio. Per coloro che verranno in auto si consiglia l'uscita del casello autostradale di Torre Annunziata Sud.2 punti
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Tollero per Livorno Monete di zecche italiane Livorno Cosimo III de’Medici, 1670-1720. Tollero 1704, AR 27,13 g. COSMVS III D G MAG DVX ETRVRIAE VI Busto radiato e corazzato a d, con drappeggio sulla spalla s..; sotto, nel giro, 1704. Rv. ET PATET ET FAVET Veduta del porto di Livorno. CNI 75. Galeotti XLVI/7. Di Giulio 145. Ravegnani-Morosini 15. Gradevole patina di medagliere, Spl2 punti
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Segnalo la nuova pubblicazione a cura del Prof. Andrea Saccocci LA MONETAZIONE DI VERONA Disponibile al seguente link: http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=2001 punto
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Ho acquistato questa strana medaglia. Strana almeno per me, perchè non riesco a capire cosa significhi il rovescio. Qualcuno sa aiutarmi? Grazie1 punto
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Era da un pò di tempo che non aggiungevo un nuovo esemplare alla mia piccola collezione di mezzi dollari commemorativi del periodo "Classico" 1892-1954. Mi sono casualmente imbattuto in questa famosa tipologia, e considerato anche il prezzo estremamente conveniente, non ho esitato a portarla a casa. Si tratta del c.d. "Pilgrim Tercentenary Half Dollar" coniato per commemorare il trecentesimo anniversario dello sbarco, nel 1620, dei Padri Pellegrini e del celebre Mayflower, in quelli che sarebbero divenuti gli Stati Uniti d'America. Tale tipologia venne coniata nel 1920 e nel 1921 (con l'aggiunta della data anche al diritto), rispettivamente in 152.112 e 20.053 esemplari. In realtà la coniazione prevista era di 200.000 pezzi per il 1920 e di altri 100.000 per il 1921, ma come spesso accade con questa serie, le monete effettivamente vendute furono molte di meno di quelle preventivate. Al diritto è raffigurato uno dei più celebri tra i Padri Pellegrini, William Bradford (1590-1657), Governatore della Colonia di Plymouth in più occasioni e per circa un trentennio oltre che autore del noto "Of Plymouth Plantation", in cui narra la storia dei primi passi compiuti dalla nuova colonia in territorio americano. Tale volume è ancora oggi una lettura abituale nelle aule scolastiche degli USA. In alto è presente l'indicazione dell'autorità emittente, in esergo la dicitura "Pilgrim Half Dollar" ed il segno di zecca (curiosamente in incuso), con sulla destra nel campo il motto "In God We Trust". Al rovescio è presente una bella raffigurazione del famoso vascello Mayflower, colto mentre fende le onde verso sinistra con le vele spiegate. Tutto intorno il margine della moneta è indicata la dicitura "Pilgrim Tercentenary Celebration" ed in esergo la doppia data 1620-1920. In realtà ben poco si conosce della storia di questa nave così famosa, dopo il periglioso viaggio dei Padri Pellegrini ed il suo ritorno in Inghilterra nel 1621. Ed ecco la moneta in oggetto. Perdonate come al solito la bassa qualità delle foto, ma non sono proprio capace... :D1 punto
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ho proprio oggi acquistato ad un mercatino questa la custodia mi ha convinto, che ne pensate? Alessandro1 punto
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Salve, vorrei sottoporvi questa moneta che ho appena acquistato. Purtroppo è abbastanza consunta ma la cosa che mi ha molto sorpreso è stato il suo peso, che è di 2.5gr(bilancino non professionale) quindi molto superiore alla media e le sue legende nel dritto che differiscono dagli altri esemplari con croce fiorita. Se conoscete qualcosa riguardo questa “miscelanza“ di coni o avete qualche esemplare da mostrare fatevi avanti. Con questo peso come lo considerereste questo cavallo? Mi devo preoccupare dei puntini blu nel dritto?(eventuale cancro) Saluti Matteo1 punto
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Ad un mio amico hanno aperto la cassetta durante una rapina, quindi parlo di qualcosa che mi è stato riferito... Cassette rapinate circa una trentina, quelle di piccola misura, normalmente, dicono le forze dell ordine vi sono gli oggetti di maggior valore. Assicurate sino a 30000 € Il mio amico aveva qualche orologio di valore, pochi contanti ( le banche dicono di non mettere contanti in cassetta) oro vario di famiglia e diverse monete della sua collezione collocate in varie bustine è piccolo album.. La fortuna vuole che in una cassetta i ladri abbiano trovato una considerevole somma in contanti (questo sempre da indiscrezioni) che ha appagato il loro sforzo e quindi hanno abbandonato uno dei borsoni con dentro diverse cose di varie cassette compreso molto di quella del mio amico... Comunque tutto quello che era venuto a mancare è stato rimborsato dall assicurazione, mancava una moneta della collezione, le altre sono state rinvenute nel borsone.., per quantificare il valore (il mio amico aveva una foto) gli hanno chiesto una stima e lui portando la pagina del MIR, gli hanno rimborsato la cifra segnata alla massima conservazione. Lui è stato soddisfatto dei rimborsi e a parte il valore affettivo di qualche pezzo non ci ha sicuramente rimesso, anzi... Questo non toglie che la persona che all interno della cassetta aveva 10 volte il valore assicurato in contanti non sia rimasta molto contenta...1 punto
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Confermo la mia presenza per la giornata di sabato e per il pranzo. Se qualche lamonetiano di Torino fosse interessato ad un passaggio in auto (gpl) onde dividere le spese di viaggio mi contatti in privato. Il treno è comodo ma si arriva troppo tardi in fiera il sabato mattina. Buona giornata1 punto
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Ho notato però che alcune monete "l'attribuzione" e l'appellativo di "barbarico" è veramente sottile. Oggi però è un pò di moda e serve per far aumentare l'interesse e la valutazione.1 punto
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Recentemente la ho sostituita ma non ancora ceduta con questa: Cosa ne pensate? P.S. La D in incuso non rappresenta il segno di zecca ma l'iniziale dell'incisore "Dallin Cyrus E." Le monete sono state coniate tutte a Philadelphia e messe in distribuzione al prezzo di 1$ l'una dalla commissione del "Trecentenario dei Padri Pellegrini".1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Lussemburgo Anno: 2015 BNDR Tiratura: 1.000.000 Condizioni: SPL+ Città: Maubeuge (Francia) Note: NEWS1 punto
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Tiziano, Filippo II di Spagna e la Maddalena scomparsa Madrid - Dall’Archivio Generale di Simancas (Spagna) documenti che si pensavano persi o inesistenti riemergono da un ingiustificato oblio come conchiglie morte lasciate sulla spiaggia della Storia da una metaforica risacca. Per caso mi sono imbattuto in un carteggio di Filippo II di Spagna avente per oggetto alcune committenze fatte a Tiziano (1488/90 -1576). Si tratta di due lettere, scambiate tra il sovrano e il suo uomo di fiducia a Venezia, un tale Garcihernandez, tuttavia i documenti rivelano una corrispondenza fitta compresa tra il giugno del 1561 e l’ottobre di quello stesso anno. Nella prima, che porta la data del 27 agosto del 1561, Filippo II loda il Garcihernandez per la ricchezza, la puntualità e la precisione delle informazioni da lui fornite circa gli spostamenti della flotta turca nel Levante (siamo, infatti, alla vigilia della battaglia di Lepanto). Il Sovrano chiede ragguagli su alcuni progetti della Repubblica veneta aventi per oggetto la fortificazione e la difesa della città di Bergamo. Nella stessa lettera il re riferisce di aver dato mandato al suo vecchio segretario, Gonzalo Pérez, di autorizzare eventuali spese per l’acquisto di colori della più fine qualità da consegnare a Tiziano o a chi si presentasse a suo nome. In verità, dopo aver scritto così, il re subito si autorettifica suggerendo al suo tramite di mettere a disposizione solo le somme avendo cura che i colori fossero comprati da Tiziano stesso o da chi per lui. E che tutto questo avvenisse nel più breve tempo possibile. Garcihernandez risponde al sovrano in data 22 settembre di quell’anno informandolo sempre sulla situazione nel Levante e sullo stato di avanzamento delle opere di fortificazione di Bergamo. Il 22 ottobre seguente il re indirizza la seconda missiva al fiduciario, ringraziandolo per le notizie sul Levante e su Bergamo da lui riferite e informandolo di aver ricevuto una lettera da Tiziano nella quale il pittore dichiarava di aver terminato il quadro della Maddalena e chiedeva istruzioni su come rimetterlo a Madrid. Il re, allora, prospetta a Garcihernandez due possibilità: o consegnare la pittura al Marchese di Pescara che poi avrebbe provveduto a inoltrargliela via terra; o farla arrivare all’ambasciatore spagnolo a Genova, Figueroa, per una spedizione via mare. In ogni caso, qualunque fosse stata l’opzione da lui scelta, il sovrano lo prega d’informarlo tempestivamente. A questo riguardo dispensa un sacco di consigli al Garcihernandez perché la pittura non sia minimamente maltrattata durante il viaggio. Consigli dai quali trapela un Filippo II ansioso, quasi maniacale. Nello stesso contesto il re avverte il suo emissario che Tiziano gli consegnerà altri lavori oltre alla Maddalena e anche per quelli lo esorterà a scegliere la via migliore per farli arrivare in ottimo stato a Madrid. A ragion veduta, alla lettera Filippo II acclude un biglietto per l’ambasciatore Figueroa e un altro per il Marchese di Pescara. In essi sostanzialmente Filippo ribadisce le stesse raccomandazioni già espresse al fiduciario veneziano. A questa lettera indirizzata al Garcihernandez il sovrano ne allega pure un’altra personale per Tiziano. In effetti, Filippo II rispondeva a un biglietto precedente del pittore scritto in data 17 agosto del 1561, con il quale il cadorino lo aveva informato di aver completato la Maddalena e di essere molto soddisfatto della pittura. L’impazienza del re nel contemplare e possedere l’ultimo capolavoro di Tiziano, dal pittore stesso elogiato, si fa qui ansia frenetica e febbrile, partorisce una montagna di raccomandazioni questa volta dirette proprio al pittore perché lui stesso ne curi l’imballaggio prima di affidare il quadro al Garcihernandez. Lo esorta, inoltre, a usare le stesse precauzioni anche per le altre opere da lui commissionate e cioè per il Cristo nell’orto e il Ratto d’Europa. E comunque per tutti i quadri che in futuro Tiziano dipingerà per lui. Rispondendo a una lamentela del pittore, Filippo II nello stesso scritto lo anticipa, poi, e lo rassicura. In buona sostanza per queste committenze a Tiziano erano stati liquidati via Genova, su mandato del re, duemila scudi. Per una disattenzione sul bonifico non era stata specificata “la natura d’oro” della moneta per cui i banchieri genovesi avevano realizzato un cambio sfavorevole a Tiziano. Filippo II tranquillizza, allora, l’amico che sarà rimborsato fino all’ultimo grano. La grande familiarità (Amado nuestro...) e l’antica amicizia con cui Filippo II tratta Tiziano escludono, infatti, qualsiasi malinteso tra i due. A questo punto i documenti hanno già detto abbastanza circa le committenze di Filippo II a Tiziano, il giro dei pagamenti, le persone coinvolte e anche le piccole operazioni d’imballaggio e di spedizione. Per il Cristo nell’orto e il Ratto d’Europa non si pone alcun problema: le tele, infatti, sono tuttavia esistenti e godibili, per la Maddalena, invece, i fatti si tingono quasi di giallo. Mi spiego meglio. La Maddalena fu un soggetto molto richiesto in quel tempo. Tiziano ne aveva dipinta una, che diventò subito celeberrima, per il Duca d’Urbino tra il 1530 e il 1535. La Maddalena richiesta a Tiziano da Filippo II, per intenderci quella del 1561, purtroppo non si sa che fine abbia fatto. Nella scheda riguardante Tiziano dell’Enciclopedia Italiana composta nel 1937 da Adolfo Venturi, questo dipinto assieme ad altri è correttamente indicato come pervenuto al re. Pietro Paolo Rubens, notoriamente interessato all’opera di Tiziano e suo sfegatato ammiratore, in occasione del suo secondo viaggio in Spagna copiò, secondo quanto ebbe a dichiarare il Pacheco, “tutte le opere di Tiziano che possiede il Re”. Magari non tutte, si è poi appurato; senz’altro le più importanti. Non mi spiego quindi come mai gli fosse sfuggita quest’opera che Tiziano non esita a definire perfetta. Tiziano faceva spesso diverse copie dei suoi soggetti preferiti. Infatti, esistono altre “Maddalene” da lui dipinte. Ma di questa del 1561 che dovrebbe essere il prototipo di tutte le altre, a parte la prima dipinta per il Duca d’Urbino, non c’è traccia. Secondo una scheda del Museo di Capodimonte di Napoli, pare che questo dipinto si sia bruciato in un incendio del 1873 prima di raggiungere l’Inghilterra. Questa notizia, però, mi lascia molto perplesso perché totalmente ignorata dalla scheda dell’Enciclopedia Italiana, in genere molto scientifica e informata. In un articolo di Goffredo Silvestri, apparso sul quotidiano La Repubblica del 31 ottobre 2007 in occasione di una mostra dedicata al pittore cadorino dal Kunsthistorisches Museum di Vienna dal titolo “Tiziano maturo”, ho letto invece al riguardo una storia a dir poco imbarazzante che, però, i miei documenti nei fatti smentirebbero. L’autore citato dal Silvestri è niente di meno che il Vasari. Racconta Silvestri, citando il Vasari, che un patrizio veneziano s’invaghì della Maddalena dipinta da Tiziano per Filippo II a tal punto che fece un’offerta così alta (100 scudi) che il pittore non potette rifiutare. Il maestro, dunque “ fu forzato a farne un’altra, che non fu men bella” per il re di Spagna che gliel’aveva commissionata. Con tutto il rispetto per il Vasari, ritengo questa notizia poco attendibile. Filippo II nella sua lettera a Tiziano c’informa di aver fatto liquidare già al pittore duemila scudi e di aver provveduto anche a rimborsargli la somma di 200 scudi consegnatagli in meno dai banchieri genovesi per differenza su cambi. I cento scudi, offerti dal patrizio veneziano, dunque, sarebbero la metà esatta dell’interesse su cambi trattenuto dal banchiere genovese sulla rimessa del re. Ritengo, a mio modesto avviso, che non esista un’oggettiva e straordinaria convenienza nell’offerta del patrizio veneziano tanto sbandierata dal Vasari. Tiziano aveva ormai un’età venerabile nel 1561: per tutta una vita aveva saputo gestire con parsimonia e intelligenza il suo genio. Viveva da nababbo ormai in una splendida casa nel cuore di Venezia e, per quanto tirchio fosse potuto essere, 100 scudi in più non avrebbero certamente apportato granché alla sua fortunata condizione. Invece avrebbero con certezza incrinato il rapporto con uno dei committenti più generosi e importanti della Storia. Dalle lettere, infatti, sappiamo ancora che già l’opera era disponibile e pronta per la spedizione e una notizia come questa difficilmente sarebbe sfuggita alle orecchie sensibili del Garcihernandez per riferirla immediatamente al re. Ergo, deduco che il quadro della Maddalena fu puntualmente spedito a Filippo II; che non si trovò però fra le pitture della collezione reale quando Rubens la visitò perché altrimenti l’avrebbe con certezza copiato. Che fine ha fatto, dunque, la Maddalena del Tiziano? Da quali documenti ha appreso il Museo di Capodimonte di Napoli che il quadro distrutto nell’incendio del 1873 fosse davvero la Maddalena dipinta da Tiziano nel 1561 per Filippo II? Sono interrogativi che le mie carte sollevano e ai quali forse qualcuno potrà dare in seguito una risposta. Mi resta, comunque, la gioia di aver contribuito a far conoscere più da vicino Filippo II, la sua grande passione per l’arte, la sua incondizionata venerazione per Tiziano. CREDITI AGS - Archivio Generale di Simancas, Spagna Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, Museo di Capodimonte, Maddalena, Q134 Enciclopedia Italiana (1937) Voce: Tiziano Vecellio a cura di Adolfo Venturi Santa Maria Maddalena – scheda Museo Palazzo Pitti Firenze El rapto de Europa – Colección Museo del Prado, Pedro Pablo Rubens, ficha técnica Museo del Prado Tiziano contro Tiziano, Goffredo Silvestri, “La Repubblica” del 31 ottobre 2007 FONTE http://www.ragusanews.com/articolo/60682/tiziano-filippo-ii-di-spagna-e-la-maddalena-scomparsa Napoli, Filippo II (1554-1598), Mezzo-Ducato, o cianfrone, s.d., AR 14.743g, busto a destra, dietro IBR, rov. POPVLOR SECVRITATI, stemma coronato (MIR.160; Pannuti-Riccio 5), SPL. Leggera tarlatura. Foto a luce naturale. Napoli, Filippo II (1554-1598), Mezzo-Ducato, o cianfrone, s.d., AR 14.743g, busto a destra, dietro IBR, rov. POPVLOR SECVRITATI, stemma coronato (MIR.160; Pannuti-Riccio 5), SPL. Leggera tarlatura. Foto a luce artificiale. Maddalena penitente, Tiziano, Galleria Palatina, Firenze (1533 ca.)1 punto
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Riferimento P.R. Tiziano Vecellio, Allegoria della battaglia di Lepanto ovvero Filippo II offre al Cielo l'Infante don Fernardo con le insegne di vittoria di Lepanto, 1573-75, Museo del Prado, Madrid1 punto
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Proseguendo per Milano avremo il passaggio dal dominio spagnolo a quello austriaco con il periodo di Carlo III dal 1706 al 1711 come Re di Spagna e Duca di Milano, la monetazione segue ancora le tipologie precedenti, per i moduli larghi il tipo busto/stemma immobilizzato, la moneta sempre coniata a martello. Per avere la prima moneta coniata al torchio dovremo aspettare il periodo con Carlo denominato VI Imperatore, qui avremo un soldi 60 del 1725 battuta a macchina di impronta e stile austriaco , ma per avere una costante produzione di monete a macchina si dovrà attendere ancora un po' con Maria Teresa e la sua riforma monetaria. Moneta questo filippo del 1707 che rivela un busto di Carlo III corazzato e con una fluente parrucca arricciata che domina il campo. Anche per Carlo per avere il busto laureato bisognerà aspettare che diventi Imperatore... Carlo III ( poi VI ) D'Asburgo, Re di spagna e duca di Milano ( 1706 - 1711) Zecca : Milano Nominale : filippo Materiale : argento anno : 1707 rarità : R prov : NAC 69, 4 dicembre 20121 punto
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sono rispettivamente la prima e la terza di questo link https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/CarrarmatoPerugina/dettaglio.html1 punto
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Proprio per questo ho chiesto come si fa a dimostrare cosa c' è nella cassetta: perché, stando così le cose, ho l'impressione che sia sempre possibile, da parte della banca, trovare il cavillo che le permetta di cavarsela (al solito..) col minimo1 punto
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E' senza perchè si è staccato ed andato perso, il fatto che era presente sono i tre buchini che servivano a fissarlo alla croce. TIBERIVS1 punto
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Crocifisso da rosario, bronzo/ottone, con ornati floreali intrecciati, appiccagnolo perpedicolare, i fori indicano che originariamente vi era applicato il cristo per mezzo di piolini che si trovavano sul dorso delle mani e sui talloni dei piedi, del XVIII sec. (seconda metà), possibile produzione anche all'inizio del XIX sec.? Fattura italiana,- Ciao Borgho.1 punto
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Buon giorno a tutti :D Mi inserisco in questa discussione perché vorrei suggerire a @@Liutprand di aggiungerei anche il termine "errore di conio". Spesso molte monete, secondo il mio modesto parere, vengono etichettate come inedite, ma hanno solamente la particolarità di un errore commesso da colui che le batteva. per cui anche questo termine potrebbe essere interessante e potrebbe contenere, forse, una buona fetta delle monete, magari giudicate inedite o con varianti. di nuovo Buona Giornata a tutti ed un caro Saluto Giarea1 punto
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La copertina è malandatissima : puoi provarla a farla esaminare ad un restauratore di libri antichi : a volte vengono bagnate e successivamente incollate su un foglio di carta di riso, ma qui ne mancano dei pezzi non piccoli ; pensi ne valga la pena ? In genere lo si fa con libri antichi di pregio, non conosco il valore commerciale di questa cabala che, penso, fosse un manuale abbastanza comune. Sulla copertina non vedo nessuna incisione, a meno che tu non alluda al fregio ovale centrale, attorno al quale sono state apposte manualmente tre sigle. Tu gli dai una interpretazione particolare ?1 punto
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Il "galletto" è una bellissima moneta, mi è sempre piaciuta! La tua è in alta conservazione, non il massimo ( FDC) in quanto al D presenta alcune righette, ed in misura minore al R/, comunque uno SPL+ e forse con un'attenta osservazione in mano anche un qFDC. saluti TIBERIVS1 punto
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Grazie mille della risposta, Probabilmente è una fusione successiva, il diametro non coincide: 55 mm contro 58 mm (secondo la scheda).1 punto
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Ciao @@miza , moneta stupenda :good: p.s. Ora ricordo perché non ho comprato monete del 2012! ______________1 punto
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Ad esempio... Clemente XI (1700 - 1721) Zecca : Roma Nominale : piastra Metallo : argento Anno : XIII di pontificato Rarità : R (?) Prov. Bolaffi 27 Da notare al rovescio la bella veduta della piazza del Pantheon, questo rovescio architettonico non può che far venire in mente i sontuosi rovesci di alcuni sesterzi imperiali: cambiano (logicamente) i soggetti/oggetti ma il gusto è quello!1 punto
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Bella patina. SPL Descrizione Livorno Cosimo III, 1670-1723 Pezza della rosa 1701 Ar gr. 25,88 Gal. XLVIII,21; CNI 67; MIR 66/7 Il motto al rv. fu ideato dal bibliotecario del granduca, Francesco Rondinelli. Con questa impresa, Ferdinando II lanciò un messaggio ai suoi nemici: come la rosa, nonostante la sua grazia e bellezza, ha le spine che la proteggono contro chi vuole rovinarla, così il granduca, pur essendo di animo buono, non avrebbe esitato a rintuzzare qualsiasi offesa (Galeotti 1930, pag. 243). Pianta di rosa; sotto nel giro, LIBVRNI. come Rarità è R2.1 punto
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@@Teus I buon giorno, anche se in ritardo volevo complimentarmi per il tuo acquisto... molto probabilmente, come è stato detto in precedenza, la moneta ha subito una pulizia troppo aggressiva che ha eliminato la patina che aveva.... si intravedono ancora residui di patina nei pressi delle braccia della croce sul retro. non avevo mai visto prima una moneta con queste caratteristiche e devo dire che è davvero interessante.... molto bella, complimenti!!! un caro saluto1 punto
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ciao @@eliodoro si questo cavallo con croce tripartita e CAROLUS non è riportato ne sul C.N.I. ne sul D.A. , per coppie di conii differenti intendo che quello del D con CAROLUS * REX FRR ( che troviamo sui cavalli con croce patente ancorata) è stato abbinato al R con croce tipartita, allego uno dei miei con D uguale1 punto
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A me sembra un inedito, invece, in quanto mi pare che non siano coppie di coni differenti, ma l'abbinamento differente del rovescio, come ho detto nel precedente post.saluti eliodoro1 punto
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Purtroppo devo confermare le sensazioni espresse da chi mi ha preceduto. Le macchiline azzurre sembrano proprio dovute al cancro del bronzo. La moneta ha subito una pulizia piuttosto aggressiva che ha rimosso la patina originale e ha lasciato attivi i punti interessati dalla corrosione. Considerato lo stato attuale l'intervento di pulizia può essere praticato senza grossi scrupoli (non rovini nulla). Come procedere: Profonda e totale rimozione fisica dei residui azzurri della corrosione (sono fattore di autocatalizzazione della reazione corrosiva); bagno in soluzione alcolica con benzotriazolo; verifica e sigillatura. Puoi trovare tutte le informazioni dettagliate facendo una ricerca con "cancro del bronzo" come parole chiave. ciao Mario1 punto
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Taglio: 50 cent Nazione: Olanda Anno: 2004 Tiratura: 300.000 Conservazione: BB Città : Massa (MS) Ps: è la mia prima moneta postata in questa discussione1 punto
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Grazie mille @@snam, so che l'argomento trattato in questo libro potrebbe risultare senz'altro di "nicchia", per questo mi sembrava giusto apportare qualche approfondimento in più. Ti garantisco, però, che non ho smesso di scrivere articoli di monetazione antica. :D Grazie ancora per l'attenzione!1 punto
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Sarà solo a me che fa strano che di un oggetto che per definizione viene creato per fungere da mezzo di pagamento debba essere scoraggiato l'uso come mezzo di pagamento.1 punto
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Ciao @@ilvio! Mi sa che sei male informato: ti aggiorno così magari eviti in futuro di dare del bugiardo a qualcuno che non se lo merita. Qui trovi gli indirizzi delle filiali della Bundesbank, non traduco in quanto mi sembra che - a parte una svista grammaticale nel post precedente - tu il tedesco lo parli. https://www.bundesbank.de/Redaktion/DE/Standardartikel/Bundesbank/Hauptverwaltung_und_Filialen/kontakt_hv_filialen.html per gli altri traduco questo: "Informazioni sulla disponibilità della moneta da collezione da 5 Euro le ricevete dalla rispettiva filiale" Fate attenzione che già ufficialmente si parla di Sammlermünze = moneta da collezione e non di una moneta comune. Ciao ciao Njk1 punto
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@@quadriga A volte non servono mica macchine fotografiche da 5.000€, stativi e set fotografici per ottenere foto decenti... Queste sono state scattate da me con un semplice cellulare appoggiato e luce proveniente da una lampada...il risultato non mi sembra poi così male.1 punto
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@@robertino123 Non credo che manchi il segno di zecca ...ma penso più che altro che sia più usurata quella parte, comunque si intravede una B ...se così fosse è una moneta comune che in questa conservazione il valore è pressapoco nullo.1 punto
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